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La felicità è un dono o una conquista?


cassian

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[modbreak=yrian]Segnalo il topic correlato Sulla felicità come fine[/modbreak]"Beato lui che gli va tutto bene ed è felice"Questa è la frase detta ieri da un amico che mi ha fatto scattare questa riflessione. Anche se il topic pone una domanda diretta, non ho messo un sondaggio perchè non credo sia poi interessanti quanti la pensano in un modo o nell'altro, ma come la pensiamo in proposito. Già la felicità può avere per ognuno di noi una particolare connotazione; allo stesso modo ciascuno si rapporta ad essa in modo molto originale. C'è chi la vive come un bisogno, chi come un dono che deve cadere dall'altro, chi come una conquista, perchè no, anche come un peso, un obiettivo da raggiungere ma che non si riesce mai ad afferrare spesso.Nei nostri cuori vedo che l'idea che abbiamo della felicità è quella che anima la maggior parte delle emozioni di cui si parla qui sul forum, ed è quindi un'aspetto che mi sembra cruciale da analizzare insieme a tutti voi.Oltretutto, nella vostra esperienza, conoscete o siete voi stessi persone felici? Anche in maniera non costante, molti affermano che la felicità sia uno stato momentaneo che si può ripetere a diversi istanti di tempo.Mi piacerebbe che chi rispondesse a questo topic si sforzasse anche di spiegare tutto quello che riguarda la felicità nella propria esistenza non semplicemente se è o meno felice.Grazie a tutti, Virgilio

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Beh dipende dai casi. Se tipo parli di una relazione, allora la felicità è senza dubbio un dono perché il tuo ragazzo/la tua ragazza ti fa felice, ti riempie di attenzioni, condivide con te tutti i momenti. Se parliamo ad esempio di campo professionale o di studio, è una conquista. Perché se riesci ad ottenere ottimi punteggi in Università dopo notti di studio o riesci finalmente ad avere quella promozione che volevi perché lavori tanto in ufficio, allora ti sei guadagnato la felicità. Sai; dipende dai contesti. :roll:

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E bravo Virgi; questo è un bel topic!

 

Attualmente non sono felice; non lo sono da molto tempo.

La felicità può essere intesa in diversi modi. Può essa essere un obiettivo da raggiungere nella vita come anche un dono del cielo. La cosa certa che si sa a proposito della felicità è che è molto difficile da sentire. Proviamo a fare un sondaggio e a sentire quante persone sono realmente felici. Badate bene: essere contenti non vuol dire essere felici. La felicità è un qualcosa di più profondo e radicato nel nostro animo. La felicità non può essere provocata da un regalo effimero.

Come tutte le cose grandi la felicità è un istante. Come i grandi sentimenti intensi e densi dura solo il tempo di chiudere e riaprire gli occhi. E' un picco di un istante che irrompe nell'andamento sinusoidale della vita.

Credo di aver raggiunto ed ottenuto la felicità in passato: quando ho vissuto intensamente le mie storie d'amore. Allora la felicità era un compendio di ciò che i miei partner mi davano e di una spinta mia interna ad elevarmi a cime altissime.

Credo che la felicità sia dovuta a molti fattori: dipende da ciò che noi consideriamo importante, ovviamente. Se per noi fossero importanti l'amore e l'amicizia più che il lavoro e il resto allora la felicità si raggiungerebbe una volta realizzati nella nostra vita sentimentale. Tutto sta a valutare cosa per noi è importante.

Una riflessione mia personale riguardo questo argomento è che la felicità, come detto sopra, è solo un momento intenso. Ciò che rimane, e che credo sia ancora più difficile da mantenere, è la serenità interiore. Ma in fondo è bello così. Laciamoci cullare dalla serenità e, talvolta, lasciamo che la felicità ci faccia naunfragare in un istante eterno.

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come si fa in un forum e in poche righe dare la definizione della felicita? ..impresa ardua ...

 

Io non credo nella maniera piu' assoluta alla felicita' cosi' come in molti la intendono : uno stato di assoluto appagamento dei desideri.......

 

essere felici puo' essere una frazione di secondo per un regalo ricevuto, una giornata intera per una vincita mediocre, ma questo stato e' destinato a smussarsi ed a trasformarsi in normalita'......

