francescocristofori Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Ho scritto un articoletto che vorrei condividere con voi. E' un po' provocatorio. Ditemi cosa ne pensate :) http://francescocristofori.wordpress.com/2014/02/08/omosessualita-e-ghettizzazione-serve-davvero-una-cultura-lgbt/?preview=true&preview_id=653&preview_nonce=3bc0ded967&post_format=standard Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Provocatorio per chi? Per un etero no di sicuro.... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Angelo1900 Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Quindi, ML King non avrebbe dovuto marciare in Washington, per sostenere i diritti e l'uguaglianza di chi di colore? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
AlessandraTx Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Ho letto l'articolo e mi è piaciuto moltissimo ^^ Però voglio drti che spesso è la vergogna che ci frega. Già per me fare coming out sarebbe un'impresa perché sono molto vergognosa e preoccupata dei giudizi della gente e sa quanta altra gente c'è che vive questa condizione come me? Un'infinità. Lo spazio che ci siamo creati, quello di una cominità gay è proprio per sopperire alla mancanza di sicurezza dettata da una società in cui l'omofobia e la transfobia hanno ancora un ruolo predominante nella definizione delle categorie. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
coeranos Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Direi che quell'articolo è un immenso straw man. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Dreamer_93 Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Voglio rispondere in modo costruttivo al tuo articolo "siamo sicuri che continuare a pensare il mondo gay come un’entità a sé stante, avulsa da quello “normale” sia giusto?"ovviamente no. "In breve, se sia giusto o meno continuare a parlare di associazioni LGBT, gay pride, in generale appunto di universo omosessuale e imparare a conoscerlo, tollerarlo, accarezzarlo appena, per poi ritornare con la consapevolezza di non appartenervi al proprio universo parallelo, quello etero, sia l’approccio giusto da utilizzare nel rapporto all’omosessualità?" Le associazioni LGBT, i gay pride e tutto il resto sono strumenti non aggiuntivi ma fondamentali per poter arrivare a un sistema paritario, diciamo. Non è un capriccio, e non capisco cosa tu intenda con ritorno al proprio universo parallelo, quello etero. Il mondo è unico è non vi è una separazione dei mondi etero e gay. Qui si parla solo di una distorsione dei diritti di una comunità, che in questo caso è quella omosessuale. Una volta raggiunto un livello di parità non sarà più necessario (in teoria) avere associazioni e così via. "Tendenzialmente è questo quello che facciamo: ci riuniamo in comunità e piano piano, i nostri amici diventano soltanto quelli col nostro orientamento sessuale, i nostri gusti in fatto di musica diventano quelli che lo stereotipo gay comanda, diventiamo dei perfetti omosessuali, delle macchiette predefinite e aderiamo in toto ad un modello che anche se non era quello in partenza nostro, ci garantisce riconoscibilità e forse addirittura una certa autorevolezza sociale".In teoria non hai ragione: di fatto ci sono molti casi in cui questo non avviene : ho pochi amici gay, quasi tutti etero, i miei gusti non dipendono dagli stereotipi gay, non mi riconosco in quanto gay ma in quanto Andrea.In pratica capitano i casi da te citati, ma d'altronde capitano in generale, non solo per la comunità gay. Qui quindi la critica non va fatta alla "ghettizzazione omosessuale" ma alla società. O no?In questo modo la separazione di cui parli avviene solo grazie a stereotipi, da ambo i lati. "E’ davvero utile continuare a intendere L’universo LGBT come al di fuori da quello etero, riunirsi in arcigay, associazioni, locali, squadre di calcio, cori solo per omosessuali?" Le riunioni in arcigay sono fondamentali per chi ne ha bisogno: non è necessario che tutti gli omosessuali si riuniscano, ovviamente. Una identità però è necessaria, basta