Jump to content

Social Experiment: il palcoscenico del mondo gay (disco, social network…)


Recommended Posts

(è la seconda volta che posto sul forum, non ero sicuro in quale sezione postare)


 


Ho visto ci sono altri vari topic sul “mondo gay”, ma vorrei porvi una domanda o meglio sapere il vostro parere in generale:


- che vita sociale avete? siete ghettizzati nel locali gay con amici gay, avete anche amici etero, ecc?


vi fa sentire protetti avere amicizie esclusivamente//prevalentemente gay?


 


Spiego meglio ciò che ho fatto:


 


Qualche tempo fà ho fatto una sorta di esperimento, un po’ da stalker lo ammetto, su gente a caso, fra chat (Planetromeo) e i loro rispettivi profili su Facebook, e i loro amici/conoscenze. 


(premetto non ho mai creato profili fake su Facebook, mi sono solo limitato a vedere ciò che era lasciato come “pubblico” e visualizzabile sulla bacheca e gli amici).


 


Ho creato profili fake in chat in più città (Bologna, Roma, Milano), facendo da esca, e aspettando che la gente mi contattasse:


per prima cosa era evidente la superficialità di come le foto di un figone attirassero la gente molto di più rispetto a un ragazzo-average con foto e descrizione interessante (anche contattando le stesse persone con 2 fake diversi), roba da anche 30 messaggi diversi in 2 minuti, solo per un po’ di muscoli e un petto villoso.


Quelli con più visualizzazioni (ovviamente i più boni o quelli che ci stanno da anni), conoscono gente da tutta Italia, a tal punto da ricreare una vera rete di persone che fra loro si sono trombate per osmosi.


 


Per non parlare dei club per le orge, e di quelli che fra gli “amici” su planetromeo hanno la lista di trombate, con scritto “toro da monta, ve lo CONSIGLIO!” … -.-“ seriously? stile menù del ristorante cinese, consiglio: manzo da monta con funghi a bambù?!…


 


Poi mi sono voluto spingere un po’, uscendo qualche volta in disco gay di cui conosco un po’ chi sono i frequentatori, ho voluto provare a cercarli su Facebook e Instagram.


In particolare ho spulciato i facebook di gente di Bologna per iniziare, e poi attraverso gli “amici conosciuti” anche Milano, Roma, Napoli, rendendomi conto di quanto tutte le amicizie frocie siano collegate, gira e rigira, trovavo sempre le stesse persone, in particolare fra la gente “nota” del giro: dj, fotografi, ballerini, baristi, pr, e i frequentatori assidui.


 


Tizio.A di Bologna conosce B di Milano che conosce [.....] che conosce W di Firenze il cui ragazzo è l’ex fidanzato di A che ora vive a Roma, che l’ha lasciato perché A si è scopato D che è amico di B e F che li hanno fatti conoscere…per rendere l’idea.


Oppure gente “cool e nota”, che per ogni immagine profilo ha 150 e passa di “mi piace”, e altrettanti “che boOo0oOno!” “ciao bbello:-)”, di gente che ovviamente vuole fargli vedere il soffitto della propria camera.


 


Personalmente ho iniziato a frequentare discoteche gay solo nell’ultimo anno, mai con il fine di rimorchiare ma solo per divertirmi con gli amici; ma non ci vuole molto per rendersi conto di quanto ristretto sia l’ambiente, non è poi così diverso dall’ambiente scolastico, 


i fighi frequentano fighi, e uno sconosciuto le prime volte viene subito catalogato, dal fisico, dai vestiti, dai suoi amici, dal “se ci sta o no”…


 


Non importa quanto tu sia in buona fede, la maggior parte della gente se non sei “bono” ti guarda con la puzza sotto il naso; soprattutto le checche sfrante, e se attacchi bottone con qualcuno a caso penseranno che ce stai a provà.


Potete dire che è ovvio, in disco ci si va per rimorchiare…ma poteva essere qualsiasi altro contesto gay-friendly, l’attaccare bottone con uno sconosciuto è visto come “volerci provare”, l’unica eccezione che ho notato è l’Università, ma solo se si fa amicizia all’inizio dell’anno; prima di aver sentito da altri che tizio è gay.


