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L'Italia del Sud si sta "desertificando"


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  • 1 month later...

La lucania scommette sull'alta velocità e vince!

 

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/877984/assalto-al-frecciarossa-e-boom-di-passeggeri.html

 

....

D’altra parte, a confermare l’assalto al treno sono i numeri, i freddi numeri. Quelli raccolti da Trenitalia secondo cui dall’undici dicembre ai primi di aprile ad utilizzare il servizio sono stati ben 25mila 700 utenti. Una media di 220 passeggeri al giorno, saliti nella tratta che va da Taranto a Salerno, passando per le stazioni lucane di Metaponto, Ferrandina e Potenza.

Duecentoventi viaggiatori, un numero che supera di gran lunga le ipotesi che erano state fatte nei giorni precedenti all’avvio del servizio e che avrebbero consentito alla Regione di avere il treno senza aggravi economici. La previsione per il pareggio di spesa, infatti, era di 130 utenti. Oggi, invece, i numeri in questi primi mesi superano la cifra di 90 unità

Dal punto di vista gay in effetti si è un po' desertificata.

A oggi ci sono state 1417 unioni civili omosessuali al Nord, 1093 al Centro

ma solo 292 al Sud.

Questo può darci l'idea della migrazione interna degli omosessuali

o quantomeno del loro grado di visibilità.

  • 1 month later...

Dal punto di vista gay in effetti si è un po' desertificata.

A oggi ci sono state 1417 unioni civili omosessuali al Nord, 1093 al Centro

ma solo 292 al Sud.

Questo può darci l'idea della migrazione interna degli omosessuali

o quantomeno del loro grado di visibilità.

Penso che molti gay tendano ad emigrare nelle grandi città ed al sud sono decisamente meno i poli attrattivi. È innegabile che una Milano e Roma facciano la parte del leone.

 

Io stesso dopo una gavetta a Brescia da settembre riprendo a Milano.

 

Ovvio che si cerca una realtà dove persista una comunità di omosessuali più se non cospicua quantomeno out ed attiva.

 

Almeno questo è il ragionamento di tanti , almeno questo è il ragionamento mio.

Intanto questo mezzogiorno che viene dato per desertificato e spopolato l'anno scorso ha fatto meglio di centro e nord-ovest:

 

http://www.repubblica.it/economia/2017/06/22/news/pil_istat_nord_sud-168794100/

 

secondo le stime preliminari dell'Istat sul Pil e il lavoro - a livello territoriale - l'anno scorso il Prodotto interno lordo "ha registrato un aumento in linea con quello nazionale nel Mezzogiorno (+0,9%), lievemente inferiore nel Centro (+0,7%) e nel Nord-ovest (+0,8%) e superiore alla media nazionale nel Nord-est (+1,2%)".

La performance dle mezzogiorno è ancora migliore se si guarda all'occupazione, che è cresciuta - nel 2016 - dell'1,3% medio: l'aumento maggiore si osserva nelle regioni del Nord-est (+1,8%), seguite da quelle del Mezzogiorno (+1,6%) e del Nord-ovest (+1,0%). Nelle regioni del Centro la crescita è inferiore alla media e risulta pari allo 0,6%.

              

La Campania traina ​il Pil del Sud

La Campania tira il Mezzogiorno. Forse non è una novità in assoluto ma dalle indiscrezioni che hanno preceduto la diffusione dei dati Istat sul Pil delle macroaree del Paese prevista per oggi (ne parlerà stamane il presidente dell'Istituto Giorgio Alleva al Teatro San Carlo in occasione della cerimonia dei 100 anni dell'Unione industriali di Napoli, presente il capo dello Stato Sergio Mattarella) emerge molto di più. E cioè che la spinta della regione nel 2016 è stata superiore di almeno 2 punti percentuali rispetto al 2015 in cui, per la prima volta dopo sette anni di buio da recessione, aveva rivisto la luce della crescita. Sarebbe addirittura la regione che cresce di più, non solo nel Meridione ma anche del Paese. Oggi, sia chiaro, non si conosceranno i dati della Campania ma solo quelli del Mezzogiorno, eppure secondo le fonti è proprio la Campania l'unica regione ad avere ottenuto risultati positivi. Tutte le altre del Mezzogiorno hanno chiuso l'anno con segni non negativi ma sicuramente meno esaltanti a riprova comunque di una tendenza in positivo che sia pure lentamente e in maniera disomogenea sembra stabilizzarsi.

