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Isolamento di certi gay verso gli etero: discriminazione o poca simpatia?


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Ultimamente, leggendo certi casi nel forum o riflettendo sul giro di amicizie di certi gay (non voglio approfondire in percentuale), mi sono chiesto quanto la poca simpatia o capacità di relazionarsi tra etero<->gay dipenda solo da discriminazione effettiva o entrino anche altri fattori quali magari il fatto di risultare semplicemente poco simpatici, divertenti e/o interessanti (o altro).

 

So che è brutto da dire, ma non è che in alcuni casi l'allontanamento avviene perché una certa persona è più evanescente e fantasma che altro? Parlo come al solito di me perché posso solo basarmi sulla mia esperienza personale, ma tralasciando omofobi diretti tra amici/familiari che non hanno mai creato problemi (alcuni so che erano omofobi, ma in mia presenza mai detto nulla), sono sicuro che più della metà del mio circolo di amici/conoscenti/colleghi etero non erano per nulla "gay-friendly" eppure quasi praticamente nessuno ha preso le distanze o ha voluto tagliare i ponti (spero di non parlare troppo però!). Ovviamente non è andato tutto liscio sin dal primo minuto, ho subito una certa omofobia 'trasversale' quando lo dissi in alcuni ambiti e giri con certi allontanamenti e diffidenze, tuttavia dopo il periodo di "shock" di alcuni tutto è tornato come prima. In realtà poi niente realmente torna come prima perché nonostante tutto certi amici o giri li cambi (gli amici di sempre invece mai), ma mai e poi mai avrei pensato che certi conoscenti omofobi rinnovassero il loro affetto e rispetto nei miei confronti.

 

Mi rendo conto che in parte il mio è stato uno scenario in cui partivo avvantaggiato e a che differenza di altri situazioni si conosceva prima me e poi il mio orientamento per cui molti alla fine non avevano scelta che "farselo andare bene", ma anche nei nuovi scenari e giri dove veniva prima l'etichetta "lo sposato gay" non ho avuto problemi a farmi conoscere e rispettare più come persona che come etichetta. E no, non mi ritengo chissà quale anima della festa o gran simpaticone, quindi se posso io figurarsi gli altri.

 

Ribadisco che non mi sono per nulla dimenticato dell'omofobia reale e diretta, ma qui non si sta parlando di questo visto che nessuna persona sana di mente vorrebbe stringere amicizia con un omofobo radicale. Inoltre sono cosciente che non sempre si è fortunati nel giro di amicizie e conoscenze. La domanda del topic è capire se la solitudine estrema o eccessivamente selettiva (es. solo gruppi gay e no etero) è frutto di un'omofobia dominante o di lacune nel modo di relazionarsi con le persone.

 

 

Isolarsi od essere eccessivamente selettivo nelle amicizie (Io lo sono) nel mio caso lo ritengo  un grosso problema di relazionarsi con le persone.

A volte vorrei cambiare e ci provo pure ma con scarsi risultati, non è che io mi trovi bene solo con i gay e non con gli etero , più passa il tempo provo insofferenza nel coesistere con il genere umano .

Può darsi che sia solo un modo per semplificarsi la vita. Una buona parte delle amicizie si basa su di una serie di formalità che non tutti sono disposti a tenere a lungo. Quindi pian piano si tende a selezionare sempre di più chi si frequenta. D'altra parte spesso con gli amici si vuole avere piena libertà per confidarsi ma anche fare battute, e non tutti hanno voglia di dover stare troppo tempo a riflettere sul grado di "accettabilità" ogni volta che fanno una confidenza o una battuta, cosicché si ricercherà istintivamente chi abbia una mentalità il più possibile vicina alla nostra, non preoccupandosi se gli altri rapporti si spengono.

