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L'Amore: una definizione


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Dell'amore esistono miliardi di definizioni, molte stupide, altre riduttive. In questo periodo sto rileggendo un libro scritto da un famoso psicologo americano ed in esso c'è forse una delle definizioni più belle sull'amore che abbia mai letto:

 

"L'Amore è la capacità e la volontà di permettere alle persone a cui si vuole bene di essere ciò che vogliono essere, senza insistenza o pretesa alcuna che esse diano soddisfazione."

 

Secondo me questa definizione descrive in poche parole qualunque tipo di amore: tra due partner, in famiglia e tra amici. Mi piacerebbe usarla come spunto di riflessione per chiedervi un parere: è esaustiva o manca qualcosa? Cosa ne pensate?

 

A voi la parola.

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https://www.gay-forum.it/topic/25716-lamore-una-definizione/
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Io non sono affatto d'accordo!

 

A parte che bisogna distinguere amore famiglia e amore fidanzato..

 

Comunque se chi amo vedo che sta facendo cazzate

(tipo andare con una che non lo merita) io DEVO

Aprirgli gli occhi e INSISTERE finché almeno non capisca il mio punto di vista.

Poi sta a lui decidere se ascoltarmi oppure no e provare

Ma io NON POSSO stare zitto in questi casi.

 

Altro esempio..

Mettiamo gardus che tu abbia un figlio che vuole fare il fattone,

Tu cosa fai? Gli dici "se vuoi essere un fattone per me ok!"

Oppure gli spieghi tutti i contro della situazione e

Gli dici se vuole di provare ma di state attento

E che comunque starà solo peggio?

 

L'amore credo che abbia in se una parte di gelosia.

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Bellissima definizione, di una purezza che fa onore alla mia personale idea di Amore platonico.

Eppure io distinguo sempre tra "bene velle" (di catulliana memoria) e "amare"; entrambi fanno capo al processo di accettazione dell'altro, in tutte le sue caratteristiche, in tutti i pregi e i difetti, nonostante li riconosciamo, in alcuni casi e anche in minima parte, "diversi" (nel senso di divergere) dal nostro sentire. Ma nell'amore, il processo di accettazione e di anelito a conoscere, profondamente, persino le sfumature che nell'altro noi riconosciamo essere diverse dalle nostre, prevede l'imprescindibile volontà di "possedere" l'altro, nella volontà di esserne sì fonte di benessere e piacere, ma dall'altro canto, di volerne trarre il medesimo giovamento.

L'amore di coppia ė differente da quello platonico, ideale, e più alto e puro; l'amore, che concerne anche la sfera sessuale, diventa "mondano" e già corrotto nella volontà stessa di consumare il desiderio. E io lo trovo ugualmente, umanamente, immenso e meraviglioso. Egoistico e altruistico nello stesso tempo.

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la definizione proposta da gardus mi sembra pertinente, a senso unico, tra un genitore e un/a figlio/a.

 

ovvio, poi, che amore è una parola con la quale si può significare tutto e nulla.

 

quanto a me e a cosa mi riferisco quando uso la parola amore, sarò banale, triviale o quello che credete: il desiderio, la libertà, la nudità, il corpo, la passione, persino la follia, la fanno da padrone.

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A parte che bisogna distinguere amore famiglia e amore fidanzato..

 

Sei veramente sicuro che l'essenza del sentimento sia diversa? Anche questo potrebbere essere un bello spunto di riflessione. È chiaro che nel rapporto con il proprio fidanzato c'è anche tutta la parte che riguarda la sfera sessuale e così come si possono amare persone con cui non facciamo sesso (famiglia) si può fare sesso anche con persone che non amiamo. Nel rapporto col proprio fidanzato, oltre all'amore definito come sopra, c'è anche una forte attrazione fisica, ma non credo che l'attrazione fisica, da sola, possa definire l'amore, anzi, l'essenza del vero sentimento di amore secondo me prescinde dall'attrazione fisica.

 

 

 

Altro esempio..

Mettiamo gardus che tu abbia un figlio che vuole fare il fattone,

Tu cosa fai? Gli dici "se vuoi essere un fattone per me ok!"

