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I libri della nostra vita


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Morte a venezia di Mann,bellissimo anche il film di Visconti,Il diario di Anna Frank,Se questo è un uomo di Levi,Ragazzi di vita di Pasolini,La storia,Un borghese piccolo piccolo,I ragazzi dello zoo di Berlino.Quando ero piccolo mi piacevano Ilibro della giungla,Il richiamo dela foresta e in generale i classici avventurosi dell'ottocento.non mi sono mai piaciuti i libri sulle orfanelle,tipo Heidi,Pollyanna ecc..,

mm.. dunque...

quello che preferisco in assoluto è CRONACHE CELTICHE.... tratta teorie maya,  la loro storia e la loro visione delle cose (tratta anche la reincarnazione) questo libro è diventato per me come la bibbia per il papa!  :cool:

poi... SIDDHARTA di Herman Hesse... un libro spettacolare.... lascia al lettore il tempo per riflettere.. soprattutto quel finale "tagliato" che permette di immaginare la fine della storia.... è stato per me come un iniziazione ad un "ritiro spirituale"...  :)

INCHIESTA SUL CRISTIANESIMO..... credo di aver fatto molto bene a leggerlo... guarda cn razionalità la storia della chiesa.... e io volevo vederci chiaro, anche se avevo capito che in quella storia non c'era nulla di chiaro ne di sincero....

IL FU MATTIA PASCAL! :) adoro quel libroooo!!! mi ha fatto un pò ridere questa storia raccontata dal grande pirandello!! e poi mi ci ritrovo tanto nella dualità personale del caro Mattia nonchè successivo Adriano  ;)

ne ho letti tantissimi talmente belli che li elencherei tutti... ma son troppi  :)

poi anche... L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI di Sigmund Freud...

e IL MONDO COME IO LO VEDO di Albert Einstein... bellissimo anch'esso!!!

ciao!!!!!!!!!!!!!! ;)

Siddharta l'ho letto, e credimi, ne vale la pena, assolutamente. Ti fa riflettere su molte cose e il finale lascia libero sfogo all'interpretazione e al pensiero..

 

Personalmente sono rimasto molto legato a "I dolori del giovane Werther" di Goethe. Tanto breve quanto intenso, mi ha appassionato al genere "classici" e mi ha affascinato talmente che decisi di metterlo anche nella mia tesina di maturità.. Sarà poi che in questo periodo l'amore impossibile e artificioso che il Werther incarna mi è familiare, purtroppo o per fortuna.. 

  • 2 weeks later...

Oddio, dodici sono veramente pochini  :look:

 

In ordine sparso:

1. Iliade: che rimane una delle storie di amore guerra più belle mai scritte

2. Ad un cerbiatto assomiglia il mio amore-David Grossman: la storia di una madre il cui figlio viene richiamato in guerra proprio il giorno prima di partire per un viaggio assieme a lei e che decide di intraprendere un viaggio a piedi lungo il sentiero Nazionale per scappare dall'eventuale brutta notizia della morte del figlio e lungo la strada ripensa ai due amori della sua vita, Illan (l'ex marito, scappato in America Latina) e Avram (psicologicamente distrutto dopo essere stato prigioniero di guerra durante la Guerra del Libano). Un libro da Nobel.

3.Vendita galline km 2- Aldo Busi - biografia avventurosa e terribile della lesbica Delfina. Il più bel libro di questo scrittore.

4.Il ritratto di Dorian Gray- Oscar Wilde: un capolavoro assoluto.

5.Un infinito numero- Sebastiano Vassalli: Il viaggio di Virgilio e Mecenate raccontato dallo schiavo Timodemo, durante gli ultimi giorni di vita dello scrittore latino.

6. Fuoco dal cielo- Mary Renault: la giovinezza e l'adolescenza di Alessandro Magno e la scoperta dell'amore per Efestione.

7. Divina Commedia: il libro con cui sono cresciuta (mio padre me la recitava sempre) e di cui non potrei fare a meno.

8. Mille splendidi soli- Khaled Hosseini: La storia di due donne, Mariam e Laila, si intreccia negli ultimi trent'anni della storia irachena.

9.Sorgo Rosso- Mo Yan: la storia della Cina dagli anni '30 agli anni '70, raccontata dagli occhi di un giovane di provincia. Un libro molto affascinante.

10.Exodus-Leon Uris: la storia della nascita dello stato di Israele.

allora in ordine sparso

1"stanotte la libertà" -lapierre e collins....bellissimo libro sulla figura del mahatma gandhi e in generale di tutta la situazione politica dell'india in quel periodo.ben analizzati diverse personalità di spicco dell'epoca e anche abbastanza avvincente!

2"il deserto dei tartari"-dino buzzati...storia di giovanni drogo e della sua vita da militare.incredibili le atmosfere che riesce ad evocare e gli insegnamenti che come metafore ha da offrire ai lettori.

3"anna karenina"-tolstoj....ha bisogno di presentazioni?

4"l'idiota" e anche "il giocatore" di dostoewskij....anche qui non saprei nemmeno da dove cominciare per spiegarne la bellezza...

