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Perché i cattolici non scendono in piazza contro chi mangia i crostacei?


unmondomigliore

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Nel Medio Evo, grazie alla teologia cattolica, si stabiliscono culturalmente i legami tra contaminazione e devianza sessuale, devianza sessuale e contagio - sfruttando sempre le risorse semitiche del Levitico con le sue speculazioni sulla purezza e l'impurità.

 

Non sono in grado di escluderlo, ma devi ammettere che la mia osservazione

circa il fatto che l'introduzione del seme nella vagina possa attenuare la colpa

di una precedente penetrazione anale, può far pensare alla distinzione fra sesso

procreativo e sesso infecondo, sesso secondo natura ed innaturale.

 

E gli strumenti culturali per saldare il peccato adamitico ed il senso del peccato

al concetto di sesso naturale li offre lo stoicismo ( ovviamente traslato e deformato )

 

Però...Innocenzo III arriverà a dire " Chi non sa che il rapporto coniugale non avviene

senza l'ardore della lussuria, senza il sudiciume del piacere, per cui il seme concepito

viene insudiciato e rovinato? " e poi "l'atto sessuale è esso stesso così vergognoso da

essere intrinsecamente malvagio"

 

Se l'approdo è questo...direi sia un approdo che esclude ogni valore corporeo di ogni

atto sessuale in netto contrasto sia con l'idea ebraica sia con l'idea islamica, che fanno

distinzioni. L'orrore cattolico per il sesso ( con buona pace di Boswell ) sembra gonfiarsi

secolo dopo secolo

 

Vi è poi un secondo punto cruciale per gli ebrei ciò che è impuro non è ciò che è profano

e ciò che è sacro non è ciò che è puro: la donna che partorisce compie qualcosa di sacro

ma nondimeno è impura. Per gli ebrei l'impurità scaturiva anche dal sacro, così come da

ogni contatto sessuale ( lecito o illecito ) perchè l'ordine nasceva dalla Separazione.

 

E' chiaro che poi nel tempo il concetto di impuro ha iniziato a produrre anche giudizi morali

( è impuro chi trasgredisce ) ma il concetto di impurità in senso ebraico è eticamente neutro

cosa che non è certo ravvisabile in Innocenzo III

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ma come ti ho già detto il fervore della conversione

giustificherebbe semmai un particolare antigiudaismo, non certo una particolare

omofobia.

 

Non puoi buttar lì in modo telegrafico un giudizio del genere senza spiegarne i motivi

 

Su questo hai ragione, nel primo intervento in questo topic sono stato un po' troppo breve e, parlando di "fervore del convertito" pareva che io implicitamente ammettessi un precedente giudizio "favorevole" di Paolo circa le pratiche omosessuali.

L'argomento "fervore del convertito" in effetti non calza con la consecutiva "omofobia" paolina.

 

M...in tutto questo comunque son convinto che non si possa nemmeno parlare nello specifico di "omofobia", per come si connota l'omofobia oggi. Piuttosto di disprezzo per la sodomia.

 

Noi sappiamo in base agli studi di Foucault sugli scrittori del I-II sec. DC che lui

analizza che si può ipotizzare un irrigidimento morale o l'inizio già in epoca pagana

di una morale dell'austerità e contro gli abusi del sesso. 

 

Il corretto uso dei piaceri oscilla fra la raccomandazione di evacuare lo sperma

e la preoccupazione di svuotarsene e la letteratura medica mette in guardia contro

sintomi fisico-mentali che potrebbero discendere da ambedue gli eccessi ( alcuni

dei quali fondati su osservazioni sbagliate ad esempio il paragone fra la convulsione

dell'orgasmo e quella epilettica etc. )

 

Sì...c'è anche da dire che non sappiamo molto sulla liceità, o rilassatezza, morale che avrebbe preceduto questo irrigidimento.

Insomma, qualcuno conosce fonti antiche ove si inviti ad una pratica "disinvolta" e "sregolata" della sessualità...? Io no, ma sono una capra, se qualcuno ne sa accolgo suggerimenti per approfondire la cosa.

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Non sono in grado di escluderlo, ma devi ammettere che la mia osservazione

circa il fatto che l'introduzione del seme nella vagina possa attenuare la colpa

di una precedente penetrazione anale, può far pensare alla distinzione fra sesso

procreativo e sesso infecondo, sesso secondo natura ed innaturale.

 

Sicuramente fa pensare ad una cosa del genere, e fa pensare anche ad altro: questa sorta di simonìa sessuale in base alla quale pagando una sorta di penalty (l'introduzione del pene nella vagina) si sconta il peccato della penetrazione anale, è sicuramente differente dalla concezione greca, in base alla quale la penetrazione vaginale nell'ambito del matrimonio rappresentava il completamento della virilità, dopo l'esperienza pederastica "di formazione".

D'altra parte il LG pone due problemi nei confronti dell'omosessualità "esclusiva" che si sta sviluppando nella cultura occidentale: nel celibato non poteva esserci alcuna attenuazione della colpa sodomitica attraverso la penetrazione vaginale, perché si sarebbe caduti nella contraddizione di coprire un peccato con un altro, senza avere la possibilità di stabilire quale fosse l'ordine di gravità.

Inoltre la prescrizione era impossibile da attuare per un "sodomita", ovvero per l'omosessuale come lo intendiamo noi oggi e che in questo periodo probabilmente comincia il suo travagliato processo di autocoscienza, impaludato nel processo vittimario di capro espiatorio: su costui l'interdetto del coito anale non poteva essere redento da alcuna pratica procreativa, giacché, che fosse attivo, passivo o entrambe le cose, non aveva interesse alla penetrazione.vaginale. Soltanto un bisessuale o un etero trasgressivo avrebbe potuto redimere il suo peccato fecondando una donna.

 

 

Se l'approdo è questo...direi sia un approdo che esclude ogni valore corporeo di ogni

atto sessuale in netto contrasto sia con l'idea ebraica sia con l'idea islamica, che fanno

distinzioni. L'orrore cattolico per il sesso ( con buona pace di Boswell ) sembra gonfiarsi

secolo dopo secolo

 

Sicuramente la sessuofobia cattolica è qualcosa di differente rispetto all'ebraismo e all'islamismo, nel periodo medievale.

