Jump to content

Sull'esistenza del me etero


Recommended Posts

Quest'estate sto leggendo un libro ormai abbastanza datato "Ragazzi che amano ragazzi". Una delle cose che mi ha colpito finora delle interviste, perché è un discorso che sento fare ancora oggi, è che molti ragazzi intervistati, raccontando il proprio coming out, dicono che i genitori hanno risposto più o meno in questo modo: "Tu devi fare quello che ti rende più felice. Noi ti accettiamo, certo, avremmo preferito non fossi gay perché avrai una vita più difficile."

 

Jim Sinclair (persona autistica e intersex) scrisse: "Quando i genitori dicono: 'Vorremmo che nostro figlio non fosse autistico', quello che stanno in realtà dicendo è: 'Vorremmo che il figlio autistico che abbiamo non esistesse, e al suo posto vorremmo un figlio diverso (non autistico).' Rileggete queste parole. Questo è ciò che noi sentiamo quando piangete per la nostra esistenza. Questo è ciò che sentiamo quando pregate per una terapia. Questo è ciò che sappiamo, quando ci parlate dei vostri più ardenti sogni e speranze per noi: che il vostro più grande desiderio è che un giorno cessiamo di esistere, e che dietro i nostri volti prendano posto degli estranei che voi possiate amare."

 

Nel libro citato, gli stessi ragazzi che riferivano queste reazioni da parte dei genitori, affermavano di essersi sentiti accettati in famiglia.

 

Su questo forum ogni tanto si legge di utenti che dicono qualcosa sulle righe di: "Ah, se la crudele predisposizione genetica non mi avesse fatto nascere gay, avrei preferito senz'altro essere etero, perché avrei avuto una vita più facile."

Riflettevo se questo ragionamento potesse applicarsi a me oppure no. Sebbene non possa negare di aver avuto inizialmente problemi ad accettarsi, sono giunto tempo fa alla conclusione che sono contento di essere gay, che essere gay mi ha reso una persona migliore rispetto a quando pensavo di essere etero, che la mia vita è più bella e interessante, che nel mio futuro non vorrei mai essere diverso...

 

Ma poi mi son reso conto che, come per la citazione di Sinclair, la domanda era stupida e assurda in partenza. Io sono gay, come posso immaginare di non esserlo? Quella persona etero che sostituirei nella mia vita non sarei io!

Per forza son più contento ora che so di essere gay e l'accetto: è perché lo sono.

 

Che ne pensate? Siete d'accordo oppure vorreste essere etero? :-D

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/27667-sullesistenza-del-me-etero/
Share on other sites

  • Replies 72
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • nowhere

    10

  • Demò

    8

  • Hinzelmann

    6

  • Rookie92

    6

Totalmente d'accordo: mai vorrei essere ciò che non sono ora, perchè come ben dici non sarei io ! Certo,vivrei più a mio agio in un mondo in cui tutti fossero gay ma mai mi verrebbe da pensare di desiderare di essere io quello da cambiare !

credo che gli unici a voler essere etero sono quelli che non hanno mai avuto a che fare con le ragazze (consiglio: lasciate perdere) o che non hanno capito che la vita è propria e non deve dipendere dal giudizio degli altri. non oso immaginare che razza di persone insipida sarei avendo seguito l'iter della fidanzatina adolescente e poi universitaria e poi fidanzato in casa e poi sposato e poi con figli e poi crisi e poi divorzio e poi straniera metà dei miei anni. brr!

le persone sono diverse: c'è che preferirebbe cambiare e chi preferisce essere come è.

 

perché la gente va in palestra ? perché le fa bene o per essere più figa ?

 

perché si fa la chirurgia estetica: per un vero bisogno come può essere ilcambiar sesso per un trans o per apparire meglio di quel che si è o perché non si accetta l'invecchiamento ?

 

chi vuol cambiare secondo me è perché non si è accettato fino in fondo per quel che è o perché vuole avere una situazione che crede migliore dell'attuale.

beh, io son ben felice di essere un gay *golden star*!

E sinceramente, visto che non ho mai avuto nè pulsioni nè cottarelle adolescenziali per le ragazze (pur avendone avute che mi correvano dietro), non mi sono nemmeno mai chiesto "come sarebbe stata una mia eventuale vita da etero".