5"morte a venezia" e il doctor faustus di thomas mann...

6"il lupo della steppa"-hesse

7"il ragazzo di vetro"-nina berberova

8il gabbiano johnathan livingston-bach e "la storia infinita"- michael ende....per motivi affettivi

9"la via dello zucchero"-naguib mahfuz

10"memorie di adriano"-yourcenar

11"soffocare"(choke)-palaniuk

12se questo è un uomo-levi

13 "1984"orwell e "il mondo nuovo" huxley

 

ok ho sforto come numero....e dopo i primi im son rotto di scrivere le descrizioni....sono pigro irrispettoso dei regolamenti :roll:

  • 4 weeks later...
Guest burro.e.miele

È una classifica difficile, per essere imparziale con i miei libri, non farò una lista di 12, bensì di soli 6 libri, quelli che davvero più di tutti hanno avuto significato nella mia vita e che spesso tornano alla mia mente.

 

Al primo posto, "The Picture of Dorian Gray", di Wilde, un capolavoro in assoluto, secondo me un 'manuale di vita', scritto più di un secolo fa, ma, a parer mio, sempre attuale. Omicidi a parte, penso che tutti noi si possa vedere un piccolo frammento della nostra vita e del nostro essere, in questo libro. Ovviamente, per comprendere davvero a fondo questo capolavoro e tutte le sue sfumature, bisogna leggerlo il lingua madre.

 

Al secondo posto, "La Ricchezza delle Nazioni", di Adam Smith. So che può sembrare un titolo strano, un libro che, apparentemente, per molti, può avere poco significato nella vita, trattando di economia e società, eppure secondo me è qualcosa di davvero profondo e illuminante. Lo trovai nella libreria privata di mia madre, "residuato bellico" dei suoi anni all'università, lei mi consigliò di leggerlo (avevo circa 16 anni). Penso che da quella lettura, sia nato il mio interesse per l'Economia, e quasi sicuramente è stata una delle ragioni che mi ha spinto a seguire quel percorso formativo.

 

Al terzo posto, "Il Silmarillion", di Tolkien. Lo lessi dopo il classico della letteratura fantasy, "il Signore degli Anelli", perché mi aveva davvero incuriosito e affascinato l'epica tolkieniana, quella sua capacità sbalorditiva di costruire un intero mondo fantastico, dettagliatissmo.

 

Al quarto posto, "La Fattoria degli Animali", di Orwell. È un libro che è consigliabile leggere almeno due volte nella vita: la prima volta, alla scuola elementare, in cui è assolutamente impossibile, se non illuminati da qualcun altro, comprendere il vero messaggio del libro, successivamente nel periodo che precede la maturità, quando si tratta in Letteratura Inglese delle distopie e in Storia di Totalitarismo e Novecento, in cui si comprende le vere ragioni del libro, magari anche aiutati dalle interpretazioni che ne son state fatte.

 

Al quinto posto, "David Copperfield", di Charles Dickens, un romanzo davvero interessante, soprattutto se analizzato in tutte le possibili chiavi di lettura, dal quella storica a quella umana, una biografia che inizialmente trovai noiosa (obbligo scolastico) e successivamente mi prese così tanto, da rimanere sveglio perfino la notte per leggerlo.

 

Ultimo, ma non per importanza, "The Years", della Woolf, romanzo basato sulle vicende dei Pargiter, che narra l'evoluzione della società e della famiglia nell'Inghilterra tra fine Ottocento e inizio Novecento.

I libri della mia vita sono tanti, eppure non tantissimi. Mi rendo conto di essere troppo giovane per avere tratto dalla carta stampata una mappa per la vita. Molti, tuttavia, li custodisco cari, carissimi: ad alcuni mi affido, a mo' di guida, ed è straordinario scoprirli, in altri mi immergo nella sconcertante bellezza: qualche volta flessuosa, altre violenta, altre ancora procace. E se la logica sa fallire, e la bellezza essere violenta..

 

I. La Bibbia.

Non è necessario specificare se sia credente o meno - del resto si sarà largamente compreso -, di sicuro è il libro più irrimediabilmente bello che abbia letto, ed uno dei più belli mai stati scritti. Il vigore sferzante del Genesi, la potenza tragica e drammatica di Giobbe, l'incipit del Vangelo di Giovanni. La molteplicità variopinta di stili, culture, il grande sincretismo di tempi tra loro diversissimi, e non meno il contenuto filosofico, ermeneutico, storico, antropologico, religioso. Un libro inesauribile ed inesaurito. Un capolavoro letterario ineguagliato.

 

II. L'Iliade.

Capolavoro indiscusso. La possanza della gioventù agita qui la fantasia di Omero; si avverte ad ogni piè sospinto il guizzare dei muscoli dei protagonisti. Una celebrazione sulla forza, sul valore, sull'onore. Siamo ancora legati alla visione eroica, tipica degli aristocratici ateniesi. Arriverà Esiodo a rivolgere gli intendimenti. Come prevedibile, preferisco per antico affetto l'opera del Monti, benché filologicamente non accurata: la solennità dei versi montiani era sconosciuta ai greci. Più fedele la traduzione della Calzecchi-Onesti.