 

la felicita' a livello generico che va avanti con gli anni e' piu' una specie di serenita' psicologica ed una pace interiore . raggiungere questo obiettivo pero' e' tutt'altro che semplice :. l'uomo e' alla ricerca costante di un qualcosa che lo renda felice, ma questa ricerca porta inesorabilmente anche ad incassare notevoli delusioni e ad ogni traguardo ne sussegue un altro, e poi un altro e un altro ancora ... ma questo e' alla base dell'istinto umano che non si accontenta mai. e questa disperata ricerca di felicita', contradditoriamente, porta tanti esseri umani a non essere felici.

 

il segreto per raggiungere questa pace (infatti la felicita' come gia' detto dura pochissimo) va ricercata nelle proprie possibilita': inutile apirare a diventare matematici se non sappiamo nemmeno fare una semplice operazione...gia' prendere una coscienza del proprio potenziale, fissare obiettivi raggiungibili e appaganti, puo' essere un ottima strada per raggiungere piccole felicita' e alla lunga apportare una specie di pace e tranquillita'.  una delle minacce secondo me e' la fretta, il tempo, le cose che non si riescono a fare , le frustrazioni e gli abbattimenti... la pace e la conquista di piccole felicita' giornaliere deve essere un incentivo per amare la vita senza eccedere mai, senza pretendere il tutto con un minimo sforzo... ma quest ricerca non deve mai essere morbosa.

 

Al momento attuale ho raggiunto una certa pace interiore ma ancora molta strada mi aspetta per confermarla col tempo.  tantew piccole gioie mi hanno tirato su di morale , e grazie alla persona che amo oggi ho piu' fiducia in me stesso.

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Mi ritrovo d'accordo con True Vampire e Cambiapelle nella distinzione tra una felicità assoluta legata a un momento di intensa gioia e una relativa di impronta più quotidiana, che ha a che fare con le sensazioni di serenità e stabilità.

 

Inutile dire che ho vissuto, come tutti, gioie e dolori immani. Ma quelli non si possono definire. Quando si parla di felicità, invece, penso alla felicità nel secondo significato. E allora posso dire in tutta onestà di essere felice. Certo, ogni giorno combatto con tuta una serie di problemi: tensioni sul lavoro, bisticci col mio ragazzo, acciacchi fisici, sofferenze dei miei cari (sì, perché si vive anche una "felicità" o una "infelicità" di riflesso, a seconda di come si sentono coloro cui vuoi bene!), inconvenienti casalinghi, casini vari sul Forum (:roll:) ... Ma sostanzialmente sono felice. Il lavoro mi stressa, è vero ma riesco a guadagnarmi da vivere col lavoro che ho sempre voluto fare e che per me è una passione viscerale: come lamentarmene? Il mio ragazzo a volte mi dà da fare... ma è meraviglioso essere comunque innamorati come un anno fa... E lo stesso vale per tutto il resto.

 

Di chi è il merito? Sono molto orgoglioso di poter dire che mi sono conquistato tutto da me, ma non tanto ottuso da non riconoscere che ho avuto la mia bella fortuna. Ottima salute, un bell'aspetto, un'istruzione, del talento, dei genitori prepotenti ma generosi, qualche clamoroso colpo di fondo schiena. Ho avuto la mia dose di sofferenza, ma quanto basta per imparare a crescere saggio, nessuna avversità che abbia concretamente ostacolato la mia felicità, non da non potersi superare con quella forza di volontà che - per caso, destino o merito che sia - non mi manca.

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beh..la felicità non è mai un dono se non per il semplice caso fortuito..in genere la felicità è solo il risultato delle giuste azioni che si compiono quotidianamente per il bene di se stessi

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Non lo so.

 

Sono sicuro che non sia data da fattori esterni: è molto facile essere infelici e avere tutto quello che si desidera. Non credo che un buon fidanzato, un buon lavoro e una buona salute ci possano aiutare a essere più felici.

 

Non credo che la felicità sia un istante. La Gioia si misura in istanti. La Felicità è uno stato che si può proiettare nel futuro: in questo assomiglia alla Serenità.

Mentre però quest'ultima è uno stato di "convizione di permanente mancanza di preoccupazioni", la Felicità è "una permanente attesa di gioie e una mancanza di frustazione nell'ottenerle".

 

Io mi attendo meno gioie rispetto al passato e per questo non sono più felice.

