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Il c.d. femminicidio


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Eh? Allora nessun giornalista conosce questa definizione

che francamente non saprei neppure a che caso italiano possa riferirsi.

 

Se fosse vero che le "sovrastrutture ideologiche di tipo patriarcale" possono causare la morte

ci aspetteremo che la percentuale di donne uccise sia superiore

in Iran e Arabia Saudita e non certo in Finlandia e in Svizzera, no?

 

Io non penso affatto che il patriarcato uccida le donne

per lo stesso motivo per cui a Roma i padroni non ammazzavano gli schiavi.

 

Non andava bene quando si parlava semplicemente di "violenza domestica"?

Si sono sprecate infinite pagine di giornalismo per dire che

"non esiste alcuna emergenza femminicidio in Italia"

col risultato che ho dovuto leggere delle vere bestialità contro il femminismo

che mai avevo sentito dire quando si parlava appunto di "violenza domestica".

 

E i motivi per cui una donna non denuncia le aggressioni psicofisiche mi sono chiari:

molte donne dipendono economicamente dai mariti 

e molti sistemi patriarcali non prevedono che esse se ne possano emancipare.

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L'analogia, infatti, non è -come asserite- tra "donne e gay", intendendo le cronache di omofobia ed omicidi di donne, ma -secondo me- tra le casistiche:

non tutti i gay muoiono di omofobia, alcuni di essi in uno scontro a fuoco durante servizio militare, altri in un semplice alterco, altri ancora per semplice gelosia o per relazioni extraconiugali.

Così per le donne: non tutte subiscono violenza semplicemente perché donne.

Ecco, da equiparare sono -sempre a mio parere- quei casi in cui l'omicidio è di matrice omofobica con quelli di matrice misogina: e ad essi è da applicarsi la stessa penalizzazione, con aggravante del movente (che nel caso dei gay italiani sarebbe un passo in avanti, perché siam meno tutelati -in merito a questo tema- delle donne).

 

Poi, e qui Almadel e voi altri avete ragione, ci sono tanti altri casi che -dalla stampa, in maniera inutilmente sensazionalista- sono strumentalizzati e ricondotti all'omnicomprensiva categoria del femminicidio: ma -almeno fin quando la parificazione dei sessi sarà totale- non è necessariamente un male perché potrebbe sensibilizzarci su certi temi, e soprattutto evidenziare come -pur se non per misoginia- la donna sia generalmente più indifesa dell'uomo, socialmente, politicamente, legalmente e anatomicamente.

 

Che non ci sia l'emergenza di cui si parla è vero, ma una campagna di sensibilizzazione è sempre gradita. Fin quando, ovviamente, non si sfocia in retorici e strumentali sensazionalismi ideologici.

Edited by Mina Vagante

Sì sa che i giornalisti mediamente dicano un sacco di castronerie, non è questa una novità.

 

Non so i dati e non so se ce ne sono, ma ritengo decisamente verosimile l'ipotesi che ci siano più femminicidi in Arabia Saudita piuttosto che in Finlandia...

Io veramente dei dati li ho forniti solo su paesi

europei e certamente parziali...ma li ho dati

 

Comunque dei dati completi si possono trovare qui

sono solo relativi ad un anno però

 

in Arabia Saudita siamo al 28,5%

in Finlandia al 28,9%

 

A Malta al 53% (?), in Germania al 49%

Ungheria al 45% etc.

 

Non è semplice estrarne una spiegazione di interpretazione

facile o immediata

http://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/homicide.html

 

 

EDIT mi correggo Malta avrebbe un incredibile 75% (??)

è la Slovenia ad essere al 53% (?)

 

Non so che affidamento fare in questi dati, né come

interpretarli...certo il criterio geografico mi pare poco

significativo

Domani qualche pazzoide scoprirà che il 99% degli infanticidi

è compiuto dalle mamme dei bambini e invece ci parlare di "depressione post-parto"

comincerà a berciare di "matriarcato assassino che riduce i bambini a bambolotti e li uccide quando sgarrano".

 

Non è un esempio a caso.

L'esempio delll'infanticidio quando si parla di femminicidio

è l'argomento perfetto di ogni maschilista. E a buona ragione.

 

I motivi per cui una donna instabile uccide i suoi figli 

non sono diversi da quelli per cui un uomo instabile uccide la moglie:

sofferenza psichica e paura dell'abbandono, possessività e fragilità emotiva.

