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L'importanza dell'"etichetta."


NewMarc

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Chi ha mai detto che "il vero gay" è quello effeminato/stravagante?

 

 

In realtà nessuno, è uno "straw man".

 

Per me dovrebbe essere abbastanza naturale considerare l'omosessualità come una delle tante caratteristiche umane. Capisco i problemi a livello sociale, ma a livello personale li trovo inutili paranoie.

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Ma i cinesi e i neri di NY si sentono orgogliosamente Asian/Chinese-American ed African-American infatti... È proprio perché essere americano non implica essere bianchi che c'è bisogno di specificarlo (white American).

 

 

 

Il paragone non ha senso, in quanto gli Usa sono uno stato senza identità, un minestrone di alloctoni: gli unici che possono considerarsi veri americani sono soltanto i discendenti dei nativi americani.

 

 

 

 

E io gli feci (non tanto) gentilmente notare che tutti gli eterosessuali accoppiati vengono marchiati con un anello d'oro al dito per testimoniare orientamento e stato civile; mentre noi gay non abbiamo nessun simile "timbro".

 

Non è un marchio a fuoco che viene imposto, ma si tratta di oggetti che vengono liberamente scambiati ed indossati da molte coppie, anche gay.

Edited by ben81
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gli unici che possono considerarsi veri americani sono soltanto i discendenti dei nativi americani.

 

veramente sono tra quelli che si possono considerare non americani perchè al margine della società. 

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Non ho capito bene cosa c'entra, ma sostenere che gli USA

siano una stato senza identità. quando dominano il mondo intero

mi pare un azzardo

 

Avranno una identità che vi sembra meno congruente rispetto

al concetto etnico di Nazione ( terra e sangue ) ma certamente

gli USA dimostrano che se ne può tranquillamente prescindere

ed avere al contempo una fortissima identità, tanto forte da

"mangiarsi e digerirsi" qualunque altra identità etnico-nazionale.

 

In teoria e formalmente "americano" sembra un suffisso: italo-americano

afro-americano nativo-americano ; ma nessuno dubita che sia la parola

più importante

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A noi, che parliamo in italiano, può sembrare un suffisso. Ma in lingua originale questo equivoco non c'è, visto che in inglese la parola principale viene dopo quella che la modifica.

Nell'inglese African-American non c'è dubbio che "africano" è un'appendice di "americano", e non il contrario.

 

Comunque, ben81 ne sta facendo un discorso di cultura, ma il discorso che si stava facendo (un mese e tre pagine fa...) era un discorso di razza.

Quel post era una mia risposta a Ilromantico che diceva che per lui non esistono "etichette razziali", non ci sono neri, gialli, ecc. E come esempio riportava che un cinese o un nero che abitano a NY non si sentono cinesi o neri, ma americani.

 

La mia obiezione era che, no, non si sentono americani e basta, come se questa identità nascondesse o annullasse la loro razza o le loro origini, e li rendesse indistinguibili da qualsiasi altro americano. Negli Stati Uniti, che sono particolarmente sensibili al razzismo, esistono termini (e quindi identità) come Chinese-American e African-American.

Quello che volevo dire, insomma, è che essere non razzisti non vuol dire essere racially blind. O, per metterla nei termini di questo topic, pensare che non esistono le etichette, siamo tutti esseri umani!

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La mia obiezione era che, no, non si sentono americani e basta

 

E tu che ne sai? Ci saranno quelli che ci tengono alle origini (suppongo quelli che sono emigrati) e quelli per cui le origini non interessano né vi si riconoscono (i figli o i nipoti di immigrati). Un esempio facilissimo sono gli argentini dove moltissimi hanno origini italiane eppure di "italiano" ormai hanno solo il cognome. Non vedo per cui un cinese nato e cresciuto in USA non possa sentirsi solo americano e debba sentirsi per forze di cose chinese-american solo perché ha gli occhi mandorla. Non so mi sembra un'etichettazione forzosa e no-sense.

Inoltre a volte è pure ridicolo rimarcare le origini di chi è emigrato da anni in un certo paese (a meno che faccia 'ghetto' e non si sia integrato). Io ad esempio alcune volte ometto di essere italiano o spagnolizzo nome e cognome (non in cose burocratiche ovviamente) per evitare un "trattamento da turista"(o da "uno che viene da fuori") o l'elenco delle battute e luoghi comuni sull'italia (in senso positivo of course) o la lista dei posti che hanno visto del 'bel paese'. E' comunque anche vero il contrario, a volte la gente non pensa che sono italiano e si 'stupisce' che sbaglio una parola o che certi usi e costumi non mi piacciano. Insomma si pretende un'integrazione esagerata che non posso né mi interessa avere, alla fine sono nato e cresciuto in Italia :D.

