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Ad esempio io suggerivo che sarebbe più sensato ritenere che esista una pulsione sessuale ed un piacere d'organo propriamente genitale

 

ma possa mancare il piacere sessuale 

 

e poi come la metti con l'attivismo?

L'intervista di cui sopra, che non saprei neppure quanto potrebbe essere condivisa da ciascun singolo aspirante asessuale, è solo un'espediente per affermare che l'asessualità è un orientamento sessuale a sè, contraddicendo quel che diceva @Almadel, cioè che si tratta di una mera modalità o pratica (o la loro assenza)

 

siccome non è sufficiente rivendicare un certo modo di vivere il sesso (pardon, il costrutto sociale che riveste la libido) ma si vuole per forza rivendicare lo status di "orientamento sessuale" e quindi l'appartenenza ad una minoranza intrinseca

si arriva a negare l'attrazione per gli individui (che sarebbe ridondante a quel punto) in favore di una non meglio precisata forma di affetto (lol l'amor sacro e l'amor profano, cristo santo)

 

è proprio la via più illogica all'asessualità, odora di quel tipo di fanatismo tipicamente settario di certi gruppetti di attivisti  mai contenti che devono sempre scovare un nuovo motivo per frequentarsi, litigare, manifestare, gridare in pubblico "lotta anale contro il capitale", pretendere forme di tutela, rispetto, lamentare discriminazioni insussistenti etc

 

Francamente nel caso specifico ricordano di più tutte quelle ragazze e quei gay che si inventano una debole allergia al glutine per sentirsi speciali (ma in fondo questa gente almeno è utile a chi è davvero celiaco, visto che stimolano il mercato)

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Ciao ragazzi,

io qui ero l'intervistante e non l'intervistata (Alice)

Ho paura che sia difficile capire l'identità di genere (separata dai ruoli) per una persona non transgender,
come è difficile separare attrazione e libido se non sei asessuale (io non sono asessuale, infatti faccio fatica)

Ovviamente non "comprendere" non significa non includere, ovviamente

 

 

io qui ero l'intervistante e non l'intervistata (Alice)

 

ambasciator non porta pena e ti voglio assicurare che i miei strali non sono destinati nè a te nè alla tua intervistata,

tuttavia la base del ragionamento dialettico è la possibilità di contestare e confutare e mi riservo di non condividere le insensatezze, per esempio:

 

 

 

ia difficile capire l'identità di genere (separata dai ruoli) per una persona non transgender, come è difficile separare attrazione e libido se non sei asessuale

 

per esempio, io capisco benissimo l'identità di genere, perchè è una nozione intellegibile,

distinguere tra libido e attrazione sessuale però è puro misticismo  

 

 

e poi come la metti con l'attivismo?

 

Nel senso che gli asessuali avrebbero promosso delle loro

azioni politiche a cui noi partecipiamo o potremmo aver interesse

a partecipare?

 

Io sono rimasto a noiosissimi incontri in cui noi li ospitiamo e con

un atteggiamento fra il paternalistico e il benevolo facciamo finta

di credere a ciò che dicono

 

Certo trascinare un giovane gay da un bar o da grindr in una associazione

è una impresa titanica, rispetto alla quale mi sono dichiarato impotente anni

fa ( erano disposti a tutto- pure a far sesso con me -pur di non venirci XD ) quindi

il problema del disinteresse e dell'ignoranza totale esiste tanto quanto il credere

ad idee deliranti...però non capisco cosa ci guadagniamo

 

 

distinguere tra libido e attrazione sessuale però è puro misticismo

 

Posso chiedere una cosa senza sembrare stupido?

Non ho capito se gli asessuali provano attrazione sessuale ma non hanno una libido

o se hanno una libido, ma non hanno attrazione sessuale...

