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Test sugli animali


Rookie92

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ma in quanto appartenente alla specie umana preferisco che sia la mia stessa razza a sopravvivere e non altre...

 

La scienza stessa ha provato che non esistono le razze... Le stragi razziali vengono attuate sempre partendo dai più deboli, e noi sottomettiamo in certo qual senso gli animali che non possono difendesi o dire la loro.

Ora mi rendo conto che quello che ho appena scritto può risultare assurdo, ma se pensiamo che la cosmetologia ogni anno fa strage di conigli per testare i loro prodotti...

insomma per ottenere qualcosa bisogna essere estremisti, e per fortuna che ci sono gli animalisti! senza di loro ci sarebbero un sacco di animali maltrattati.

è inutile discutere sui test animali perchè non smetteranno mai di farli, siamo troppo egoisti per rinunciare alla nostra vita così preferiamo uccidere per stare meglio.

detto questo mi aspetto un sacco di insulti xD 

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@Maggot no, nessun insulto, hai ragione.... io preferirei ammazzare il primo che passa se solo avessi la certezza che questo mi garantisca il proseguimento della mia esistenza....

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sì Mercante, ho letto le cose che giustamente dici.

e, ovviamente, figuriamoci se posso darti io una risposta.

però, mi sembra, che "l'arcinoto metodo galileiano" non prevedesse, almeno per colui che ne è stato l'iniziatore, qualcosa come una sperimentazione animale, bensì l'osservazione di un fenomeno fisico, la formulazione di un'ipotesi, l'esperimento atto a spiegare le cause del fenomeno nonché la rispondenza dell'ipotesi con una qualche verità certa, dunque la formulazione di una legge, di una teoria.

galileo era un fisico, astronomo e matematico.

insomma, qui il problema non è soltanto scientifico, ma etico: l'animale non è un cannocchiale.

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La scienza stessa ha provato che non esistono le razze...

 

Ora come faccio a dire a quel padrone che un Pincher è uguale a un Alano? 

Le razze sono quei gruppi di animali che hanno dei caratteri ereditari in comune che li identificano come sottoinsieme a sé nell'ambito della stessa specie.

Un conto è l'uomo con la sua malvagità che stabilisce che certe persone o animali in virtù della loro razza siano deboli e quindi fa razzismo.. ma dire che le razze non esistono al pari che non esiste la Selezione Naturale in natura.. beh Darwin di rivolta nella tomba. 

 

Ma alla fine l'etica cosa è? Quello che va bene a tutti? O quello che va bene agli ipocriti? :) 

Per dire che ci sono tante definizioni di etica.. come ci sono tanti modi per definire la scienza.. dal cannocchiale allo studio delle staminali. 

Se non fosse per quel topo che ha riacquistato l'udito grazie alle staminali.. io non avrei certo la speranza un giorno di riacquistare l'udito come un cieco di riacquistare la vista o un paraplegico di riacquistare la capacità di camminare. 

Edited by yalen86
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Ora come faccio a dire a quel padrone che un Pincher è uguale a un Alano? 

 

Non hai letto bene, quello che ho scritto era riferito alla quote:

 

 

 


ma in quanto appartenente alla specie umana preferisco che sia la mia stessa razza a sopravvivere e non altre...
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Perché no?

A che servono pedofili, stupratori, assassini e mafiosi

Se non a questi scopi?

Liberiamo pure le carceri.. Due piccioni....

 

Per le industrie farmaceutiche sarebbe un bel risparmio!

E' così che la Bayern ha fatto la sua fortuna:

sperimentando nei campi di concentramento.

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Mercante di Luce

sì Mercante, ho letto le cose che giustamente dici.

e, ovviamente, figuriamoci se posso darti io una risposta.

però, mi sembra, che "l'arcinoto metodo galileiano" non prevedesse, almeno per colui che ne è stato l'iniziatore, qualcosa come una sperimentazione animale, bensì l'osservazione di un fenomeno fisico, la formulazione di un'ipotesi, l'esperimento atto a spiegare le cause del fenomeno nonché la rispondenza dell'ipotesi con una qualche verità certa, dunque la formulazione di una legge, di una teoria.

galileo era un fisico, astronomo e matematico.

insomma, qui il problema non è soltanto scientifico, ma etico: l'animale non è un cannocchiale.

