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gay e immigrato


BruisePristine

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BruisePristine

Una vita dura:
Quando lo incontro di persona dopo mesi di “corteggiamento” sulla chat di GayRomeo, la prima impressione è che l’esistenza di questo ragazzo di 34 anni non sia stata particolarmente comoda, a giudicare dal suo viso stanco e segnato, più appropriato a un uomo di almeno dieci anni più vecchio. Poi, durante una conversazione un po’ faticosa a causa del suo italiano elementare, seduti davanti a un caffè e a un’acqua minerale consumati a un tavolo di un bar di piazza Duomo a Milano, confessa di essersi abbassato l’età “virtuale” e di avere in realtà 39 anni. Non è l’unico dettaglio con cui Ioan ama infiorettare ingenuamente una vita piuttosto movimentata.
Come sei capitato in Italia, e a Milano in particolare?
Sono venuto qui quattro anni fa al seguito di un amico rumeno etero, che poi ha proseguito il viaggio senza di me. In Italia c’era già una mia sorella che vive a Genova, ma non volevo stare con lei, volevo essere libero. A Milano i primi tempi sono stati difficili: non conoscevo la lingua, ero completamente solo e coi soldi sufficienti appena a sopravvivere. Sono originario della regione rumena della Moldova, una zona mineraria piuttosto povera, ultimo di cinque tra fratelli e sorelle che vivono sparsi tra Italia e Romania. Ho studiato alla scuola alberghiera ma non ho mai preso il diploma, e ho lavorato per anni come barista. Adesso faccio il carpentiere in un parco giochi dell’Idroscalo e vivo in una roulotte che mi ha prestato il mio capo.
I tuoi sanno che sei gay?
Assolutamente no! O almeno così credo… Io di certo non posso dirlo, ho paura soprattutto del giudizio negativo di mia madre, che è anziana e vive sola nella nostra casa, rimasta vuota dopo la partenza di noi fratelli e la morte di nostro padre. Ogni volta che torno a casa mi chiedono “quando ti sposi?”, ma se lo dicessi a qualcuno lo verrebbe a sapere mia madre, sarebbe un dolore troppo grande per lei. Certo, mi piacerebbe poterlo dire apertamente, magari durante una cena in cui siamo tutti riuniti. Ma non trovo il coraggio di farlo e allora mi sono ridotto ad andare in giro per il mio villaggio con un’amica, facendo credere a tutti che sia la mia ragazza.
Non ti pesa nasconderti in questo modo?
No, perché in Romania i gay fanno tutti così, hanno la doppia vita. Sarebbe peggio se venissi cancellato, emarginato dalla vita dei parenti e degli amici a causa della mia omosessualità.
Quando hai capito di essere gay?
Verso i 15 anni ho avuto qualche esperienza di sesso con un compagno di scuola, ovviamente facevamo tutto di nascosto. Poi lui ha frequentato le superiori in un’altra città e ci siamo divisi. Non ci crederai, ma fino all’arrivo in Italia non ho mai più fatto sesso con nessuno! A parte quella volta, quando avevo 25 anni, che sono uscito con un altro amico e ci siamo ubriacati, poi di notte c’è stato qualche sfregamento nel letto matrimoniale dove abbiamo dormito, ma nulla di più.
Scusa, come è stato possibile resistere non dico senza un ragazzo, ma vent’anni senza fare sesso?
Avevo voglia, non sai quanta! Ma ero anche terrorizzato che mi scoprissero. Se in un piccolo villaggio di campagna come il mio fai qualcosa di strano, in poche ore lo sanno tutti. Ogni tanto ho avuto rapporti sessuali con qualche ragazza, ma solo perché non sospettassero di me, solo per copertura. Non è facile come qui da voi; ho conosciuto un ragazzo italiano di 17 anni che mi ha raccontato tranquillamente di aver appena detto alla madre di essere gay: in Romania sarebbe impossibile.
Non eri l’unico gay del circondario, o sbaglio?
Io questo l’ho scoperto solo una volta arrivato in Italia, quando mi sono collegato alle chat gay e da Milano ho scoperto che nella regione della Romania dove stavo vivono un sacco di gay. Solo allora ci siamo potuti parlare via internet, anche se questi ragazzi non si esponevano molto e di loro sapevo soltanto il posto dove abitavano. Non mi hanno mai detto i loro nomi veri perché sono ancora più spaventati di me: so che spesso sono sposati e hanno figli, si incontrano sempre di nascosto.
Ma almeno sei venuto in Italia per vivere più facilmente come gay?
In realtà no, ci sono venuto per lavoro, però quando ho scoperto internet la mia vita è cambiata. Con Facebook e le varie chat gay ho conosciuto tanti ragazzi e finalmente mi sono svegliato un po’, mi sono reso conto di non essere l’unico omosessuale al mondo! Con GayRomeo ho conosciuto un coetaneo rumeno del quale sono diventato amico. Lui poi mi ha portato per la prima volta in un locale gay, un cruising bar. Ero davvero teso e spaventato, temevo di avere gli occhi di tutti addosso. Però almeno lì ho fatto sesso dopo tanti anni, col mio amico, ed è stato bellissimo.
Vi siete messi insieme, poi?
No, la storia è finita presto con lui perché mi trascinava a fare cose senza mai avere i soldi per farle, e la cosa mi scocciava. In seguito s’è fidanzato con un escort rumeno conosciuto in quel cruising. Da quel momento anch’io ho smesso di andarci, anche perché il fatto di essere circondato da così tanti rumeni mi metteva in agitazione, avevo sempre paura che parlassero di me con altri connazionali. Per questo motivo dico a tutti che sono moldavo della Moldavia, non rumeno, perché so che anche gli italiani odiano i rumeni.
