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Disforia in genere (e non "di genere") e giudizio .


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Non si tratta di un problema teorico.

Poniamo pure che domani sia universalmente accettato

che sottoporsi a body modification per sembrare qualcuno o qualcosa

sia una patologia psichiatrica a cui venga dato un nome.

 

Se una persona non cerca aiuto medico,

non mette in pericolo la sua vita né danneggia gli altri

come è possibile concretamente prestarle aiuto?

 

Le persone con la faccia completamente tatuata

sono ben più strane di chi voglia somigliare a Justin Bieber:

ma sinceramente non mi immagino che sia reso obbligatorio

un colloquio con lo psicologo prima di tatuarsi in faccia

anche ammettendo che sia davvero un disturbo mentale.

 

Nel caso del riassegnamento chirurgico del genere

puoi imporre questo passaggio perché l'operazione è a carico dello Stato

e perché è un problema pubblico il cambio di sesso nei documenti:

ma nel caso di Rick Genest? Come si potrebbe "aiutarlo"?

 

Inoltre il Movimento Trans è riuscito da poco a convincermi

dell'opportunità di combattere per depatologizzare la loro condizione

e l'idea di patologizzare piercing, tatuaggi e bisturi

mi sembra a pesante rischio di illiberalità.

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Inoltre il Movimento Trans è riuscito da poco a convincermi
dell'opportunità di combattere per depatologizzare la loro condizione

 

e che vogliono ottenere con la depatologizzazione ?

 

vogliono tornare a battere sui marciapiedi perché costretti a pagarsi da se le spese operative ?

 

 


e che vogliono ottenere con la depatologizzazione ?

 

Sei mai riuscito a scrivere un post in questo forum che non fosse un OT gigantesco? :)

 

Le persone trans vogliono non essere più obbligate a chiedere a un medico se "lo sono veramente".

Non c'è bisogno di essere considerate malate per avere accesso alla Sanità Nazionale,

come è ampiamente dimostrato dalla gravidanza che non è certo una malattia

e nessun medico ti può dire se è opportuno o meno che tu rimanga incinta

(né può impedirtelo anche qualora ci fossero rischi).

Internare no, aiutare sì...Ma tanto tu sai tutto della vita.. Hai la scienza infusa

 

Mak, una persona la puoi aiutare se si fa aiutare. Costringere una persona a "farsi aiutare": non vuoi chiamare questa cosa "internare", ok, ti pare brutto, ma è comunque una violazione della sua libertà e un'intromissione nella sua volontà.

@Almadel

 

se si presenta mia madre 85enne in sala parto all'ospedale non la fanno entrare per partorire. anche le donne incinte per il rimborso delle spese parto devono andare dal medico che conferma che sono incinta.

 

Sì ma un conto è dire che una donna è incinta, un conto è dire che una persona è malata. La malattia mentale in Italia ha delle conseguenze legali, per esempio, sull'affidamento di minori. Una persona transessuale con figli potrebbe vederseli allontanati da un giudice in quanto "malata di mente". Ci sono dei motivi ben precisi se si chiede la depatologizzazione, restando però che nessuno è contrario - a quanto ne so - al riconoscimento di una condizione che richiede aiuto medico, come lo è appunto la gravidanza. Si potrebbe considerare la disforia di genere come una malattia non mentale? Questa potrebbe essere un'altra possibilità, alla quale personalmente non vedrei delle particolari obiezioni, visto che è difficile essere discriminati per avere - che so - il diabete, mentre alla malattia mentale, per quanto lo si neghi, sono spesso associati giudizi morali. Anche perché in tutto questo un disagio della persona c'è davvero, e qui finisce il paragone con la gravidanza: mentre una donna può essere contenta di essere incinta, non ho mai sentito di transessuali che fossero contenti di essere "nel corpo sbagliato".

@wotan88

 

basterebbe considerare l'essere trans come una condizione naturale che su desiderio dei portatori della condizione trans può necessitare di cure mediche pur non essendo i trans malati.

 

qualcuno dovrà però pur verificare che questa condizione trans sussiste veramente, altrimenti chi usufruisce delle cure mediche le prende in self-service e questo sarebbe veramente strano.

Edited by marco7

Personalmente in effetti io sono d'accordo sulla necessità di un riscontro da parte di un medico. Il punto è che se è necessario un riscontro del medico, come facciamo a dire che non è una malattia (e non intendo una malattia mentale)? Ma appunto, io non sono del tutto favorevole alla depatologizzazione - semmai al trasferimento da malattia mentale a problema fisico.