Oppure gli spieghi tutti i contro della situazione e

Gli dici se vuole di provare ma di state attento

E che comunque starà solo peggio?

 

È un esempio molto borderline e non credo che colga il vero significato della definizione che ho riportato: "permettere alle persone a cui si vuole bene di essere ciò che vogliono essere" significa lasciarle libere di esprimersi e di realizzarsi seguendo le proprie personali inclinazioni e passioni, senza pretendere che soddisfino le nostre personali attese. Quante volte, ad esempio, i figli non sono altro che una copia dei genitori, che tracciano la loro strada fin da quando nascono, convinti che questo significhi amarli?

Edited by gardus
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A me sembra assurdo trovare una definizione

che vada bene per ogni tipo di amore.

 

E' solo per caso e solo per la barbarie della lingua inglese

- che chiama "love" quello che si prova per l'amante, per la madre e per il cane -

che usiamo un'unica parola per cose così diverse.

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dei genitori che non soddisfano quella definizione (e ce ne sono) non amano i figli ?

 

i miei genitori ad esempio secondo me non hanno soddisfatto quella definizione. loro hanno sempre sostenuto di amarmi ma a me è spesso sembrato un amore malato il loro.

Edited by marco7
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Tutte le volte che si cerca di tracciare una definizione generale e assolutizzante di questo concetto chissà perchè ho come l'inquietante sensazione che si faccia riferimento a un qualcosa di religioso.

 

Cioè quasi come se ci fosse una specie di senso di colpa generale e astratto da espiare per il solo fatto che si prova attrazione sessuale, e quindi si ritiene di doverla sublimare accostandole tutte le cose belle, nobili e positive della vita in modo da edulcorarla il più possibile. E' tutto estremamente e disperatamente cattolico.

 

La stessa lingua italiana offre mille espressioni per graduare l'intensità di un legame.. però spesso si tende a ricadere in un calderone concettuale omogeneo, che come fa notare Almadel sembra richiamare il piattume grammaticale dell'inglese.

 

Uno non ama un genitore un parente o un amico, ma gli vuol bene; uno non ama il calcio, la fotografia o il computer, ma ne è appassionato; uno ama, guarda caso, colui-colei con cui fa o vorrebbe fare anche e soprattutto sesso.

Edited by Sampei
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@Sampei

 

leggendo quel che hai scritto mi sono detto che l'amore trascende la religione. è qualcosa che pure gli animali conoscono secondo me (non tutti naturalmente). posso dire ad esempio che le mie cagnette mi amano e ci sono anche coppie di animali che si amano tutta la vita.

 

forse siamo noi umani a voler catalogare l'amore come solo un nostro sentimento dimenticandoci che anche noi apparteniamo al regno animale.

 

le origini sono li.

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privateuniverse

Uno non ama un genitore un parente o un amico, ma gli vuol bene; uno non ama il calcio, la fotografia o il computer, ma ne è appassionato; uno ama, guarda caso, colui-colei con cui fa o vorrebbe fare anche e soprattutto sesso.

 

E che c'entra?

 

Questa definizione non esclude mica l'attrazione sessuale.

 

Facciamo un esempio: supponiamo di amare qualcuno che non ci ricambia, ma che ama qualcun altro/a.

 

Potendo scegliere, tu desideresti, per questa persona, che fosse ricambiata da colui (o colei) che essa ama, anche se non sei tu, oppure le augureresti, visto che non ricambia te, di non essere ricambiata?

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@privateuniverse:

non augurerei di vivere un amore non corrisposto nemmeno al mio peggior nemico... ma non mi pare proprio che ciò dipenda dal fatto che io ami o non ami il destinatario di una tale macumba, ma piuttosto da un genericissimo principio di empatia verso gli altri.