Non bisogna confondere il metodo con la sua applicazione.

Ai tempi di Galileo nemmeno esisteva la ricerca biomedica, mentre sono tantissimi gli ambiti della scienza non toccati da Galileo.

Questo perché è l'applicazione del metodo scientifico che definisce la scienza, non il contrario.

I problemi etici esistono, ma esistono dei comitati atti a trattarne per regolamentare la scienza.

Non è un caso che questi comitati etici e bioetici abbiano spesso a che fare con le ricerche sulla SLA e poco con quelle sul Bosone di Higgs.

E le regolamentazioni nei confronti delle sperimentazioni esistono e sono tantissime in Europa.

Senza contare che, checché se ne dica, forme di sperimentazione sostitutive a quella animale non esistono. E lo sostiene la comunità scientifica pressoché all'unanimità.

I cosiddetti "metodi alternativi" sono per lo più complementari e vengono già utilizzati al massimo delle loro possibilità.

Nel momento in cui si troveranno metodi più affidabili e eticamente più accettabili sarò il primo a gioire, ma fino a quel giorno la ricerca tramite la S.A. sarà irrinunciabile.

Lanciando una provocazione: Inviterei chiunque si professi contrario alla sperimentazione animale, oltre ad essere vegano per ovvi motivi etici riguardanti l'allevamento, a curarsi esclusivamente con medicine "Cruelty free".

Scommetto che si troverebbero percentuali di guarigione molto simili ai farmaci placebo.

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@Mercantediluce

 

leggi che limitano la sperimentazione animale - ad esempio, il divieto di sperimentare e importare da paesi fuori dalla U.E. ingredienti cosmetici testati su animali - sono già entrate in vigore, in europa. (questo anche per rispondere a chi nega si possa ragionare sulla questione in termini altri da una dicotomia manichea secondo la quale la S.A., o la si rigetta perché è un male, o la si accetta perché è un bene, in toto).

e, di recente, la stessa unione europea ha approvato un programma (horizon 2020), che stanzierà nei prossimi sei anni finanziamenti pari a 70 miliardi di euro a favori di enti pubblici e privati in grado di fare ricerca e sperimentare senza ricorrere più ai test su animali (quanto ai metodi alternativi - tessuti umani in vitro, microingegneria, laboratori robotici e quant'altro mi è capitato di leggere -, finché esiste qualcosa come una "ricerca", credo sia legittimo ritenere che non si sia né si possa arrivare, mai, ad affermare, una volta per tutte, che tali metodi sono già utilizzati al massimo delle loro possibilità: è insita nella ricerca una potenzialità illimitata, fino a prova contraria, di progredire).

un bel mucchietto, comunque, ne converrai, per sperare sia possibile rinunciare a una pratica che, fino a oggi, come dici tu, è stata e continua a essere considerata da molti come irrinunciabile.

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Mercante di Luce

Ovviamente io non sostengo che i metodi alternativi siano utilizzati al massimo delle loro possibilità future, ma al massimo di quelle attuali.

E attualmente, al contrario di ciò che sostiene qualcuno, non esiste di fatto nessun metodo alternativo che sia anche sostitutivo (altrimenti non si spiegherebbe la ricerca, no?)!

Non per niente ho scritto chiaramente che nel momento in cui si troverà un modo per rendere obsoleta la S.A. sarò felicissimo anche io!

Purtroppo però sperimentare su tessuto in vitro e in vivo non è la stessa cosa e nel momento in cui i metodi si evolveranno ancora temo che entreranno in campo altri interrogativi etici da non sottovalutare (coltura di organi clonati, ad esempio...).

Trovo sia giustissimo ci sia una ricerca nel campo dei metodi alternativi ed è vero che il problema ha mille sfumature.

Sulla cosmesi si sono potute stringere le maglie perché non si tratta di prodotti da cui dipendono delle vite, mentre per quanto riguarda la ricerca biomedica si mettono sul piatto della bilancia tante vite umane contro molti esperimenti su animali (che non è assolutamente detto che portino alla morte).

Si capisce bene che il rapporto è un po' diverso. 

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Sulla cosmesi si sono potute stringere le maglie perché non si tratta di prodotti da cui dipendono delle vite, mentre per quanto riguarda la ricerca biomedica si mettono sul piatto della bilancia tante vite umane contro molti esperimenti su animali (che non è assolutamente detto che portino alla morte).

