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contagia il partner ignaro della sua sieropositività, denunciato viene arrestato


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Credo che le disposizioni di legge sulla profilassi delle malattie

veneree siano state abrogate con la Legge Merlin, che suppongo

comunque riguardassero obblighi a carico delle prostitute

 

Però formalmente sono ancora in vigore le norme sull'obbligo

di denuncia delle malattie "diffusive" del Testo Unico del 1934

che hanno ad oggetto: tubercolosi, lebbra, malaria

 

Ovviamente è tutto un fiorire di espressioni desuete: medico condotto

podestà decreto prefettizio di stabilimento di zone malariche tubercolosario

etc

 

Credo che una valutazione di costituzionalità sia stata ad oggi

preclusa dalla mancanza di casi pratici Lol

 

Però mi riesce difficile immaginare un TSO in un caso in cui basterebbe

prendere delle precauzioni per evitare l'effetto "diffusivo", cioè sarebbe un

qualcosa di sproporzionato, irragionevole

@Almadel

 

Il positivo consapevole se non lo dice e c'é un contagio per sesso non protetto per me porta tutta la responsabilità dell'aver taciuto la sua condizione e alla fine del contagio.

 

Il positivo inconsevole e il contagiato in seguito a sesso non protetto portano in ugual misura la colpa del contagio.

 

I contagi da sesso sicuro non esistono. Se si rompe il preservativo c'é la pep che protegge dopo l'esposizione e anche in questo caso non ci sono contagi dopo pep se fatta subito.

 

La prevenzione dovrebbe basarsi sull'uso del preservativo e sulla pep in caso raro di rottura del preservativo.

 

La prevenzione basata su coppie fedeli purtroppo spesso non funziona perché la gente tradisce senza dirlo e senza usare i preservativi quando tradisce.

perdonami l'ignoranza (nel senso che ignoro proprio la cosa),

ma cos'è la pep?

In materia penale dovrebbero essere ritenuti colposi i comportamenti:

  • Di chi accetta di avere un rapporto a rischio non protetto ed è consapevole della sua sieropositività senza dirlo al compagno.
  • Di chi accetta di avere un rapporto a rischio non protetto e non ha svolto un test hiv nell'ultimo anno o comunque dopo un evento manifestamente rischioso (sesso non protetto con persone terze) e non rende noto il compagno di ciò.

 

Idealmente potrei anche essere d'accordo con te, ma dal punto di vista pratico come si concilia la "riservatezza", es., di un test eseguito in anonimato colla necessità di raccontare a tutta la gente colla quale si è lì lì per scopare di essere sieropositivi, ed eventualmente la facoltà di un giudice di indagare sul mio stato di salute...? Non capisco poi di che dolo stiam parlando nel momento in cui mi pare tu suggerisca di adoperare distinzioni sulla base di relazioni monogame o poligame; mi spiego meglio, che mi contagi il mio lui che è "il mio compagno" (che però legalmente non è un coniuge) o lo faccia il ragazzo rimorchiato in discoteca...che cambia? Il tizio della discoteca non è perseguibile mentre lo è il mio "compagno"...occorre convivere, essere fidanzati da più di 12 mesi o cose così per assurgere alla carica di "compagno"..???

 

Però formalmente sono ancora in vigore le norme sull'obbligo

di denuncia delle malattie "diffusive" del Testo Unico del 1934

che hanno ad oggetto: tubercolosi, lebbra, malaria

 

M...io credo che ci siano norme per la denuncia del contagio anche di altre malattie, come la sifilide.

Quando ho fatto il test ho assistito ad una gran concitazione tra le segretarie dell'ambulatorio medico...

Edited by schopy

@freedog

 

La pep é la prevenzione post esposizione che va fatta in caso di un contatto a rischio cioé ad esempio se si rompe un preservativo.

 

In pratica entro due giorni (credo) dal contatto a rischio vanno assunti per un mese gli antivirali che prendono i sieropositivi e cosî anche se si é venuti in contatto col virus attraverso ferite o con un rapporto anale passivo o altro il virus non riesce a moltiplicarsi all'interno del corpo perché gli antivirali glie lo inpediscono e si rimane sieronegativi.