solo vedere il caso Sochi. Abbiamo modo di protestare in modo organizzato.Per i locali è un altro discorso, di tipo probabilistico: sono necessari al fine di raggiungere lo scopo di trovare persone come noi nel minor tempo possibile.Se vai in una discoteca classica non è impossibile, ma è molto poco probabile. Sei d'accordo?Squadre di calcio: ci sono pro e contro. In una squadra è necessario un clima sereno e se questo non è possibile raggiungerlo per il momento, allora le squadre omosessuali sono giustificate. In futuro potranno essere abolite. Per i cori non conosco. "Non dovremmo forse fare un vero coming out e renderci conto che siamo persone qualsiasi niente più e niente meno di chi non è omosessuale e cominciare a sentirci parte di un unico mondo, lo stesso in cui vivono gli eterosessuali e agire in questo universo per cercare di fare capire a chi ancora crede a quella divisione rigida e orba, che siamo veramente tutti esseri umani?" Il coming out sta avvenendo, ma allo stato attuale delle cose non basta il semplice "sono esattamente come te". Ancora esistono risposte omofobe che non possono essere tollerate nella società di cui tu parli. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 i diritti si ottengono attraverso dei gruppi di persone che li chiedono. altrimenti invece che aspettare 20 anni ancora prima di avere il matrimonio gay in italia non l'avrete mai. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
prefy Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Sì, una cultura GLBT è fondamentale aoncora oggi, può piacere o no ma così è stato per tutte le minoranze oppresse nella storia Se uno vive solo di quella e per quella, la stessa fallisce il suo scopo ma qui il problema sta nell'equilibrio del singolo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
francescocristofori Posted February 20, 2014 Author Share Posted February 20, 2014 Rispondo a Dreamer La ringrazio per le sue critiche e per l'attenzione prestata al mio intervento. Risponderò schematicamente : 1 sono perfettamente d'accordo con lei, sono strumenti aggiuntivi, ma il mio timore è proprio questo: che ci si dimentichi che sono aggiuntivi e non degli scopi. 2 no, la critica non la faccio alla società, perchè non sto parlando della società, ma di un pezzo di essa, ossia le persone omosessuali e il loro modo di concepire il mondo. 3 quando parlo di ritorno al mondo parallelo uso il punto di vista eterosessuale, non il nostro, ma quello di chi cerca goffamente di "entrare" nel "mondo gay" per capirlo. 4 ovviamente ho generalizzato molto, per trattare l'argomento, non avrei potuto fare altrimenti i diritti si ottengono attraverso dei gruppi di persone che li chiedono. altrimenti invece che aspettare 20 anni ancora prima di avere il matrimonio gay in italia non l'avrete mai. Io non parlo di lotte nel mio articolo. Non ho nulla da recriminare alle lotte gay che grazie a dio 40 anni fa qualcuno ha cominciato e che tutt'oggi noi portiamo avanti. La mia è una critica alla CONCEZIONE dell'"universo gay" che la nostra società ha. gay compresi. Quindi, ML King non avrebbe dovuto marciare in Washington, per sostenere i diritti e l'uguaglianza di chi di colore? RIBADISCO: Io non parlo di lotte nel mio articolo. Non ho nulla da recriminare alle lotte gay che grazie a dio 40 anni fa qualcuno ha cominciato e che tutt'oggi noi portiamo avanti. La mia è una critica alla CONCEZIONE dell'"universo gay" che la nostra società ha. gay compresi. Direi che quell'articolo è un immenso straw man. Allora la invito a dire la sua :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Dreamer_93 Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 no, la critica non la faccio alla società, perchè non sto parlando della società, ma di un pezzo di essa, ossia le persone omosessuali e il loro modo di concepire il mondo. Una frase così generalizza e banalizza un po' troppo forse. Se la tua paura è che gli omosessuali possano omologarsi e pensarla tutti in quella maniera puoi allora parlare di una tendenza che si sta diffondendo