 

Per questo rigetto ogni interpretazione in cui figuri il rapporto tra "maschilismo e femminicidio"

e - ancora di più - quello che riguarda "femminismo e infanticidio"

specialmente in relazione a depressione e ad aborto. 

AndrejMolov89

Di per sé il femminicidio è una faccenda puramente mediatica e gonfiata: i dati portati da Almadel sono più che sufficienti per sfatare il mito, magari bisognerebbe fare una indagine statistica più accurata sul profilo dei criminali che hanno assassinato la donna per identificare se sulla percentuale di omicidi delle donne c'è una prevalenza di una matrice sessista o patriarcale o meno. 
Il femminicidio di per sé è un termine fuorviante e semplicistico, il femminicidio dovrebbe essere una sottocategoria dei fenomeni legati alla violenza maschile, e di quest'ultima non se ne parla mai soprattutto nei media. 

Nel gonfiare questa vicenda, ho notato che sono nati dei siti di contro-informazione che riportano i dati, ma li modificano ad hoc per far emergere una campagna di dominazione di stampo matriarcale (era un articolo che ho citato su Facebook e che ha commentato anche Almadel, non so se lo ricorda), questo è un effetto materiale, maschilista e quasi complottistico, infatti vedevo tante persone masturbarsi all'idea che le donne volessero affrontarli nel loro dominio e sostenevano cose ar di poco abberranti (esempio, per la questione delle case chiuse, si faceva appello al non voler far più godere dei piaceri della vita al maschio, stesse retoriche usate dalla DC quando è stata fatta la Legge Merlin). 

Il femminicidio è un caso mediatico che ricade all'interno delle violenze maschili, nello specifico non denuncia realmente lo stato sociale patriarcale della società italiana, ma gonfia degli aspetti secondari che derivano da quelli primari (=violenza maschile) per fare in modo che si cerchino di fare delle leggi volte a risolvere un emergenza che non c'è. Secondo me, è il classico specchio per allodole, volto semplicemente a congestionare la politica su questioni secondarie, fare delle leggi che colpiscono i sintomi e soprattutto per distrarre il problema a monte, su cui occorrerebbe lavorare molto di più, cioè iniziare un progetto a lungo termine di rivoluzione sociale per quanto riguarda le violenze di genere. 

Sì, ma sfugge un punto, a mio parere.

 

Almadel parla di infanticidio, qualcuno prima ha citato i delitti a stampo omofobico e razzista: come tutti i succitati, per me bisogna porre particolare attenzione sul femminicidio (ripeto, quello vero: quello MOSSO DA MISOGINIA, non tutti i casi dunque!) perché connota un reato che sfrutta una superiorità-conformità, che sia un pensiero dominante (come per l'omofobia) che sia di maggioranza (come per il razzismo) o semplicemente una maggiore prestanza fisico-anatomica che naturalmente rende la donna più indifesa.

Il diritto deve tutelare secondo le forze-abilità-peculiarità-identità del tutelato: quando si tratta di violenza psicofisica -di certe violenze, mi ripeto!- la donna merita la GIUSTA tutela (non si chiede sia iper-tutelata, ma che abbia le dovute attenzioni anche a livello "ideologico", sociologico, intellettuale e mediatico, non solo legale! E tali attenzioni non sono certamente quelle che siam soliti vedere sui media che fanno solo squallido -e odioso, fomentando il sentimento opposto- sensazionalismo).

Edited by Mina Vagante
  • 1 month later...

due casi di cronaca da Repubblica online di oggi

 

una moglie uccisa in casa dal marito

 

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/03/07/news/uccisa_in_casa_dal_marito_femminicidio_in_provincia_di_frosinone-80450817/

 

"Alla vigilia dell'8 Marzo, ancora un caso di femminicidio"

 

altra notizia: un marito ucciso a coltellate dalla moglie e finito a martellate dalla figlia

 

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/03/08/news/monza_uomo_ucciso_in_casa-80487821/

 

qui nessuno parla di maschicidio...

quindi in pratica il maschio che uccide una donna è un assassino (giustamente) e "femminicida"

il maschio che viene ucciso dalle donne se lo merita perchè era sicuramente violento e prevaricatore...

mi sembra la medesima logica "rovesciata" che si usa nella violenza sessuale sulle donne, che "se la sono cercata perchè si sono messe la gonna corta e i tacchi alti"

 

mi appello al buon senso: lasciando perdere i femminicidi, non si potrebbe tornare all'antico sano principio liberale che la responsabilità dei crimini è sempre individuale, e non dei "maschi", degli "ebrei", degli "zingari", degli "extracomunitari", dei "musulmani in guerra contro l'occidente" o che so io?