 

 

 

La maggioranza dei gay è assolutamente insospettabile
 

 

Eeeeeh?Bella battuta :D! Effettivamente le "macchiette" sono davvero rare e gli effeminati non sono tanti, eppure molti gay sono facilmente 'sospettabili' sinceramente.

Edited by Ilromantico
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Diciamo che esistono vari modelli nel mondo occidentale di ipotetica integrazione

degli immigrati: il melting pot americano, il cd modello assimilazionista francese, il

modello pluralista italiano e spagnolo e la versione inglese che potrebbe essere

considerata una versione radicale o estrema del melting pot americano ( su questo

specifico modello io ho sempre avuto delle perplessità, nella versione inglese )

 

Per i gay il modello è uno: l'uguaglianza dei diritti

 

Anche perché - parlandosi di minoranza sessuale - riesce difficile se non impossibile

immaginare una qualsivoglia forma di assimilazione in un ambito così privato, su cui

per consolidata tradizione e principio uno stato di diritto non si può ingerire ( cioè non

esiste una politica sessuale sul comportamento degli eterosessuali, tale per cui si

potrebbe chiedere ai gay di essere simili )

 

 

EDIT: Ho perso un pezzo di intervento...mentre ero al telefono XD

 

Insomma in concreto in cosa consisterebbe questa necessità dei

gay di essere simili agli etero?

 

C'è il "vecchio" discorso di Silverserfer ( che mi perdonerà il vecchio

ma è riferito a me, cioè ai discorsi degli anni '90 fatti tra gay ) sul suo

rifiuto dell'anello matrimoniale e di certe convenzioni "borghesi"

 

Ma questo discorso esisteva perché i gay credevano di dover "rivoluzionare"

l'intera società, svecchiarla da strutture borghesi etc. invece di chiedere l'uguaglianza

dei diritti.

 

Superata questa "fase storica" o comunque messo in parentesi questo tipo di discorso

io perdo la concretezza del discorso, cioè non capisco di cosa si parla veramente

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Non vedo per cui un cinese nato e cresciuto in USA non possa sentirsi solo americano e debba sentirsi per forze di cose chinese-american solo perché ha gli occhi mandorla.

Perché non esiste "solo americano".

O meglio, non esiste contrasto tra il prefisso "Chinese" e la radice "American", come tu sembri sottintendere in questo tuo intervento, come se il riconoscersi di origini cinesi implicasse che si è meno americani.

 

Tu stai pensando in maniera europea, dove nazione = etnia e quindi rivendicare la tua etnia implica anche in qualche modo aderire a una nazionalità. Ma questa contrapposizione non vale in America, dove essere americano significa fondamentalmente aderire a un sistema di valori, non appartenere a un'etnia/razza/religione/ecc.

 

Per mettere le cose in prospettiva, in base al censimento del 2010, solo circa 3/5 degli abitanti degli Stati Uniti si definiva bianco non ispanico.

 

Ad ogni modo, mi sembra che ci stiamo fossilizzando un po' troppo sull'esempio e stiamo perdendo di vista il tema del topic. Quindi chiudo qua questo discorso. XD

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C'è il "vecchio" discorso di Silverserfer ( che mi perdonerà il vecchio ma è riferito a me, cioè ai discorsi degli anni '90 fatti tra gay ) sul suo rifiuto dell'anello matrimoniale e di certe convenzioni "borghesi"

 

Retrodatiamo ancora di più ---> Sono stati gli anni ottanta che hanno celebrato "il single" come modello sociale e a ben guardare con lo scopo di esaltare ancora di più "l'etichetta" come valore borghese dell'individuo.

 

L'anello al dito io lo posso anche capire per tutti i motivi citati fin qui, tant'è che mi unisco nella lotta per rivendicarne il diritto, Quando però vedo che se ne "sposano" anche i valori, temo che diventerà (dopo averlo ottenuto) un modello di riferimento per il bravo gay. Non più e ne meno di quanto è stato per il bravo ragazzo etero ... insomma, sono paturnie che per il vero è prematuro farsi. Diciamo che contestando il matrimonio e quanto ne deriva, non mi può piacere solo perché ora è il movimento lgbt che lo sbandiera. Che poi questo costituisca un progresso solo perché arriva quarant'anni dopo la rivoluzione sessuale, mi dispiace ma la storia è piena di ricorsi storici socialmente regressivi e in questo momento io ne ravvedo ovunque e in qualsiasi ambito sociale ...

 

Riguardo agli States ---> A me più che il trattino che però conta, fidatevi che pesa come un macigno da quelle parti, interessa molto come il movimento lgbt stia cercando di trovare la prova biologica che gay si nasce. Ora questo è indubbio, ma volerlo certificare porta con sé identificare lo stereotipo "buono" con conseguente "discriminazione" che se volete possiamo definire anche" etichette negative". Lo step successivo all'attestato di genuinità è tappare la bocca ai predicatori evangelici che continuano a postulare la maledizione divina su Sodoma. 

