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Sull'esistenza del me etero


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Per esempio, io sono cresciuto con una comunità di riferimento cattolica ed ero molto bigotto. Scoprirmi gay mi ha costretto a cercare riferimento in un'altra comunità e ad aprire i miei orizzonti.

 

ogni persona ha delle caratteristiche intrinseche sue (come l'essere gay) e delle caratteristiche culturali, apprese durante la sua esistenza.

 

le caratteristiche intrinseche per principio non le si possono cambiare. quelle culturali le si possono cambiare ma a volte presuppone il rinnegare la propria storia ed educazione appresa ed è pure impossibile da fare talvolta o molto difficile o faticoso.

 

l'essere gay talvolta comporta il perdere amici, familiari, il dover rendersi conto che il vivere la propria omosessualità è in contrasto con quel che la religione ci raccontava e col modello culturale etero che domina la società.

 

 

alla fine sarebbe più semplice diventare adulti se si è etero ma non tutti sono etero e chi non lo è per me ha obiettivamente più difficoltà a crearsi un suo mondo in cui ci si sente bene a proprio agio.

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Per me essere gay non ha significato perdere amici ma trovarne, per esempio. Seriamente, quando fate queste considerazioni cercate di applicarle alla vostra vita.

Il fatto che per voi l'omosessualità sia questa cosa qui, una sfiga, un ostacolo, una serie di difficoltà inutili, e che chiunque la pensi diversamente è o un'ipocrita o un illuso mi fa veramente preoccupare del messaggio che arriva agli etero.

 

@Fe92

Non condivido ma la chiudo qua perché ci porterebbe OT.

Ossia un padre di famiglia con uno stipendio di 1.500 sarà comunque felice di quello che la vita gli da(amore della moglie, figli, amici, piccole vacanze, piaceri come partite di pallone, ecc,). Dunque mi scuso ma il cell fa casino e non riesco aquotare adeguatamente questa frase insieme ingenua e raccapricciante de ilromantico. Sta storia del padre di famiglia che vive una vita modesta ma felice é invero assai leziosa e sciocchina. Ma soprattutto é l'idealizzata fantasia de ilromantico e, con i dovuti cambiamenti, di nowhere ee gli altri.Inutile dire che se questa fosse stata l'esistenza loro destinata avrebbero finito per sognare la ricchezza...inutile dire che anche una vita gay conosce di questi "piccoli piaceri", inutile dire che avete tirato fuori voi l'idea che qualcuno abbia sostenuto che un'esistenza gay debba essere superiore a questa etero-normalitá......ma in fin dei conti, cosa state dicendo? Che la vostra vita fa piú schifo di quella dei vostri conoscenti etero(ne dubito e salvo disgrazie ben maggiori, homo faber fortunae suae) o che l'idealizzata(in negativo) vita gay é peggiore dell'idealizzata(inpositivo) vita etero?

Edited by Demò

@Loup-garou

 

per alcuni essere gay comporta perdere degli amici, per altri gay no. non è per tutti uguale e non dipende solo da se stessi ma anche faglia mici che si hanno o avevano.

 

stessa cosa per i famigliari: alcuni reagiscono bene, altri male. non si può generalizzare sulle reazioni che si avranno.

Edited by marco7

 

 


Quando dici "Vorrei essere ricca" quello che ti immagini cambi non sei tu, sono le circostanze intorno a te. Tu domani potresti vincere la lotteria e ciò che sarebbe cambiata non è nowhere la persona. Tu già prima di vincere volevi essere ricca. Non è altro che la soddisfazione di un tuo desiderio.

Quando tu dici "Vorrei essere etero" invece non stai dicendo "Vorrei stare con un uomo". Questo lo potresti avere, ma non è quello che vuoi. Tu stai dicendo "Vorrei volere qualcosa che non voglio". È chiaro perché questo è un desiderio autodistruttivo?
In un caso stai sperando che quello che desideri si avveri. Nell'altro stai sperando di distruggere la tua persona, che desidera qualcosa, e di sostituirla con un'altra che desideri quello che gli altri desiderano.