Si capisce bene che il rapporto è un po' diverso. 

 

a me sembra già un passo avanti.

poi un conto, certo, è immettere sul mercato un rossetto facendo diventare cieco un coniglio, un conto è sacrificare un topo per salvare una vita umana.

... infine, forse non ho capito bene: il "non è assolutamente detto che portino alla morte" è riferito agli animali da laboratorio, intendi cioè la morte di questi animali, giusto?

se così, a un animale costretto a vivere in una gabbia dal principio alla fine della sua vita, io gli auguro la morte.

se non, come non detto.

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Mercante di Luce

Sì, mi riferivo agli animali usati per sperimentazione.

Che non sono solamente Beagle e topolini bianchi, ma anche pesci, insetti e animali lontani dalla propaganda perché poco disneyani per cui diventa difficile parlare di "vita in gabbia".

E questi animali sono spesso trattati molto meglio che in natura, per quanto riguarda i roditori, o in un canile, per i cani.

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va bene.

non la penso come te.

e non la pensano come te, altri.

ma attribuire una pietà per così dire disneyana nei confronti soltanto di certi animali e non degli esseri animali in sé a quelli che non la pensano come te è negare superficialmente le ragioni di un discorso, invece, a mio parere, più complesso.

 

discorso sul quale, da secoli, hanno detto la loro fior fior di scienziati, filosofi, scrittori, da ogni latitudine del globo.

e prima ancora che quel genio di disney venisse alla luce.

 

fermo restando, per me, che un essere umano, poi, non necessariamente ha più diritto a essere libero di un insetto.

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La sperimentazione animale uccide una percentuale di topi

talmente trascurabile rispetto a quelli che i nostri Comuni

ammazzano con la derattizzazione che viene da chiedersi

perché gli animalisti se la prendano contro la ricerca scientifica

e non contro chi mette le esche avvelenate nelle strade.

 

Grandissimo :D

C'è da dire che però che sulle cavie vengono innestati tumori, somministrati analgesici finché non sono lì lì per schiattare e li si defibrilla quando stanno per esalare l'ultimo respiro eccetera. 

Insomma il punto è proprio questo rookie92....

 

Ovvio dire che la sperimentazione deve avere dei limiti nel rispetto degli animali, ma se è per il bene comune.....

 

che la sperimentazione non conosce dei "limiti" ben definiti. 

 

Perché no?

A che servono pedofili, stupratori, assassini e mafiosi

Se non a questi scopi?

Liberiamo pure le carceri.. Due piccioni....

 

Be, a prendere sul serio le tue posizioni antispeciste faby, non si capisce perché proprio assassini e mafiosi dovrebbero essere i migliori "candidati" alle sperimentazioni. Voglio dire, si può ridurre in fin di vita lo stupratore mentre il ratto (che spesso si pappa i suoi tenerissimi cuccioli) dev'essere esentato dal ruolo di cavia?

Edited by schopy
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fermo restando, per me, che un essere umano, poi, non necessariamente ha più diritto a essere libero di un insetto.

 

ma per favore. E' ridicolo attribuire ad una forma di vita non umana qualità e virtù tipicamente umane.

Che senso ha farsi grandi domande a proposito della libertà, non dico dell'invertebrato, ma anche di alcuni vertebrati, paragonandola alla libertà umana? E lo dico proprio perché leggo fior fior di filosofi che speculano sul tema, e son piuttosto convinto che si possa parlare di comportamento "libero" solo limitatamente a poche specie.

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@schopy

 

per quello che vale, Sua Altezza Filosofa dei miei Sandali Rotti, esiste qualcosa chiamato come "diritto degli animali", la cui dichiarazione universale è stata formalmente sancita dall'unesco sul finire degli anni settanta.

l'animale vi è addirittura descritto come "soggetto della propria vita" e "portatore di interessi".

come si sia potuti arrivare a una simile scempiaggine?

da pitagora a voltaire, da bentham a schopenhauer, passando per bobbio, fino ad arrivare a singer.

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esiste qualcosa chiamato come "diritto degli animali", la cui dichiarazione universale è stata formalmente sancita dall'Unesco sul finire degli anni settanta. L'animale vi è addirittura descritto come "soggetto della propria vita" e "portatore di interessi".

