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Unioni civili o Matrimonio


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Bene, tutto questo era per dire che la differenza di nome è un argomento pretestuoso e inutile, perché la differenza di nome ovviamente lascia presupporre una differenza di contenuto, una minor quantità di diritti (adozione adozione adozione in primis).

Quindi, vi esorto a ragionare come se cambiasse solo il nome, e nulla per i diritti, semplicemente c'è un istituto che si chiama A per etero e uno che si chiamasse B per gay. A quel punto sarebbe davvero infantile impuntarsi su un misero nome.

In ogni caso tutta questa polemica è sterile, ad oggi l'alternativa è tra unioni civili di serie B e nulla.

Quindi, vi esorto a ragionare come se cambiasse solo il nome, e nulla per i diritti, semplicemente c'è un istituto che si chiama A per etero e uno che si chiamasse B per gay. A quel punto sarebbe davvero infantile impuntarsi su un misero nome.

 

 

Anche se i diritti fossero per assurdo i medesimi (ma sappiamo che non sarà così), sarebbe comunque grave il voler utilizzare un nome diverso, quasi a voler indicare una sorta di apartheid tra il matrimonio "vero", e quello per i gay.

A me sembra quindi infantile e limitato di comprendonio chi non si rende conto di questo "dettaglio".

Edited by ben81

Concordo con Ben.

Che i diritti siano gli stessi -e non lo saranno, ma assumiamolo ipoteticamente- il fatto che -nonostante l'equiparazione giuridica- si crei un NUOVO istituto, con nuovo nome e NUOVE modalità d'accesso (ai soli gay) è ALTAMENTE ghettizzante, discriminante e intriso di certi finti perbenismi e moralismi che -da sempre- ci bollano come diversi.

 

Inoltre, e qui la discussione si svolge in punta di Diritto, non è possibile che esistano DUE ISTITUTI DISTINTI CHE TUTELINO ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO GLI STESSI DIRITTI: non può esservi ridondanza, in Giurisprudenza. La qual ridondanza, in tal caso, contravverrebbe anche a diversi Articoli costituzionali sullo sviluppo pieno del soggetto e della sua personalità e sul pieno esercizio della sua -irriducibile- libertà.

Edited by Mina Vagante

 

 


ALTAMENTE ghettizzante, discriminante e intriso di certi finti perbenismi e moralismi che -da sempre- ci bollano come diversi.

Ma manco ti stessero facendo una punizione.

Quindi a fortiori eliminiamo immediatamente gayromeo, le gay street, le disco/bar gay e financo questo forum, perché altamente ghettizzanti e bla bla bla.

 

 

 


la discussione si svolge in punta di Diritto, non è possibile che esistano DUE ISTITUTI DISTINTI CHE TUTELINO ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO GLI STESSI DIRITTI: non può esservi ridondanza, in Giurisprudenza. La qual ridondanza, in tal caso, contravverrebbe anche a diversi Articoli costituzionali sullo sviluppo pieno del soggetto e della sua personalità e sul pieno esercizio della sua -irriducibile- libertà.

Art. 3 co2 cost. uguaglianza sostanziale. 

Esistono miriadi di istituti che producono gli stessi effetti a condizioni diverse/requisiti essenziali differenti, qui in uno c'è l'uguaglianza di sesso e in un altro la diversità di sesso ad substantiam. Sto semplicemente parlando di nome diverso, e di fatto lo avrebbe anche se lo chiami matrimonio gay.

 

La mia era una ragione pratica anche: inserisci un art nel cc che dice "è istituita l'unione fra persone dello stesso sesso che seguono le norme in tema di matrimonio per quanto compatibili", in modo da evitare mille micromodifiche, lavoro lento e mastodontico che dovrebbe avere un forte sostegno politico nell'attuarlo.

 

Ciò non toglie che se la c cost ci trova una ragione di discriminazione ex art 3 co1 cost, i due istituti si unificherebbero mantenendo solo i nomi diversi.