 

...Ma io non trovo differenza.

Cioè le probabilità che vinta la lotteria son pari alla probabilità che io possa svegliarmi bisessuale o con un paio di ali.

Per questo non capisco il discorso dell'autodistruttività, cioè, è solo un ragionamento per assurdo il mio.

Ho fatto presente che ci sono dei vantaggi palesi nell'essere etero, vantaggi puramente statistici e materialisti, senza tirar in ballo eventuali considerazioni filosofiche.

Perché quelle si potrebbero tirar fuori anche qualora diventassi immensamente ricca e ipotizzerei in che modo impiegare i miei soldi, o anche cosa significherebbe avere un paio d'ali e non dover prendere i mezzi pubblici per spostarmi :asd:

Insomma, spero di essermi spiegata.

 

 

 


Non ti devono andare bene le cose così come sono, ma infatti lottare per cambiarle è già l'antitesi di accettarle. Ma ciò che mi preme non è nemmeno la lotta politica o sociale, è che prima di tutto esista, all'interno dell'individuo, un moto di ribellione verso l'aggressione esterna. Non un moto di autocancellazione.
Perché se ti ribelli politicamente ma poi rivendichi la giustezza del tuo voler essere etero esiste una contraddizione. Non solo a livello personale, ma anche di messaggio esterno. Perché io non voglio che il messaggio che arrivi sia "Dovete accettarci perché non potete liberarvi di noi. Se fosse possibile io sarei il primo a volermi liberare di me stesso."

 

...E su questo siamo d'accordo, difatti il motivo per cui quando si è iniziato il giochino del "vorresti essere etero", ho solo citato convenienze utilitaristiche e non mi son mai sognata di dire che non dovrei esistere a prescindere in quanto lesbica perché ritengo l'essere etero una condizione di superiorità.

Cioè come dire, se gli stessi vantaggi utilitaristici li avessi anche come lesbica, non me ne sarei uscita fuori con 'sto discorso.

Insomma, fossero le lesbiche in pari quantità delle etero e facilmente riconoscibili e non dovessi campà a dimostrare quotidianamente il mio orientamento sessuale, direi tranquillamente "vabbè, ma tanto è uguale, quindi me ne resto tranquillamente lesbica."

Però si, capisco l'eventuale pericolosità di una frase come: "Dovete accettarci perché non potete liberarvi di noi. Se fosse possibile io sarei il primo a volermi liberare di me stesso." Ma appunto, quella è una frase figlia di chi si sente inferiore ad un etero sotto un profilo più personale.

Ma non è il mio caso né tanto meno vorrei che dalle mie parole venisse estrapolato un messaggio del genere.

Così come non mi piace sentire l'esatto opposto, cioè che una vita omosessuale è migliore di una etero.

Lo ritengo egualmente dannoso

 

 

 


E l'esistenza dei problemi è irrilevante ai fini di questa discussione. Non sto dicendo che i problemi non esistono, ma che la risposta "Vorrei essere etero" è malsana e autodistruttiva.

Non ho manco mai detto che la soluzione di tutti i problemi risiede nell'essere etero perché, appunto, la vita è complessa e fatta di altre mille sfaccettature.

Ho detto che per noi è più difficile, non impossibile.

Ma non significa che uno non si debba rimboccare le maniche e andare avanti.

Potete girarci intorno quanto volete...ma lo sapete benissimo

che guardarsi allo specchio sognando di essere ricchi potenti

belli...edi incidentalmente eterosessuali è tipico della adolescenza

 

Sì, se uno si ferma a pensarci è proprio una cosa adolescenziale :D

Sapere che da gay "vado bene" alle persone, ecco, questo mi avrebbe tranquillizzato (perché era il timore di "non andar bene agli altri" che mi faceva stare malissimo). Soprattutto se cresci circondato da persone per le quali anche, che ne so, la possibilità di una separazione o di un divorzio è vista come una disgrazia paragonabile alla morte di un congiunto...o se a 27 anni non ti stai impegnando per il mutuo della casetta dove andrai a metter su famiglia sei uno spiantato, o comunque un naive...

