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Cosa pensate dell'origine dell'omosessualità?


Fergus

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 Nel mio caso sicuramente c'è una componente psicologica molto forte. Infatti il mio è proprio il caso di madre oppressiva e padre assente. Sono un esempio da manuale.

 

E' che non puoi sapere se saresti stato gay o meno se i tuoi genitori si fossero comportati in modo diverso. Basandoti solo sulla tua vita.

Anche perché la mente umana tende a trovare correlazioni dove non ce ne sono (e qui è davvero argomento per psicologi)

Poi vabbè, la storia dell'ambiente familiare è smentita da studi.

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Il bello è che qui la gente pone le proprie teorie e ideali con la convinzione di aver ragione senza dar prove veritiere di ciò che si dice.

Oggi, nel 2014, non c'è nessuno studio PROVATO che dimostri veramente se l'orientamento sessuale sia innato, e non si parla soltanto di "L'omosessualità è innata?" ma si parla di tutti gli orientamenti sessuali, quindi anche quello etero.

E per quel che mi riguarda non ci sarà mai nessuno studio che proverà che l'orientamento sessuale sia innato.

 

Per qualunque persona etero o gay consapevole di sé, la quale sia un minimo intelligente, è scontato che l'orientamento sessuale sia una caratteristica innata, piuttosto che appresa o scelta.

Un eventuale studio futuro potrà soltanto portare alla luce in maniera precisa le cause di tale condizione, ad esempio la presenza di uno o piu geni, piuttosto che dei fattori ormonali.

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Se penso ad alcuni omosessuali effeminati, mi risulta davvero impossibile credere che siano così per 'un comportamento appreso'.

 

Piuttosto penso che siano nati così, e ciò si vede dal loro modo di fare, dal modo di parlare ecc..

 

questo ovviamente non è che un esempio,  che può valere, anche se tutti voi sapete che il binomio omosessualità = effeminatezza è un mito da sfatare. In alcuni casi però credo che l'effeminatezza possa aiutare a comprendere la radice innata dell'omosessualità, come caratteristica naturale dell'uomo. 

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Io non mi sono mai posto più di tanto il problema, né ho mai preso una posizione ferma in tal senso, ma credo che come altri caratteri, la sessualità dipenda da componenti diverse: predisposizione genetica e fattore ambientale (di certo non madre oppressiva e padre assente). Non mi faccio ipotesi circa il potenziale di ciascuna delle componenti, né della loro natura.

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gli psicologi dicono che le cause dell'orientamento sessuale sono multiple : interagiscono fattori ambientali e genetici.

tuttavia non si può parlare di ''deviazione''...

se l'attrazione sessuale infatti si sposta verso un individuo consenziente, l'attrazione è normale.

 

In tutti gli altri casi, se l'oggetto sessuale è inanimato (un abito, un cadavere) oppure non consenziente (un bambino, un animale), si parla di PARAFILIA.

cioè di una deviazione sessuale.

che va risolta ovviamente se è pericolosa, come nel caso della pedofilia.

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se l'attrazione sessuale infatti si sposta verso un individuo consenziente, l'attrazione è normale.
In tutti gli altri casi, se l'oggetto sessuale è inanimato (un abito, un cadavere) oppure non consenziente (un bambino, un animale), si parla di PARAFILIA.

 

Questo però non lo capisco:

perché dovrebbere essere normale solo l'attrazione sessuale verso un oggetto consenziente e vicevera perché essere anormale quella verso un oggetto dissenziente o indifferente?

Se uno è attratto da una donna che lo rifiuta, l'attrazione è anormale?

Eppure questo tipo d'attrazione è probabilmente la più diffusa e quindi la più "normale"!

Se invece uno è attratto dalla propria cacagna o cavalla od altro, e questa si mostra "consenziente" perché comunque ne trae a suo modo piacere, se non altro perché obbedisce al padrone senza trarne dolore, anzi......, allora l'attrazione sessuale è normale?

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Secondo te l'omosessualità è come essere un ladro

e secondo me è come essere mancino...

 

Come fai a pensare di avere ragione tu?

Lol mi stai mettendo discorsi che non ho fatto e fai paragoni poveri. Io ho solo dato uno spunto non ho scritto che è cosí.

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@Kobol, io non penso che tu abbia torto.

 

Forse si diventa gay come si diventa tifosi del Milan

o forse si nasce gay come si nasce biondi.