Mi inserisco; il discorso secondo me deve essere affrontato nei termini di parificazione della tutela sostanziale prevista dalla legge; il codice civile prevede determinati diritti e doveri in capo ai coniugi, e secondo me è questo il punto focale: personalmente che si chiami matrimonio, unione civile, patto di convivenza o qualsiasi altra cosa mi pone totalmente indifferente, l'importante è che sostanzialmente in capo ai due soggetti che vogliono unirsi vi sia il riconoscimento dei diritti (e doveri) previsti dalla legge.

Quindi a fortiori eliminiamo immediatamente gayromeo, le gay street, le disco/bar gay e financo questo forum, perché altamente ghettizzanti e bla bla bla.

 

Certo certo, perchè quelle che citi sono leggi o strumenti dello stato... e manco a dire che esiste eteroromeo... fai il serio...vorrebbero introdurre una sorta di bus per neri separato dal bus per i bianchi (è un esempio chiaramente), e tu manco te ne accorgi...

Edited by ben81

 

 


Quindi, vi esorto a ragionare come se cambiasse solo il nome, e nulla per i diritti, semplicemente c'è un istituto che si chiama A per etero e uno che si chiamasse B per gay. A quel punto sarebbe davvero infantile impuntarsi su un misero nome.

 

Dipende:

chi mira ai vantaggi dell'istituto matrimoniale (senza peraltro dimenticare che esso presenta anche svantaggi) forse può anche evitare d'impuntarsi sul nome;

chi invece, come me, non è interessato personalmente al matrimonio, ma crede tuttavia che esso sarebbe un forte veicolo di parità non solo nel giudizio, ma anche nelle abitudini dei più, allora è interessato proprio al nome, al punto che, se per ipotesi il contenuto destinato alle coppie di sesso uguale dovesse essere in parte diverso, se non altro per gli adattamenti necessari per passare da un istituto costruito per due sessi diversi ad uno riformato anche per sessi uguali, preferirebbe avere un contenuto un poco diverso ma con lo stesso nome.

 

 


introdurre una sorta di bus per neri separato dal bus per i bianchi (è un esempio chiaramente)

Non c'entra nulla, perché presupponi che si potesse già andare in bus da prima, mentre qui parliamo di un diritto ex novo nel nostro sistema. La ratio di creare due istituti diversi sta ad esempio in materia di filiazione, nel riconoscimento dei figli, o nella regolazione di tutte quelle norme particolari che privilegiano il padre rispetto la madre (decisioni straordinarie sul figlio in assenza della madre, cognome da tenere, e via dicendo).

 

@ale01 ha centrato pienamente la questione secondo me.

 

 


esso presenta anche svantaggi

si chiamano diritti e doveri dei coniugi, e della facoltà di accedervi infatti.

 

 


chi invece, come me, non è interessato personalmente al matrimonio, ma crede tuttavia che esso sarebbe un forte veicolo di parità non solo nel giudizio, ma anche nelle abitudini dei più, allora è interessato proprio al nome, al punto che, se per ipotesi il contenuto destinato alle coppie di sesso uguale dovesse essere in parte diverso, se non altro per gli adattamenti necessari per passare da un istituto costruito per due sessi diversi ad uno riformato anche per sessi uguali, preferirebbe avere un contenuto un poco diverso ma con lo stesso nome.

Capisco il tuo punto, cioè che per l'uguaglianza sostanziale occorra innanzitutto quella formale. Io ho una posizione un po' più dinamica diciamo, prima di tutto vengono i diritti sostanziali, alle forme, qualora ci fossero problemi discriminatori, guardiamo dopo :)

 

 


Capisco il tuo punto, cioè che per l'uguaglianza sostanziale occorra innanzitutto quella formale.