Come si sia potuti arrivare a una simile scempiaggine?

Da Pitagora a Voltaire, da Bentham a Schopenhauer, passando per Bobbio, fino ad arrivare a Singer.

 

Perdonami, ma la simpatia dei pensatori che tu citi per i nostri amici a quattro zampe non ha a che vedere (a quel che ricordo) con argomentazioni, a mio avviso, molto convincenti. In particolare certe idee di Singer a proposito dell'aborto e dell'infanticidio sono  aberranti, ragion per cui fatico a seguirlo quando fa l'animalista.

Probabilmente sono ottuso, ma se pure l'animale è "soggetto della propria vita" non capisco come tu possa parlare di "libertà" in relazione a forme di vita che non ne sono portatrici. Voglio dire, se anche fido è "portatore di interessi" non credo si possano seriamente porre conflitti etici, o morali, quando siano in gioco da un lato l'integrità di una persona e dall'altro quella di un animale.

 

Ciò non toglie che forse molte sperimentazioni condotte oggi su animali possano rivelarsi dispendiose, eccessivamente lunghe etc... e che magari non sia più conveniente procedere alla sperimentazione su tessuti umani, dove non è coinvolta nessuna vita e siam tutti più tranquilli.

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perdonato, anche se singer è l'ultimo di una lunga lista.

(tra quelli citati, è l'unico, poi, di cui non ho letto nulla).

 

ovvio che come per la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo si può dire, purtroppo, che non sia altro da un bel pezzo di carta, così pure, tanto più, si può dire per la dichiarazione universale dei diritti dell'animale.

 

il mio intervento aveva un unico scopo: la riflessione filosofica sul tema è vasta, e non si può tagliare corto sulla questione se attribuire o meno, e se sì in quale misura, all'animale qualche diritto fondamentale alla pari con l'uomo.

ovvio, pure, che la libertà dell'uomo è un universo, se paragonata a quella di qualsiasi altro animale.

ma se si riconosce a un essere vivente il fatto di essere "soggetto della propria vita", gli si riconosce implicitamente una qualche capacità di autodeterminarsi, e la capacità di autodeterminazione è tra le prime cui fa riferimento il concetto di libertà.

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Mercante di Luce

 

 


ma attribuire una pietà per così dire disneyana nei confronti soltanto di certi animali e non degli esseri animali in sé a quelli che non la pensano come te è negare superficialmente le ragioni di un discorso, invece, a mio parere, più complesso.

Non ho detto questo, assolutamente.

Ho detto che la propaganda anti S.A. fa molta leva su candide cavie e teneri cagnolini lasciando da parte animali anche più utilizzati.

Non ho nemmeno detto che le critiche mosse alla S.A. siano dovute ad un'empatia verso Bambi.

E non dico che gli animali su cui si sperimenta stiano bene, ma non sono nemmeno tenuti in dei lager come spesso la stessa propaganda di sopra fa passare.

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AndrejMolov89

La questione è semplice: il consenso della comunità scientifica in campo biomedico è unanime sull'insostituibilità delle cavie animali nella creazione di un nuovo farmaco. O il 95 % degli scienziati sono incompetenti, o non ci sono prove che dimostrino il contrario e non è una falsa dicotomia è un dato di realtà. 
Inoltre le fasi della sperimentazioni sono a filtraggio: cioè prima simulazioni in silico, poi in vitro, poi animale e umana, questo iter di sperimentazione è molto lungo, si parla di 20 anni per farmaco se va bene con un investimento in soldi sull'ordine di grandezza di 10^6 euro, se non di più. 
Tutti i farmaci in giro sono testati sugli animali, quelli che non lo sono, sono stati testati sugli ebrei, omosessuali e zingari. 
Altra questione, puramente scientifica, perché non si possono usare gli stupratori eccetera? Prima cosa per il falso positivo, cioè, se uno è innocente e lo si uccide, non è etico, seconda cosa gli animali usati nella ricerca sono prodotti, hanno caratteristiche geniche omogenee, e sono mantenuti in condizioni costanti e in assenza di stress ambientale, questo permette di mantenere una certo grado di esclusione di fattori esterni quando si testa un farmaco su un animale. Non esistono sperimentazioni animali invasive senza anestesia, amenoché non vogliate che anche per un iniezione o un prelievo di sangue venga fatta un'anestesia che sarebbe un inutile inoculazione di sostanze che in dosi massicce portano alla morte la cavia ben più rapidamente. 
La questione è molto semplice, la gran parte delle persone parlano di cose che non gli competono e pretendono di saperne di più di persone che si sono fatti 30 anni di ricerca, studi e cose varie: questo è assolutamente ingiusto, si potrebbe discutere dell'eticità della pratica e fare dei compromessi tra necessità scientifiche ed etiche, cosa per altro fatta con la normativa europea che in Italia si vuole sostituire con una che di fatto impedisce ai ricercatori biomedici di fare ricerca. Poi non lamentiamoci che in Italia se ne vanno i cervelli, mi pare che chi è competente dia molto fastidio, e anzi si spinga molto ferocemente alla sua uscita dal paese. 
Volete discutere di etica, lo si faccia con una certa coscienza scientifica, senza pisciare fuori dal vaso.