 

Nessuno ancora sa la risposta.

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Ineffetti, che uno nasca incline all'omoerotismo, che lo diventi per cause esterne alla sua volontà deliberata o infine che scelga l'omoerotismo per suo gusto personale, qual è il problema?

Se si tratta solo del pericolo d'estinzione dell'umanità, stiano pur certi quelli che lo paventano:

sappiamo fare il nostro dovere riproduttivo, se sia necessario per il bene della "patria", come abbiamo fatto tante volte nei millenni per assicurare continuità di tradizioni familiari,  trasmissioni legittime di patrimoni o anche solo per dare nipotini ai nostri genitori!

 

Si potrebbe fare questo patto:

cessazione completa d'ogni omofobia fattuale e dottrinale in cambio dell'impegno, per chi voglia godere dell’omoerotismo, a fecondare almeno una donna nella sua vita qualora la popolazione della regione in cui vive diminuisca di numero sotto un certo livello stabilito ad arbitrio degli etero ;-)

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@Olimpo

@Mario1944

 

la parola normale viene usata solitamente da casalinghe frustrate.

 

nelle scienze normale indica al massimo la distribuzione normale di gauss

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_normale

 

di solito in biologia si parla di diverse varianti: variante capelli biondi, rossi, marroni,....

 

variante frocia, etero o altro.

 

mai sentito dire un biologo o un veterinario che quella pecora o quell'elefante non è normale.

 

neppure un astrofisico non ha mai detto che quella stella non è normale.

 

nelle scienze si osserva la natura e tutto quel che c'è in natura è normale e un scienziato non contesterà mai la natura e non dirà mai che la legge gravitazionale non è normale.

 

il normale riguarda solo la nostra percezione soggettiva delle cose che troviamo ok e che definiamo eventualmente normale e quel che non ci va anormale.

Edited by marco7
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Questo però non lo capisco:

perché dovrebbere essere normale solo l'attrazione sessuale verso un oggetto consenziente e vicevera perché essere anormale quella verso un oggetto dissenziente o indifferente?

Se uno è attratto da una donna che lo rifiuta, l'attrazione è anormale?

Eppure questo tipo d'attrazione è probabilmente la più diffusa e quindi la più "normale"!

Se invece uno è attratto dalla propria cacagna o cavalla od altro, e questa si mostra "consenziente" perché comunque ne trae a suo modo piacere, se non altro perché obbedisce al padrone senza trarne dolore, anzi......, allora l'attrazione sessuale è normale?

La donna può essere consenziente perché può scegliere, quindi più che altro sarebbe meglio dire ''l'attrazione verso un individuo che potrebbe essere consenziente è normale''.

Questo non si verifica nell'esempio dell'animale.

Edited by Olimpo
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AndrejMolov89

State facendo un po' un parapiglia inutile.
Prima cosa la distinzione tra orientamento e comportamento deve essere data. Il comportamento sessuale è ciò che si vede ed osserva, e dovrebbe derivare dall'orientamento sessuale. Gli animali sono di fatto una palestra per poter verificare alcune ipotesi. 

L'orientamento sessuale non è un gusto, non è qualcosa che si educa come la maggior parte dei gusti, bisogna prenderla come caratteristica prescrittiva del soggetto. Ci sono una serie di argomenti che si possono utilizzare per suffragare ciò: le percentuali di questa caratteristica (insieme alla bisessualità) sono più o meno costanti ovunque, non c'è una pressione culturale per l'orientamento omosessuali (anzi l'inverso, per non essere omosessuali). Se fosse un gusto, una scelta, o se fossimo tutti bisessuali, ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali cosa che penso non sia accaduta. Altra questione nelle specie più vicine al di là della variabilità intraspecifica, ci sono più o meno delle percentuali fisse di questo orientameto che si esprime in comportamento esclusivo. 
L'origine dell'orientamento sessuale è di fatto un problema scientifico e nella fatispecie biologico, il come viene plasmato dalla cultura non è problema biologico ma sociologico. Attualmente si pensa ad una predisposizione genetica, emergente nel contesto ambientale, ovvero è un fenotipo. Questo si accorda al fatto che nei fratelli gemelli omozigoti ci possano essere delle differenze sostanziali nelle percentuali. 

L'origine dell'orientamento sessuale, comunque, non è qualcosa che ci salva dalla discriminazione, ma dalla razionalizzazione della stessa in termini scientifici, di fatto anche gli ebrei erano innatamente ebrei, però questo non li ha salvati da essere ammazzati nei lager. 