 

Sì, ma non in senso strettamente giuridico, bensì soprattutto fattuale:

vedere due persone dello stesso sesso accedere a quello stesso istituto, che è stato riservato per millenni a due persone di sesso diverso, anzi solo per queste costruito, comporterebbe nell'opinione comune dei più  un'equiparazione di fatto tra le coppie, anche se alcune parti dell'istituto rimanessero riservate alle coppie di sesso diverso. 

E' un po' come il problema del razzismo contro i negri in America:

se mai un negro accede alle cariche pubbliche ed alle professioni più stimate, è inevitabile che (indipendentemente dalla parità giuridica perfetta) tutti i negri siano considerati inferiori di fatto;

se invece alcuni negri possono accedere alle cariche pubbliche ed alle professioni più stimate, è inevitabile che (sempre indipendentemente dalla parità giuridica perfetta) molti incominceranno a non considerarli più inferiori.

Ragazzi secondo me bisognerebbe seguire il filo logico e storico :

 

- partiamo dal presupposto che la via più percorribile in Italia e senz'altro quella delle unioni civili ( intese come matrimoni solo per coppie gay e non come i pacs ) per il semplice fatto che, nella nostra cultura, si tende ad associare, sbagliando, la parola matrimonio al rito religioso, da qui la convinzione di molti che i gay pretendano di sposarsi in chiesa ( vi giuro che ce ne sono una marea che lo pensano davvero )...invece se si facesse una legge che preveda la firma di un contratto e un breve rito davanti ad un ufficiale dello stato civile in cui le parti si impegnano alla fedeltà e alla reciproca assistenza morale e materiale ( ripeto con gli stessi identici diritti e doveri del matrimonio ) secondo me anche i più ostili farebbero finta di niente e lascerebbero correre la cosa.Vi riporto una parte di una discussione avuta qualche tempo fa con una " brava " moglie e madre cattolica :

 

" Quindi lei non ritiene che vada concessa la parità giuridica alle coppie gay anche in fatto di matrimonio ? "

" No, il matrimonio no, ritengo che alle coppie gay vadano riconosciuti dei diritti ma non il matrimonio..."

" E per quale ragione mi scusi ? "

" Perchè non me li figuro proprio, e sarebbe troppo strano, vedere due uomini che si sposano in chiesa col prete, i fiori etc."

" Mi scusi ma parliamo di matrimonio civile, in comune e davanti al sindaco..."

" Ah allora andrebbe anche bene, ma quello civile non è un matrimonio secondo me, è semplice formalità...il matrimonio è quello in chiesa."

 

Questo per rendere l'idea di come siamo messi in questo Paese lobotomizzato dalle gerarchie cattoliche e da duemila anni di cristianesimo -.-

 

 

- dobbiamo considerare anche la maggior parte dei Paesi dove l'istituto matrimoniale è accessibile a tutte le coppie ha precedentemente avuto le unioni civili...ora in Italia si rischia, così facendo, di non vedere mai il matrimonio, ma bisogna anche considerare che per l'Italia questo passo sarebbe di grande importanza...motivo per cui, anche alcuni paladini della battaglia per i diritti civili, come Paola Concia e se non sbaglio Nichi Vendola ritengono che quello delle unioni civili sia il primo passo verso il matrimonio egualitario.

 

Anche a me piacerebbe che si facesse come in Spagna, dove sono passati direttamente al matrimonio gay senza unioni civili, ma in questo Paese già sarà faticosissimo, almeno per il momento, far approvare le unioni civili, figurarsi il matrimonio.

Io sono e rimango per il matrimonio, ma come ho detto prima se proprio dovessi scegliere fra le unioni civili e il niente come adesso di sicuro sceglierei la prima...poi le unioni civili dipende sempre da come vengono configurate, possono essere una schifezza come i DICO, qualcosa di accettabile come i Pacs o un qualcosa di fenomenale come le Eingetragen Lebenspartnerschaft tedesche, o ancora meglio comprese di adozione come le Civil Partnership inglesi o le Registeret Partnerskapt svedesi, danesi e norvegesi....