DandyYoungMan

Per quanto riguarda la mia esperienza, mi viene da pensare che la solitudine estrema sia la conseguenza di lacune enorme nel modo di relazionarsi con le altre persone. Ti dico questo perché io praticamente non ho mai, mai, mai avuto un giro di amici dove tutti erano gay..anzi. Ho avuto giri di amici dove erano tutti etero e per ben 4 anni, qualche tempo fa, il mio migliore amico era un ragazzo eterosessuale..O almeno quello che io, appunto, ritenevo fosse il mio migliore amico. Perché poi anche con questo giro di amici ho chiuso..Le amiche che ho conosciuto dopo erano tutte eterosessuali, ma, almeno quanto riguarda me, la solitudine è il frutto di un'incapacità di relazionarsi in modo appagante e soddisfacente..Voglio dire che se uno nota che ci sono delle difficoltà sicuramente c'è sempre qualche problema a monte che sta in noi stessi..Anche se devo ammettere che ci sono talvolta certe persone chiuse di mente che noi riteniamo da sempre nostri "amici" che poi ci voltano le spalle quando avviene il fatidico coming out..In tal caso, non so, mi verrebbe da non definire più amiche quelle persone che mi discriminano affettivamente per una semplice qualità o caratteristica innata del mio essere

unmondomigliore

Penso che l'isolamento di certi gay non sia qualcosa di caratteriale (quale uomo potrebbe desiderare l'isolamento se l'uomo per sua natura è un animale sociale?), ma sia una sorta di protezione dal ricevere nuove delusioni o dall'affrontare la cattiveria e il pregiudizio della gente. 

Molte volte capita di isolarsi per paura di subire discriminazioni o vessazioni ( anche solo in forma di semplici battutine da bar che però ad un tipo sensibile potrebbero risultare fastidiose e ferirlo ) nel gruppo stesso di amici, ma non ritengo che i gay debbano stare solo con i gay, l'ideale per me sarebbe un gruppo variegato composto da gay, etero, lesbiche, bisex etc. ( le mie migliori amiche erano una lesbica e una etero )  non mi piace questa " auto-ghettizzazione "...se davvero il punti d'arrivo è l'uguaglianza totale e la completa integrazione non sarà isolandosi e frequentando solo altri gay che la si raggiungerà...simili comportamenti non aiutano secondo me.

Questo almeno secondo il mio pensiero

Mi sa che ho fatto 2 domande quasi simili e abbiamo analizzato solo lo scenario più 'scontato'. Concordo con tutti voi e le difficoltà ambientali/sociali possono portare certi gay a rinchiudersi eccessivamente come reazione o difesa, un dramma, ma lo si può comprendere e giustificare. Così come capisco che ci si allontani dal gruppetto di amici dalle mille battute o con poco feeling, lo vedo logico, l'ho fatto anch'io (anche se non per omofobia).

 

In realtà l'altra riflessione era fatta forse più in un'ottica "etero" e semplicistica. Supponendo che l'omofobia sia bassa o che si abbia un margine per farsi conoscere senza paraocchi estremisti si ha voglia e forza di farsi conoscere, valere e/o far cambiar idea o ci si rifugia nel fatto che "il mondo è cattivo"? Insomma l'ottica è un po' bastarda: alcuni sono snobbati più per l'omosessualità o per il fatto che sono "noiosi"? Non voglio peccare di leggerezza, ma mi risulta difficile credere che alla lunga la personalità e/o simpatia non possa fare la differenza. Penso pure di aver fatto questa riflessione pensando inconsciamente ad alcuni conoscenti gay che mi risultano noiosissimi e pensavo che magari loro sanno stati discriminati da amici/conoscenti credendo che fosse per l'orientamento, ma magari solo perché noiosi. Con gli etero ovviamente il problema nn si pone, ce ne sono moltissimi di noiosi e tristi, ma possiamo escludere che lo si faccia per discriminazione!:)

 

Spero di essermi spiegato, è un discorso un po' sottile...

unmondomigliore

il concetto di noia è molto relativo. Io non mi annoio mai quando parlo di qualcosa che è costruttivo o interessante, ma mi annoio invece quando devo partecipare a conversazioni  ''etero'' che si basano sempre su un unico argomento, ad esempio le tette di paris hilton o la partita di calcio. 