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@greed89 : giustissimo quello che scrivi.

 

ma non hai accennato all'ipotetico fattore 'ormonale', che sembra andare di moda ultimamente.

alcuni credono infatti che l'omosessualità possa essere legata ad una modificazione ormonale avvenuta durante il feto.

 

Io non ci credo, ho solo riportato una teoria, giusto per ricordare che quando si parla di ''omosessualità innata'' non per forza ci si riferisce ad un fattore genetico, ma ci si potrebbe anche riferire ad un fattore ormonale.

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La donna può essere consenziente perché può scegliere, quindi più che altro sarebbe meglio dire ''l'attrazione verso un individuo che potrebbe essere consenziente è normale''.

 

Sì, va bene, ma non capisco perché la normalità d'un comportamento sia fatta discendere dal consenso di chi in qualche modo ne sia oggetto e l'anormalità dall'assenza del consenso o addirittura dal dissenso, quando l'oggetto possa darlo.

 

 

 

 


Se fosse un gusto, una scelta, o se fossimo tutti bisessuali, ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali cosa che penso non sia accaduta.

 

Parrebbe che in certi luoghi e contesti la cosa (cioè l'aumento delle percentuali degli omosessuali) invece sia accaduta:

oltre alla solita Grecia arcaica e classica, dove l'omoerotismo non solo non era represso ma addirittura incoraggiato, anche in civiltà omofobe v'erano contesti ristretti dove l'omosessualità era ampiamente praticata:

gli ordini monastici cavallereschi (e non solo quelli cavallereschi....) ad esempio.

Non è un caso che una delle accuse contro i Templari portate da Filippo IV di Francia fosse la sodomia:

facciamo pure la tara per l'opportunità della calunnia nel distruggere un nemico, ma è difficile che fossero accuse inconsistenti.

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Prima cosa la distinzione tra orientamento e comportamento deve essere data. Il comportamento sessuale è ciò che si vede ed osserva, e dovrebbe derivare dall'orientamento sessuale.

 

Già l'uso (a mio avviso corretto) di una forma condizionale ci invita a riflettere sulla possibilità che non tutti i comportamenti sessuali aderiscano in modo congruo ad un orientamento. Mi si dirà che il comportamento sessuale è materia di studio dell'etologo, e l'orientamento sessuale importa al biologo: concesso che le cose stiano così, siamo certi che la nozione di "orientamento" sessuale non debba applicarsi solo alla nostra specie o abbiamo "prove" di società animali con individui a comportamento prevalentemente omosessuale?

Chiedo perché forse se ne sarà già parlato, ma non ricordo...

 

 

Sì, va bene, ma non capisco perché la normalità d'un comportamento sia fatta discendere dal consenso di chi in qualche modo ne sia oggetto e l'anormalità dall'assenza del consenso o addirittura dal dissenso, quando l'oggetto possa darlo.

 

Perché sennò, se siamo intellettualmente onesti, ci tocca affermare che anche la pedofilia è un comportamento normale...e penso che davvero in pochi sarebbero disposti a concederlo. La tua precisazione "quando l'oggetto possa dare (il consenso)" in effetti stempera questa possibilità, presumendo che un minore non detenga la facoltà di dare il proprio consenso ad un attività sessuale (che abbia meno di 18/meno di 16/meno di 14 anni a seconda della circostanza e della legislazione).

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AndrejMolov89

Sì, va bene, ma non capisco perché la normalità d'un comportamento sia fatta discendere dal consenso di chi in qualche modo ne sia oggetto e l'anormalità dall'assenza del consenso o addirittura dal dissenso, quando l'oggetto possa darlo.

 

 

 

 

 

Parrebbe che in certi luoghi e contesti la cosa (cioè l'aumento delle percentuali degli omosessuali) invece sia accaduta:

oltre alla solita Grecia arcaica e classica, dove l'omoerotismo non solo non era represso ma addirittura incoraggiato, anche in civiltà omofobe v'erano contesti ristretti dove l'omosessualità era ampiamente praticata:

gli ordini monastici cavallereschi (e non solo quelli cavallereschi....) ad esempio.

Non è un caso che una delle accuse contro i Templari portate da Filippo IV di Francia fosse la sodomia:

facciamo pure la tara per l'opportunità della calunnia nel distruggere un nemico, ma è difficile che fossero accuse inconsistenti.