e che non ti sta bene. Poi per carità dammi del tu XD Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) 1 La domanda che mi pongo è: siamo sicuri che continuare a pensare il mondo gay come un’entità a sé stante, avulsa da quello “normale” sia giusto?2 In breve, se sia giusto o meno continuare a parlare di associazioni LGBT, gay pride, in generale appunto di universo omosessuale e imparare a conoscerlo La critica che mi sento di farti, visto che tu parli di cultura gay, è questa: nel tuo pezzo identifichi sbrigativamente sotto un unico denominatore cose diverse, cose che non si coimplicano affatto, come tu sembri credere e dai per scontato. L'errore più grave è credere che creare una cultura gay (e adesso non parlo affatto di associazioni glbt e gay pride, che sono un'altra cosa) sia creare qualcosa di diverso dal creare una cultura gay Tu credi, e il tuo incipit lo mostra in maniera palmare, (in particolare il tuo «in breve», che identifica la 1 con la 2), che creare una cultura gay significhi pensare «l'universo gay» come un'entità a sé stante, avulsa dal mondo circostante, dall'«universo etero» etc. Chi te l'ha detto? Ovviamente non è così, come non significa ritirarsi in una giudecca promuovere una cultura femminista, o atea, o religiosa, o confessionale, e potrei moltiplicare gli esempi. Se invece la tua critica è specficamente rivolta verso chi vive prevalentemente o esclusivamente in locali gay, in associazioni gay, in circuiti gay - allora devi parlare di questo, e non parlare di «cultura gay». Nelle associazioni non si fa quasi mai cultura (o meglio se ne fa poca e solo nei maggiori centri), nei locali poi si fa tutt'altro, e il gay pride è una manifestazione popolare. Se la tua critica è questa, se è rivolta verso questo «stile di vita gay», allora il tuo articolo è troppo poco provocatorio. Se vuoi sapere quello che penso io, è che in Italia, e forse non solo qui, si fa troppo poca cultura gay, anzi ormai non se ne fa più quasi nessuna; l'errore e il pesante limite sta non nell'eccesso, ma nel grave difetto. Indubbiamente i gay pride, che sono un'altra cosa, sono in certa misura anche un'occasione mancata (anche se non si prefiggono questo obiettivo, dovrebbero accogliere più cultura gay, stand, dibattiti - a parte Torino, naturalmente), e le associazioni sono troppo pco produttive di cultura: ma le associazioni non fanno cultura gay perché, in genere, non hanno gli strumenti culturali per farla. Edited February 20, 2014 by Isher Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Specchioinfranto Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) Lo trovo un articolo molto intelligente! L'espressione "mondo gay" non mi è mai piaciuta e l'ho bandita dal mio vocabolario assieme a tante altre parole e locuzioni. Affermare che esiste un "mondo gay" (espressione alienante e fuorviante a mio avviso) equivale ad affermare che esistono individui che lo popolano, individui che, in quanto omosessuali o bisessuali, hanno peculiarità, abitudini, modi di fare o vivere che deviano da quelli dei pari eterosessuali risultando così aberranti. Ritengo che ogni essere umano abbia un temperamento, una personalità e singolarità carttariali, psicologiche e intellettive che gli sono proprie e che esulano dall'orientamento sessuale il quale, sebbene caratteristica identitaria importante, non omologa gli individui che lo condividono. Il fatto che molti omosessuali sembrino assumere atteggiamenti più o meno simili come gesticolare o esprimersi in modo assomigliante, avere gusti musicali affini o mostrare una smodata ammirazione nei confronti di una stessa icona televisiva e/o musicale deriva, innanzitutto, da un bisogno di aggregazione/omologazione che accomuna tutti gli esseri umani e in particolar modo i membri di minoranze (di qualsiasi genere, religiose, etniche, sessuali etc) e talvolta è il risultato di quel fenomeno conosciuto col nome di ipercompensazione di cui ho parlato in un altro post. Detto questo però, ritengo anche che la creazione di "luoghi di aggregazione o ritrovo" ( batuage