E' un po' difficile, per noi gay che chiediamo leggi contro l'omofobia sostenere che si debba

tornare sic et simpliciter al "sano principio liberale" della responsabilità individuale.

 

Chiaro, nessuna associazione LGBT ha mai ritenuto che la risposta al fenomeno omofobia

dovesse essere esclusivamente penale, anzi si è spesso fatto notare che affrontare il fenomeno

in chiave esclusivamente repressiva non costituirebbe una soluzione.

 

D'altronde noi abbiamo un problema di carattere più largo. La tendenza all'uso distorto,

intrinsecamente distorsivo, del linguaggio nei mass media è un primo aspetto non trascurabile

 

Lo abbiamo visto con la pedofilia, che in teoria identificava una vittima, ma poi ha finito per

identificare l'autore del crimine e poi qualunque autore di  certi crimini ( direi sessuali con minorenni )

Questo perchè il sensazionalismo vende...ed una volta che un problema finisce in cronaca nera, finisce

nel tritacarne del sensazionalismo giornalistico

 

Dubito però che il maschio in quanto tale possa correre lo stesso rischio di categorie più delimitate: all'ebreo

corrisponde l'antisemitismo, al musulmano l'islamofobia, allo zingaro ed all'extracomunitario la xenofobia o il

razzismo

 

Non credo però che il femminicidio possa creare una "maschio-fobia" o una "etero-fobia", certo può creare i

presupposti di condanne "esemplari" a fronte di una "demonizzazione isterica", fintantoché l'attenzione non si

sposti su un nuovo fenomeno ed una sua "neo-formazione" linguistica

 

La mia idea, in termini criminologici l'ho espressa: se il 45% dei maschi che uccidono femmine tentano il

suicidio o ci riescono, a prescindere dall'eventuale aumento di questi casi, noi ci muoviamo nell'area di una

patologia familiare. E' qualcosa di ben diverso dallo stesso maschio che compie il delitto d'onore, giustificato

dalla società-comunità e si fa la sua galera ( magari con pene ridotte come era nel nostro codice penale in

passato ) 

 

Ecco un altro caso di omicidio-tentato suicidio

http://www.ilmessaggero.it/umbria/umbria_gualdo_tadino_otto_marzo_donna_uccisa_coltello_marito_albergo_omicidio_suicidio/notizie/562346.shtml

 

Caso ben diverso....rispetto a quello di Frosinone: uomo con precedenti penali per maltrattamenti e lesioni

figlio morto per distrofia muscolare a 14 anni e moglie che continuava a viverci insieme per i pessimi rapporti

con la famiglia di origine ( e forse perchè si era dedicata all'assistenza del figlio...rinunciando al lavoro, questo

non lo so, lo ipotizzo io )

ho trovato oggi un articolo in cui si cita qualche numero

 

http://www.repubblica.it/politica/2014/03/08/news/violenza_di_genere_e_8_marzo_177_femminicidi_nel_2013_oggi_altri_tre_allarme_alfano_calano_gli_omicidi_ma_non_quelli_con-80551475/?ref=HREA-1

 

omicidi in Italia nel 2013: 501 (erano 528 nel 2012)

"femminicidi" nel 2013 (immagino che l'etichetta riguardi donne assassinate da uomini): 177 nel 2013 (erano 159 nel 2012)

di questi 177, 120 sono da imputare all'ambiente affettivo/familiare (mariti, compagni, figli, fratelli, nipoti, fidanzati etc.)

 

per avere i dati completi sarebbe interessante sapere dei restanti 501-177= 324 omidici quanti sono "maschicidi" (donne che uccidono uomini), e quanti sono da imputare a maschi che uccidono maschi e femmine che uccidono femmine

 

dei 3 "femminicidi" delle ultime 48 ore:

 

http://www.repubblica.it/cronaca/2014/03/09/news/tre_donne_uccise_in_48_ore-80557978/?ref=nrct-2

 

tutti sono in ambito familiare/affettivo: uno rientra nella patologia evidenziata da @Hinzelmann, ovvero omicidio - tentato suicidio; un altro stava andando a costituirsi il che equivale ad un "suicidio simbolico", o comunque esprime una necessità di espiare

 

 

 

.

