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Islam e Integrazione


AndrejMolov89

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AndrejMolov89

Allora, prima di poter discutere liberamente metto alcune regole io:
-Niente razzismo: 
esempio: gli islamici sono inferiori, gli islamici vogliono colonizzarci, gli islamici

Preferirei che si evitassero questi discorsi, se si deve parlare dell'argomento lo si fa attraverso un altro registro concettuale.

-Evitiamo i casi particolari:
esempio: in X.y nel xx/yy/zzzz è successo questo. Con i casi particolari non si riesce a discutere, è inevitabile che poi si confrontino anche i casi analoghi cristiani-cattolici. 

-Evitiamo inutili buonismi

Premetto: Da canto mio, vedendo come si sta organizzando la situazione negli stati medio-orientali, vuoi per una situazione politica economica disastrata, vuoi per altre questioni, la religione islamica mi preoccupa, perché sta esprimendo decisamente i suoi lati peggiori. Discriminazione attiva, violenze di genere, e soprattutto tema che mi sta a molto a cuore la mancanza di un sentimento laico. Infatti, nutro ben poca speranza per gli stati in cui la religione islamica è fusa con lo stato, ben poca speranza nel breve termine, nel lungo termine non saprei cosa dire.

Premetto anche che a mio parere bisogna scindere le situazioni dei luoghi d'origine e quelli degli immigrati di religione mussulmana che arrivano attraverso canali legali o meno. Cioè dubito che la struttura sociale tout cour venga trasmessa come una malattia venerea.

 

L'argomento della riflessione si dovrebbe fondare sulla potenzialità di integrazione, quali potrebbero essere gli strumenti per garantire che le comunità islamiche pre-esistenti in Europa si adeguino alle leggi di uno stato Laico e se è possibile che le comunità all'interno degli stati possano mostrare un aspetto positivo di questa religione. 

Io conosco di esempi positivi in Francia: per esempio comunità islamiche assolutamente gay-friendly che addirittura celebrano matrimoni religiosi omosessuali. 

Io sono convinto che, essendo le migrazioni naturali ed intrinseche e difficilmente ineliminabili, compito di uno stato laico e plurale sia quello di auto-conservarsi: nel senso che deve rafforzarsi dal punto di vista della sua posizione, e soprattutto mettersi anche come organo preposto a controllare questi fenomeni e intervenire ove la situazione mette a rischio la sua natura. 

La questione fondamentale, può nascere una nuova visione della religione islamica in seno all'Europa? Oppure no? 

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No, non credo. Sono dell'idea che le culture antiche, poste nell'europa moderna andranno appiattendosi e scomparendo.

Le religioni, così come le lingue minoritarie si scioglieranno nel processo di globalizzazione formando un tutt'uno laico.

Molto probabilmente nasceranno nuove interpretazioni e sottoculture dell'islam esattamente come la democrazia cristiana ha presentato

una nuova interpretazione del cattolicesimo per chi cattolico lo era ancora ma non ci credeva troppo.

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Ilromantico

Non penso proprio. Il problema è che la religione è il fulcro della loro esistenza e crescono con queste mentalità quindi a ben poco servono i tentativi di intermediazione e integrazione. Non dubito affatto che in un futuro più globalizzato la mentalità cambi, in fondo anche in Europa eravamo molti religiosi. Il problema è che al momento c'è un gap di mentalità abbastanza grave, gli europei sono cattolici teorici mentre gli islamisti no. Abbiamo anche noi certi fanatici cristiani che non hanno nulla che 'invidiare' a certi islamisti, ma fortunatamente ormai sono mosche bianche e tuttosommato influenzate pur sempre da una cultura laica e non-violenta. Quindi sì, ci si può sempre trovare qualche invasato anti-aborto, anti-gay, ma al massimo si limitano a manifestazioni e parole violente/odio, ma mai in violenza fisica.

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AndrejMolov89

 

 


Il problema è che la religione è il fulcro della loro esistenza e crescono con queste mentalità quindi a ben poco servono i tentativi di intermediazione e integrazione

Secondo me bisognerebbe un attimo focalizzarsi sull'immigrato. Cioè, comprendo effettivamente per così come è strutturata la loro società nel paese d'origine vi sia un fulcro ondamentale nella religione, ma concentrandosi sull'immigrato bisognerebbe capire le motivazioni per cui viene e non credo che sia una questione di religione, bensì di volontà di ben-essere. Di solito la religione e le comunità delle minoranze si strutturano in virtù di un'ostilità percepita nell'ingresso di una società, cioè, per esempio, si formano delle comunità in cui vengano garantiti degli aiuto, del rispetto eccetera... credo che bisognerebbe valutare nello specifico queste realtà. In Spagna come sono messi? 
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La questione fondamentale, può nascere una nuova visione della religione islamica in seno all'Europa? Oppure no?