Anche qua, io posso capire l'intento, ma non posso che temere il momento in cui, ottenuto anche il pass per il paradiso degli etero, non si finirà per adottarne l'etica e la morale. Quindi il gay buono, quello nato per grazia di Dio "checca" quindi sposato e magari padre o madre, buon vicino poco rumoroso con la station wagon sul vialetto eccetera ... Questo mi diventerà il riferimento per chiamare sporchi sodomiti tutti gli altri. 

 

Mi sbaglierò e anzi, spero di sbagliarmi, ma ho il sentore che un certo manicheismo nella politica lgbt si sia già innescato e me ne accorgo molto guardando gli States, dove sono anni luce avanti a noi. La televisione che continua ad essere lo strumento di rieducazione culturale di massa, ha da un pezzo iniziato a promuovere questa assimilazione del gay al concetto "etero-normante". Della serie che io la vorrei conoscere la tipica famiglia americana promossa dalla sua televisione, ma non esiste. Allo stesso modo ora accanto alla casa della famiglia middle class (estinta da decenni) ora sorge quella della coppia gay e tutti vissero felici e contenti. 

 

Qui eravamo nel 1999, cioè alla fine dei discorsi "rivoluzionari" che Hinzelmann teneva in simposio con i suoi amici gay.

 

 

Quello che sembra solo in apparenza un discorso omofobo, cioè --> è un discorso talmente omofobo da stigmatizzare se stesso. I buoni qui sono i nuovi vicini che arrivano con una offerta di amicizia, l'altro è un vecchio arnese d'antiquariato che ride alle battute dei film di Regan, e promuove una famiglia che soffoca nell'ossido di un perbenismo dai valori anni cinquanta.  Il nuovo bussa alla porta e il vecchio lo rifiuta ... ma cos'è questo nuovo? Per saperlo basta andare avanti nel tempo ...

 

 

 

Io non ho niente contro le commedie sentimentali ... sono il più mieloso tra romantici ... ma sta roba è esattamente la trasposizione del modello di una coppia anni cinquanta (!). Voi direte ---> è ma che c'è di strano, l'amore è uguale per tutti. Beh, a parte "Black Bird" il resto potrebbe essere reale solo in un romanzo di Jane Austen ... 

 

Cioè, qui non si discute sugli stereotipi "classici" del boa di struzzo, ma al contrario assistiamo a una mistificazione illusoria etero normante. Nulla in contrario per chi ci si riconosce, però non si azzardino a ritenersi migliori degli altri.

 

Poi è ovvio che si ragiona in prospettiva, ma le etichette, i gruppi sociali, non sono da sottovalutare nella loro apparente superficialità. 

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Io non vedo nessuna attinenza tra il discorso sull'identità e quello sulla "assimilazione"

anzi - a dirla tutta - mi sembrano due cose antitetiche, almeno fino a uin certo punto.

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Io non ho niente contro le commedie sentimentali ...

 

Ora, per l'appunto mi citi Glee, che è la cosa di Ryan Murphy che io non ho visto

 

Però se io prendo i due gay del primo filmato, tipici esponenti della white middle class e prendo invece Kurt&Blaine del secondo 

filmato, mi pare che nel secondo filmato vedo un gay flamboyant, assente nel primo

 

Sarei portato a ritenere che l'idealizzazione romantica sia il copione di ogni storia per adolescenti, ma certamente il realismo in 

generale non è la cifra di Ryan Murphy la cui opera in generale io interpreto come "sdoganamento del Camp". Certamente in 

un prodotto per adolescenti il tutto risulta edulcorato, convenzionale  però dovrebbero essere tutti dei "diversi" no? Paraplegici, 

obese negre, checche... . 

 

 

 

Sono stati gli anni ottanta che hanno celebrato "il single"

 

Questo lo dici tu, da bisex forse...ma se era vero per i single etero, io da gay ricordo che non valeva per noi:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Cruising

 

Single?

 

Vittime o psicopatici assassini....non single qualunque

tantomeno single celebrati

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@silverserfer io ho serie difficoltà a capire le tue motivazioni pessimistiche e la paranoia dell'etero-normante. Se etero e gay sono uguali quest'ultimi non possono certo inventarsi logiche d'amore nuove. Le logiche gay di un tempo non erano mica dettate dalla 'rivoluzione' , erano più una sorta di controrisposta alla censura e alla discriminazione dell'epoca. Insomma l'anti-conformismo gay sessuale/sentimentale era più una necessità che una voglia vera e propria. O pensi veramente che tra i battuage e una vita nascosto tra localini e festini la gente non preferisca farsi una famiglia se la società e la famiglia lo approvano e ne sono felici?

 

Non a caso gli unici gay anti-matrimonio e anti-adozioni sono quelli delle vecchie generazioni che pieni di frustrazione, omofobia interiorizzata, acidità, rancore ed invidia non riescono ad essere felici per il progresso gay né a uscire da un certo concetto di mondo gay.