Non penso che una persona che non ha il pensiero fisso di queste due cose, è noiosa : lo è semmai per un etero, ma non certo per me.

Penso che i gay sentano la solitudine, perché si devono confrontare con un mondo molto piatto.

 

Poi, come dici tu, ci saranno pure i gay noiosi e mi è capitato di trovarli. Ad esempio quelli che pensano solo a lady gaga o a madonna. Ma sono una minoranza, penso. Ci sono gay artisti, poeti, letterati che sono tutto un universo da scoprire e che secondo me hanno una sensibilità maggiore degli etero. E' per questo che vengono esclusi, perché non vengono compresi. Poi vengono esclusi anche perché sono gay, senz'altro. Ma soprattutto perché hanno una sensibilità che li rende ''diversi'' agli occhi degli altri.

Edited by unmondomigliore

 

 


Penso che i gay sentano la solitudine, perché si devono confrontare con un mondo molto piatto.

 

Con una piattezza che non include l'omosessualità

 

E' certamente vero che sono gli etero ad essere piatti e noiosi,

ma è anche vero che sarebbe un diritto dei gay poter essere noiosi

quanto loro e insieme a loro.

 

Altrettanto stupidi, noiosi e privi di personalità

 

Insomma non si può certo pretendere che i gay siano tutti artisti

poeti e letterati o brillanti ed originali per riscattarsi agli occhi di una

normalità che li marginalizza

Non semplificare però, è un discorso più generico e articolato. Non si tratta di "gay lady gaga"/"etero del pallone"=noiosi e gay artisti e/o intellettuali=intelligenti e poveri incompresi. Non è il fatto di essere "semplice" che rende una persona noiosa,né viceversa, altrimenti dovrei trovare noiosi molti etero e gay eppure c'è altro oltre a lady gaga o al calcio, una persona non si ferma solo a questo..suvvia. Si è vero, moltissimo etero parlano di donne e di calcio, ma parlano anche di moltissime altre cose e hanno mille altri aspetti e atteggiamenti che non mi risultano né difficili da vedere né da sentire. Tra l'altro sta cosa di donne/calcio/motori mi fa più pensare ai bambini delle elementari/medie che sono ovviamente piü limitati, semplici e monotematici. Per dirti i miei nipoti sono proprio calcio/f1, non parlano d'altro, eppure hanno anche altre mille temi di conversazione e sinceramente non mi sembrano né noiosi né limitati a 3 argomenti.

 

Bravo @hinzelmann mi chiedevo proprio perché i gay per riscattarsi debbano essere per forza artisti e intellettuali...

Edited by Ilromantico
AndrejMolov89

Credo che sia la non possibilità di parlare di certi argomenti. Io da quando parlo del mio ragazzo a tutti, sono diventato molto più "socievole" non che prima non lo fossi, ma non ha la pressione di dire balle su cosa ho fatto sabato e non mi sento più in imbarazzo a parlare degli aneddoti divertenti che mi capitano col moroso. A

Ma se ci sono gay noiosi, potranno legare con gli etero noiosi, e così potranno annoiarsi insieme.
Il mondo è bello perché è vario e una persona che per tanti è noiosa e per questo viene giudicata, per altri può risultare interessante.
Invece i problemi nel relazionarsi sono un altro paio di maniche, chi ce li ha fa proprio fatica ad uscire dal guscio; come si nota anche da questo topic però, tanti gay riescono a risalire alla giusta causa e non pensano che quello che sta capitando sia frutto di discriminazione.

Ho conoscenti e amici etero intelligenti, simpatici, gradevoli. Tutto ciò che manca a un etero è, nella stragrande maggioranza dei casi, la coscienza di appartenere a una maggioranza che si prende per un universale: ma solo questo.

 

Certo non si può avere con un etero la stessa intimità che si ha con un amico gay. Ma ritirarsi da questi rapporti sarebbe come lasciar cadere amici che non conoscono la musica classica, se si ama la musica classica, che non si interessano di calcio, se si impazzisce per il calcio, e via dicendo.

