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Isolamento di certi gay verso gli etero: discriminazione o poca simpatia?


Ilromantico

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privateuniverse

Un gay, per il solo fatto di essere anche solo potenzialmente oggetto incolpevole dell'ostilità altrui, quasi inevitabilmente si porta dietro un peso aggiuntivo che quasi sempre ne condiziona le abilità sociali, quali che siano i suoi propri pregi e difetti.

 

A me sembra che questa mia considerazione continui a essere pertinente. A parità di altre condizioni ("noiosità" o difficoltà di socializzazione), per un gay sarà maggiore la probabilità di essere isolato rispetto a un etero, perché per un gay c'è un fattore specifico di differenza rispetto agli altri, soprattutto se vive in certe realtà come un piccolo centro di provincia.

 

Io trovo anche comprensibile che, almeno fino a una certa età, si cerchino amici gay, magari passando anche sopra alla poca compatibilità quanto ad altri aspetti; é pur sempre un elemento che genera interessi ed esigenze che, se non comuni, sono simili, allo stesso modo in cui, che so, un tifoso dell'Inter cercherà di aggregarsi ad altri tifosi dell'Inter per condividere quell'interesse anche se, magari, al di fuori di quell'interesse non ci saranno altri motivi di frequentarsi.

 

Io ho sviluppato diverse conoscenze di questo tipo. Persone con cui ci sono rapporti non dico di convenienza, ma originati da fattori contingenti e a profondità "variabile" a seconda di quanto siano interessanti loro come persone (e di quanto trovino interessante me).

Edited by privateuniverse
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Ripetiamolo ancora una volta: Nessuno mette in dubbio le attenuanti o le difficoltà sociali aggiuntive per il solo fatto di essere gay, ma il discorso prende in analisi quei gay che non vivono in un ambiente ostile che gli permette di socializzare senza problemi né grandi preoccupazioni (famiglia, lavoro, CO o altro che è già stato affrontato e archiviato). 

 

Ad ogni modo hai fornito un altro spunto interessante. L'essere omosessuale può davvero equipararsi a un hobby o la passione per uno sport? Capisco che essere omosessuale sia una caratteristica più complessa dell'essere biondi (e lo dico perché il colore dei capelli o l'orientamento sessuale per me sono mere caratteristiche e null'altro), ma oltre all'interesse (soprattutto per quelli che si affacciano per la prima volta al mondo gay) per i percorsi di altri omosessuali e lo scambio di opinioni in merito alle proprie esperienze gay non mi sembra ci sia una passione, un hobby o un'affinità che giustifichi il gruppo. Non è che le donne in quanto tali si riuniscono per il mero fatto di essere donne, si riuniranno le donne o i maschi in base a certe passioni o affinità comuni, ma essere dello stesso sesso (caratteristica vaga) non basta di certo. E' comprensibile e logica l'aggregazione 'politica' (siamo in numero minore e ci riuniamo per far sentire la nostra voce e lottare per degli obiettivi comuni), ma non vedo  cosa c'entri questo con l'amicizia o con dei rapporti sociali più profondi. E chiarisco anch'io sono pieno di conoscenze limitate al fatto che sono interessanti per certe esperienze e figurati se ho nulla in contrario, si chiamano 'conoscenze' proprio per quello e comunque hanno il loro nobile scopo (arricchire la mente, scambiare opinioni, ascoltare gente diversissima da noi,ecc.). Quello che trovo preoccupante (o almeno per il mio punto di vista) sono i casi in cui uno è "amico di tutti"(nel senso ha MOLTE conoscenze), ma "non è amico di nessuno"(non ha stretto una vera amicizia con nessuno). E qui tornerei sugli etero perché sarà familiare a molti l'esempio di quello che ha tante conoscenze allo Stadio o al Bar, ma poi ha un paio di amici o nessun amico.