Lo sono stato, non lo nego.

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Io direi invece che la felicità, breve e sfuggevole, sia anche legata a fattori esterni. E' vero che si può avere tutto ed essere infelici, ma è più difficile il contrario, che si sia felici pur non avendo nulla.

Più che alla felicità che legata a circostanze fortuite e temporanee, si dovrebbe pensare a raggiungere la serenità, più durevole e importante.

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Quello che mi ha colpito dell'affermazione dell'amico è che spesso si tende a drammatizzare la nostra condizione e a percepire come superficialmente "felice" quella degli altri.

 

In molti post su questo forum e nella vita di tutti i giorni mi è capitato di percepire come per molti spesso l'infelicità derivi da situazioni che spesso vengono percepite come oggetive. La più comune "non ho il ragazzo/la ragazza/un amico" quindi sono infelice. Per carità, ammetto che la sensazione di piacere che dà condividere con un amico e con un amore questa esistenza è molto appagante e può rasentare o essere felicità, ma sembra che ad esempio il fatto di avere amici o un partner non dipenda da come ci rapportiamo agli altri.

 

In questo senso per me la felicità non è nemmeno tanto il raggiungere un obiettivo, ma la consapevolezza dei mezzi che ho per raggiungerlo come essere umano, della mia capacità di utilizzarli al meglio come individuo e in maniera totale.

 

Felicità secondo me è rapportarsi in maniera quanto più sana possibile con l'umanità, intesa come condizione che accomuna tutti noi esseri senzienti su questa terra, in questa dimensione. So di non essere stato pienamente chiaro, ho avuto una certa difficoltà ad esprimere le mie idee, il che probabilmente vuol dire che ancora ne ho di strada da fare per essere pienamente felice :D

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Globetrotter73

Credo che la ricerca della felicita sia insita al nostro essere "umani"...; ogni uomo pertanto, per propria natura, e´sempre volto alla realizzazione del proprio modello di felicita...

...alla luce di questo ritengo che la felicita non solo sia un concetto estremamente personale, legato alla nostra soggettivita, al nostro vissuto, al nostro carattere, alle nostre esperienze, ma sono straconvinto che si tratta di uno "stato" che non puo perdurare costantemente...;

come in tutte le situazioni della vita ed in tutte le manifestazioni  ,penso sia giusto che esista uno stato d animo ed il suo contrario; un aspetto ed il suo opposto.......

Se fossimo sempre felici, non apprezzeremmo piu veramente il puro concetto di felicita...

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Mi definisco generalmente come una persona felice, perchè sto bene con me stesso, non sono storpio, non ho malattie, ho persone che mi vogliono bene.

Anche io ho le mie frustrazioni per raggiungere magari uno stadio di "felicità" più elevato, ma chi non ne ha? Certo non posso lamentarmi.

 

Ho avuto anche le mie delusioni, i miei dolori, ma sono sempre abituato a guardare avanti, a far tesoro delle esperienze,a non abbattermi, anche perchè oltre ad essere moooolto ottimista, sono sicuro che una positività di spirito aiuta molto a superare gli ostacoli e a raggiungere gli obiettivi.

 

Forse allora dovrei dire che non sono felice, ma piuttosto sereno, o che sono "gioioso". In realtà è sempre molto difficile provare a descrivere i propri sentimenti. La mia idea è che ora sono felice, non al 100% (per via delle frustrazioni anzidette), ma tutto sommato sono felice.

Ne ho passati di momenti infelici, quindi non mi lamento. E ogni giorno è un briciolo di felicità in più. :D

 

Sintetizzando e rispondendo alla domanda del topic, credo che la felicità sia di base un dono, in minima parte, che però si alimenta e si costruisce ogni giorno.

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la felicità te la devi guadagnare.. non te la regala nessuno.. un giorno sei la persona più felice del mondo il giorno dopo sei quella più sfigata.. la felicità la devi tenere stretta.. devi lottare per essere felice..

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Guest -NakedOnTheSand-

La felicità non esiste. La felicità come idea di uno status definitivo di serenità, gioia, tranquillità etc. La felicità è un ideale cui noi tutti aspiriamo credendo che esista davvero. Ma non credo che qualcuno l'abbia mai raggiunta.