 


Alla fine, in una città non piccola come Bologna, ma immagino sia lo stesso per Milano o Roma, esistono un numero ristretto di gruppetti gay, e fra università, chat, disco, e amicizie, tutti “conoscono” tutti, senza in realtà conoscerli minimamente.


Mi è capitato di parlare con altri ventenni che avevano fatto coming out da poco, che magari volevano cercare amicizie con gente coetanea, e in discoteca o nelle associazioni venivano ignorati con gli stessi meccanismi sociali con cui al liceo si crea il gruppo cool e gli “outcast”.


Bah un bel paradosso per persone di organizzazioni che dovrebbero battersi contro le discriminazioni e i nostri diritti…


 


Adesso non so se è un meccanismo di difesa della propria psiche, il fatto di circondarsi di “simili” e crearsi gruppi stretti e escludenti gli sconosciuti, ma ho notato che le stesse persone "fighe", sono le più in difficoltà quando si tratta di intrattenere una conversazione con uno sconosciuto,


l’autostima dei ballerini sparisce, la creatività artistica dei fotografi svanisce, le sfrante hipster diventano mute, e le drag queen così spavalde nella comfort zone, nella vita normale sono ciccioni pelati con l’autostima sotto terra… 


 


PS: Finisco dicendo che ho fatto tutto ciò per “curiosità”, non fraintendete, non c’è nessun risentimento o invidia per nessuno, né perché sono uno stalker senza vita sociale hahaha, alla fine ho provveduto a eliminare i fake, e neanche volevo dare l'ennesimo stereotipo.


 


Per finire vorrei sapere il vostro parere:


Come è il vostro rapporto con questo ristretto palcoscenico?  


non intendo solo le discoteche, ma l'intera sfera sociale, le chat, le amicizie, le relazioni, i social network, ecc in generale


inoltre ho notato che l’Università è quasi essenziale per crearsi un giro di amicizie omosessuali che esulino dal “mondo gay” descritto, ma uno che fa coming out e non frequenta ambienti universitari cosa dovrebbe fare? da molte discussioni che leggo qua, vedo in molti giovani, soli e esclusi...


  • Replies 221
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • NewComer

    62

  • Hinzelmann

    48

  • Sampei

    20

  • FreakyFred

    17

Secondo me, i giovani soli ed esclusi che vedi in giro, non sono tali perchè sono gay.

 

Comunque, se senti la necessità di avere amici gay ''seri'' li puoi trovare ovunque...in scala molto ridotta, ma puoi trovarli. E' verissimo che in chat 9 persone su 10 si iscrivono per trombare, però quell' 1 su 10 può essere una persona seria con cui è possibile uscire, bere qualcosa, chiacchierare, avere un normale rapporto. 

Appena iscritto ad una chat mi spaventai anch io per la superficialità che caratterizzava quell' ambiente, poi ho visto che qualche sano di mente esiste anche li. Basta cercare :)

Sì, secondo me sei uno stalker che dovrebbe farsi una vita vera

fatta di amici e amiche vere - etero, gay. lesbiche, bisex, trans-

e farti meno paranoie su come gli ALTRI vivano la loro sessualità.

 

A me la sola idea di fingermi un palestrato irsuto su Facebook

per vedere quanti mi calcolano rispetto ad adesso

mi metterebbe una tristezza che non puoi capire.

 

Sì. Ci sono dei ragazzi che rimorchiano molto più di me.

E francamente sarebbe strano che fossi io il più figo d'Italia.

E - se anche lo fossi - non riuscirei ad accontentare tutti.

 

Mai mai e poi mai alle Superiori io ho visto il gruppetto dei cool e quello degli outcast

se non fosse nei film americani degli anni '80-'90.

 

Perché non provi a parlarci di te prima di parlarci degli ALTRI?

Perchè ritieni la vita un palcoscenico ristretto ? Di persone ce ne sono tante, ognuna con la sua testa . In un portale come romeo , un palestrato che riceve molti apprezzamenti è la norma, ma semplicemente per una questione di numeri .

 

Esatttamente, che cosa stai cercando di dimostrare con la tua stalk-ricerca ?

