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Omologazione ed essere sé stessi: la linea sottile che li divide.


NicoLane

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Spesso mi sono chiesto cosa vuol dire essere omologati. Mi spiego: molti ragazzi, soprattutto adolescenti, affermano di pensare con la propria testa e di rifiutare l'omologazione evitando di scegliere di ascoltare musica in cima alle classifiche, di vedere film che guardano in molti, di ricercare libri che nessuno ha letto. In questo modo, dicono di essere diversi dalla massa e di essere veramente sé stessi.

Dall'altro lato, conosco molte altre persone, me compreso, che ascoltano Lady Gaga, che guardano film ritenuti scontati, che si leggono libri che leggono tutti. E nel contempo apprezzano la musica alternativa, i film socialmente impegnati e libri di nicchia. Il mio giudizio nei loro confronti è che scelgono con la propria testa di cosa usufruire e di cosa gli piace, che siano queste cose popolari o poco conosciute. Un ragazzo fan di Britney Spears non è necessariamente un ragazzo omologato alla massa. Una ragazza che si veste con una gonna lunga nera di tendenza non è necessariamente una ragazza che segue la moda in tutti i suoi punti, senza pensare a cosa le piace veramente.

Inoltre, penso che tutti conoscano i Beatles per esempio. Ecco, considero la loro musica rivoluzionaria, interessante e per niente scontata. Proprio per questo hanno ottenuto una fama mondiale indescrivibile. La domanda è: perché in questo caso, personaggi conosciuti da tutti, piacciono a quelli che si considerano alternativi e che vanno sempre contro corrente? 

 

Voi cosa ne pensate? Cos'è per voi l'omologazione? E se una persona usufruisce e si interessa a cose popolari e frivole, è necessariamente una persona omologata?

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Bella domanda.

Beh, onestamente non credo che un'omologazione vera e propria sia definibile.

O meglio, il termine stesso omologazione ha senso se riferito ad un dato contesto. Se sto in un gruppo di ragazzi in Hogan e Rayban ed io indosso questi capi, sono omologato al mio gruppo, ma non omologato in generale (non avrebbe senso).

 

Credo che dato un gruppo avente le stesse basi in termini di letture, conoscenza di film e/o altri vari tipi di culture, in ogni caso l'individualità in qualche modo permane, emergendo in contesti che esulano da quelli "omologati". Non ho mai pensato che il completo annullamento dell'individuo nella massa possa avvenire. 

 

Pertanto, il fatto di interessarsi di cose frivole/molto conosciute NON esclude l'individualismo.

 

Parere personalissimo comunque, mi rendo conto.

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Io condivido il tuo punto di vista...credo che ognuno debba scegliere di fare, dire, ascoltare, guardare, leggere quello che gli pare, purché sia motivato a farlo.

 se vedo un gruppo di ragazzi vestiti come se fossero usciti dalla fotocopiatrice solo perché uno di loro, vestito in quel modo, "cucca" parlo di omologazione. E quello per me è sbagliato. Io metto il cravattino perché voglio metterlo, perché per me ha un significato e un senso. Che poi voglia ispirarmi allo stile di una persona okay, ma comunque sono io a decidere cosa guardare, leggere, ascoltare...(oddio, spero si sia capito il discorso perché mi sto confondendo anche io).

In poche parole, credo che l'omologazione insensata sia di per sé stupida, ma il volersi ispirare a qualcosa ragionando però con la propria testa e non farlo perché "gli altri lo fanno, lo faccio anche io" sia positivo.

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Diciamo subito che di persone omologate in tutto

e di persone alternative in tutto ce ne sono davvero poche.

 

Diciamo anche lo "alternativo" in senso stretto non esiste:

esiste una cultura di massa (il cosiddetto "mainstream" o "pop")

e alcune sottoculture in genere "giovanili" considerate di nicchia

generalmente legate a gusti musicali (emo, hipster, punk, metal, gabber, rap...)