inizialmente e poi luoghi di incontro più visibili e non finalizzati solo al puro approccio sessuale) sia stata e sia ancora fondamentale. La prima funzione di un "ghetto" è quella di radunare e di permettere a persone con interessi e desideri SOCIALMENTE PROIBITI E INTERDETTI di incontrarsi e ritrovarsi; pertanto al fine di vivere serenamente il loro orientamento e uscire almeno un minimo dalla clandestina del loro amore e dei loro impulsi sessuali le persone omosessuali sono state costrette a cercare e creare luoghi d'incontro selezionati ed esclusivi. Se ci si pensa questa tendenza all'aggregazione e a dare vita a luoghi di ritrovo specifici non è appannaggio dei soli individui omosessuali, esistono infatto locali destinati agli amanti del jazz per esempio, esistono circoli di lettura per appassionati e così via, insomma ciascun locale ha la propria cerchia ristretta di avventori accomunati da preferenze e gusti affini anche se con questo non voglio di certo assimilare l'omosessualità a una preferenza (in quanto è pacifico che non sia così); voglio solo porre l'accento sulla necessità da parte di ciascuno di essere "incluso" e di sentirsi parte di un gruppo di pari, con cui poter essere se stesso in piena libertà e condividere desideri, priorità, preferenze etc. Inoltre il luoghi di ritrovo gay hanno anche l'importantissima funzione di permettere agli omosessuale di squarciare la cortina di isolamento e solitudine impostigli dal "ghetto" dell'omofobia interiorizzata e ovviamente dallo stigma sociale! Edited February 20, 2014 by Specchioinfranto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Trovo buffo il passaggio dal "noi" del blog al "lei" del forum le associazioni sono troppo pco produttive di cultura: ma le associazioni non fanno cultura gay perché, in genere, non hanno gli strumenti culturali per farla. Indubbiamente è vero che si fa poca cultura gay e si fa poca cultura gay perchè mancano gli strumenti culturali per farla Ma a proposito di "espressione differita di omosessualità" cosa dire di Gianni Amelio - contro cui io non ho assolutamente niente...ma a prescindere del CO "forzato" da Natalia Aspesi ( lui in realtà si era dichiarato "non omosessuale-pansessuale" nel 2006 su Vanity Fair...) ha fatto qualcosa di gay - come regista - a 69 anni? Gli strumenti per fare cultura gay mancano anche perchè chi avrebbe i mezzi non ha l'intenzione, la motivazione etc. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 In termini generici ha semplicemente ragione Isher. Il problema dell'Italia è che non c'è abbastanza cultura gay e si capisce proprio da queste solite "provocazioni" che sottolineano il deficit tutto italiano si socialità omosessuale. E' vero anche che non sta alle associazioni gay fare cultura gay. Cosa fanno le associazioni gay? Raccolgono fondi per fare volantini contro l'HIV e il bullismo. Questa è "cultura gay"? No. E' questa una cosa della quale dovremmo liberarci? Nemmeno (credo). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Cosa fanno le associazioni gay? Raccolgono fondi per fare volantini contro l'HIV e il bullismo. in prativa fanno quel che dovrebbe fare lo stato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 A proposito di ciò che fa e non fa lo Stato, in Italia: http://www.istitutobeck.com/progetto-unar.html Vi chiederete cosa è successo....beh qualcuno al governo si è mosso per bloccare la distribuzione del materiale e nella fattispecie il sottosegretario Maria Cecilia Guerra con delega alle pari opportunità ( che in teoria avrebbe dovuto plaudire alla distribuzione ) ...ah, dimenticavo, è del PD Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