Io ho 20 e stranamente vivendo in una cittá grande come Roma non ho amici omosessuali. Ho un gruppo di amici fidati, ma sono tutti eterosessuali. In vita mia ho conosciuto prettamente solo 3 omosessuali. Uno é il migliore amico di una mia carissima amica, ma non ci sono andato molto d'accordo. Il secondo l'ho conosciuto appunto su una chat. Devo dire che appena iscritto mi spaventai da quello che vidi, almeno una cinquantina di cinquantenne a mandarmi la foto dei loro piselli. Cioé per uno che era casto e puro manco fosse cresciuto in un convento é stato un mezzo trauma. Peró cercando, ho incontrato un turista con cui ho avuto un'avventura, ma nulla di squallido, anzi. É stato tutto incredibilmente romantico, roba da diabete. Il terzo l'ho conosciuto sempre in una chat ed é stato il mio primo ragazzo, che ho frequentato fino a poco tempo fa. Comunque nei mesi della mia scoperta, ho frequentato diverse volte un locale gay a Roma, andandoci con degli amici (tutti etero), ma essendo sempre stato un po'timido, non ho mai rotto il ghiaccio con nessuno. E nessuno mi si é mai filato. Insomma nonostante mi sia approcciato all'ambiente gay solo negli ultimi mesi non ho fatto in tempo per notare tutto quello che hai notato tu. 

Boh, non so, l'esperimento avrebbe potuto ricercare qualcosa di un po' più specifico, mi sembra che ti sei fatto molto sbatti per dimostrare l'ovvietà dell'ovvietà, la scoperta dell'acqua calda che peraltro si può ridimostrare con un paio di noiosi conteggi da seduti alla scrivania.

 

Facciamo che il 5% della popolazione italiana è gay: vengono circa 3.000.000 di persone.

 

Togli gli over 55 che verosimilmente non frequentano più il giro, (in italia sono il 32,6% del totale) e siamo a 2.022.000; togli gli infraquattordicenni che verosimilmente non frequentano ancora il giro (in italia sono il 14,1% della popolazione) e siamo a 1.599.000 persone. Togli le femmine perché non hai studiato le lesbiche e arriviamo a 799.500.

 

Abbatti la cifra con la percentuale altissima dei non dichiarati, dei non consapevoli, dei cattolici che si autoreprimono e compagnia bella, che io provo a mettere ottimisticamente al 60% (ma ho letto stime estremamente più elevate) e siamo a 319.800 persone.

 

Bene, diciamo un numero paragonabile alla popolazione dell'Islanda (320.000 abitanti).

 

E' un numero miserrimo, infatti in Islanda sono talmente pochi che non hanno nemmeno bisogno dei cognomi.

Sfido io che si conoscono tutti.

Se parliamo di "giro" o "circuito"

 

Certo dei problemi li pone perché bisogna spostarsi molto in macchina, poi con la

crisi e le difficoltà economiche non si sa mai bene dove-quando andare, le serate

giuste etc è tutto molto vaporoso ed itinerante

 

Insomma non credo che stiamo vivendo il periodo d'oro della socialità gay

diversi imprenditori poi hanno difficoltà a tenere aperto, proprio

 

So che molti ragazzi fanno gli "snob" e frequentano solo feste universitarie etc

io non vedo perché uno debba limitarsi a fare solo una cosa "gay" nella sua vita

e basta

 

Certo a quel punto diventa "essenziale" e tagli fuori anche chi all'Università non ci va

ma la colpa è soprattutto tua che fai il minimo sindacale

 

Niente impedirebbe al gruppo di universitari di frequentare il bar gay popolandolo o

trasformandolo anche in parte, invece mi pare di capire che ci si tenga alla larga

nè capisco come la prima cosa sarebbe negativa ( il gruppo degli abituali ) mentre

la seconda positiva ( gli abituali dell'università )

 

Anche gli Universitari gay sono un gruppo ristretto rispetto ai gay in generale

a meno che la differenza non la faccia l'assenza della parola gay alla festa universitaria

cioè il fatto di poter disporre di una "tolleranza" garantita dal fatto di essere giovani ed alternativi

senza dover essere gay

 