Odiare no, ma qualche pregiudizio c’è…
…E li capisco, tutti gli italiani che ho incontrato dicono che hanno avuto brutte esperienze coi rumeni, che sono stati fregati o derubati.
Ma tu sei mai stato discriminato come rumeno, in Italia? Ti hanno negato il lavoro per questo motivo?
No, mai successo, al massimo mi danno in nero delle paghe da fame. Però ho trovato molti gay rumeni disonesti, che volevano sfruttarmi. Come quelli che nelle chat, alla richiesta di foto, mi chiedono una ricarica, un regalino… Per questo evito di avere a che fare coi rumeni, da me vogliono solo soldi.
Perché si comportano così, secondo te?
Non ne ho idea, so solo che nessun rumeno accetta l’idea di tornare al paese senza soldi, sono disposti a tutto pur di averne. Pensa che un rumeno che sta a Torino mi ha chiesto di fare l’escort per lui, ma ho rifiutato, non voglio vendermi così.
Cosa ti frenerebbe? Le malattie, forse?
No, se è per questo io faccio sempre sesso protetto. Più che altro avrei paura di ritorsioni da parte dei clienti italiani se scoprissero che sono rumeno, si vendicherebbero su di me. Oppure mi chiederebbero di fare cose strane tipo il sadomaso, e non voglio farle: piuttosto faccio la valigia e me ne torno in Romania.
Ti dispiacerebbe dover tornare?
Non troppo. Almeno potrei incontrare tanti uomini gay rumeni, come quel quarantenne sposato e con una figlia che è stato per un po’ a Cremona e ha avuto una storia con un prete di lì, e che poi è tornato in Romania. Come lui, ci sono tanti gay che stanno nelle chat per gay, si masturbano in cam con gli uomini ma si dichiarano etero e vanno con le donne per copertura.
Tu come ti definisci?
Sicuramente come gay, ma sono uno dei pochi. Conosco molti gay rumeni che dalle chat minacciano altri gay di sputtanarli con tutti i parenti e gli amici, di ricattarli e di ammazzarli di botte.
Ma perché? Non sono gay anche loro?
Certo, ma vogliono usare quest’arma contro altri gay per farsi belli al loro paese, e dimostrare che loro stessi non sono gay.
Forse nelle grandi città come Bucarest la situazione degli omosessuali sarà migliore.
Io nella capitale non ci sono mai stato, ma non credo. Anche se lì i gay abbondano, secondo me è ovunque difficile. In Romania ci si contatta in chat, poi se ci si incontra lo si fa in posti lontani dai luoghi dove si abita. Si fa sesso in macchina o all’aperto. Per paura molti nemmeno si presentano agli appuntamenti. Visto che non ci sono locali gay, a volte c’è chi organizza delle feste, reclutando i partecipanti su Facebook o nelle chat, e ci si trova in gruppo nell’appartamento di qualcuno più fortunato, cercando di fare meno rumore possibile. Se in Italia vado a braccetto di un ragazzo non succede nulla, se lo faccio in Romania mi sputtanano in mezz’ora.
Cosa pensi dei gay italiani?
Ne ho incontrati pochi, soprattutto per fare sesso, ma di solito ci rimango male perché sono sbrigativi: io avrei voglia di scambiare due chiacchiere, prima, e invece loro arrivano al sodo e poi tanti saluti; se li ricontatti hanno anche il coraggio di bloccarti in chat.
Pensi che sia una forma di razzismo?
Non lo so. In realtà ho trovato solo due gay italiani che quando hanno saputo che sono rumeno mi hanno espressamente fatto capire che non volevano scopare con me. Alla fine penso che siamo uomini che vogliono far sesso con altri uomini, e che non importi la nazionalità di ciascuno.
Come ti vedi tra qualche anno? Fidanzato con un ragazzo?
A dire il vero non ci ho mai pensato. Mi piacerebbe fare vita di coppia a Milano, questo sì. L’anno scorso ho incontrato in chat un ragazzo rumeno di 17 anni e ci siamo molto piaciuti. L’ho fatto venire da me qui a Milano e siamo stati insieme nella mia roulotte: il mio capo per un po’ ha trovato lavoro anche per lui perché ho detto a tutti che era un mio nipote. Però all’inizio di agosto è tornato in Romania per le vacanze e da quel momento non l’ho più visto: ha trovato lavoro in Germania ed è andato a stare a casa di amici che vivono lì e che sanno che lui è gay. Ora è tranquillo e sta bene, in Italia non tornerebbe mai. Quindi diciamo che non stiamo ufficialmente insieme e che ognuno fa la propria vita finché la situazione rimane questa, ma confesso che vorrei tanto raggiungerlo appena possibile, perché lo amo tanto. Lui è nato in un villaggio poco distante da quello dove sono nato io ma è stato abbandonato da piccolo dalla madre. È stato adottato da un’altra famiglia ma i genitori adottivi sono morti e i parenti acquisiti non lo volevano intorno, perciò è emigrato in Germania. È la prima volta che m’innamoro davvero. Mi manca tanto e ho paura che non mi voglia più, per la differenza d’età e perché lui è molto più bello di me. Quando siamo stati insieme eravamo felici, e il mio capo, che è un uomo gentile di 70 anni, è stato tanto premuroso anche con lui. Ancora adesso mi chiede notizie, “come se la passa tuo nipote?”.
Il mio sogno è di tornare tra un po’ nel mio villaggio col mio ragazzo, e di vivere nella mia casa insieme a mia madre. Così avremo una stanza tutta per noi…