Qui penso entrino in gioco l'influenza manichea su Agostino, le suggestioni gnostiche per le quali tutto ciò che riguarda il corpo è bene e ciò che riguarda l'anima è male... Ed entra in gioco anche il discorso del biopotere, ovvero il discorso del controllo dei corpi, di cui si occupa l'istituzione ecclesiastica in concorso con le istituzioni feudali. Lo stesso amor cortese non è una potente sublimazione delle tensioni eterosessuali, finalizzata alla riproduzione di una classe dirigente aristocratica, in base alla quale solo il cavaliere, attraverso il rituale del corteggiamento, poteva aspirare alla dama, non certo il contadino, la cui funzione era riprodurre la forza lavoro nel latifondo?

A difesa di Boswell si potrebbe dire che la corrente principale del cristianesimo cattolico era fortemente sessuofobica nel periodo medievale, ma che il cristianesimo originario fosse qualcosa di molto differente dal cristianesimo istituzionalizzato, ovvero quello cattolico storico. Ma d'altra parte, quando Boswell parla dell'adelphopoiesis, si riferisce sostanzialmente alla chiesa greco- ortodossa.

Il bello (anzi il brutto) è che non si può dire che la tradizione cristiano-ortodossa, in genere, abbia contribuito a rendere le culture in cui si è istituzionalizzata meno omofobe, nonostante la tradizione dell'adelphopoiesis (e a prescindere dalla questione se questa unione  religiosa fosse solo affettiva o anche sessuale) - basti pensare al caso della Russia, che non brilla certo fra le nazioni gay-friendly... 

(eppure recentemente ho visto un documento molto interessante sui cristiani ortodossi russi omosessuali contemporanei, il quale testimonia che, in quella chiesa, anche se con grandi difficoltà, continua a resistere una corrente molto minoritaria pro-omosessualità, che sembra essere erede, in qualche modo, di quella tradizione storica attestata dalle fonti bizantine studiate attentamente da Boswell...)

 

Ma appunto, credo che il discorso della religione che si istituzionalizza, ovvero diventa instrumentum regni, sia fondamentale per comprendere tutto questo. Il patriarca della Chiesa Cristiana Ortodossa russa, per esempio, non molto tempo fa, fu molto solidale con Kalashnikov, l'inventore del micidiale fucile, quando questi espresse i suoi sensi di colpa di crtistiano credente, per l'enorme numero di vittime che la sua arma aveva mietuto per il mondo. Senza giri di parole il buon patriarca scrisse che la Chiesa Ortodossa Russa supportava chi aveva inventato l'arma e i soldati che la usavano per uccidere, quando si trattava della difesa della patria...dire che tutto ciò stride con la visione di Gesù (assolutamente pacifista) è dir poco...

Edited by akinori
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M...in tutto questo comunque son convinto che non si possa nemmeno parlare nello specifico di "omofobia", per come si connota l'omofobia oggi. Piuttosto di disprezzo per la sodomia.

 

Beh è chiaro che nessuno ha posto una equivalenza automatica

soprattutto ai tempi di S. Paolo

 

Nel Medioevo già esistono "i sodomiti" al contempo è chiaro

in S P Damiani l'idea che tanti atti ripetuti con persone diverse, se

pure di gravità inferiore, portino al dilagare della sodomia.

 

Egli parla di gradi di dissolutezza, ma nel farlo presuppone una gradualità

e cioè una scala di valutazione di un unico fenomeno. Il passo dall'equiparare

il sodomita all'omosessuale è già -quasi- compiuto

 

La sua testimonianza è unica per questo, perchè c'è lo sguardo del

moralista che valuta un fenomeno sociale nel suo complesso. Ad un certo

punto dobbiamo supporre che il sodomita non sia più colui che compie atti

di sodomia ma già qualcosa di simile a "omosessuale", soltanto espresso con

il termine che maggiormente identifica omosessuale a peccatore, cioè la forma

di omosessualità più grave

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Nel Medioevo già esistono "i sodomiti" al contempo è chiaro

in S P Damiani l'idea che tanti atti ripetuti con persone diverse, se

pure di gravità inferiore, portino al dilagare della sodomia.

 

Egli parla di gradi di dissolutezza, ma nel farlo presuppone una gradualità

e cioè una scala di valutazione di un unico fenomeno. Il passo dall'equiparare

il sodomita all'omosessuale è già -quasi- compiuto

 

Io non ne so di Pietro Damiani perciò non mi esprimo a proposito di "gradi di dissolutezza" come scala di valutazione di un UNICO fenomeno. In un precedente intervento avevo menzionato, sempre un po' velocemente, San Tommaso e l'aborto perché ho trovato molto interessante scoprire che, nel caso di aborto di feto "non ancora animato" a più riprese -fino alla seconda metà dell'Ottocento- la Chiesa lo condannava come peccato contro il sesto comandamento e non contro il quinto (una forma grave di "atto impuro", ma non equiparabile all'omicidio). Comunque, sto andando OT, giacché nel caso dei finocchi si viola sempre lo stesso comandamento :D

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Beh credo che San Pier Damiani parli di albero con quattro rami

ed in effetti fra questi rami il sesso orale manca

 

Perchè?  Onestamente non lo so...

 

Deve essere chiaro che i Penitenziali che si limitano a comminare pene

per singoli atti sessuali, sono ritenuti da lui uno strumento repressivo inidoneo

ma in teoria prevedevano espiazioni molto lunghe. La penitenza richiesta per

una relazione omosessuale-sodomitica durava dieci anni, la masturbazione reciproca

due anni ed il sesso orale tre anni 

 

Ma non ogni penitenziale comprendeva gli stessi peccati, Damiani sembra molto

ben informato per poter ignorare la condanna del sesso orale...però non so

 

Le pene in genere consistevano in mortificazioni corporali ( autoflagellazione

cilicio ) digiuni ( più o meno stretti ) etc Però è anche vero che, tramite la

comprensione di un confessore sarebbe stato possibile ridurre la punizione

a simbolica o sopportabile ( soprattutto fra ecclesiastici...ci si poteva confessare

a vicenda )

 

Non ogni penitenziale cita ogni pratica e non esiste una coerenza assoluta, però

penitenziali sul sesso orale esistono.