 

Non è chiaro se il tuo ragionamento e quindi la tua domanda verta in materia strettamente religiosa o no.

 

Una religione, tanto più se si ritiene rivelata da dio o dai suoi profeti, tende a conservare intatta ed immutata la sua dottrina, i suoi principi, i suoi valori anche in materia di etica ed è logico che sia così, riferendosi alla volontà divina che per definizione è eterna ed immutabile.

Quindi cambiamenti in materia strettamente religiosa è difficile pensare siano indotti dall'esterno, a maggior ragione in un ambiente ostile nel quale le minoranze, non solo religiose, tendono di solito a ricompattarsi ed a "impermeabilizzarsi", cristallizzando dottrine, principi, valori.

 

Certamente si può pensare invece all'integrazione dei fedeli dell'Islam o di altre religioni in una società laica, tollerante, liberale, democratica, anche quando i principi di tale società confliggano a rigore con i principi islamici o di altre religioni, configurando quindi un processo simile a quello avvenuto per i fedeli cristiani e cattolici in particolare.

Non credo infatti che l'attuale situazione conflittuale tra Islam e società laiche, tolleranti, liberali, democratiche dipenda da qualche cosa d'intrinseco della religione islamica rispetto a quella cristiana, ma penso dipenda semplicemente dalle contingenze storiche che opposero fin dall'inizio i Cristiani allo Stato romano, perpetuando poi il contrasto con la formazione d'una forte organizzazione religiosa (Chiesa) esterna allo Stato, organizzazione che rimase anzi si rafforzò anche quando questo divenne stato cristiano.

Tutto il contrario invece per la religione islamica che, come le antiche religioni pagane, rimase sempre organicamente collegata allo Stato.

 

Il problema quindi non penso sia tanto la religione in sé, ma la società in cui essa prolifera:

in una società liberale, democratica, tollerante, laica, quella religione dovrà, volente o nolente, adeguarsi;

in una società illiberale, tirannica o peggio demagogica, intollerante, sacralizzata, quella religione s'adeguerà a quei principi e ne trarrà beneficio se religione prevalente, s'opporrà e sarà perseguitata, se minoranza.

Edited by Mario1944
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Non è che siano poi tutti così religiosi...praticanti eh?

 

Cioè per fare un esempio pessimo, così non viene in mente a nessuno che vi sia traccia di buonismo

 

Lo spacciatore tunisino alcolista...è magari anche violento ed ha le sue idee sull'omosessualità e sulle

donne, ma non  è detto sia un "islamista", basta poco ad essere omofobici-razzisti-misogini etc

 

Un problema che noi abbiamo è che interpretiamo tutto come se fosse una questione di "islamismo" 

 

Ad esempio in Libia c'è attualmente un bordello di guerra civile ed hanno attribuito ad una fazione l'etichetta di

islamista e ad un'altra quella di laica ( finanziata dall'Arabia Saudita, come il governo militare egiziano mah...) 

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Io distinguerei le due questioni.

Il ruolo dell'Islam radicale nei Paesi Musulmani (1)

e il rapporto tra le comunità musulmani e gli Stati Occidentali (2)

 

Non sono neanche sicuro che possiamo legare le due questioni;

sarebbe un po' come parlare del ruolo della Chiesa in Italia (1)

e metterlo in relazione con la situazione dei Cattolici in Cina (2).

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@Almadell, il confronto tra Chiesa (cattolica) e Islam è anche difficile per il ruolo istituzionale ultrastatale della Chiesa cattolica che non ha pari nel mondo.

Semmai un confronto potrebbe essere fatto tra Islam e altre Chiese cristiane anche quelle ortodosse, che bene o male si sono sempre integrate nei rispettivi stati di appartenenza.

Comunque, e mi sembra che tu sia d'accordo, il problema vero è l'adattamento di qualsiasi religione o, meglio, dei comportamenti dei fedeli di qualsiasi religione, alle leggi dello Stato in cui vivono anche quando queste leggi violino o comunque non siano coerenti ai principi di quella religione.

