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Omofobia interiorizzata e paura, succede anche a voi?


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Rieccomi qua a scrivere.

Ieri c'è stato un nuovo passo di questa storia che sta crescendo.

 

Ho fatto coming out con mia madre.

 

Mi ha chiesto in che rapporti ero con questa ragazza, probabilmente per avere conferme. E fortunatamente l'ha presa abbastanza bene, non con urli isterici di "figlia lesbica sei contronatura, fuori da questa casa!", ma in maniera pacata e ragionata. Ho potuto spiegarle con sincerità ciò che sento dentro. Ciò che mi sta succedendo. Cosa è lei per me, e come viviamo la storia. E' stato un momento forte, doloroso, ma anche bello. Ha detto che non se l'aspettava, che comunque mi vorrà bene e che non mi lascerà.

L'unico problema è che si è messa in testa che è stata la mia ragazza a portarmi "sulla cattiva strada", perché è più sveglia, ha più esperienza (macheccaaaa?), e anche la zia di lei, amica di mamma, l'ha messa in guardia in maniera amichevole, tempo fa. Ho come l'impressione che non potendo incolpare me, cerca il capro espiatorio in lei.

 

Mi ha chiesto di vivere la storia con la massima riservatezza, di negare e di presentarla sempre come amica, più per quieto vivere che per altro.

 

Ora, sinceramente con me l'ha presa bene, ma temo più per la mia ragazza, per tutte le varie cose, perchè le nostre mamme si conoscono.. Che posso fare?

Lascia passare qualche tempo, visto che il c.o. è appena avvenuto.

Se dovesse ripresentarsi occasione e tua madre insiste nel dire che è stata lei a mandarti sulla cattiva strada, falle presente che non c'è alcuna cattiva strada e che a prescindere da lei sei lesbica e che tal accostamento è quindi erroneo.

Riguardo alla richiesta di vivere la tua relazione in via nascosta, dipende da cosa possa intender con "quieto vivere" ma, sopratutto, il quieto vivere di chi.

Perché se ha paura per te ma a te risulta irrinunciabile la possibilità di vivere alla luce del sole la tua storia con la tua lei, si tratta semplicemente di farle capire che è un problema tuo e che hai le spalle sufficientemente larghe per affrontare la situazione.

Se è per il quieto vivere di tua madre... eh, sarebbe un altro paio di maniche.

 

Comunque puoi spiegare meglio cosa temi per la tua ragazza e le presunte "varie cose" dopo il c.o. con tua madre? Lei non è dichiarata in casa?

Ho il timore che mia madre possa far pressioni su di me, sulla famiglia di lei. 

 

Sono un po' sotto sopra e già questa donna mi sta facendo noie, presentandomi come paragone vincente la coppia etero (mia sorella), facendo osservazioni tipo: "beh nella vita ci sono delle tappe da seguire, uno si fidanza con qualcuno, si sposa, fa figli... Rammentandomi di fare scelte (come se finora non ne avessi fatte), di capire cosa voglio, ecc ecc. 

Sono tre giorni che gliel'ho detto, e non fa altro che tirar fuori il discorso velatamente appena può. 

 

Anche io ho bisogno del mio tempo per metabolizzare la "botta", ho dubbi e paure. Sarà forse che non mi sento gay nel pieno senso della parola. Sarà che ancora ho enormi problemi con la mia omofobia interiorizzata.

La mia ragazza ha detto a suo padre di lei e di noi tempo fa. Il padre l'ha presa molto bene. Sua madre non sa nulla.
Lei ha preso meno bene i commenti di mia madre e son praticamente due giorni che non ci parliamo, le dispiace tantissimo ciò che è successo.

Sono sorpresa nel leggere quanti passi importanti tu abbia compiuto nell'arco di qualche mese. Complimenti, davvero!

Ora ti trovi alle prese con un CO fresco e, come la maggior parte di chi si è trovato nella tua situazione, stai facendo i conti con la reazione non proprio idilliaca di un genitore. Tua madre ti farà delle pressioni? Certamente. Continuerà a "metterti alla prova" sulla tua scelta? Direi proprio di sì.

Questo non può scoraggiarti e farti perdere lucidità, non quando hai già compiuto il passo più importante: metterci la faccia.

Tua madre continuerà per un lasso di tempo più o meno lungo a minare le tue sicurezze, ma vedrai che alla fine quantomeno se ne farà una ragione.