schopy Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 @francescocristofori trovo che il tuo articoletto, che si pretende "provocatorio", in realtà elenchi in modo un po' superficiale una serie di clichés di cui qualcuno si lamenta anche qui sul forum, di tanto in tanto. Non so che gay frequenti tu, ma io, che pure non mi perdo un numero di Architectural Digest, non ho mai conosciuto ragazzi gay la cui vita sia organizzata solo attorno a quegli stereotipi di cui tu ti lamenti. Certo, il "far le cose tra gay"/"solo tra gay" è fenomeno più o meno diffuso; ma è una conseguenza di alcuni "passaggi" che non ha necessariamente a che vedere con una "ghettizzazione gay". Se sono gay e voglio conoscere potenziali partner, o confrontarmi con persone del mio stesso orientamento sessuale, anche a proposito di progetti di vita, da quelli piccoli come le vacanze a quelli più grandi, va a finire che il mio tempo libero lo trascorro in prevalenza con altri gay. Quanto ad associazioni gay "sciolte" dalla rivendicazione politica...che ne so, squadre di pallavolo gay, di calcio gay, cori gay...nascono un po' per consentire ai partecipanti di accorpare una passione che non ha a che fare coll'orientamento sessuale colla possibilità di fare nuovi incontri in ambito gay. Per esperienza, non sempre c'è tempo per mantenere una socialità gay, una socialità sul luogo di studio/lavoro e pure praticare sport....io per esempio provavo a far tutte le cose insieme e finiva che mi sbronzavo una sera sì una no con diverse compagnie. Se poi, come suggerisce @Isher, tu identifichi la "socialità gay" colla "cultura gay"...non capisco più di cosa ti lamenti. Io non amo molto l'etichetta di "cultura gay", come altri forumisti sanno. Alle volte mi trovo anch'io impacciato nel dover spiegare questa reticenza....perché poi nei fatti sono sempre interessato a quelle opere che i forumisti che mi danno del "negazionista" chiamano "cultura gay". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) Indubbiamente è vero che si fa poca cultura gay e si fa poca cultura gay perchè mancano gli strumenti culturali per farla. Ma a proposito di "espressione differita di omosessualità" cosa dire di Gianni Amelio - contro cui io non ho assolutamente niente...ma a prescindere del CO "forzato" da Natalia Aspesi ( lui in realtà si era dichiarato "non omosessuale-pansessuale" nel 2006 su Vanity Fair...) ha fatto qualcosa di gay - come regista - a 69 anni? Gli strumenti per fare cultura gay mancano anche perchè chi avrebbe i mezzi non ha l'intenzione, la motivazione etc. Indubbiamente c'è un contesto intorno alla associazioni che non aiuta... È la situazione italiana, che conosciamo. La domanda che fai su Amelio la si potrebbe fare su Vattimo e su tanti altri. Però, se c'è una cosa che deprime, è che questa slabbratura della Storia, per cui ogni generazione riparte da zero, o quasi, non sapendo niente di quella e quelle che l'hanno preceduta, ci si aspetterebbe che fossero i ventenni a individuarla, a fare qualcosa per ricucirla, a reagire alla cancellazione sistematica dell'orientamento gay in tutti i grandi della Storia che gay sono stati, e, in un'epoca in cui tutti conoscono l'inglese, anche leggere, tradurre e diffondere almeno qualcosina dei Gay Studies: invece niente, il deserto. Le responsabilità sono varie e di tutti, si tratta di individuare quelle specifiche di ciascuno. E naturalmente ha ragione anche Almadel nel dire che di quello che propriamente fanno le associazioni glbt c'è comunque un grande bisogno: guai se non ci fossero. In poco tempo avremmo un ulteriore regresso. Tornando all'inizio, qui si tratta ancora di costruire il minimo, ma proprio il minimo, di cultura gay, storia gay. Possibile che di fronte a questo stato di cose ci siano tante persone che rovesciano completamente il problema e parlano di isolamento dei gay dalla società. Se si isolano, si isolano non come membri di una comunità gay, ma come individui: perché sono purtroppo al di sotto del livello identitario e comunitario che si contesta. Oppure come membri delusi di un "universo gay" in effetti talmente stupidino, che si finisce per fuggirne, mettendosi al più presto in coppia e dirsi: chacun se sauve à sa guise ! Edited February 20, 2014 by Isher Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