A quel punto la festa universitaria diventa il rifugio dello studente velato, il fuori sede o che ha

fatto mezzo CO  ed è chiaro che si scende sotto al minimo sindacale ( la differenza rispetto a chi

manda la foto del cazzo per me diventa minima....solo una questione estetica )

davydenkovic90

non ho letto tutto perchè troppo prolisso, comunque ho capito la filosofia generale, e non condivido quasi niente.

condivido quanto scritto da @Almadel nel primo suo capoverso

fatti una vita e smettila di giudicare la gente da un involucro, oltretutto virtuale.

un bacione.

Adesso non so se è un meccanismo di difesa della propria psiche, il fatto di circondarsi di “simili” e crearsi gruppi stretti e escludenti gli sconosciuti, ma ho notato che le stesse persone "fighe", sono le più in difficoltà quando si tratta di intrattenere una conversazione con uno sconosciuto.

 

Anziché ipotizzare meccanismi di difesa altrui, prova a soffermarti su di un meccanismo di proiezione tuo.

Vedi ragazzi che ti paiono cool perché si stan divertendo ad una festa tra loro; li reincontri a far la fila alla posta e, ai tuoi occhi, diventano outcast...sarà mai che non viviamo in un film e che i fantomatici cool son solo ragazzi più disinvolti in alcune situazioni, e più impacciati in altre, proprio come chiunque? :D

Secondo me devi ripetere l'esperimento cercando qualcosa di veramente interessante perché difficile da capire senza dati empirici. Per esempio dopo aver ripartito la gente per età, luogo di incontro, regione, risposta alla domanda "cosa cerchi", lavoro, livello di istruzione,  potresti chederle se è dichiatata, come si percepisce all'interno della società, che cosa vota alle elezioni, che cosa ne pensa dei diritti dei gay, che rapporti ha con l'associazionismo, come si comporta di fronte agli etero, se ritiene concepibile/verosimile costruire per sé una famiglia omoparentale ecc ecc.

 

Allora sì che l'esperimento diventerebbe dannatamente interessante.

daii poverino avete distrutto il suo esperimento!

 

Non so dirti se hai scoperto l'acqua calda o qualcosa che rivoluzionerà le nostre vite..sarà che io sono circondato da etero , etero ovunque! e non mi accorgo di questi gruppi cool !!!

E vi dirò. Avere un gruppo di amicizie gay è positivo e in molti casi inevitabile per avere una vita affettiva.

Quindi avete voglia a criticare secondo i vostri pruriti intimi.

Poi certo c'è il mondo delle discoteche, delle associazioni e simili. Ma la maggior parte dei gay non ne fa parte, semplicemente è meno appariscente e voi notate solo i muscolosi di plastica, anche quando li criticate.

 

 


notate solo i muscolosi di plastica, anche quando li criticate

Fra l'altro anche utilizzare questo dispiego di armamenti per dimostrare l'esistenza di forme di segregazione spontanea della popolazione in base all'aspetto fisico mi pare un po' eccessivo, perché tanto anche qui si tratta di un fenomeno palese, assodato e visibilissimo nell'intera popolazione umana.

 

Forse in ambito omosessuale quello che uno ne può ricavare è che la segregazione in base all'aspetto fisico è un po' più radicale e marcata, ma anche qui il dato è scontato, perché alla fine l'unico elemento universale di aggregazione spontanea degli omosessuali è il sesso, non c'è altro.

 

Secondo me, comunque, puoi essere molto più ambizioso nelle tue ricerche.

 

 


alla fine l'unico elemento universale di aggregazione spontanea degli omosessuali è il sesso, non c'è altro.

 

 

Un po' drastico, ammettiamolo . Esiste anche il senso di trovarsi tra simili, di trovare gente che la pensa come noi . Il sesso è una grande componente nella vita di ognuno ma esistono tantissimi altri fattori che fanno scegliere una compagnia di omosessuali .

Io personalmente però - devo dire la verità - questa

sensazione di trovarmi a Santa Monica o a West Hollywood

a Firenze non ce l'ho.