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Tutti i farmaci in giro sono testati sugli animali, quelli che non lo sono, sono stati testati sugli ebrei, omosessuali e zingari. 

 

non è vero. ci sono farmaci fatti da anticorpi umani che non ha senso testarli su animali perchè negli animali verrebbero attaccati dal loro sistema immunitario.

Edited by marco7
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Lanciando una provocazione: Inviterei chiunque si professi contrario alla sperimentazione animale, oltre ad essere vegano per ovvi motivi etici riguardanti l'allevamento, a curarsi esclusivamente con medicine "Cruelty free".

Questa argomentazione va al centro, o meglio al punto finale, della questione.

 

Ma....

e, di recente, la stessa unione europea ha approvato un programma (horizon 2020), che stanzierà nei prossimi sei anni finanziamenti pari a 70 miliardi di euro a favori di enti pubblici e privati in grado di fare ricerca e sperimentare senza ricorrere più ai test su animali (quanto ai metodi alternativi - tessuti umani in vitro, microingegneria, laboratori robotici e quant'altro mi è capitato di leggere -, finché esiste qualcosa come una "ricerca", credo sia legittimo ritenere che non si sia né si possa arrivare, mai, ad affermare, una volta per tutte, che tali metodi sono già utilizzati al massimo delle loro possibilità: è insita nella ricerca una potenzialità illimitata, fino a prova contraria, di progredire).

un bel mucchietto, comunque, ne converrai, per sperare sia possibile rinunciare a una pratica

ha ragione anche Bastian, in parte. Sbagliata, almeno attualmente, è la sua conclusione, cioè che si possa sperare che si possa «rinunciare» alla pratica, la SA, che, per ragioni abbastanza evidenti, potrà forse essere limitata, ma non abolita. Tuttavia l'esigenza etica che ti anima non è da schernire, né da negare.

 

È l'esigenza etica che va mantenuta, anche se non può essere tradotta in pratica, e con la consapevolezza che non può esserlo, se non in aspetti laterali, o limitati. Avremo un'umanità migliore se ci saranno persone in grado di avvertire il problema - irrisolvibile, ma cui vanno certamente affiancati atti che limitino la sofferenza degli animali o il numero di animali coinvolti. Semplicemente perché questa attenzione e questa esigenza (accompagnate da quella consapevolezza) promuovono la moralità umana.

Edited by Isher
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AndrejMolov89

@Isher hai fatto un post stupendo :D
Secondo me bisogni porsi il problema etico sempre e comunque, però quest'ultimo deve far fronte a dei dati di realtà. Si potrebbero fare dei paralleli anche con lo sfruttamento delle risorse terrestri o altre attività umane che hanno un grande impatto ambientale: io voglio che ci sia etica quando si pensa ad un progetto di ricerca o di sfruttamento delle risorse, ma quello che auspico è che il problema per risolversi non debba soffocare una delle due voci. Cioè, secondo me è giusto che ci siano persone che chiedano etica in questa pratica border line, come è giusto che le persone competenti possano dire quali sono i loro limiti e cosa succederebbe se si bloccasse in tronco una determinata pratica, cioè è un agire responsabilmente cercando di massimizzare l'agire etico in funzione di dati di realtà.

