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Allarme Aids: in aumento del 15%


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Icoldibarin

Io non ci ho capito molto:

 

"si può calcolare un aumento di infezioni da Hiv/Aids, negli ultimi anni, del 10-15% nella fascia più giovane, tra i 16 e i 25 anni, soprattutto a causa di rapporti omosessuali"

 

A parte che suona strano che un virologo parli di infezioni da Aids, che non è certo un virus quanto la malattia causata dalla replicazione incontrollata del virus Hiv. Poi si dice che l'aumento di contagi sarebbe dovuto soprattutto a rapporti omosessuali.

Ma a fine articolo:

 

"In particolare, i casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono aumentati dall'1,7% nel 1985 al 42,7% nel 2012 e i casi attribuibili a trasmissione omosessuale nello stesso periodo sono aumentati dal 6,3% al 37,9%."

 

e se io non sono fuso completamente, mi pare che questi dati contraddicano l'affermazione precedente.

Hinzelmann

Le due affermazioni non sono tra loro incompatibili:

 

--una cosa è dal 1985 ad oggi ( cioè da quando esistono dati epidemiologici )

 

--altra cosa "negli ultimi anni" fra "giovani gay"

 

So che la cosa scioccherà molti di voi....ma dobbiamo presumere che i

gay nella fascia di età 16-25 anni siano più o meno il 10%

 

Il ché significa che il 90% dei gay non rientrano in questa statistica

 

Se il contagio da AIDS rientra fra i comportamenti a rischio dell'adolescenza

semmai bisognerebbe chiederci se il gay adolescente è più soggetto degli altri

al pericolo di adottare comportamenti a rischio....se si dà retta agli americani sì.

 

Il gay adolescente è statisticamente più soggetto ai comportamenti a rischio

propri dell'adolescenza a causa del minority stress

Icoldibarin

Quindi i giovani gay sono molto irresponsabili (essendo oltretutto minoranza rispetto agli etero) ma superati i 25 anni divengono più responsabili, mentre gli etero perdono inibizione ed iniziano a far sesso senza preservativo dopo i 25?

 

Un altro dato interessante è che mentre i contagi per scambio di siringhe, trasfusioni o per discendenza diretta si fanno più radi crescono di moltissimo quelli per via sessuale.

Il mio sentore è che sia cambiata proprio la percezione di pericolo fra i primi anni '90 ed oggi, però se devo essere onesto mi pare che la parte più informata e preoccupata della popolazione siano proprio gli omosessuali.

Vero è che con le senzazioni non si va lontano.

Loup-garou

Veramente, se dobbiamo parlare dei dati dell'articolo, quello che non capisco io è che l'articolo dice:

 

 

Secondo Perno, "si può calcolare un aumento di infezioni da Hiv/Aids, negli ultimi anni, del 10-15% nella fascia più giovane, tra i 16 e i 25 anni, soprattutto a causa di rapporti omosessuali".

 

Aumento del 15% di infezione tra i giovani (senz'altra specificazione), soprattutto (e quindi non solo) a causa di rapporti omosessuali, non è la stessa cosa di aumento del 15% di infezione tra i giovani omosessuali.

 

 

Ora, di per sé i due dati non sono incompatibili, magari sono veri entrambi. Però visto che il secondo dato è riportato in una citazione, mentre il primo è parafrasato liberamente nel titolo, il sospetto di imprecisione del giornalista mi viene.

Hinzelmann

Sì, può essere, bisognerebbe vedere le fonti

potrebbe essere anche una nostra-vostra coda di paglia:

 

"si può calcolare un aumento di infezioni da Hiv/Aids, negli ultimi anni, del 10-15% nella fascia più giovane, tra i 16 e i 25 anni, soprattutto a causa di rapporti omosessuali".

 

In effetti che l'adolescenza gay sia più difficile di quella etero

e che fra gli adolescenti gay possa esservi maggiore esposizione

ai comportamenti a rischio...non mi pare una verità sconvolgente

 

A condizione che ovviamente a questa osservazione non consegua

una impostazione moralistica o stigmatizzante, essendo la causa da

ravvisare nel minority stress e non certo nello "stile di vita gay" che

semmai si rafforzerebbe nel corso degli anni ( il chè è negato dai numeri )

 

I dati storici, sono sicuramente veri...ma non perchè riportati in un

modo o nell'altro nell'articolo è una verità nota a tutti e letta ovunque

 

Il fatto che lo stigma AIDS nel 1985 come peste gay e dei drogati

abbia portato ad obnubilare la mente al punto che l'allora ministro

Donat Cattin ritardò dal 1984 - caso Ryan White emofiliaco contagiato -

al 1988 i controlli sulle sacche di sangue...