 

Aggiungiamo anche che un ragazzo fan di Lady Gaga o di Britney Spears

NON è un ragazzo omologato alla cultura mainstream,

ma è generalmente ritenuto facente parte della sottocultura gay.

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Se all'improvviso scoprissi di essere l'unico ad ascoltare Lady Gaga, smetterebbe di piacerti e passeresti forzatamente a qualcuno che abbia più seguito? Penso che un ragazzo non sia omologato se segue ciò che gli piace indipendentemente se questo qualcosa sia dalla massa considerato popolare o di nicchia.

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Bellissimo topic. Secondo me una persona deve scegliere esattamente quello che gli piace, semplicemente, indipendentemente se sia considerato commerciale o di nicchia. Perché se alla fine ti piace qualcosa che piace a una massa ampia, dovresti cambiare i tuoi gusti per dare la parvenza di originalità o di persona non scontata? Secondo me no. A me per esempio piacciono e sono piaciute cose molto commerciali e cose molto di nicchia, perché mi piace ciò che mi piace. Se ciò che mi piace, piace a molti non mi sento omologato in senso dispreggiativo. E in ogni caso se per esempio a me piace un film di nicchia, rimango comunque omologato a tutti quegli altri a cui piace lo stesso film, no? Se a te piace Lady Gaga, non la stai ascoltando da gay, come si è soliti dire, ma da persona che ha un cuore a cui piace Lady Gaga..

Ecco Lil l'ha detto prima di me ;)

Edited by GreenClock
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Se all'improvviso scoprissi di essere l'unico ad ascoltare Lady Gaga, smetterebbe di piacerti e passeresti forzatamente a qualcuno che abbia più seguito? Penso che un ragazzo non sia omologato se segue ciò che gli piace indipendentemente se questo qualcosa sia dalla massa considerato popolare o di nicchia.

 

Beh sì e no

 

Nel senso che se io percepisco che in quanto maschio NON devo ascoltare e apprezzare Lady Gaga

la mia scelta può essere puramente esteriore e conformistica, ma potrebbe essere interiorizzata in un

senso anche psicologico, per cui effettivamente finisce per non piacermi

 

Questo discorso però può-potrebbe valere anche all'inverso se il mio gruppo di riferimento diventassero

SOLO i maschi gay e mi imponessi di ascoltare Lady Gaga, finendo poi per apprezzarla etc

 

Ovviamente questa simmetria è del tutto astratta dai rapporti di forza che la realtà ci impone, per cui

il 90% dei giovani gay che apprezzano Lady Gaga non lo fanno certo per conformismo, perchè gli piace

prima ancora che abbiano frequentato dei gay ed anche dopo c'è sempre coscienza dell'andar contro una

maggioranza etc

 

Se parliamo invece di "controcultura" introdurremmo un concetto latamente "politico", negli USA si direbbe

"indipendente" ( dalle major dagli interessi commerciali etc )

 

Il problema in chiave gay è che i gay amano lo spettacolo, l'elemento spettacolare...che è abbastanza assente

in ciò che è indipendente e quindi aspira ad essere pura musica o puro cinema 

 

C'è quindi un piccolo conflitto ( ma niente di così rilevante ) fra l'amore frocio per tutto ciò che è spettacolare nella

cultura e l'eventuale idea che l'elemento spettacolare sacrifichi l'autenticità artistica al lato commerciale

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Chi non ha facebook non e' omologato oggi ?

 

Tra un po' anche il papa ha la sua pagina privata di facebook.... (Se non ce l'ha gia', io non sono informato su facebook....)

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Chi non ha facebook non e' omologato oggi ?

 

 

stimo profondamente un ragazzo che conosco che non ha facebook perchè semplicemente non gli serve.. ( paradosso: suo padre invece ha il profilo! :D).. ormai è una gara a chi ha più likes, non è più un social normale come i primissimi tempi quando ancora non c'era il boom ( ricordo il 2008-2009) praticamente non lo conosceva nessuno..