Ti consiglio di aiutarla a ragionare ogni volta che tirerà fuori l'argomento, perché questo ti sarà utile anche nel tuo percorso di accettazione. A volte è proprio parlando con altre persone che ci scopriamo essere più lucidi e sicuri di quanto pensassimo!

 

Ti consiglio di provare a parlare con la tua ragazza; è in momenti come questo che avete bisogno l'una dell'altra. Magari lei ha bisogno di capire "dove sei" e, viste le tue insicurezze passate, credo sia legittimo. 

Edited by Ampersand
  • 2 weeks later...

Rieccomi qua a scrivere e, perdonatemi lo sfogo, non ce la faccio più. Torno a casa tutti i weekend, praticamente sempre a causa di un problema di salute che mi costringe a fare terapie. La situazione è questa. Torno a casa, la saluto, sono cordiale e disponibile, ma sotto sotto mi macero nell'angoscia delle sue uscite. Perché purtroppo mi conosce bene e sa dove infilare il dito per far dolere la piaga. Sono anche nell'angoscia che potrebbe dirlo a papà e mia sorella, all'improvviso. Mia sorella è di quelle persone riuscite nella vita, ultra cattolica e non mi meraviglierei se fosse stata fra le sentinelle in piedi. Papà non so proprio come reagirebbe.

Le discussioni che spuntano fuori all'improvviso sono del tipo: "Ma la mamma di X sa tutte le cose che hai detto a me?"

"No. Credo di no, ma sicuramente le immagina"

"Ah ecco, secondo me di sicuro lo sa sennò nn si spiega come mai era così incazzata quando siete tornate dall'Inghilterra"

"Mamma la smetti di pensare che sono una malata pervertita? Pensi che se ciò fosse na malattia non credi che avrebbero già trovato la medicina?"

Insicurezze ancora ne ho, purtroppo. Credo di essere bisessuale perché l attrazione fisica per i ragazzi la ho, a volte più, altre di meno.

Fra l altro mia madre è una persona fondamentalmente frustrata e insicura, non ha amici, vede solo il male delle cose e molto di rado il bene. Pensate che ancora non ha accettato il fatto che sono non udente, ma nonostante questo sono autonlma e vivo la mia vita meglio che posso. Dopo 23 anni. Fondamentalmente in questo momento avrei bisogno di essere amata, ma soprattutto accettata per come sono, in toto, come ha fatto la mia ragazza, che conosce le mie storture, i miei pregi e i miei difetti, i momenti buoni e quelli brutti, anche lei ogni tanto sbrocca come tutti gli esseri umani, ma... Mi ama lo stesso, e.. C'è. Non si è mai tirata indietro. Mi ha fatto presente i miei errori, e siamo andate oltre.

Perdonate il lungo sfogo......

Ciao nihal, direi hai fatto passi da gigante, e sono felicissimo di vedere quanta forza dimostri nella lotta per la tua indipendenza e la tua affermazione personale. Diciamo che l'ultimo passo, quello con cui ti trovi ad aver a che fare finora, è forse quello più rognoso e stramboide da gestire, perché in fin dei conti è quell'oscuro aspetto delle relazioni familiari che per ogni italiano rappresenta un taboo primordiale.

Fottersene del giudizio dei genitori, sturare il loro cervello intasato dal "principio dell'autorità costituita", spezzare il legame morboso fra mamipapi e se stessi, e mandarli a fare in culo in maniera violenta, ragionata e giustificata. Affermare la propria sfera d'autonomia psicologica contro l'oppressiva, totalitaristica e perdurante invasione di campo del genitore mediterraneo.

E' uno sporco lavoraccio, ma ci si mette i guanti e lo si fa.

 

Tu non hai bisogno di tua madre, è lei che ha bisogno di te. E dopo averlo capito tu... devi farlo notare (e pesare) a lei.

Ciao nihal. Seguo il tuo racconto dall'inizio, e sono contenta dei grandi miglioramenti che hai fatto. Oddio, probabilmente adesso non la vedi così, e ti chiedi chi diavolo te l'ha fatto fare, visto che in famiglia hai problemi che prima non avevi. Ma sono passi avanti, fidati. Averli fatti già ora non può che aiutarti, di sicuro e prima di tutto nell'accettazione piena della tua bisessualità. :)

Per tua madre, ci vuole tempo. Da un lato consolati e pensa che più o meno ci siamo passati tutti, e cavoli, ti giuro che va veramente meglio dopo un po', non è solo un modo di dire. Dall'altro... non lasciare che le sue insicurezze diventino le tue. So com'è quando una persona a cui vogliamo bene ha una cattiva opinione di qualcosa che ci tocca profondamente: sembra quasi che i suoi pregiudizi striscino verso ti te, che ti si attacchino. Quando ha quel genere di sfoghi di cui ci hai accennato, in cui velatamente ti getta addosso omofobia pura (che peraltro sei stata molto brava a smascherare) parlane con la tua ragazza, o anche qui sul forum. Liberatene, in qualche modo.

