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Liberalizzare le droghe leggere?


  

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  1. 1. Liberalizzare le droghe leggere?

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Non bisogna legalizzare la canabis perche' fotte una parte del cervello . Non c'e' nulla sa fare le persone che usano lo spinello quotidianamente hanno delle turbe o comportamenti alterati !!!! Per non parlare del modo di relazionarsi con gli altri . E' vero che la canabis e' la meno pericolosa rispetto ad altre droghe chimiche che ledono proprio la coscienza di chi le usa ..

Non bisogna legalizzare la canabis perche' fotte una parte del cervello . Non c'e' nulla sa fare le persone che usano lo spinello quotidianamente hanno delle turbe o comportamenti alterati !!!! Per non parlare del modo di relazionarsi con gli altri . E' vero che la canabis e' la meno pericolosa rispetto ad altre droghe chimiche che ledono proprio la coscienza di chi le usa ..

 

Guarda, a leggerti si direbbe che tu sia un esperto, se fosse mai vero

Favorevole per tutta una serie di motivi:

-prima di tutto per una questione di libertà, ogni persona maggiorenne dev'essere libera di fare ciò che vuole della sua salute, visto che non arreca danno a nessuno.

-maggiori incassi per lo stato, visto che si pagherebbero le tasse sopra.

-più posti di lavoro, perchè potrebbero nascere attività legate alla vendita.

-minor introiti per la criminalità organizzata che lucra sulla vendita delle droghe.

-avendo un prodotto legale sarebbe anche di maggiore qualità e meno nocivo perchè la produzione sarebbe soggetta a controlli, mentre nelle droghe leggere vendute oggi nessuno garantisce il prodotto.

Edited by Sbuffo
  • 3 weeks later...

Il Fatto Quotidiano

 

Non sarà di certo l’unico a farlo, ma per ora il primato è suo: Federico Pizzarotti è il primo sindaco italiano a mettere la faccia per la legalizzazione della cannabis.

 

Il 29 aprile, a una settimana dall’apertura della campagna promossa dal comitato “Legalizziamo.it”, il primo cittadino di Parma ha sottoscritto la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per regolamentare la produzione, il consumo e la commercializzazione della cannabis e dei suoi derivati. “Non ho mai fatto uso di marjuana, ma i tempi del proibizionismo sono passati”, ha detto il sindaco 5 stelle prima di firmare, a margine del consiglio comunale, il documento di fronte al capogruppo Marco Bosi e a Luca Marola, portavoce del coordinamento growshop nazionali che da anni si occupa di queste tematiche.

 

Per Pizzarotti si tratta di una “battaglia di civiltà e legalità: civiltà perché non è più un tema da giovani sballati nel momento in cui paesi come Svizzera, Austria e Stati Uniti hanno legalizzato vendita e uso – ha spiegato – Legalità perché si sottrae denaro alla criminalità organizzata e si tolgono carcerazioni e pene inutili. La politica in Italia è sempre stata indietro rispetto alla società civile, noi vorremmo dare l’esempio del fatto che si può fare diversamente”.

 

L’obiettivo della campagna, portata avanti da associazioni della società civile come Luca Coscioni, Piantiamola, Antigone, Forum Droghe è raccogliere 50mila firme in sei mesi per depositarle in Parlamento durante la discussione del disegno di legge dell’intergruppo parlamentare “Cannabis legale” che riunisce oltre 200 deputati di tutti i partiti politici.

 

“Agiamo in coordinamento con loro – spiega Marola a ilfattoquotidiano.it – Ma abbiamo avuto più tempo per discutere e pensare ai dettagli per apportare modifiche al testo”. Tra le proposte c’è la legalizzazione della coltivazione personale fino a 5 piante di cannabis, l’apertura di negozi previa autorizzazione statale e la vendita per fini commerciali. Inoltre per le coltivazioni all’aperto per scopi commerciali sono fissati i parametri delle coltivazioni agricole biologiche, che nelle intenzioni del comitato potrebbero portare in futuro alla creazione di un prodotto made in Italy di qualità esportabile all’estero. “Stiamo assistendo a un cambio di percezione a livello mondiale sulla cannabis – ha commentato Marola – È una buona notizia che i primi cittadini delle città italiane si confrontino su questo tema e aderiscano alla mobilitazione nazionale per superare i fallimenti del proibizionismo precedente”.