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Beh, io credo che in realtà @Silverserfer alluda semmai ad un periodo

in cui era più figo "essere bisex"

 

Perché era la libertà, l'individualismo, la possibilità di una costruzione

del sé non ingabbiata negli schemi familiari...e per certi versi la quintessenza

della rivoluzione sessuale, dell'affermazione individuale.

 

Solo che omette di considerare che questa situazione per un gay non era

altrettanto "felice", il gay era felice per la possibilità di vivere la propria sessualità

senza colpa o vergogna, di essere lasciato in pace, ma la rappresentazione

dell'omosessuale sui media era ancora soprattutto quella che io segnalo nel film

"Cruising"

 

Inoltre il gay non aveva l'alternativa: metto la testa a posto e mi faccio la famiglia

etero VS faccio il bisex libero da ogni vincolo, magari approfittando del fatto che

la coppia gay è volatile, precaria e quindi "pura" libera da condizionamenti sociali

( in una visione romantica che però ben pochi bisex nei fatti "sposavano" )

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Dopo aver visto l'atmosfera al Campidoglio, sicuramente non posso che togliermi il cappello e inchinarmi dinanzi a queste coppie con l'elmetto, nel senso che combattono giorno dopo giorno contro l'indifferenza delle istituzioni e dopo essersi conquistate quanto per una persona "normale" è scontato. 

 

Senza contare che ho constatato quanto questa lotta possa sdoganare tutta un'altra serie di "sensibilità". La gente comprende questa esigenza e di conseguenza il linguaggio con cui si protesta. Ovvio però che le avversità abbiano scremato il meglio e questi begli esempi di storie riuscite ne nascondino altri mille meno encomiabili ... ma chi se ne importa, sta nelle normalità de fatti. 

 

Schopenhauer, grande avversatore del matrimonio, quando gli portavano davanti esempi di amore di coppia "riusciti" diceva che lui non negava la possibilità che essi potessero esistere e, anzi, se ne felicitava a scoprirne sempre di nuovi, Lui smentiva solamente che questi potessero costituire la normalità come, invece, la volgata non solo popolare ma anche accademica sosteneva, Precisamente diceva che un matrimonio aveva le stesse possibilità di riuscire quanto quella di pescare ad occhi chiusi un'anguilla in un cesto di serpenti. 

 

Lo cito perché è una posizione che condivido. Io non sono contro il matrimonio, ma ne contesto la contraffazione quando lo si vuole far diventare un modello, una formula scontata per contrabbandare la certezza di felicitò, serenità o comunque giusto prezzo per un'integrazione senza costi a perdere. Questo per chiunque e non solo nel caso dell'identità di genere. Se si va in paesi dove il matrimonio all'occidentale non coincide con i costumi culturali del luogo, si assiste alla stessa mistificazione e si adotta per tutti una serie di motivi che poco e niente hanno a che vedere con la ricerca della felicità.

 

Si tratta comunque di discorsi che devono fermarsi davanti alla volontà individuale ed è sacrosanto che tutti debbano averla per scegliere il proprio destino. Su questo non ci piove e non mi azzarderei mai, neanche in una semplice discussione su un forum, a dire a qualcuno che sbaglia a lottare per il proprio sogno di felicità. Io starò sempre dalla parte dei sognatori.

 

 

 

Ora, per l'appunto mi citi Glee, che è la cosa di Ryan Murphy che io non ho visto

 

Innanzi tutto ti devo ringraziare perché da quando mi dai del vecchio a ogni occasione, tutti si stupiscono che di anni ne abbia solo 44    :D

Ho citato Glee col proposito di portare un esempio che tutti conoscevano e comunque mi pare intercetti le aspirazioni non solo degli adolescenti.

 

In realtà si tratta di roba già vecchia a cui io preferisco cento volte Trasparent

 

 

E' un progetto che esce dagli schemi televisivi tradizionali, si trova su Amazon, ma qui in Italia dovrebbe andare sui circuiti tradizionali ... ne so poco per il vero. In ogni modo, è il successo dell'anno ed è proprio bella anche dal punto di vista della scrittura e soprattutto ha in sei dei germi di umorismo che dissacrano ogni tentazione di proporsi come modello. L'autrice è Jill Soloway, quella di Six Feet Under per intenderci. 

 

Insomma, il punto gira sempre sulle etichette, gli stereotipi e i modelli culturali che li veicolano. Tornando al discorso del matrimonio, ma è ovvio che l'amore di coppia ne debba beneficiare. Proprio perché è una cosa importantissima, importante com'è l'amore stesso, non si deve caricarlo di aspettative improprie o peggio, strumentalizzarlo per tutta una serie di scopi che lo appesantiscano fino a farlo diventare una cosa diversa .. un esempio per tutti --> un ammortizzatore sociale. 