 

Cmq, a propò di libri, di accettazione nella famiglia eccetera, ti consiglio anche un romanzo che sto finendo di leggere ora, Il caso Eddy Bellegueule (spero di averlo scritto corretamente, chè non ce l'ho sottomano)

 

 

Ma poi mi son reso conto che, come per la citazione di Sinclair, la domanda era stupida e assurda in partenza. Io sono gay, come posso immaginare di non esserlo? Quella persona etero che sostituirei nella mia vita non sarei io!

 

Concordo su questo. E' un fatto. E si possono fare tanti esempi simili.

 

Questo non significa che uno non voglia diventare eterosessuale, o che non consideri gli eterosessuali più fortunati.

Risposta stupida e banale: voglio essere ciò che sono, gli altri mi vorrebbero etero, mi son disperato certe volte perché sento che come sono non va bene alla mia famiglia, avevano i fantomatici progetti per me, volevano essere nonni e ste cazzate varie, io sono sempre stato gay, ma come dici te me ne sono accorto dopo, quindi il pensarsi etero non credo che cambi ciò che potevamo essere.

Al posto di dire che mi piacciono i maschietti direi mi piacciono le femminucce, in fin dei conti anche prima di realizzare quale fosse il mio orientamento sessuale ero uno scemo fancazzista mezzo ipocondriaco XD

whitetiger90

Sono tante le cose che a volte non vorrei essere, non vorrei essere timido, non vorrei essere grasso, non vorrei avere l'ansia per qualsiasi cosa, non vorrei sentirmi solo, e sì, qualche volta non vorrei essere gay. Però poi penso che ad essere sbagliato non sono io, io sono io, se il mondo non mi accetta per quello che sono è lui ad essere sbagliato. Io sono solo un giovane uomo alla ricerca della felicità, e lo sarei comunque, con gli stessi problemi, che io sia gay o meno. 

Sarò la voce fuori dal coro, ma avrei preferito essere etero.

E' un dato di fatto che esserlo presuppone il saltare a piedi pari determinate questioni con cui avrò perennemente a che fare (il coming out quotidiano ed eterno che mi aspetta e il dover valutare di pari passo se sia il caso di farlo in ambienti ad esempio lavorativo). Insomma, per come stanno le cose, dovrò sempre un minimo lottare perché la mia condizione sia manifesta e riconosciuta.

E' un dato di fatto che a livello meramente "quantitativo" che c'è più scelta fra gli uomini che fra le lesbiche.

Così come è un dato di fatto che sempre per la questione "quantitativa", è più facile incontrarne di ogni tipo ed in ogni luogo. Cosa che non posso dire per la mia  attuale categoria e per quello che ha da offrire il mondo lgbt in generale.

 

Dato che la vita è già complicata di suo per altri 10.000 fattori ed incognite (familiari, lavorativi, di realizzazione personale & co), l'essere omosessuale setta la difficoltà della vita su "difficile".

 

Ovvio, significa rimboccarsi le maniche, tener presenti quali sono gli ulteriori coefficenti da tener in considerazione in quanto lesbica per vivere la realtà circostante e andare avanti.

 

Ma di certo, avessi avuto scelta, non mi sarei andata a scegliere la strada in salita.

A meno di essere masochisti.

Edited by nowhere

Sì, dal nostro punto di vista di uomini gay auto-accettati la domanda 

ha una risposta tautologica e quindi quasi irrilevante:

"Sono gay perché se non fossi gay non sarei io"

 

Ma da un punto di vista critico, di chi vive male la propria omosessualità

il problema rimane concreto.

Se dicessi: "Vorrei non essere zoppo" penso che nessuno batterebbe ciglio,

nonostante qualcuno che vive bene la propria condizione potrebbe ribattere

"essere zoppo ti ha reso chi sei".

 

Riassumendo: la domanda è di per sé irrilevante, ma è il rimuginio di una

realtà migliore il fattore importante e pericoloso dietro la questione.

Sarò la voce fuori dal coro, ma avrei preferito essere etero.