 

Inoltre avere amici o buoni conoscenti etero è riposante. Tra gay spesso si finisce a parlare non dico solo, ma prevalentemente, dei tanti problemi che possono incombere su un gay; mancati diritti costituzionali e omofobia, ma anche difficoltà a trovare il ragazzo, a conoscere altri gay, oppure essere scaricati con un sms o ricevere foto di un cazzo se si usano gli strumenti telematici per abbordare. È così riposante sentire i loro problemi! Ce li hanno, sapete.

 

Se ci riferiamo a persone intelligenti (cioè a una minoranza) gli etero, inoltre, non avendo i problemi propri di qualunque minoranza (non li sto ad elencare, ovviamente) sono talvolta, o anche spesso, più presi, più serenamente dediti ai loro interessi - culturali, di realizzazione - e alle loro passioni. Spesso parlare con uno di questi etero ha per un omosessuale un effetto benefico perché invita a fare altrettanto, ancora di più di quanto non lo si faccia.

 

Insomma, la ricchezza dell'omosessualità consiste proprio nell'avere a che fare, strutturalmente, con due mondi diversi, di transitare continuamente da uno all'altro.

Edited by Isher

Io so solo che tra gli etero maschi non ne ho trovato uno solo che non mi abbia deluso, dei gran idioti. Coi gay invece ho meno problemi, mi sembrano persone più affidabili... Almeno finché si parla dei ragazzi normali.

 

Ho notato che molti, bisessuali più di tutti, tendono ad essere narcisisti ed egocentrici, vogliono sempre aver ragione e non sono in grado di accettare opinioni diverse da quelle degli altri. Con le ragazze invece mi sono sempre trovato bene... Poi quelle stronze ci sono comunque, ma mi è capitato più spesso di trovare un vero amico tra le ragazze che tra i ragazzi.

 

Anche in questo caso le oche le trovi, ma è molto più facile trovare una ragazza col cervello che un maschio etero col cervello.

unmondomigliore

Ho conoscenti e amici etero intelligenti, simpatici, gradevoli. Tutto ciò che manca a un etero è, nella stragrande maggioranza dei casi, la coscienza di appartenere a una maggioranza che si prende per un universale: ma solo questo.

 

Certo non si può avere con un etero la stessa intimità che si ha con un amico gay. Ma ritirarsi da questi rapporti sarebbe come lasciar cadere amici che non conoscono la musica classica, se si ama la musica classica, che non si interessano di calcio, se si impazzisce per il calcio, e via dicendo.

 

Inoltre avere amici o buoni conoscenti etero è riposante. Tra gay spesso si finisce a parlare non dico solo, ma prevalentemente, dei tanti problemi che possono incombere su un gay; mancati diritti costituzionali e omofobia, ma anche difficoltà a trovare il ragazzo, a conoscere altri gay, oppure essere scaricati con un sms o ricevere foto di un cazzo se si usano gli strumenti telematici per abbordare. È così riposante sentire i loro problemi! Ce li hanno, sapete.

 

Se ci riferiamo a persone intelligenti (cioè a una minoranza) gli etero, inoltre, non avendo i problemi propri di qualunque minoranza (non li sto ad elencare, ovviamente) sono talvolta, o anche spesso, più presi, più serenamente dediti ai loro interessi - culturali, di realizzazione - e alle loro passioni. Spesso parlare con uno di questi etero ha per un omosessuale un effetto benefico perché invita a fare altrettanto, ancora di più di quanto non lo si faccia.

 

Insomma, la ricchezza dell'omosessualità consiste proprio nell'avere a che fare, strutturalmente, con due mondi diversi, di transitare continuamente da uno all'altro.