Quoto parole_alate su tutta la linea!

Anch'io ho attraversato un periodo simile con mia madre, ti capisco bene quando dici che lei "sa dove infilare il dito per far dolere la piaga". Ci vorrà tempo, ma la situazione migliorerà davvero. L'importante per te è parlarne, sfogarti, scaricare quanto più possibile la negatività che tua madre ti fa accumulare.

Secondo me non dovresti scervellarti sulle categorie, lsb, bisex o altro. Prova a focalizzarti e a prendere forza dal rapporto che stai vivendo e difendi quello. Tua madre ha sicuramente una serie di pregiudizi stratificati dai suoi anni e dalle sue esperienze e vederti insofferente o titubante non fa altro che alimentarli. Non pensare alle insicurezze che hai, vivi giorno per giorno la tua sensibilità e sessualità come senti. Lei ti vuole bene e in questo momento lo dimostra a pene di segugio ma se ti vedesse veramente felice e serena non potrebbe che esserlo anche lei. I genitori sono così, ti darebbero la vita quando invece basterebbe un abbraccio al momento opportuno. Occorre guidarli anche se la strada è impervia, ma sei tu che sai quello che ORA vuoi e glielo puoi dimostrare trasudando felicità e soddisfazione.

Secondo me non dovresti scervellarti sulle categorie, lsb, bisex o altro. Prova a focalizzarti e a prendere forza dal rapporto che stai vivendo e difendi quello. Tua madre ha sicuramente una serie di pregiudizi stratificati dai suoi anni e dalle sue esperienze e vederti insofferente o titubante non fa altro che alimentarli. Non pensare alle insicurezze che hai, vivi giorno per giorno la tua sensibilità e sessualità come senti. Lei ti vuole bene e in questo momento lo dimostra a pene di segugio ma se ti vedesse veramente felice e serena non potrebbe che esserlo anche lei. I genitori sono così, ti darebbero la vita quando invece basterebbe un abbraccio al momento opportuno. Occorre guidarli anche se la strada è impervia, ma sei tu che sai quello che ORA vuoi e glielo puoi dimostrare trasudando felicità e soddisfazione.

 

Su una cosa secondo me non hai ragione però. Tu scrivi "se ti vedesse veramente felice non potrebbe che esserlo anche lei". Perdonami, ma a me questa sembra un po' la visione Mulino Bianco del rapporto madre-figlia. Per esempio, mia madre, che non è una cattiva persona e che morirebbe per me (e che sa di me da SEI anni), preferirebbe vedermi, chessò, di umore medio con un ragazzo o da sola, che la persona più felice del mondo con una ragazza. E' vero che i genitori ci vogliono vedere felici, ma è vero pure che spesso pensano di sapere loro come dovrebbe essere la nostra felicità. Certe felicitià possono non essere accettabili per loro.

Detto questo, io sono sempre contenta quando le persone fanno coming out (parlo di persone sopra i 16). Auguro all'autrice del topic che sua madre si mostri più aperta e sensibile. Ma anche se così non fosse, il passo è stato fatto, e quel passo è una cosa cruciale e secondo me imprescindibile se si vuole tentare di vivere serenamente un rapporto di coppia omo.

Su una cosa secondo me non hai ragione però. Tu scrivi "se ti vedesse veramente felice non potrebbe che esserlo anche lei". Perdonami, ma a me questa sembra un po' la visione Mulino Bianco del rapporto madre-figlia. Per esempio, mia madre, che non è una cattiva persona e che morirebbe per me (e che sa di me da SEI anni), preferirebbe vedermi, chessò, di umore medio con un ragazzo o da sola, che la persona più felice del mondo con una ragazza. E' vero che i genitori ci vogliono vedere felici, ma è vero pure che spesso pensano di sapere loro come dovrebbe essere la nostra felicità. Certe felicitià possono non essere accettabili per loro.