 

Che la comunità scientifica sia stata debole e a sua volta affetta

da pregiudizi, il ché dimostra che il metodo scientifico non basta...

perchè gli emofiliaci furono proprio coloro che fecero capire che

doveva entrarci il "sangue" nella diffusione del virus ( scoperta

di questo: 1982 ) 

 

Tutti questi aspetti determinarono ovviamente la pandemia AIDS

a cui poi - con ritardo - si reagì 

Icoldibarin

Per quello a me suonava strano che una minoranza della popolazione giovane (3/4/6% a seconda delle stime) produca un aumento così forte nei contagi giovanili in generale. Vorrebbe dire una percentuale bassissima di contagi fra scrupolosi giovani etero ed una percentuale altissima di contagi fra imprudenti giovani gay.

 

Io credo, come spesso accade, che sia una notizia riportata un po' col culo.

Hinzelmann

In effetti...mi pare indiscutibile che il problema sia semmai

 

Carlo Federico Perno

 

Meeting di Rimini...6 figli...primariato ospedaliero a Roma

 

certo pare un "luminare"...ma non escluderei possa pensarla

come @ilromantico che cioè sia un problema di "stile di vita"

 

http://www.meetingrimini.org/default.asp?id=671&item=5939

 

Intervista interessante:

 

http://www.uccronline.it/2011/12/17/il-virologo-perno-%C2%ABla-risposta-allaids-non-e-il-preservativo-ma-leducazione%C2%BB/

In effetti che l'adolescenza gay sia più difficile di quella etero

e che fra gli adolescenti gay possa esservi maggiore esposizione

ai comportamenti a rischio...non mi pare una verità sconvolgente

Se con "comportamenti a rischio" intendi "sesso anale" ok, ma ti assicuro che i ragazzi eterosessuali che conosco che usino il preservativo si contano sulla punta delle dita. Le ragazze etero usano per lo più la pillola, e secondo la maggior parte, tanto basta. Mentre tra gli omosessuali c'è una certa percezione del rischio, anche se spesso c'è una scarsa conoscenza delle pratiche sicure, tra gli etero c'è molto spesso una totale inconsapevolezza. Il problema è che senza una affidabile stima della percentuale gay della popolazione è molto difficile capire la causa. Se si scoprisse che il rischio teorico di contagio tramite un rapporto anale è molto maggiore delle percentuali rilevate, il dato sarebbe indice del fatto opposto, ovvero che i gay sarebbero mediamente più prudenti.

 

 

 

Un altro dato interessante è che mentre i contagi per scambio di siringhe, trasfusioni o per discendenza diretta si fanno più radi crescono di moltissimo quelli per via sessuale.

 

C'è da puntualizzare che se cadono le percentuali di nuovi contagi per scambio accidentale di sangue, è ovvio che salgono quelle per altre cause: cambiano le percentuali, ma non è detto che il numero salga. D'altra parte, le siringhe costano 20 cent e le politiche attuali sono molto attente alla riduzione del rischio tra i dipendenti da droghe iniettabili, e per quanto riguarda le trasfusioni il rischio attuale è nullo, visto che vengono testati i donatori prima della donazione, e viene anche controllato il campione una volta donato.

Icoldibarin

 

 


In effetti...mi pare indiscutibile che il problema sia semmai

Carlo Federico Perno

 

Stavo giusto per postare il tuo stesso articolo e i suoi convegni al Meeting di Rimini, evidentemente bastava una semplice ricerca su Google che il giornalista a quanto pare non ha fatto o non ha voluto considerare.

Hinzelmann

Qui bisogna semplicemente appurare se il virologo

è un cattolico che falsa i numeri o un cattolico

che riporta i numeri corretti...interpretandoli in un

modo che non ci piace

 

Se è vero è vero...ma questo non significa certo che noi

si debba condividere le sue idee cattoliche sulla cultura del

preservativo, mi pare ovvio

 

Il resto non conta...( salvo il fatto che voi dovete capire che

la scienza è un sapere "neutrale" e "vero" solo fino ad un certo punto )

 

Io mi preoccuperei più del fatto che questa persona insegna, ha un

curriculum bestiale, ha potere etc e pensa di poter dire le cose che

dice nel 2014 sul preservativo

 

E' più grave questo....del giornalista, cioè le direbbe a New York?