Calma. Ci deve essere una distinzione tra orientamento e comportamento. Quello che possiamo desumere dai dati storici è un mero dato comportamentale. Se tu metti due leoni nella stessa gabbia possono mostrare un comportamento omosessuale per assenza di patner del sesso opposto, infatti anche nelle carceri sono documentate pratiche omosessuali. Considera che anche omosessuali hanno comportamenti eterosessuali e ce ne sono a fiotte di persone del genere. La documentazione storica sfortunatamente non è quantitativa se non negli ultimi cento anni, dubito che al tempo degli antichi greci ci fosse la nozione scientifica di orientamento sessuale. Anche durante il nazismo l'accusa di omosessualità era un modo per delegittimare qualcuno, si colpisce la morale sessuale del tuo avversario per screditarlo.

Per @schopy sì ci sono specie in cui esiste lo spettro degli orientamenti sessuali così come lo conosciamo. I bonobo ad esempio sono bisessuali al 100%, mentre alcune specie di uccelli monogame addirittura si portano un patner dello stesso sesso a vita. 

Sono dell'idea che l'origine dell'omosessualità sia una questione scientifica di mera curiosità, pone molte domande a livello evolutivo, e quindi capire il vantaggio della predisposizione, permetterebbe solo di risolvere un problema scientifico. Di fatto, a mio dire, l'idea di innatismo dell'omosessualità, pur essendo qualcosa di dato per scontato tra di noi, tranne per i più cretini, non a livello pratico la risposta definitiva contro gli omofobi, perché di fatto la discriminazione e gli atteggiamenti violenti sono comportamenti irrazionali, solo in un dibattito pubblico civile questo fatto può essere un argomento determinante, il problema sostanziale è che ci sono gli IDIOTI che devono credere a ciò che vogliono loro, rendendo di fatto anche in questa sede uno scontro tra muri. La battaglia la si dovrebbe porta sul piano liberale, nel senso che l'orientamento e la sua relativa espressione è un fatto individuale indifferente nella morale laica che ha ben diritto di esprimersi e avere tutele.

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@ Shoopy,

la precisazione sul poterlo dare era riferita al dissenso dell'oggetto del comportamento, non al consenso.

 

La questione comunque non è se sia lecito essere attratti sessualmente da chi non possa acconsentire perché inanimato o incapace naturalmente (specie diverse dalla nostra) o temporaneamente (persone dementi o infanti).

 

La questione è se da questa mancanza di consenso o incapacità di darlo discenda l'anormalità del comportamento e viceversa dalla presenza di consenso o dalla capacità di darlo discenda la normalità del comportamento:

ovviamente uno può ben pensarla così, ma forse dovrebbe esaminare bene le conseguenze di tale pensiero.

Ad esempio essere attratti sessualmente dal proprio genitore o dal proprio figlio dovrebbe essere normale (indipendentemente dal fatto che sia eticamente o giuridicamente lecito), se rispettivamente il genitore od il figlio consentono, anormale se dissentono.

Però a me proprio normale (nel senso che sia la norma) non sembra.....

 

E così dovrebbe essere anormale essere attratti sessualmente da un bell'uomo o da una bella donna che dissentano o che semplicemente non consentano perché addirittura ignorino la faccenda.

A me non sembra che un'attrazione, sessuale o no, possa essere definita anormale solamente perchè manchi il consenso e normale perché ci sia consenso!

 

Calma. Ci deve essere una distinzione tra orientamento e comportamento. Quello che possiamo desumere dai dati storici è un mero dato comportamentale. Se tu metti due leoni nella stessa gabbia possono mostrare un comportamento omosessuale per assenza di patner del sesso opposto, infatti anche nelle carceri sono documentate pratiche omosessuali. Considera che anche omosessuali hanno comportamenti eterosessuali e ce ne sono a fiotte di persone del genere. La documentazione storica sfortunatamente non è quantitativa se non negli ultimi cento anni, dubito che al tempo degli antichi greci ci fosse la nozione scientifica di orientamento sessuale.

 

Proprio l'assenza di documentazione storica però non dovrebbe permetterci di affermare, come hai fatto tu nel post precedente:

"Se fosse un gusto, una scelta, o se fossimo tutti bisessuali, ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali cosa che penso non sia accaduta.".