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  La fonte più usata da Damiani è il Decretum di Burcardo di Worms, una raccolta canonica in 20 libri composta tra il 1008 e il 1012. In essa sono raccolti i principali testi della legislazione ecclesiastica tratti da raccolte precedenti come la Anselmo dedicata, di origine italiana (sec. IX) e il Liber de synodalibus causis et disciplinis ecclesiasticis. Quest'opera spazia su tutti gli argomenti del diritto canonico occidentale e segna il punto di passaggio fra le collezioni dell'Alto Medioevo e il diritto canonico successivo.

     All'interno del Decretum, il penitenziale propriamente detto è costituito dal XIX libro, chiamato Corrector o Medicus, in cui Burcardo commina pene corporali e rimedi spirituali per ogni tipo di peccato. Gli altri libri della raccolta, invece, sono divisi per argomento e ciascuno sviluppa un aspetto specifico della materia penitenziale: de incestu, de fornicatione...

Nel penitenziale di Burcardo, la fellatio non è citata fra le pratiche omosessuali.

Nel penitenziale Bigotianum, del IX secolo, il sesso orale è citato.

Anche nel penitenziale di Teodoro, che è il più completo dei "penitenziali insulari",  precedenti a quello di Burcardo,  (ovvero quelli anglo-irlandesi, di cui fa parte lo pseudo-Egberti, fonte di Burcardo) la fellatio è citata. Solo nel penitenziale dello pseudo-Egberto, la fellatio non è citata. In questo penitenziale, fonte di Burcardo, si pone però l'accento più che sugli atti omosessuali in sé, sul grado che rivestono gli appartenenti al clero che indulgono in pratiche sodomitiche. Il penitenziale di Burcardo parla di masturbazione maschile, rapporti sodomitici in senso generico e rapporti con penetrazione anale (sodomía con penetración anal - Penitencia 12 años) cui spetta la penitenza maggiore. Non si parla di fellatio e non si parla di coito intercrurale. D'altra parte, altri manuali distinguevano tra coito intercrurale, coito interfemorale e coitus inter coxa (quest'ultimo probabilmente si riferiva alla pratica di introdurre il pene fra le natiche, ma senza lasciarlo penetrare nell'orifizio, o alla stimolazione perineale). In Burcardo si parla però della "masturbación introduciendo el pene en un leño perforado o algo similar", che il Damiani non cita, perché forse non ha attinenza con la sodomìa.

Però allora perché il Damiani parla anche della masturbazione maschile generica (quella fatta con le mani), inserendola nella sua graduatoria della depravazione omosessuale?

E' chiaro quindi che il Damiani non aveva conoscenza diretta di altri penitenziali in cui il peccato sodomitico veniva analizzato in maniera più dettagliata, includendovi la fellatio (come quello teodoreo che fa parte dello stesso gruppo di quello egbertiano (fonte di Burcardo), ovvero quello degli "insulari")  e che più che alla casistica sodomitica era interessato alla polemica contro il malcostume ecclesiastico.

D'altra parte, anche della casistica del Burcardo, il Damiani non mostra una conoscenza approfondita, perché tace della masturbazione con oggetti usati a mo' di ano

Damiani scrive fra l'altro:  "Siccome ai sacri canoni sono mescolate alcune cose ingannevoli nelle quali gli uomini smarriti confidano con vana presunzione, ne inseriamo qui alcune per mostrare quanto siano false e del tutto apocrife, e non solo queste ma anche tutte quelle scritte in modo simile, ovunque vengano ritrovate" (L.G. XI-XII) e aggiunge: " Molte altre cose false e sacrileghe si trovano inserite fra i canoni sacri dall'astuzia del diavolo, cose che è preferibile per noi cancellare piuttosto che scrivere, sputarci sopra piuttosto che imprimere sulla carta beffe tanto inconsistenti...In base a che cosa si commina al laico una pena di tre anni e al chierico di mezz'anno? Quindi, sono fortunati i chierici peccatori se vengono giudicati dall'arbitrio dei sodomiti: certamente la stessa misura con cui giudicano gli altri desiderano che sia usata per loro."

 

Damiani dimostra in questi passi di non distinguere la fornicazione anale (che può avvenire anche fra una donna e un uomo) dall'atto sodomitico, ma dimostra anche che c'è un'irrazionalità nell'ordine della distribuzione delle penitenze, a seconda che si sia laici o ecclesiastici. E attribuisce la causa di ciò ad una interpolazione diabolica dei canoni stessi, nei quali, accanto a cose vere, sono state scritte cose che alla ragione appaiono false.

 

 

In L.G. XIII scrive: "Questi commenti, invece, di cui parliamo noi, sono rampolli illegittimi dei canoni, sono esclusi dai sacri concili e sono del tutto estranei ai decreti dei Padri. Quindi, siccome non sono in alcun modo presenti fra i canoni, non sembrano stabiliti dai decretali dei Padri, né nascere dai sacri concili. Qualsiasi cosa, infatti, non annoverata fra le diverse specie, è da giudicare senza dubbio estranea. Perciò, se si cerca il nome dell'autore, non lo si può dire per certo perchè non si ritrova sempre nei vari codici. In un posto c'è scritto «dice Teodoro», in un altro «dice il Penitenziale Romano», in un altro ancora «i Canoni degli Apostoli». Qui sono intitolati in un modo, là in un altro, e siccome non sono degni di avere un solo autore, perdono senza dubbio, ogni autorità".

Questo passo dimostra che Damiani non disponeva dei canoni penitenziali originari, (fatta eccezione, probabilmente, per Burcardo)  ma solo di commenti ai canoni. In questi commenti, che dovevano essere per forza di cose parziali e avere delle lacune, rispetto ai penitenziali veri e propri, non era inserita la fellatio. Dunque Damiani conosceva soltanto citazioni tratte dal penitenziale di Teodoro, ma non aveva tra le mani il penitenziale stesso. Se lo avesse avuto, avrebbe scoperto che anche la fellatio era stata inclusa nel peccato sodomitico.

La fonte principale di Damiani, i Decretorum libri XX di Burcardo, era anche la principale fonte di diritto canonico ai suoi tempi, e restò tale fino al Decretum Gratiani, che lo sostitui alla fine della prima metà del XII secolo. Burcardo tendeva a manipolare le fonti, ad esempio i decretali papali, per giustificare la sua elezione a vescovo per mano dell'imperatore Ottone. Insomma, talcolta usava le fonti in modo un po' strumentale, anche se non arrivava ad alterarle. Semplicemente, ometteva dei dati, per interesse personale. La domanda è, dunque: perché Burcardo non inserisce la fellatio fra le altre pratiche sodomitiche, nel suo penitenziale?