Detto questo, io sono sempre contenta quando le persone fanno coming out (parlo di persone sopra i 16). Auguro all'autrice del topic che sua madre si mostri più aperta e sensibile. Ma anche se così non fosse, il passo è stato fatto, e quel passo è una cosa cruciale e secondo me imprescindibile se si vuole tentare di vivere serenamente un rapporto di coppia omo.

Probabilmente hai ragione sul mulino bianco e probabilmente è il genitore ideale che vorrei per tutti noi. Il messaggio che volevo far passare è quello di non farsi influenzare dagli umori o credenze familiari perché sono ombrelli nel sedere e fanno un fottuto male. Poi li si può prendere anche per sfinimento e (questo puoi concedermelo) se ti vedono cazzuta su una questione "imparano" a rispettarti

Probabilmente hai ragione sul mulino bianco e probabilmente è il genitore ideale che vorrei per tutti noi. Il messaggio che volevo far passare è quello di non farsi influenzare dagli umori o credenze familiari perché sono ombrelli nel sedere e fanno un fottuto male. Poi li si può prendere anche per sfinimento e (questo puoi concedermelo) se ti vedono cazzuta su una questione "imparano" a rispettarti

D'accordo sul non farsi influenzare. Ma no, non è vero che se ti vedono cazzuto/a imparano a rispettarti (può succedere come può non succedere). Però sicuramente farsi vedere sereni e convinti è importante e utile. Per questo io consiglio sempre il CO se si è certi della propria sessualità (o quantomeno certi di amare e desiderare una persona in particolare in quel momento), e se si è superata l'adolescenza. Non sto dicendo che uno non possa essere sicuro della propria sessualità anche a 17 anni, però magari a quell'età uno rischia di soffrire troppo per una eventuale reazione negativa.

Ciao nihal scusa se mi permetto di rispondere al tuo post sono nuova e ancora non so come funziona su questo sito...comunque voglio dirti solo questo..

non devi vergognarti di niente non sei una ladra ne un'assassina sei semplicemente te stessa e ognuno ha il diritto di amare e fare le proprie scelte senza dover vivere col terrore di essere additati dalla società perché tanto la gente parlerà sempre...e se la mettiamo sul piano della violenza è uguale...ci credi se ti dico che sono stata massacrata di botte non perché avevo una storia con una ragazza ma perché sono metallara? La gente troverà sempre un pretesto per giustificare la violenza e l'ignoranza quindi il mio consiglio è vivi la tua vita senza farti attanagliare dalla paura

  • 6 months later...

Ciao a tutt*, vi aggiorno sulle mie personali vicende di questi ultimi mesi.
 

Mia mamma ha saputo che sono bisessuale, come avevo scritto nei post addietro.. Siccome è palese che la cosa non le vada giù, verso Pasqua ha spifferato tutto per cattiveria, solitudine, ripicca e chi più ce ne ha più ne metta, alla mamma della mia ragazza, che era all'oscuro di tutto, nonostante le avessi detto che NON DOVEVA SAPERLO DA LEI. La mia ragazza non è dichiarata in casa, se non col babbo. Non vuole dirlo a sua mamma esplicitamente perché è sicura che non lo accetterebbe.

Mia suocera non ci crede che la figlia sia lesbica e stia con me, e dopo questa cosa non faceva più vivere la figlia, così per calmare un po' le acque abbiamo deciso di farmi passare per l'amica.

Fatto sta che ho saputo che la settimana scorsa mia madre ha richiamato la sua mamma (sono colleghe) per dirle che io e lei continuiamo a fare come prima (verso Pasqua ci eravamo lasciate, ma poi ci siamo rimesse subito insieme, mamma aveva saputo della rottura ma non del resto). Si è giustificata dicendo che non sa con chi parlarne, che si sente estremamente sola... La cosa ha mandato mia suocera nel panico totale, ha chiamato una parente medico per dire della figlia: questa donna fortunatamente l'ha rassicurata dicendole che la figlia non è malata né psicopatica, che sta benissimo così, se sta con me ecc ecc. Insomma, ha fatto ragionare mia suocera.

Il problema è: chi fa ragionare mia mamma, visto che oggettivamente non c'è nessuno con cui può parlarne, e con me non ne parla? E mi sta praticamente facendo outing di nascosto con non so chi?