 

Fondamentale é andare subito al pronto soccorso perché dopo una settimana ad esempio non serve piu' a nulla, credo va iniziata entro due-tre giorni. Un utente del forum la fece da quel che ricordo.

Idealmente potrei anche essere d'accordo con te, ma dal punto di vista pratico come si concilia la "riservatezza", es., di un test eseguito in anonimato colla necessità di raccontare a tutta la gente colla quale si è lì lì per scopare di essere sieropositivi, ed eventualmente la facoltà di un giudice di indagare sul mio stato di salute...?

In realtà non sei obbligato a raccontare a tutti i tuoi amanti della tua sieropositività, solo con quelli con cui intendi fare sesso sprotetto. E dato che comunque fare sesso sprotetto con sconosciuti non è una buona idea, in primis per sé stessi, la ritengo una buona mediazione.

La questione giudiziaria è più spinosa e delicata, penso andrebbe trattata come per le altri fatti privati di una persona, che dovrebbero essere indagati solo se espressamente necessari e comunque nella maggiore discrezione possibile.

 

Non capisco poi di che dolo stiam parlando nel momento in cui mi pare tu suggerisca di adoperare distinzioni sulla base di relazioni monogame o poligame; mi spiego meglio, che mi contagi il mio lui che è "il mio compagno" (che però legalmente non è un coniuge) o lo faccia il ragazzo rimorchiato in discoteca...che cambia? Il tizio della discoteca non è perseguibile mentre lo è il mio "compagno"...occorre convivere, essere fidanzati da più di 12 mesi o cose così per assurgere alla carica di "compagno"..???

Intanto non ho parlato di dolo ma di colpa, se ipotizzassi la volontà esplicita di contagiare il compagno il reato sarebbe ben più grave.

Convengo con te certamente che se avessimo un riconoscimento giuridico delle nostra unioni sarebbe più facile anche sbrogliare queste questioni. Io immagino però una situazione di questo tipo.

 

A e B sono in una relazione stabile.

Ad un momento t1 A e B costatano la loro sieronegatività, magari mostrando pure un test Hiv.

Di comune accordo A e B decidono di fare sesso non protetto, fiduciosi del fatto che l'altro non avrà rapporti sessuali non protetti con persone terze.

Ad un certo punto però A viene meno alla fiducia ed ha uno o più rapporti non protetti con C.

Senza riportare questo fatto A continua ad accettare di avere rapporti non protetti con B, senza renderlo edotto dell'avvenimento a rischio.

Ad un momento t2, B scopre di essere sieropositivo ed non avendo avuto rapporti non protetti con nessuno all'infuori di A chiede i danni per il comportamento colposo di A nei suoi confronti.

M...io credo che ci siano norme per la denuncia del contagio anche di altre malattie, come la sifilide.

Quando ho fatto il test ho assistito ad una gran concitazione tra le segretarie dell'ambulatorio medico...

 

Credevo che quella fosse una segnalazione anonima al ministero ( l'obbligo di notifica del caso )

fatta per tenere sotto sorveglianza il quadro epidemiologico ma garantendo la privacy

 

Però in effetti la norma dice che "il medico provinciale ove ragioni di sanità lo richiedano può obbligare

i sanitari a specificare le generalità degli assistiti affetti da malattie veneree in stato contagioso"

 

Quindi è in effetti possibile discutessero se era meglio segnalarti come contagioso o spiegare le

modalità del tuo contagio ed i provvedimenti adottati nei tuoi confronti, in modo tale da evitare che

un superiore potesse poi obbligarli a specificare le tue generalità

 

Per l'AIDS esiste una norma specifica che prevede una scheda in cui la diagnosi è separata dai dati

anagrafici etc però forse manca un modulo specifico per la sifilide visto che di norma basta la notifica

anonima

Quindi è in effetti possibile discutessero se era meglio segnalarti come contagioso o spiegare le

modalità del tuo contagio ed i provvedimenti adottati nei tuoi confronti, in modo tale da evitare che

un superiore potesse poi obbligarli a specificare le tue generalità

 

Ho trovato un po' sgradevole il trattamento riservatomi dall'ambulatorio; tanto più che ancora dovevo fare il test, fortunatamente risultato negativo. Perciò non credo sia seguita nessuna segnalazione. Uffa, se uno è un po' ipocondriaco e vuol fare degli esami (da pagante poi), solo perché si tratta di una malattia venerea tutti a guardarlo di sottecchi.