francescocristofori Posted February 20, 2014 Author Share Posted February 20, 2014 @Isher Ti ringrazio per l'intervento :)Non sono d'accordo sul fatto che si debba creare cultura gay semplicemente perchè l'omosessualità è un'orientamento sessuale, non un'etnia o una religione. Lo vedo un po' come il creare una cultura di persone bionde o di persone che amano il gelato al cioccolato, con mostre e film festival rivolti a queste persone. Lo reputo inutile e ghettizzante. Capisci cosa intendo? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Non sono d'accordo sul fatto che si debba creare cultura gay semplicemente perchè l'omosessualità è un'orientamento sessuale, non un'etnia o una religione. Lo vedo un po' come il creare una cultura di persone bionde o di persone che amano il gelato al cioccolato, con mostre e film festival rivolti a queste persone. Lo reputo inutile e ghettizzante. Capisci cosa intendo? Purtroppo lo capisco. La tua risposta è troppo al di sotto non tanto del mio intervento, quanto troppo al di sotto del problema, troppo al disotto dell'omosessualità (che tu reputi sia la stessa cosa che la preferenza per il kiwi o per l'abbacchio al forno), da rivelare un'ignoranza talmente crassa di quello che è ed è stata da secoli e per secoli, e oggi stesso, culturalmente, storicamente, sociologicamente, nella rappresentazione letteraria e artistica, l'omosessualità, perchè abbia senso discutere con te. In breve, la tua estraneità o opposizione alla cultura gay si rivela essere un'estraneità non solo all'aggettivo, ma al sostantivo stesso. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
prefy Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Vorrei capire: Quegli opuscoli del progetto Unar erano, inizialmente, destinati alla libera distribuzione presso gli studenti e, successivamente, sono stati destinati al solo corpo docente, con le restrizioni descritte? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Specchioinfranto Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) quello che è ed è stata da secoli e per secoli, e oggi stesso, culturalmente, storicamente, sociologicamente, nella rappresentazione letteraria e artistica, l'omosessualità Qualasiasi cosa potrebbe analizzata da un punto di vista diacronico, anche l'eterosessualità è stata culturalmente, storicamente e sociologicamente considerata differentemente perfino nella rappresentazione letteraria e artistica. Comuqnue credo che non riuscite a comprendervi perchè partire da un'idea di cultura gay completamente differente, vi state confrontando su un concetto, espresso lessicalmente allo stesso modo ma a cui assegnate valenze diverse! Edited February 20, 2014 by Specchioinfranto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Qualasiasi cosa potrebbe analizzata da un punto di vista diacronico, anche l'eterosessualità è stata culturalmente, storicamente e sociologicamente considerata differentemente perfino nella rappresentazione letteraria e artistica. Infatti. Quindi anche l'omosessualità. Anzi soprattutto l'omosessualità. In quanto ci sono stati lager, gulag e laogai per internarvi e uccidervi gli omosessuali. Quindi, poi, a ben vedere, non proprio «qualunque cosa»... In ogni caso il tuo «differentemente» è ridicolo. Significa giocare con il diverso significato dei voacboli. Una cosa sono le diverse cioè svariate forme d'espressione e di rappresentazioni date nei secoli al rapporto eterosessuale, e nelle diverse culture, rapporto eterosessuale considerato naturale, sacrosanto, incoraggiato ed eletto a norma, ben «differente » cosa è ricostruire la storia di qualcosa che è stato considerato diverso dalla norma e quindi occultato, negato, negato a sé stessi, represso e perseguitato - e in 101 Stati del mondo lo è ancora. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Specchioinfranto Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Infatti. Quindi anche l'omosessualità. Anzi soprattutto l'omosessualità. In quanto ci sono stati lager, gulag e laogai per internarvi e uccidervi gli omosessuali. Quindi, poi, a ben vedere, non proprio «qualunque cosa»... In ogni caso il tuo «differentemente» è ridicolo. Significa giocare con il diverso significato dei voacboli. Una cosa sono le diverse cioè svariate forme d'espressione e di rappresentazioni date nei secoli al rapporto eterosessuale, e nelle diverse culture, rapporto eterosessuale considerato naturale, sacrosanto, incoraggiato ed eletto a norma, ben «differente » cosa è ricostruire la storia di qualcosa che è stato considerato diverso dalla norma e quindi occultato, negato, negato a sé stessi, represso e perseguitato - e in 101 Stati del mondo lo è ancora. No, assolutamente! Non è ridicolo, è un dato di fatto che lo abbiate intepretato in modo diverso e lo si evince dai concetti che avete espresso nei vostri post. Il termine può essere soggetto a diverse interpretazioni; per "cultura gay" si può intendere sia un'analisi di come l'orientamento omosessuale è stato, diacronicamente, culturalmente e socialmente considerato e vissuto dagli stessi omosessuali e dal contesto sociale circostante (ed è ciò che intendi tu) sia come il complesso di attività, preferenze e attitudini etc predilette dagli omosessuali e credo che Francescocristofori si rifesse proprio a questa definizione di cultura gay che anche io considero estremamente ghettizzanze e deleteria; deleteria perchè provvede a diffondere uno stereotipo omosessuale che è causa dello stesso stigma sociale e che diffonde l'errata convinzione che l'essere gay o lesbica induca geneticamente nelle determinati comportamenti, modi di fare o vivere e tale visione non tiene conto delle differenze individuali, delle peculiarità di ciascun individuo che prescindono dall'orientamento sessuale. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 Io definisco «culturagay» ciò che hai elencato per primo, e molto altro ancora, che si muove propriamente e specificamente nel campo della cultura; il secondo, ammesso che ci sia, cioè che ce ne sia uno univoco (e io non lo ammetterei), lo chiamo modo di vita gay», espressione di Foucault, oppure «gay style». Ciò che mi preoccupa è che coloro che polemizzano con il secondo, polemica che io trovo legittima, spesso e volentieri vanno contro anche al primo, e questo svela la loro ambiguità. E vanno contro anche al primo anche perché le loro argomentazioni contro il secondo sono talmente pervasive da condurre a quest'esito. Riflettici. In ogni caso cultura gay non è solo per "cultura gay" si può intendere sia un'analisi di come l'orientamento omosessuale è stato, diacronicamente, culturalmente e socialmente considerato e vissuto dagli stessi omosessuali e dal contesto sociale circostante è anche e direi soprattutto ciò che le persone omosessuali hanno prodotto donato alla cultura in grazia del loro orientamento sessuale, della loro sensibilità verso l'omoerotismo: dal Simposio di Platone al Corydon di Gide, dalla pittura di Bazille ai dipinti di Steve Walker, dalla fotografia di Mapplethorpe alla danza di Béjart e al teatro di Lindsay Kemp - tutte cose che tu non hai citato o forse neppure conosci o hai presenti. Perché? Perché non hai una coscienza identitaria, e, prima ancora di aver imparato a remare in canoa, vuoi fare il comandante di vascello. Si chiama velleitarismo, e degli omosessuali è un disturbo tipico. È dura passare attraverso la modestia, la fatica e l'apprendistato di una identità. Solo dopo che lo si è fatto, se si aspira a più grandiose dimore, si può farlo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Specchioinfranto Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) @Isher Non credo in una coscienza identitaria, io sono semplicemente me stesso e non mi identifico esclusivamente attraverso il mio orientamento sessuale. Il comandante di vascello forse vuoi farlo tu considerando la boria e l'aggressività che trasudano dal tuo modo di porti e che sono anche esse altri "disturbi" tipici degli omosessuali o meglio soltanto di quelli che forse non sono in pace con se stessi! Edited February 20, 2014 by Loup-garou Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) Come vedi ci avevo azzeccato: non hai una coscienza identitaria. Per questo sei un velleitario. E sei tu