Edited by Gabry18

Ma manco ti stessero facendo una punizione.

Quindi a fortiori eliminiamo immediatamente gayromeo, le gay street, le disco/bar gay e financo questo forum, perché altamente ghettizzanti e bla bla bla.

 

 

 

Art. 3 co2 cost. uguaglianza sostanziale. 

Esistono miriadi di istituti che producono gli stessi effetti a condizioni diverse/requisiti essenziali differenti, qui in uno c'è l'uguaglianza di sesso e in un altro la diversità di sesso ad substantiam. Sto semplicemente parlando di nome diverso, e di fatto lo avrebbe anche se lo chiami matrimonio gay.

 

La mia era una ragione pratica anche: inserisci un art nel cc che dice "è istituita l'unione fra persone dello stesso sesso che seguono le norme in tema di matrimonio per quanto compatibili", in modo da evitare mille micromodifiche, lavoro lento e mastodontico che dovrebbe avere un forte sostegno politico nell'attuarlo.

 

Ciò non toglie che se la c cost ci trova una ragione di discriminazione ex art 3 co1 cost, i due istituti si unificherebbero mantenendo solo i nomi diversi.

 

Sulla provocazione, gratuita e infondata (ma forse voleva essere uno spunto alla riflessione?), glisso: equiparare le tutele -rigidissime- di uno Stato di diritto alla libera determinazione sociale, in club più o meno esclusivi, omettendone addirittura la corrispettiva -e MOOOLTO più massiccia, com'è giuisto che sia, anche solo da un punto di vista di domande/offerta-  realtà eterosessuale (che diventa quasi conformismo di massa se le minoranze non sono tutelate dal Diritto) è quantomeno fine a se stesso, oltre che metodologicamente scorretto.

 

Sulle mie riserve giuridiche di uguaglianza sostanziale, scrivi bene: e proprio per questo, come poi provi a "speciare", dovresti sapere che potrebbero/dovrebbero esserci innumerevoli problemi. Di carattere sia formale (la ridondanza) che sostanziale (l'introduzione di una specifica che risulterebbe discriminante: perché se PER LO STESSO -parlo dell'ipotesi che proponi e che, come preciserò anche dopo, NON si presenterà- istituto, ribadisco PER LO STESSO, presenterai condizioni d'accesso DIVERSE senza alcun fondamento giuridico né scientifico, in uno stato LAICO, allora non potrà che essere ravvisato il vulnus di altri diritti fondamentali).

 

Che, poi, non vi saranno perché -come ben sappiamo- nei fatti non vi sarà alcuna equiparazione sostanziale tra l'istituto giuridico del matrimonio e quello, molto più lasso, delle civil partnership che proporranno. 

 

 

 

P.s.:

Un ultimo appunto, ideologico. Per fortuna e purtroppo non sono il legislatore, quindi -essendo parte in causa- mi sento di CHIEDERE il MASSIMO della tutela, con la totale equiparazione formale.

Se ci verrà concesso meno, come pare, non esiterò a sottolinearlo, evidenziando -come in questo caso- anche la viscida discriminazione insita nel ragionamento;

ma altrettanto ammetterò che si sarà fatto un passo in avanti, con altri numerosi da farsi!

Edited by Mina Vagante

 

 


Anche a me piacerebbe che si facesse come in Spagna, dove sono passati direttamente al matrimonio gay senza unioni civili,

 

No, no e no. Basta con sta leggenda! Siamo passati direttamente al matrimonio a livello nazionale, ma SOLO dopo un periodo anteriore di quasi una decada in cui si sono regolamentate unioni di fatto in alcune comunidades. Inoltre si è cercato di fare una campagna di 'sensibilizzazione' verso il tema alla gente comune, attraverso i media e nella vita quotidiana.