 

 

 

Però se io prendo i due gay del primo filmato, tipici esponenti della white middle class e prendo invece Kurt&Blaine del secondo  filmato, mi pare che nel secondo filmato vedo un gay flamboyant, assente nel primo

 

Credo che l'effeminatezza, sempre che si possa tradurre così flamboyant, strida meno in un adolescente e diventi pericolosamente stereotipante proposta in un personaggio adulto. E' il pericolo che si corre quando si deve essere politically correct, falsare la verità affinché diventi accettabile per tutti.

 

 

 

Certamente in  un prodotto per adolescenti il tutto risulta edulcorato, convenzionale  però dovrebbero essere tutti dei "diversi" no? Paraplegici,  obese negre, checche..

 

Ora tu mi vedi qui e ovviamente discutiamo di questo, ma io sta battaglia la combatto su vari fronti. Io darei fuoco alla pornografia sentimentale promossa su certi stand delle librerie. Fabio Volo è bene che si tenga alla larga da me :rolleyes:  Per non parlare della pubblicità che non si fa scrupoli a deviare l'istinto sessuale, specie degli adolescenti, su dei prodotti commerciali. Un discorso che c'entra moltissimo con le etichette e il linguaggio che ne consegue. Mi rendo conto che qui in Italia è come combattere contro i  mulini a vento e si viene sempre tacciati di qualche tipo di fondamentalismo ideologico. Tuttavia, specie negli States, questa "scienza della comunicazione" è una roba seria, soprattutto perché largamente utilizzata .. specie sotto periodo elettorale. Se ci pensate bene è lo strumento con cui si controlla la democrazia di massa e il movimento lgbt non si fa certo scrupoli ad utilizzarla ... ma se non è nociva, ben venga, questo è ovvio.

 

 

 

Questo lo dici tu, da bisex forse...ma se era vero per i single etero, io da gay ricordo che non valeva per noi:

 

Questo film non l'ho visto, ma ora che me lo hai linkato mi sono letto almeno la trama. Prima di tutto è datato 1980 e quindi sarà rappresentativo al massimo dell'ultimo lustro degli anni settanta. Poi si tratta di un film di genere che più di mostrare una realtà, la usa per il fine che si propone, in questo fattispecie un omicida seriale. Tra l'altro anche l'omicidio del losco ambiente omosessuale è un must che dovrebbe fare capitolo a parte. 

 

Il single omosessuale in effetti non è  mai stato celebrato come modello, questo è vero. Io però ne parlavo come modello sociale di riferimento che si era sostituito alla coppia sposata. Di matrimoni gay ancora non se ne sentiva la mancanza. Poi sappiamo bene come dopo l'avvento HIV le cose sono repentinamente cambiate per tutti.

 

 

 

io ho serie difficoltà a capire le tue motivazioni pessimistiche e la paranoia dell'etero-normante. Se etero e gay sono uguali quest'ultimi non possono certo inventarsi logiche d'amore nuove

 

L'etero normante non esiste, trattasi di un modello culturale costruito sulla figura del tutto idealizzata degli eterosessuali. Per quanto possa risultarti inverosimile, la nostra società non ha coniato lo stile di vita perfetto, semmai lo ha imposto alle altre culture che ha dominato attraverso strumenti educativi, quindi coercitivi, come la religione o peggio  certa filosofia che si atteggia a scienza.

 

L'amore oggi è stato ridotto a un prodotto di consumo e del resto muove un giro d'affari spettacolare. Mi piacerebbe che l'amore non si strumentalizzasse ... ad esempio accostandolo o addirittura ormai sostituendolo al nome di Dio (Dio è amore), quando quel Dio è sessuofobo e ci riduce a pecore da riproduzione. Se leggiamo la cronaca ci accorgiamo che ci uccide di più l'amore mistificato, la famiglia tradizionale che Ebola o l'HIV.  

 

Una semplice aspettativa come ---> l'amore dura per sempre. Da seguito a comportamenti estremi come il rifiuto che un matrimonio possa finire, che uno dei due partner possa smettere di amare o innamorarsi di qualcun altro. Questo fondamentalismo dei sentimenti contribuisce all'illusione collettiva che ha lo scopo di placare il terrore che caratterizza il genere umano dell'incertezza del domani o dell'attimo fuggente impossibile da trattenere. 

 

Mi rendo conto che trascendo in discorsi che potrebbero risultare ostici o quantomeno distanti dalla propria realtà che comunque gira bene.

 

 

 

 

 

Beh, io credo che in realtà @Silverserfer alluda semmai ad un periodo in cui era più figo "essere bisex"

 

 

A toscano nun ce provà! Quelli erano bi-curiosi  :lol: Tra l'altro tutti sposati. 