Sostengo che la vita sia fatta di momenti, più o meno lunghi, di quegli elementi di cui sopra che caratterizzano l'idea di felicità.

 

Seguendo questo mio ragionamento, nessuno sarà mai felice, nè io lo sono mai stato, ma semplicemente ho avuto periodi di serenità e tranquillità. Insomma, è solo una questione di parole. Non so se mi spiego.

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La felicità non esiste. La felicità come idea di uno status definitivo di serenità, gioia, tranquillità etc. La felicità è un ideale cui noi tutti aspiriamo credendo che esista davvero

 

adesso faccio il filosofo incallito: come puoi dire che la felicità non esiste se una riga dopo dici che la felicità è..

 

ad ogni caso proprio l'anno scorso a scuola abbiamo fatto una compresenza tra latino-italiano e filosofia sul tema della felicità (la così tanto desiderata eudaimonia). io sono giunto ad una conclusione:

La felicità esiste eccome! e non è assolutamente un dono. è uno "status" , se così vogliamo chiamarlo, che una persona si guadagna con il passare dei giorni. L'accumulare felicità con il tempo, ovviamente , dipende anche dal carattere o dal modo di essere di una persona. se una persona vive nel pessimismo più totale e nel vittimismo , difficilmente potrà affermare di essere felice , anche quando ci sarà il vero motivo per esserlo; mi spiego: se una persona è abituata a vedere il mondo che la circonda negativamente , è normale che anche le cose "belle" che le possono capitare vengano viste in modo negativo.

Quindi ricapitolando la felicità dipende in primo luogo da noi stessi, e quindi , la felicità è più o meno raggiungibile a seconda del nostro carattere. per esempio, per fare felice un bambino , basta che gli dai una caramella , per rendere felice un  cane , basta che gli dai un osso (non vado avanti con questi esempi ridicoli) ovviamente per fare felice un uomo ci vuole ben altro che una caramella o un osso ( :asd: ). e qui si innesta un'altra classificazione a seconda del carattere dell'uomo e a seconda di ciò a cui egli tende, magari a me per essere felice basta essere soddisfatto nel lavoro e avere gente che mi vuole bene attorno, magari per mio fratello essere felice vuol dire trovare l'amore della sua vita e che vinca la sua squadra del cuore. Dunque il concetto di felicità è assai relativo e cambia di persona in persona.

concludo dicendo che alla fine dei conti , io mi ritengo una persona felice, perchè non ho strane malattie , perchè faccio quello che desidero fare e sono circondato da gente che mi vuole bene. Non escludo che in seguito , potrei essere ancora più felice di quanto sono ora   (lo spero  :asd: ) .

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Guest Trisketto87

La felicità non è altro che uno dei tanti modi in cui ci poniamo di fronte alla vita e a cio che accade. Non è un dono!Se noi abbiamo il giusto spirito siamo felici qualunque cosa ci accada. Spesso si è tristi solamente perchè non si è in grado di apprezzare quello che si ha. Io non sono la persona giusta per parlare di felicità!Eppure se faccio un resoconto della mia vita non dovrei lamentarmi!Quindi...se riuscissi ad apprezzare tutte le cose che possiedo...sarei felice...

 

MA-La mia felicità dure poche ore!I giorni della mia vita in cui mi sono sentito pienamente felice sono stati davvero pochi!E spesso questa felicità derivava da me stesso non dagli altri o da qualche fatto in particolare. A volte mi sveglio felice, altre volte con il morale a terra...quindi, la felicità nel mio caso non è un dono e non si guadagna!Viene e va a seconda della persona!

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Guest NSAIBOY

La felicità va costruita.

Ci vuole impegno, padronanza di se stessi e predisposizione d'animo.

Se ci rifletto bene non avrei alcun motivo per NON esser felice.

Eppure ogni volta che me lo chiedono rispondo che non lo sono.

Egoismo.

Superficialità.

Mie caratteristiche in queste occasioni...

Ammiro chi sa trovare la propria felicità dentro di sè: è la felicità più importante nonchè la più duratura ed effettiva.

E' bello anche riceverla da fuori.

Dalle proprie ambizioni lavorative colmate.

Dai propri successi di studi.

Da azioni di volontariato.

Dal proprio focolare domestico davvero "focolare".

Dal proprio Amore.

E' stupendo ma dura meno.