Dimentichi una cosa importante : un gay, quando ha a che fare con un etero, deve sottoporsi ad una sgradevole prova di ''accettazione''. Non è sempre detto che un etero accetti un gay e riesca senza pregiudizio a farselo amico. Il ''gay'' quindi deve aspettarsi qualsiasi reazione, anche la più spregevole. Il dubbio di essere accettati o meno sparisce se si ha a che fare con un gay come noi, che in qualunque modo non ci giudicherà e non ci farà sentire inferiori o stupidi mai.

non la dimentico, ma se un etero non mi accetta per me muore, all'istante. qui si parlava di etero che uno frequenta, o ha come amici. inoltre sono tanto presuntuoso che non la considererei, quella situazione, una prova di accettazione da parte sua, ma semmai una valutazione di stima e frequentabilità di quella persona da parte mia. Infine, che uno stupido mi giudichi (negativamente) non implica che io mi senta giudicato (negativamente). tutt'al più avrò incontrato uno stupido. 

 

tutto sta a frequentare gli etero giusti. quelli sbagliati, li scarti e passi avanti.

 

Certo, se sei molto giovane, se vivi in un ambiente piccolo e ostile, posso sicuramente comprenderti, ma sui lunghi periodi ti consiglio di regolarti come mi regolo io.

Beh certo c'è forse un problema specifico dell'adolescenza

superato il quale ( se lo si supera bene ) si diventa dei gay

adulti ed a quel punto le cose possono essere più facili.

 

In punto di principio è sicuramente vero e giusto individuare la

fondamentale differenza nel fatto che gli etero non hanno coscienza

di appartenere ad una maggioranza, che si prende per un universale.

 

Questo lo si vede decisamente anche nel caso di etero bendisposti

e friendly ed è a queste persone che dobbiamo principalmente pensare

per individuare una caratteristica generale

 

Poi ad un livello più basso ( nel senso di concreto, ma anche

superficiale, visto che si tratterebbe di un pre-giudizio )

 

Lo stereotipo positivo del gay sensibile-creativo è certamente migliore

degli stereotipi negativi, ma noi gay sappiamo che non è vero che siamo

tutti così, né credo faciliti le cose a nessuno essere magari liquidato come

"noioso" perchè nei confronti delle persone gay vi è un'attesa di originalità

particolare, o corrispondere a delle aspettative con non sentiamo appartenerci.

 

 


nei confronti delle persone gay vi è un'attesa di originalità particolare

 

In alcune circostanze ammetto di aver avuto questa sensazione. Rotta la barriera fobica del pregiudizio, potrebbe subentrare quella dell' "esotismo". Noto che gli etero friendly (perfino, o forse soprattutto i maschi) danno per scontato che un amico gay possieda una serie di caratteristiche con le quali poter isolarlo dall'ordinarietà dei suoi altri conoscenti per ritenerlo "speciale"; non so per far un esempio una disinibizione sessuale superiore alla norma, che autorizzerebbe ad addentrarsi in argomenti che non si affronterebbero mai con altri conoscenti etero, o anche altro.

 

Però non è una cosa negativa, sono solo aspettative ingenue dettate dalla curiosità verso qualcosa di nuovo, non mi pare nulla di allarmante.

@Sampei

 

in effetti alcune persone gay-friendly quando si dice loro di essere gay rispondono positivamente ma contemporaneamente rivelano magari qualcosa di loro che se non avessero saputo della nostra gaycità non avrebbero rivelato. come dire: a uno così speciale posso aprirmi e raccontare la mia vita privata.

 

un esempio: la signora di 67 anni di un'agenzia per badanti quando le dissi casualmente di essere gay mi disse pochi attimi dopo che un suo parente è pure gay e che suo marito la tradì 30 anni fa e per questo si è separata ma non ha divorziato da lui. se non avessi detto che sono gay sono sicuro che lei non avrebbe detto questa cosa.

Edited by marco7

Sì, beh... spesso i gay sono considerati nello "spazio del Sacro"

e molti eterosessuali si relazionano a noi come verso i preti

e fanno domande sulla sessualità, sui sentimenti, sull'arte e l'occultismo.

privateuniverse

Ultimamente, leggendo certi casi nel forum o riflettendo sul giro di amicizie di certi gay (non voglio approfondire in percentuale), mi sono chiesto quanto la poca simpatia o capacità di relazionarsi tra etero<->gay dipenda solo da discriminazione effettiva o entrino anche altri fattori quali magari il fatto di risultare semplicemente poco simpatici, divertenti e/o interessanti (o altro).