 

Restano due o tre dati di fatto: nei penitenziali pre-burcardiani e post-burcardiani la fellatio è citata, così come la penitenza ad essa legata. L'atto sodomitico per eccellenza è il coitus in terga (passivo). La Bibbia (Antico e Nuovo Testamento) funse da reservoir per giustificare la condanna della sodomìa, anche se nel cristianesimo delle origini le pratiche omosessuali non erano colpevolizzate come lo saranno nel Medio Evo. Nel cristianesimo ortodosso erano addirittura accettate le unioni religiose maschili, ma probabilmente si trattava di unioni omofiliache, più che omosessuali.

Edited by akinori
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unmondomigliore

@akinori : all'inizio del medioevo venivano celebrate e riconosciute unioni fra uomini e uomini o donne e donne in quasi tutta europa , perché c'era una concezione diversa dall'amore, quella che deriva dalla visione greco-romana.

http://en.wikipedia.org/wiki/Homosexuality_in_medieval_Europe

 

Around 400 A.D., Christianity began to introduce a new sexual code focused on the religious concepts of "holiness" and "purity." The early church had two main approaches to sexuality. One of these, like their Greco-Roman predecessors, did not view or judge sexuality in terms of heterosexual or homosexual acts. Instead, it only judged the act itself, and promoted a sex life that focused on fidelity and permanence in erotic relationships. It was common in the church's early days for homosexual unions to be performed.[11]For instance, the Roman tradition of forming a legal union with another male by declaring a "brother" persisted during the early Medieval years. Also, though there was no official marriage within religious communities, long lasting relationships or bonds were made.[13] Also, there are many poems from that century that suggest the existence of permanent lesbian relationships.[14] Even in areas where homosexual relationships were not recognized, through the end of the twelfth century there was a strong tradition in Christian beliefs that viewed and judged homosexuality and heterosexuality by the same standards.[11]

The other main approach to Christian sexuality held an opposing view. Under this approach, sex was only meant for procreation purposes. Sexual activity for any other purpose, including heterosexual acts, was considered sinful. Such a view was inherited from aspects of late antique pagan ethics and was at first limited to abstinent Christian writers who were deeply inspired by Hellenistic philosophy. Eventually, it would be this approach to sexuality that was favored and spread throughout the Christian world because it limited sexual activity the most and appealed to an already understood principle. Ultimately, this approach would become the standard of Catholic orthodoxy"

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Assolutamente no: l'istituzione dell'adelphopoiesis studiata da Boswell, che riguardava sostanzialmente le comunità cristiane greco-ortodosse (secono Alan Bray anche quelle cattoliche, ma i riscontri sono molto meno numerosi), non ha nulla a che vedere con la concezione classica dell'omosessualità, ovvero quella pederastica. Un erastes e un eromenos, per intenderci, non si sarebbero mai nemmeno lontanamente sognati di affratellarsi davanti a un Dio ( di una religione monoteista) con un rito religioso. Anche perché il dovere dell'erastes, dopo la parentesi pederastica, era sposarsi con una donna e procreare, riproducendo la società eterosessuale a livello molecolare. E ancora, l'espressione "visione greco-romana" dell'amore non significa niente, perché nella stessa Grecia la percezione dell'omosessualità variò di epoca in epoca, e nella stessa epoca ve ne potevano coesistere almeno due o tre (leggi il Simposio di Platone! Ti rimando anche a L. Brisson, "Agathon, Pausanias, and Diotima in Plato’s Symposium: paiderastia and philosophia", in J. H. Lesher, D. Nails & F. C. C. Sheffield (ed.), Plato’s “Symposium”: issues in interpretation and reception, Center for Hellenic Studies, Harvard University Press, Cambridge 2006, pp. 229-251). Anche nel mondo romano la percezione dell'omosessualità cambiò dalla repubblica all'impero, e dopo il contatto con la cultura ellenica. Ma questo è ormai assodato.

 

In realtà qui la discussione si stava orientando sull'assenza del peccato di fellatio (e relativa penitenza), nella casistica sodomitica di Pier Damiani, che con il suo L.G. (Liber Gomorrianus contra quatri- modam carnalis contagionis pollutionem) pone le fondamenta per quella concezione estremamente punitiva dell'omosessualità che si affermerà nel basso Medio Evo (a partire, appunto, dall'anno Mille e attraverso un processo plurisecolare, limitandoci al Medio Evo).

Mi sembra di aver dato un paio di elementi utili per spiegare questa strana assenza, ovvero:

1) le fonti di Damiani, che sono sostanzialmente il Decretum di Burcardo e poche altre, (e queste altre in forma per lo più indiretta di commentari). Infatti, la fellatio con la relativa prescrizione penitenziale, è assente in Burcardo, ma presente in altri penitenziali, anche antecedenti, come quello insulare di Teodoro (così come in altri penitenziali sono presenti descrizioni più minuziose dei vari modi in cui si articolava il "vizio omosessuale")

2) l'intento di Damiani, che più di offrire un compendio completo sulla sodomìa, con la sua pretenziosamente esaustiva concezione dei 4 rami, era quello di estirpare l'"abominevole peccato" dal clero coevo.

 

P.s.

mi scuso se nel post precedente ho messo una citazione tratta dal Decretum in lingua spagnola, ma è solo in questa lingua che ho trovato una descrizione minuziosa del penitenziale burcardiano (fonte: Mercedes Lopez-Mayan, “Aproximación histórica a un penitencial del final de la Alta Edad Media: el Corrector et Medicus de Burcardo de Worms”, Rudesindus. Miscelánea de arte e cultura, 5 (2009), pp. 103-134). L'altra mia fonte principale è naturalmente il testo fondamentale di Allen J. Frantzen "Before the Closet: Same-Sex Love from "Beowulf" to "Angels in America". Qui ho potuto visionare i penitenziali insulari in latino e confrontarli con il decretum del Burcardum. Sul L.G. di Damiani il punto di riferimento resta la documentata tesi di laurea di Irene Zavattero in Storia delle Filosofia, discussa il 24 settembre1996, presso la facoltà dei Lettere e Filosofia con sede in Arezzo dell’Universitàdegli studi di Siena, intitolata “Il Liber Gomorrhianus di Pier Damiani:omosessualità e Chiesa nel Medioevo”, pubblicata in “Philosophia Medii Aevi” (si trova sul sito phmae.it).