 

Non intendo i miei amici o il mio giro di amici, che potrei aver

selezionato sulla base di una reciproca intesa, dico proprio

"gente in giro" o che vedo in un bar o in un locale

 

Anche la cd "checca sfranta con la puzza sotto al naso"

a prescindere dal fatto che non si sa bene mai quale sia

l'esatto confine per collocare certe espressioni ( quanto

bisogna essere checche per essere sfrante ? ) per me

è affiancata da un panorama molto più ampio di checche

( e non lo dico in termini virtuosi...nel senso che ci può stare

tranquillamente la checca pazza o fuori di testa, la sfigata

l'alcolista etc che tendono più a sentirsi giudicate che a

giudicare ; come anche poi esempi meno coloriti o diversi

o virtuosi o quel che volete )

 

Vedo - perchè questo l'ho sempre visto - una timidezza, una difficoltà

a parlare con persone non conosciute ( che chiaramente nel rimorchio si

supera perchè è NECESSARIO ma può non superarsi se manca la necessità

questo in effetti sì, lo vedo...)

 

 


Esiste anche il senso di trovarsi tra simili, di trovare gente che la pensa come noi

 

Il fatto di avere in comune l'orientamento sessuale non mi pare implichi il pensarla uguale, al massimo la si pensa uguale su diritti civili, omofobia etc. ma per il resto ci sono differenze anche radicali. Per dirne una, visto che il topic riguarda (anche) i locali, c'è una fetta del popolo gay che li adora e un'altra, magari meno consistente (a cui appartiene il sottoscritto XD), che li detesta.....poi si potrebbe citare l'approccio alla sessualità (quelli del sesso fast food vs quelli del "ragazzo serio"), o anche l'orientamento politico

Trovarsi fra "simili" non significa certo "pensarla uguale"

 

Ragionando in questi termini voi non fate altro che proiettare

sui vostri "simili" l'orrore - il vostro orrore - per una presunta

"uniformità", che non esiste realmente

 

La cosa divertente è che non vi rendete conto del fatto che

agendo in voi la paura, inevitabilmente create stereotipi di

gay che non vi piacciono....esattamente come fanno gli etero

 

Se un gruppo di persone dovesse necessariamente

pensarla uguale su tutto per poter frequentarsi, nessuno

frequenterebbe nessuno e l'unica frequentazione possibile

fra gay, sarebbe per l'appunto sessuale perchè meramente

motivata dall'istinto, dalla libido

 

Che poi uno consumi un sesso veloce, o vada alla ricerca di

un fidanzato fisso con cui far coppia nella speranza di una

felicità individuale, poco cambia

 

Si tratta di due modi di vivere l'omosessualità che nel 2014

sono entrambi "primitivi" ( possono andar bene al limite per 

un gay già 40nne )

 

Per questo non c'è molta differenza - se non estetica - fra chi

in chat vi spedisce la foto del pene, e chi invece cerca un uomo

"speciale" siete molto più simili di quanto non pensiate

Secondo me devi ripetere l'esperimento cercando qualcosa di veramente interessante perché difficile da capire senza dati empirici. Per esempio dopo aver ripartito la gente per età, luogo di incontro, regione, risposta alla domanda "cosa cerchi", lavoro, livello di istruzione,  potresti chederle se è dichiatata, come si percepisce all'interno della società, che cosa vota alle elezioni, che cosa ne pensa dei diritti dei gay, che rapporti ha con l'associazionismo, come si comporta di fronte agli etero, se ritiene concepibile/verosimile costruire per sé una famiglia omoparentale ecc ecc.

 

Allora sì che l'esperimento diventerebbe dannatamente interessante.

hai dimenticato la domanda fondamentale per la scientificità del questionario:

sei uno di quelli che porta le infradito coi calzini???

25 anni, provincia di Milano.

Ho una vita normale, ho prevalentemenre amici etero, ma anche gay; studio, nuoto in agonismo, frequento sia locali friendly che locali etero (così etero che un buttafuori giocherellava con grindr), anche se ho una netta preferenza per i primi.

