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Thailandia, il governo dichiara lo stato d'emergenza


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Il governo thailandese ha dichiarato lo stato d'emergenza a Bangkok e nelle province vicine per far fronte ai disordini e alle proteste dell'opposizione, che da mesi chiede le dimissioni del premier Yingluck Shinawatra.

 

Lo stato d'emergenza è stato deciso dopo ulteriori violenze nel centro della capitale, come il lancio di granate da parte di un gruppo di ignoti sui manifestanti.

 

Lo stato d'emergenza amplia i poteri al governo, che potrà censurare i mezzi d'informazione, vietare riunioni pubbliche e arrestare sospetti senza accuse. Il decreto inoltre permette di dichiarare il coprifuoco e vietare l'accesso ad alcune strade di Bangkok. Il controllo sarà effettuato dalla polizia e dall'esercito.

 

Le proteste anti-governative sono iniziate da qualche mese e il motivo scatenante delle contestazioni è la legge di amnistia proposta dal governo per richiamare dall'esilio l'ex premier Thaksin Shinawatra, senza che sconti la sua condanna per corruzione. L'opposizione dichiara di boicottare le prossime elezioni. Guidata da Suthep Thaugsuban, ex parlamentare del Partito democratico thailandese, chiede le dimissioni del governo, la sospensione della democrazia parlamentare e la nomina di un "Consiglio del popolo" senza passare per le elezioni. Alcuni commentatori lo hanno definito "fascista". Mentre il Bangkok Post ritiene che né il governo né l'opposizione abbiano la soluzione alla crisi politica del paese.

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