Non puoi pensare che non sia mai accaduto un aumento di percentuale degli omosessuali in nessun contesto storico favorevole, se abbiamo dati scientifici solo per gli ultimi cent'anni.

 

Inoltre, a parte certe "obbligazioni civili" di natura omofila o addirittura omoerotica presenti in alcune città, non risulta che ci fosse un comportamento omosessuale imposto generalmente nella Grecia arcaica e classica, ma risulta semmai che ci fu un comportamento omoerotico lodato o comunque non omofobicamente osteggiato, quindi l'orientamento omosessuale dovrebbe essere stato allora abbastanza libero di manifestarsi mancando contesti sfavorevoli, che è appunto la condizione che tu hai posta:

"ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali".

Edited by Loup-garou
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AndrejMolov89

Proprio l'assenza di documentazione storica però non dovrebbe permetterci di affermare, come hai fatto tu nel post precedente:

"Se fosse un gusto, una scelta, o se fossimo tutti bisessuali, ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali cosa che penso non sia accaduta.".

Non puoi pensare che non sia mai accaduto un aumento di percentuale degli omosessuali in nessun contesto storico favorevole, se abbiamo dati scientifici solo per gli ultimi cent'anni

 

Inoltre, a parte certe "obbligazioni civili" presenti in alcune città, non risulta che ci fosse un comportamento omosessuale imposto nella Grecia arcaica e classica, ma semmai un comportamento omosessuale lodato o comunque non onmofobicamente osteggiato, quindi l'orientamento omosessuale dovrebbe essere stato abbastanza libero di manifestarsi senza contesti sfavorevoli, che è appunto la condizione che tu hai posto:

"ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali".

Ho omesso nel tempo attuale. Lo davo per scontato perché è qui che abbiamo una serie di dati statistici. Se trovassi attualmente delle percentuali che indicano un aumento significativo degli omo-bi, mi convincerei. Come qualsiasi analisi storica scientifica (dai terremoti alle questioni sociologiche), si possono avere unicamente informazioni qualitative e soprattutto concentrate in una piccola percentuale della popolazione presente nell'antica Grecia, suppongo. Inoltre, per quanto riguarda l'omosessualità in Grecia bisognerebbe sentire @Isher credo che lui sia maggiormente informato su queste questioni. Io mi riferisco solo al contesto storico attuale di cui POSSO avere dei dati quantitativi. 

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@Greed, posso capire che dobbiamo studiare scientificamente sulla base dei dati noti, ma mi sembra alquanto temerario fare deduzioni che interessino tutta la specie umana, che ha alcune centinaia di migliaia d'anni, solo basandoci su quello che possiamo studiare oggi in luoghi ristretti e "viziati" da una civiltà che solo negli ultimi decenni ha deposto un'omofobia bimillenaria.

Questo beninteso solo in riferimento alla tua osservazione:

"ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali".

 

Quale sarebbe il "contesto", quando sarebbe accaduto e soprattutto quanto sarebbe stato "favorevole"?: 

parli di quello di vent'anni nei paesi di cviltà europea (occidentale)?

 

Un po' poco spazialmente, temporalmente e anche sostanzialmente per affermare che ci siano "contesti favorevoli" all'aumento dell'omosessualità e che dunque, poiché essa in questi contesti non è percentualmente aumentata, allora certamente non può dipendere da cause genetiche che darebbero percentuali fisse o, se variabili, variabili per fattori diversi da quelli dell'intolleranza o della tolleranza del comportamento omosessuale.

Edited by Mario1944
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AndrejMolov89

@Greed, posso capire che dobbiamo studiare scientificamente sulla base dei dati noti, ma mi sembra alquanto temerario fare deduzioni che interessino tutta la specie umana, che ha alcune centinaia di migliaia d'anni, solo basandoci su quello che possiamo studiare oggi in luoghi ristretti e "viziati" da una civiltà che solo negli ultimi decenni ha deposto un'omofobia bimillenaria.

Questo beninteso solo in riferimento alla tua osservazione:

"ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali".

 

Quale sarebbe il "contesto", quando sarebbe accaduto e soprattutto quanto sarebbe stato "favorevole"?: 

parli di quello di vent'anni nei paesi di cviltà europea (occidentale)?