 

Posso dirti che con i social net si è veramente in stretto contatto con tutti, capita che una sera uno ti vede e ti aggiunge, e tu da spettatore/stalker pensi che tra di noi ci siano state scopate gargantuesche. Non è sempre come sembra. Soprattutto perchè le "scopate occasionali" non ti chiedono l'amicizia su fb :lol:

Su, non fate le punte ora, che avete capito benissimo che cosa significa "pensarla come noi" .

 

E' ovvio che siamo tutti diversi l'un l'altro, è comunque anche innegabile che nel vissuto, nel poter parlare di ragazzi, di diritti e di confronto è più facile trovare pensieri come i nostri tra maschi gay anzichè tra altri . Senza avere per forza orrore per l'eterouniformità .  E' il motivo per cui i giovani frequentano le associazioni d'altronde : il trovarsi "tra simili" .

Che per frequentare delle persone non sia necessario pensarla uguale è evidente, il punto che volevo sottolineare era un altro: la "similitudine" di cui si parla in questo caso, ossia l'avere lo stesso orientamento sessuale, secondo me non è assolutamente un fattore aggregante, come non lo è ad esempio, faccio un esempio esagerato, l'avere lo stesso colore di capelli o tifare la stessa squadra di calcio

 

Il fatto che un ragazzo sia gay come me, parlo del mio caso, non me lo rende automaticamente né più simpatico, né mi fa necessariamente sentire più a mio agio stare in sua compagnia (anzi, per l'ultima di solito l'esatto contrario XD): al di fuori delle cose citate da GhostHunter (poter parlare liberamente di ragazzi, stessa visione in materia di diritti, problematiche simili nella vita di tutti i giorni..) se una persona è radicalmente diversa da me quanto a carattere, interessi etc il fatto che abbia il mio stesso orientamento sessuale non è sufficiente per farmela piacere....tant'è che, al momento, mi sono sempre trovato molto più a mio agio coi miei amici che benchè etero hanno interessi e carattere simili al mio, che con ragazzi gay che ho conosciuto che, fuorché l'essere gay, con me non avevano nulla in comune

 

Ho specificato che è una visione personalissima e basata su esperienza soggettiva, ma da altre discussione che ho letto in passato mi pare che molti abbiano opinioni simili in merito

 

@GhostHunter77 : per le associazioni ovviamente i motivi di aggregazione sono quelli che tu descrivi, le persone si ritrovano attorno ad una associazione proprio perchè hanno in comune una visione simile su alcuni argomenti cardine. Il topic però mi sembra più focalizzato sulla parte social+locali (quella che gli anglosassoni chiamerebbero gay-scene), e in questo particolare ambito secondo me vale quello che ho detto sopra: chi va nei locali ci va o perchè gradisce la disco come luogo di divertimento, o per rimorchiare, o entrambe le cose, non certo per il calore dato dal trovarsi fra simili 

Ma non è così per caso

 

E' così perché per essere e sentirti "integrato" nella Società

eterosessuale devi disaggregarti dalla comunità omosessuale

 

Ed è per questo che - anche se non lo dici - è chiarissimo per tutti

noi che

 

"non mi deve piacere per forza" ( ovvio )

 

significa in realtà

 

" tendenzialmente non mi deve piacere"

 

( se non lo stretto necessario a trovare un partner sessuale )

Ma non è così per caso

anche se non lo dici - è chiarissimo per tutti

noi che "non mi deve piacere per forza" ( ovvio )

 significa in realtà

 " tendenzialmente non mi deve piacere"

 ( se non lo stretto necessario a trovare un partner sessuale )

quoto e condivido in pieno.

Ma non è così per caso

 

E' così perché per essere e sentirti "integrato" nella Società

eterosessuale devi disaggregarti dalla comunità omosessuale

 

Ed è per questo che - anche se non lo dici - è chiarissimo per tutti

noi che

 

"non mi deve piacere per forza" ( ovvio )

 

significa in realtà

 

" tendenzialmente non mi deve piacere"

 

( se non lo stretto necessario a trovare un partner sessuale )

 

La risposta che hai dato parte da un punto di vista un (bel) po' malfidente :D

 