 

Pizzarotti è stato il primo, ma altri colleghi, assicura il comitato, seguiranno a breve il suo esempio, nonostante l’inevitabile rischio di diventare bersaglio di polemiche, come è successo a Parma. Qui l’apertura dei 5 stelle alle droghe leggere non è nuova, visto che da qualche anno il Comune concede il patrocinio alla Festa antiproibizionista, senza nascondere le proprie idee sulla regolamentazione del loro uso.

 

Questa volta però la presa di posizione del sindaco ha suscitato numerose critiche, soprattutto nell’opposizione in consiglio comunale, che ha definito la mossa di Pizzarotti “grave e inopportuna”, e soprattutto in contrasto con le iniziative sulla sicurezza portate avanti dalla sua stessa amministrazione. “I fatti – ha replicato però con convinzione il sindaco – dicono che legalizzare è l’unico strumento con il quale, dati alla mano, si può gestire il fenomeno, arginare l’abuso e anzi, diminuire il numero dei consumatori e togliere la produzione e distribuzione alla criminalità”.

Edited by Rotwang

No rot. La legge sulle sostanze stupefacenti e' federale e non cantonale e vale su tutta la svizzera.

 

In svizzera quel che si fa e' che per certi eroinomani di lunga data che hanno gia' provato molte,terapie senza successo viene data loro eroina su controllo medico e la loro salute si stabilizza. Non e' ne vendita ne legalizzazione ma un atto medico che aiuta eroinomani gravi a sopravvivere. Per questo i morti per eroina in svizzera sono diminuiti di molto rispetto a 10 anni fa.

 

La canapa invece e' illegale e resta illegale attualmente ma credo che in futuro il consumo sara' punito con semplici multe per rendere piu' veloce ed efficace la punizione senza passare dai tribunali. In svizzera per alcuni malati con dolori cronici i medici possono dare medicamenti con estratti di canapa ma ci vogliono ricette mediche speciali che vanno al farmacista cantonale credo.

Edited by marco7

 

 

In svizzera quel che si fa e' che per certi eroinomani di lunga data che hanno gia' provato molte,terapie senza successo viene data loro eroina su controllo medico e la loro salute si stabilizza. Non e' ne vendita ne legalizzazione ma un atto medico che aiuta eroinomani gravi a sopravvivere

se non sbaglio le chiamano stanze del buco, nevvero?

 

 

In svizzera per alcuni malati con dolori cronici i medici possono dare medicamenti con estratti di canapa ma ci vogliono ricette mediche speciali

quello si fa anche qua, con chi purtroppo è allo stadio terminale, per farli soffrire meno;

ho sentito parlare anche di qualche clinica specializzata in ste terapie a base di morfina & similari

Mi sembra una buona cosa - ci sarebbe da rivalutare anche altre sostanze che di fatto hanno un bassissimo rischio di overdose/dipendenza/danni.

 

Purtroppo quanto si parla di questo argomento, i ragionamenti razionali spesso si vanno a far benedire.

se non sbaglio le chiamano stanze del buco, nevvero?

 

non lo so come le chiamano. una volta dovevano andare in locali appositi dove si iniettavano l'eroina pura in condizioni  igeniche buone e ora credo che vanno a prendere la dose giornaliera e poi la iniettano a casa loro se vogliono ma non sono sicuro.

 

 

 

ho sentito parlare anche di qualche clinica specializzata in ste terapie a base di morfina & similari
 

 

la morfina è usata in tutti gli ospedali svizzeri e credo che anche ogni medico può darla ai pazienti se necessario.

Edited by marco7

In svizzera rot non e' legalizzata ne in vendita legale. Sti articoli un minimo di serieta' su quel che scrivono dovrebbero averla.

 

Infatti, bastava andare su wikipedia:

 

https://en.wikipedia.org/wiki/Drug_policy_of_the_Netherlands#/media/File:European-cannabis-laws.png

 

mi sorprende la legislazione particolarmente severa sul consumo di cannabis nei liberali paesi scandinavi.

Edited by Fabius81
  • 2 weeks later...

Ho votato anche io "favorevole".

Sono contrario all'utilizzo ma favorevole alla liberalizzazione, in quanto credo che darebbe modo allo Stato di avere più fondi per la sanità e di tenere sotto controllo l'utilizzo, nonché di risparmiare nella giustizia. Chi ne fa uso, invece, avrebbe almeno la certezza della provenienza e della qualità delle materie prime.

  • 3 weeks later...

È fissato per lunedì 27 giugno l'avvio della discussione sulla proposta di legge dell'Intergruppo Cannabis legale per la legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati, presso la Camera dei deputati.

Edited by Rotwang
  • 4 weeks later...