 

III. Agamennone - Eschilo.

La tragedia più bella mai stata scritta. Chiunque l'abbia letta non può aver trovato di meglio, dopo. Anche qui un gran calderone di temi. La Giustizia, cosa è, cosa farne. Se sia il nostro legame col consesso degli dèi, se sia solo in rapporto di mimesi, e se il tribunale umano abbia effettivamente qualche autorità; se sia possibile tradurre l'ordine divino e trarne nomoi. Su questo Eschilo chiarirà alla fine delle trilogia, ma non importa. Abbiamo con l'Agamennone il senso autentico della tragedia, il conflitto intimo della vita contro il cosmo ospitante. Il divenire, la necessità. Dike e Nemesi e Zeus e le Erinni. Meraviglioso.

 

IV. Le mille e una notte.

Opera stupefacente. Non solo utilizza un espediente letterario inconsueto, ed anche con incredibile raffinatezza, per di più lo fa in sintonia con i miei interessi matematico-filosofico-logici: il problema della ricorsività, le proposizioni formalmente indecidibili dei Principia Mathematica e sistemi affini. Certo, gli innumerevoli scrittori non avrebbero potuto preconizzarne la portata formale, si sono limitati ad una inventiva esuberate e manierata, elegante, sobria, profondendo in ciò una immaginosità assai rara. Leggendola, si avverte lieve il clima di un Oriente esotico e sognato, odori, sensazioni, e fortissimo è il senso del tatto.

 

V. Essere e tempo - Heidegger.

Con Martin inauguriamo il filone filosofico. Testo centrale per la comprensione di molta parte del Novecento sotto l'aspetto culturale. Filosofia, psichiatria, medicina, arte, tutto è stato in qualche modo raggiunto dalla influenza di quest'opera capitale. Non si può spiegarne il contenuto in una breve sinossi, al massimo, ed è quello che faccio, se ne può elogiare la grandezza. Heidegger è uno dei geni a partire dai quali qualcosa muta. L'avvento del pensiero di alcuni uomini, paradossalmente si riverbera addirittura sul passato.

 

VI. Alla ricerca del tempo perduto - Proust.

E' un libro grandioso, e perfetto. Il grande mare magnum della vita stessa vi si confonde dentro, in una analisi introspettiva chirurgica, sorprendente. E' arte elevata all'arte, è manifesto della complessità, benché rimanga estraneo agli psicologismi di Freud e compagnia. Le innovazioni formali costituiscono solo una parte di un'opera ricca, che esonda dal romanzo per farsi portavoce di una ontologia di Marcel, pur con in controluce il riflesso dell'universalità. L'amore, la nevrosi, l'amicizia e la malattia. La vita stessa è narrata da una dimensione differente, in modo così prodigioso da essere letteratura per gli dèi.

 

VII. La montagna incantata - Thomas Mann.

Incentrato su un ganglio vero e proprio dell'umano domandarsi, è scritto nel consueto stile manniano, perfetto anch'esso. Le riflessioni sulla vita, sulla morte, la malattia. Il confronto tra posizioni ed interpretazioni. Il senso della sofferenza, l'esperienza del dolore. Posizioni cristiane e greche, le due che hanno dato volto all'Occidente. La necessità del divenire a rendere inscindibili vita e pathos, versus l'esplicazione cristiana. Profondo, brillante, tecnicamente ineccepibile. Ancora una volta la bellezza di nutre della filosofia, del teatro, della più autentica umanità.

 

VIII. Decameron - Giovanni Boccaccio.

Capolavoro della letteratura italiana; lo inserisco perché abbiamo bisogno di ricordare l'importanza del riso. Rabelais, molti anni dopo, avrebbe scritto: non può il mio cuore senza riso vivere/ innanzi al duolo che vi mina e estingue/ è meglio di riso che di pianto scrivere/ ché il riso l'uom dall'animal distingue. Ed io credo sia vero. Il dolore permea ogni fibra dell'universo, è comuna ad ogni essere vivente, mentre la capacità di ridere, di sorprendersi e sorprendere l'assurdo è solo umana. Il riso è la nostra dote superiore, non la sensibilità al dolore rispetto alle altre fiere.

 

IX. La nascita della tragedia - Nietzsche.

E' l'opera prima e meno matura dell'autore, lo so. Ed è anche quella che preferisco, dacché per la prima volta viene riportata alla luce l'importanza del teatro greco, il divenire, la profonda irrazionalità dei greci e degli esseri umani. Cosa siamo noi, del resto? Vita provvisoria, precaria, parte di una natura indifferente alle sue parti. E nel medesimo tempo irripetibili, preziosi perché effimeri, come le farfalle, o i fiori, ed anche vita che non si rassegna, vita per la vita. Siamo conflitto e, dunque, tragedia.