Ci sarebbe la strada più semplice: quella di essere già out con tutti. Una ragazza completamente dichiarata con tutte le persone che contano fra le sue conoscenze e soprattutto che ha raggiunto il punto in cui le viene spontaneo ed automatico parlare di sé e della propria vita affettiva senza omissioni o giri di parole con chiunque, anche con estranei, è una persona forte e soprattutto libera.

 

Le altre sono tutte troppo tortuose e assolutamente precarie.

 

Per quanto riguarda la salute di tua mamma, consigliale di fare qualche colloquio con uno psicologo per sfogarsi e avere rassicurazioni "esterne", che siccome non arrivano da te che sei la diretta interessata, dovrebbero calmarla un po'. Anche l'idea di portarla a qualche riunione dell'AGEDO devi tenerla presente come una buona valvola di sfogo e un ottimo strumento di mediazione.

Edited by Sampei
  • 9 months later...

Ciao a tutt*! Un altro anno è passato, le cose sembrano andar meglio e penso proprio che sia il momento di dirlo al resto della famiglia. Anche perché penso stiano iniziando a sospettare. Un altro passo doloroso, ma necessario.

 

Oggi vi scrivo per avere consigli d'altro genere. Mi mancano quattro esami e la tesi, allo studio dove sto facendo tirocinio mi hanno fatto una valida proposta di lavoro, in poche parole, sembra che la vita mi voglia qua a Firenze.

 

Il problema ora è il rapporto tra me e la mia ragazza. Io ho 25 anni, lei li sta per compiere, le manca solo un esame e la tesi, però a causa di intoppi burocratici all'università non glielo fanno dare. Non torno più spesso nella mia città di origine, quindi passo settimane su, trascorrono settimane senza vederci per bene, abbiamo avuto nel frattempo dei problemi dovuti al fatto che lei non vuole uscire allo scoperto con sua mamma, nonostante il teatrino messo su (mia madre le ha spifferato tutto, la suocera finge di non sapere, probabilmente perché vuole sentire la verità dalle labbra della figlia) e non vuole insistere coi suoi per venire su a Firenze, perché dice che non vuol chiedere loro i soldi (ma al momento non lavora, i miei non li vuole). Non ho nessuna pretesa di cambiare la persona che amo, l'unica cosa di cui ho bisogno però è di sentirla vicina in questo momento particolare delle nostre vite: cerco di supportarla, sopportarla quando serve, fare le cose che ho sempre fatto, anche perché ora come ora mi sento sicuramente molto più tranquilla e serena di quando ho iniziato questo post. Probabilmente la sua laurea slitterà all'autunno: lei è preoccupatissima e dispiaciuta di questa cosa, e non c'è versi di dissuaderla dall'angosciarsi e intanto cercarsi un lavoretto, che quantomeno le risolverebbe almeno il problema dell'indipendenza economica. Mi piacerebbe se trascorresse più tempo qua con me in Toscana, da quanto ho potuto vedere, si tranquilizza molto e si libera dell'ansia che le mettono i suoi. Insomma, un andamento parecchio altalenante: delle volte insomma mi sento come quella che tira sempre avanti il carretto. Ne abbiamo già parlato e discusso varie volte, ma le cose non sono cambiate.

 

Aggiungete anche che non sono nemmeno molto tranquilla e serena nel tornare a casa, quindi preferisco rimanere a Firenze.

 

Consigli?

Non può venire a trovarti e rimanere a casa tua una o due settimane? Potrebbe studiare e magari cercare qualche lavoretto lì a FI

A quanto pare non è fattibile... Secondo lei i suoi non glielo permetterebbero...

E' una situazione delicata perché la giovinetta sta fissando una serie di paletti di autosabotaggio non indifferenti, e potresti non avere alcun modo per riuscire a farglielo notare. L'idea "dei suoi che non glielo permetterebbero" a 25 anni suonati è proprio assurda, ma questo purtroppo dipende dalle dinamiche interne alla sua famiglia che non possiamo sapere, perché per esempio magari i suoi le fanno pesare la dipendenza economica, oppure è lei che vive con i sensi di colpa, magari amplificati dalle paure di rifiuto in riferimento al coming out.

 

Posso capire che lei stia cercando di investire tutto il tempo e le energie possibili nella laurea perché evidentemente vede in essa un punto di svolta: molto spesso per i ragazzi e le ragazzi gay la fine degli studi si carica di un forte significato simbolico perché apre la via all'indipendenza economica e rappresenta un muro da contrapporre ad ogni eventuale rifiuto, ricatto psicologico, litigio, mancanza di supporto ecc da parte di una famiglia vera o presunta omofoba (o della quale non sanno prevedere la reazione).