 

http://www.ilmattino.it/economia/la_campania_traina_il_pil_del_sud-2519149.html

 

Campania locomotiva d'Italia?

La Campania traina ​il Pil del Sud

La Campania tira il Mezzogiorno. Forse non è una novità in assoluto ma dalle indiscrezioni che hanno preceduto la diffusione dei dati Istat sul Pil delle macroaree del Paese prevista per oggi (ne parlerà stamane il presidente dell'Istituto Giorgio Alleva al Teatro San Carlo in occasione della cerimonia dei 100 anni dell'Unione industriali di Napoli, presente il capo dello Stato Sergio Mattarella) emerge molto di più. E cioè che la spinta della regione nel 2016 è stata superiore di almeno 2 punti percentuali rispetto al 2015 in cui, per la prima volta dopo sette anni di buio da recessione, aveva rivisto la luce della crescita. Sarebbe addirittura la regione che cresce di più, non solo nel Meridione ma anche del Paese. Oggi, sia chiaro, non si conosceranno i dati della Campania ma solo quelli del Mezzogiorno, eppure secondo le fonti è proprio la Campania l'unica regione ad avere ottenuto risultati positivi. Tutte le altre del Mezzogiorno hanno chiuso l'anno con segni non negativi ma sicuramente meno esaltanti a riprova comunque di una tendenza in positivo che sia pure lentamente e in maniera disomogenea sembra stabilizzarsi.

 

http://www.ilmattino.it/economia/la_campania_traina_il_pil_del_sud-2519149.html

 

Campania locomotiva d'Italia?

 

 

Anche qui sono dati che andrebbero interpretati, Calabria, Basilicata, Molise fanno Pil del tutto irrisori, la Puglia leggermente diverso ma pur sempre un paese agricolo che sta anche scontando la crisi dell'Ilva.

 

Probabile che sia il settore turistico che stia facendo da traino visto che, Sicilia esclusa, la Campania è l'unica regione del Sud ad avere un minimo di industria turistica e capacità attrattiva oltre il mese di agosto. Se ci mettiamo una lieve ripresa industriale italiana e ci aggiungiamo un balzo turistico ecco che si cresce abbastanza. Il discorso turismo però è congiunturale, certo sono state fatte politiche positive ma resta comunque legato anche alla situazione internazionale.

 

Nel complesso un dato positivo ma sempre va preso con le pinze.

Edited by Iron84
Hinzelmann

Da quando è iniziata la crisi la recessione del Sud

è stata doppia rispetto alla media italiana, quindi che

vi sia un rimbalzo, ci starebbe anche

 

Tab. 1.1. Tassi di crescita annuali e cumulati del prodotto interno lordo in termini reali (%)

                     1996-2000   2001-2007 2008- 2014  2014  2015  2008-2015 2001-2015 1996-2015
Mezzogiorno     10,5               4,5            -13,2       -1,2     1,0        -12,3          -8,3              1,3
Centro-Nord      10,3               9,7             -7,8        -0,1     0,7          -7,1           1,9            12,5
Italia                  10,4               8,5             -9,0        -0,3     0,8          -8,3          -0,6              9,8

 

 

In realtà questa tabella mostra che il Meridione cresceva di uno 0,1% in più rispetto alla media nazionale

fino all'entrata dell'Euro che ha dimezzato il tasso di crescita della parte più fragile del nostro sistema economico

mentre il Centro Nord è poi regredito a causa della Crisi del 2008 ai livelli del 2001 il Mezzogiorno è regredito ai

livelli del 1996

  • 2 months later...

http://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/09/29/crescono-lentamente-le-startup-al-sud-gli-investimenti-restano-limitati/

Crescono (lentamente) le startup al Sud e gli investimenti restano limitati

In quattro anni quasi raddoppiati gli investimenti
Aumentano di numero e dimensioni, ma la portata di investimento resta ancora limitata. La fotografia delle startup innovative che si annidano nel Sud-Italia presenta luci e ombre. A metà 2017 quelle iscritte nel registro delle imprese hanno superato per la prima volta la soglia delle settemila realtà, attestandosi a 7.394 unità con un +7,5% sul primo trimestre e con un capitale sociale dichiarato di oltre 373 milioni di euro (+6,88%).