Hanno una libido ( o almeno così dicono )

ma il significato sessuale è qualcosa che

noi gli attribuiamo socialmente, mentre non

hanno attrazione

 

Il problema è che è un discorso un po' strano

nel senso che io posso anche ammettere che

due uomini dopo essersi masturbati ( essendo

esseri dotati di parola ) parlino dell'esperienza

positiva che hanno fatto e quindi possano in qualche

modo definire un concetto di "piacere sessuale"

 

Ovviamente non è che se lo inventano, ne parlano

ma non è che le mani siano andate sui genitali per

caso

 

Allo stesso modo se io avverto dentro di me una

aggressività che cresce, potrò sfogare la tensione

dando un pugno a Demò o ad Almadel, ma questa

mia decisione non muta la natura aggressiva della

mia pulsione

 

La società potrà dirmi che devo controllare l'aggressività

così come mi dirà che devo controllare la sessualità o anche

la fame ( non forzando troppo il senso di sazietà )

 

Insomma si può discutere di tanti e altri aspetti ma negare

la connessione fra pulsione e oggetto, al fine di negare che

esiste anche nell'asessuale una pulsione sessuale mi pare

arduo

l'aspetto pardossale (lol) è che distinguendo libido, attrazione sessuale, attrazione romantica e facendo salva l'attività genitale (che non sarebbe sessuale)

 

viene fuori che ti scopano duro senza che tu gli piaccia, però se gli stai simpatico potrebbero innamorarsi romanticamente (però gli farai sempre cagare fisicamente)

sempre dall'intervista

 

Noi carampane LGBT usiamo etero-affettivo e omo-affettivo per indicare la sfera dell’orientamento che riguarda l’attrazione mentale e il desiderio di costruire qualcosa.
Ci sono quindi persone il cui orientamento erotico e orientamento affettivo, talvolta, possono non coincidere.
L’elaborazione asessuale ha introdotto i termini “omo-etero-bi-panromantico”, che potrebbero avere altri significati. Ci spieghi meglio?

 

I termini qui sopra non hanno esattamente un significato differente rispetto a quelli utilizzati da altre persone LGBT+. Semplicemente si tratta di distinzioni di orientamenti affettivi: pur essendo l’orientamento erotico di un asessuale “nullo”, questo infatti non vuol dire che lo sia quello affettivo.
Esistono quindi asessuali attratti affettivamente da persone di genere opposto (etero-affettivo o etero-romantico), dello stesso genere (omo-affettivo o omo-romantico), ecc. ecc.

 

fate prima a leggerla tutta :D

 

Edited by RebisRebus

l'aspetto pardossale (lol) è che distinguendo libido, attrazione sessuale, attrazione romantica e facendo salva l'attività genitale (che non sarebbe sessuale)

 

viene fuori che ti scopano duro senza che tu gli piaccia, però se gli stai simpatico potrebbero innamorarsi romanticamente (però gli farai sempre cagare fisicamente)

 

Mi sono fatto l'idea che sia un dispositivo di controllo.

Se faccio sesso con te senza esere attratto da te

ogni atto sessuale sarà una gentile concessione

e potrò usarlo per farti sentire in difetto.

eeeeeh beh è gratificante rilevare come, in fin dei conti, io non vi abbia tradito ^_^

Ogni tanto qualcuno mi scambia erroneamente per un raffinato intellettuale ma, in realtà,

son proprio quella roba lì che vedete nel mio avatar: una vecchia talpa grezzona, un animale terra terra

perché poi, alla perfine, che altro dovrebbe essere un semanticista se non un animale che,

avendo constatato che, tra le altre cose, si parla e si magna cerchi di darsi conto della 

comune origine di queste attività e dell'eventuale riconduzione dell'una all'altra? ^_^

 

Ciò premesso tempo fa avevo trovato sul tubo un piccolo video di lingua tedesca ma, fortunatamente,

per la mia scarsa conoscenza di quella lingua, con i sottotitoli in inglese che non sono più riuscito a rintracciare.

Sarò ovviamente grato a chi lo volesse fare per me ma la cosa non ha, a mio avviso, una particolare rilevanza

perché era una cosina agile della durata di 6-7 minuti. Era un'intervista fatta a giovani ragazzi e ragazze

di ogni tipo di tendenza che si riproponeva di indagare quando e come, secondo loro, un'esperienza

potesse assumere la connotazione di "sessuale".

