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Conoscete Simon Amstell?


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Ecco il personaggio è questo qui:

 

https://www.youtube.com/watch?v=I5z3-MFW1q8#t=20

 

Un omosessuale nevrotico che non gioca con i cliché dell'omosessualità,

ma piuttosto con quelli della timidezza e dell'inadeguatezza.

 

Il brano che ho scelto è un po' lungo,

ma lo ho appena conosciuto e lo sto guardando ora...

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https://www.gay-forum.it/topic/28068-conoscete-simon-amstell/
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Me lo son guardato tutto ieri sera, quando l'hai linkato . Molto bravo, mi piace quel tipo di umorismo che sfiora il surreale .

 

Devo dire che il tempo è volato abbastanza ad ascoltarlo e mi chiedo come mai il nostro umorismo invece sia così ancora macchiettista non tanto sulle abitudini sociali quanto sull'appartenenza territoriale. Insomma, se non si parla in dialetto non si ride : "mammamiacommestò" "memma!" "anvedidannàtte" "marehmma maiala!" "op op op din din din!" "dicedicedice...dice..." " 'nchezzenzo?" .

 

Che va bene eh! senza dubbio fa ridere anche quello, ma in certi comici esteri ti accorgi che c'è quel qualcosa di più che qui manca. Basti vedere uno show live di Jim Carrey, o Rick Gervais per citare uno dei più recenti . No ?

secondo me la vera differenza della comicità all'italiana è che deve essere "impegnata" o svacco.....o si fa satira politica con risultati alternanti, o l'alternativa è la comicità popolaresca rai/mediaset, dove per far ridere le vecchiette(la rai) o gli imbecilli(mediaset) si ricorre alla dimensione macchiettistica e dialettale(specie romanesca) e ad altri artifici di pessima qualità. La comicità "alta" deve per forza riguardare argomenti "alti" separati dal quotidiano

la satira politica/intellettuale alla guzzanti(crozza è già una via di mezzo) oppure quella "culturale" alla Dario Fò(imitata anche da Benigni, che pure all'inizio aveva una sua genuina eleganza "popolaresca", sacrificata ora ad un concetto quasi sacrale di "Cultura"). Sono questi i due poli attorno ai quali si articola la comicità "alta". Ne resta fuori l'elemento umano e assolutamente la divulgazione scientifica...e la critica anticlericale(che vabbè è vietatissimaXD)

Intendevo dire che sembra molto difficile

fare comicità gay senza fare la drag-queen

o senza fingersi etero.

 

L'omosessualità è molto difficile da gestire in termini comici.

E' ingombrante persino essere donna o non-bianco

figuriamoci gay! Almeno Amstell è Ebreo e gli Ebrei fanno sempre ridere.

Fullin però gioca sullo stereotipo,

principalmente quello della checca acida

che è familiare anche agli eterosessuali.

 

Amstell invece è un gay complessato

che sembra uscito dal gay-forum:

parte del divertimento è esorcismo.

Beh è positivo che sia dichiarato e quindi non abbia "eterosessualizzato" i partner

( come suppongo avrebbe fatto altrimenti )

 

Però di gay mi pare ci sia poco, non parla di dinamiche tra gay, vita gay, temi gay

in senso stretto

 

Non so se è una scelta ( per evitare polemiche con il mondo lgbt o temi di scarso interesse

per il pubblico etero: fa dei vaghi accenni ai party o rimorchi nel suo mondo dello spettacolo )

O perché essendo un ebreo complessato sono cose che non conosce e non vive in prima persona

 

Questo tipo di comicità anglosassone infatti si regge molto sul racconto di sé anche se ovviamente

deformato in chiave comica e adattato su una certa "autenticità attoriale" ( che è poi il motivo per cui

non esiste in Italia dove la comicità è ancorata alle maschere comiche - anche alte ma pure Dario Fo

quella tradizione innalza )

 

Comunque è certamente positivo

a me ha stupito il fatto che parla della ragazza non ebrea del fratello e del fatto che la famiglia non la vuole accettare e tralascia( o cita facendo di questa storia una metafora?) il rapporto tra l'essere gay e la famiglia. A meno che per questa l'eventualità di un nipote non ebreo sia peggio di non avere del tutto un nipote.