 

Un po' poco spazialmente, temporalmente e anche sostanzialmente per affermare che ci siano "contesti favorevoli" all'aumento dell'omosessualità e che dunque, poiché essa in questi contesti non è percentualmente aumentata, allora certamente non può dipendere da cause genetiche che darebbero percentuali fisse o, se variabili, variabili per fattori diversi da quelli dell'intolleranza o della tolleranza del comportamento omosessuale.

Ci sono abbastanza dati per pendere verso un interpretazione. Infatti l'origine dell'omosessualità è trattata prettamente a livello biologico e non più psicologico se non nelle manifestazioni di disagio dovute al contesto omofobo. Per ora nei paesi che hanno una legislazione e un grado di accettazione sociale molto buono non mostrano percentuali diverse, siamo sempre 1/13 circa. Il problema è che tu fai un intervista in cui l'intervistato si dichiara mi aspetto una sottostima di dichiarati in Italia che non in Norvegia o in Inghilterra. 

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@Greed,

a parte la questione della sottostima dei dichiarati è un fatto che stiamo parlando di eventi accaduti in poche decine di anni e in un ambito locale molto ristretto anche se politicamente, culturalmente ed economicamente tra i più importanti del mondo:

non so quanto sia scientifico dedurre da ciò qualcosa che valga per tutte le epoche, per tutte le regioni terrestri e per tutte le popolazioni umane, se non altro perché poi le indagini per forza di cose si fondano su quanto dichiarato dagli indagati e quindi risentono del giudizio e del pregiudizio della cultura in cui gli indagati stessi vivono.

Ad esempio io credo che un sacerdote, cattolico ma anche d'altri culti o religioni, abbia anche oggi molte remore, pur nella certezza dell'anonimato, a riconoscersi compiaciuto autore d'un peccato che fino a pochi anni fa era considerato tra i più nefandi dalla dottrina.

 

Comunque, ripeto, con ciò non voglio dedurre nulla sull'affermazione che l'omosessualità sia innata o no, se non altro perché non ho le competenze scientifiche per farlo, ma ho voluto solo manifestare i miei dubbi sulla correttezza della tua affermazione:

"Se fosse un gusto, una scelta, o se fossimo tutti bisessuali, ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali cosa che penso non sia accaduta."

limitatamente al "non sia accaduta" senza determinazioni spaziali e temporali ovvero con determinazioni spaziali e temporali troppo ristrette per farne una norma a-locale e a-temporale.

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AndrejMolov89

@Mario1944

Io ho precisato che a mio parere è necessario fare analisi attuali. Le analisi storiche sono più difficili da poter fare se si vuole apprezzare un legame genico-fenotipico dell'origine dell'omosessualità. Le questioni che tu poni a mio avviso sono unicamente culturali e bisognerebbe indagare con altri mezzi di cui, sinceramente non sono esperto. 
La mia condizione è semplicemente derivata che ci sono delle regioni del mondo in cui l'omosessualità se non totalmente, almeno in parte, è accettata, ovvero non ci sono implicazioni sociali e legali per il dichiararsi bisessuali e omosessuali, a partire da ciò bisognerebbe comprendere quanto l'accettazione altera le percentuali di persone che vogliono ed esprimono il proprio orientamento. Che sia difficile estrarne un concetto abbastanza scevro dalle condizioni locali è abbastanza ovvio, però, attualmente data la costanza del fenomeno in termini di percentuali in giro per il mondo, la ricerca scientifica si sta orientando più sull'innatismo, ovvero l'essere bisessuali, omosessuali è funzione di un espressione fenotipica e quindi ci dovrebbe essere qualche meccanismo genetico e/o epigenetico ad intervenire. Attualmente l'idea che sia qualcosa che si sviluppa in funzione del vissuto non è una strada buona per ora, per mancanza di dati, per mancanze di varia natura. Inoltre a queste considerazioni ci sono dei fatti etologici nelle altre specie animali più vicine a noi, che mostrano tratti simili ai nostri e dato che la pressione culturale in certe specie sia pressoché nulla ci si può porre la domanda e cercare di dare una risposta scientifica. 
 

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Per @schopy sì ci sono specie in cui esiste lo spettro degli orientamenti sessuali così come lo conosciamo. I bonobo ad esempio sono bisessuali al 100%, mentre alcune specie di uccelli monogame addirittura si portano un partner dello stesso sesso a vita. 

Sono dell'idea che l'origine dell'omosessualità sia una questione scientifica di mera curiosità, pone molte domande a livello evolutivo, e quindi capire il vantaggio della predisposizione, permetterebbe solo di risolvere un problema scientifico.