Non capisco perché abbiano fatto un "poliamore VS asessuali".
Ci sono poliamorosi che sono asessuali, o comunque alcuni poliamorosi hanno, tra i loro partner, delle persone asessuali.

 

da quello che vedo su facebook, ci sono non poche persone che si definiscono entrambe le cose.

 

poli"amore" non va visto come "mi piace così tanto fare sesso, che ho più partner"
quindi come il contrario di asessuale

 

proprio perché vengono associate le due cose, lo stesso giorno che ho intervistato Alice, ho intervistato Laura Daniele sul tema del poliamore
https://progettogenderqueer.wordpress.com/2017/06/13/poliamore-la-parola-a-laura-daniele-poliamoros-genderfluid-e-bisex/


(lo so, mi state odiando, ma sinceramente più che le mie domande credo siano interessanti le loro risposte,

visto che sono due temi, asessuali e poliamore, su cui noi "vecchi" LGBT abbiamo pregiudizi)

 Era un'intervista fatta a giovani ragazzi e ragazze

di ogni tipo di tendenza che si riproponeva di indagare quando e come, secondo loro, un'esperienza

potesse assumere la connotazione di "sessuale".

 

E naturalmente le opinioni non erano univoche: indipendentemente da qualsivoglia preferenza di genere chi rispondeva con un boh non so, chi partiva dal bacio, chi correlava strettamente la sessualità con la genitalità del rapporto, chi, insieme al lirico greco Archiloco, anche ad un semplice sfioramento allusivo e via discorrendo...

Edited by agis
  • 1 year later...

Riprendo questo topic per fare una domanda su una questione tangente a quella dell'asessualità, ossia l'aromanticismo.

Mi sfugge proprio la logica di tale nozione, quindi vorrei chiarimenti.

Come si fa a distinguere una persona aromantica da una che semplicemente non ha mai trovato l'occasione buona? Ci sono persone che arrivano anche fino ai 30 anni se non oltre senza innamorarsi ma poi lo fanno. Sono stati aromantici e poi sono cambiati all'improvviso oppure non lo sono stati ma per motivi vari prima non si sono innamorati?

Personalmente in quasi 22 anni di vita non mi sono mai innamorato anche se mi piacerebbe, ma non vedo perché dovrei definirmi aromantico solo in base a questo. Magari fra un mese mi innamorerò, magari fra un anno, magari fra 10 anni o magari mai. Chi può saperlo?

Quali dovrebbero essere i criteri per stabilire se una persona è aromantica, cioè a priori incapace di innamorarsi per l'intero arco della sua esistenza?

Edited by Uncanny
Saramandasama
49 minutes ago, Uncanny said:

Riprendo questo topic per fare una domanda su una questione tangente a quella dell'asessualità, ossia l'aromanticismo.

Mi sfugge proprio la logica di tale nozione, quindi vorrei chiarimenti.

Come si fa a distinguere una persona aromantica da una che semplicemente non ha mai trovato l'occasione buona? Ci sono persone che arrivano anche fino ai 30 anni se non oltre senza innamorarsi ma poi lo fanno. Sono stati aromantici e poi sono cambiati all'improvviso oppure non lo sono stati ma per motivi vari prima non si sono innamorati?

Personalmente in quasi 22 anni di vita non mi sono mai innamorato anche se mi piacerebbe, ma non vedo perché dovrei definirmi aromantico solo in base a questo. Magari fra un mese mi innamorerò, magari fra un anno, magari fra 10 anni o magari mai. Chi può saperlo?

Quali dovrebbero essere i criteri per stabilire se una persona è aromantica, cioè a priori incapace di innamorarsi per l'intero arco della sua esistenza?

Tutte cazzate uscite fuori dalla scia degli studi queer...

9 hours ago, Uncanny said:

Quali dovrebbero essere i criteri per stabilire se una persona è aromantica, cioè a priori incapace di innamorarsi per l'intero arco della sua esistenza?