 

Il tema del coming out è centrale perché su di esso ruota la questione della dipendenza/indipendenza economica "drammatizzata" e delle conseguenti rinunce affettive che uno tende ad imporsi (di solito in maniera perfettamente inutile) per cercare di scavalcare indenne la criticità del problema.

 

Uno fra i limiti estremi che la maggiorparte degli omosessuali italiani non riesce a metabolizzare è il grido di "io sono degno di essere ed agire nel mondo da persona libera di vivere pubblicamente la propria sessualità indipendentemente da QUALSIASI EVENTO UMANO SOCIALE NATURALE RAZIONALE OD IRRAZIONALE CHE POSSA ESISTERE". Tale affermazione di principio, di solito, viene sabotata in extremiis proprio dalla stessa persona omosessuale, con la questione della dipendenza economica, perchè " aho so' ssordi ci' ".

A quanto pare non è fattibile... Secondo lei i suoi non glielo permetterebbero...

sono fregnacce... non esiste farsi condizionare dai genitori così tanto alla vostra età...

fossi in te le renderei chiaro che la penso così, non per forzarla a una decisione, ma per rendere noto alla fidanzata che o mi sta nascondendo qualcosa, o ha un rapporto un po' troppo succube con la famiglia.

  • 4 weeks later...
  • 3 weeks later...

La cosa più logica è una e una sola, e te l'hanno già scritta. Se la sua laurea slitterà lei potrebbe venire a stare da te, e cercarsi un lavoretto qualsiasi part-time o quello che è. Questo non solo migliorerebbe la vostra relazione, ma la farebbe stare anche meglio. Starebbe lontana da un ambiente negativo e il casino dell'università passerebbe in secondo piano perché sarebbe impegnata a lavoro, con la tesi, e nel vivere con te. Lei in questo momento è nervosa e frustrata, le sembra di perdere tempo, e la capisco pure. Però le si prospettano mesi di trip e pippe mentali, ha questa opportunità e dovrebbe coglierla. Ha quasi 25 anni e si sta per laureare, la sua famiglia non può dirle cosa può o non può fare. Tra l'altro andrebbe da un'"amica", in Italia, a studiare e lavorare, non a sfasciarsi a Ibiza per tre mesi a spese loro. Lei è la prima che dovrebbe essere sconceratata per questa imposizione, e se non tagliare almeno allentare questo cordone ombelicale.

Non penso che la tua ragazza usi questa come una scusa per non vederti, penso che la usi come scusa per non crescere. Trovo anche assurdo che a 25 anni, nel 2016, non si voglia fare coming out. Poi per carità, ogni persona ha i suoi tempi ed è brutto guidicare gli altri, quindi spero di non averti offesa. Però ragazzi, se non cambiamo noi, come speriamo di cambiare la situazione LGBT in Italia?

Voler cambiare la persona con cui stiamo non è giusto, ma aiutarla a crescere in alcuni casi è necessario.

animaribelle

 

Premessa: ho 23 anni, sempre stata con ragazzi, anche se avevo capito di avere da sempre una certa attrazione per le donne, che non ho mai voluto approfondire, forse per paura, forse per vergogna, forse per mancanza della persona adatta, chi lo sa.

 

 

Da quest'anno ho deciso di riprendere gli studi, scegliendo di fare un'Università che mi piace davvero, andandomene dal mio paesino di provincia. Sono finita così in una grande città del centro Italia. 

 

Me ne sono andata oltre che per ovvi motivi di studio, anche per “respirare” un po’, allontanandomi dal clima oppressivo del mio paesello. Io, che non ho mai fatto scelte di cuore, ma quasi sempre solo di testa. Ho troncato una relazione con un ragazzo, che era ormai morta da tempo. Nessuno dei due aveva il coraggio di mettersi davvero in discussione, né di cambiare le cose. Dopo quasi quattro anni così mi sentivo soffocare da una monotonia e un’indolenza che fa di tutto perché le cose non cambino. Ho sofferto molto, ma mi sono sentita libera.

 

 

Ma questa è un’altra storia.