 

 

 

Solo che omette di considerare che questa situazione per un gay non era altrettanto "felice", il gay era felice per la possibilità di vivere la propria sessualità senza colpa o vergogna, di essere lasciato in pace, ma la rappresentazione dell'omosessuale sui media era ancora soprattutto quella che io segnalo nel film "Cruising"

 

Che la percezione dell'omosessualità fosse distorta da un atteggiamento sessuale disinibito era dovuto a tutta una serie di filtri culturali che la rivoluzione sessuale si prefiggeva di abbattere. Per inciso, non ho fatto Stone Wall e non ero nato ai tempi dell'isola di White. In ogni modo il primo lustro degli anni ottanta è stato il frangiflutti di quell'onda culturale. Scoglio per lo più rappresentato dall'infausto avvento dell'HIV.

 

Da quel periodo io ho ascoltato solo testimonianze di un eccesso di felicità. Nel senso che si eccedeva specie nella promiscuità, ma che questa non costituiva alcun motivo di angustie o depressione della propria individualità e tanto meno era causa d'infelicità. Lo è diventato quando ha iniziato a uccidere un'intera generazione di gay-gaudenti.

 

 Lo stereotipo negativo era un'etichetta che veniva impressa dall'esterno e che purtroppo la storia ha finito per legittimare. 

 

 

 

Inoltre il gay non aveva l'alternativa: metto la testa a posto e mi faccio la famiglia etero VS faccio il bisex libero da ogni vincolo, magari approfittando del fatto che la coppia gay è volatile, precaria e quindi "pura" libera da condizionamenti sociali ( in una visione romantica che però ben pochi bisex nei fatti "sposavano" )

 

Il discorso bisex era per il vero edulcorato da tante teorie che con la bisessualità intesa come genere, ammesso che esista, aveva poco a che vedere. Si partiva da discorsi di coppia aperta eccetera .. per finire a l'amore di gruppo, non che ai bisessuali dispiacesse, ma per quanto posso saperne io, i bisex sono molto più conservatori di quanto si possa pensare.

 

Sul fatto che il gay non poteva aspirare a una famiglia sul modello tradizionale, sicuramente è vero ma anche perché era proiettato verso tutto un altro discorso di comunità gay. Da quando si sono messi di buona lena a pretenderlo, mi sembra che i risultati, anche se faticosamente, li stiano ottenendo.

 

Tra l'altro, alla fine di tutto questo discorso. Mi sento di dire che in fondo ci spero ancora che saranno i gay ad abbattere l'istituto tradizionale della famiglia ... è una provocazione! Solo una provocazione :D 

 

NB: inizio a scocciarmi di parlare di me e di voi ... mi piace pensarci tutti sulla stessa barca.  

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Questo film non l'ho visto, ma ora che me lo hai linkato mi sono letto almeno la trama. Prima di tutto è datato 1980 e quindi sarà rappresentativo al massimo dell'ultimo lustro degli anni settanta. Poi si tratta di un film di genere che più di mostrare una realtà, la usa per il fine che si propone, in questo fattispecie un omicida seriale. Tra l'altro anche l'omicidio del losco ambiente omosessuale è un must che dovrebbe fare capitolo a parte. 

 

Ho citato Cruising perché è una grande produzione, perché ci recita Al Pacino 

e perché se parli di gay ed anni '80 ipotizzando possa esistere un modo di vedere

l'omosessualità svincolato dall'AIDS, bisogna per forza pescare un film che sia

di un periodo abbastanza circoscritto ( 1980-1982 )

 

Dopo dovrai ammettere che le cose per i gay cambiano quindi per forza di cose

l'elenco è ristretto

 

A dire il vero potrebbe esserci una alternativa, Making Love di Arthur Hiller,

il regista di Love Story, film che è proprio del 1982, ma essendo del regista di

Love Story è il massimo della convenzionalità, protagonisti upper class, storia

edulcorata etc un marito traviato da un gay scopre la sua omosessualità lascia

la moglie ( drammi ) ma poi faranno pace e lui e lei si ricostruiranno due vite di

coppia serene

 

Non so se tu lo ritieni un film sui bi-curiosi ( il protagonista è sposato ) ma solo

per il fatto che finisce in coppia gay direi di no, diciamo che il protagonista parte

con l'idea di essere "curioso" fa sesso con un gay che lo attrae da tempo ma non

dorme con gli uomini con cui scopa ( il gay single ha paura dell'intimità e non sarà mai

pronto ad avere una relazione vera  per cui continuerà a fare...cruising )

 

Al confronto però Glee mi pare molto anticonformista

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Ci sono vari modi per prendere in mano un bicchiere di vino: chi lo branca come lo scimmione fa con l'osso in odissea nello spazio, chi alza il mignolo, chi impugna dallo stelo. Tre scene differenti per un'unica azione. A parte il valore teatrale di riesumare cose stinte per farsi belli, approccio che non posso giudicare perchè lo faccio spesso mio, mi domando di cosa SilverSelfer sia davvero preoccupato. Perché io mi rifiuto di pensare che il problema sia davvero questo. Naturalmente quando ricadrò in simili pseudo idealitá narcise spero che qualcuno me ne avvisi. E non è un attacco personale questo, é che ho notato su me stesso che a volte motivi molto personali sono alla base di grandi discussioni.