Non farò del sarcasmo sottolineando il fatto che nessuna delle aziende citata ha sede in Italia ma tutte a Londra....nonostante chiedano politiche regionali di supporto a Sicilia o Campania o Sardegna.

Diamo pure per scontato che ci si accontenta delle sedi operative che danno lavoro pur in assenza di tassazione dei profitti.

Ma, quando mai arriva questo fantomatico effetto Brexit che dovrebbe consigliare un trasferimento di sede?

Insomma la sterlina ha svalutato, la società con sede a Londra che lavora in Sardegna si vede svalutare pure i profitti fittiziamente prodotti nella city dal tasso di cambio, va bene che la May li tasserà al minimo ( tanto è una tassazione aggiuntiva su attività inesistente ) ma dovrebbe iniziare anche a pesare

On 3/7/2017 at 9:29 AM, Hinzelmann said:

Tab. 1.1. Tassi di crescita annuali e cumulati del prodotto interno lordo in termini reali (%)


                     1996-2000 
Mezzogiorno     10,5             
Centro-Nord      10,3              
Italia                  10,4       

Praticamente negli anni '90 l'economia italiana cresceva a ritmi (quasi) cinesi. Di certo era grazie ad una moneta svalutatissima e a stipendi più bassi della media europea. Potremmo dire che noi negli anni '90 abbiamo fatto quello che Francia/Germania/Gran Bretagna hanno fatto negli anni '50.

Stiamo parlando di tassi di crescita cumulati, quindi crescere in 5 anni del 10% vuol dire una media del 2% annuo.

Certamente una ripresa favorita dalla svalutazione della Lira e dalla compressione dei salari che tenne a bada l'inflazione, quel che ti potrei concedere è che ( senza fare paralleli con Cina o boom economici ) questo avvenne nel contesto di manovre economiche severe e quindi recessive, in alcuni casi manovre più pesanti delle attuali perchè il paese convergeva sui parametri europei MA meglio sopportate grazie all'export ( effetto di cui poi si gioverà la Germania al posto nostro nel sistema Euro ) Non escluderei neanche la possibilità che la svalutazione possa aver avvantaggiato le regioni più indebitate del Sud, perchè in linea generale l'inflazione avvantaggia i debitori rispetto ai creditori ( è uno dei motivi per cui la Germania paese creditore odia l'inflazione...) ma non dispongo di dati al riguardo

23 hours ago, Hinzelmann said:

Ma, quando mai arriva questo fantomatico effetto Brexit che dovrebbe consigliare un trasferimento di sede?

Insomma la sterlina ha svalutato, la società con sede a Londra che lavora in Sardegna si vede svalutare pure i profitti fittiziamente prodotti nella city dal tasso di cambio, va bene che la May li tasserà al minimo ( tanto è una tassazione aggiuntiva su attività inesistente ) ma dovrebbe iniziare anche a pesare

Onestamente non so quando arriverà, molto dipende dal tipo di trattati e dal ritmo con il quale si procede.

L'Italia, con il suo mercato del lavoro ingessato, la sua pressione fiscale elevata, le sue inefficienze burocratiche ecc ecc beneficerà solo marginalmente di questo fenomeno.

PS so che sei super informato e che queste cose la sai meglio di me.

On 25/6/2017 at 10:19 AM, Iron84 said:

Ma questi dati lasciano il tempo che trovano basta che aprono due fabbriche in Basilicata che il pil si impenna del 7%.

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk

Assolutamente si.

La produzione industriale della Basilicata è data dallo stabilimento FIAT  di Menfi e dal suo indotto. In questo momento l'azienda ha deciso di puntare su quell'impianto ed infatti la produzione industriale regionale è volata. Li avevo postati per dare l'idea della tendenza economica positiva del sud Italia nel suo complesso.