Sembra più forte questa felicità della precedente ma non lo è.

La felicità vera. Quella che rischia di avere l'onore/onere di accompagnarci per tutta la vita deriva solo da se stessi...§

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non te la regala nessuno.. un giorno sei la persona più felice del mondo il giorno dopo sei quella più sfigata..

 

Sono d'accordissima..nulla ti è dovuto a questo mondo...

Neanche la felicità...

Tutto ha un prezzo,tutto è da guadagnare...

Sta a te rincorrerla a tenertla sta felicita..

Se aspetti che ti viene incontro troppo dovrai aspettare!

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Guest Hunter

Per me la felicità nei dettagli è entrambe le cose, ma penso possa essere riassunta in uno "status". Ci sono persone che hanno un carattere molto positivo che, anche nei momenti difficili, le porta a tenere duro e non si lasciano scalfire il sorriso dalla disperazione. Sicuramente in questo caso la felicità non è sinonimo di soddisfazione, ma c'è anche chi nonostante abbia i mezzi per conquistare la propria felicità, non riesce comunque a cavarne i piedi.

 

Che si possa essere felici attimo dopo attimo è indubbiamente impossibile, per cui la vedo come uno stato, una condizione di vita sufficientemente soddisfacente o comunque favorevole per poter vivere senza troppe preoccupazioni.

 

Per quanto riguarda me, sono ben lontano dal conquistare la MIA felicità. Non mi dilungo sulla mia vita privata e i motivi per ci non sono felice, comunque sia sono molte le cose che mi mancano per potermi definire tale.. migliori condizioni di salute, una persona accanto, un lavoro soddisfacente, una maggiore autonomia..

 

Alla domanda "esiste veramente qualcuno che ha tutto quello che desidera ed è felice?" la risposta è SI. Non so se sia una soddisfazione assoluta e completa, ma sicuramente c'è chi è sufficiemente felice da potersi definire soddisfatto.. nonostante probabilmente non lo meriti.

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Sono dell'idea che la felicita` e il dolore siano due stati d'animo umani che si compenetrano.  Potremo apprezzare la felicita` nel dolore e parimenti il dolore nella felicita`. La mancanza di uno dei due genera il suo opposto e vicersa.

 

La dinamicita` di questo cambiamento deriva, a mio parere, dall'indole vitale dell'uomo che lo vuole per sua natura immerso in una realta` in continuo cambiamento di cui lui stesso fa parte. L'insaziabile voglia di nuova felicita`. Per questo sono molto dibattutto dalla possibilita` che la felicita` sia un dono o una conquista. Potrebbe essere entrambe o nessuna delle due.

 

Ora pero` abbandonando speculazioni accademiche e concretizzando i fatti, direi che nessuno di noi puo` dirsi completamente felice e chi, guardando gli altri, pensa di essere lui solo infelice si sbaglia assolutamente. Molte volte dietro a un sorriso si puo` nascondere una grande tristezza. Qualcuno disse che il vagito di un bambino uscito dal ventre della madre e` il simbolo del fatto che la vita sia un dolore. Non sono tanto fatalista da concordare su questo, ma una volta apprezzato che la felicita` perpetua non esiste, ci si puo` mettere il cuore in pace e far in modo di star bene con se' stessi senza addolorarsi di non possedere qualcosa che per sua natura non si puo` avere per sempre.

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La Felicità non è il contrario del Dolore.

Contrario al Dolore è il Piacere.

Fosse vero quello che dici, Andrea, allora Felicità e Piacere coinciderebbero, mentre sembra che il Piacere non sia che uno dei componenti della felicità.

 

Non basta godere per essere felici.

Altrimenti sarebbe un istante, un cioccolatino, un bacio.

 

Felicità invece è uno stato permanente; non un cioccolatino, ma una scatola di Lindor; non un bacio, ma un ragazzo...

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  • 7 months later...