Io non penso che un fedele islamico abbia più difficoltà teoriche (teologiche) di un fedele cristiano, cattolico o no, indù o che so io ad adattarsi ai principi su cui si fondano gli stati cosiddetti di civiltà occidentale:

la storia nostra europea ci dimostra proprio il contrario, perché difficoltà gravissime ad adeguarsi ebbero anche recentemente i fedeli cristiani e cattolici in particolare.

E' chiaro che la presenza istituzionale di chiese o comunque di autorità religiose gerarchicamente costituite, tanto più se per tradizione antichissima siano esterne ed indipendenti dallo Stato (come la Chiesa cattolica), rende di norma l'adeguamento o comunque l'adattamento più difficile.

Ma alla fine il vero problema non sono i principi della religione, ma l'esercizio dell'autorità dello Stato in cui essa è professata:

uno Stato che eserciti debolmente la sua autorità, permetterà a qualsiasi religione di imporre ai suoi fedeli le sue regole, quali che siano e di esigerne il rispetto anche contro le leggi civili, invocando la libertà di coscienza, di opinione, di religione e, dal suo punto di vista, avrà anche ragione!

Edited by Mario1944
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L'islam in epoche passate, almeno nelle èlite, in  certi contesti anche a livello popolare, è stato vissuto come il cristianesimo di massa odierno, cioè in modo lassista/aperto/disimpegnato/tollerante a seconda di chi guarda.

 

Secondo me è sempre una questione di soldi

 

Se sono un immigrato emarginato disoccupato incazzato col paese in cui mi trovo, il quale, tra le altre cose, considera la mia religione con paura e rigetto,

prima o dopo mi viene voglia di farmi crescere la barba, mettermi una fez e iniziare con le abluzioni e le preghiere del venerdì presso qualche moschea clandestina nellla quale un imam etero sfigato o finocchio represso incita a rigettare la cultura occidentale e via dicendo fino a che, se la mia vita è particolarmente incasinata, vado in Siria ad addestrarmi nei campi d'addestramento islamisti

 

Una buona cosa sarebbe allevare una chiesa islamica di Stato, con opportuni mezzi di finanziamento(8 per mille ad esempio),  verso la quale incanalare gli impulsi religiosi più istituzionalizzabili.

 

Tanto l'islam ha una grande tradizione quanto a rapporti di dipendenza stato-chiesa e viceversa. Un po' come la chiesa ortodossa con gli ottomani.

 

Questo implica accettare le moschee e i minareti nelle nostre città e pratiche simboliche volte a sostituire cose tradizionali più cruente(tipo lasciare pure che pungano sto benedetto clitoride onde far abbandonare la simpatica pratica dell'infibulazione et similia)

 

Ovvio che tutti i privilegi da attribuire a questa "chiesa islamica" sarebbero da ripagare con un certo controllo su attività predicazioni e religiosi che ne fanno parte. Un fortissimo controllo perdinci

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Ilromantico

 

 


credo che bisognerebbe valutare nello specifico queste realtà. In Spagna come sono messi? 

Male...ultimamente stanno avendo pure problemi con cellule di yiadhisti (o come si scrive...). La maggior parte sembra gente tranquilla, ma forma comunque una comunità chiusa con le sue regole. Ad ognimodo, visto che citi la Spagna, potremmo portare pure l'esempio dei gitanos che sono un po' la versione 'cattolica'(o sono evangelisti?boh..) radicale degli islamisti. Nonostante i decenni e i tentativi i gitanos formano parte di una comunità chiusa e con regole proprie che non vuole integrarsi.

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Ma i Gitanos non sono zingari?

 

Credo che se c'è una cosa che conta relativamente poco

nella struttura sociale degli zingari sia proprio la religione

nel senso che in teoria sarebbero cattolici o protestanti o

ortodossi ( ed in minima parte islamici...se di origine bosniaca

o kossovara ) ma in realtà in ogni religione del luogo da cui

provengono o si stabiliscono inoculano la propria cultura

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Secondo me è sempre una questione di soldi
Se sono un immigrato emarginato disoccupato incazzato col paese in cui mi trovo, il quale, tra le altre cose, considera la mia religione con paura e rigetto,
prima o dopo mi viene voglia di farmi crescere la barba, mettermi una fez e iniziare con le abluzioni e le preghiere del venerdì presso qualche moschea clandestina nellla quale un imam etero sfigato o finocchio represso incita a rigettare la cultura occidentale e via dicendo fino a che, se la mia vita è particolarmente incasinata, vado in Siria ad addestrarmi nei campi d'addestramento islamisti

 

Infatti Bin Laden e seguaci sono morti di fame.....