Ma l'argomento è piuttosto scivoloso. Se non è una malattia, nemmeno una condizione medica, allora cosa differenzia un transessuale da una persona con altri aspetti che i tratti sessuali diversi da come "si sente"?

Io credo che un criterio ci debba essere per capire chi abbia bisogno di una cura e chi no.

Da una parte c'è il diritto all'autodeterminazione, dall'altro il bisogno di avere un motivo serio per garantire l'accesso alle cure. Il problema è decidere cosa è serio e cosa no.

Hinzelmann

State facendo un sacco di confusione XD

 

Intanto sarebbe un "disturbo mentale" non una malattia psichiatrica

l'accertamento medico serve ad accertare semmai se non esistano

altre psico-patologie associate, questo è il motivo per cui correttamente

nel nuovo manuale diagnostico si propone di depatologizzare il DIG, il

chè non significa che non si possa accertare l'esistenza di altre malattie

che potrebbero interferire con la formazione di questo desiderio

 

Ammesso al procedimento per il cambiamento di sesso sarebbe quindi la

persona che ha questo desiderio, senza avere dei disturbi mentali ( ad ogni

modo poiché una trans può avere anche degli altri problemi...questo passaggio 

rappresenta sempre uno stress )

 

Questo è lo stato dell'arte per quanto riguarda le trans

Soprattutto che cosa vuol dire "aiutare" ? Aiutarlo a non avere più pensieri discordi dalla massa? aiutare a restare ciò che non vuole essere ? Questo appunto non sembra aiuto ma TSO. Non sta cercando di uccidersi o di ledere nessuno il nostro amico dal volto asiatico, sta cercando di emergere con le sue forze, proprio da gente che lo vedrebbe bene aiutato coattamente . E, per la gioia di mak, non ho detto che bisogna depatologizzare tutto, semplicemente che tra poco si renderanno malati pure i bimbi irrequiet... oh l'han già fatto .

Hinzelmann

 

 


forse non hai capito che disturbo mentale e malattia psichiatrica sono la stessa cosa.

 

Forse non hai capito che non sono affatto la stessa cosa...XD

Come d'altronde non lo è una zuppa rispetto al pan bagnato basta assaggiare entrambe le cose...

 

A parte questo è una risposta veramente "povera" che non apporta niente alla discussione...sarebbe

come se io rispondessi: se non è un reato è un altro perchè nel codice penale una qualche norma riferibile

al caso c'è ( ma un omicidio non equivale affatto ad una contravvenzione )

 

Prova....ad applicare un TSO ad una persona a cui viene diagnosticato un qualunque altro disturbo sessuale

( impotenza, desiderio ipoattivo ) e vediamo se la magistratura non ha qualcosa da ridire circa la congruità

di questa privazione di libertà personale. Credo che un processo per sequestro di persona...sarebbe inevitabile

 

Quindi No! Un disturbo mentale della sfera sessuale NON è la stessa cosa della Schizofrenia o della Psicosi...se

non per una persona che viva completamente installata nell'astratto, di una discussione nominalistica

 

Poi non hai capito neanche che la tendenza in atto sarebbe quella di superare l'attuale definizione....a favore di una

diagnosi differenziale sull'assenza di altri disturbi mentali o psicopatologie che potrebbero influire sul "desiderio" di

cambiare sesso

 

Tornando IT

 

Almadel ha introdotto il paragone con il tatuaggio ed altre tecniche di manipolazione del corpo, fermo restando il fatto

che l'esito estremo "scandalizza" la società, sarebbe semplicemente per il fatto che in questi casi si infrange un tabù

sociale

 

Io ho sottolineato il fatto che se esiste un tabù sociale, secondo me consiste proprio nel fatto che nella nostra società l'identità

sociale è una identità sessuale - deve essere tale

 

Se io - come gay - "schecco" clamorosamente con un tatuaggio assurdo i gay storceranno il naso...ma nessuno mi riterrà un freak,

perchè bene o male corrispondo ad una identità sessuale. Lo stesso vale per una trans

 

E vale anche...lo possiamo aggiungere : per la biondona che si fa le super-tette, o per il frocetto-bisex e etero col pene piccolo complessati

dal fatto di essere dei mezzi-maschi che si massacrano di palestra e steroidi per avere i super-muscoli

 

Questo significa che lottare contro l'invecchiamento e per il potenziamento narcisistico della propria identità sessuale....è un concetto socialmente

riconosciuto, perchè corrisponde ad una identità sociale

 