[modbreak=yrian]Poiché è stato or ora aperto un topic sulla felicità come fine, parmi opportuno uppare questo, sulle cause e i modi della felicità. Entrambi - com'è ovvio - sottendono il problema della definizione di felicità. :love:[/modbreak]

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Insomma, dai post precedenti emerge una sola conclusione: se la felicità è, come richiede il suo concetto, uno stato duraturo, e oggettivo, non esiste. O meglio: si presenta fugacemente per mostrare ciò che sarebbe la felicità, se esistesse e fosse durevole, e poi scompare. E' come l'Essere di Heidegger, che si mostra celandosi, ritirandosi.Quanto a istanti di felicità, quelli ce ne sono a bizzeffe. Non parliamo delle felicità "tagliate" a vari gusti: la serenità, le piccole cose, le speranze...Se uno si accontenta...! Da questo punto di vista parlare di dono o di conquista è egualmente derisorio. Dono, che sarà tolto? Conquista, di qualcosa che sarà portato via ed è destinato a decadere?Una volta abbiamo animatamente discusso sul tema «se la Religione è ancora necessaria». Lì, i laici (come me), han fatto faville. Beh, adesso vorrei che portassimo lo stesso rigore, o lucidità, su questo tema, senza raccontarci troppe balle. La felicità non sarà un altro residuo mitologico? O almeno, come bisogna concepirla?Per restare in topic aggiungo uno stimolo: non è né un dono, né una conquista. E' una posizione dell'Io: sentirsi al timone della propria vita. Se ti senti al timone della tua navicella, sta sicuro che al mattino ti alzi dal letto, ti muovi, agisci, cerchi, vuoi, desideri. Se non ti senti al timone della tua barca, sei, consapevolmente o meno, infelice.  

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Hinzelmann
E' come l'Essere di Heidegger, che si mostra celandosi, ritirandosi.Quindi esiste solo nel presente?Per restare in topic aggiungo uno stimolo: non è né un dono, né una conquista. E' una posizione dell'Io: sentirsi al timone della propria vita. Se ti senti al timone della tua navicella, sta sicuro che al mattino ti alzi dal letto, ti muovi, agisci, cerchi, vuoi, desideri. Se non ti senti al timone della tua barca, sei, consapevolmente o meno, infelice.  
Quindi è un sentire, una sensazione senza sentimento del tempo?D'altronde il futuro lo hai liquidato ( anche nell'altro topic replicandomi giustamente che la speranza di felicità è speranzae non felicità ) e il passato è ciò che non è più, ma che è stato, ovvero l'assenza rispetto alla nostra pretesa di agire su di esso, di tenerlo a portata di mano, l'opposto cioè del sentirsi al timone di qualcosa.
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la felicità è una conquista..ma è anche un utopia..non esite al felicità esiste lo star bene..ma per essere felice tutto nella nostra vita dovrebbe essere perfetto..e questo non potrà mai accadere..c'è sempre qualcosa che ti butta giu il palazzo di carte (ovvero la tua vita) che con pazienza hai costruito..basta un piccolissimo soffio di vento per far crollare la tua vita..e quindi la felicità se davvero esiste non dura mai tanto..ma quando credi di esserlo è una piccola conquista..

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Quindi è un sentire, una sensazione senza sentimento del tempo?
Si, credo proprio di sì. Un sentire profondo. Che sicuramente può essere sentire e probabilmente può essere profondo proprio perché è "felicemente" sgominata la dimensione del tempo. Anche il futuro è come il passato, simile a una cappa che pesa, limita, riduce, ma anche impegna, investe - fa perdere il senso vero dell'autocoscienza, dell'essere un centro di desideri e volizioni qui e ora. L'unico futuro che vale è quello breve, fin dove il mio sguardo, la mia attuale azione o emozione, arriva; e deve arrivare. Più eliminiamo il peso del tempo più recuperiamo quella forza che fa tenere il timone in mano. Purtroppo ci sono dei momenti della vita in cui la considerazione del tempo si impone: una morte; la decadenza fisica di una madre; o cose del genere. Ma su questo crinale, se la «felicità» può crollare, anche per sempre, forse l'altro atteggiamento può recuperare e reggere.
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Guest PianoForte
non è né un dono, né una conquista.
E dire che appena ho letto il titolo ho pensato: "Ma entrambe le cose!" :love:
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E dire che appena ho letto il titolo ho pensato: "Ma entrambe le cose!" :love:
La formulazione che ho adottato sopra, sulla felicità, è una definizione possibile della felicità, ma è sicuramente (così crederei io) una buona definizione della condizione di possibilità della felicità, mancando la quale non ci sono doni da accogliere o conquiste da mettere nel sacco che rendano felici.
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