On 2/7/2017 at 7:00 PM, Iron84 said:

Anche qui sono dati che andrebbero interpretati, Calabria, Basilicata, Molise fanno Pil del tutto irrisori, la Puglia leggermente diverso ma pur sempre un paese agricolo che sta anche scontando la crisi dell'Ilva.

Probabile che sia il settore turistico che stia facendo da traino visto che, Sicilia esclusa, la Campania è l'unica regione del Sud ad avere un minimo di industria turistica e capacità attrattiva oltre il mese di agosto. Se ci mettiamo una lieve ripresa industriale italiana e ci aggiungiamo un balzo turistico ecco che si cresce abbastanza. Il discorso turismo però è congiunturale, certo sono state fatte politiche positive ma resta comunque legato anche alla situazione internazionale.

Nel complesso un dato positivo ma sempre va preso con le pinze.

L'articolo parlava di crescita in termini percentuali non assoluti quindi la dimensione dell'economia regionale non centra.

Un'analisi più approfondita dei dati ci viene data da il Sole:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-07-28/svimez-2016-sud-cresce-piu-resto-paese-ma-rallenta-2017-101458.shtml?uuid=AENQnD5B

La Campania corre più veloce
La Campania ha registrato nel 2016 il più alto indice di sviluppo con una crescita del 2,4%, grazie soprattutto all'industria e del terziario; la Basilicata è la seconda regione del Mezzogiorno con un crescita che però rallenta da +5,4% del 2015 a +2,1% del 2016, mentre la Puglia ha molto frenato (+0,7%) rispetto al 2015, perchè è andata male l'agricoltura. La Calabria, il cui Pil si è attestato su +0,9%, ha vissuto un'annata agricola particolarmente negativa (-8,9%), mentre ha registrato un andamento favorevole nell'industria (+8,2%) e nei servizi (+0,7%); la Sicilia, che cresce dello 0,3%, sconta gli effetti negativi dell'agricoltura, dell'industria (-0,8%) e delle costruzioni (-0,5%); l'Abruzzo (-0,2%), registra un forte calo dell'agricoltura e dell'industria (-2,2%); il Molise regge (+1,6%), trainata soprattutto da costruzioni e servizi; la Sardegna esce nel 2016 dalla fase recessiva (+0,6%).

Beh ma in quell'articolo c'è scritto che "con gli attuali ritmi di crescita il Meridione recupererà i livelli pre-crisi nel 2028"

Considerato che siamo in una congiuntura di bassi tassi di interessi e bassi prezzi di materie prime, bisognerebbe andare meglio.

Vuoi perchè non esiste che queste condizioni rimangano stabili per così tanto, vuoi perchè già sappiamo che nel 2019 la Germania si riprende la BCE ed in realtà il quadro generale italiano non è tale da tranquillizzarci quanto ai fattori di debolezza che dettero inizio alla crisi del 2011

Renzi-Gentiloni ci lasciano un debito pubblico cresciuto in 5 anni del 15%, cioè sensibilmente peggiore di quello che c'era - Berlusconi regnante - quando si scatenò l'attacco speculativo contro l'Italia.

L'Italia è tornata a crescere ma, come in passato, cresce meno del resto dell'Europa occidentale.  

Fondamentalmente è un problema  di sistema paese e non una specifica solo meridionale. Possiamo al massimo dire che li è accentuato.

20 minutes ago, Almadel said:

@OLEG, davvero lo pensi?

Cioè secondo te il motivo per cui il Veneto non va come la Baviera

è dovuto allo stesso motivo per cui va male l'economia del Sud?

Non penso che l'economia italiana cresce poco per un solo motivo ma per diversi motivi.

Alcuni comuni a tutto il territorio nazionale ad esempio:

Una tassazione eccessiva;

una giustizia lenta;

un mercato del lavoro con norme assurde;

poche risorse per ricerca e sviluppo;

una scuola/università che non si interfaccia, o lo fa poco,  con il mondo produttivo

ecc eccc

Altre problematiche sono invece specifiche dei singoli territori.

Diciamo che risolvere le problematiche generali sarebbe un contributo notevole alla normalizzazione dell'economia italiana. 

Secondo te perché l'economia del Veneto non cresce come quella della Baviera???