Edited by akinori
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era quello di estirpare l'"abominevole peccato" dal clero coevo.

 

Hai fatto un lavoraccio di comparazione fra le fonti quindi onore al

merito ( per quanto riguarda S Pier damiani )

 

Però quanto a questa osservazione sarebbe del tutto coerente con ciò

che si dice in generale, ovverosia che la criminalizzazione della sodomia

venga di fatto a coincidere con la Riforma Gregoriana e l'ondata moralizzatrice

ad essa connessa ( poi io in un intervento precedente - addirittura io mi spingo

fino a Savonarola - in un'ottica fiorentina )

 

L'associazione: Riforma cristiana--Omofobia, è più descritta che spiegata

dagli storici, però in generale si dice questo ( d'altronde sappiamo anche 

che erano anni in cui il passo che separava la santità dall'eresia era breve

vedi S. Francesco etc )

 

Al termine di questa fase storica si passerà dai Penitenziali agli Statuti

Comunali ( cioè alla criminalizzazione del peccato, operazione che si

giustifica su un piano giuridico con la codificazione giustinianea risalente

all'impero romano-cristiano  )

 

Ci aggiungerei cioè la rinascita della vita urbana e la ricostruzione dei poteri

civili rispetto ad una fase storica caotica

 

Il fatto che l'accessibilità alle fonti di S Pier Damiani sia così parziale, dovrebbe

far propendere per una scarsa capacità di connettersi a tradizioni culturali lontane

inoltre è chiaro che la qualità intellettuale di questi scritti altomedievali è bassa

rispetto alla chiarezza di un S. Tommaso che arriverà a paragonare la Sodomia al

cannibalismo ed al bestialismo o di un Dante Alighieri

 

NB ovviamente la stessa datazione e periodizzazione storica costituisce un problema

in genere però il periodo fra il IV ed il VI sec DC viene considerato come "tardo antico"

soprattutto se ci situiamo in Oriente dove sopravvive l'impero romano

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@Hinzelmann, come certamente sai, Teodosio addirittura nel IV secolo propone il rogo per gli omosessuali. Nellla Novella 77 del codice di Giustiniano leggiamo: "Docemur enim a divinis scripturis, quia ex huiusmodi impiis actibus et civitates cum hominibus pariter perierunt. " Questo dimostra che già nell'ideologia giustinianea della "renovatio imperi" (VI secolo d.C) , all'indomani della caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la palingensi morale passava attraverso la persecuzione degli omosessuali, e che l'esempio di Sodoma e Gomorra, nelle divine scritture, era interpretato in chiave anti-omosessuale (per quanto molti commentatori moderni, tra cui lo stesso Boswell, abbiano fatto i salti mortali per dimostrare che la colpa dei sodomiti riguardava l'ospitalità). Insomma, il processo è stato molto lungo, per cui è un po' banale la contrapposizione della vulgata fra "età greco-romana=libertà omosessuale" e "medioevo=omosessualità come peccato mortale". Nello stesso Medio Evo, come dimostra lo studio comparato dei penitenziali e delle altre fonti, l'omosessualità non aveva in origine quello stigma così negativo che le fu attribuito in seguito, a partire dall'XI secolo in poi. Era ritenuta un vizio come un altro, in ambito ecclesiastico, nonostante i precedenti legislativi romano-bizantini. Se pensiamo poi all'adelfopoiesis, ci sono elementi per identificare una regressione dell'omofobia rispetto al periodo teodosiano e giustinianeo...del resto, la Chiesa aveva anche potere giurisdizionale sui suoi fedeli, in questo periodo, quindi ciò che pensava la Chiesa dell'omosessualità era decisamente più importante degli editti omofobici di tanti secoli prima - al netto del loro eventuale impatto giurisprudenziale. Il fine della riforma gregoriana, è decisamente politico: la riaffermazione del primato papale, e quindi di Roma, rispetto agli imperatori tedeschi (che eleggevano i vescovi, tra cui lo stesso Burcardo). In questa accentrazione del potere a Roma, l'accusa di sodomia, più che rientrare in un progetto di autentica rigenerazione morale, sembra essere subordinata ad un più ambizioso disegno politico L'idea del sesso come colpa e contaminazione poi si afferma anche attraverso movimenti come quello dei patarini, che condannavano aspramente la corruzione morale degli arcivescovi di Milano. Ancora, i monasteri erano delle istituzioni omosociali, luogo di tensioni autonomiste e anti-centraliste. La sodomia poteva benissimo essere strumentalizzata per sciogliere queste tensioni. Non dobbiamo dimenticare che l'accusa di omosessualità storicamente è stata sempre uno strumento di lotta politica (a partire da Socrate, che fu processato per corruzione dei giovani, attraverso il caso medievale del primo omosessuale italiano impalato e bruciato sul rogo (il conte Adenolfo IV d'Aquino alla fine del XIII secolo), fino ai processi nei regimi nazisti e stalinisti). Ed è stata uno strumento di lotta politica anche all'interno della Chiesa Cattolica. E sì, penso che, dal punto di vista della dottrina della Chiesa, un punto importante, anzi, il punto di non ritorno sia rappresentato da S. Tommaso d'Aquino, che rompe l'ermeneutica agostiniana nel rapporto tra fede e conoscenza, in cui prevaleva una classica razionalità (pur nelle suggestioni manichee di identificazione del corpo con il male e nella condanna dell'omosessualità), stabilendo il primato della fede sulla ragione. S. Tommaso, come tu ricordi, arriva a mettere sullo stesso piano l'omosessualità, il cannibalismo e la zoofilia, in quanto peccati contro natura, dando un fondamento filosofico all'omofobia, che non ha bisogno più della narrazione biblica per giustificare se stessa. Sodoma e Gomorra verranno ancora sfruttate per suggestionare le fasce popolari con le vivide e terrorifiche immagini dei peccatori che vengono sterminati da Dio, ma dal punto di vista teologico e filosofico l'omofobia cattolica ha adesso un suo fondamento, di fronte al quale le apparenti contraddizioni bibliche fra interdetto sui crostacei e interdetti sessuali, lasciano il tempo che trovano.