La Repubblica

 

È stato calendarizzato per lunedì 25 luglio l'approdo in Aula alla Camera della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis. Lo ha stabilito, secondo quanto riferiscono fonti di Sinistra italiana, la conferenza dei capigruppo. Il 25 si svolgerà la discussione generale e dal giorno dopo inizierà il voto. Immancabili le polemiche intorno all'argomento e, se da una parte i promotori esultano per il risultato, dall'altra c'è chi percepisce nel provvedimento un atteggiamento contraddittorio da parte dello Stato.

 

All'esame della Commissione Giustizia della Camera sono diverse proposte di legge sulla legalizzazione della cannabis. La Commissione ha avviato un ciclo di audizioni sul tema con esperti in materia.

 

Botta e risposta Della Vedova-Costa. Entusiasta del risultato  Benedetto Della Vedova, promotore dell'intergruppo per la legalizzazione della cannabis: "È un risultato importantissimo perché la nostra richiesta di arrivare a un voto di Montecitorio prima della pausa estiva è stata esaudita. Abbiamo atteso oltre un anno dal deposito di questo testo di legge, che ha un consenso trasversale che si è tradotto in 220 firmatari, a cui se ne stanno aggiungendo altri giorno dopo giorno", ha detto il senatore e sottosegretario agli Esteri. "Sarà una bellissima battaglia parlamentare - ha continuato -, nella tradizione delle migliori battaglie parlamentari della Storia della Repubblica italiana, dove si confrontano non maggioranza e opposizione, non chi è a favore o contro il governo, ma ci si confronta su un tema di legalità, di responsabilità e di libertà. Su questo l'Italia può davvero segnare un primato: il primo grande parlamento tra le liberaldemocrazie che vota sulla legalizzazione della cannabis, avendo chiaro che è un mercato di massa, che il proibizionismo ha fallito, che questo è un modo per dare un duro colpo al narcotraffico, per avere un consumo consapevole, per poter informare sui danni dell'uso e abuso di queste sostanze, per controllare le sostanze stesse che vengono messe in commercio, per liberare forze di polizia, magistrati e carceri dal fardello di rincorrere i reati legati alla cannabis e concentrarsi su reati di maggiore allarme sociale. E infine - ha concluso Della Vedova - per poter trasformare, a regime, gli extra profitti delle mafie sulla cannabis in miliardi per il bilancio pubblico".

 

Non è dello stesso parere il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia, Enrico Costa, che ritiene incoerente il comportamento dello Stato: "Con una mano combattiamo le ludopatie, i tumori, la tossicodipendenza e, con l'altra mano, godiamo delle risorse derivanti dal gioco, dal fumo e, magari domani, dalla legalizzazione della cannabis. È coerente tutto questo?". Per il ministro, "sul tema della cannabis occorre chiarezza e occorre respingere alla radice la tesi, trasparentemente avanzata dai promotori, in base alla quale 'La legalizzazione della cannabis in Italia... genererebbe un gettito fiscale assolutamente consistente considerando che, con una regolamentazione analoga a quella dei tabacchi - come quella prevista dalla presente proposta di legge - circa i tre quarti del prezzo di vendita dei prodotti sarebbero costituiti da componenti di natura fiscale. Parte di queste risorse potrebbero essere destinate a interventi di natura preventiva e riabilitativa rivolti ai consumatori di droghe e tossicodipendenti, ma la parte più consistente potrebbe finanziare altri capitoli del bilancio pubblico'". E si chiede: "Cosa significa? Legittimare la tossicodipendenza per recuperare le risorse per combatterla e prevenirla? Si tratta di acrobazie che non sono altro che contraddizioni. Su questo - conclude il ministro Costa - il governo non potrà avere tentennamenti".

 

La replica di Della Vedova non si è fatta attendere: "Il ministro Costa ha oggi ribadito la nota contrarietà alla legalizzazione della cannabis. Ne parleremo nell'aula della Camera a partire dal 25 luglio. Se il ministro Costa vuole fare la sua battaglia proibizionista, la faccia. Ma il governo e la maggioranza  non c'entrano. Si tratta di una iniziativa parlamentare promossa da un intergruppo trasversale di deputati e senatori, della gran parte dei gruppi, anche se non del suo", scrive su Facebook il sottosegretario agli Esteri. "A differenza di quanto dice Costa, non c'è comunque alcuna contraddizione tra la scelta di combattere l'uso delle droghe e di prevenire la tossicodipendenza e quella di regolamentare giuridicamente il mercato di hashish e marijuana. Succede già per altri consumi - come quelli di tabacchi e alcolici - o comportamenti - come il gioco d'azzardo - che determinano, a differenza dei derivati della cannabis, forti fenomeni di dipendenza, ma che oggi nessuno mai penserebbe proibire, per non consegnarne le vittime al mercato illegale e regalare alle mafie profitti criminali".