Se prendi delle statistiche economiche su zone europee abbastanza vicine da essere paragonate

ti accorgi che le tasse e la burocrazia sono simili, ma quello in cui differisce il Veneto dalla Baviera sono gli stipendi.

Da noi appena qualcuno sa fare bene qualcosa va a farla in un Paese in cui lo pagano di più.

Ed è vero sia per gli operai che per i ricercatori universitari; lo Stato e i padroni sono troppo taccagni e fanno scappare braccia e cervelli.

Puoi anche snellire la burocrazia e abbassare le tasse, se vuoi. 

L'effetto che otterrai sarà lasciare a casa un po' di "terroni" nella pubblica amministrazione e togliere l'assistenza sanitaria ai disoccupati

con la conseguenza di destabilizzare il Paese e far vincere chi vuole dare l'assegno di disoccupazione anche a noi hikikomori.

E' che i liberisti ritengono che Stato & padroni siano taccagni proprio perché non viene snellita la burocrazia né si abbassano le tasse...

naturalmente quel che più mi spiace è che si faccia ancora molto poco per trovar soluzioni intelligenti all'evasione fiscale...che, nei fatti, può venir contrastata solo rendendo conveniente pagare le tasse.

Più semplicemente ripetono ciò che i mass media dicono, cosa ci dicono i mass media?

Esattamente ciò che dice @Oleg, che è poi ciò che dicevano Monti o Letta o Renzi...

Io comprendo che il Sole24ore sia molto più accondiscendente con l'impresa di quanto non possa esserlo io, tuttavia dovrà arrivare il momento in cui qualcuno solleverà la questione: che succede se pure le Startup, fanno come Apple, Google Facebook Amazon Tripadvisor Airbnb Uber?

Cioè spostano la sede all'estero dove gli viene consentito di pagare meno del 5% per il semplice fatto che è una tassazione su un valore SOTTRATTO ad altri paesi ed aggiuntivo rispetto a quello nazionale ( che si moltiplica per 28....) mentre da noi fatturano solo i servizi logistico-amministrativi di filiali?

Da un lato la manifattura italiana delocalizza in Romania, dall'altro la New Economy tratta noi come la Romania

On 4/10/2017 at 5:46 PM, OLEG said:

L'Italia è tornata a crescere ma, come in passato, cresce meno del resto dell'Europa occidentale.  

Fondamentalmente è un problema  di sistema paese e non una specifica solo meridionale. Possiamo al massimo dire che li è accentuato.

Ma non è assolutamente vero, anzi è esattamente l'opposto, l'economia italiana nel 2017 crescerà del 1.5% a fronte di una media europea dello 0.9%.

Se poi prendiamo i dati dai primi anni '90 ad adesso il PIL italiano è uno di quelli che ha registrato una delle crescite più alte insieme ai paesi dell'Europa orientale.

Fonti?

Personalmente se è vero sono felice, io avevo letto sui giornali +1,5% contro media UE +2,6%

40 minutes ago, Fabius81 said:

Se poi prendiamo i dati dai primi anni '90 ad adesso il PIL italiano è uno di quelli che ha registrato una delle crescite più alte insieme ai paesi dell'Europa orientale.

Questo lo escludo al 100%...non so dove tu abbia letto questi dati

8 hours ago, Hinzelmann said:

Da un lato la manifattura italiana delocalizza in Romania, dall'altro la New Economy tratta noi come la Romania

Esatto, è quel che capita a paesi la cui economia si basa su produzioni a scarso valore aggiunto. 

Riprendendo un'osservazione di Oleg, non credo il problema sia tanto di un'Università che si interfaccia poco col mondo produttivo, al contrario, è che ci sono molte realtà produttive che non sanno mettere a frutto le competenze dei laureati italiani.

8 hours ago, Hinzelmann said:

Io comprendo che il Sole24ore sia molto più accondiscendente con l'impresa di quanto non possa esserlo io, tuttavia dovrà arrivare il momento in cui qualcuno solleverà la questione: che succede se pure le Startup, fanno come Apple, Google Facebook Amazon Tripadvisor Airbnb Uber?

Io spero che il Far West fiscale che permette a Apple, Google e compagnia bella di prosperare venga quantomeno un po' regolamentato negli anni a venire.