 

 

Da due anni faccio un gruppo teatrale nella mia città e ho conosciuto una ragazza. Stessa età, anche lei universitaria, grandi occhi scuri, capelli ribelli e carattere chiuso, ma intelligente, aperta al dialogo e simpaticissima. Stava passando un brutto periodo, e non so come mai (forse il cuore aveva già scelto senza che me ne fossi resa conto) le sono rimasta vicino e le ho dato una mano a capire chi veramente fosse, cosa volesse dalla sua vita.

 

Abbiamo avuto il tempo di innamorarci tutte e due l’una dell’altra.

 

 

Mentre ero nella nuova città, ho conosciuto persone nuove, ragazzi e ragazze, mi sono fatta degli amici; tuttavia ho passato mesi pensando a lei e non riuscivo a capire cosa cavolo stessimo facendo (tornavo giù praticamente tutti i fine settimana per il teatro), amiche come prima non eravamo più, insomma era un limbo nebuloso di cui non si capisce niente; e siccome detesto le situazioni poco chiare, un bel giorno prendo il toro per le corna, le chiedo di parlarci e l’affronto a muso duro, chiedendole di spiegarmi cosa stesse facendo e cosa stessimo facendo. E la risposta fu, a muso altrettanto duro (a pensarci mi viene da sorridere) “come fai a non capire che mi piaci, come fai?” e a quel punto tutto mi è stato chiaro, anche quel che provavo. E da marzo stiamo insieme, sono venuti i primi baci teneri, gli abbracci appassionati, le ore insieme, la prima tenera e imbarazzante prima volta per entrambe, che è stata stupenda e dolcissima, come ogni prima volta dovrebbe essere. E la cosa bella è che ciò che non manca mai è proprio il dialogo.

 

 

Quello però di cui vorrei parlarvi è questo ...

 

 

Da fine maggio, mi sembra che tutto il sentimento che ho provato per lei sia scomparso, o almeno, se ne sia andato a nascondersi da qualche parte. Mi è rimasta solo una grandissima paura, e vergogna. Vergogna di questa storia, come se dovessi continuamente nascondermi, come se il mondo intero me la facesse apparire come sbagliata. Come se io, per prima, la vivessi come sbagliata. Si tratta di omofobia interiorizzata…?

 

Mi dispiace atrocemente di non poter vivere questa cosa alla luce del sole, di nascondermi, di far finta davanti agli amici che siamo solo amiche (alcuni sanno che stiamo insieme, ma non tutti). Mi manca, in poche parole la normalità, la libertà di camminare mano nella mano senza che la gente ci guardi male, di dire “viene anche la mia ragazza a cena”, oppure di poterci abbracciare e baciare davanti a tutti, come un normale coppia etero. È come se il fatto di essere due donne “valesse meno” agli occhi miei e a quelli del mondo. E qualcuno direbbe: ma a me che ‘zzomifrega di quello che pensano gli altri?

 

 

Ci vuole tanto coraggio, lo so.

 

 

Di questo ne abbiamo a lungo parlato, lei non si è mai tirata indietro, ammettendo spontaneamente che spesso questa cosa le pesa e che le scoccia a volte di provare, come me, invidia nei confronti di coppie di amici che sono liberi di fare ciò che dicevo prima; mi ha detto che comunque le cose vadano, mi rimarrà vicino. E di questo le sono assolutamente grata, è davvero una fortuna avere una persona così al proprio fianco.

 

Le famiglie non sarebbero assolutamente d’accordo: per farvi capire, un giovedì eravamo a casa mia, dopo cena. Siamo uscite un attimo che dovevo ritirare dei soldi, lei torna a casa, io rincaso e trovo mia madre che alle due di notte pulisce (chi cavolo fa le pulizie alle due di notte??), la invito ad andarsene a dormire, si volta e vedo che piange, e mi fa: “Ma in che rapporti sei con lei?”. Mi è preso un colpo e mi sono sentita morire dentro, non ero assolutamente preparata a una cosa del genere e peggio mi son sentita quando le ho dovuto rispondere che per me è solo un’amica. È stato uno shock.

 

E spesso mi sono ritrovata a pensare cosa sarebbe successo se lei fosse stata un ragazzo: probabilmente sarebbe stato tutto molto più semplice.

 

Insomma, mi sento a un punto di non ritorno.. Avere il coraggio di ammettere questa cosa, pubblicamente, oppure troncarla. Entrambe le scelte mi dilaniano.

 

Mi sembra di non avere la forza di fare nessuna delle due scelte, perché in entrambi i casi, il prezzo da pagare sarebbe davvero altissimo.

 

 

Anche a voi è capitato di trovarvi in una situazione del genere? 

