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Il Maestro e Margherita


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Il Maestro e Margherita è un romanzo scritto dal russo Michail Bulgakov, inedito per trent'anni e pubblicato tra il 1966 e il 1967.

 

Il romanzo si suddivide in due storie, una ambientata a Mosca negli anni Trenta, e l’altra a Gerusalemme ai tempi di Gesù. In Russia, all’inizio del racconto, due scrittori, Ivan e Berlioz, incontrano uno strano individuo, probabilmente straniero, che si presenta come esperto di magia nera e che, dopo aver descritto nei dettagli la morte di uno dei due (che in effetti avverrà pochi minuti dopo), spiega ai suoi atei e scettici interlocutori che Gesù è realmente esistito, iniziando a raccontare la storia di Pilato e della condanna di Cristo. Successivamente a Mosca si susseguono degli strani episodi in continuazione, ad esempio sparizioni di persone, o l’apparente pazzia di alcune personalità importanti, che verranno portate al manicomio cittadino. Uno di questi è lo stesso Ivan, che al manicomio conosce il Maestro, uno scrittore che anni prima aveva pubblicato un racconto su Ponzio Pilato, e che era stato duramente criticato e giudicato pazzo dalla stampa. Questi espone la storia della sua vita, in particolare del suo amore per Margherita.

Intanto gli strani fatti proseguono, e si scoprirà che lo straniero, Woland, non è altri che Satana in persona, accompagnato da un seguito di aiutanti...

 

I russi possono scordare Dio ma non il Maligno. 

Edited by Rotwang
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https://www.gay-forum.it/topic/25794-il-maestro-e-margherita/
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AndrejMolov89

Mi piacerebbe molto leggerlo :)

Fallo assolutamente. E' un bellissimo romanzo, ostico a causa dei patronimici, ma a parte queste difficoltà superabili, è un romanzo non solo godibile, ma anche degno di nota dal punto di vista culturale. 

Ho finito di leggerlo, al terzo tentativo (!), prima di Natale.

Non so cosa pensare, dato che ho avuto la netta sensazione di aver letto un capolavoro, ma... non l'ho capito.

All'ultima pagina potevo dirmi soddisfatto, ma mi aleggiava sulla testa un mastodontico "e quindi?".

Sospendo il giudizio.

AndrejMolov89

E' complesso..., per capire bene tutta la trama, il motivo degli eventi che sono un turbine di passione, caos e imprevisti, bisogna leggere anche altri lavori collaterali. Principalmente l'opera è una vendetta verso coloro che lo hanno censurato, verso l'ipocrisia della classe intellettuale che è talmente codarda che è incapace di capire il valore della letteratura: basti pensare a "il peggior vizio è la codardia", i manoscritti non bruciano, eccetera. 
Il lato demoniaco rappresentato da Woland, da Margherita che decide di accompagnarlo al sabbat, è praticamente l'insieme delle emozioni che hanno accompagnato l'autore, una sorta di orgia che voleva esplodere, ma era repressa sotto il grigiore di una mosca priva di anima.

Ho finito di leggerlo, al terzo tentativo (!), prima di Natale.

Non so cosa pensare, dato che ho avuto la netta sensazione di aver letto un capolavoro, ma... non l'ho capito.

 

io ho trovato ostiche le prime 100 pagine in cui succede di tutto come in un turbine folle e non si capisce assolutamente il senso, però è stata una sensazione particolare, che non mi ha fatto mai provare nessun altro romanzo: il senso di continua sorpresa, come se qualunque cosa potesse accadere

Edited by conrad65

Delizioso.

Vive di una delicatissima e fragilissima armonia: quella dei capolavori che alle spinte disgregative di una trama complessa oppongono una superiore compostezza, una miracolosa sintesi stilistica e teleologica.

 

Consigliato.

Alla prima, seconda e anche terza lettura: lasciate che vi abbracci e ne respirerete una sempre nuova e rigeneratrice beltà!

Edited by Mina Vagante
  • 2 months later...

E' un libro bellissimo, l'ho letto tante volte da non trovarci quasi più gusto...non riesco a comprendere in che modo sia nato un miracolo del genere. L'unica parte noiosa è nei capitoli del "Vangelo secondo Matteo" ma il resto è sublime tra la follia dei dialoghi e della trama e i doppi sensi in cui mai si capisce cosa è allusione politica e cosa semplice riferimento filosofico/religioso.

Non conoscendo il tedesco il Faust l'ho letto in traduzione, ma ad occhio son due cose molto diverse...e onestamente Bulgakov è più facile da apprezzare rispetto a quello stuolo di versi non tutti fantastici...con tutto rispetto per Goethe che mi sta infinitamente simpatico oltre a piacermi molto

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