Io Ormai ci rimango, anche perchè gestisco una pagina di Meteo assieme a degli amici, ma credo che a quest'ora mi sarei già tolto in caso contrario.

Edited by Mattyss
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Credo che dato un gruppo avente le stesse basi in termini di letture, conoscenza di film e/o altri vari tipi di culture, in ogni caso l'individualità in qualche modo permane, emergendo in contesti che esulano da quelli "omologati". Non ho mai pensato che il completo annullamento dell'individuo nella massa possa avvenire. 

 

Si, questo è vero. Però comunque nel mio gruppo ci sono persone con cui condivido cose che magari non condivido con altre facenti parte dello stesso gruppo. Inoltre ci sono cose che mi piacciono che invece non interessano a nessuno del mio gruppo di amici.

 

 

Se all'improvviso scoprissi di essere l'unico ad ascoltare Lady Gaga, smetterebbe di piacerti e passeresti forzatamente a qualcuno che abbia più seguito?

No, però ho sentito ragazzi dire "questo cantante non lo ascolto più perché lo stanno ascoltando in troppi, quindi non è più alternativo". E quest'affermazione per me non ha senso.

 

Chi non ha facebook non e' omologato oggi ?

 

Tra un po' anche il papa ha la sua pagina privata di facebook.... (Se non ce l'ha gia', io non sono informato su facebook....)

 

stimo profondamente un ragazzo che conosco che non ha facebook perchè semplicemente non gli serve.. ( paradosso: suo padre invece ha il profilo! :D).. ormai è una gara a chi ha più likes, non è più un social normale come i primissimi tempi quando ancora non c'era il boom ( ricordo il 2008-2009) praticamente non lo conosceva nessuno..

Io non ho più facebook, e fui uno dei primi ad iscrivermi tra le mie conoscenze.

Edited by NicoLane
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@Mattyss io ho una pagina Facebook, ma non la uso quasi niente, solo per le cose più importanti. Onestamente non mi interessa ricevere likes. Ho passato un periodo in cui mi mettevo pure il problema dei pochi likes. Poi mi sono detto: "Ma chi cavolo se ne frega, rimarrò di valore comunque con o senza i likes", come d'altronde era prima di facebook.. Siamo arrivati a stabilire il nostro valore dai likes di Facebook, che fesseria..

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C'è da dire che ci sono anche persone che sono eterne indecise.. quindi si uniformano a quel che fanno gli altri. 
Poi il "passaparola" ha sempre una sua forza pubblicitaria. 

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Come detto da altri, se fai cose perché senti tu, dal tuo profondo, di farle, allora la tua potrebbe anche definirsi omologazione, ma di certo non sarebbe un fenomeno negativo, assolutamente!

Diverso è il sacrificare la propria personalità per "omologarsi", appunto, alla massa.

Per me, la nuova omologazione è fare gli alternativi a tutti i costi: negli ultimi anni, tra cultori della Feltrinelli, studenti di lettere e filosofia, amanti della cultura orientale, fotografi "artistici" e amanti del bon ton e delle cucine di stocazzo, si scorgono tentativi di uscita dalla presunta omologazione di ogni genere. 
Il problema è che in queste iniziative scorgo ben pochi sentimenti e molto cafonal mutuato ed edulcorato da schifosi propositi radical chic. Una cosa obbrobriosa, una risposta pessima che peggiora quello che in realtà vuole abbattere, dando vita ad omologazioni ben maggiori, e ben più false solo per poter credere di essere e per poter dire di essere diversi.
Ma diversi da chi e da cosa? Non è meglio parlare e pensare come si magna?

Ecco, la vera omologazione, quella che mi preoccupa, è questa. L'adesione verso beni e principi di massa, invece, mi risulta brutta e banale solo quando esagerata, quando appunto sacrifica il "contenuto" della persona, senza essere "funzionale".

Edited by Fe92
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Ma conoscete qualcuno che amerebbe Proust

e invece legge Fabio Volo solo "per essere come gli altri"?

O viceversa qualcuno che adora Vasco Rossi

e invece ascolta Vasco Brondi solo "per essere alternativo"?