 

X. La Divina Commedia - Dante.

Nessuna letteratura occidentale, da Virgilio in poi, ha saputo fare di meglio. Opera magnifica, su impalcatura formale minuziosamente costruita, in modo tanto mirabile da apparire increduta. La vertiginosa compresenza di temi, l'allegoria, l'immaginazione fervida ed insieme il rigore morale del Fiorentino fanno della Commedia uno dei tesori dell'umanità. Intorno a testi di questo genere, può esservi solo riverenza e gratitudine. Il genio multiforme della nostra razza.

 

XI. Verità e metodo - Gadamer.

Il metodo, quantunque assunto nella sua incrollabile obbedienza agli assiomi, conduce è al più all'esattezza, non alla verità. Esistono verità differenti che il metodo scientifico non conosce e non riconosce. L'arte, una di queste. L'ermeneutica non è più una questione marginale, adesso è realtà. Ben lungi dal bieco 'è soggettivo' imperante all'interno del senso comune, non rifiuta la verità scientifica, ma ad essere affianca una conoscenza altra, non formalizzabile, e non per questo infondata e falsa. Altro baluardo a difesa dell'umanità contro l'automazione. Il mondo è come ognuno di noi lo vede, e, alla Eraclito, v'è uno scambio di mutamenti: lui muta noi e noi mutiamo lui. Alla guisa del fiume, e sempre e ancora.

 

XII. Ulisse - James Joyce.

Fortemente innovativa, l'opera si incentra su una accezione di viaggio assai ambigua e complessa. Siamo noi in quelle pagine, perpetuamente vaganti per il mondo e noi stessi. Sovviene una rimembranza di Montaigne, grande filosofo: perché viaggiare può essere scavare, svelarsi. Come Leopold siamo avventori di una realtà composita mai oggettiva, almeno per quanto riguarda noi. Le emozioni, i sentimenti, il più intimo nucleo esistenziale che noi stessi siamo, non sono misurabili, non sono rilevabili. Siamo peregrini della realtà, inadeguati esseri condannati al fallimento. Esistono tante realtà quanti soni i viaggiatori; di più più: quanti sono i viaggi possibili.

 

 

Questo post mi ha costretto ad una cesura di nomi cui sono non meno affezionato: Mishima, Foscolo, Balzac, Durrenmatt, Leopardi, Poe, Yeats, Koestler, Cervantes, Quevedo, Aristotele, Habermas, Petrarca, Montaigne, Borges, Kafka, Gadda. Insomma, un rosario molto lungo.

Abbiamo in comune l'Iliade, tra i nostri 12 grandi libri.

 

Siamo consonanti anche sulla nascita della tragedia e sull'Agamennone. Io portai quest'ultima

agli esami di maturità. Credo però che si può stabilire quale sia la più grande tragedia solo

dopo aver stabilito chi sia il tragico che eleggiamo, o, come nel mio caso, citando una

tragedia tra almeno due tragici, che per me sono Eschilo e Sofocle. Per quest'ultimo io sono

particolarmente vicino al Filottete e ai due Edipo (dico poco! sono le massime) e non riesco

a scegliere. Per Eschilo, il colorito scuro, il tono incombente, la grandezza dei personaggi,

tutto fa scegliere l'Agamennone.

 

La nascita della tragedia è divina. Scatenò una guerra che coinvolse tutta la gioventù (e non solo

la gioventù) colta di quell'epoca e i loro diversi partiti: Nietzsche, Wilamowitz, Rohde, Wagner.

Dopo quell'opera niente è stato più uguale, per i singoli uomini, per la cultura classica, per

Nietzsche stesso che diventa filosofo. Senza contare che questa battaglia, l'interpretazione arditissima

niciana, è pur sempre combattuta all'interno della filologia, mostrando quanto sangue e quanta passione

essa può veicolare. Quindi "verità, oltre al metodo".

 

 

III. Agamennone - Eschilo.

La tragedia più bella mai stata scritta. Chiunque l'abbia letta non può aver trovato di meglio, dopo. Anche qui un gran calderone di temi. La Giustizia, cosa è, cosa farne. Se sia il nostro legame col consesso degli dèi, se sia solo in rapporto di mimesi, e se il tribunale umano abbia effettivamente qualche autorità; se sia possibile tradurre l'ordine divino e trarne nomoi. Su questo Eschilo chiarirà alla fine delle trilogia, ma non importa. Abbiamo con l'Agamennone il senso autentico della tragedia, il conflitto intimo della vita contro il cosmo ospitante. Il divenire, la necessità. Dike e Nemesi e Zeus e le Erinni. Meraviglioso.

 

 

 

IX. La nascita della tragedia - Nietzsche.

E' l'opera prima e meno matura dell'autore, lo so. Ed è anche quella che preferisco, dacché per la prima volta viene riportata alla luce l'importanza del teatro greco, il divenire, la profonda irrazionalità dei greci e degli esseri umani. Cosa siamo noi, del resto? Vita provvisoria, precaria, parte di una natura indifferente alle sue parti. E nel medesimo tempo irripetibili, preziosi perché effimeri, come le farfalle, o i fiori, ed anche vita che non si rassegna, vita per la vita. Siamo conflitto e, dunque, tragedia.