L'esito potrà essere criticato su un piano estetico, come disarmonico ; io potrò osservare che quell'etero per sembrare più virile magari è diventato

sterile, il chè è paradossale...Potrò anche osservare : tutto bene...ma se il rafforzamento dell'identità sessuale è un "dovere" sociale il gay - su cui

grava il pregiudizio di non corrispondergli - rischia di essere spinto a dover dimostrare sempre di più la sua corrispondenza ad un modello sociale

che pretende "prestazioni" sempre più alte ed è dannoso per la salute

 

Tuttavia non abbiamo Freak

 

Il Freak esiste nel momento in cui io decido di "distruggere" la mia identità sessuale che dovrebbe essere la mia identità sociale

per affermarne una irriducibilmente individuale: la Barbie, il Gatto, L'Asiatico, Il Diavolo

Beh innanzitutto il mio professore di psicologia fisiologica diceva che un disturbo mentale provoca sofferenza. Bisognerebbe tenerlo a mente e rispettare chi soffre.

Non ci sono poi, all'atto pratico, molte differenze tra le malattie mentali e le malattie del corpo.

Nel caso che pone Alma:

Se una persona non cerca aiuto medico,

non mette in pericolo la sua vita né danneggia gli altri

come è possibile concretamente prestarle aiuto?

 

Cosa si fa se questa persona soffre di depressione?

O di una agorafobia tale da non poter uscire di casa?

Di problemi cardiaci?

O di aids?

Generalmente sono i famigliari e gli amici a farsene carico ed insistere. Infatti se il soggetto non ha famigliari o amici, diventa molto molto difficile. E comunque, anche nel caso in cui famigliari e amici ci siano e si prendano a cuore il problema, se il soggetto è fermo nella sua volontà di non fare terapie, è una situazione difficile.

Un tso si attua solo se il paziente rischia di mettere in pericolo sé stesso e/o altri, quindi il caso non si pone - potrei raccontare qualcosa su come si attua un tso nella realtà, ma andrei fuori tema, lasciatemi dire che il tso è sempre temporaneo, per legge.

 

Ho un po' ragionato sulla questione della depatologizzazione e mi sembra che si stia mancando il bersaglio.

Se poniamo la disforia di genere come un disturbo che provoca sofferenza al soggetto, la cui cura è la transizione, parziale o totale, verso il sesso desiderato, mi sembra che il problema non sia tanto l'etichetta diagnostica, ma lo stigma sociale.

Non nascondiamoci dietro un dito, molte malattie mentali sono associate a pregiudizi, mi sembra che il Movimento Transessuale stia dicendo: già ci discriminano per la nostra sessualità, non vogliamo essere considerati anche dei pazzi!

E' lun problema simile a quello di chi ha l'aids, o è sieropositivo; però il vero bersaglio penso che sia lo stigma sociale, e non la diagnosi di malattia. E infatti in questi ultimi due casi che ho citato, mai nessuno ha pensato di dire, eliminiamo il problema togliendolo dall'elenco delle malattie.

In questo senso io dico: combattiamo lo stigma sociale, che è il vero problema.

 

In riferimento a ciò che scrive Wotan, una persona transessuale, che stia effettuando il percorso o l'abbia terminato, non può vedersi allontanare i figli.

Sarebbe come, a rigor di logica, allontanare dei figli da un genitore che si sta curando il cancro o che ne sia guarito O_O

Inoltre non tutti i disturbi mentali possono essere considerati invalidanti nell'accudimento di un figlio. Sarebbe ben miope quel giudice che dicesse: c'è una malattia mentale, allontaniamo il bambino. Si rende necessario analizzare e valutare il disturbo mentale nel caso specifico.

Edited by Krad77

ma facciano quel che vogliono, come vogliono, gli unici per cui vedo utile un T.S.O. sono quelli che minano l'altrui libertà, tutto il resto può, al massimo, costituire oggetto di spettegules

 

a proprosito la tipa postata da Ben non somiglia affatto a Jessica Rabbit, ne deve fare ancora di interventi!

Edited by prefy

Beh innanzitutto il mio professore di psicologia fisiologica diceva che un disturbo mentale provoca sofferenza. Bisognerebbe tenerlo a mente e rispettare chi soffre.

Non ci sono poi, all'atto pratico, molte differenze tra le malattie mentali e le malattie del corpo.

Nel caso che pone Alma: Cosa si fa se questa persona soffre di depressione?

O di una agorafobia tale da non poter uscire di casa?

Di problemi cardiaci?