 

Zapatero non avrebbe potuto fare semplicemente un bel NULLA se non avessero gettato prima delle basi sociali e un certo tipo di consenso. E' indubbio che comunque sia è stato un gesto rivoluzionario che ha richiesto carisma e decisione, ma non è mica stato un miracolo divino:D! Per non parlare del fatto che ai tempi la Spagna attraversava un boom economico e una fase di modernizzazione culturale e infrastrutturale, il matrimonio egualitario è stato accettato anche per questo ed è stato sfruttato anche per far vedere la Spagna come un paese innovativo. E' innegabile che ai tempi l'approvazione dei matrimoni fu un ottimo strumento di promozione di modernità dello Stato spagnolo.

 

 


Secondo voi sarebbe discriminatorio se venisse promulgata una legge sulle unioni civili tale e quale a quella sui matrimoni...intendo delle unioni civili che prevedano gli stessi identici diritti e doveri ( anche le stesse formalità tipo il rito davanti al sindaco in Comune etc. ) dei matrimoni ma che siano riservate solo alle coppie omosessuali ( un po' come è in Germania e come era in Inghilterra, Svezia e Norvegia fino a poco tempo fa )...

 

Sì, sarebbe discriminatorio.

Deve esistere l'istituto del matrimonio, aperto a tutte le coppie a prescindere dalla composizione. E dovrebbe esistere un istituto per la tutela delle coppie (tutte, anche in questo caso) che non vogliono (non ancora, anche) sposarsi, con diritti e doveri differenti da quelli del matrimonio.

E il nome dev'essere uguale per tutti.

 

 


No, no e no. Basta con sta leggenda! Siamo passati direttamente al matrimonio a livello nazionale, ma SOLO dopo un periodo anteriore di quasi una decada in cui si sono regolamentate unioni di fatto in alcune comunidades. Inoltre si è cercato di fare una campagna di 'sensibilizzazione' verso il tema alla gente comune, attraverso i media e nella vita quotidiana.
 
Lo so che al momento dell'approvazione del matrimonio gay in Spagna c'erano già delle leggi delle Comunità in favore delle coppie di fatto e dei registri di convivenza, ma ho omesso di parlarne proprio perchè facevo riferimento a leggi nazionali e non locali...anche perchè non penso che le Regioni abbiano simili poteri in Italia...

Appunto, non è certo un particolare da poco! Questo vuol dire che persino nell'epoca della regolamentazione delle coppie di fatto c'era già un clima favorevole. Il punto è che niente si costruisce dal nulla e senza basi. Io tifo per il matrimonio in Italia, ma bisogna essere comunque realistici penserei prima a migliorare il consenso e l'accettazione sociale che è pessima.

Io sono per il matrimonio civile egualitario e perché lo stato e la società ci consideri degni di pari diritti. Sono contrario ad i matrimoni di serie B, le cosiddette unioni civili, le trovo ghettizzanti e non sarebbero mai la tappa intermedia che porta poi al matrimonio. 


Ritengo che sia necessaria anche una regolamentazione delle coppie di fatto sia etero che omosessuali, oltre al matrimonio egualitario.


Una più disciplinata regolamentazione delle coppie di fatto è sacrosanta ed urgente.

 

A quanto da me già detto prima, aggiungo: è giusto che si CHIEDA TOTALE EQUIPARAZIONE, e io in primis reputo quello delle civil partnership un vile escamotage che subodora di ghettizzazione, ma è altrettanto vero che in un Paese bigotto quanto il nostro -per sperare fattivamente di conseguire tale obiettivo- ci vorrebbe prima una lunga, pervicace e capillare campagna di sensibilizzazione al tema.

E, poi, poiché reputo concretamente impossibile ciò che chiedo, mi augurerei -NOLENTE- che almeno ci si arrivi gradualmente, ma ci si arrivi!

Insomma, c'è -purtroppo- un'enorme frattura tra "domanda" e "offerta", una grave dicotomia tra ideologia e pragmatismo: ed è davvero squallido, quando si parla di diritti.

