Olimpo Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 (edited) una domanda che mi sono sempre fatto è : esiste la lesbofobia oppure è un termine inventato? Sia chiaro, non sto dicendo che le lesbiche non siano discriminate o non siano vittime della società attuale. Vittime lo sono e per tanti motivi. Sono condannate all'invisibilità e all'incomprensione. Ma davvero la società ha paura di loro? Per questo motivo il termine ''lesbofobia'' secondo me non ha senso. Perché non esiste la paura delle lesbiche nell'immaginario collettivo. Esiste , piuttosto, la paura dei gay (passivi) perché minacciano l'ideale di 'virilità' inventato dalla società eterosessista . Esiste anche la paura per gli omosessuali attivi (i cosìdetti ''sodomiti'') perché è un incubo di ogni uomo eterosessuale essere ''sodomizzato'' da un altro uomo e quindi perdere in questo modo la virilità. Ad un uomo etero spaventa l'idea di essere sottomesso da un altro uomo. Un uomo etero odia essere trattato come una donna da un altro uomo. Per cui nella società esiste una paura dell'omosessualità maschile, che viene manifestata attraverso non solo un linguaggio violento e derisorio, ma anche attraverso la violenza fisica, il bullismo e la discriminazione diretta. Ma in che modo si manifesta la cosìdetta lesbofobia? Quando leggo tutti quei casi di cronaca di uomini eterosessuali che picchiano o violentano donne nel tentativo di riparare la loro omosessualità io francamente non ci leggo nessuna vera e propria ''fobia''. La fobia semmai (ed è lecita) sta dalla parte delle lesbiche, ma non di certo dalla parte degli uomini eterosessuali. Anche fra donne eterosessuali non esiste un reale timore o paura dell'omosessualità femminile. Infatti le donne etero non sono spaventate dall'idea di essere scambiate per lesbiche, basta che andate a fare un giro su fb e vedete foto di ragazzine che si baciano fra loro e si dicono ''ti amo'' e così via. Oppure postano sul proprio stato '' in relazione aperta con un'altra ragazza''. La lesbofobia dunque non esiste! Esiste la discriminazione e la violenza verso le lesbiche, che però non nasce da una paura, bensì dal piacere. Il piacere di ''sottomettere'' e di ''controllare'' una donna, colpevole di non dipendere dall'uomo. Gli uomini etero (alcuni ovviamente non tutti) sono violenti nei confronti delle lesbiche non perché ne hanno paura, come succede nel caso degli omosessuali maschi, ma perché vogliono affermare la loro idea di superiorità e non possono accettare che una donna rifiuti le loro avances. Quanto alle donne eterosessuali, devo ancora trovare una che non fosse ''lesbofila''. Edited August 27, 2014 by Olimpo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 Quando leggo tutti quei casi di cronaca di uomini eterosessuali che picchiano o violentano donne nel tentativo di riparare la loro omosessualità io francamente non ci leggo nessuna vera e propria ''fobia''. Scusa, ma non credo tu possa citare dei casi del genere Se un omofobo mi picchia o mi stupra con un manico di scopa ho paura pure io che sono gay... Con l'espressione "omofobia" non si indica solo la paura irrazionale, ma anche l'odio o l'aggressività ( che poi qualcuno possa ipotizzare che alle spalle di odio e aggressività si celi una paura inconscia, mentre altri in modo del tutto legittimo pensino che l'aggressore sia solo "stronzo" è un altro paio di maniche ) Insomma di fronte alla violenza ci sono aggressori e vittime, non credo ci sia una differenza fra gay e lesbiche Poi sul resto magari si può discutere, ma dei paletti alla discussione vanno messi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Olimpo Posted August 27, 2014 Author Share Posted August 27, 2014 Scusa, ma non credo tu possa citare dei casi del genere Se un omofobo mi picchia o mi stupra con un manico di scopa ho paura pure io che sono gay... Con l'espressione "omofobia" non si indica solo la paura irrazionale, ma anche l'odio o l'aggressività ( che poi qualcuno possa ipotizzare che alle spalle di odio e aggressività si celi una paura inconscia, mentre altri in modo del tutto legittimo pensino che l'aggressore sia solo "stronzo" è un altro paio di maniche ) Insomma di fronte alla violenza ci sono aggressori e vittime, non credo ci sia una differenza fra gay e lesbiche Poi sul resto magari si può discutere, ma dei paletti vanno messi Per me in effetti non c'è differenza fra l'aggressione verso una lesbica e l'aggressione verso un gay, nel senso che sono entrambi degli atti disprezzabili che meritano una condanna da parte della legge. quello che volevo sottoilneare però è cosa si nasconde e si cela dietro questi atti. Perché nel caso delle aggressioni verso le lesbiche, di tutto si può parlare meno che di paura inconscia. io intendo l'omofobia in senso letterale cioè come ''paura degli omosessuali''. E' un fenomeno che esiste, collegato ad aggressioni e discriminazioni, ma il significato letterale è