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Secondo me non bisogna avvicinarsi a nessuno dei due estremi. L'amore non è solo o principalmente sesso e non è solo o principalmente "platonismo". Una relazione in cui permane l'amore, per essere stabile, a mio parere, deve avere la giusta percentuale di sesso e la giusta percentuale di affettività. "Amore" è quando non si può fare a meno dell'altra persona, sia a letto, sia fuori. Se l'amore fosse solo sesso si potrebbe dire che ogni persona con cui si è stati a letto è stata amata, ma non credo proprio sia così. Se l'amore fosse solo uno stato d'animo si potrebbe stare con una persona senza farci sesso, ma non credo sia possibile nemmeno questo. Perciò, ribadisco, io che di esperienza ne ho davvero molto poca e non credo di essermi mai innamorato, penso che l'amore sia il giusto equilibrio tra psiche e fisicità, che ti porta a vivere dell'altra persona. 

 

E' vero pure, però, che si può essere innamorati di una persona e non essere ricambiati. Potrebbe sembrare allora che l'amore sia solo un fattore mentale, però credo che l'oggetto della masturbazione, la cosa più fisica che c'è, sarà la persona amata. Perciò, non "cade" la mia teoria...

Edited by Luca1919
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"L'Amore è la capacità e la volontà di permettere alle persone a cui si vuole bene di essere ciò che vogliono essere, senza insistenza o pretesa alcuna che esse diano soddisfazione."

 

bellissimo concetto, peccato che sia difficile applicarlo, se non impossibile nel rapporto di coppia, perchè subentra un tipo di intimità assolutamente particolare. Per quanto amore si voglia dare ad una persona, l'attesa di una soddisfazione c'è, la si può velare, ma c'è.

Se io amo un ragazzo ma sono sessualmente insoddisfatto, il rapporto ha una elevatissima probabilità di perdersi.

Credo che nell'amore ci sia bisogno anche di soddisfazione, una soddisfazione la cui richiesta dev'essere sempre chiara ad entrambi.

L'amore è pretesa di fedeltà, anche e oltrettuto di lealtà, perchè si sbaglia sempre e spesso, se si perde la capacità di comunicare con limpidezza le proprie richieste (anche di soddisfazione), inevitabilmente tutto si dissolverà.

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privateuniverse

non augurerei di vivere un amore non corrisposto nemmeno al mio peggior nemico... ma non mi pare proprio che ciò dipenda dal fatto che io ami o non ami il destinatario di una tale macumba, ma piuttosto da un genericissimo principio di empatia verso gli altri.

 

Non era questo il punto. Non si tratta di augurare a qualcuno di non essere corrisposto.

 

Non c'entra neanche il principio di empatia verso gli altri.

 

Il punto che volevo sottolineare è che, nella definizione che ha originato questa discussione, è implicito il concetto di desiderare il bene della persona che si ama anche quando questo non coincide con ciò che vogliamo noi.

 

Il che va ben al di là di qualsiasi concetto di "empatia", non ti pare?

 

Io posso essere empatico quanto ti pare con una persona cui voglio bene, ma questo non farà mai che io mi spinga fino ad accettare qualcosa che mi fa soffrire perché la persona che beneficia della mia empatia lo vuole.

 

Invece, l'amore per un'altra persona comporta che io sia disposto, pur di beneficare l'altra persona, a perdere qualcosa: a perdere la mia vita, a perdere i miei averi, o a rinunciare, per esempio, alla possibilità che l'altra persona ricambi i miei sentimenti se mi rendo conto che questo non è ciò che l'altra persona vuole.

 

Solo l'amore spinge a fare questo, non l'"empatia"; e tutto questo con il sesso non c'entra assolutamente niente.

 

In questo senso, la tua obiezione alla validità della definizione che è stata data non è pertinente, non c'entra niente; perché l'amore definito in quel modo non esclude affatto l'attrazione sessuale.

Edited by privateuniverse
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A me proprio sfugge il senso della definizione di Gardus.

 

Io desidero che tutte le persone diventino quello che vogliono essere:

sia quelle a cui voglio bene, sia quelle di cui non me ne frega nulla.

 

Cosa significa la frase "essere ciò che vogliono essere"?

Si può giusto applicare a un adolescente che sceglie la facoltà da parte di un genitore,

ma non riuscirei ad applicare un simile concetto al mio fidanzato...