E' un dato di fatto che esserlo presuppone il saltare a piedi pari determinate questioni con cui avrò perennemente a che fare (il coming out quotidiano ed eterno che mi aspetta e il dover valutare di pari passo se sia il caso di farlo in ambienti ad esempio lavorativo). Insomma, per come stanno le cose, dovrò sempre un minimo lottare perché la mia condizione sia manifesta e riconosciuta.

E' un dato di fatto che a livello meramente "quantitativo" che c'è più scelta fra gli uomini che fra le lesbiche.

Così come è un dato di fatto che sempre per la questione "quantitativa", è più facile incontrarne di ogni tipo ed in ogni luogo. Cosa che non posso dire per la mia  attuale categoria e per quello che ha da offrire il mondo lgbt in generale.

 

Dato che la vita è già complicata di suo per altri 10.000 fattori ed incognite (familiari, lavorativi, di realizzazione personale & co), l'essere omosessuale setta la difficoltà della vita su "difficile".

 

Ovvio, significa rimboccarsi le maniche, tener presenti quali sono gli ulteriori coefficenti da tener in considerazione in quanto lesbica per vivere la realtà circostante e andare avanti.

 

Ma di certo, avessi avuto scelta, non mi sarei andata a scegliere la strada in salita.

A meno di essere masochisti.

Che bel pensiero <3 quasi mi fai innamorare :)):

Beh, considerando che anche uno scarabeo stercorario se vuole sopravvivere deve finire per piacersi per quell'insetto mangiamerda che è,

e che c'è gente orgogliosa di appartenere a nazioni inutili, religioni rivoltanti, partiti stercorari, etc etc

 

io sono soddisfatto di essere gay, perchè è un ulteriore elemento che mi consente di prendere le distanze da quell'ambiente sociale che mi circonda,  avrebbe tanto voluto risucchiarmi con le sue diaboliche convenzioni e dal quale ho fatto in modo di prendere le distanze fin dal primo vagito

 

Detto questo la domanda che vi faccio io è:

 

tolta la questione dell'omofobia, che può spingere qualche debole di cuore a sognare la comodità e dire "o s'io non fossi mai nato gay"

 

Ritenete forse che vi sia un che di intrisecamente negativo nell'essere gay?

Edited by Demò

Ma difatti è una mera questione di "realtà migliore" e meramente utilitaristico, non un discorso di accettazione.

 

E' un fatto oggettivo che determinate situazioni comportino oggettivamente benefici maggiori rispetto ad un'altra.

 

Che poi potenzialmente determinati benefici si possono aggirare od ottenere anche dalle altre categorie (per buona volontà o più semplicemente sempre per la famosa botta di culo :asd:) ci sta come ragionamento.

Ma rimane il fatto che per altre categorie, queste difficoltà non sussistono.

 

@Rokiee92 eh, siamo assortiti male, è infattibile la cosa mi dispiace XD

 

@Demò no, non è una questione di situazione intrisecamente negativa, è una questione di situazione palesemente più difficile.

Non c'è alcuna connotazione etica positiva o negativa nelle problematiche che si presentano, perché possono essere più o meno affrontate.

Ma sono comunque problematiche.

 

@Demò no, non è una questione di situazione intrisecamente negativa, è una questione di situazione palesemente più difficile.

Non c'è alcuna connotazione etica positiva o negativa nelle problematiche che si presentano, perché possono essere più o meno affrontate.

Ma sono comunque problematiche.

Ma non è vero, c'è chi idealizza un'esistenza etero pensando che gli risolverebbe tutti i problemi

 

Che poi anche dire sarebbe più comodo può essere un riflesso di questa idea. Cazzo ce ne sono di cose che mi renderebbero la vita più comoda dell'essere etero!

 

Senza contare certi piagnistei sul vero amore i sentimenti e le bamboline da invitare a bere il tè che capita di leggere

Non risolve infatti tutti i problemi essere etero, semplicemente li semplifica e se ne hanno virtualmente di meno.

 

Visto che appunto:

 

 


 la vita è già complicata di suo per altri 10.000 fattori ed incognite (familiari, lavorativi, di realizzazione personale & co), l'essere omosessuale setta la difficoltà della vita su "difficile".

 

Fra l'essere a posto con il proprio orientamento e il dover a tutti i costi negare l'evidenza della realtà, ce passa un autotreno.