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A parte l'esempio del tutto sbagliato sulle donne....è del tutto ovvio che maschi e femmine etero hanno amicizie-hobby-frequentazioni connotate

per il genere ed anzi in passato era la regola ( gli etero maschi addirittura teorizzavano l'impossibilità di essere amici con delle donne ) e semmai si può

dire che questa situazione stia cambiando ora, fra i più giovani ( ma non tutti  perchè avere una amica donna, rimane prerogativa tipica del maschio gay )

 

Ma a parte l'esempio sbagliato....non regge il paragone in sé. I gay possono essere paragonati agli ebrei o ad altre minoranze non ai maschi ed alle femmine

che designano una distinzione al 50%, cioè paritaria

 

Siamo una minoranza quindi la ragione del riunirsi-dialogare-fare amicizia nasce dal fatto di condividere l'appartenenza a questa stessa categoria, se

vale per una afroamericano in una società di bianchi, e vale per un ebreo in una società di cristiani, non vedo perchè non debba valere per i gay in una

società di etero. E non è una esigenza solo politica...suvvia.

 

Questo non significa certo che tutti gli afroamericani e tutti gli ebrei e tutti i gay debbano essere Amici e volersi bene....perchè sappiamo benissimo

che spesso si odiano, litigano, discutono...MA è per loro necessario, avere amici e nemici, cioè una socialità di riferimento, ebraica, afroamericana, gay

 

Per alcuni avere un nemico gay è più importante che avere un amico gay

 

( in questa sede, virtuale, io designo il fenomeno come negativo perchè PER ME un nemico virtuale è solo un fantasma....che nega la possibilità di amicizie

vere, reali...ma questo per il fatto che io do una interpretazione psicologica contestualizzata. Nella vita reale una inimicizia gay vera può essere invece

importante tanto quanto una amicizia )

 

Avere una socialità gay non significa affatto non averne una etero

 

A parte che sarebbe impossibile, visto che viviamo in una società al 95% etero, impossibile di fatto direi...ma poi il fenomeno per il quale ci si allontana

dal gruppo etero e si inizia a frequentare il mondo gay è tanto fisiologico e giusto quanto descrittivo di una situazione legata all'adolescenza, ai 15-20 anni

 

Il gay che frequenta solo altri gay, non esiste, non è mai esistito

 

Può esistere il gay che è gay SOLO quando frequenta gay e chiaramente il fatto di non fare CO con tutti o molti, se da un lato protegge, dall'altro è

uno schermo alla possibilità di creare amicizie sincere con X persone e qui inizia e finisce la responsabilità del gay

 

La profondità di una amicizia con gli etero è poi e però condizionata dall'omofobia e dai paletti che pongono gli etero,che spesso non hanno molto

interesse a voler conoscere veramente l'omosessualità in modo intimo e preferiscono tenere una distanza di "rispetto" dall'omosessuale.

Se l'etero va oltre ai paletti eteronormativi, non credo esista un gay che respinga la possibilità di una amicizia profonda, altrimenti sarà

una amicizia meno stretta il ché non esclude possa essere riposante-divertente etc però poi io avrò bisogno di persone con cui poter

anche parlare di un aspetto così importante della mia vita, come l'omosessualità etc.

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Credo che hai avuto difficoltà a seguire il discorso e ragioni forse riflettendo il tutto in un contesto più "antiquato" o "fossilizzato". Forse sarò piú ottimista o illuso, ma non vedo che differenza sostanziale possa fare tra donne, uomini o gruppi minoritari(come se fossero categorie a parte.wtf??). Va bene considerare l'aggregazione politica e per problematiche comuni, ma a renderci "diversi" è solo la discriminazione di alcuni idioti non c'è certo differenza tra un ebreo o una donna. Per quanto si possa essere della stessa "categoria", ogni individuo ha una sua personalità ed è un mondo a parte.

 

Gli etero hanno lo stesso interesse che ha un gay di conoscere l'eterosessualità in modo intimo ossia poco più di zero. Logico che possa fregargli mediamente poco, ma non sapevo che l'amicizia profonda fosse strettamente correlata al fatto di poter parlar nei dettagli dell'intimità... A parte il fatto che di solito sono cose che si raccontano a pochi amici(a prescindere da orientamento e/o interesse effettivo) e in genere sono esigenze più da ventenni (dove il sesso e altro è così cool che si sente l'esigenza di raccontare tutto per filo e per segno. Credo di non aver avuto l'esigenza di raccontare storie o particolari sessuali (se non a grandi linee) da almeno una decina d'anni quindi fai tu di quanto questo possa essere importante per gli over-20...