Semmai la povertà, ma soprattutto il rigetto dell'ambiente circostante stimola  una comunità alla chiusura in sé stessa e quindi alla conservazione di consuetudini e principi ancestrali, ma non necessariamente e neppure prevalentemente all'estremismo più o meno terroristico.

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Ilromantico

 

 


Ma i Gitanos non sono zingari?

No, quelli qui li chiamano "Rom"(o ru/o/manos). I gitani sono in termini semplici degli zingari che da decenni si sono 'spagnolizzati' e civilizzati (vivono in case, con macchine e blah blah...), ma che comunque formano una comunità propria e chiusa (i non gitani li chiamano 'payos' e anche i giovani gitani continuano a parlare spagnolo con un fortissimo accento gitano che include anche in genere un linguaggio super-colorito e sgrammaticato in certi casi). I rom sono quelli che stanno sul parco o che vedi bivacconare sotto casa o andare a caccia di 'chatarra'(ferraglia da rivendere) con un carrello del supermercato (!!??) e poi non sanno parlare spagnolo (e parlano rumeno o quello che sia). In effetti, non dubito ci siano, ma non ho ancora visto un campo nomadi, forse perché con gli anni molti sono riusciti ad entrare in possesso di una casa popolare (che a ben poco sono servite per integrarli, ma vabbè..).

 

 

 


Credo che se c'è una cosa che conta relativamente poco
nella struttura sociale degli zingari sia proprio la religione
nel senso che in teoria sarebbero cattolici o protestanti o
ortodossi ( ed in minima parte islamici...se di origine bosniaca
o kossovara ) ma in realtà in ogni religione del luogo da cui
provengono o si stabiliscono inoculano la propria cultura

Questo sì, ma varrà per gli zingari. I gitani invece sono super-cattolici (o evangelisti. boh) roba che tipo la chiesa è un elemento importantissimo della comunità e dove a ogni evento religioso si commuovono (in modi sconvolgenti). Insomma lo stesso fanatismo della gente che va a vedere un 'santone'... Poi magari non proprio tutti sono così devoti alla religione, ma l'appartenere alla comunità gitana (giocoforza) non dà altre alternative che sottostare alle regole della comunità che sono di stampo moral-cattolico (niente sesso fuori dal matrimonio, il primo fidanzato è il marito per tutta la vita, vergini al matrimonio con prova del fazzoletto, sesso fuori dal matrimonio emarginazione dalla comunità e blah blah...).

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Infatti Bin Laden e seguaci sono morti di fame.....

Semmai la povertà, ma soprattutto il rigetto dell'ambiente circostante stimola  una comunità alla chiusura in sé stessa e quindi alla conservazione di consuetudini e principi ancestrali, ma non necessariamente e neppure prevalentemente all'estremismo più o meno terroristico.

direi che Bin Laden e collaboratori stanno a una differenza abissale dalla loro manovalanza

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direi che Bin Laden e collaboratori stanno a una differenza abissale dalla loro manovalanza

 

Manovalanza che peraltro non è costituita di morti di fame e comunque la presenza di molti benestanti tra i terroristi ed i loro fiancheggiatori falsifica l'equazione: povertà=fanatismo.

Non è insomma una "questione di soldi"!

Edited by Mario1944
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E' questione di "società" e non di "islam". Il Corano non vede bene l'omosessualità, specie la penetrazione anale - che non è permessa neanche fra uomo e donna - ma non la tratta peggio degli altri libri sacri.

 

La verità è che alcune di queste civiltà arabe e medio-orientali si sono buttate a capofitto sull'omosessualità per il solo fatto che, di contraltare, si sono posizionate contro quelle "civiltà" che dei loro paesi sono state perennemente invaditrici. 

 

Inoltre è altrettanto sbagliato fare di tutta l'erba un fascio, visto che è sciocco pensare che 1.500 milioni di islamici siano tutti dei fanatici pronti ad impiccare omosessuali e a lapidare donne.

 

Non sono tutti i fanatici come ce i racconta la CNN.