 

 

I libri della vita non saprei se sono questi. Ne debbo leggere ancora molti. Però questi sono alcuni dei miei favoriti al momento

 

"danny l'eletto" di C. Potok: una straordinaria storia di amicizia, di silenzi, di scelte difficili…

"I buddenbrock" di T. Mann: perché contro il destino non si può niente, ma si deve affrontarlo con la schiena diritta.

"stella del mattino" di Wu Ming (?): la storia fantastica di Lawrence d'Arabia (con risvolti sentimentali". Documentato, appassionante, difficile. Per palati esigenti.

"cecità" di J. Saramago: perché solo una donna (ed un cane) potranno salvare il mondo.

"un uomo" di O. Fallaci: prima che impazzisse, la Fallaci ha scritto una delle più appassionanti storie di passione, lotta, ardore politico.

"madame bovari" di G. Flaubert: ma solo nella versione di Natalia Ginzburg.

"l'isola del tesoro" di R.L. Stevenson: un eccellente romanzo d'avventura.

"Il giovane Holden" di J. D. Salinger: perché tutti devono leggerlo.

"festa" di E. Hemingway: perché tutti si sono innamorati di una stronza...

"il sistema periodico" di P. Levi: fondamentale, prezioso, delicato, originale.

"mas" di A. Spiegelman: perché l'orrore a fumetti è ancora più orribile.

"tenera è la notte" di F.S. Fitzgerald: ma solo dopo aver letto Gatsby

"maigret" di G. Simenon: uno qualunque, per aver compagnia mentre viaggi in treno e non vuoi pensare a niente

  • 3 weeks later...

Impresa difficile, anche perché credo che ogni età ha i suoi libri. Prima leggevo certi autori come Thomas Mann che adesso non so se riuscirei a rimetterci mano... Posso qui elencarne alcuni che hanno marcato delle tappe nella mia vita.

Lovecraft: i racconti. Li leggevo da adolescente, me li ha fatti consocere mio fratello. Quante sere passate a leggere con gli occh sbarrati quelle storie terrificanti e immaginose. Una fantasia scatenata e barocca.

 

Racine: Fedra. Lo so, è un titolo inconsueto per un lettore italiano, però ho una cultura francesizzante, e Racine va letto in lingua. Uno scavo psicologico della passione proibita che ancor oggi riesce a commuovere. La vidi recitata qualche anno fa dalla Melato in italiano: avevo le lacrime agli occhi..

 

Balzac: papà Goriot. Il grande romanzo realista ottocentesco. Ho perso il conto di quanti romanzi di Balzac mi son letto, non me ne stancavo mai. Eh, da giovani si legge molto di più..

 

Nietzsche: La nascita della tragedia. Letto a 18 anni, fu una folgorazione. Un'intuizione profonda di quel che i Greci hanno messo nel loro teatro. E' un libro che ti cambia il modo di vedere la realtà e la cultura.

 

Proust: La ricerca del tempo perduto. Ammetto di non essere riuscito a finirla, gli ultimi romanzi sono di una lentezza a volte esasperante, pieni di complicazioni psicologiche. Ma avevo poco più di 20 anni. Chissà riletti adesso. Però i primi due sono imperdibili.

 

Elsa Morante: L'isola di Arturo. Pieno di poesia e verità, forse il più bel libro dell'autrice, che secondo me è la migliore del '900 italiano. La Maraini non le arriva alla caviglia  :P

 

Shakespeare: Macbeth. Dovessi salvare un dramma dell'inglese, sarebbe questo. Una crudele e spietata raffigurazione della sete di potere e delle sue conseguenze. Lo trovo di un'attualità peraltro...

 

Tolstoi: Anna Karenina. L'ho letto da grande, e secondo me è l'età giusta. Perché son drammi e vicende tipiche dell'età adulta, che solo a una certa età si possono comprendere e sentire appieno. A parte che il romanzo forse si sarebbe dovuto chiamare Anna e Levin, dato che i protagonisti in effetti sono due, e la seconda vicenda illumina ed equilibra la prima. Grazie Leo

 

Dante: la Divina Commedia. Altro testo che secondo me si apprezza più da grandi. A 15 anni che vuoi capi' di peccato e redenzione, degli sconvolgimenti della passione, della pietà, della ricerca di sé stessi attraverso gli altri..

 

Leopardi: le poesie. Come si fa a vivere senza giacomino? Ogni tanto va rispolverato, e lasciare che i suoi versi ci commuovano e ci facciano pensare.

 

Simenon: i Maigret, altri romanzi. E' un amico che mi racconta, bene, una storia. Ti restituisce l'atmosfera di quegli anni. E' come vedere un bel film in bianco e nero..

 

Mi fermo qui, anche se mancano vari autori all'appello, Goethe, Marquez, Calvino, Ariosto, Manzoni, Poe, Flaubert... altro che 12 titoli!!

  • 1 month later...