Non sono in grado di citare le statistiche ( comunque non aggiornate )

ma a quel che risulta a me

 

Moglie-Marito : il rapporto dovrebbe essere 1 a 3, cioè per una moglie

che uccide un marito ci sono tre mariti o partner che uccidono la moglie 

o compagna ( comunque non è 1 a 10...c'è una prevalenza non una esclusiva )

 

A fronte di questo dato però lo stesso maschio corre un rischio maggiore

di essere ucciso dai figli: per 1 madre uccisa ci sono 3 padri uccisi

o di essere ucciso in quanto amante, o in quanto nonno ( d'altronde il dato

finale è che i maschi sono uccisi di più delle femmine....quindi è logico )

 

Il ché non esclude che Erika abbia ucciso la madre e non il padre

si tratta sempre di statistiche...ovvio

 

Poi ci sono i cd. family mass murder...nati negli USA perchè costituiscono

una parte del problema dell'omicidio di massa: a scuola ( Columbine ) o

sul posto di lavoro ( meno clamoroso ma molto più diffuso del primo caso )

o in famiglia ( ancora più diffuso ma fa meno notizia perchè le vittime sono

3 o 4 ).

 

Poiché in Italia non esiste un problema di omicidi di massa al di fuori

della famiglia ( per ora...) il problema viene registrato solo in famiglia ( 30

casi circa l'anno ) e si tratta di casi di vero e proprio suicidio allargato

 

Qui credo vi sia una prevalenza maschile maggiore ( ma le psicosi violente

sono spesso a prevalenza maschile ) Ad ogni modo la donna pazza che fa

strage della propria famiglia in genere uccide tutti i suoi figli, senza distinzione

di genere ( ma d'altronde perchè dovrebbe farlo ? ) spesso sono piccoli ed in

genere a differenza del maschio non porta a termine il suicidio

 

Delle differenze ci sono...ma non sono così facilmente inquadrabili se non

partendo -forse- dalle relazioni di potere che corrono in famiglia, le quali

magari obbediscono anche a dei ruoli sociali di genere, in media

 

Erika però uccise la madre e non il padre ( ragionevolmente se avesse

avuto una sorellina uccideva lei invece del fratellino...non credo vi siano

ragioni per distinguere fra fratelli e sorelle - ? )

 

 

 

La negazione del femminicidio che Almadel propina in questo sito, è funzionale solo al suo pseudomaschilismo.

Almadel è un un gay eterodistonico. Negando la morte della donna in sé, semplicemente pensa di essere più virile.

PIETAS!

Alma, non è che negando il femminicidio risolvi l'accettazione della tua passività! Godi!  :fuck:

Ecco un articolo contro il c.d femminicidio

che proviene dal femminismo militante:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/09/femminicidio-i-numeri-gonfiati-e-la-retorica-di-stato/907139/

 

l'articolo è interessante, soprattutto nella sua critica al femminicidio come "esito" di una mentalità patriarcale che vorrebbe curare i suoi stessi mali senza mettersi in discussione

tra l'altro @Kobol risponde anche alla tua domanda, e asserisce che i numeri forniti sono un "calderone" che non sa distinguere e che dunque diventa propaganda

il passaggio chiave mi sembra questo:

 

Sarebbe utile che nell’osservatorio ci fosse anche la conta dei delitti di uomini, gay, lesbiche, trans, bambini/e, uccisi per le medesime ragioni: cultura del possesso, cultura patriarcale, quel che riguarda i delitti omofobici e transfobici, osservando in quanto vittime le sante e le puttane, le sposate anziché no, e dunque basta con ‘sto fatto che la faccenda riguarderebbe solo santissime femmine maritate con figlioli o donne incinte perché non se ne può davvero più.

E a proposito: violenza di genere è quella violenza che viene realizzata in relazione al ruolo di genere che ti si impone.