 

A proposito delle carceri non mi dilungo; sapevo dei bonobo, ma non di questi uccellini gayi di cui mi dici :D

Poi, a proposito dell'evoluzione, è la migliore ipotesi di cui disponiamo...ma di qui a voler decifrare l'orientamento omosessuale in termini di vantaggio evolutivo per la specie...tanto più che negli ultimi 30-40 anni s'è molto discusso su cosa davvero si affermi attraverso la selezione naturale (una specie/un gene...?) perciò credo dovremmo prima stabilire dei parametri condivisi, e poi -eventualmente- disquisire del "vantaggio" omosessuale. So che al riguardo si sono fatti diversi studi sugli alberi genealogici di individui omosessuali, ma per pigrizia o per diffidenza non mi sono mai curato di approfondirli molto.

 

La questione è se da questa mancanza di consenso o incapacità di darlo discenda l'anormalità del comportamento e viceversa dalla presenza di consenso o dalla capacità di darlo discenda la normalità del comportamento:

ovviamente uno può ben pensarla così, ma forse dovrebbe esaminare bene le conseguenze di tale pensiero.

Ad esempio essere attratti sessualmente dal proprio genitore o dal proprio figlio dovrebbe essere normale (indipendentemente dal fatto che sia eticamente o giuridicamente lecito), se rispettivamente il genitore od il figlio consentono, anormale se dissentono.

Però a me proprio normale (nel senso che sia la norma) non sembra...

 

Conduci molto bene la tua argomentazione per assurdo volendo provare che, ad esempio, se facciamo discendere la normalità solo dal consenso l'incesto "verticale" dovrebbe ritenersi un comportamento normale, mentre a tutti pare chiaro che non lo sia, e fin qui ti seguo. Ma quando tra parentesi scrivi "nel senso che sia la norma" a cosa ti riferisci? Solo ad un dato statistico? Perché se ci rifacciamo ad una "norma" statistica pure noi gay, che siamo in netta minoranza, stiam fuori...non che per me sia un problema definirmi "anormale" :D

 

Forse si dovrebbe riflettere sulla capacità performativa dei termini "normale" ed "anormale" (giacché significano molto poco in senso rigoroso) e, una volta pensatoci su, ritengo lecito -se pure, te lo concedo, un po' superficiale- far discendere la qualifica di "normalità" o "anormalità" dei comportamenti sessuali sulla base del consenso di chi, nella situazione contingente, è più "oggetto" che "soggetto" di desiderio.

 

Se poi preferisci che "normale" e "anormale" stiano ad indicare situazioni "sane" o "insane"...si apre tutto un mondo!

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Fare queste domande "Origini dell'omosessualità" in un forum gay è un po come chiedere sempre in un forum gay cosa si pensa dei diritti ai gay, i quali figli e unione.

Si sa gia quali saranno le risposte.
Un po come andare in una chiesa e chiedere ai presenti cosa ne pensano della religione.

Meditate.

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Io non capisco il senso di queste domande. Ad essere del tutto onesto l'argomento del topic dà la sensazione che alcuni non la vivano bene o abbiano problemi inconsci di auto-accettazione. Certi gay non se le fanno ste domande e sicuramente ben pochi etero si chiederanno se etero si nasce o no.

 

Il non-aumento dei gay poi è una fandonia in piena regola. Non c'è bisogno di nessuna statica per rendersi conto che in 30anni la visibilità gay e il numero di gay (visibili) sono aumentati in modo vertiginoso(basti pensare che 30 anni fa gli unici gay visibili erano 2-3 persone in città e un gay era nell'immaginario collettivo un 'balordo'). Persino in 5 anni(un periodo irrisorio in termini storici) ci sono stati dei cambiamenti ed evoluzioni in positivo del fenomeno omosessuale. Vorrei capire poi su quali basi dite che un ambiente favorevole gay non favorisce l'aumento della visibilità... A me pare proprio che qui i gay siano nettamente più visibili(in tutti gli ambiti), che l'età dei CO vada abbassandosi con gli anni e che i gay se la vivano meglio e abbiano una mentalità più evoluta (o almeno credo che pochi spagnoli stiano lì a farsi i vostri dubbi esistenziali)..