Edited by akinori
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Io ho parlato infatti di Impero Romano-Cristiano, l'omofobia inizia prima

del Medio Evo ed a causa della cristianizzazione dell'Impero romano

 

E' semplice e chiaro ( Cristianesimo=omofobia )

 

Poi in Occidente lo stato si dissolve, ci sono le invasioni barbariche

Quel che si può dire è che non esistono leggi civili contro l'omosessualità

ma l'atteggiamento della chiesa mi pare in totale continuità.

 

O meglio ne esistono ( Il regno dei Visigoti ) ma sono eccezionali, mentre

il prototipo direi sia la delega di Carlo Magno alla chiesa cattolica, di estirpare

il vizio, fino alla ricostituzione in epoca Comunale di un potere civile in senso

moderno, a quel punto e su precisa pressione della Chiesa la sodomia è criminalizzata

ovunque 

 

Non vi sono ragioni di ritenere che i regni romano-barbarici fossero omofili, io non lo

sosterrei...però se una discontinuità storico-giuridica c'è l'hanno creata loro non certo

la chiesa cattolica

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L'equazione cristianesimo=omofobia è troppo semplice, si rischia di banalizzare un processo abbastanza complesso e non così lineare. Non per fare sempre il decostruttore della visione gay friendly della "classicità", ma i Romani ante "Graecia capta ferum victorem etc" erano alquanto omofobi! La pederastia era denominata "vizio greco", era contraria ai costumi di un popolo fondamentalmente di contadini...

Quando poi si incivilirono, i Romani ritennero in ogni caso indegna l'omosessualità per il civis romanus, il quale doveva assumere sempre un ruolo attivo e praticarla su uno schiavo o un liberto. Nel secondo secolo a. C., l'adulto passivo veniva multato di 10000 sesterzi, applicando la Lex Scatinia - e si trattava di uomo adulto e libero.

Quindi preciserei due o tre cose: 

1) l'omosessualità romana era ben diversa da quella greca: in essa era assente l'elemento paideutico, il ruolo giocava un'importanza decisiva, l'omosessualità era l'affermazione della propria potenza virile sull'altro visto come inferiore (che fosse liberto, donna, schiavo o semplicemente il nemico da sottomettere, in tutti i sensi :-)

2) c'erano maschilismo e omofobia, a Roma, ben prima del cristianesimo. Gli effeminati e i passivi esclusivi, in generale, non sono stati mai ben visti in tutta la classicità greco-romana, se proprio vogliamo generalizzare con cognizione di causa. L'omosessualità "pseudogreca", ad ogni modo, con il fanciullo a fare da eromenos (ma in realtà a fingere da sollazzo meramente carnale, senza nessuna pretesa pedagogica o di trasmissione del sapere), se la potevano permettere solo gli aristocratici o i ricchi che potevano disporre di schiavi e liberti.

Quindi l'omosessualità romana aveva anche una connotazione classista. Rozzamente, se non possedevi 10000 sesterzi, il culo non lo potevi dare a nessuno :-)

3) nella stessa cristianizzazione della società occidentale ci sono state delle controtendenze, rispetto a quella sessuofobica che si è affermata poi a partire dal basso Medio Evo: nelle comunità omosociali cristiane delle origini l'omosessualità era molto diffusa. 

Nell'alto Medio Evo, prima di fanatici moralisti come Damiani, l'omosessualità era peraltro considerata un vizio come un altro, non sembra ci fosse un accanimento omofobico. I monaci che porgevano le terga l'uno all'altro si assolvevano a vicenda. E il Damiani fu la reazione alla diffusione di una pratica che doveva essere diventata pervasiva, all'interno della Chiesa e fuori di essa...

L'adelphopoiesis, poi, dimostra che le unioni omosessuali erano riconosciute anche dalla religione cristiana, cioè da un'istituzione, roba che in Europa rivedremo soltanto nel XXI secolo - a livello civile, e solo in alcuni Stati dell'Unione, anche se le direttive comunitarie sono ben precise.

Edited by akinori
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L'articolo sopra è alquanto parziale ed è una scopiazzatura (fatta male) di un'articolo scritto in inglese (lo si evince dal nome "John", ridicolmente attribuito al "compagno" dell'imperatore bizantino Basilio I  :-)  ).

Quella degli omosessuali di Porta Latina del XVI sec. era una confraternita anti-istituzionale, e non solo i matrimoni fraudolenti che celebrò non ebbero mai alcun riconoscimento da parte della Chiesa, ma i membri di essa furono quasi tutti condannati e impiccati.

Resta il valore del lavoro di Boswell, il quale ha dimostrato che la Chiesa Cristiana per oltre un millennio non fu affatto omofoba, contrariamente a quanto credono molti gay, che un po' per pigrizia intellettuale, un po' per esigenza di capri espiatori, tendono ad attribuire tutti i loro mali al papa o alla Bibbia che aleggia nel loro inconscio insieme con i sensi di colpa...;mentre dovrebbero prendersela con i politici, ai quali magari hanno dato pure il loro voto (sembrerà strano ma molti gay sono Leghisti o hanno simpatie per...)

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unmondomigliore

 

Quella degli omosessuali di Porta Latina del XVI sec. era una confraternita anti-istituzionale, e non solo i matrimoni fraudolenti che celebrò non ebbero mai alcun riconoscimento da parte della Chiesa, ma i membri di essa furono quasi tutti condannati e impiccati.

 

beh in effetti pareva strano pure a me, nel XVI sec. la sodomia era reato capitale e veniva punita con la morte in Italia (e in generale in quasi tutt'europa), quindi come si facevano a celebrare matrimoni omosessuali? Penso che la gente omosessuale era letteralmente terrorizzata dall'idea di uscire allo scoperto e fingeva una seconda vita, sposandosi e costruendo una famiglia. L'idea di due omosessuali che si uniscono e vivono pacificamente è utopica nel tardo medioevo, e anche in tutta l'età moderna fino agli anni '50 del 900, quando hanno iniziato ad acquisire più visibilità (anche se il culmine vero e proprio c'è stato nel '68) direi.