 

Vero è che questo perenne clima di instabilità politica che si respira da quelle parti, ostruisce ogni via di civilizzazione, e per "civilizzazione" intendo evoluzione del pensiero ed apertura mentale di tutti, senza demonizzazione.

 

Spero che ogni giorno queste terre siano libere da "influenze" degli esportatori di democrazia, in modo di trovare, pian piano, la loro strada; dubito però che avverrà presto, anche perché sono isolati dal resto del mondo, soprattutto geograficamente.

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AndrejMolov89

Male...ultimamente stanno avendo pure problemi con cellule di yiadhisti (o come si scrive...). La maggior parte sembra gente tranquilla, ma forma comunque una comunità chiusa con le sue regole. Ad ognimodo, visto che citi la Spagna, potremmo portare pure l'esempio dei gitanos che sono un po' la versione 'cattolica'(o sono evangelisti?boh..) radicale degli islamisti. Nonostante i decenni e i tentativi i gitanos formano parte di una comunità chiusa e con regole proprie che non vuole integrarsi.

Io mi chiedo se ci sia un ostillità nei loro confronti o che lo facciano perché si sentono fuori contesto e voglio crearsi un luogo sicuro... 

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Ilromantico

Non cercherei scuse nobili sinceramente. La colpa è sicuramente contestuale (ovvero l'essere cresciuti in un certo contesto e ambiente che alla fine ti fa crescere in un modo), ma alla fine c'è ben poco da fare, nel medio periodo, se crescono con certe mentalità. Potremmo nobilizzare le cause della xenofobia, omofobia o altro, ma in ogni caso si tratterebbe pur sempre di un problema generazionale e di mentalità retrograde. Il paradosso però è che i gitanos tra di loro si aiutano tantissimo, sono gentili e di animo nobile(appunto come una gran famiglia), ma appunto solo tra di loro...per il resto se devono fregare lo stato o il vicino non ci pensano 2 volte. Diciamo che io noto molte similitudini con la classica famiglia camorrista o mafiosa, le dinamiche e i paradossi mi sembrano identici.

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Non so se possa nascere una nuova visione della religione Islamica in Europa, probabilmente uno zoccolo duro fondamentalista rimarrà sempre, è piu probabile una progressiva secolarizzazione di un sempre maggior numero di islamici occidentali, in ogni caso l'importante, nelle nostre società, è una solida cultura laica che ci metta al riparo da eventuali derive reazionarie, in Italia questa cultura difetta...

Edited by prefy
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poverini, ne conosco un sacco così, semplicemente non capiscono un cazzo

 

godo a pensare che nelle nostre scuole tante volte gli stranieri superano la metà, tra vent'anni le cose saranno necessariamente diverse

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Invece stavolta ha ragione chi ha protestato: un uno stato ateo è inconcepibile che delle palestre pubbliche vengano concesse per attività religiose, a prescindere dalla religione... non dovrebbe proprio esistere una cosa del genere.

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Invece stavolta ha ragione chi ha protestato: un uno stato ateo è inconcepibile che delle palestre pubbliche vengano concesse per attività religiose, a prescindere dalla religione... non dovrebbe proprio esistere una cosa del genere.

 

L'Italia è uno stato formalmente laico, non ateo (forse lo fu l'URSS, ma anche su questo ci sono molte discussioni in merito dato che per alcuni storici la religione positiva venne soppiantata da una religione civile-politica, ergo non si può parlare di ateismo), non a caso recita così l'articolo 8 della Costituzione:

 

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze

 

Quindi finché non si va contro la costituzione e le leggi della Repubblica Italiana ognuno è libero di professare il credo/la confessione che preferisce e, fino a prova contraria, celebrare il Ramadan in un locale regolarmente affittato dal Comune pagando il canone di locazione non costituisce reato.

 

Altrimenti secondo tuo il ragionamento si dovrebbe vietare pure questo: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2014/06/25/news/nuova-crociata-di-bitonci-crocifisso-obbligatorio-in-scuole-e-locali-pubblici-1.9486346

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Invece stavolta ha ragione chi ha protestato: un uno stato ateo è inconcepibile che delle palestre pubbliche vengano concesse per attività religiose, a prescindere dalla religione... non dovrebbe proprio esistere una cosa del genere.

 

Guarda che il nostro non è uno stato ateo (e per fortuna aggiungo io che pure sono ateo!).