In effetti un queer ti direbbe che non puoi definirti gay, perché non sai cosa ti riserva il futuro ?

1 hour ago, Almadel said:

In effetti un queer ti direbbe che non puoi definirti gay, perché non sai cosa ti riserva il futuro

Il parallelo è del tutto inconsistente. 

La sessualità si esperisce in ogni momento, è immediato capire se si prova attrazione sessuale e verso chi o se invece non la si prova (infatti non a caso nella mia domanda non ho parlato di asessualità, che non metto in discussione).

Per il lato romantico è ben diverso, non si prova attrazione romantica in ogni momento ma solo ovviamente quando ci si innamora di qualcuno. 

La domanda era quindi: perché considerarsi aromantici per il semplice fatto di non essersi mai innamorati, a maggior ragione se si è in giovane età?  Cosa esclude che in futuro non possa accadere? 

Non ho mai detto che l'aromanticismo non possa esistere, ma mi sfugge quale sia il suo criterio "diagnostico" .

Non è una domanda fatta con intento provocatorio, vorrei capire visto che la situazione mi riguarda da vicino.

Edited by Uncanny
davydenkovic90
14 hours ago, Uncanny said:

Come si fa a distinguere una persona aromantica da una che semplicemente non ha mai trovato l'occasione buona? Ci sono persone che arrivano anche fino ai 30 anni se non oltre senza innamorarsi ma poi lo fanno. Sono stati aromantici e poi sono cambiati all'improvviso oppure non lo sono stati ma per motivi vari prima non si sono innamorati?

Personalmente in quasi 22 anni di vita non mi sono mai innamorato anche se mi piacerebbe, ma non vedo perché dovrei definirmi aromantico solo in base a questo. Magari fra un mese mi innamorerò, magari fra un anno, magari fra 10 anni o magari mai. Chi può saperlo?

Quali dovrebbero essere i criteri per stabilire se una persona è aromantica, cioè a priori incapace di innamorarsi per l'intero arco della sua esistenza?

Nel definirsi bisognerebbe semplicemente applicare una logica approssimazione (la sessualità di ognuno di noi è ben più articolata del "bianco o nero", ma è necessaria l'approssimazione) e una buona dose di onestà intellettuale nell'autovalutazione. Se io penso ai cazzi giorno e notte ma ho la fidanzatina con cui vado a passeggio, non mi posso definire "bisex". (come fanno alcuni)

Aromantico non so cosa voglia dire. Io mi sono innamorato per la prima volta a 23 anni. Credo di aver iniziato così tardi a innamorarmi perché studiavo troppo, non ero certamente etero e relegavo la mia omosessualità solamente al sesso. Non ci avevo capito niente. Da quando ho cominciato a uscire con i ragazzi per conoscerli, non è passato molto tempo perché mi innamorassi. (di quasi tutti, peraltro xD ).

Se hai fatto decine di uscite, decine di passeggiate, decine di scopate e non è scattata una minima scintilla d'amore, allora puoi definirti aromantico. E questa definizione ti può servire quando ti presenterai a eventuali tuoi partner così avranno un po' più chiaro chi sei (le definizioni vengono date quando hanno un'utilità, non si definiscono cose "tanto per") 

Per adesso sembri indeciso o comunque aperto alla possibilità di innamorarti, quindi non mi sembra il caso di affibbiarti questo termine (non è una diagnosi).

Edited by davydenkovic90

Definirsi aromantico servirebbe per impedire che i suoi amanti si facciano illusioni

circa la possibilità di avere una relazione con Uncanny.

Se però Uncanny stesso è possibilista su questo, non ha senso.

Ed è appunto la stessa cosa di dirsi bisessuale

anche se non si hanno avuto ancora relazioni con uno dei due sessi,

ma ci si immagina di poterle avere.

Certo, se dopo vent'anni di solo maschi continui a definirti bisex

forse lo stai facendo solo perché non accetti di essere gay

ed è plausibile che accada anche per un aromantico che non accetti di essere tale.

In entrambi i casi ventidue anni è un po' presto per preoccuparsene.