Provo a spiegare, partendo da due stereotipi (con tutti i limiti che questo comporta, ma è per tentare di essere più chiaro). Con un gay del tipo "locali, sesso e palestra" non vado d'accordo e non sono a mio agio esattamente come non mi accade con l'etero "figa, calcio e playstation", sono più "nerd" come tipo di persona e tendenzialmente mi trovo a mio agio con miei simili, dal punto di vista caratteriale. Trovare un etero "nerd" (dove con questo termine, che uso solo per semplificare e senza alcuna cattiveria, intendo persone più tranquille, noiose per alcuni, che non vanno a ballare etc..) è indubbiamente più facile che trovare un gay di questo tipo: un po' è per una semplice ragione statistica, dato che i gay sono una frazione ridotta della popolazione totale e che i gay "nerd" sono una frazione di quella frazione, ma un po' è anche perchè tendenzialmente la socialità gay gira molto di più attorno discoteche et similia di quanto non sia per gli etero.

 

In sintesi: che tu ci creda o meno, io fino ad ora ho avuto a che fare solo con persone gay più vicine al tipo descritto all'inizio, e quindi con loro non ho sentito una gran spinta a legarmi, non ci trovo nessun pregiudizio conscio o inconscio, semplicemente non c'è affinità caratteriale. Ad esempio, alcuni amici della mia migliore amica (ragazzi gay) con cui ho avuto modo di parlare molte volte, quando escono con gli altri amici gay vanno quasi sempre in disco; le cose più easy tipo, che ne so, cena a casa di amici, birra e chiacchiere, cinema, sono cose considerate noiose o "da sfigati": a me piace far quello però, se uscissi con loro dovrei piegarmi invece a far costantemente cose che non mi piacciono. L'alternativa è cercare persone che trovino divertente quello che io trovo divertente, e fino ad ora ne ho trovate solo fra gli etero.

 

Non si può sempre ricondurre queste situazioni a omofobia interiorizzata, voglia di distacco per essere accettati dalla società etc.., bisognerebbe anche ammettere, senza che ciò comporti un giudizio positivo o negativo in merito, che IN MEDIA i gay sono fatti in un certo modo (per quanto riguarda gli aspetti di cui sto parlando, come la socialità, ovvio che per il resto ogni testa è un caso a parte): per chi ci ritrova affine, la socialità con altri gay è molto facile, per chi invece, per sua sfortuna, ha tratti molto diversi dalla media (come il sottoscritto), trovare sintonia con altri gay è molto più difficile.

@NewComer, per curiosità: che interessi hai?

"Nerd" per me significa: fumetti, serie tv, giochi di società, videogame

e - più o meno - ci rientra il 90% di chi è iscritto a questo forum :)

La risposta che hai dato parte da un punto di vista un (bel) po' malfidente

 

Mi devi riconoscere che lo è in maniera del tutto scoperta

 

 

 

sono più "nerd"

 

Io ho dei problemi con questo termine...perché negli USA ha un certo

significato: designa i "secchioni" in un contesto scolastico in cui il successo

"sociale" ( sport, ballo di fine anno e poi Alpha-Lambda al college etc ) è essenziale

tanto se non più di quello scolastico

 

Io onestamente sono cresciuto in una scuola diversa, in cui ci si divideva "politicamente"

o in maniera del tutto generica fra "ribelli" e "figli di papà"

 

I gay in massima parte erano figli di papà...e se erano ribelli lo erano per riscattare

la propria omosessualità

 

Ma la mia adolescenza è certamente "primitiva"

 

Solo che osservo, oggi, tantissimi giovani gay che si definiscono "nerd" e a me paiono

in tutta franchezza ( lo dico senza sottintesi "cattivi" ) semplicemente asociali

 

Sono consapevole di osservare il fenomeno dall'esterno con l'agio di un'altra età

però la mia sensazione è questa...non so se l'uso di questo termine sia un vantaggio

se serve solo a definire una situazione di difficoltà e basta

@Almadel serie TV (sto riguardando ora tutte le 9 stagioni di X-files in lingua originale XD) e giochi di società celo, fumetti e videogame manca :D comunque intendevo più che altro l'aspetto di socialità legato al termine, forse era più corretto "l'outcast" usato più sopra, non so...intendevo la tendenza ad una socialità un po' più casalinga, più tranquilla, rispetto a quella dei frequentatori di discoteche legati di solito ad una immagine più "cool", per usare il termine del topic

 

Lo so che è un uso improprio del temine "nerd", la spiegazione rigorosa del termine l'ha data Hinzelmann, l'ho usato solo come categoria semplificata, stereotipo appunto, per rendere meno contorta la spiegazione. Credo che il senso complessivo si sia capito.