paura. Non credo che esista una paura del lesbismo nell'immaginario collettivo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 Diciamo questo non puoi mettere sullo stesso piano la mia legittima paura perché me stanno a massacrare ed una fobia Non solo ovviamente io sono la vittima del crimine, ma la mia è una paura del tutto razionale, non una "fobia" Poi possiamo discutere se dietro l'odio di un maschio etero si possa nascondere una sua fobia per una donna che può fare a meno di lui e rifiuta di accondiscendere ad un immaginario maschilista, tale per cui la donna è solo un oggetto sessuale per il maschio etero, o no Questa seconda parte è discutibile, anche se non mi pare sia così inverosimile...ma lascio parlare le lesbiche Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Sampei Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 Ma infatti, come dice @Hinzelmann l'omofobia è termine onnicomprensivo che non si riduce alla fobia pura e semplice intesa nel senso di paura; la "paura del diverso" è un tentativo di spiegazione di un comportamento più generale di ostilità, aggressività, diffidenza, pregiudizio, presa in giro, prevaricazione, discriminazione ecc che la maggioranza tende a manifestare nei confronti della minoranza. In questo le lesbiche possono purtroppo essere a pieno titolo ritenute vittime di lesbofobia. La lesbofobia esiste eccome ed esiste anche a livello concettuale: il tamarro che picchia due ragazze che si baciano al ristorante per punirle, il politico che dice che vedere due donne che si baciano in pubblico è un oltraggio al pudore, il maschio che stupra intenzionalmente la lesbica per convertirla... pensa già solo ai connotati di questi gesti: "punire", "oltraggio", "convertire"... la valenza ideologica è palese e fortissima. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Rotwang Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 Secondo me Olimpo è l'ennesimo troll Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Olimpo Posted August 27, 2014 Author Share Posted August 27, 2014 Diciamo questo non puoi mettere sullo stesso piano la mia legittima paura perché me stanno a massacrare ed una fobia Non solo ovviamente io sono la vittima del crimine, ma la mia è una paura del tutto razionale, non una "fobia" Poi possiamo discutere se dietro l'odio di un maschio etero si possa nascondere una sua fobia per una donna che può fare a meno di lui e rifiuta di accondiscendere ad un immaginario maschilista, tale per cui la donna è solo un oggetto sessuale per il maschio etero, o no Questa seconda parte è discutibile, anche se non mi pare sia così inverosimile...ma lascio parlare le lesbiche no non penso di essermi spiegato del tutto.. io non mi riferisco alla ''paura'' delle vittime .....che esiste, sia le lesbiche sia i gay hanno ''paura'' di essere picchiati.... se non avessero paura non sarebbero umani.. ognuno di noi ha paura solo ad immaginarsi certe scene... io mi riferisco alla paura che muove gli aggressori perché nel caso degli attacchi a sfondo omofobo si può parlare di una ''paura inconscia'' verso l'omosessuale maschio... mentre non so se si possa fare lo stesso con gli attacchi contro le lesbiche... le lesbiche non costituiscono una minaccia o un ostacolo, quindi non fanno ''paura'' in questo senso. il fatto che la società non provi paura nei loro confronti, non significa tuttavia che queste siano esenti da discriminazioni, ingiustizie e cattiverie. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ibisco Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 (edited) Nei maggiori dizionari non ho trovato la parola "lesbofobia" ma credo sarebbe più che opportuno introdurla.Mi è tornato in mente un passo del libro "Surfaces and Essences" di D.Hofstadter ed E.Sander sull'effetto Sapir-Whorf, riporto il paragrafo alle pagine 123-124 perché credo sia una riflessione metalinguistica molto interessante. Fatemi sapere cosa ne pensate. The Sapir-Whorf EffectThere are cases where one language pleasingly fills in some small zone, yet for some reason others do not follow suit. In such cases, it can be argued, speakers of that language benefit from the extra concept thus provided for free by their language. Let's take an example from American culture. There is an ancient disreputable business practice related to the timeless con game played with three shells on a table, in which an unsuspecting customer is lured by an attractive offer but then is told that that particular item is unfortunately out of stock or slightly outmoded, or that for some reason they are not eligible to buy it; then, in its place, another item, far more expensive, is aggressively pushed on the customer.Variations on this theme are legion. For instance, a family seeking to buy a car is shown a model that they gush over. The wily dealer, quickly picking up on their strong interest,initially tells them that their down payment will be just $2,000. Delighted, the family eagerly says they want to buy, but then, when it comes to signing the contract, they are told that for some technical reason that they don't fully understand, the amount will “unfortunately” have to be “just a little bit higher” — and sooner than they can count to three, it has slid from $2,000 all the way up to $6,000.People who rent cars will also be familiar with very tempting offers that give the impression that one can rent a car for a nominal sum, but when one shows up at the agency, one invariably discovers that the conditions for such a rate are very restrictive, and so in the end one winds up paying at least twice the rate quoted in the ad.Such disreputable techniques, which often work like a charm, bear the evocative name, as our readers surely know, of “bait-and-switch”. The category is broader than might be supposed. For instance, here is a case that in some ways is the flip side of the coin, yet it too counts as an excellent member. During a financial slump, an elegant old house has been on the market for some months with no takers, but one day, buyer A shows up and offers $1,000,000 for it. Shortly thereafter, by coincidence, Buyer B arrives and ups the ante to $1,050,000. The seller is ready to let B have it for the higher offer, but then along comes buyer C, who raises the stakes all the way to $1,200,000. On hearing this, both A and B immediately drop out of the bidding and out of sight, angry to have been displaced after weeks of negotiation. And now, buyer C, having gotten rid of the competition, is much freer to maneuver than before. After having some inspections made, C suddenly declares,“Oh, what a shame — I can't stick to my previous offer, because the inspectors found some serious problems; nonetheless, I'm willing to offer $900,000.” At this point, the seller has lost much precious time and is growing desperate, so the house winds up going to buyer C, but for far less than it is actually worth. This is a classic bait-and-switch maneuver, despite the fact that this time the actor doing the bait-and-switch was not the seller but a buyer.The fact that this term exists in English and is daily used by thousands of people means that the idea in great generality (for instance, including the “flipped” case we just gave) is readily accessible and immediately understandable. At first, the existence of this term may not seem of much consequence, since anyone can understand the idea if told a couple of stories of this sort, but in fact the term's existence can help the concept to spread quickly and it also lends a sense of legitimacy to the concept (approaching a sense of total objectivity), since so many people know it. For instance, the existence of the concept and its standard name may well catalyze the writing of laws that seek to squelch the many-headed hydra of this phenomenon. By contrast, a culture in which there is no standard name for this disreputable technique will be less likely to enact laws that prevent it, because the notion is not "in the air"; it's not a recognized regularity in the world that most people are explicitly aware of, even in its more common forms, let alone in its more exotic variants.Thus we see a genuine power that comes along with providing a concept with a name: it allows speakers to spread knowledge of it around easily and quickly, and that in turn allows it to enter public discourse on many levels, and to exert influences both on individuals and on society as a whole.The effect whereby the existence of a term in a given language allows its speakers certain advantages is known as the Sapir—Whorf effect, and although the idea has occasionally been advanced in extreme forms that have lent it a bad name, the fundamental premise is perfectly clear and there can be no denying that it exists. Edited August 27, 2014 by Ibisco Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
StevenRob Posted August 27, 2014 Share Posted August 27, 2014 (edited) Io sono terrorizzato piu delle donne etero che ci provano con me che delle lesbiche ! Edited August 27, 2014 by StevenRob Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted August 28, 2014 Share Posted August 28, 2014 Per me non ha senso parlare di lesbofobia (che comunque è un termine che non ho mai sentito) perché non ha senso distinguere tra due forme di discriminazione che riguardano sempre l'orientamento sessuale. Sarebbe come usare cento termini diversi al posto di "razzismo," uno per ogni etnia sulla faccia della Terra. Tra l'altro il voler legare l'omofobia solo alla discriminazione verso i gay uomini mi pare incredibilmente maschilistica. L'omofobia è discriminazione verso gli omosessuali, che è un termine di genere neutro. La discriminazione verso le lesbiche esiste? Certamente: si chiama omofobia, che come ricordavano gli altri non va intesa in senso "clinico." Nonostante il nome, non è per nulla una fobia in senso tecnico. Detto questo, si può senz'altro fare un discorso su quali siano le differenze tra omofobia verso i gay e verso le lesbiche. Ma se le premesse sono "L'omofobia verso i gay è sempre motivata da paura" allora non si va molto lontano, perché qualsiasi forma di discriminazione può essere giustificata in un modo o nell'altro dalla "paura per il diverso." Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Olimpo Posted August 28, 2014 Author Share Posted August 28, 2014 Per me non ha senso parlare di lesbofobia (che comunque è un termine che non ho mai sentito) perché non ha senso distinguere tra due forme di discriminazione che riguardano sempre l'orientamento sessuale. Sarebbe come usare cento termini diversi al posto di "razzismo," uno per ogni etnia sulla faccia della Terra. Tra l'altro il voler legare l'omofobia solo alla discriminazione verso i gay uomini mi pare incredibilmente maschilistica. L'omofobia è discriminazione verso gli omosessuali, che è un termine di genere neutro. La discriminazione verso le lesbiche esiste? Certamente: si chiama omofobia, che come ricordavano gli altri non va intesa in senso "clinico." Nonostante il nome, non è per nulla una fobia in senso tecnico. Detto questo, si può senz'altro fare un discorso su quali siano le differenze tra omofobia verso i gay e verso le lesbiche. Ma se le premesse sono "L'omofobia verso i gay è sempre motivata da paura" allora non si va molto lontano, perché qualsiasi forma di discriminazione può essere giustificata in un modo o nell'altro dalla "paura per il diverso." Sono d'accordo con te e mi scuso per essermi espresso male, ma io non volevo dire che l'omofobia intesa come discriminazione verso gli omosessuali riguarda solamente la controparte maschile. Io volevo più che altro indagare sulle cause della discriminazione verso le lesbiche, e capire se ci sono ''motivi diversi'' alla base. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted August 29, 2014 Share Posted August 29, 2014 Per me non ha senso parlare di lesbofobia (che comunque è un termine che non ho mai sentito) perché non ha senso distinguere tra due forme di discriminazione che riguardano sempre l'orientamento sessuale. Sarebbe come usare cento termini diversi al posto di "razzismo," uno per ogni etnia sulla faccia della Terra.Tra l'altro il voler legare l'omofobia solo alla discriminazione verso i gay uomini mi pare incredibilmente maschilistica. L'omofobia è discriminazione verso gli omosessuali, che è un termine di genere neutro Mi trovo d'accordo su quanto detto da Loup, rientra sempre nell'omofobia. I motivi che sono alla base dell'omofobia verso le lesbiche, sono speculari a quelli verso i gay. Se per i gay alla base c'è un discorso machista e una sensazione di pericolo immotivata derivata dalla credenza abbastanza cretina di mancanza di mascolinità nella figura dell'uomo nella società di base, la lesbica viene vista come una figura che, non avendo bisogno della figura maschile, è come se negasse il valore della virilità. In altre parole, da una parte c'è chi vede del pericolo totalmente irrazionale in una presunta mancanza di mascolinità nei gay e dall'altra c'è chi vede del pericolo totalmente irrazionale nel fatto che una lesbica non necessita della figura maschile per essere realizzata sessualmente/emotivamente. Un differente modo per essere ostile alle due facce dell'omosessualità, ma che di base vede sempre la messa in discussione della figura e del ruolo dell'uomo e che porta inevitabilmente alle medesime reazioni di astio per entrambi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Olimpo Posted August 29, 2014 Author Share Posted August 29, 2014 Mi trovo d'accordo su quanto detto da Loup, rientra sempre nell'omofobia. I motivi che sono alla base dell'omofobia verso le lesbiche, sono speculari a quelli verso i gay. Se per i gay alla base c'è un discorso machista e una sensazione di pericolo immotivata derivata dalla credenza abbastanza cretina di mancanza di mascolinità nella figura dell'uomo nella società di base, la lesbica viene vista come una figura che, non avendo bisogno della figura maschile, è come se negasse il valore della virilità. In altre parole, da una parte c'è chi vede del pericolo totalmente irrazionale in una presunta mancanza di mascolinità nei gay e dall'altra c'è chi vede del pericolo totalmente irrazionale nel fatto che una lesbica non necessita della figura maschile per essere realizzata sessualmente/emotivamente. Un differente modo per essere ostile alle due facce dell'omosessualità, ma che di base vede sempre la messa in discussione della figura e del ruolo dell'uomo e che porta inevitabilmente alle medesime reazioni di astio per entrambi. Discorso chiarissimo....era proprio questo che volevo sapere attraverso questo topic. Mi trovo d'accordo con quanto scrivi... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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