 

Essere coscienti di ciò che si è ed anche delle difficoltà a cui si va incontro, ci rende persone obiettive.

Fra l'essere a posto con il proprio orientamento e il dover a tutti i costi negare l'evidenza della realtà, ce passa un autotreno.

 

Essere coscienti di ciò che si è ed anche delle difficoltà a cui si va incontro, ci rende persone obiettive.

 

Ma guarda la tua è una frase molto equilibrata e condivisibile, ma non sono d'accordo. Non passo un solo istante a dirmi che la mia vita sarebbe migliore se fossi eterosessuale. 

Edited by Demò

Però mi sento di dire che nonostante tutte queste disquisizioni, ci sarà sempre il/la poveretto/a che rimpiange il fatto di essere gay/lesbica/ ecc... Il fulcro di tutto sarà sempre il senso di inadeguatezza di cui siamo succubi e che noi in prims non riusciamo ad abbattere.....

Ma guarda la tua è una frase molto equilibrata e condivisibile, ma non sono d'accordo. Non passo un solo istante a dirmi che la mia vita sarebbe migliore se fossi eterosessuale. 

E non stai male con te stesso a farti domande del genere?

 

[scusa se mi impiccio; quando faccio domadne del genere mi direi "fatti i c. tuoi" da solo..]

 

 


Il fulcro di tutto sarà sempre il senso di inadeguatezza di cui siamo succubi e che noi in prims non riusciamo ad abbattere.....

Ma guarda, almeno nel mio caso non mi sento assolutamente inadeguata. Più che altro non cambia la realtà dei fatti sentircisi o meno, la realtà è quella, pure se la vivi che ti sei iper accettato che se hai l'omofobia interiorizzata che te se magna vivo :asd:

Cioè io non carico di pensieri negativi la condizione, ripeto, guardo solo oggettivamente alle eventuali difficoltà.

Ma questo non significa che fuori di casa vivo la mia condizione in maniera inadeguata, dato che son più che dichiarata (a parte rare eccezioni).

Cioè son lesbica, oh, pace :asd: mi devo adeguare alle difficoltà manifeste.

AndrejMolov89

Più che altro la domanda giusta è: Se non fossi mai stato gay, allora nessuno potrebbe godere della "fortuna". Nel senso che noi aspiriamo ad essere in un determinato modo per goderne il fatto, ma questo implica che se fossimo come vorremo essere non ci sarebbe il godimento reale che deriverebbe dalla nostra percepita infamia. Mi spiego meglio non si può desiderare essere altro e automaticamente avere la pretesa di poterne godere come se fossimo noi di questa realtà a goderne, è illogico esoprattutto controproducente. Quello che si può fare è godere della nostra esistenza e migliorarla e fare un percorso tale che ci porti verso al miglioramento di noi stessi con la nostra storia, con i nostri errori, con le nostre pene. 
Io ci ragiono spesso perché ho sempre desiderato in cuor mio essere un'altra persona per godere di qualcosa che non ero io, pur essendo io, è come vestirsi con altri corpi, con altre storie nella vana speranza di trovare pace da un continuo senso di inadeguatezza, ma alla fine sono arrivato alla logica conclusione che è un desiderio vano, che in pratica stavo desiderando e bramando la mia vita, oppure peggio di rubare la vita altrui, quel che cercavo era la soddisfazione di un ego ipertrofico, questo prescinde dal discorso essere o meno eterosessuale, bisessuale o omosessuale.

E non stai male con te stesso a farti domande del genere?

 

[scusa se mi impiccio; quando faccio domadne del genere mi direi "fatti i c. tuoi" da solo..]