Edited by schopy

A me piacerebbe avere una bacchetta magica

e trasformare in eterosessuali gay e lesbiche che vorrebbe essere diversi.

Mi immagino che il gay affranto perché gli altri gay vogliono solo scopare

diventerà un etero affranto che dice che le donne sono tutte troie.

:)

 

Se io proprio mi devo immaginare eterosessuale

(cosa che non faccio neanche per pura fantasia

a differenza di sognare di poter viaggiare nel tempo)

mi dovrò per forza immaginare nella stessa mia situazione attuale.

 

- Il mio ragazzo sarebbe una ragazza e probabilmente nel 2014 saremmo già sposati.

- Avrei fatto sesso con molti meno partner

- Invece di discutere di "coppia aperta" sul gay-forum, l'avrei fatto su poliamore.org

- Invece di militare nell'associazionismo LGBTI avrei militato in un'associazione atea e/o antirazzista

 

Fortunatamente conosco una coppia di gemelli monozigoti uno gay e l'altro etero

e posso constatare con un certo margine di certezza le differenze

che nel loro caso sono che il primo è il tesoriere della nostra associazione

mentre il secondo si dedica ai temi LGBTI quasi solo in occasione del Gay Pride.

 

A differenza di @Loup-garou non credo (ma non posso saperlo davvero)

che la mia omosessualità abbia aperto i miei orizzonti intellettuali

portandomi a conoscere realtà meno rigide di quella dell'oratorio,

anzi le mie compagnie etero sono più progressiste delle mie compagnie gay.

 

 


A differenza di @Loup-garou non credo (ma non posso saperlo davvero)
che la mia omosessualità abbia aperto i miei orizzonti intellettuali

 

Beh siete due tipi di persone abbastanza diverse ( come temperamento

carattere ed esperienze )

 

Però comparabili, capaci di dialogare fra voi e volendo consigliarvi

proprio per questa diversità

 

Io presumo sempre ( e questa è una presunzione lo dichiaro proprio )

che le persone che si scoprono tardi, sono persone che si proteggono

e quindi - in generale- sanno proteggersi, è una qualità che possiedono

 

Questo non significa affatto essere vigliacchi o prudenti...è qualcosa 

che costituisce una risorsa positiva della persona.

 

E' difficile distinguere, per ovvie ragioni, quella piccola parte di auto-distruttività

che compete all'adolescenza ( e che è propria dell'età ) dall'odio di sé che può

essere attribuito al fatto di far parte di una minoranza ( e che è proprio dell'omosessualità )

 

Noi sappiamo che sono esistiti omosessuali che si sono odiati tutta la vita, quindi non

possiamo dire che @Loup Garou segnali qualcosa di inesatto, è una possibilità che

esiste

 

Però esiste una fatica della crescita ed una fatica della crescita omosessuale, fatiche che

possono essere risolte entro i 30 anni ( la butto lì come età, dipende da tanti fattori )

 

Inutile dire che sono due aspetti innervati l'uno sull'altro, che delineano anche due approcci

allo stesso problema: il primo più razionale, il secondo più emotivo ; il primo più astratto il

secondo più empirico

 

 


In pratica mi stai dicendo che c'è gente che la vede in modo diverso... duh! Se non fosse così non sentirei il bisogno di parlarne e confrontarmi, no?

 

No, ti sto dicendo che incitare ad all'attivismo e ad una visione costruttiva

è inutile e che stai perdendo la soggettività del tuo ragionamento.

@marco7

Bene, detto questo però non hai detto niente. Nel caso non si fosse capito io non sto cercando di universalizzare la mia esperienza. Il mio discorso non era rivolto a indicare la risposta giusta alla domanda "Vorrei essere etero?" ma era rivolta ad aggredire direttamente la legittimità della domanda.

Casomai, se proprio volete provare a rispondere, vi invitavo a dare una risposta personale, riferita a voi e la vostra vita, che è senz'altro più significativa rispetto a discorsi su quello che avviene per molti o tutti i gay.

 

@nowhere

Mi sembrava che la mia distinzione fosse chiara. In un caso vuoi qualcosa, nell'altro vuoi volere qualcosa.