 

D'altra parte neppure io saprei dire se "sono ciò che voglio essere"

ma di sicuro non credo che nessuno insista o pretenda da me

qualcosa in particolare da almeno una decina di anni...

né le persone che mi vogliono bene, né quelle che non me ne vogliono.

 

Se questa frase significa che chi ama veramente accetta anche di venire abbandonato pur di sapere che la persona che ama è felice 

(suppongo che sia il significato che tutti noi vi abbiamo estrapolato, riguardo l'amore romantico), come dice anche Privateuniverse:

beh, per me questo è semplicemente masochismo e morbosità: perché amare chi non ci vuole è poco saggio.

 

Andrò in controtendenza rispetto all'opinione comune,

ma non sono affatto sicuro che il vero amore si veda nei sacrifici e nelle difficoltà, anzi.

Abbiamo questa idea che chi si ama davvero rimarebbe insieme anche se perdesse tutto:

ma in verità è più probabile che una coppia scoppi per aver vinto alla lotteria che per uno sfratto.

 

Tutti si chiedono: "Amerei il mio uomo anche se lui diventasse poverissimo e bruttissimo?"

e si ripetono: "Ma certo! Come no! Il vero amore va oltre queste cose!".

Mentre la vera domanda sarebbe: "Amerei il mio uomo anche se io diventassi ricchissimo e bellissimo?"

 

Penso che la mia definizione di "amore romantico" sia più o meno questa:

"La volontà di dividere la propria vita con una persona, pur potendo avere chiunque altro".

Ovviamente non c'entra molto col sesso e ancora meno con l'amore verso i figli o con l'amicizia.

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A me pare una definizione che testimonia il fatto che l'amore sarebbe nella nostra società un ideale culturale

e poichè viviamo in una società individualista, è ideale ciò che trascende l'individualità.

 

Però la nostra società è a dir poco ambivalente. Quando si tratta di definire l'amore si scrivono formule

del genere  e si sta descrivendo l'amore come un Fatto 

 

Quando si passa a descrivere o definire "l'emozione d'amore", cioè il rimbalzo di questo fatto sull'individuo

si scrive l'esatto contrario

 

Il caso limite di chi ama e desidera che il proprio amato possa amare chi veramente ama, cioè un altro, morde

la contraddizione.

 

E' un caso in cui io NON posso essere soddisfatto ( in punto di fatto )

 

Potrei essere soddisfatto che il mio partner si realizzi anche se  questo implica per questioni di lavoro una

frequentazione minore etc e questo fa di me un amante altruista, anche se magari potrei essere ripagato

da un miglioramento qualitativo della relazione ( non può essere escluso il fatto che io potrei essere anche

lungimirante...) 

 

Ma in questo caso limite la sua soddisfazione implica radicalmente la mia insoddisfazione, la mia insoddisfazione

non può che generare emozioni negative e delle emozioni negative che trascendono il sé si diffida molto 

Tanto si diffida che da 20 anni a questa parte c'è una fioritura di libri su amori eccessivi ed in ispecie su donne che

amano troppo ( viene tematizzato l'eccesso emotivo nelle donne perchè viene criticato il sacrificio femminile ) o su

rapporti di dipendenza-codipendenza etc. in cui l'emozione d'amore attenta all'autostima, all'autonomia etc.

 

D'altronde è anche vero che tutti questi libri che pretenderebbero di dirci cosa sarebbe giusto o non giusto provare

in certe situazioni, finiscono per promuovere un certo "conformismo emotivo"

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Visto che in molti hanno sottolineato la questione sessualità, volevo precisare che la frase che ho riportato non esclude affatto l'attrazione sessuale e non significa che l'amore tra due persone sia necessariamente privo di fisicità: la soddisfazione sessuale è una parte integrante e fondamentale di un rapporto di coppia. Quello che la definizione riesce a cogliere, secondo me, è la vera essenza di un sentimento che si manifesta in varie forme ed in vari livelli di intensità. A mio avviso, un amore sano ed autentico soddisfa veramente quella definizione, indipendentemente dal tipo di rapporto.

 

 

 


Io desidero che tutte le persone diventino quello che vogliono essere:
sia quelle a cui voglio bene, sia quelle di cui non me ne frega nulla.

