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E' morto a 87 anni lo scrittore colombiano e Nobel per la Letteratura Gabriel García Márquez. Era malato da tempo e le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate. E' stato uno dei più grandi intellettuali e scrittori del Ventesimo secolo, il maggiore tra quelli latinoamericani, paragonato da molti allo spagnolo Miguel de Cervantes.

 

Avete letto qualcosa di lui?

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https://www.gay-forum.it/topic/26698-e-morto-gabriel-garc%C3%ADa-m%C3%A1rquez/
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il primo libro che lessi fu racconto di un naufrago, avevo 16 anni e lo trovai letteralmente per caso sulle scale durante una serata noiosa a casa di altri, mi fece scoprire l'autore. qualche anno dopo seguirono nessuno scrive al colonnello (finale geniale) , l'incredibile e triste storia della candida erendira e della sua nonna snaturata (mi aveva incuriosito per il titolo. la storia non è esattamente originale) poi ovviamente i cavalli di battaglia cent'anni di solitudine e l'amore ai tempi del colera. 

certo: l'essere un bravo scrittore che ha ha vinto il nobel conferisce l'immortalità letteraria e fisica alla persone.

Esatto! Adesso resteremo solo noi, Moccia e Fabio Volo. Che senso ha vivere in un mondo del genere?

Su Marquez, amico personale di Fidel Castro e aperto sostenitore della dittatura comunista castrista (nota - da poco - per i suoi campi di concentramento per «maricones» = froci), e sul suo libro più importante, riporto il giudizio di Pier Paolo Pasolini, che, essendo comiunista pure lui, può essere considerato ideologicamente una fonte non solo imparziale, ma anzi amica:

 

« Un altro luogo comune (pare) è quello di considerare 'Cent’anni di solitudine' (recentemente ristampato) di Gabriel García Márquez un capolavoro. Ciò mi sembra semplicemente ridicolo. Si tratta del romanzo di uno scenografo o di un costumista, scritto con grande vitalità e spreco di tradizionale manierismo barocco latino-americano, quasi ad uso di una grande casa cinematografica americana (se ne esistessero ancora). I personaggi sono tutti dei meccanismi inventati - talvolta con splendida bravura - da uno sceneggiatore: hanno tutti i « tic» demagogici destinati al successo spettacolare. L’autore - molto più intelligente dei suoi critici - sembra saperlo bene: «Non gli era mai venuto in mente fino allora – egli dice nell’unica considerazione metalinguistica del suo romanzo – di pensare alla letteratura come al miglior giocattolo che si fosse inventato per burlarsi della gente… ». Márquez è indubbiamente un affascinante burlone, tanto è vero che gli sciocchi ci sono tutti cascati. Ma gli mancano le qualità della grande mistificazione... ». (da: P.P. Pasolini, "Descrizioni di descrizioni").

 

AndrejMolov89

Sinceramente ho cercato di leggere qualcosa di suo, ma l'ho abbandonato sempre poco dopo l'inizio. Non trovavo ciò che cercavo nella sua scrittura, cosa che magari avevo trovato in autori meno conosciuti dai più (es. Kundera). Avevo provato a leggere cent'anni di solitudine, ma non è riuscito a catturarmi. Solitamente continuo fino alla fine i libri con i quali riesco ad instaurare un rapporto: per esempio, "l'isola di Arturo", mi ero letteralmente innamorato del "moro", proseguivo nella lettura quasi nella speranza di incontrare qualche spiraglio per fargli la mia dichiarazione d'amore. 
 

Non lo so....secondo me è la solita storia. Quando muore uno scrittore o un musicista si corre a comprare le sue opere perché sembra che siamo gli unici pirla a non aver letto o ascoltato nulla di quell'autore oppure che siamo gli unici a cui non piace.

Se anche prima della morte non vi piaceva, il genere, lo stile, le opere semplicemente è una ustione di gusti.

tradizionale manierismo barocco latino-americano [...] personaggi sono tutti dei meccanismi inventati

Questo è assolutamente vero, concordo con Pasolini che ha vivisezionato alla perfezione il collega. Eppure perdersi nei torbidi vapori di un'umanità sudicia e disperata in ambienti afosi e surreali in cui non capisci dove finisce la descrizione di un luogo e inizia la descrizione di un pensiero può essere comunque un'esperienza esaltante (almeno per me lo è stato), e non necessariamente da condannare. Seccarsi perchè i mondi di Marquez non sono "realistici" ma una accozzaglia di figure icastiche ognuna votata ad un ruolo simil-mitologico e spesso del tutto assurdo ci sta, però è come aver fastidio perchè i grandi registi italiani del Neorealismo rappresentavano troppo crudamente la realtà senza incensarla almeno un po' e smussarne i lati troppo miseri. Ognuno ha un obiettivo, e lo raggiunge perfettamente.

Edited by Sampei
Mercante di Luce

Personalmente ho letto solo Cent'anni di solitudine, non è il mio libro preferito ma mi è piaciuto abbastanza, proprio per la sua connotazione assurda.

Mi dispiace comunque per la morte di un uomo che, capolavori o meno, ha sicuramente costituito un tassello importante nella letteratura mondiale.

la sua amicizia con castro devo dire che mi ha turbato un po' quando l'ho saputa. dittatore era e dittatore rimane, anche se a cuba ad esempio i bambini stanno e stavano meglio che in brasile ma i froci castro li ficcava in prigione. ora sua nipote credo vada in giro per il governo di cuba a raccontare nelle scuole che l'omosessualità è normale.

 

anche a cuba i tempi cambiano......

  • 4 weeks later...

« Un altro luogo comune (pare) è quello di considerare 'Cent’anni di solitudine' (recentemente ristampato) di Gabriel García Márquez un capolavoro. Ciò mi sembra semplicemente ridicolo. Si tratta del romanzo di uno scenografo o di un costumista, scritto con grande vitalità e spreco di tradizionale manierismo barocco latino-americano, quasi ad uso di una grande casa cinematografica americana (se ne esistessero ancora). I personaggi sono tutti dei meccanismi inventati - talvolta con splendida bravura - da uno sceneggiatore: hanno tutti i « tic» demagogici destinati al successo spettacolare. L’autore - molto più intelligente dei suoi critici - sembra saperlo bene: «Non gli era mai venuto in mente fino allora – egli dice nell’unica considerazione metalinguistica del suo romanzo – di pensare alla letteratura come al miglior giocattolo che si fosse inventato per burlarsi della gente… ». Márquez è indubbiamente un affascinante burlone, tanto è vero che gli sciocchi ci sono tutti cascati. Ma gli mancano le qualità della grande mistificazione... ». (da: P.P. Pasolini, "Descrizioni di descrizioni").

 

 

 

 

Pasolini è affilato come una lama, ha sostanzialmente ragione ma ciò non toglie che il libro sia molto bello: ha una struttura circolare magnifica, costruita sul sottile filo che separa la letteratura dalla sceneggiatura

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