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L'importanza dell'etichetta...direi più l'importanza di ghettizzarsi, pratica in cui i gay (molto più di lesbiche o bsx) sono dei veri campioni, oltre che ad essere i primi razzisti dei propri "simili". La classica situazioni di complesso di inferiorità cronica per cui tutti al mondo sono ostili porta continuamente a scenate senza senso, di ragazzi gay che si sentono in dovere di reagire se passano due amici che scherzando si appellano "finocchio" o se girando con pantaloni di due taglie più piccole e una canotta leopardata la gente si gira a ridacchiare è perchè sono omofobi, non perchè faccio ridere i polli.

Sbandierare a destra e manca con chi si va a letto non ha senso, a meno che nel mondo di queste persone il sesso non sia l'unica cosa che conta..ed è appunto così. Animali a cui è stata data la parola, niente di più...

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Secondo me Silverserfer ha una visione "mitica" della rivoluzione sessuale

Potrei fare dell'ironia dicendo erano gli anni in cui molti gay facevano i bisex

finendo a letto con delle lesbiche

 

Tanto per cercare di "metterci tutti nella stessa barca" , usando cioè la stessa

chiave demistificatrice su gay e lesbiche

 

 

 

A parte il valore teatrale di riesumare cose stinte per farsi belli
 

 

Non credo onestamente che lui lo dica in questo senso, non che Silver non sia in grado di "farsi bello"

a vario titolo, lo farà in privato dicendo cose allucinanti magari...Lol, ma non è questo il motivo per cui

lui scrive queste cose. Lui ci crede a questa cosa della Rivoluzione sessuale a cui è seguita una involuzione

HIV, è il suo modo di leggere la storia

 

Ed è uno schema che in generale non si può neanche dire "insensato" perché ha una sua intrinseca ragionevolezza

fermo restando il pericolo, che varrebbe per qualunque interpretazione diversa, di diventare uno schema ideologico

Certamente le cose che scriveva e diceva un Mieli sulla promiscuità potevano essere scritte e dette solo prima

dell'avvento dell'AIDS ( come proposta teorica di liberazione sessuale o pansessuale ) ma questo non toglie niente

neanche alla possibilità che quella utopia possa trovare altre strade, percorsi.

 

Mieli, il provocatore, l'utopista, muore però perché il padre gli impedisce di pubblicare nel 1983. E i film che uscivano

sono quelli che io ho citato, cioè la realtà di quegli anni sono anche questi fatti che fotografano una oppressione

ancora vincente, a prescindere dall'AIDS

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L'importanza dell'etichetta...direi più l'importanza di ghettizzarsi, pratica in cui i gay (molto più di lesbiche o bsx) sono dei veri campioni, oltre che ad essere i primi razzisti dei propri "simili". La classica situazioni di complesso di inferiorità cronica per cui tutti al mondo sono ostili porta continuamente a scenate senza senso, di ragazzi gay che si sentono in dovere di reagire se passano due amici che scherzando si appellano "finocchio" o se girando con pantaloni di due taglie più piccole e una canotta leopardata la gente si gira a ridacchiare è perchè sono omofobi, non perchè faccio ridere i polli.

Sbandierare a destra e manca con chi si va a letto non ha senso, a meno che nel mondo di queste persone il sesso non sia l'unica cosa che conta..ed è appunto così. Animali a cui è stata data la parola, niente di più...

 

Non c'è nessuno di più razzista di un represso che insulta il proprio orientamento sessuale dando addosso ad un intero genere :) Mi sa che sei rimasto agli stereotipi di Malgioglio degli anni '80, il mondo è un po' cambiato. Poi va beh, io vedo solo etero che si atteggiano e si vantano per le proprie conquiste e le proprie donne, perché non provi a spiegare pure a loro di non ostentare la loro sessualità?

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L'importanza dell'etichetta...direi più l'importanza di ghettizzarsi, pratica in cui i gay (molto più di lesbiche o bsx) sono dei veri campioni, oltre che ad essere i primi razzisti dei propri "simili". La classica situazioni di complesso di inferiorità cronica per cui tutti al mondo sono ostili porta continuamente a scenate senza senso, di ragazzi gay che si sentono in dovere di reagire se passano due amici che scherzando si appellano "finocchio" o se girando con pantaloni di due taglie più piccole e una canotta leopardata la gente si gira a ridacchiare è perchè sono omofobi, non perchè faccio ridere i polli.