 

[...]

 

Ribadisco che non mi sono per nulla dimenticato dell'omofobia reale e diretta, ma qui non si sta parlando di questo visto che nessuna persona sana di mente vorrebbe stringere amicizia con un omofobo radicale. Inoltre sono cosciente che non sempre si è fortunati nel giro di amicizie e conoscenze. La domanda del topic è capire se la solitudine estrema o eccessivamente selettiva (es. solo gruppi gay e no etero) è frutto di un'omofobia dominante o di lacune nel modo di relazionarsi con le persone.

 

Non capisco bene la questione.

 

Casi di gay che abbiano solo amici gay non ne conosco, ma probabilmente ce ne saranno.

 

A me non è neanche mai capitato di rompere con amici etero solo perché loro non potevano accettare il mio orientamento sessuale. Peraltro, l'affermazione ha poco significato, visto che, di fatto, mi sono dichiarato solo con quegli amici etero che sapevo, più o meno, avrebbero accettato. Con coloro di cui avevo motivo di pensare che mi avrebbero messo in difficoltà non mi sono dichiarato, quindi i rapporti di amicizia con loro, per colpa mia, non sono mai stati e non sono del tutto sinceri.

 

E' possibile che ci siano gay "isolati" dagli etero solo in quanto gay? In questa fase storica mi sembra difficile, in passato no. Ovviamente, molto dipende dalle capacità individuali di trovare un modus vivendi: negli stessi contesti e a parità di difficoltà, ci sono stati probabilmente gay che sono riusciti a integrarsi nelle loro comunità di etero e altri che sono stati emarginati, ma non penso che questo abbia a che fare con il fatto che i primi erano più noiosi o peggiori dei secondi. Le abilità sociali non sono le stesse per tutti, e neanche le opportunità offerte dal contesto in cui si vive.

 

E' difficile, comunque, sostenere che portarsi dietro uno stigma, effettivo o potenziale, che sia percepito come tale da noi stessi o dagli altri, sia ininfluente, a parità di altre condizioni, ai fini della capacità di stabilire rapporti interpersonali significativi; in altre parole, è difficile sostenere che essere gay non sia comunque un fattore che complica la vita sociale. Un gay "socialmente integrato" sarebbe comunque tale anche se non fosse gay, mentre magari un gay "socialmente non integrato" non lo sarebbe, o comunque sarebbe più integrato, se fosse etero, e questo indipendentemente da qualsiasi altra qualità personale.

 

Un gay, per il solo fatto di essere anche solo potenzialmente oggetto incolpevole dell'ostilità altrui, quasi inevitabilmente si porta dietro un peso aggiuntivo che quasi sempre ne condiziona le abilità sociali, quali che siano i suoi propri pregi e difetti.

Edited by privateuniverse

Hmmm penso che non hai afferrato il punto, o forse non sono riuscito a spiegarlo con chiarezza e semplicità.

 

Effettivamente mi trovo d'accordo con chi sostiene che sia un problema che si riscontra più negli adolescenti gay, questo perché il contesto giovanile è più difficile e non si è indipendenti (se ti capitano familiari o compagni omofobi sarai costretto ad averci a che fare). In effetti il bullismo adolescenziale omofobo continua a essere il più grande problema di Spagna, quindi è purtroppo un problema reale. Tuttavia, ripeto, la riflessione non si basa sugli estranei, omofobi diretti o i non-amici, ma l'argomento riguarda quei gay che 'nonostante' siano accettati da amici, compagni o colleghi (quindi l'orientamento non costituisce un 'problema') rimangono l'ultima ruota del carro o vengono snobbati in quanto 'noiosi'. Forse 'noioso' è un termine troppo soggettivo e sarebbe meglio usare impopolare, ma in chiave etero forse un'equivalenza simile sarebbe quella dei nerd o dei secchioni, non vengono discriminati per essere nerd o secchioni, ma non risultano così popolari o simpatici da volerci uscire in gruppo. È più chiaro così?