1 hour ago, Fabius81 said:

Ma non è assolutamente vero, anzi è esattamente l'opposto, l'economia italiana nel 2017 crescerà del 1.5% a fronte di una media europea dello 0.9%.

Se poi prendiamo i dati dai primi anni '90 ad adesso il PIL italiano è uno di quelli che ha registrato una delle crescite più alte insieme ai paesi dell'Europa orientale.

  • 9 months later...

La Repubblica

Bisogna essere giovani, ricchi e sani per vivere al Sud. Un'iperbole che descrive bene cosa ci sarà dentro il Rapporto Svimez 2018. E sì perché nonostante la crescita del Pil nel 2017 sia stata in linea con quella italiana, recuperando le tante posizioni perse nel corso della lunga crisi economica, le sue arretratezze sono sempre lì e rischiano di esplodere se lo Stato non decide di intervenire con forti investimenti pubblici in quell'altra metà d'Italia, dove ormai sta mutando anche la conformazione storica. Nel 2017 ci sono stati più morti che nati, i giovani se ne vanno e iniziano a scappare anche gli stranieri. In 16 anni hanno lasciato il Sud 1 milione e 883mila residenti, la metà giovani ed è la Sicilia la regione dove l'emorragia è dirompente. Un Rapporto Svimez fatto più di ombre che luci.

Certo, lentamente e con piccoli sforzi, per lo più frutto di investimenti privati, il Sud tra il 2015 e il 2017 ha fatto passi avanti, recuperando parzialmente il patrimonio economico e sociale andato disperso dalla crisi economica. Il dato della crescita del Pil nel 2017 è lì a dimostrarlo (+1,4%), ma è stata una ripresa trainata dal Nord, come sempre d'altra parte, e che rischia di naufragare. Cosa è mancato? Gli investimenti pubblici. E su questo punto i ricercatori Svimez sono fermi. Tanto che se qualcosa non cambia c'è il rischio di una marcia indietro repentina. "Con la frenata seppur ancora lieve dell'economia le prospettive per il Sud peggiorano - dichiara Adriano Giannola, presidente Svimez -. Per ora tutto tiene, ma i dati che iniziano a circolare sul rallentamento della crescita preoccupano, anche perché il Mezzogiorno continua a portarsi dietro tutte le sue arretratezze". Insomma "il recupero che c'è stato negli ultimi due anni rischia di saltare nella 'stagione dell'incertezza', come definisce la Svimez gli anni che stiamo vivendo. Un rischio che per il Mezzogiorno potrebbe tradursi in una "grande frenata". Tanto che nel 2019, prevede l'Istituto "si rischia un forte rallentamento dell'economia meridionale: la crescita del prodotto sarà pari a +1,2% nel Centro-Nord e +0,7% al Sud".

"Certo il Mezzogiorno non è tutto uguale - chiarisce Giannola - ci sono regioni che hanno fatto meglio, come Campania e Calabria, ma ce ne sono altre, la Sicilia, che sta andando particolarmente male. E se gli investimenti privati sono ripresi nel 2017 (+3,9%) superando anche quelli del Centro Nord anche se di pochissimo, gli investimenti fissi lordi sembrano essersi fermati, mentre la spesa pubblica s'è dimenticata del Mezzogiorno (tra il 2008 e il 2017 è scesa del 7,1% al Sud, mentre è cresciuta dello 0,5% nel resto del Paese)". E non parla da presidente Svimez, ci tiene a precisarlo Giannola, quando gli si chiede se la reintroduzione dei voucher potrebbe aiutare il Sud. "Li vedo con un certo sospetto - spiega - perché i voucher possono andare bene in una situazione fisiologica, dove l'economia tira, ma al Sud e anche in altre parti d'Italia, la situazione è patologica e questi strumenti non faranno che aggravarla. Non è cambianto le modalità contrattuali che si crea lavoro. Lo sostengo da sempre". 