 

Applausi..."È un'occasione da non mancare per risolvere una questione sociale drammatica e una non marginale opportunità economica fin'ora affrontata con chiusura e pregiudizio - ha commentato Adriano Zaccagnini di Sinistra Italiana -. Anche nei Paesi che più sono stati rigidi al consumo di droghe leggere, a partire dagli Usa, la legalizzazione non è più un tabù ed è il momento che non lo sia più nemmeno in Italia. Una giusta regolamentazione, come in vigore in varie forme in molti paesi stranieri, garantisce un quadro normativo stabile e produce nella società vari aspetti positivi fra i quali: riduzione del mercato nero gestito dalla criminalità organizzata, riduzione del numero di detenuti per reati connessi alle droghe leggere, miglioramento della qualità del prodotto consumato e minori danni alla salute dei consumatori, maggiori introiti per le casse dello Stato".

 

Di data 'storica' parla il deputato di Sinistra Italiana Daniele Farina, relatore della proposta di legge: "Finalmente anche in Italia si muove qualcosa sulla riforma della legislazione sugli stupefacenti. Il 25 luglio prossimo l'Aula della Camera dei Deputati discuterà il provvedimento sulla legalizzazione della Cannabis. Una data storica per l'Italia, che ricorda ai più la caduta del Fascismo, ma che speriamo sarà ricordato anche come inizio della fine del proibizionismo e delle sue politiche". Farina si dice certo che gli oltre 200 deputati che hanno firmato la proposta di legge dell'intergruppo parlamentare per legalizzare la cannabis faranno la loro parte e immagino che le associazioni, i singoli cittadini, non saranno da meno in questo comune sforzo. Ora è importante lavorare, dentro e fuori il Parlamento, per un cambio di rotta che consegni al passato quel gigantesco fallimento e apra un nuovo spazio politico, giuridico e sociale. Il tema di come regolamentare il mercato della cannabis e contrastare le mafie è maturo, anzi maturissimo nel Paese. Nel mondo la tendenza è legalizzare il consumo e la vendita, sia per fini terapeutici che ricreativi. L'Italia non perda anche questo treno", conclude Farina.

 

...e critiche. Critiche alla calendarizzazione arrivano dal deputato di Ap Alessandro Pagano: "L'Aula della Camera discuterà la pdl sulla legalizzazione della cannabis tra meno di un mese, mentre i provvedimenti per le famiglie aspettano nel cassetto. Un altro schiaffo ai moderati della maggioranza, sempre più irrilevanti, un altro calcio negli stinchi da parte del Pd - sempre più ricattato dalle lobby e dalle forze radicali - che dopo i matrimoni e le adozioni gay, vuole passare all'incasso con l'utero in affitto, ora con le droghe libere e domani sull'eutanasia. Serve un sussulto di dignità contro questa deriva etica e antropologica, a difesa della nostra società e dei nostri giovani".

Un lungo cammino. Dopo un lungo cammino, la discussione sulla proposta di legge arriva alla Camera. A marzo scorso i Radicali italiani avevanopresentato un'altra proposta di legge  in Cassazione e avevano lanciato anche una petizione europea sul sito della campagna Legalizziamo, che chiede all'Unione europea di "promuovere e adottare una politica per la legalizzazione della marijuana e per la decriminalizzazzione del consumo di tutte le droghe".

La proposta di legge presentata dai Radicali vuole regolamentare la produzione, il consumo e il commercio di cannabis e dei suoi derivati, eliminando le sanzioni penali e a ridurre quelle amministrative previste dalla legge del '90 (9 ottobre 1990, n.309).

Edited by Rotwang

Non nutro grandi speranze, purtroppo anche il periodo non è il migliore per un simile tema.

Devo dire che la proposta di Della Vedova è davvero ben fatta e mi dispiacerebbe molto vederla respinta con argomentazioni stupidissime come quella di Costa

Edited by Lor24

L'Espresso

 

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non perde occasione per mostrarci quanto poco conosca le materie di cui si occupa. Il prossimo 25 luglio è stata calendarizzata la discussione alla Camera del testo sulla legalizzazione della cannabis proposta da un intergruppo di oltre 230 deputati. Intanto, quando ne parliamo, distinguiamo tra legalizzazione e liberalizzazione, perché sono due percorsi completamente diversi. La legalizzazione avrebbe effetti immediati sul ridimensionamento del mercato delle droghe gestito dalle organizzazioni criminali perché costituisce di fatto la depenalizzazione di una condotta ritenuta fino a un momento prima illegale e quindi perseguibile per legge.