 

E ripeto che è una riflessione riferita solo a quella parte di soggetti di cui si parla, fatta più per dispiacere che per 'denuncia'. Il dispiacere che quando non ci sono ostacoli sociali rilevanti alcuni forse ai rinchiudono in inutile corazza asociale che li rende falsamente noiosi o impopolari.

 

Inoltre è vero che può essere in parte un problema adolescenziale, ma sono dell'opinione che se nell'adolescenza quei gay non maturano nella socialità dubito che dopo non si portino dietro pesanti conseguenze. Magari a 14/15 anni sei falsamente noioso e hai del potenziale, ma se poi non ti crei le tue amicizie e non socializzi a 25 anni sarai veramente noioso e poco interessante.

 

Ripeto infine che è una riflessione fatta in base alle storie di gay che dicono che non hanno certi amici o che questi li considerino poco, davano la colpa all'essere gay, ma non è che dai racconti o esperienze si evincesse chissà quale loro impegno nello stringere amicizie o essere simpatici...

 

Per quanto riguarda i gay "speciali" è purtroppo un pregiudizio positivo a volte reale. Il tipico gay 'confidente' o che sa di combinazioni di colori o di moda. A tal proposito so di uno di risorse umane( non da me) che per beccare i gay da scartare domanda se sanno cosa sia una rosa "xxxx o un verde xxx(tonalità, non chiedetemele!). Altro pregiudizio ridicolo è "lo avevo capito", ultimamente i miei amici mi hanno dato soddisfazioni e si sono resi conto che la gente non aveva mai capito un tubo visto che non avevano mai espresso dubbi e poi puntualmente mix di "l'avevo capito" "non me l'aspettavo". Io dal canto mio ripeto che ci sono etero ben più effemminati e gay che anche se lo sai continui a pensare che "non si vede" per nulla.

privateuniverse

Ripeto infine che è una riflessione fatta in base alle storie di gay che dicono che non hanno certi amici o che questi li considerino poco, davano la colpa all'essere gay, ma non è che dai racconti o esperienze si evincesse chissà quale loro impegno nello stringere amicizie o essere simpatici...

 

Ma trovi che sia un problema reale?

 

Intendo dire: ne conosci veramente un buon numero che siano così? E gli altri che sono intervenuti in questa discussione ne conoscono diversi casi?

Sinceramente? Penso che sia un problema più vasto di ciò che si pensi. Ovviamente il mio interesse nella discussione è stato rivolto solo ai soggetti estremamente asociali o non popolari, ma allargando le vedute trovo che il problema si presenti anche in gradi diversi di tipo e intensità (seppur poco visibili o non così gravi).

 

Un riscontro così terribile sinceramente non l'ho visto tra le mie amicizie o conoscenze gay, ma non trovo in tutta onestà che parte di loro abbia una rete solida e/o variegata di amicizie, che siano suscitino chissà quale stima o affidabilità e/o siano capaci di relazionarsi in tutti i giri. Io ad esempio confesso che alcuni conoscenti fuori dai giri gay non ho proprio alcun interesse a vederli, mi annoierebbe pure andarci a fare la spesa, mi danno proprio un senso di noia e vuoto cosmico fuori dal contesto lgbt e dall'ambientino (un po' come un ultras che dopo il calcio..il nulla cosmico). Con altri invece noto imbranatezze imbarazzanti nel modo di gestire e rispettare le amicizie, come se mancasse quell'affetto, affidabilità e profondità di relazione che non ho mai faticato a trovare tra etero. Insomma trovo che in minima parte sia in qualche modo colpa di quelle lacune sociali che non si sono affrontate da giovani, ma ripeto è una mia ipotesi limitata alla mia esperienza.

alla fine son cose moolto relative..