 

Di comune accordo A e B decidono di fare sesso non protetto, fiduciosi del fatto che l'altro non avrà rapporti sessuali non protetti con persone terze.

Ad un certo punto però A viene meno alla fiducia ed ha uno o più rapporti non protetti con C.

Senza riportare questo fatto A continua ad accettare di avere rapporti non protetti con B, senza renderlo edotto dell'avvenimento a rischio.

Ad un momento t2, B scopre di essere sieropositivo ed non avendo avuto rapporti non protetti con nessuno all'infuori di A chiede i danni per il comportamento colposo di A nei suoi confronti.

 

Capisco tutto, ma fintantoché A e B di fronte alla legge stanno come A e C...ci metteremo a chieder danni anche a chi ci contagia la varicella? Consiglio ad A e B un contegno prudente in genere, ché è vero che l'HIV rappresenta il pericolo più consistente...ma ci son pure le epatiti e tante malattie cui non si fa caso perché mediaticamente meno cool.

 

 


Ho trovato un po' sgradevole il trattamento riservatomi dall'ambulatorio; tanto più che ancora dovevo fare il test, fortunatamente risultato negativo. Perciò non credo sia seguita nessuna segnalazione. Uffa, se uno è un po' ipocondriaco e vuol fare degli esami (da pagante poi), solo perché si tratta di una malattia venerea tutti a guardarlo di sottecchi.

 

Beh questo è un dato umano-culturale sgradevolissimo, ma è un altro paio

di maniche siamo in Italia.

 

Il dato giuridico invece deve preoccupare per la sua articolazione, la norma di

legge conferisce ampi margini di discrezionalità, ovviamente l'operatore sul campo

non ce l'ha perché dopo quella norma dobbiamo immaginare un regolamento ( un

decreto ministeriale ) probabilmente una circolare e dei moduli e su queste basi egli

deve "destreggiarsi" 

 

Mi pare di capire che nel caso tu fossi stato ritenuto non contagioso sarebbe solo partita

una segnalazione statistica, mentre in caso contrario avrebbero dovuto probabilmente

redigere un modulo di segnalazione che scongiurasse un eventuale intervento del loro

superiore gerarchico quindi con una succinta descrizione del caso etc

@freedog

 

La pep é la prevenzione post esposizione che va fatta in caso di un contatto a rischio cioé ad esempio se si rompe un preservativo.

 

In pratica entro due giorni (credo) dal contatto a rischio vanno assunti per un mese gli antivirali che prendono i sieropositivi e cosî anche se si é venuti in contatto col virus attraverso ferite o con un rapporto anale passivo o altro il virus non riesce a moltiplicarsi all'interno del corpo perché gli antivirali glie lo inpediscono e si rimane sieronegativi.

 

Fondamentale é andare subito al pronto soccorso perché dopo una settimana ad esempio non serve piu' a nulla, credo va iniziata entro due-tre giorni. Un utente del forum la fece da quel che ricordo.

ok, grazie!

Mi pare di capire che nel caso tu fossi stato ritenuto non contagioso sarebbe solo partita

una segnalazione statistica, mentre in caso contrario avrebbero dovuto probabilmente

redigere un modulo di segnalazione che scongiurasse un eventuale intervento del loro

superiore gerarchico quindi con una succinta descrizione del caso etc

 

Ipotizzo sia così. Comunque, non grido allo scandalo...piuttosto, dato lo stupore degli operatori, mi vien da pensare che i molti frequentatori di puttane o di postriboli che vivono dalle mie parti il test per la sifilide non lo facciano spesso :D

So che c'è già stata una condanna, a un uomo che aveva contagiato la moglie in una situazione simile.

http://www.repubblica.it/online/fatti/hiv/hiv/hiv.html

 

Io sono d'accordo con la condanna.