Loup-garou

La colpa se c'è a me pare del virologo...che magari è omofobo

non mi pare addebitabile al giornalista se riporta un virgolettato

Il punto è che il dato virgolettato non coincide con quanto riportato dal giornalista.

 

 

L'articolo apre così:

I casi di Hiv-Aids tra i giovani omosessuali aumentano del 10-15%. Lo ha affermato il virologo Carlo Federico Perno, [...]

 

 

 

Poi però quando si tratta di citare ciò che Perno ha effettivamente detto, l'articolo dice:

Secondo Perno, "si può calcolare un aumento di infezioni da Hiv/Aids, negli ultimi anni, del 10-15% nella fascia più giovane, tra i 16 e i 25 anni, soprattutto a causa di rapporti omosessuali".

 

 

Hai capito perché dico che mi sembra imprecisione del giornalista? La citazione di Perno non coincide con il dato riportato dal giornalista in apertura dell'articolo, e da come è strutturato l'articolo a me sembra che il giornalista voglia dire: "Questo è quanto ha detto Perno, ecco qui la citazione precisa." Peccato che poi la citazione non dica quello...

E la cosa mi puzza proprio perché le percentuali son le stesse. Prima si parla di 10-15% giovani in generale, poi di 10-15% giovani gay (che nel titolo diventa un 15% secco, perché immagino faccia più scena).

 

 

Questo solo per un discorso di precisione. Poi se uno mi dice che i giovani gay sono più a rischio non mi sorprendo, ci mancherebbe, ma nel momento in cui uno tira fuori dei numeri, mi aspetto che siano precisi.

Icoldibarin

cioè le direbbe a New York?

Certo fa specie che una virologo possa rimanere nella sua posizione dicendo certe panzane, ma a quanto pare dallo stesso articolo postato sembrerebbe che l'idiozia sia transnazionale:

 

«Tuttavia, si sa benissimo che in Africa l’unico metodo ad aver sconfitto l’AIDS è stato quello proposto da Suor Miriam Duggan in Uganda, basato su fedeltà al matrimonio e astinenza. La religiosa è stata recentemente premiata dall’Università di Harvard, dall’Holy Cross College degli Stati Uniti, e nel 2008 ha ricevuto un premio di riconoscimento per la sua opera dal Presidente e dal Parlamento dell’Uganda (cfr. Ultimissima 3/12/11). Gli stessi ricercatori di Harvard, come Edward C. Green e Daniel Halperin, hanno riconosciuto attraverso studi scientifici la correlazione tra maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti.»

 

Ammesso ovviamente di prendere per veritieri almeno i dati che dovrebbero essere oggettivi rilasciati da questi soggetti.

 

 

 

ma ti assicuro che i ragazzi eterosessuali che conosco che usino il preservativo si contano sulla punta delle dita. Le ragazze etero usano per lo più la pillola, e secondo la maggior parte, tanto basta. Mentre tra gli omosessuali c'è una certa percezione del rischio, anche se spesso c'è una scarsa conoscenza delle pratiche sicure, tra gli etero c'è molto spesso una totale inconsapevolezza.

Questa è anche la mia esperienza personale. Per giunta quanto si domanda perché non si usi il preservativo al fine di evitare malattie sessualmente trasmissibili rispondono sovente "ma la conosco, non è mica una prostituta".

 

Questa idea che il problema dell'hiv sia solo fra omosessuali, prostitute ed eroinomani penso sia il principale motore dei contagi.

 

 

 

Hai capito perché dico che mi sembra imprecisione del giornalista?

A me tutto l'articolo pare un colabrodo, a partire dal fatto che una persona che si occupa di riportare notizie scientifiche dovrebbe ben conoscere la distinzione fra Hiv e AIDS. Il tutto è narrato con toni molto approssimativi, per essere gentili, anche se a me paiono anche fraudolenti.

Che vuol dire che aumentano del 10-15% poi? O aumentano del 10 o aumentano del 15, se si è fatta una seria statistica descrittiva. Quelli mi sembrano numeri che si potrebbero citare in un discorso al bar...

Hinzelmann

@lcodibarin

Cioè nel senso che siamo al livello dell'Uganda o nel

senso che da noi è normale che un primario virologo

agisca come una suora?

 

 

 


Hai capito perché dico che mi sembra imprecisione del giornalista?