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Pardon, volevo dire laico e non ateo, ma il senso non cambia: non esiste che una struttura pubblica venga ceduta in uso a una confessione religiosa. Tra l'altro adibire una palestra ad edificio di culto configura anche un abuso edilizio, solo che per paura di essere tacciate di razzismo certe amministrazioni si metterebbero a 90... provate voi anche semplicemente a verandare un terrazzo, poi vedrete quanta indulgenza.

 

 

p. s. la libertà di culto esiste: che comprino un terreno edificabile e vi costruiscano il loro centro di culto, ma non possono pretendere che il comune metta loro a disposizione dei locali.

Edited by ben81
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non esiste che una struttura pubblica venga ceduta in uso a una confessione religiosa.

 

La cosa in sé non mi sembra poi così reprensibile: è abbastanza comune che edifici o spazi pubblici siano dati ad associazioni private in locazione o in comodato per  necessità temporanee.

Quello che è opportuno è che si conservi la par condicio tra i possibili utenti.

Del resto a rigore quando si permette che un'associazione o comunque un gruppo di cittadini organizzi una manifestazione od un corteo (vedi Gay Pride.....) attraversando certe piazze e vie urbane o extraurbane, non si concede forse temporaneamente e gratuitamente l'uso di strutture pubbliche a privati?

Edited by Mario1944
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Sì può nascere un islam europeo ma ha bisogno di legittimazione pubblica.

 

Lo stato italiano ad esempio non ha mai stipulato un'intesa con il culto islamico mentre c'è con praticamente qualsiasi altra religione (dai valdesi agli induisti ai buddisti).

 

Anche per aprire nuove moschee si fanno sempre mille problemi quando siamo pieni di chiese, che poi questo non impedisce ai credenti islamici di incontrarsi in scantinati o magazzini, però io sinceramente preferisco lo facciano in una moschea alla luce del sole piuttosto che in uno scantinato.

 

Secondo me lo stato dovrebbe favorire e legittimare la nascita di un islam europeo non ostacolarlo perchè così secondo me fa solo il gioco dei fondamentalisti che si nutrono dell'odio e certamente prediligono una situazione di clandestinità del loro culto perchè chi è portatore di violenza preferisce nascondersi negli scantinati piuttosto che operare alla luce del sole.

 

Per altro l'Isalm ha un vantaggio rispetto ad altre religioni affinchè possa maturare su basi europee e cioè il fatto che non esiste nella religione islamica una figura apicale che detta un'unica linea a cui uniformarsi, cioè non esiste un Papa come hanno invece i cattolici.

Edited by Sbuffo
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Le pubbliche vie non sono assimilabili ad immobili. Comunque il succo resta lo stesso... se avessero dato quei locali a dei cristiani, a dei tdg, o a degli ebrei, la situazione sarebbe comunque stata fuori luogo.

 

p. s.

Sul forum molti si stracciano le vesti quando si parla di un soprammobile come un crocifisso, e poi quando si parla di altre religioni alloctone, che fanno richieste ancora più sfacciate, tutti a fare gli indulgenti per paura di sembrare razzisti... che ipocrisia... se davvero volete uno stato laico dovreste volerlo libero da ogni religione.

Edited by ben81
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p. s. la libertà di culto esiste: che comprino un terreno edificabile e vi costruiscano il loro centro di culto, ma non possono pretendere che il comune metta loro a disposizione dei locali.

se gli consentissero di farlo, lo farebbero

ma la nostra plebaglia imbecille quando sente parlare di moschea si turba

è che gli itagliani non comprendono di vivere in uno stato laico e non cattolico 

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Invece stavolta ha ragione chi ha protestato: un uno stato ateo è inconcepibile che delle palestre pubbliche vengano concesse per attività religiose, a prescindere dalla religione... non dovrebbe proprio esistere una cosa del genere.

 

Completamente d'accordo, ma è anche inconcepibile che in uno stato laico si trovino simboli religiosi negli edifici pubblici, siamo uno dei pochissimi paesi in Europa a farlo, negli Stati Uniti i crocifissi nei tribunali o nelle scuole sono vietati dalla legge. Una delle poche cose buone dell'islam rispetto al cristianesimo è che non ha nessuna raffigurazione simbolica.

 

Per il resto una religione che da noi conterà si e no su 50 mila persone su 55 milioni seppur intollerante non mi fa paura, trovo più preoccupante l'80% di cattolici credenti che abbiamo.

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