A leggere il Rapporto sembra quasi che il Sud sia il laboratorio di quanto sta emergendo nell'economia. Sale l'occupazione, ma solo quella precaria. In tutto il Mezzogiorno nel 2017 la crescita dei posti di lavoro è stata determinata quasi esclusivamente dai contratti a termine (+61mila, pari a +7,5%), mentre quelli a tempo indeterminato sono sostanzialmente stalibili con un misero +0,2%. Negli anni degli sgravi contributivi erano saliti al 2,5%, ma finiti i vantaggi gli imprenditori non hanno rinnovato i contratti. Il futuro per i giovani è poi ancora più buio, tant'è che molti se ne vanno e la forza lavoro è ormai anziana. Il problema del lavoro che non c'è è ormai diventato endemico, favorendo l'esclusione di una quota crescente di cittadini dal mercato. E' raddoppiato tra il 2010 e il 2018 il numero di famiglie dove tutti cercano un lavoro. E' salito il numero di quelle senza alcun occupato e anche chi una occupazione ce l'ha non è detto se la passi bene. E' nel Sud che si tocca con mano il fenomeno dei working poor, occupati ma poveri, perchè le retribuzioni sono da fame. Non solo. Il part time non è una scelta volontaria nel Mezzogiorno, ma per lo più è imposto dalle imprese. Sono le periferie il terreno dove tutto questo si consuma.

Un disagio economico che fa tutt'uno col disagio sociale. Gli italiani del Sud sono persone a cittadinanza "limitata". I diritti fondamentali sono carenti in termini di vivibilità locale, di sicurezza, di adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari e di cura. Nel comparto socio-assistenziale il ritardo riguarda sia i servizi per l’infanzia che quelli per anziani e non autosufficienti. Ma è l’intero comparto sanitario che presenta differenze in termini di prestazioni, che sono al di sotto dello standard minimo nazionale. E i viaggi della speranza, da Sud verso gli ospedali del Nord ne sono la conferma, soprattutto in alcuni campi di specializzazione. Giù al Sud, se qualcuno in famiglia si ammala seriamente, rischia l'impoverimento tutto il gruppo familiare. Non va meglio per l'efficienza degli uffici pubblici. C'è un indice che riassume il divario crescente tra Nord e Sud per quanto riguarda la vita di tutti i giorni. L'ha creato Svimez. Eccone alcuni esempi. Fatto 100 il valore della regione più efficiente, il Trentio Alto Adige, la Campania si attesta a 61, la Sardegna a 60, l'Abruzzo a 53. Calabria (39), Sicilia (40), Basilicata (42) e Puglia (43) sono sotto la media. Vivere lì costa tempo e fatica.

  • 1 year later...

Ai primi posti secondo l'ISTAT per disoccupazione TOTALE ci sono le seguenti province italiane che significa?

http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=20745

CROTONE 28.8% // MESSINA 25.9% // SIRACUSA 24.1 %
 

ENNA 23.6% // AGRIGENTO 23.6 % // NAPOLI 23.3%

COSENZA  21.4% // FOGGIA 20.8% // CATANZARO  20,7% // PALERMO  19,1%

mentre per minore disoccupazione 

BOLZANO 2.9% //  BERGAMO 3.5% //  BELLUNO 3.9% // REGGIO EMILIA 4% // BOLOGNA 4.4%

chissà cosa succederà a fine anno dopo aver abolito la povertà e anche il licenziamento e il fallimento. 

bisogna nazionalizzare tutta la calabria?

e la sicilia naturalmente tutto in blocco, aziende, persone, beni etc... 

per quella "giovanile" invece ovvero dai 18 ai 29 ecco le peggiori: 

MESSINA 52,4% // CROTONE 51,5% // AGRIGENTO 50,7%

ENNA 50,3% // PALERMO  45,4% // NAPOLI  44,8% // COSENZA 44,2%

Praticamente le stesse di sopra quindi nessuno va a lavorare qui. Come mai? 

Le migliori invece sono 

BOLZANO 5,6% // PRATO 7,2% // BERGAMO 7,3%

VICENZA 7,4% // PORDENONE 9,3% // FERMO 9,3%

sono mediamente più ricchi a Crotone e Enna degli olandesi e non lo sanno? Come fare in modo che lo sappiano?

E' certamente colpa del neoliberismo disumanizzante e sfrenato che affligge la Calabria e la Sicilia?

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