Intelligenza emotiva- un libro molto bello che mi era stato consigliato dalla prof di psicologia. Parla di varie competenze che a livello emotivo di autocontrollo e benessere con se stessi e relazione con gli altri, soprattutto di quanto sia importante trasmettere tali competenze già nell'infanzia. Una lettura piacevole e interessante.

  • 4 months later...
  • 1 month later...
  • 3 weeks later...

Non ho mai fatto una lista dei miei libri preferiti,ma ce ne sono parecchi che di sicuro mi sono piaciuti molto:

"Il piccolo principe"

"Correndo con le forbici in mano"(tra l'altro a tematica gay)

"1984"

"Il signore delle mosche"

"Alta fedeltà"

"La storia infinita"(che c'entra poco coi film)

"Il signore degli anelli"

La saga di Harry Potter

"La bussola d'oro"(ebbene si,mi è piaciuto molto...il film invece è una grandissima boiata!)

se possibile inserirei anche "Maus" (anche se a fumetti è comunque un romanzo,secondo molti)

Non ho letto moltissimo, ma una saga che mi ha segnato la vita e che mi ha accompagnato è stato Harry Potter.

Sono cresciuto insieme ai personaggi in un periodo nel quale mi sentivo relativamente solo, erano i miei amici.

Infatti quando ho finito l'ultimo libro sono scoppiato in lacrime :D

  • 4 weeks later...

I libri della mia vita sono quelli scritti da A. Camus, in primis "lo straniero" che è stato il primo libro letto veramente per mio interesse, primo di una lunga serie. i suoi libri mi colpiscono particolarmente, li sento miei, come se raccontassero la mia vita.

A seguire gli scritti di Zola, fortissimo, i suoi libri mi piaciono davvero molto. Poi Hesse, Dostoevskij, e Fitzgerald. Generi diversi ma nei quali ho sempre trovato delle letture piacevoli e interessanti.

 

p.s. :basta con harry potter, benvenuti nella mia cucina e altre cagate simili, in libreria si trovano solo montagne di porcheria, mentre i pilastri, i libri che hanno fatto la letteratura sono spesso introvabili. ci sono libri che hanno suscitato scalpore, scandalo, libri che sono stati censurati, libri interessantissimi e a mio parere imperdibili che non vengono più stampati perchè la gente non li conosce o non li compra o è troppo interessata a cucinare con la parodi piuttosto che vaneggiare con spade luminose e bacchette magiche.

Anch'io amo moltissimo Camus, a partire dalla sua poetica della mediterraneità, quindi Lo straniero,

fino a tutta l'evoluzione del suo pensiero. Addirittura avverto una specie di fraternità con lui.

Non ho mai letto i Taccuini, ma devo procurarmeli.

Per quest'estate ho in programma di rileggermi i più importanti romanzi e tra i libri di peso teorico

L'uomo in rivolta.

  • 2 months later...
Jelson Shipper

Oddio, non so se riesco a rientrare nei dodici titoli :rolleyes:

  • La Rainbow Trilogy di Alex Sanchez, perché sono stati i miei primi veri libri a tematica omosex, e quindi diciamo che ci sono affezionato ormai;
  • L'Amico Ritrovato di Fred Uhlman, perché è uno dei pochi libri sulla Seconda Guerra che ho letto, incentrato sulla tensione creatasi per gli Ebrei in quel periodo, e il messaggio (perché c'è sicuramente un messaggio) sulla vera amicizia mi ha fatto piangere. :rolleyes:
  • 49 Gol Spettacolari di Davide Martini, per un motivo anche a me sconosciuto: semplicemente anche quel libro è stato uno dei primi libri "gay" che ho letto e mi piace alla follia (probabilmente anche per l'infatuazione che avevo ho per uno dei personaggi :awk: );
  • Stagioni Diverse di Stephen King, perché è il primo libro suo che ho letto dopo aver visto Stand By Me :love: (film che amo) e per questo mi ero "affezionato" al libro (penso di essere l'unico ad aver pianto leggendo Il Corpo :asd: ) e poi mi piace anche perché è uno dei pochi libri di Stephen King che ho letto dove l'elemento horror non è poi così presente (giusto in Un Ragazzo Sveglio);
  • Il Bambino Con Il Pigiama A Righe di John Boyne, letto perché non ero riuscito ad andare a vedere il film <_< molto bello anche questo, per certi veri è simile al messaggio de L'Amico Ritrovato, anche se questo ha una fine più catastrofica. Lo porterei con me perché sono dipendente dalle storie tristi e comunque che fanno piangere :rolleyes:
  • Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie perché è uno dei gialli più belli che abbia mai letto (poi è di Agatha Christie, ovvio che sia bello :sisi: ) e anche perché, nonostante gli spoiler che mi erano stati fatti, mi aveva sorpreso lo stesso anche quando l'avevo finito :love: decisamente uno dei libri più belli che abbia letto;
  • La Famosa Invasione Degli Orsi In Sicilia di Dino Buzzati, libro che avevo letto da piccolo e che mi era piaciuto moltissimo, anche se ora ignoro completamente la storia :gh:

Dai, per ora direi che sarebbero questi i libri della mia vita :sisi:

  • 3 months later...