 

 

Chiunque sia dotato di cervello concorda con la condanna...

Se era al corrente della sua sieroposivitá non ha scuse!

Io facendo sex occasionale mi pongo nei confronti del partner di turno come se fosse hiv+ e uso il preservativo.

È capitato solo una volta che un ragazzo prima di fare sesso lo ha dichiarato e l' abbiamo fatto con le precauzioni che prendo di principio.

L'unica colpa del povero ragazzo contagiato è stata quella di fidarsi del proprio compagno.

Comunque resta una storia molto triste...

Mi piace l'idea di un test HIV obbligatorio annualmente. Secondo me dopo 1-2 anni di vigenza scoraggerebbe molte persone a gesti incoscienti e imprudenti visto che in molti casi non sarebbe più possibile nascondere la propria sieropositività. Certo, dal punto di vista della privacy mi sembra umiliante, ma è pur sempre vero che da un altro punto di vista si tratta di un tema di salute pubblica.

 

La faccenda la trovo triste, così come tutte quelle vicende in cui una persona contagia il partner. Il brutto dubbio rimane...e se si fosse trattato di una coppia etero? Io comunque sono favorevole a dare pene esemplari a questi soggetti che contagiano i partner in modo incosciente, si tratta pur sempre di un attentato alla salute degli altri. Per non parlare del fatto che ci sta anche gente sieropositiva che contagia per pura cattiveria i poveri (ma stupidi) ignoti che decidono di non proteggersi. In un certo senso, forse la lotta per la prevenzione deve passare pure per condanne esemplari che faccia capire alla gente la gravità di certi atti e di certe situazioni.

Io comunque sono favorevole a dare pene esemplari a questi soggetti che contagiano i partner in modo incosciente, si tratta pur sempre di un attentato alla salute degli altri.

 

tragicomico.

Per me ha ragione da vendere, altro che tragicomico... cagionare lesioni personali gravissime è un reato a prescindere che sia stato fatto volutamente o meno, ed i tribunali, difatti, stanno procedendo in questa direzione.

AndrejMolov89

L'idea è di non criminalizzare oggettivamente il siero positivo in quanto tale. La condizione cosciente di questa persona implica necessariamente una notevole responsabilità nei riguardi dei propri patner. Io sono d'accordo in linea di principio con la condanna, ma bisognerebbe assolutamente non far confondere il concetto di reato con la condizione di essere siero positivo. Bisogna motivare le persone a farsi test regolari, essere coscienti e responsabili della propria sessualità, non dare implicitamente il messaggio se tu non sacci, allora non c'è colpa.

Più che altro negli ordinamenti penali democratici

non esiste il concetto di responsabilità oggettiva

 

Per punire una persona deve sempre esistere una

colpa o un dolo

 

E se io ignoro di essere sieropositivo non posso essere

colpevole di niente, mi pare ovvio

Ovviamente la responsabilità oggettiva

si applicherebbe solo alle malattie sessualmente trasmissibili

in quanto causate da una maledizione divina per la promiscuità sessuale.

 

Altrimenti mi immagino il vostro datore di lavoro farvi causa

per le ore di lavoro che avete fatto perdere all'azienda

a casa di quell'influenza che avete portate in ufficio.

:)

Sì - ma  qui parlo come giurista - è anche per

questo che esistono i Principi Generali del Diritto

 

Per evitare che - di volta in volta - possano crearsi delle

situazioni da caccia alle streghe

 

Da qui, oltre la codificazione, l'elaborazione di una Scienza

del diritto, che dovrebbe vigilare sulle nuove codificazioni

( anche se spesso questo aspetto in una società governata

dal sensazionalismo "pop-democratica" funziona peggio che

nella società borghese classista )

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