8 hours ago, Uncanny said:

La sessualità si esperisce in ogni momento, è immediato capire se si prova attrazione sessuale e verso chi o se invece non la si prova (infatti non a caso nella mia domanda non ho parlato di asessualità, che non metto in discussione).

In realtà la questione è molto meno semplice perchè esistono la libido, la pulsione il desiderio ed il godimento

Tanto è vero che viene sostenuto che l'asessualità consistendo in una incapacità di indirizzare la propria libido verso una mèta conscia, sarebbe più una assenza di orientamento sessuale, che un orientamento sessuale ( prendi questa osservazione come se fosse il punto di partenza di una osservazione scientifica e non una conclusione )

E' vero che la pulsione sessuale correttamente indirizzata verso mèta certa, attiverà il desiderio e quindi una risposta fisiologica misurabile o osservabile, questo è valido e vero per me e per te...che asessuali non siamo, ma quando un asessuale si descrive essendo "disorientato" non riesce a descriversi in modo chiaro

E' in questo momento preciso che viene in mente di introdurre la distinzione fra "attrazione sessuale" ed "attrazione romantica" che consente di dare una descrizione positiva di un fenomeno altrimenti solo negativo, e di passare dall'idea di mancanza di orientamento all'idea di un orientamento diverso

Ciò che emerge da questo tipo di approccio scientifico è l'idea delle persone che studiano il fenomeno, che l'essere umano "sano" deve avere dei desideri e provare piacere, se gli asessuali non avessero desideri sarebbero portatori di una patologia del desiderio, starebbero male, esiste quindi un "trasporto romantico" necessario ad identificare queste persone

Vero è che poi si arriverà a descrivere anche il tipo "asessuale-aromantico"  ma a questo punto del discorso in genere attraverso l'introduzione del concetto di "spettro aromantico" si è arrivati ad una tale proliferazione di sottotipi, che si ha la sensazione che si cerchi sempre qualcosa di esistente ( legame platonico, amicizia profonda, trasporto romantico in assenza di legame o in assenza di reciprocità etc ) che poi dipenderà inevitabilmente dai margini di accettazione che si può ricevere rispetto ad un investimento asessuale che non è generalmente ben recepito.

Gli aromantici sono quindi persone un pelino romantiche, un tantinello romantiche, abbastanza romantiche etc

9 hours ago, Uncanny said:

vorrei capire visto che la situazione mi riguarda da vicino.

Tu non sei affatto in questa situazione, sei gay hai la tua attrazione sessuale chiaramente individuata e non hai mai provato un innamoramento, cioè quel desiderio sessuale spinto oltre l'investimento oggettuale verso l'amalgama con una persona "infungibile" ( cioè individuata nella sua unicità )

Per me il termine aromantico ha senso in contesto asessuale.

un asessuale aromantico è uno che non prova né desideri sessuali né sentimenti di amore. Avrà quindi solo rapporti di amicizia... comunque anche questa è un etichetta che può essere temporanea, non è detto che non si possa cambiare.

al di fuori, nei contesto in cui è presente una sessualità, che sia etero- omo- bi- oppure pan-, ci può sicuramente essere una incapacità di amare ma collegata a immaturità, difficoltà di vita ecc, non va definita come aromanticismo, e soprattutto non va investita di valore identitario.

Se io penso di essere "aromantico" e lo dico a tutti, certamente tendo ad affermare una identità

La caratteristica la faccio diventare qualcosa che mi identifica

Si ritiene comunemente che l'individuo sessuale innamorandosi abbandona la difesa dell'io a favore di una sopravvalutazione dell'oggetto d'amore, tende cioè ad un movimento contrario a quello dell'affermazione di una identità, la qual cosa da sempre assume un significato peculiare nel caso dell'omosessualità che è una identità "debole"

Essere incapaci di amare significa quindi non riuscire ad abbandonare la difesa dell'io, ma tanto più è difficile diventare omosessuali tanto più è fisiologico difendere il proprio io e quindi se l'omosessualità è una "prova egoica" è necessariamente un prova eminentemente sessuale

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