 

Però è chiaro che se si vuole fare questo mestiere e far immedesimare un pubblico prevalentemente etero non può  fare riferimenti gay troppo totalizzanti....o comunque, fosse anche un'altro, facesse riferimenti molto più marcati, dovrebbe comunque interpretare un ruolo da "scimmietta gay"(XD mi viene così) o avere un atteggiamenti assolutamente mascolini

 

 

a me ha stupito il fatto che parla della ragazza non ebrea del fratello e del fatto che la famiglia non la vuole accettare e tralascia( o cita facendo di questa storia una metafora?) il rapporto tra l'essere gay e la famiglia. A meno che per questa l'eventualità di un nipote non ebreo sia peggio di non avere del tutto un nipote.

 

"Mamma, ho due notizie per te: una cattiva e due buone.

Quella cattiva è che sono gay.

Quella buona è che sto con un Ebreo.

E fa il chirurgo."

 

Proprio tu parli che sei Veneto!

Dovresti sapere che è meglio un figlio gay

di un figlio etero che stia con una negra.

:)

A meno che per questa l'eventualità di un nipote non ebreo sia peggio di non avere del tutto un nipote.

 

 

E' vero hai ragione.

 

Ma non è solo questione di "meglio" o "peggio" 

 

Il topos letterario e cinematografico sul gay ebreo che si relaziona alla sua famiglia

e comunità è quello del gay single, che tutti vorrebbero rifilare ad una donna etero

sfortunata o brutta o vedova o divorziata, ovviamente ebrea, facendo finta che non

sia gay

 

Non importa che sia velato al 100% ( questo è un problema più cattolico ) perché trattandosi

di matrimoni combinati, non è necessario amarsi...quindi lo può fare pure un gay, che non

pretenda di "ostentare" la propria omosessualità ( a parole o coi fatti ) e sia capace di riprodursi

 

Ovviamente questo non vale per quei gay che si incaponiscono a veder riconosciuta

la coppia gay in quanto tale dalla comunità, magari scegliendo un partner gay ma ebreo

e scegliendo una sinagoga liberal o reform in cui far passare un concetto simbolico di

"fecondità"

 

E non vale per lui che è un personaggio pubblico gay ( diventerebbe impossibile far finta 

che sia etero ) ed è ateo ( ma non lo è anche perché gay? )

 

Di tutto ciò nel suo monologo non c'è traccia, neanche un cenno...come neanche

al fatto che la sua opinione ( conta solo l'amore ) possa essere inficiata agli occhi della

famiglia, perché lui è gay etc.

 

Non si sarebbe trattato di cambiare argomento, dal mio punto di vista, ma di metterci

qualcosina di gay in più, su questo ed anche sulle sue relazioni coi partners

Torniamo però anche un attimo alla realtà delle cose : è un comico e deve far ridere il pubblico per il cosiddetto effetto specchio, esacerbando piccole manie o credenze che abbiamo tutti . Il suo è un personaggio di finzione e come tale è macchiettistico e di conseguenza non vive con i problemi di tutti i giorni . Rivedo in lui quel tocco di surreale alla Mr Bean in cui il suo esser gay è solo uno dei tanti elementi di sfondo 

Detto in questi termini un comico gay che non abbia un fratello etero non potrebbe neanche fare

uno spettacolo in cui parla della sua famiglia e del rapporto coi figli

 

Il chè per questo tipo di comicità, in realtà autobiografica e non macchiettistica, significherebbe non

poter fare l'attore comico  gay

 

E' così? Può essere forse in Italia che sia così...però allora non resta che fare il camp, cioè non

esiste in assoluto un modo diverso o una alternativa di fare comicità gay

Però il fatto che è nevrotico timido "debole" è di per se un elemento che crea empatia e può attirare le simpatie del pubblico, potrebbe dire molto di più senza fare "scandalo" perchè concentra l'attenzione sui suoi problemi e fa accettare di soppiatto la parte gay. Non c'è rivendicazione, tutto si regge sul presupposto che per il pubblico sia del tutto accettabile e normale ascoltare il racconto del 18enne convertito e quello del "well done". Ed è normale perchè non c'è la rivendicazione e l'attenzione viene dirottata sulla parte emotiva ed esistenziale. Quindi più che il contrasto tra kitsch macchiettistico e autobiografia potremmo individuare la vera difficoltà tra rivendicazione e autobiografia empatica. Certo che se l'alternativa della comicità gay deve nascere da una costola di quella ebraica...XD

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