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@Ilromantico : l'unico problema legato all'aumento di visibilità dei gay è che alcune persone di strette vedute iniziano a dire che l'omosessualità è una moda oppure traggono delle conclusioni catastrofiste come ''diventeranno tutti omosessuali e ci estingueremo'', ed è proprio sulla base di queste teorie che poi si vieta di parlare di omosessualità nelle scuole (com'è successo a Verona), proprio per il timore di un ''contagio'' (nelle menti di queste persone infatti l'omosessualità è un pericolo sempre più grande perché adesso ha un nome ed è visibile nella società).

 

Sicuramente la situazione in Spagna  è diversa, ma qui in Italia non penso che la visibilità degli omosessuali sia sempre accolta con reazioni positive. La posizione di molti è ad es. che l'omosessualità vada tollerata nella misura in cui non sia ostentata (secondo un recente sondaggio).

 

Concordo con te sul fatto che non abbia senso porsi domande sulle cause dell'omosessualità, ma sia più importante vivere la propria sessualità senza farsi troppe pippe mentali.

Edited by Olimpo
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ci sono delle regioni del mondo in cui l'omosessualità se non totalmente, almeno in parte, è accettata, ovvero non ci sono implicazioni sociali e legali per il dichiararsi bisessuali e omosessuali, a partire da ciò bisognerebbe comprendere quanto l'accettazione altera le percentuali di persone che vogliono ed esprimono il proprio orientamento. Che sia difficile estrarne un concetto abbastanza scevro dalle condizioni locali è abbastanza ovvio, però, attualmente data la costanza del fenomeno in termini di percentuali in giro per il mondo, la ricerca scientifica si sta orientando più sull'innatismo,

 

 

Data la tua affermazione sull'innatismo dedotto dalla costanza della percentuale di omosessuali nella popolazione, affermazione a sua volta fondata sull'aspettativa (per altro posta al condizionale e quindi, penso, non inconfutabile:

"ci si aspetterebbe che nei contesti molto favorevoli l'omosessualità aumenti le proprie percentuali",

per lo meno dovremmo avere certezza che vi sia questa costanza di percentuale, ma se tu stesso riconosci non è chiaro quanto

"l'accettazione altera le percentuali di persone che vogliono ed esprimono il proprio orientamento",

francamente dedurre necessariamente l'innatismo dell'omosessualità mi sembra deduzione audace.

 

Comunque, anche ammesso che la percentuale di popolazione omosessuale sia costante, perché della costanza dovrebbe essere causa il fatto che l'omosessualità sia innata e non il fatto che invece sia dovuta a fattori ambientali?

alla fine l'ambiente in cui viviamo è abbastanza simile e quindi i fattori ambientali che la causano potrebbero essere sempre nella stessa percentuale in ogni comunità umana.

Semmai la costanza della percentuale escluderebbe la possibilità che l'omoessualità dipenda da una "scelta" più o meno ragionata:

ma anche su questa esclusione poi avrei parecchi dubbi, se non altro per la necessità della correlazione.

 

 

 

Conduci molto bene la tua argomentazione per assurdo volendo provare che, ad esempio, se facciamo discendere la normalità solo dal consenso l'incesto "verticale" dovrebbe ritenersi un comportamento normale, mentre a tutti pare chiaro che non lo sia, e fin qui ti seguo. Ma quando tra parentesi scrivi "nel senso che sia la norma" a cosa ti riferisci? Solo ad un dato statistico? Perché se ci rifacciamo ad una "norma" statistica pure noi gay, che siamo in netta minoranza, stiam fuori...non che per me sia un problema definirmi "anormale"

 

 

L'uso di normale nel contesto non è dovuta a me ma ad Olimpo, la cui affermazione mi risulta poco comprensibile in quanto lega la normalità dell'attrazione al consenso del soggetto attratto, sia che si assuma "normale" nel senso di "prevalente" sia che lo si assuma nel senso di "lecito" anche se non prevalente:

 

 

gli psicologi dicono che le cause dell'orientamento sessuale sono multiple : interagiscono fattori ambientali e genetici.

tuttavia non si può parlare di ''deviazione''...

se l'attrazione sessuale infatti si sposta verso un individuo consenziente, l'attrazione è normale.

 

Comunque, dal contesto di Olimpo sembra che "normale" sia usato nel senso di "lecito".

D'altronde forse la liceità d'un comportamento dipende pur sempre in ultima analisi dalla sua prevalenza, se non in senso stretto di maggioranza, almeno nel senso di minoranza notevole ed evidente.

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