Sbandierare a destra e manca con chi si va a letto non ha senso, a meno che nel mondo di queste persone il sesso non sia l'unica cosa che conta..ed è appunto così. Animali a cui è stata data la parola, niente di più...

 

Già, che noia 'sti gay (ovvero finocchi, che noia anche 'sto politicamente corretto) che combattono l'omofobia! Ormai un etero (ma di solito sono in tanti contro uno, perchè in compagnia è più divertente) non può nemmeno più massacrare un gay di botte senza essere accusato di omofobia!

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Michiru Kaioh

Sinceramente io non vedo questo problema dell'"etichettarsi". Adesso c'è la mania di non volersi etichettare perché le etichette stanno scomode e si pensa che siano restrittive o discriminative, eppure, etichettare è una cosa normalissima.

Ho già fatto un esempio simile qui se non ricordo male, ma lo ripropongo. Sono fuori con un'amica e vedo due ragazzi uno dei quali mi ricorda qualcuno e voglio condividere il pensiero con la mia amica, perciò mi giro verso lei e le dico: "Vedi quei due ragazzi lì? Quello biondo, quello con la maglia verde, mi ricorda Pinco Pallino". Voilà! Senza accorgermene, senza voler discriminare nessuno ho etichettato il ragazzo biondo per far capire alla mia amica a quale dei due ragazzi mi riferisco. Ho inserito quel ragazzo nell'insieme dei ragazzi biondi con la maglia verde. Perché è una sua caratteristica.

Essere omosessuali per me è la stessa cosa: è una caratteristica. Per questo io non sono contro queste "etichette" perché alla fine sono solo "identificazioni" e caratteristiche scritte nel nostro DNA.

Un altro conto è invece quando la gente, giornalisti e non, parlando di una determinata persona sottolinea, sempre e comunque, che è omosessuale. Esempi: Leggevo parecchio tempo fa su un quotidiano la promozione dell'ultimo CD di Ferro (ammetto di non essere una sua fan e quindi di non sapere quando è uscito) e a metà articolo leggo qualcosa del tipo: "Il cantante di latina, gay dichiarato, ecc. ecc.". Più avanti leggendo un articolo a riguardo di Ellen Degeneris come presentatrice degli Oscar, ancora ho trovato rimarcato il suo orientamento sessuale. Questo trovo discriminante, questo trovo restrittivo: il mettere caratteristiche di una determinata persona anche laddove non c'entrano. Quando leggo articoli sull'ultimo lavoro di Laura Pausini o di Russel Crowe non ho mai letto "... che è etero". Per tanto trovo che quando si scrive "omosessuale" senza pertinenza al testo sia come un mettere in guardia. Perciò io sono per le identificazioni (indipendentemente che una persona sia dichiarata o meno), ma sono contro le etichette intese come un avvertimento.

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"Il cantante di latina, gay dichiarato, ecc. ecc."

 

E non ti ha infastidito che si dicesse la sua città di provenienza?

Perché a un suo fan dovrebbe interessare che è di Latina e non di Frosinone?

Perché di Laura Pausini non si dice mai che è di Faenza?

:D

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Quando leggo articoli sull'ultimo lavoro di Laura Pausini o di Russel Crowe non ho mai letto "... che è etero". 

 

E' la così detta "presunzione di eterosessualità." Viene data per scontata.

 

Magari fosse vero che i media puntualizzano sempre l'omosessualità, di solito lo fanno solo nei contesti negativi. Es. "Omocidio In Ambienti Omosessuali".

 

I ragazzini hanno bisogno di role models, bene che i media ricordino che i gay esistono.

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I ragazzini hanno bisogno di role models, bene che i media ricordino che i gay esistono.

 

Si insomma, non è che i media italiani diano grandi esempi di vita quando parlano di omosessuali. Basti pensare che se si pensa ad un giornalista gay in Italia il primo nome che viene in mente è Alfonso Signorini XD sarebbe un po' come, per un giornalista etero, prendere a modello di vita Sandro Maier

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Michiru Kaioh

Rispondo sempre senza citare i messaggi perché non riesco a citare -.-

In ogni caso @Almadel a me da fastidio che si dica che è gay e non che è di latina, perché leggo sempre questo "che è gay" come un "che è diverso".

@NewMarc, secondo me non è necessario ricordare sempre e comunque che una persona è gay, fuori dal suo contesto (cioè da un articolo biografico) lo leggo in modo negativo. Poi sono pareri, ma se fossimo considerati davvero uguali agli etero non ci sarebbe bisogno di specificare il nostro orientamento, se viene puntualizzato è perché è un'informazione che (per chi non lo sa) fa ancora notizia e serve per dire "è diverso". Poi sono pareri personali ovviamente :)

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Ma noi siamo diversi. Siamo una piccola minoranza (circa lo 0,5% della popolazione se si parla di gay) avremo sempre bisogno di ricordare che esistiamo. 

Edited by NewMarc
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