che, non sapendo fare una frittata, pretendi di cucinare piatti ardui o di dar lezioni di alta cucina agli altri. Accetto invece la tua critica: sì, il mio post suona aggressivo, sarà sicuramente antipatico, e a uno sguardo superficiale può sembrare borioso (tu, che sei appena entrato in questo forum, potrai accertarti se io, che ci scrivo da 7 anni, sia considerato dagli altri forumisti borioso o no), e inoltre non è nel mio abituale stile tollerante: ma mi sono stancato di voi gay non-identitari e della vostra presunzione new age. Edited February 20, 2014 by Isher Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Specchioinfranto Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 @Isher Non puoi "stancarti" di qualcuno che semplicemente non condivide il tuo punto di vista o ha una diversa visione delle cose e soprattutto ha la SUA visione di qualcosa di intimo, che gli appartiene e che fa parte del suo vissuto come il suo orientamento sessuale. Non mi suonano antipatici i tuoi post soltanto un po' aggressivi e saccenti; sei tu che pretendi di propinare lezioni di vita e dai del "velleitario" ( e ho usato un eufemismo) a chi ha, semplicemente, un pensiero non collimante col tuo ma non per questo meno legittimo; pertanto non recriminare agli altri cose che fai in primis tu! A mio avviso l'errore che tu commetti è quello di pretendere che un individuo, solo in quanto omosessuale, debba conformarsi a uno stile di pensiero e a un punto di vista che per te,ogni omosessuale dovrebbe avere a priori, prescindendo dalla sua individualità, dal suo percorso di vita e così via%3 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Daniel1994 Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 @francescocristofori il mio parere è che in generale siano un bene, purché l' amore per la propria somiglianza non sfoci in odio per il diverso, è come la sottile differenza fra patriottismo (amore per la propria patria) e nazionalismo (odio per le altre nazioni). Nella mia compagnia siamo due etero, due bisex e un gay, e non ci sono problemi, si parla di tutto e di niente e ormai non si scandalizza più nessuno... un'identità è importante, purchè ci sia integrazione, no? :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted February 20, 2014 Share Posted February 20, 2014 (edited) Specchioinfranto, io non pretendo di dare lezioni a nessuno. Quello che mi ritorci contro conferma che oltre all'ingenuità new age c'è anche la presunzione new age: probabilmente lo fai perchè sei molto più grande di me e sei vissuto in un contesto ancora più repressivo e omofobo di quello odierno e per "trovare un senso" al tuo orientamento e cercare di viverlo più serenamente in relazione a un contesto socio-culturale ostacolante e stigmatizzante hai dovuto ancorarti saldamente a un'identità omosessuale precostituita, in cui ti sei riconosciuto, Neppure mi conosci, nulla sai di me, e pretendi di ricostruire la mia biografia psicologica, di sapere che mi sono aggrappato a un'identità omosessuale precostituita (?). E che cosa significa «identità omosessuale precostituita?». Credo che tu ignori il significato dell'espressione identità omosessuale, che la confondi con altre cose. Io accetto di apparirti presuntuoso, spocchioso, antipatico anche, ma quanto a dogmatismo proprio tu non scherzi, oppure le tue sono semplici parole in libertà: l'errore che tu commetti è quello di pretendere che un individuo, solo in quanto omosessuale, debba conformarsi a uno stile di pensiero e a un punto di vista che per te, ogni omosessuale dovrebbe avere a priori, prescindendo dalla sua individualità, dal suo percorso di vita e così via Detto questo: niente di personale, in tutto ciò, e nel nostro contrasto! È la tua posizione ideologica che reputo ingenua, velleitaria, probabilmente involontariamente presuntuosa, e che quindi mi sta un po' sulle palle: non certo tu, Specchioinfranto, che neppure conosco. Edited February 20, 2014 by Isher Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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