 

Chi? Io non riesco neanche a trovare il nome del giornalista ammesso

che esista...e non sia la trascrizione di un'agenzia stampa 

 

Figuriamoci la congruità fra articolo e titolo, roba che oramai è

sbagliata nel 90% dei casi, se prendo Repubblica di oggi

 

Purtroppo il livello della professionalità giornalistica è sceso sotto lo zero

( e le edizioni di cronaca locale sono fatte tutte da pubblicisti-cottimisti

pagati 50 euro a pezzo...o peggio copiando le agenzie )

 

Ma il problema è ciò che quest'uomo, cioè il virologo ha

detto alla Conferenza, non certo il titolo dell'articolo

Icoldibarin

@lcodibarin

Cioè nel senso che siamo al livello dell'Uganda o nel

senso che da noi è normale che un primario virologo

agisca come una suora?

Nel senso che non sarebbe normale che cotale suora sia stata insignita di un riconoscimento per aver "scoperto" un metodo per debellare l'Aids basato su castità e fedeltà coniugale da due istituzioni accademiche né che due ricercatori di Harvard presumano di aver scoperto "attraverso studi scientifici la correlazione tra maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti."

Ilromantico

E ti pareva se non dovevano paragonarmi al virologo xD. Certo il virologo sembra cattolico e terribilmente di parte, ma non mi sento di dire che abbia detto solo castronerie. C'è una certa logica, semplicistica, nel suo ragionamento per quanto poi sembri avere pensieri estremamente estremisti, ma secondo me ha ragione sul fatto che non è problema risolvibile SOLO con un oggetto, ma richiedi anche atteggiamenti ben più maturi e pensati.

AndrejMolov89

Credo che il sesso sia una faccenda troppo presa seriamente dal punto di vista morale. Dal lato pratico ci sono delle semplici regole da rispettare: farlo sempre protetto e conoscere i comportamenti sessuali a rischio (esempio, ingoiare sperma a go go). 
Un'altra questione è che le percentuali vengono falsate. Nel senso che sono significative questi aumenti? Se hai 100 persone, con 10 con una qualità, ma nel tempo ne togli una, è logico che le percentuali variano, ma il numero assoluto può rimanere invariato. Citare le percentuali senza la base di dati può essere un modo per dare dei dati di fatto che possono essere falsati e decontestualizzati facilmente. 
 

Hinzelmann

Nel senso che non sarebbe normale che cotale suora sia stata insignita di un riconoscimento per aver "scoperto" un metodo per debellare l'Aids basato su castità e fedeltà coniugale da due istituzioni accademiche né che due ricercatori di Harvard presumano di aver scoperto "attraverso studi scientifici la correlazione tra maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti."

Quota Selezione

 

Suppongo sia stata premiata ad Harvard per la sua opera missionaria ed assistenziale

come in passato madre Teresa di Calcutta etc. non certo per le sue idee

 

Comunque ovviamente fosse un riconoscimento scientifico sarebbe chiaramente infondato

fosse un riconoscimento "sociale" per la sua opera a favore dei malati di AIDS dal 1987 in

Uganda, non ho niente da opporre...ognuno faccia il suo lavoro.

 

L'importante è che ognuno rimanga nel suo ruolo, cosa che il luminare virologo di Roma

è sospetto di non aver fatto

 

 

 

E ti pareva se non dovevano paragonarmi al virologo xD

 

Il paragone ci sta

 

Nel senso che tu - e non credo di alterare il tuo pensiero - tendi

a pensare o scrivere che vi possa essere un problema di "stile di

vita gay"

 

Prendendo per buoni i dati...perchè ovviamente non fossero veri

sarebbe un altro paio di maniche, è inutile stare a ribadirlo

 

In ogni caso a me sembra palesemente falso

 

Perché nella fascia di età giovanile dai 16 ai 25 non si può certo

parlare di "stile di vita gay" come non si potrebbe parlare di "stile di

vita etero", nel senso che uno stile di vita lo si parametra sull'età

adulta...direi dai 25 ai 35 anni

 

Dai 16 ai 25 un giovane gay vive ancora presso la famiglia, non ha

fatto CO in larga percentuale e inizia appena ad entrare in contatto

con il mondo gay ( in genere non si comincia certo dal club vietato ai

minori di 18 anni....ma dalla discoteca o dal pub etc )

http://www.repubblica.it/salute/2013/11/26/news/aids_ricerca_identifica_la_miccia_che_accende_l_hiv-72022835/

 

In questo articolo (di novembre) oltre a spiegare che l'Italia è il Paese al mondo in cui si muore meno di AIDS

- dato di cui nessuno vuole mai discutere, ma ovviamente molto più significativo di minime variazioni statistiche -

viene detto che gli under 25 che vengono contagiati sono 400 ogni anno.