Ma questa è l'Italia...

È urgente e fondamentale il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, ma per gli altri diritti a noi negati, non voglio essere "realista" e accettare ciò che è discreto rinunciando a ciò che è ottimo.

 

Non mi piace l'idea di ricevere solo qualche diritto e riceverlo timidamente per non disturbare le potenti forze ecclesiastiche. Piuttosto che accontentarmi delle "unioni civili alla tedesca" e andare a patti coi bigotti, preferisco piuttosto perdere la battaglia.

Se accetteremo le unioni civili, ci scorderemo per sempre i diritti che ci spettano e io non sono disposto a ciò. Avremo sempre un matrimonio di serie B che non sarà considerato altrettanto valido e saremo ghettizzati ancor più. 

Preferisco dare la precedenza alla regolamentazione delle coppie di fatto, etero e omo. Il dibattito sul matrimonio egualitario spero migliori di qualità e che col tempo, riusciremo sempre più ad abbattere il muro dell'ipocrisia dietro al quale si nasconde la nostra classe dirigente.
I diritti devono essere uguali per tutto, punto. E non dobbiamo scendere a compromessi.

Edited by Lor24

 

 


È urgente e fondamentale il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto,

 

Francamente non vedo questa necessità e tanto meno questa urgenza: una coppia eterosessuale. se vuole un riconoscimento ufficiale del suo status, può sposarsi;  se non si sposa, è quasi sempre perché non è interessata ai vincoli ed agli obblighi scaturenti dal matrimonio, quindi che perché va mendicando riconoscimenti che essa stessa rifiuta, rifiutando il matrimonio?

Forse perché vuole i diritti del matrimonio senza sottostare ai doveri?

Mi sembra troppo comodo!

@ben81 C'è anche chi per principio non crede nel matrimonio come istituto giuridico per una serie di ragioni ( che personalmente ritengo assurde ed insensate ), ma vanno comunque riconosciuti loro determinati diritti come la successione o la reversibilità in caso di morte ad esempio.

@ben81 C'è anche chi per principio non crede nel matrimonio come istituto giuridico per una serie di ragioni ( che personalmente ritengo assurde ed insensate ), ma vanno comunque riconosciuti loro determinati diritti come la successione o la reversibilità in caso di morte ad esempio.

 

 

Si ma queste persone possono scegliere...e se non scelgono è solo un problema loro:  in fondo, anche se non credessero nel matrimonio potrebbero contrarlo solo per una semplice utilità oggettiva, come ha fatto Vasco...

 

Noi invece non abbiamo alcuna possibilità di scelta.

@ben81 Per noi sono d'accordo sul fatto che non abbiamo scelta, ma in genere etero od omo che siano, non vedo perchè costringere a compiere dei passi contro la volontà delle persone...hai ragione sul fatto che avendo il matrimonio potrebbero pure approfittarne...ma è un dato di fatto che le coppie etero non si sposano quasi più, o se lo fanno sempre dopo un periodo di convivenza...

 

Ironia della sorte non ti pare ? Gli etero possono sposarsi ma non lo fanno, i gay vorrebbero farlo ma non possono XD

Mah, non è che i gay facciano proprio la fila per sposarsi e alcuni si sposano con poca serietà o entusiasmo, ma non voglio generalizzare mi baso su qualche caso che ho visto("ci sposiamo perché lui è americano e così avrà la residenza, ma niente festa"/"siamo andati un pomeriggio a sposarci da soli, non ci piace il matrimonio, ma se schiatto lui avrà la mia pensione"/"ci sposiamo, ma la sua famiglia non lo sa").

 

Io vi dirò per il momento meglio così, che solo una minoranza di gay si sposi, ma lo facciano solo quelli realmente convinti e che ci credono. Non sopporterei che scatti la moda dello sposarsi in modo frivolo e tanto per farlo in una certa salsa gay. Almeno per il momento la comunità ce lo sta risparmiando!