 

 

Una scelta la devi fare ...... o rimanere a condurre una vita che non ti appartiene e far felici i tuoi genitori o vivere . Non ci sono molti bivii . In ambedue i casi problemi e difficoltà ne incontrerai o col mondo esterno o con te stessa . 

Ricorda una sola cosa , i genitori vogliono vedere i propri figli condurre una vita normale come sono i canoni della routine preimpostata dalla società . Loro si vergognano in quanto devono affrontare quelle che sono le persone al di fuori dell'ambito famigliare . Hanno paura delle critiche e degli spettegolezzi . Ma se mamma e papà ti vogliono veramente bene ti accettano per quello che sei e rispettano le tue scelte soprattutto il tuo orientamento , è ovvio che la botta iniziale per certi genitori è abbastanza forte , ma vedrai che poi passerà , è solo una questione di tempo . Scusa e poi non c'è l'obbligo scritto da nessuna parte che tu debba sbandierare  i tuoi gusti sessuali al mondo intero . Se vuoi parlare scegli amici fidati e confidati con loro .... 

devi vivere per quello che senti dentro seno' rischi di rimanere da sola solo per non apparire agli occhi degli altri , contornata di dubbi , paure , incertezze e infelicità . 

per il fatto del comportamento esterno , quello sta in te . Sinceramente a me gli sbaciucchiamenti anche per le coppie etero non mi piace tanto , l'intimità di due persone deve essere privacy a prescindere dall'orientamento . Ma per andare a spasso mano nella mano non credo possa essere una catastrofe universale . Noi donne siamo più fortunate da questo lato , in quanto passiamo meno inosservate rispetto ai maschietti . 

 

Non rovinare il legame che si è creato con questa ragazza solo per le influenze esterne .

 

con tutto il cuore ti auguro buona fortuna 

 

anima ribelle 

animaribelle

La cosa più logica è una e una sola, e te l'hanno già scritta. Se la sua laurea slitterà lei potrebbe venire a stare da te, e cercarsi un lavoretto qualsiasi part-time o quello che è. Questo non solo migliorerebbe la vostra relazione, ma la farebbe stare anche meglio. Starebbe lontana da un ambiente negativo e il casino dell'università passerebbe in secondo piano perché sarebbe impegnata a lavoro, con la tesi, e nel vivere con te. Lei in questo momento è nervosa e frustrata, le sembra di perdere tempo, e la capisco pure. Però le si prospettano mesi di trip e pippe mentali, ha questa opportunità e dovrebbe coglierla. Ha quasi 25 anni e si sta per laureare, la sua famiglia non può dirle cosa può o non può fare. Tra l'altro andrebbe da un'"amica", in Italia, a studiare e lavorare, non a sfasciarsi a Ibiza per tre mesi a spese loro. Lei è la prima che dovrebbe essere sconceratata per questa imposizione, e se non tagliare almeno allentare questo cordone ombelicale.

Non penso che la tua ragazza usi questa come una scusa per non vederti, penso che la usi come scusa per non crescere. Trovo anche assurdo che a 25 anni, nel 2016, non si voglia fare coming out. Poi per carità, ogni persona ha i suoi tempi ed è brutto guidicare gli altri, quindi spero di non averti offesa. Però ragazzi, se non cambiamo noi, come speriamo di cambiare la situazione LGBT in Italia?

Voler cambiare la persona con cui stiamo non è giusto, ma aiutarla a crescere in alcuni casi è necessario.

 

Concordo in pieno con tutto quello che ha scritto anais .... !!!!

  • 4 weeks later...

Belle notizie: un paio di settimane fa ho fatto coming out con mia sorella. E devo dire che è andata benissimo, contrariamente alle mie aspettative. Mi ha ascoltato, mi ha accolto e mi ha capito. Ha detto che se lo immaginava. MI ha pure detto che è felice per me, se sono felice, lei è felice. E ha detto che nella comunità parrocchiale che lei frequenta ci sono altre persone omosessuali, la Chiesa non rifiuta, ma accoglie (almeno 'sta parrocchia). L'unica cosa che la lasciava perplessa era il discorso figli: per lei ha più senso adottarne uno che forzare la natura.

 

Insomma, mi sono tolta un grosso peso. Ora vediamo come sistemare le cose con la ragazza, purtroppo i problemi che vi avevo scritto rimangono.

 

Prossimo passo, dirlo a papà!

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