 

 

 

anzi la maggior parte dei gay che conosco li trovo piu interessante su tutti i punti di vista..

 

anche perche i maschi etero sono piu focalizzati sul non dire le proprie emozioni.. per non apparire gay, i gay li trovo piu liberi e autentici ;-)

 

 

 

 

 

@ilromantico dai tuoi post sembra che parli solo a sfavore dei gay.. visto che generalmente non ti piacciono.. che li frequenti a fare ? stai con i tuoi etero allora e sfrutta i gay/bi solo per tromb@re

 

 

 

è ovvio che ci stanno gay noiosi, ma questo non significa che la maggioranza sia cosi ma per carita..

 

e poi se magari il noioso lo sei tu ?

 

 


Intendo dire: ne conosci veramente un buon numero che siano così? E gli altri che sono intervenuti in questa discussione ne conoscono diversi casi?

 

Onestamente no

 

In primo luogo oltre una certa età dire "sono gay e quindi...etc."

apparirebbe "patetico", essendo un tipico discorso da ragazzino

gay, rimane anche un discorso legato a quella età.

 

E' più facile sentire: "sono etero, non capiscono una mazza"

 

Non considererei i casi di gay che "sclerano" perchè buttati fuori

da un locale, magari ubriachi etc. perchè lo dicono sclerando

 

In secondo luogo chi ha veramente dei problemi di socializzazione 

etc. e ne soffre tende semmai ad irritarsi se si ipotizza che la ragione

possa risiedere nell'omosessualità o anche nell'omosessualità.

 

Quindi direi che questo tipo di persone semmai hanno una propensione

per l'atteggiamento opposto ( per quanto possa valere la mia impressione 

non mi azzardo neanche a formulare una ipotesi sul perchè...mi pare sia

così )

@hinzelmann non ho capito la parte finale del tuo discorso.

 

@Almadel è uno spunto interessante, ma trovo che non ci sia ragione logica per cui essere selettivi solo con gli etero e non con i gay. Essere conoscenti o amici basandosi solo sull'omosessualità non dimostra chissà quale grande profondità di amicizia, bensì un uso 'conveniente' basato sulle circostanze (il fare gruppo principalmente per stare in compagnia). Il risultato è che in certi gruppi oltre ai temi lgbt, situazioni simili o un paio di cose in comune, poi non si ha più nulla da dirsi visto che l'amicizia non è nata per affinità o sincerità, quanto più per "appartenere al club". Una cosa simile mi era successa da ragazzino in un gruppo di 30+ ragazzi che si era formato solo sulla base di voler far gruppo (a quell'età è normale). Io lo ricordo come il gruppo etero più noioso e meno profondo della storia...

 

@ciccioser altri spunti interessanti. Innanzitutto ti svelo il mistero, io sono iper-critico con tutto perché trovo sia costruttivo farsi domande e riflettere. Non è che critichi più i gay, ma qua siamo in un forum gay e quindi le critiche etero le faccio in luoghi più opportuni, ma non è che per me gli etero siano perfetti (anzi..). Inoltre mi riferisco solo alle mie esperienze e una certa parte di soggetti, evidentemente ho molto stima dei gay avendone sposato uno, essendo molto amico di alcuni ed essendo bi, ma la cosa non mi impedisce di non vedere quello che non mi piace e non ho motivo per non dirlo.

 

Trovo interessante che tu abbia riproposto questo cliché dei maschi etero poco profondi o non emotivi perché gli si puoi dire tutto tranne che non tengano alle amicizie o che non facciano compagnerismo. Proprio da questi cliché mi chiedo se alcuni gay siano mai stati amici degli etero...

 

Poi ripeto per noioso intendo qualcuno che passa inosservato o non lascia il segno e non è il mio caso (altrimenti che senso ha che io apra il topic?), non perché lo dica io, ma perché col senno di poi tutti hanno una buona opinione e/o mi rispettano (e ripeto non mi ritengo chissà quale personaggione..).

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