 

E nonostante tutto io ho un'esperienza diversa, mi sono sempre trovato meglio a parlare di omosessualità con gli etero(!!!), li trovo più onesti, critici e maturi. I gay più con la sindrome da "buonista", in genere (non tutti of course) abbastanza menefreghisti, permissivi e/o poco interessati ai problemi tuoi o degli altri (le soluzioni e i consigli sono abbastanza primitivi e riduttivi). Non volermene, ma a volte si nota pesantemente che l'esperienza e i consigli degli etero in certe questioni sono di un altro livello, ovviamente perché loro hanno un certo vantaggio sociale mentre la comunità ha gettato le basi da poco(ma col tempo sono sicuro che non parleremo più di questo).

 

Detto questo, preciso che io sto esprimendo il mio pensiero e confrontando i pareri, ma la discussione non vuole avere nessun scopo in particolare. Non faccio 'processi' né è una gara a chi ha torto o ragione. Lo dico per evitare di essere maleinterpretato ;)

Edited by Ilromantico
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La profondità di una amicizia con gli etero è poi e però condizionata dall'omofobia e dai paletti che pongono gli etero,che spesso non hanno molto interesse a voler conoscere veramente l'omosessualità in modo intimo e preferiscono tenere una distanza di "rispetto" dall'omosessuale.

Se l'etero va oltre ai paletti eteronormativi, non credo esista un gay che respinga la possibilità di una amicizia profonda, altrimenti sarà una amicizia meno stretta il ché non esclude possa essere riposante-divertente etc però poi io avrò bisogno di persone con cui poter anche parlare di un aspetto così importante della mia vita, come l'omosessualità etc.

 

Credo che molto dipenda dal poter costruire e corroborare rapporti di amicizia con persone che, indipendentemente dal genere e dall'orientamento sessuale, noi stimiamo intellettualmente, o eticamente. Non si ha sempre questa possibilità -specie se nella vita uno non riesce a realizzarsi in ciò che davvero gli piacerebbe fare- ma qualora la si realizzi, si potrà stabilire un rapporto autentico dove le differenze non costituiscono necessariamente una barriera al dialogo.

E' più facile farlo da giovani, più si invecchia e più è complicato.

 

 

Il paragone coll'ebreo o coll'afroamericano, come sai, regge solo fino ad un certo punto. Tanto l'uno quanto l'altro, a differenza del gay, nascono in una famiglia di cui condividono le caratteristiche che li rendono "minoranza". Non c'è invece un sangue gay che mi leghi ai miei avi...la mia appartenenza ad una comunità "gay" me la dovrò guadagnare, e potrò decidere se farne parte, e in quale misura...

 

E nonostante tutto io ho un'esperienza diversa, mi sono sempre trovato meglio a parlare di omosessualità con gli etero(!!!), li trovo più onesti, critici e maturi. I gay più con la sindrome da "buonista", in genere (non tutti of course) abbastanza menefreghisti, permissivi e/o poco interessati ai problemi tuoi o degli altri (le soluzioni e i consigli sono abbastanza primitivi e riduttivi). Non volermene, ma a volte si nota pesantemente che l'esperienza e i consigli degli etero in certe questioni sono di un altro livello, ovviamente perché loro hanno un certo vantaggio sociale mentre la comunità ha gettato le basi da poco(ma col tempo sono sicuro che non parleremo più di questo).

 

Credo (meglio, suppongo) che questo dipenda dal fatto che ti sei confrontato con etero e gay a proposito della tua realizzazione (affettiva, sessuale, professionale) in termini che per alcuni tra i tuoi conoscenti gay non sono, evidentemente, nemmeno ben concepibili. Probabilmente a causa di ciò hai ritenuto i loro consigli primitivi o riduttivi...ti parevano cinici, o superficiali, mentre magari eran solo tizi che si stimavano poco o sceglievano di non chiedere troppo alla vita.