 

Per quanto riguarda le coppie di fatto per me devono esserci perché corrispondono proprio all'esigenza di tutelare un presente, ma non essere sicuri con una promessa più impegnativa. Serve proprio per quelli che altrimenti utilizzerebbero i matrimoni per quello che ho criticato prima.

@Ilromantico Ma va bene, il matrimonio è un fatto d'amore, ma anche di " panza " nel senso che se ti sposi lo fai anche per una questione di diritti e di regolarità davanti alla legge con tutto ciò che ne consegue...sennò nessuno si sposerebbe penso io, nessuno si legherebbe per non ottenere niente...molte delle coppie conviventi convivono per amore, ma alla fine si sposano proprio per una questione di reversibilità, successione etc.

alla fine è anche per quello...i diritti di un marito, almeno per la legge italiana, non sono quelli di un compagno.

Certo, i diritti e gli obblighi ci stanno tutti, ma non possono essere l'unica motivazione o meglio non ci si può sposare con la stessa emozione di mettere una marca da bollo alla propria relazione. La mia critica sta proprio nel vedere il matrimonio come una mera cosa strumentale. E per la cronaca io non sopporto nemmeno gli etero che devono forzarsi perché "ormai 30enni" o perché obbligati dalla fidanzata o dai familiari.

@Ilromantico Mah ci sarebbe da fare una riflessione a parte su questo...storicamente il matrimonio nasce proprio come semplice contratto motivato da interessi economici sostanzialmente, col quale due persone si univano e regolarizzavano la loro unione...le origini del matrimonio hanno davvero poco a che vedere con l'amore, ci si sposava anche senza mai essersi conosciuti una volta....quindi di per se il matrimonio è un qualcosa di strumentale, un contratto come dicevo prima, l'amore fondamentalmente non necessita del matrimonio per essere vero ( anche se è un po' il sogno di tutti, il mio incluso, quello di dire " si lo voglio " ).

  • 2 years later...

Stavo riflettendo sulle unioni/matrimoni gay e volevo condividere con voi le mie riflessioni...

 

Secondo voi sarebbe discriminatorio se venisse promulgata una legge sulle unioni civili tale e quale a quella sui matrimoni...intendo delle unioni civili che prevedano gli stessi identici diritti e doveri ( anche le stesse formalità tipo il rito davanti al sindaco in Comune etc. ) dei matrimoni ma che siano riservate solo alle coppie omosessuali ( un po' come è in Germania e come era in Inghilterra, Svezia e Norvegia fino a poco tempo fa )...

 

Quindi dei matrimoni non nel nome ma nella sostanza su misura per coppie gay e lesbiche e non accessibili alle coppie etero...naturalmente con delle precise tutele sulla filiazione delle coppie stesse e con la possibilità di adozione...

 

Voi che pensereste di una cosa simile ?

La ritenete una misura troppo " antiquata " che sarebbe andata bene fino a qualche anno fa ma non adesso ?

 

Vi starete chiedendo come mi vengono in mente certe cose e io ve lo spiego subito :

forse il problema, almeno in Italia, sta proprio  nella parola matrimonio, non so per quale strano motivo ma gli italiani lo concepiscono come rigorosamente etero e cattolico...la stragrande maggioranza dei nostri connazionali pensa al matrimonio come ad abito bianco, fiori, chiesa etc. non come al rito civile in Comune.

 

Dite la vostra ;)

 

 

A me non piace...ma è meglio che niente, almeno ci parifica un po' nei diritti. Antiquata lo è senza dubbio. Forse però, d'altra parte, penso che potrebbe essere meglio "perdere la battaglia" come ha detto qualcuno più su per avere una legge che parifichi davvero gay ed etero e che tuteli davvero le coppie di fatto le quali, nella cirinnà, non hanno più diritti di quanti non ne avessero prima.

Edited by Basil

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