Come è possibile che rendere legali le droghe leggere (iniziamo a ragionare su queste) equivalga a sottrarre il loro mercato al monopolio delle organizzazioni criminali? Perché di fatto entrerebbe sul mercato un competitor che legifera al riguardo, ovvero lo Stato. Un competitor che sarà monopolista: ecco perché no, non si parla di liberalizzazione. In caso di legalizzazione sarebbe lo Stato a gestire coltivazioni, produzione, distribuzione e vendita.

Così facendo potrà monitorare su qualità e quantità. Cosa che non può fare adesso e che sarebbe difficile fare in caso di liberalizzazione.

Ma il ministro Lorenzin tuona: «Tutto il tema della liberalizzazione della marijuana è un business perché il mercato della criminalità resti in piedi». In questa dichiarazione non smentita e apparsa sulle maggiori testate nazionali, Lorenzin parla di liberalizzazione, ignorando sicuramente che in Parlamento si discuterà invece di legalizzazione. Poi continua: «Oggi queste sostanze si assumono a 11 anni, quando sei un bambino. Un ragazzo giovane non ha la concezione della salute».

Esatto. Oggi si assumono a 11 anni perché si possono acquistare ovunque, nelle quantità desiderate, basta avere soldi. La qualità di ciò che i ragazzi fumano è pessima e fa danni incalcolabili ai loro organismi. Oltretutto, se e quando le droghe leggere saranno legali, seppure il mercato nero non dovesse finire, sarebbe costretto ad aumentare la qualità.

Se questo non bastasse - e non basterà - a convincere gli scettici, potrebbero venire in aiuto un po’ di cifre che però chi è pregiudizialmente contrario alla legalizzazione (a qualunque tipo di legalizzazione) non si prende mai nemmeno il disturbo di leggere. Però forse il ministro Lorenzin, dato che è appunto un ministro, le cifre contenute nel VII Libro Bianco sulle droghe dovrebbe conoscerle.

Il VII Libro Bianco sulle droghe è un lavoro presentato alla Camera dei deputati e promosso da Società della Ragione Onlus , Forum Droghe, Antigone e Cnca e con l’adesione di Cgil, Comunità di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itaca, Itardd LegaCoopSociali, Lila, Associazione Luca Coscioni. Andrebbe letto perché mostra come la lotta alle droghe perde completamente scopo quando a essere colpiti e puniti, come accade, sono prevalentemente piccoli spacciatori e consumatori di droghe leggere. Le organizzazioni criminali sono appena lambite dalle operazioni di polizia, dal lavoro della magistratura e dagli arresti. Delle 19 mila operazioni di polizia in materia di stupefacenti, il 56 per cento hanno per oggetto cannabinoidi. Su 27.718 segnalazioni, 2.286 contestano l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nel 91,75 per cento dei casi si ha a che fare con «detentori di sostanze di cui non è neanche sospettata l’appartenenza a organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti».

Ecco invece un dato che dovrebbe preoccupare noi e il ministro Lorenzin: tra il campione di ragazzi tra i 15 e i 19 anni presi in considerazione da uno studio realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, risulta che una percentuale piuttosto alta non sappia quali droghe consuma. È chiaro che proibire non è mai stato il miglior modo per informare, creare consapevolezza e arginare un fenomeno.

E ora sì, nonostante la crisi economica, nonostante la disoccupazione, nonostante tutto il ben altro che si vorrà trovare, è tempo che il governo prenda posizione a favore di questa legge e lo faccia con fermezza. Ne ha la possibilità tra meno di un mese.

Non bisogna legalizzare la canabis perche' fotte una parte del cervello . Non c'e' nulla sa fare le persone che usano lo spinello quotidianamente hanno delle turbe o comportamenti alterati !!!! Per non parlare del modo di relazionarsi con gli altri . E' vero che la canabis e' la meno pericolosa rispetto ad altre droghe chimiche che ledono proprio la coscienza di chi le usa ..

Dai ma che cazzo dici e come cazzo scrivi? Comunque spero vivamente che il DDL sulla legalizzazione passi. Dopo la legge sulle unioni civili sarebbe un altro bel passo avanti.

Edited by StJimmy

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