Vogliamo semplificare? In un caso quello che vuoi riguarda ciò che vorresti avere (molti soldi), nell'altro ciò che vorresti essere (una persona con gusti e desideri diversi). Ciò che hai non ti definisce come ciò che sei.

 

Faccio un esempio che spero non suonerà offensivo. Hai presente il libro Brave New World, dove l'umanità è divisa in caste di diversi livelli di intelligenza?

A un certo punto del libro un Alfa spiega che gli Epsilon sono i veri fortunati perché a causa della loro intelligenza limitata si accontentano di poco e quindi sono più felici.

 

Con questo non voglio paragonare l'eterosessualità alla deficienza mentale ovviamente. Era per fare un esempio di "Volere voler qualcosa" invece di "Voler qualcosa".

 

"Vorrei essere ricco" può essere anche una spinta costruttiva e positiva: può per esempio fornirti ambizione lavorativa.

"Vorrei essere etero" invece ha solo implicazioni autodistruttive. Non perché essere etero sia una condizione inferiore, ma perché estranea al tuo essere, non riguarda te.

 

@dreamer

Tu mi hai detto solo che altri la vivono e pensano in un altro modo. Questo non vuol dire che io non abbia ragione.

Anche perché la mia tesi non è "La mia posizione è l'unica", la mia posizione è "La posizione opposta è autodistruttiva per il Sé e dannosa per la Comunità".

 

@Hinzelmann/Almadel

È vero, io e Almadel siamo persone molto diverse, ma io l'ho sempre considerato come un esempio positivo per me. Una di quelle figure "fuori dall'oratorio" che mi ha aiutato a crescere. XXD

Nel caso non si fosse capito io non sto cercando di universalizzare la mia esperienza.

 

infatti io non l'avevo capito. avevo proprio capito il contrario, che tu prendevi te stesso come esempio universale, molte persone lo fanno e non sarebbe così strano.

 

personalmente non vorrei essere etero semplicemente perché sono quel che sono col mio passato e stravolgermi ora la vita non mi va sia se si tratta di diventare etero che di cambiare marito o smettere di essere vegetariano o altro.

Edited by marco7

Far parte di una minoranza dà indubbiamente più problemi, ma credo che alla fine dipenda dal carattere che hai..

Se sei una persona decisa e sicura, avrai pochi problemi, se di tuo sei insicuro, avrai tanti problemi..

Essere gay non è di per sé un grande limite, solamente facciamo parte di una minoranza, con tutti i problemi

delle minoranze.. Personalmente le persone più che belle che ho conosciuto erano ragazzi etero o ragazze, ma è

solo un puro caso..

io, donna, potrei capire immaginare cosa sarebbe stata la mia vita se fossi nata uomo, tutt'al più, non etero.

un modo per dire che nell'amare una donna ci vedo - più che una semplice predisposizione genetica - qualcosa di inevitabile, come un destino: ne va, credo infatti, della mia stessa vita.

non tenerne conto, anche soltanto immaginare di potere non tenerne conto, non soltanto mi è impossibile: mi è del tutto indifferente.

condivido, perciò, il pensiero di LoupGarou.

ammesso anche, poi, fosse possibile, e premesso che la consapevolezza della mia attrazione erotica nei confronti di un essere umano del mio stesso sesso è un dato di fatto che, sin da quando ne ho memoria, non mi ha mai negativamente turbata - l'ho sin dal principio avvertita come una differenza che, lungi dal privarmi di certe cose, mi distingueva, piuttosto, significandomi pienamente - non vedo quale vantaggio potrebbe tornarmi dal desiderare e amare un uomo (esperienza che, del resto, per un certo tempo mi è anche accaduto di sentire e di vivere).

ovvio, il nostro non è certo un paese per omosessuali: va detto pure, però, che il fatto di non potersi sposare e di non poter mettere al mondo o crescere dei figli non ha impedito e non impedisce, oggi come oggi, qui dove siamo, a chiunque tra noi di amare, e di amare anche alla luce del sole.

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