 

Io no.

Do per scontato che chi fa una cosa la fa perché gli piace.

Trovo impossibile giudicare una persona

in base a quello che io penso vorrebbe fare anche se poi fa l'opposto.

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Ma conoscete qualcuno che amerebbe Proust e invece legge Fabio Volo solo "per essere come gli altri"?

 

OT: Proust e Volo nella stessa frase suonano come una bestemmia! 

Edited by losvedese
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Credo di essere una persona autonoma nel modo di pensare.

Sono stato criticato talvolta perché, pur essendo un amante dell'heavy metal non ascolto mai beatles, quasi mai led zeppelin, non adoro i queen o addirittura non riesco ad ascoltare per intero, se non in certe occasioni, la Bohemian Rhapsody. C'è poco da fare. Ovvio che ne apprezzo le qualità storiche e musicali, ma non accade che di punto in bianco prendo e ascolto rock and roll o black dog. Non ne apprezzo il sound. Mi è stato detto di essere bigotto musicalmente, e mi sono sentito offeso. I gusti son gusti. Non è che non li ascolto perché non fanno metal. Anche perché il prog mi piace…

Scusate lo sfogo xD

 

Butto lì una provocazione: trent'anni fa era alternativo chi sbregava le all star o le buttava in lavatrice più volte per farle sembrare vissute. Ora te le vendono già bucate e scolorite, e vedo un sacco di gente che le ha addosso. Escludendo il lato commerciale della trovata, come spiegate la cosa? È l'aderire in massa ad una cultura giovanile che provoca l'omologazione? Oppure l'essere "poser", cioè adottarne qualche aspetto per apparire parte della cultura?

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Per me, la nuova omologazione è fare gli alternativi a tutti i costi: negli ultimi anni, tra cultori della Feltrinelli, studenti di lettere e filosofia, amanti della cultura orientale, fotografi "artistici" e amanti del bon ton e delle cucine di stocazzo, si scorgono tentativi di uscita dalla presunta omologazione di ogni genere. 

Il problema è che in queste iniziative scorgo ben pochi sentimenti e molto cafonal mutuato ed edulcorato da schifosi propositi radical chic. Una cosa obbrobriosa, una risposta pessima che peggiora quello che in realtà vuole abbattere, dando vita ad omologazioni ben maggiori, e ben più false solo per poter credere di essere e per poter dire di essere diversi.

Ma diversi da chi e da cosa? Non è meglio parlare e pensare come si magna?

Si, infatti. Però non penso che tutti i cultori della feltrinelli o amanti delle culture orientali (io amo la cultura giapponese! XD) lo facciano per omologarsi agli alternativi. Quindi la questione è: quando diventa una farsa e quando invece è un comportamento sincero?

 

 

Butto lì una provocazione: trent'anni fa era alternativo chi sbregava le all star o le buttava in lavatrice più volte per farle sembrare vissute. Ora te le vendono già bucate e scolorite, e vedo un sacco di gente che le ha addosso. Escludendo il lato commerciale della trovata, come spiegate la cosa? È l'aderire in massa ad una cultura giovanile che provoca l'omologazione? Oppure l'essere "poser", cioè adottarne qualche aspetto per apparire parte della cultura?

Questo aspetto della questione è quello che mi fa chiedere a me stesso quando una persona è omologata, alternativa, falsa alternativa o sé stessa. Ovvero quand'è che un comportamento alternativo è frutto di un'omologazione che va contro l'omologazione "classica"? E quando un comportamento riconosciuto come omologato è frutto invece di sinceri gusti e inclinazioni personali?

Edited by NicoLane
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Si, infatti. Però non penso che tutti i cultori della feltrinelli o amanti delle culture orientali (io amo la cultura giapponese! XD) lo facciano per omologarsi agli alternativi. Quindi la questione è: quando diventa una farsa e quando invece è un comportamento sincero?

Beh, Nico, la verità certa e perfetta non è data a sapersi di certo da noi, però insomma... è pur vero che un'idea ce la si può fare.