Edited by unmondomigliore
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Se è per questo era reato capitale anche a Bisanzio XD

 

In realtà è una contraddizione che Boswell non ha potuto in alcun modo superare

 

Come sia possibile immaginare che l'affratellamento fosse un matrimonio omosessuale

quanto meno dal momento in cui l'autorità civile cristianizzata avrebbe vietato la sodomia

 

Né può superare questa obiezione di buon senso l'esempio dei Santi Sergio e Bacco, che

furono forse gay, ma furono martirizzati durante le persecuzioni di Diocleziano, cioè vissero

in una società largamente ellenistica e non ancora cristianizzata ( pur essendo loro cristiani )

Sergio e Bacco vissero infatti nel 300 DC, prima della criminalizzazione dell'omosessualità,

attribuibile a Teodosio e Giustiniano

 

Si può quindi ragionevolmente affermare che forse gli omosessuali continuarono ad usare

questo istituto per legittimarsi agli occhi della società, ma certamente presentandosi come

una coppia di fratelli e non come una coppia di omosessuali ( anche se magari i loro rapporti

erano ben più che quelli fra fratelli )

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La cosa è così evidente, da essere banale, anche se apparentemente incomprensibile: il matrimonio cristiano di due persone dello stesso sesso non istituzionalizzava certo la sodomìa (come avrebbe potuto? era e resta un peccato capitale per i Cattolici).

L'adelphopoiesis istituzionalizzava semplicemente unioni omofiliache, vissute in amore certo non assimilabile a quello fraterno, ma sicuramente in castità. Il martirio di Sergio e Bacco è esemplare: i due vennero sbeffeggiati come due sodomiti effeminati, costretti ad indossare vesti muliebri secondo la prassi giulianea. Ma essi non erano sodomiti, erano due uomini che si amavano cristianamente, e si amarono fino all'estremo sacrificio.

E' così difficile pensare ad un amore purissimo, privo di connotazioni sessuali? Domanda retorica: in questa epoca è addirittura impensabile una cosa del genere, perché la concezione contemporanea dell'amore, qualunque sia il gender, si fonda sulla soddisfazione sessuale. Da qui l'infelicità degli etero, degli omo e dei transessuali - o, almeno, lo si conceda, di molti di loro...

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Beh no, matrimonio è un termine che non mi puoi proprio usare

su questi presupposti, perchè il matrimonio il sesso lo presuppone

( anzi il cristianesimo lo impone addirittura in chiave etero )

 

Il sesso è necessario per i cristiani, non per me XD

 

Potrebbe essere valida l'ipotesi di una unione non fraterna, ma omosessuale

e casta, anche se niente nel cristianesimo consente di presumerlo, andrebbe

dimostrato con dei fatti ( non basta l'etichetta...anche i Romani potevano adottare

come figlio un giovane amante, anzi lo ha fatto pure Zeffirelli quindi tutto è possibile

ma è un uso deformato di un altro istituto )

 

Non è questione che io sia ostile alla possibilità, è che l'unico esempio

di cui si possa dire qualcosa a livello di ipotesi risale al 300 DC....e riguarda

un periodo in cui la società non era ancora cristianizzata, tanto è vero che i

protagonisti vengono martirizzati

 

Insomma la teoria di Boswell è attualmente indimostrata e resta una ipotesi

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unmondomigliore

mi piacerebbe leggere qualche libro sull'argomento... :)

 

per ora ho trovato ''secondo natura : la bisessualità nel mondo antico''...ma credo parli dell'omosessualità nel mondo greco e romano, e non nell'età tardoantica... 

Edited by unmondomigliore
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Beh no, matrimonio è un termine che non mi puoi proprio usare
su questi presupposti, perchè il matrimonio il sesso lo presuppone
( anzi il cristianesimo lo impone addirittura in chiave etero )
 

 

Ho usato il termine "matrimonio" solo a scopo esemplificativo, è ovvio che è improprio.

Ad ogni modo il matrimonio cristiano non "presuppone" il sesso, piuttosto è un'istituzione il cui fine è incanalare la libido sessuale (che di per sé è negativa, quando non sublimata; il matrimonio è quindi il male minore, per l'essere umano laico, secondo la dottrina cattolica). Il "crescete e moltiplicatevi" del Genesi è ancora sostrato semitico pre-cattolico, ed era un precetto, ancora una volta, riferito alla situazione del popolo ebraico che doveva sopravvivere in condizioni ostili.

Il papa vietava l'uso del preservativo non per favorire la sovrappopolazione, ma per disincentivare la promiscuità sessuale.

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Veramente la non consumazione sessuale del matrimonio è

motivo di nullità canonica, insieme all'impotenza etc.

Non nego una possibile origine ebraica, ma non si può parlare

di "sostrato" è un requisito di validità del matrimonio cattolico

l'argomento di Boswell è un altro, ai tempi non sarebbe esistito

( per nessuno ) un matrimonio cattolico in senso stretto

 

La tesi di Boswell in effetti è che a quei tempi la chiesa non aveva

ancora definito la sacramentalità del matrimonio e che ai tempi dei

Romani "amicizia" fra maschi fosse un eufemismo per dire "matrimonio"

( vedi Adriano e Antinoo etc ) quindi il Cristianesimo avrebbe potuto

benedire delle unioni di quel tipo, incentivandone la castità

 

Il limite della tesi di Boswell, sta nel fatto che se questo è vero sarebbe

dimostrata una continuità fra paganesimo e cristianesimo, ma il cristianesimo

avrebbe ereditato qualcosa che c'era ( omofilia pagana ) iniziando da subito

a condannare la sessualità gay ( non avendo ancora il potere di vietarla )

 

Certo si dimostrerebbe che gli omosessuali non sono totalmente emarginati

o immediatamente emarginati ma il buon senso ci dice che questo sarebbe

avvenuto perchè il cristianesimo va ad incidere su una società omofila e ci

deve fare i conti ( denotando però fin dall'inizio dei segnali negativi )

 

Se questo è vero -a mio avviso- l'affratellamento cristiano consente ai gay

cristiani di rendersi "presentabili" alla loro comunità con margini sempre più

ristretti a partire dal IV DC

 

 


mi piacerebbe leggere qualche libro sull'argomento... :)