articolo originale: http://www.prideonline.it/?p=2207

ragazzi, stavo leggendo questo articolo di un mio conoscente su fb, allora...
ora mi fa strano perchè oddio, questa realtà non mi riguarda, tuttavia ricordo bene in italia come girava.
tutt'ora mi fa strano pensare se fossi in italia di aver opportunità di conoscere qualcuno non italiano..

quindi questo articolo mi ha scosso non poco..

cosa ne pensate?

in pratica.. non ha vissuto la sua adolescenza normalmente e s'è innamorato di un 17enne..
come dire.. il problema non è l'età, ma proprio si legge che è come se ora lui ha 39 anni stesse vivendo la sua adolescenza con le esperienze etc!

e che alcune persone non hanno voluto conoscerlo perchè rumeno, esiste davvero gente così?

dove stiamo andando a finire!?!?

 

 

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Sicuramente in alcune zone non è facile nemmeno per noi italiani...nei paesini si sparla tanto e i vecchi si impegnano (la maggior parte delle volte) 

per farci passare come "malati".

La storia raccontata sopra mi ha toccato molto perché mi metto nei panni di questo ragazzo, e mi immagino tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare;

non è per niente facile nascondersi dietro una maschera e cercare, da un lato, di vivere la propria vita pur facendo "tornare i conti" dall'altro.

Spero tanto per lui che possa trovare una persona speciale che riesca a realizzare il suo sogno di vivere in coppia costruendo insieme a lui

una vita felice.

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Conoscevo vari gay romeni (e uno romeno di Moldavia)

quindi sono storie che conosco piuttosto bene.

Uso il passato perché non abitano più in Italia:

non solo perché siamo più razzisti dei Tedeschi,

non solo perché i gay in Germania stanno meglio

ma anche perché i nostri stipendi sono la metà dei loro...

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tra i viaggi più assurdi che mi è capitato di fare, quello su quattro ruote in giro per la romania merita la menzione d'onore.

leggere la storia che ha citato bruise mi ci ha fatto ovviamente tornare.

non mi stupisce che l'intervistato dica quello che dica dei suoi connazionali.

quanto al razzismo nei confronti dei rumeni, anche qui, ricordo un topic di circa un mese fa, dove ne uscì un fior fiore di testimonianze a riprova.

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Da notare che anche lui stesso ha dei pregiudizi verso i suoi connazionali. Non vedo cosa ci sia di così interessante, è una tipica storia da gay che ha vissuto fin troppo tardi certe esperienze. Sinceramente mi innervosisce aver letto tante visioni limitate e adolescenziali seppur ne comprendo le cause.

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