Ma guarda che hai frainteso completamente:)

Al massimo cercavo di separare i temi "vita dura" e "essere gay"

 

Sta di fatto che tutti vorrebbero essere quello che non sono. Ma se lo fossero, come potrebbero gioirne? Vorrebbero essere altro comunqueXD(stavi dicendo questo Greed vero?XD)

Edited by Demò
AndrejMolov89

Non propriamente questo. Se ci immaginiamo altre persone, in linea teorica immaginiamo una vita perfetta sin dall'inizio, ma se così fosse, se ci fosse la possibilità di farlo, in linea del tutto teorica le nostre frustrazioni riguardo noi stessi, i nostri desideri, non esisterebbero come tutte le emozioni e le speranze che ruotano ad esse, ne consegue che quell'ipotetica persona che vorremo essere in realtà non è "noi", cioè, di solito si desidera una vita perfetta con il sottointeso desiderio di godere lo stato di perfezione che si presume aver raggiunto, godimento che deriva ricordandosi come si era, ma di fatto queste fantasticherie non portano nulla, stiamo solo immaginando un'altra persona.
E' complicato da esprimere, faccio un esempio. 
Supponiamo che esistano due universi A e B, in uno sono gay e nell'altro sono etero. Io desidero essere etero, la semplicità, magari l'opportunità di costruire qualcosa socialmente accettato rende l'idea di essere etero mi alletta e m'immagino soprattutto godere dell'essere etero con tutto ciò che mi aveva fatto soffrire dell'essere gay, di fatto immagino l'Andrea eterosessuale dell'universo B, con la coscienza dell'Andrea dell'universo A. Posto in questi termini però semmai ci si soffermasse su questo aspetto, l'idea è illogica dalle premesse, se io desidero essere l'andrea dell'universo B, in linea teorica desidero essere quell'andrea che è una persona radicalmente diversa da me sia nelle memorie, che nei desideri che nelle frustrazioni, di fatto non potrei godere se un ipotetico genio mi dicesse ora diventerai l'Andrea dell'universo B, mentre l'Andrea dell'universo B diventerà te, in sostanza non cambierebbe nulla. 

Beh è un capzioso argomento da Gesuita questoXDXDXD poco male adoro quei risoluti delinquenti della compagnia di sant'IgnazioXD

 

Però non rincuora chi dice che a parità di condizioni un etero è più felice in quanto etero:questa secondo me è una gran cazzata. 

Beh è un capzioso argomento da Gesuita questoXDXDXD poco male adoro quei risoluti delinquenti della compagnia di sant'IgnazioXD

 

Però non rincuora chi dice che a parità di condizioni un etero è più felice in quanto etero:questa secondo me è una gran cazzata.

 

lo dicono solo perché godono a sentirsi vittime
AndrejMolov89

Io non ho assolutamente detto che se si è etero si è più felici, stavo solo illustrando che desiderare essere altro, semplicemente è un desiderio che porta solo inutile frustrazione, inutile e controproducente, quando bisognerebbe lavorare sul migliorare il nostro atteggiamento verso noi stessi :D

Io non ho assolutamente detto che se si è etero si è più felici, stavo solo illustrando che desiderare essere altro, semplicemente è un desiderio che porta solo inutile frustrazione, inutile e controproducente, quando bisognerebbe lavorare sul migliorare il nostro atteggiamento verso noi stessi :D

quoto in pieno! Basta pippe mentali, cominciamo a muovere il culo e sforziamoci ad essere un noi stesso migliore

Beh è un capzioso argomento da Gesuita questoXDXDXD poco male adoro quei risoluti delinquenti della compagnia di sant'IgnazioXD

 

Però non rincuora chi dice che a parità di condizioni un etero è più felice in quanto etero:questa secondo me è una gran cazzata.

 

Totalmente d'accordo con te.Son ben altre le cose che mi migliorerebbero la vita ,non certo l'essere etero.Tolta l'apparenza resta l'essenza,con quella dobbiamo fare i conti,non certo con la sessualità.

 

Amo la mia vita,mi voglio bene e se qualcuno mi incupisce che se ne vada a fanc...!!

Ho fratelli etero e li trovo meno sereni e risolti di me anche se hanno quello che io ancora non ho.

Ho quarant'anni ma sono vivo,ho sogni ,ideali,progetti...come tutti i dannati etero di sto mondo.Magari avrò più problemi a realizzarli,ma quando ci riuscirò saprò aprezzare forse meglio quello che ho conquistato.Non sarà la mia omosessualità a frenarmi,MAI USERÒ QUESTO ALIBI PER I MIEI FALLIMENTI.Nella vita ci vuole costanza,pazienza e tanta tanta ironia,di esser gay son ben felice.

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...