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@greed

non penso che rookie, aprendo il topic, richiedesse un intervento esclusivamente da chi, illuminato da una scrupolosa coscienza scientifica, avesse le competenze necessarie per non pisciare fuori dal vaso.

 

paesi, in fatto di ricerca, molto più evoluti di noi, perseguono la strada dei cosiddetti metodi alternativi.

 

se i cervelli fuggono dall'italia è perché in italia non si finanzia adeguatamente - per non dire: affatto - la ricerca.

(e, ormai, fuggono persino gli stupidi).

 

quanto al presunto 5% della comunità scientifica che disapproverebbe la sperimentazione animale, linko alcune testimonianze:

 

http://www.stopvivisection.eu/it/content/citazioni-di-scienziati-e-studiosi

 

(se anche fosse così ampia, poi, la forbice tra scienziati convinti dell'insostituibilità delle cavie animali e scienziati convinti del contrario, superfluo ricordare che l'essere minoranza non necessariamente comporta l'essere in difetto).

 

@isher

solo per ribadire che, nelle parole da te citate, m'azzardavo non a caso a parlare di "speranza".

una limitazione, mi sembra di aver capito, sia già realtà.

e a me, profana, fa piacere.

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Michiru Kaioh

Io sono contraria. Chi ha dato all'uomo il potere di far soffrire altri esseri viventi per salvarsi la pelle, o peggio, per fare più belle le femmine della propria specie? E' giusto massacrare degli esseri viventi ai fine della ricerca scientifica? La maggior parte dei "ricercatori" è gente spietata che sfoga la propria aggressività sul cucciolo o sull'adulto giustificandosi dicendo: "Lo faccio a fin di bene". Proprio oggi si parlava in antropologia culturale di come l'uomo sfoghi la sua aggressività verso gli animali cercando poi di pulire la propria coscienza trovando una scusa plausibile. Serve davvero la vivisezione? Credete davvero che un topo sia come un uomo?

Se è davvero per il bene dell'umanità perché non si vivisezionano loro? Non c'è nessuna ragione al mondo, nemmeno la morte, che giustifica l'atroce sofferenza a cui molti animali vengono sottoposti. Lo dico mettendomi nei panni degli animali e dei malati. Un malato umano no meriterebbe di morire tra atroci sofferenze quanto non lo merita un animale innocuo.

Stesso discorso vale per le pellicce, pochi hanno davvero idea di come vengano prodotte, ma io ho ancora davanti agli occhi le immagini di come vengono tolte gli animali (anche lì senza colpa) per coprire le nostre dame vanitose e super chic. Vorrei vedere se esseri superiori lo facessero ai loro figli. Vorrei vedere se sono ancora dell'idea che il fine giustifica il mezzzo. Idem per il cibo. Io mangio carne, mi piace la carne, ma ho eliminato diversi tipi di piatti: tutti quelli che richiedono una lenta e prolungata agonia dell'animale per soddisfare le nostre avide papille gustative. In effetti il mio pensiero è questo: se l'animale è destinato a morire, almeno lo si faccia morire senza farlo soffrire. I metodi alternativi esistono, ma crollerebbe un enorme cerchio di affari. Solo per fare un esempio: ricordate dieci anni fa, quando si diceva che non c'era metodo alternativo alla benzina per fare andare le macchine? Chi lo diceva veniva deriso o sabotato, ora che il pianeta è in pericolo e con esso l'uomo, spuntano nuovi, aggiornatissimi progetti non inquinanti che non richiedono l'uso della benzina. Coincidenze? O semplici giochi di potere che si nascondono dietro commoventi facciate di umanità?

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Se pensate che i ricercatori siano persone sadiche vivete in un mondo immaginario che non ha nulla a che vedere col mondo reale.

Il punto è che si possono snocciolare dati fuori dal contesto ma il fatto è uno: attualmente non esistono alternative alla sperimentazione animale.

Non ho ricevuto risposte alla domanda "qual è l'alternativa alla sperimentazione di stent e pacemaker?"

Io tra salvare topi e malati sceglierò sempre i malati, se per voi è il contrario lo trovo veramente inquietante.

Visto che esce sempre fuori l'argomento sulle cavie umane ci sono anche argomenti seri oltre a quelli etici. Ad esempio il ciclo vitale nei topi è molto più breve.

Edited by coeranos
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