 

E' ovvio che non tutti i "citati" (tra cui posso rientrare anche io, eh) lo facciano per omologarsi, ma è vero anche che esistono una decina di "aree", tra cui alcune citate, in cui a mio avviso si manifesta maggiormente un approccio farlocco-finto-chic alla questione omologazione, quell'approccio che - come dicevo nel post precedente - si propone come un coltivare settori e campi meno di massa solo per farsi "belli" (facendo poi, tra l'altro, diventare certe cose di massa).

 

L'omologazione è tale nella sua accezione più vera e profonda quando ci si adegua ad un modello (prevalente), di certo non quando lo si sceglie ;).

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Questo aspetto della questione è quello che mi fa chiedere a me stesso quando una persona è omologata, alternativa, falsa alternativa o sé stessa. Ovvero quand'è che un comportamento alternativo è frutto di un'omologazione che va contro l'omologazione "classica"? E quando un comportamento riconosciuto come omologato è frutto invece di sinceri gusti e inclinazioni personali?

 

In breve: ma cosa ti importa?

Cosa ti frega se uno è davvero un punk,

se si fa la cresta perché ce l'ha Balotelli

o se porta le borchie per piacere alle ragazze?

 

Questa ansia nel voler distinguere

le persone alternative autentiche da quelle che "lo fanno per fare gli alternativi"

o di voler distinguere quelli che ascoltano cose commerciali perché gli piacciono o perché "le ascoltano tutti"

non è una domanda un po' assurda?

 

Se una persona ascolta i Nine Inch Nails o Lady Gaga...

è davvero importante capire perché lo fa?

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Questa ansia nel voler distinguere

le persone alternative autentiche da quelle che "lo fanno per fare gli alternativi"

o di voler distinguere quelli che ascoltano cose commerciali perché gli piacciono o perché "le ascoltano tutti"

non è una domanda un po' assurda?

Non è un'ansia, è solo una domanda che mi pongo, tutto qua.

Nella società moderna c'è un po' di confusione riguardo l'autenticità e all'omologazione, ed ho iniziato questo topic per cercare di comprendere come la pensate voi.

Se poi devo dire chissene e non pormi, o porvi, più domande, verrà fatto. Non mi sembrava una domanda così assurda, mi sembrano semplici ragionamenti fatti per pura curiosità, senza voler arrivare per forza ad una risposta precisa o ad una tesi scientifica o psicologica.

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Nella società moderna c'è un po' di confusione riguardo l'autenticità e all'omologazione

 

La questione mi è chiara, ma come è possibile distinguere

chi si veste da Emo perché si sente Emo

e chi lo fa perché lo fanno i suoi amici e la sua ragazza?

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La domanda non la trovo più di tanto 'assurda'. In linea di massima l'omologazione a certi gusti e certi look permette di farsi un'idea sulla personalità di una persona. Se vedo un truzzo che ascolta solo musica "tunz tunz" sarà molto difficile attribuirgli un interesse per la musica jazz o chissà quale livello culturale o sensibilità su certi temi. Ovviamente questo tipo di logica NON varrà per tutti, ma ha buone possibilità di valere per molti (SOLO e SE la persona in questione è ancorata a un unico gusto musicale e/o look. Per i gusti multipli i discorsi si complicano :D).

 

Sdoganerei anche il concetto di "omologazione". Finché si tratta di un'omologazione leggera, che male c'è? Credo sia del tutto umano e naturale crearsi dei gusti e dei codici da condividere. Esempio banalissimo: si viaggia in macchina e gli amici mettono a ripetizione certe canzoni che a te all'inizio non piacciono, tuttavia le canzoni non sono del tutto orribili e, dopo che le impari e le si canti tutti assieme, quelle canzoni finiscono per piacerti perché coincidono con ricordi (il viaggio in macchina con gli amici) e condivisione/omologazione positiva (è bello che tra amici conosciamo quella canzone e la cantiamo). 

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