 

Il ché vuol dire che questo 10-15% riguarda 50 casi in più.

Con una percentuale del 37% di contagi omosessuali, direi che la cosa riguarda circa 20 ragazzi gay in più.

Una quantità davvero troppo piccola per rappresentare (per ora) un trend sognificativo di qualche tipo.

Ho letto alcuni commenti quindi spero di non ripetere, leggendo qua e la (una delle mie paure nei confronti di mio fratello è proprio il rischio di contrarre l'hiv) ho trovato che sempre e comunque l'idea che i gay siano più predisposti al contagio è una bufala, e anzi, mi accorgo che molti più etero si stanno "infettando"... insomma, sappiamo tutti che il classico marito di 40 anni almeno una volta è andato con prostitute, si credo che i gay abbiano una vita sessuale attiva ma non credo sia più attivi di un etero....

@Sorella, in media un gay ha più partner e il sesso anale è più contagioso.

 

Il problema etero è che il marito che va con la prostituta

non mette la moglie nella condizione di proteggersi da un eventuale contagio;

perché lei magari suppone che lui sia fedele.

E la cosa grave è che ovviamente se ne accorge solo quando la malattia ha i primi sintomi.

@Sorella, in media un gay ha più partner e il sesso anale è più contagioso.

 

Il problema etero è che il marito che va con la prostituta

non mette la moglie nella condizione di proteggersi da un eventuale contagio;

perché lei magari suppone che lui sia fedele.

E la cosa grave è che ovviamente se ne accorge solo quando la malattia ha i primi sintomi.

E di conseguenza la moglie può essere vittima di contagio, la cosa più brutta è che il contagio negli etero è "nascosto" dalla finta fedeltà del partner

@Sorella

 

succede spesso anche in coppie gay che si dichiarano fedeli ma nelle quali uno non lo è. siccome sono fedeli non usano il preservativo e così l'altro si contagia. in quelle invece non fedeli e che usano il preservativo ciò non succede.

Icoldibarin

Ma in quel caso oltre che infedeli si è criminali, se si fa sesso non protetto con terzi e poi lo si fa con moglie/marito/compagno senza che questo ne sia al corrente.

Se fate gli infedeli mettetevi almeno il profilattico finché avete un dubbio sul vostro stato sierologico.

Hinzelmann

 

 


Il ché vuol dire che questo 10-15% riguarda 50 casi in più.
Con una percentuale del 37% di contagi omosessuali, direi che la cosa riguarda circa 20 ragazzi gay in più.
Una quantità davvero troppo piccola per rappresentare (per ora) un trend sognificativo di qualche tipo.

 

In effetti i numeri sarebbero esigui anche se fossero 25...o 30.

 

So che però negli USA il tema è estremamente avvertito, vuoi per le polemiche contro le

politiche Bush ( educazione sessuale=prevenzione gravidanza e astinenza sessuale ) vuoi

per il fatto che l'incremento sarebbe maggiore, come maggiore la precocità del contagio

Ovviamente....da noi manco c'è l'educazione intesa come prevenzione gravidanza, quindi

se l'aumento fosse del 10%, laddove negli USA è del 20%, sarebbe pur sempre la metà.

 

Qui si dice 22% fra i gay che diventerebbe 48% fra gli Afroamericani con un aumento presunto

di oltre il 20% per gli etero

 

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2014/01/11/news/allarme_aids_giovani_usa-75623320/

Prendendo i numeri alla fine dell'articolo di apertura quello che appare è che i contagi per via sessuale col tempo sono meno tra i gay e più tra gli etero, in proporzione sui contagi totali. Se la percentuale dei rapporti omosessuali aumenta nel totale è perché quella tramite siringhe infette è ridotta drasticamente.

Non ho voglia di cercare e potrei sbagliarmi ma mi pare di ricordare la percentuale di omosessuali che usano il preservativo fosse del 50% e negli etero molto più bassa, tipo il 20%.

Comunque essendo i gay molti meno degli etero si capiscono le differenze sulla diffusione. Si dovrebbero evitare commenti "sociologici" a casaccio giocando sui numeri.

Edited by coeranos

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