Edited by schopy
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la mia appartenenza ad una comunità "gay" me la dovrò guadagnare, e potrò decidere se farne parte, e in quale misura...

 

La tua precisazione è tanto giusta quanto superflua, è chiaro che

se fossimo esattamente nella identica situazione di altre minoranze

questa discussione neanche esisterebbe.

 

L'amicizia e la socialità fra gay sarebbe data per scontata

 

Ma il paragone è stato posto per individuare la "ragione" di una possibile

amicizia e socialità.

 

Mentre un paragone con le donne mi pare assolutamente sbagliato

per le ragioni esposte

 

Quanto alla stima....non sono d'accordo secondo me l'amicizia nasce

e si costruisce in base ad empatia

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La tua precisazione è tanto giusta quanto superflua, è chiaro che

se fossimo esattamente nella identica situazione di altre minoranze

questa discussione neanche esisterebbe.

 

E allora perché fai sempre gli stessi esempi, che sono fuorvianti? :P

 

 

Quanto alla stima....non sono d'accordo secondo me l'amicizia nasce

e si costruisce in base ad empatia

 

Se però c'è solo quella -l'empatia- si corre il rischio di prender più cantonate...certo, non basta che reputi qualcuno intelligente o acuto perché diventiamo amici...ma se pure possiamo "empaticamente" trovarci simpatici a vicenda, se poi lo reputo un coglione dubito diventeremo amici...

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Beh certo definire l'amicizia esattamente rischia 

di essere difficile quanto definire l'amore

 

Difficilmente può esistere amicizia senza nessun elemento

di apprezzamento della persona, cioè l'empatia deve condurre

ad un giudizio anche parzialmente positivo ( non necessariamente

di tipo intellettuale, si può apprezzare il carattere, il temperamento

il comportamento e la complicità che può creare etc )

 

Va detto però, che occorre conoscere una persona per poterla

giudicare e spesso e volentieri le persone di cui non diventiamo

amici, sono persone che non abbiamo conosciuto veramente, perchè

è mancato un innesco o una motivazione alla reciproca conoscenza

 

Poi certo ci sono persone deludenti, ma la maggioranza sono e restano

più che altro estranee ( anche per una economia dei tempi direi )

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Credo (meglio, suppongo) che questo dipenda dal fatto che ti sei confrontato con etero e gay a proposito della tua realizzazione (affettiva, sessuale, professionale) in termini che per alcuni tra i tuoi conoscenti gay non sono, evidentemente, nemmeno ben concepibili. Probabilmente a causa di ciò hai ritenuto i loro consigli primitivi o riduttivi...ti parevano cinici, o superficiali, mentre magari eran solo tizi che si stimavano poco o sceglievano di non chiedere troppo alla vita.

 

Interessante osservazione! Credo tu abbia azzeccato il punto e concordo, ma non riguarda solo questo scenario che definirei esageratamente articolato (potrei fare 'confronti' affettivi o professionali, ma non confronterei mai gli elementi in un colpo solo). Io mi riferivo soprattutto a situazioni e scenari più 'semplici' e 'quotidiani', si tratti di una cotta, relazione, sesso, problemi al lavoro, famiglia (d'origine) o problemi sentimentali. Ho notato non poche volte cinismo o superficialità, ma anche poca preparazione su cose che non richiedono chissà quale grande esperienza né grandi doti  perché nella vita ci passiamo più o meno tutti, non parliamo mica di essere CEO alla Microsoft o di progetti di coppia a lungo termine che sono cose più complesse ed impegnative da realizzare e di cui parlare. 

 

Per quanto riguarda la stima, a mio parere, è una qualità fondamentale nelle amicizia. Io mi faccio la domanda "stimo questa persona?" se la risposta è negativa capisco che posso classificarla come semplice conoscenza. Inoltre penso che l'intelligenza sia uno degli ultimi parametri che prendo in considerazione nello stimare qualcuno, in genere do MOLTO valore a lati della personalità semplici, ma essenziali (sa ascoltare, da ottimi consigli, è divertente, è maturo, è affidabile, è affettuoso,ecc.).

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