Scrivo solo di libri a cui sono sentimentalmente legata, non che consiglierei a tutti, nè che reputo dei pilastri della cultura - corrispondono a età diverse, mai del tutto superate.

 

Il maestro e Margherita - Bulgakov

L'assurdo e lo smascheramento, in ognuna delle tre vicende narrate. L'allucinazione in cui si vive, come uomini, come cittadini, come essere razionali e senzienti.

 

Menzogna e Sortilegio - Morante

La trappola del tempo e della fantasticheria come mezzo per sfuggirgli. Il tocco geniale è stato mascherare tutto da romanzo dell' '800. Una moltitudine di donne, tutte diverse, e tutte diversamente negative.

 

L'idiota - Dostoevski

La purezza, l'ingenuità, e la sostanziale bontà. Incredibile fino alla fine - come lo è scrivere di queste cose. Ero indecisa tra questo e I demoni, in cui è descritto il male assoluto, ma il povero principe Mynshkin è stato assai più presente di Stavrogin.

 

I fiori blu - Queneau

Il non sense fatto libro, trama e personaggi. Il gioco di parole costante che getta fumo negli occhi -o che aiuta a capire meglio una realtà altrettanto assurda?

 

Frammenti - Saffo (traduzione di F. Ferrari)

Calma, pochi tocchi di colore precisi e gesti delicati, anche nei passi più disperati. Al di là dello stupore dello studioso, e dell'ammirazione per la metrica, quello che rimane che sembra poca cosa, sembra, appunto.

 

Responsabilità e Giudizio - Arendt

La resa teorica delle osservazioni sul processo Eichmann. Per me è stato il primo stimolo al pensiero personale sulla società.

 

Gente sul ponte - Szymborska

Piccoli quadretti con chiusa acuta. Sono dei piccoli indici puntati su oggetti, eventi, figure in mezzo a cui viviamo, a cui pensiamo spesso in termini tragici o non pensiamo affatto, nello stesso linguaggio dello stupore.

 

Sono sette, tengo gli altri cinque per il futuro.

  • 4 weeks later...

Ah, qui mi diverto :D Ho letto nelle vostre liste molti libri che conosco, e ora stilo la mia.

 

- D. HUME: Ricerca sull'intelletto umano

Quando l'ho letto, un paio di anni fa, ero in crisi profonda: non riuscivo più ad orientarmi nel mondo, ogni nozione nella mia testa mi pareva arbitraria e stupida. Avevo scritto un saggio breve in cui esprimevo i miei dubbi su argomenti che magari vi farebbero ridere, ma su cui mi distruggevo letteralmente l'anima giorno dopo giorno: insomma, avevo perso la bussola. Una sera ero sull'orlo della crisi di nervi, e inviai per email questo saggio alla mia professoressa di storia delle superiori, che è laureata in filosofia, chiedendole di aiutarmi ad orientarmi. Mi rispose dopo un paio d'ore, dicendomi che, senza accorgermene (purtroppo non ho mai studiato filosofia alle superiori), avevo fatto ricostruito la dottrina di Hume, con qualche punta di Kant; andai a casa sua a prendere un caffè il giorno dopo, e mi regalo la sua copia delle Ricerche. Ll libro di Hume mi ha influenzato moltissimo. Soprattutto, ne apprezzo la capacità di mettere in discussione anche i concetti più consolidati. Diciamo che grazie alle Ricerche ho iniziato un percorso di studio che più che fornirmi delle risposte mi ha insegnato a pormi i problemi in maniera più chiara e distaccata, a dubitare senza dogmi ma anche senza eccessiva partecipazione emotiva, e a capire che ribaltare la propria visione del mondo non deve essere necessariamente un dramma.

 

- H. KELSEN: La democrazia

Oltre ad essere una delle più belle ed appassionate difese della democrazia contro ogni assolutismo, è anche un ottimo esempio di capacità dimostrativa. Mi ha influenzato parecchio nella mia visione della politica, ed è anche uno dei libri che mi hanno spinto ad iscrivermi alla facoltà di filosofia e a riprendere in mano lo studio delle scienze.

 

- J. STEINBECK: Uomini e topi

Il mio preferito fra i libri di Steinbeck (lo metto sopra a Furore, per quanto mi riguarda): un romanzo breve sulla fragilità dell'anima e, più che sulla cattiveria, sull'abbrutimento, che impedisce di cogliere la scintilla di umanità che è presente in tutti.

 

- L. PIRANDELLO: Uno, nessuno e centomila

Altro libro che ho letto nel periodo della mia crisi nera, per certi aspetti assomiglia ad una versione romanzata delle problematiche affrontate da Hume: dove Hume parla di sostanza, Pirandello parla di identità personale, che è una forma di sostanza.