 

Però non c'è scritto desiderare, c'è scritto avere la capacità e la volontà, sono cose diverse: io posso desiderare che tutti diventino ciò che vogliono essere, ma tra il semplice desiderarlo e la capacità di comprendere quali sono le vere aspirazioni di una persona per aiutarla affinché si realizzino, magari impegnandosi in prima persona, c'è di mezzo un oceano.

 

 

 


Se questa frase significa che chi ama veramente accetta anche di venire abbandonato pur di sapere che la persona che ama è felice 

 

Non significa affatto questo, o per lo meno io non la interpreto in questo modo.

 

Quando ami veramente qualcuno lo ami per quello che è, non per quello che vuoi che sia. Non imponi il tuo desiderio e non cerchi di cambiarlo affinché soddisfi le tue aspettative. Sembra la scoperta dell'acqua calda, no? Ma quanti, in realtà, lo fanno davvero?

Edited by gardus
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Mina Vagante

Che l'Amore è tutto

è tutto ciò che sappiamo dell'Amore.

 

Diceva la Dickinson.

 

 

Che sia amore familiare, fraterno, amicale, filiale, sensuale, egocentrico.

Che sia "filo"-sofia o passione. Per chi siamo, ciò che facciamo o chi ci è caro, di esso potremmo dire solo questo: che è amore, ontologia pura.

 

Ci è concesso viverlo, non postularlo.

Edited by Mina Vagante
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Ripeto, qui si continua a ritenere identici dei sentimenti, delle situazioni, delle ipotesi che sono palesemente lontanissime e inconciliabili.

 

Nel calderone sono stati gettati alla rinfusa la devozione di un cagnolino al suo padrone, il supporto morale di un genitore verso il figlio, la riconoscenza di un figlio verso il genitore, l'affetto fra amici di vecchia data, la monogamia di alcune specie animali, l'attrazione fra due amanti, l'attaccamento fra due coniugi anziani, la passione per un ideale, l'impegno nel coltivare un passatempo, la dedizione ad un'attività, il rispetto per il partner, l'accettazione dei difetti altrui...

 

Solo due soggetti al mondo possono avere la sfacciataggine di ritenere che tutta 'sta roba sia indistintamente unica e unificata: la Teologia e Hollywood.

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Quando ami veramente qualcuno lo ami per quello che è, non per quello che vuoi che sia. Non imponi il tuo desiderio e non cerchi di cambiarlo affinché soddisfi le tue aspettative. Sembra la scoperta dell'acqua calda, no? Ma quanti, in realtà, lo fanno davvero?

Nessuno o quasi.

Ma infatti amare un'altra persona è una delle cose più complicate al mondo.

Considerando poi che il tempo cambia molte cose di noi, dove il discorso dell'accettazione è continuamente messo alla prova, vivere un amore per tutta la vita, come se sia l'unico possibile, è una prova difficilissima. Io sono sicuro che la maggior parte dei matrimoni sulla terra, non sono vivi d'amore, ma di una sorta di complicità o attaccamento per paura della solitudine o della propria economia.

E' molto più semplice amare un Dio, che rimane immutabile e disponibile al perdono, piuttosto che un essere umano.

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E' una definizione molto poetica ma, talvolta, di difficile applicazione.

In fondo se ci mettiamo insieme a qualcun altro, qualche minima aspettativa su questa relazione c'è sempre... Sarà gentile? Mi stupirà? Mi sarà fedele?

 

Anche solo questi pensieri, in fondo, sono 'aspettarsi qualcosa' dall'altro...

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la mia definizione di amore è questa: siete tutti autorizzati ad amarmi, basta che non rompete troppo i coglioni :uhsi:

riallacciandomi alla definizione che apre il topic, chiunque si opponga a ciò che voglio essere o che voglio fare prima o poi verrà depennato, cancellato, archiviato, disintegrato, a prescindere da quello che lui/lei ritenga di sentire nei miei confronti, che mi pare francamente irrilevante

questo risolve il problema alla radice :D

Edited by conrad65
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