 

So anche che, come hai detto, molti qui nel forum hanno un approccio simile al mio al "mainstream" gay, infatti ho specificato che non penso che il gay non discotecaro non esista, ho detto solo che, per esperienza personale, i gay discotecari mi sembrano una maggioranza, e quindi trovare uno che faccia parte della minoranza, se anche non impossibile, è a volte molto difficile.

 

Mi viene in mente una discussione sull'argomento che avevo letto tempo fa sempre qui sul forum, in cui si diceva che questa difficoltà è probabilmente anche dovuta al fatto che mentre per il discotecaro c'è il luogo di ritrovo istituzionalizzato, la disco appunto (come a dire, se ti piace ballare e vuoi trovare tuoi simili basta che vai in disco), per il gay più tranquillo ovviamente, comportando una socialità meno "settorializzata", i luoghi istituzionali mancano o sono molto meno: secondo me è una spiegazione molto valida.

 

@Hinzelmann no ma infatti non ho detto che fosse una malfidenza fra le righe tipo comare in parrocchia :) però anche su questa ultima risposta mi spiace ma non sono d'accordo: non credo che chi si ritiene o è un po' più estraneo rispetto ala "gay scene" sia per forza un asociale che usa l'essere "nerd" come alibi. Io personalmente di amici ne ho eccome, semplicemente sono quasi tutti miei "simili" e non si va praticamente mai a ballare, ma per il resto di cose ne facciamo.

@Hinzelmann ti faccio una domanda per capire meglio il tuo punto di vista. Tu quindi ritieni che non ci sia un modello maggioritario di socialità gay che prevede il divertirsi in un certo modo (locali, disco, ballare) rispetto al quale uno, benchè gay, possa sentirsi inadeguato o comunque non a proprio agio? Pensi quindi che il non sentire affinità con la (presunta) maggioranza in virtù di questo modello sia sempre in realtà riconducibile ad altro, tipo voglia inconscia di essere accettati dalla società a maggioranza etero?

Per quanto riguarda la "scena gay" io però non posso che ripetermi

 

Abbiamo la Settimana gay di Barcellona in Italia? No

Abbiamo il white party di palm spring? No

Abbiamo lo struscio di Tel Aviv? Neanche

Lo spring break di Fort Lauderdale? Ma dove...

 

Cioè io mi chiedo quando a Firenze passo dallo Yag, al Piccolo

al Crisco allo Shortbus cosa vedo...?

 

Vedo questa scena gay che tu delinei?

 

Obiettivamente non essendo un palestrato-discotecaro perso-ventenne

non ho nessun interesse personale a ridimensionare un ipotetico problema

del genere

 

Se vedessi gay palestrati in mutande bianche con perfetta abbronzatura

ed età giusta...non avrei motivo per dirlo dato che non sono nessuna di

queste cose o persone

 

Ma piaccia o non piaccia non è ciò che vedo...ed io a Barcellona, Berlino Los

Angeles Tel Aviv etc ci sono stato

Scusa ma uno piace la discoteca non è necessariamente un bono palestrato, ci sono anche discreti ciospi o ragazzi fisicamente normalissimi che amano la disco... è una questione, appunto di gusti in merito al come ci si diverte.Il divertirsi o meno a ballare in discoteca non dipende mica dalla propria prestanza fisica, diepnde da se ti piace o meno come ambiente e come attività da fare con gli amici.

 

Io vivo a milano, le cose che hai citato ovviamente non le ho mai viste, ma ti assicuro che di gay scene fra serate a tema etc.. ce n'è, non ai livelli di una metropoli americana o di Barcellona, ma c'è. E i gay milanesi, come ti dicevo, contano molto su di essa per la propria vita sociale.

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...