O di aids?

 

Capisco molto bene di cosa parli; è che il "rispetto per la sofferenza" e la "cura" dovrebbero, dico dovrebbero, andare di pari passo e spesso è un casino combinare le due cose. Io lo so da quando soffro di attacchi di panico; come cazzo faccio a spiegare ai vecchi amici che non riesco a passare una serata in compagnia come capitava fino ad un paio d'anni fa perché temo di sentirmi male/di aver bisogno di una rassicurazione medica/di creare un gran trambusto per nulla? Tanto più che un tempo ostentavo una certa "disinvoltura" in molte situazioni sociali...di fatto vivo un po' da recluso, e non ne ha colpa nessuno eccetto me. La cosa più sgradevole, e foriera di ulteriori ansie, è la difficoltà che si incontra quando i familiari, rassicurati dai medici, ti dicono che non hai nulla: probabilmente è così, non ho "nulla", ma la sofferenza per me è più che tangibile in alcuni momenti.

 

Tornando in topic, star qui a distinguere il "disturbo mentale" dalla "malattia psichiatrica"...compete allo psichiatra o a chi come Hinz ha a che fare colle aule di tribunale, ché è meglio tenere a mente che il concetto di "malattia" e quello di "psiche" sono dei costrutti cui ciascuno si riferisce con accezioni più o meno rifinite, nella misura in cui ha ricevuto un certo tipo di formazione anziché un altro.

 

Credo che la "disforia in genere" meriti attenzione e non vada derisa; non saprei dire però se chi ha la fissa, che ne so, di cambiare colore della pelle, debba poter usufruire della sanità pubblica per fare gli interventi necessari a conseguire il suo scopo.

Edited by schopy
  • 3 weeks later...

Piccolo off-topic: il signor Jackson era affetto da una malattia della pelle, chiamata vitiligine; non si è voluto di certo colorare la pelle da nera a bianca, come affermano alcuni media scandalistici; è tutto ben documentato e lo ha confermato pure l'autopsia. Saluti :)

@Loreeenzo

 

mah. sembra che la malattia di jackson sia una palla. e poi scusa ma se un nero avesse quella malattia non è più facile colorarsi le macchie bianche di scuro che sbiancarsi, cambiare i tratti somatici & co.

Sulla vitiliggine: conosco ben 4 persone che ne soffrono (uno è mio zio) è non è che la vitiliggine fa sbiancare totalmente come se parlassimo di un panno immerso nella candeggina; la vitiliggine colpisce la pelle a chiazze...nulla a che vedere con lo sbiancamento totale ed uniforme di Michael Jackson.

FreakyFred

Ragazzi, una cosa che mi capita di vedere fra le righe negli interventi di una grossa parte della comunita' omosessuale e' l'ossessione per il non dover essere giudicati e non dover giudicare.

Ora, e' chiaro che il giudizio si lega alla comprensione, e anche che c'e' modo e modo per esprimere il giudizio. Ma essendo l'uomo animale sociale l'idea che uno possa fare quello che vuole senza essere giudicato perche' gli altri glielo devono e' utopica a dire il meno.
Se io vado in giro coi pantaloni da clown la gente mi guarda e mi giudica, si chiedera' che messaggio voglio mandare con con quei pantaloni assurdi, che cosa sto pensando, che idea ho... dal che nasceranno dei giudizi. Al massimo gli altri potranno decidere di non parlarmi dei loro giudizi, ma dentro di se' li avranno espressi comunque, e' inevitabile.

 

PS: none sistono tecniche per sbiancare la pelle. La vitiligine di solito colpisce a chiazze, ma sicuramente ci sono casi come quello di MJ in cui sbianca tutto.

Hinzelmann

Michael Jackson non lo citerei

 

In primo luogo il giudizio sociale si è tradotto in processi

 

Poi pare che effettivamente l'autopsia abbia confermato che nelle

parti non visibili del corpo aveva chiazze ( e a dire il vero per questo

fu sottoposto ad ispezione corporale negli anni' 90 )

 

Diciamo che è uno che ha preferito passare per Freak piuttosto che

dire di essere malato ed stato poi costretto a dire di essere malato

quando il freak è diventato imputato

 

Però pare che l'autopsia abbia confermato vitiligine e lupus oltre

a perdita di capelli sopracciglia e depigmentazione della bocca, che

era anch'essa tatuata.

 

Certo il risultato estetico era quello che era...ma sembra sia cresciuto in

un ambiente in cui la malattia era ritenuta una punizione di Dio

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