 

Il libro da leggere è same sex unions in premodern europe

di John Boswell

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Il limite della tesi di Boswell, sta nel fatto che se questo è vero sarebbe
dimostrata una continuità fra paganesimo e cristianesimo, ma il cristianesimo
avrebbe ereditato qualcosa che c'era ( omofilia pagana ) iniziando da subito
a condannare la sessualità gay ( non avendo ancora il potere di vietarla )

 

Oltre all'omofilia pagana, il cristianesimo ha ereditato anche una buona dose di omofobia pagana, sulla quale molti, letterati e non, preferiscono tacere per carità di gender...(ripeto: a Roma, dopo la lex Scatinia, per esempio, se non avevi 10000 sesterzi, il culo non lo potevi dare, e comunque venivi ritenuto un civis indegno - per esempio -)

La "sessualità gay" inoltre si sviluppa tra fine del XX e inizio del XXI secolo: pratiche come il fisting, l'uso del popper per dilatare più agevolmente l'ano, e tante altre cose, non facevano parte del mondo dell'omosessualità antica (generalizzando con questo termine le pratiche dei Greci e Romani in tutto il corso della loro storia - ma credo che il discorso possa universalizzarsi...)

Dunque la Chiesa non poteva condannare i rapporti gay, semplicemente perché non esistevano!

Esisteva però l'omosessualità, che la Chiesa comincia a condannare in modo deciso dopo circa un millennio, perché le attribuisce la corruzione dei costumi e della morale a causa di una promiscuità ormai pervasiva, in ecclesia et extra ecclesiam.

Il Damiani è il primo ad avere il coraggio di denunciare il tutto, ma viene ritenuto un fanatico, persino dal papa dell'epoca (molto istruttivo lo scambio epistolare fra i due, che consiglio a tutti di leggere), che con diplomazia consumata prende le dovute distanze dal furore omofobo del Damani...

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unmondomigliore

beh un segno inconfutabile dell'omofobia pagana è Platone, che arriva a proporre l'abolizione dell'omosessualità in uno dei suoi dialoghi della vecchiaia. Quindi è senz'altro vero che l'omofobia ha radici più profonde del cristianesimo...

 

http://virquiadest.wordpress.com/2012/11/07/lo-sconosciuto-platone-che-condanna-lomosessualita/

 

«La promiscuità sessuale è tipica di taluni ambienti aristocratici ateniesi e Platone ci racconta anche questo. Eppure più che il soddisfacimento delle nostre pruderie storiche dovrebbe interessarci ciò che Platone ha davvero scritto sull’omosessualità: quattrocento anni prima di Cristo e duemilaquattrocento anni prima del Catechismo della Chiesa cattolica, Platone scrive che l’omosessualità è «contro natura». Nelle Leggi (636, c), ad esempio, si legge testualmente: «Il piacere di uomini con uomini e donne con donne è contro natura e tale atto temerario nasce dall’incapacità di dominare il piacere».

Edited by unmondomigliore
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@unmondomigliore Stavolta devo correggerti, nelle religioni pagane, in special modo quelle classiche, sono gli dei stessi ad avere rapporti omosessuali ( Apollo con Giacinto o Giove con Ganimede ) e non ci sono regole o precetti religiosi che condannano l'omosessualità, semmai, sia da parte greca che romana, si condannava l'effemminatezza vista come sinonimo di debolezza, stessa cosa valeva per le donne ( ricorda che la società greca e quella romana erano fortemente maschiliste ) ma non era una condanna per motivi religiosi, ma solo questione di mentalità, ma mai ci fu condanna dell'omosessualità in sé ( che faceva anche parte di riti iniziatici in Grecia, i romani erano più concreti e la vedevano come una semplice inclinazione, meno artisticamente quindi dei greci ), un uomo non era tale se prima non aveva ricevuto la " mascolinità " da un altro uomo...Platone era un filosofo, di conseguenza espone solo una semplice idea, un pensiero personale e in nessun modo può essere considerato espressione di un pensiero generale e comune... 

Edited by Gabry18
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@Gabry, c'è poco da correggere, ma semmai da integrare. L'omofobia pagana è un dato di fatto, e non consiste solo nella condanna senile platonica, peraltro frutto di un'evoluzione cominciata già dal Simposio, almeno (altro che singolo pensiero, è il più importante filosofo dell'occidente che si scaglia contro l'omosessualità, attraverso un percorso articolato e coerente...).

Vi dovete mettere in testa due o tre cose:

1) la "classicità" gay friendly è un mito per anime "belle". La sua funzione è consolare con un'immagine tipo Lost Paradise le frustrazioni del presente...(frustrazioni relative, perché, a parte la questione della "implementazione" dei diritti civili, in nessuna epoca della storia universale un omosessuale ha mai goduto di tanta libertà, rispetto e tutela (chiaramente parliamo di paesi democratici, non dell'Uganda o dell'Iran), come oggi

2) la Chiesa Cattolica come capro espiatorio dell'omofobia è una banalizzazione politica che devia l'attenzione dalla vera omofobia, che è di origine sociale e psicologica (secondo alcuni addirittura biologica...)

3) l'equazione omosessualità antica=gayezza moderna è un sesquipedale falso storico, oltre che una ormai stucchevole manipolazione ideologica. Anche l'effeminatissimo Agatone, o il più passivo dei malakoi o degli arsenokoitai, di fronte alla proposta di un fisting si sarebbe ritratto con ribrezzo, considerandolo quantomeno una pratica da barbari (e quindi da subumani, secondo il concetto che avevano gli Antichi di "barbarie").

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beh un segno inconfutabile dell'omofobia pagana è Platone, che arriva a proporre l'abolizione dell'omosessualità in uno dei suoi dialoghi della vecchiaia. Quindi è senz'altro vero che l'omofobia ha radici più profonde del cristianesimo...

 

La tua fonte è un blog in cui si parla del potere della grazia

secondo Papa Francesco....che a sua volta cita un libro di

tal Francesco Colafemmina, che tiene un blog Fides et Forma

ed ha scritto un libro sul matrimonio nella grecia classica

 

E rilasciato questa intervista a Tempi

http://www.tempi.it/il-mio-casto-etero-matrimonio-greco#.UvTEVvl5NGs

 

State attenti a ciò che leggete....

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