 

- G. ORWELL: Omaggio alla Catalogna

Un resoconto di Orwell della guerra civile spagnola. Non saprei cosa segnalare di preciso: è un libro che porto nel cuore fin da quando ho iniziato a leggerlo. Inoltre, Orwell tratteggia la guerra in maniera che definire feroce è poco, e ritrae invece in maniera molto tenera la fazione anarchica del Fronte Popolare: questo fattore probabilmente ha risvegliato l'inner child anarchico che c'è dentro di me.

 

- F. KAFKA: Lettera al padre

Non che i rapporti con mio padre siano così disastrosi, ma mi sono ritrovato molto nella tensione costante fra lo scrittore e il padre, quel velo di incomunicabilità in parte generazionale e in parte intellettuale che nel mio piccolo vivo anche io nei confronti dei miei genitori, senza ovviamente togliere tutto l'affetto che provo.

 

- PETRONIO ARBITRO: Satyricon

Petronio era davvero arbitro dell'eleganza: penso che nella letteratura latina ci sia poco di così stilisticamente meraviglioso. Una vera goduria per l'intelletto. Il ritratto che poi ne esce di ogni genere letterario e tipo umano è davvero esilarante.

 

- S. BOEZIO: Consolazione di Filosofia

Stilisticamente un gioiello, umanamente straziante. Dal punto di vista filosofico non mi ritrovo in nulla nelle posizioni di Boezio, ma pensate a questo: un uomo condannato ingiustamente, che vive il dramma interiore e politico del passaggio da un'epoca (quella antica) all'altra (quella medievale) e che, perfettamente conscio della rovina verso cui sta andando il mondo in cui si riconosce, decide con la sua ultima opera di accantonare la fede cristiana, per lui così preziosa, specie nei momenti immediatamente precedenti la pena di morte, per parlare il linguaggio della ragione e della filosofia, come a voler lasciare un messaggio di razionalità alle future generazioni, affinché non cadano vittima di fanatismi e dogmatismi ciechi. Capolavoro incommensurabile da parte di quella che dev'essere stata una bellissima persona.

 

- I. CALVINO: Il sentiero dei nidi di ragno

Non il mio preferito di Calvino, ma uno di quelli che ho sentito di più. Lo scenario crudo della resistenza partigiana visitato dagli occhi di un bambino. Pin rappresenta un po' quell'ideale di bambino adulto, o di adulto che conserva la semplicità e l'onestà di un bambino, che mi piace tanto.

 

- L. CARROL: Alice nel paese delle meraviglie

Il primo che ho letto in vita mia (forse è per questo che sono schizzato) e che ho riletto il maggior numero di volte, senza averci capito assolutamente nulla, e forse è meglio così. Avevo quattro anni quando mia mamma mi si mettava a fianco e lo apriva (la stessa copia che aveva lei da piccola, ormai logora e con disegni a pastello bellissimi. La conservo ancora come un tesoro) e su quel libro ho imparato a leggere. La cosa curiosa è che, più che influenzare la mia personalità, Alice ha influenzato moltissimo i miei sogni: posso dire con sicurezza che 3/4 dei sogni che faccio hanno riferimenti più o meno diretti al libro.

  • 2 months later...

12 libri per me sono davvero troppi, e di tanto... ma ultimamente ho deciso di dedicarmi di più alla lettura, dopo 20 anni attaccato ai videogiochi che invece ho deciso di abbandonare un pò...

Di libri importantissimi per me ne ho due:

 

Italo Calvino - Le città invisibili (Calvino è un autore che amo, ma in particolare questo libro mi pare svettare sopra a tutti gli altri in maniera sublime... un libro unico, emozionante e vertiginoso, la complessità del reale racchiusa in poche pagine)

 

Michael Ende - La storia infinita (un libro che ho amato fin da piccolo grazie alla fantasia sfrenata e che poi è cresciuto con me rispecchiando molte cose che ho vissuto e che ritrovavo ogni volta che lo rilegggevo)

  • 4 months later...

Libri di cui non farei a meno sono:

 

- La saga di Harry Potter

-"L'ombra del vento" di Zafon

- "Le città invisibili" di Calvino

-"La casa in collina" di Pavese

-La Divina Commedia di Dante Alighieri

-"Cime tempestose" di Emily Bronte

-"Un messaggio dagli spiriti" e "Assassinio sull'Orient Express" di Agatha Christie

  • 7 months later...

Il libro che mi ha cambiato la vita radicalmente (soprattutto la mente) è stato un libro poco conosciuto ''Misha corre'' ,da quando ho letto quel libro è iniziata una vita diversa per me e per i miei pensieri per una serie di cose che per capirle ci vorrebbe Freud in persona. 

Poi di libri belli che hanno alimentato la mia mente ce ne sono miliardi non puoi chiedermi di scriverne solo dodici non saprei quale scegliere e quale eliminare. Ci metto tutte le novelle di tutti gli autori che ne hanno scritte (Verga,De Maupassant,Pirandello,Boccaccio,il Novellino e tanti altri) poi la maggior parte dei romanzi di Hugo e poi tanti altri,non saprei proprio quale mettere e quale no. 

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