Edited by conrad65

Sì ma non è il primo o l'unico caso

 

Sono anni oramai che è stato sdoganato il concetto di

cd. "sicurezza percepita"...per giustificare decretazioni

su presunte "emergenze" di ordine pubblico, che determinano

poi legislazioni penali ( per lo più inutili o nocive )

 

Presunte per definizione, se si parla di "percezione"

 

Le applicazioni sono innumerevoli

 http://www.ilfattoqu...i-stato/907139/

 

La parte più interessante dell'articolo citato:

 

"Però smetta di considerare solo le femmine perché “femminicidio”, per quanto il termine non mi piaccia dato che rimanda all’esser donna quando siamo in tempi queer!" :fan: 

 

Nondimeno, negare il femminicidio piuttosto che le quote rosa è un tipico discorso fallologocentrico.

Naturalmente il gay che nega il femminicidio è il gay che non accetta la sua parte passiva: nega il fatto che cerca di abortire questa parte di sé (femminicidio di ruolo). Ingenuamente, pensa che se nega la soppressione della sua parte femminile, questa non esisterà più. Illusion! :bye: 

non ho ben capito da dove è iniziata la discussione...ho trovato molto interessanti le statistiche postate sopra.

Io credo si faccia un gran parlare di femminicidio perché vende.

Non penso capiti nulla di nuovo rispetto a quel che capitava qualche decennio fa.

akinori ha letto nel link di almadel la parola "queer" è probabilmente è venuto per la gioia...buon per lui.

  • 4 weeks later...

un altro maschicidio... è uno schifo non se ne può più... propongo di orchestrare una campagna giornalistica per difendere i poveri maschi indifesi :uhsi:

 

http://www.corriere.it/esteri/14_aprile_09/25-colpi-tacco-spillo-testa-cosi-ana-ha-ucciso-suo-fidanzato-3b1abfec-bfef-11e3-a6b2-109f6a781e55.shtml

  • 9 years later...

Non si denuncia perché non serve ad un cazzo dato che la legge se ne sbatte e di casi ne é piena la cronaca

On 1/10/2014 at 7:45 PM, Kobol said:

 

 

Vai da qualche divorziato che non può vedere i figli mentre la ex si fa stantuffare da uno nuovo.

Ma veramente i più grandi traditori sono i mariti, e se di ritrovano fuori di casa perché hanno fatto i porci tirando la corda cazzi loro

On 1/10/2014 at 3:38 PM, Kobol said:

 

E' più facile che una donna venga uccisa perché gli uomini usano la forza ma non ti credere che le donne non uccidano gli uomini a suon di ricatti psicologici o peggio.

Tra i vari poveri che vanno alla caritas ci sono mariti divorziati o ex mariti tornati dai genitori dove la ex moglie usa i figli come ricatto.

Ma gaurdacaso di questo se ne parla poco eh.

 

Io penso che il femminismo di oggi farebbe rivoltare dai conati di vomito le femministe degli anni 60. Siamo arrivati ad un punto che i discriminati sono gli uomini e non le donne.

Qui in Italia le donne hanno potere eccome, a loro basta aprire le gambe anzi nò basta fare qualche occhiolino che hanno un mucchio di sfigatelli che le corrono dietro.

 

E quando salta fuori che un uomo ammazza la sua ex perché lasciato vorrei che si aproffondisse le varie ragioni e non come al solito parlare di femminicidio a vanvera.

Spero che sia un troll, non leggevo un tale livello di assurdità dai tempo.

Discriminati in cosa scusa? Hanno mai reclamato qualche diritto mancante?

In ogni caso non saper gestire rifiuti deriva  anche da problemi educativi 

  • 3 weeks later...
On 1/9/2014 at 8:03 PM, Almadel said:

 

 

@Luce86, non esiste nessuna ondata di femminicidi.

Anzi in Italia - e nei Paesi più maschilisti - le donne vengono uccise meno dei maschi.

Figurati che in Italia su cinque vittime di omicidio, solo una è donna

 

Si negli anni 90'.

I dati del 2021 ad esempio parlano di 1.6

On 1/17/2014 at 3:50 PM, Almadel said:

 

in Iran e Arabia Saudita .

Associazioni antiviolenza di tali paesi lamentano da anni di non avere dati affidabili sul tema data la scarsa democrazia e tutela.

Pertanto é assai probabile che ci sia una certa sottostima dei numeri ufficiali.

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