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Paranoia e omosessualità : esiste un collegamento?


Olimpo

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Ho dei tratti paranoici, non mi vergogno ad ammetterlo. Mi sono sempre chiesto se ci fosse un collegamento fra la mia omosessualità e la paranoia.

 

Quando ho scoperto di essere gay, all'incirca all'età di 16 anni, subito mi sono messo in testa che non l' avrei detto a nessuno, che non mi dovevo fidare di nessuno. Mi sono letteralmente internato in casa, convinto che tutte le persone mi sarebbero state nemiche. Ancora adesso, nonostante sto migliorando gradualmente, non riesco a liberarmi di queste convinzioni, o almeno non del tutto. Mi capita spesso di pensare ''Oh quello lì mi ha guardato con un sorriso malizioso, secondo me ha capito che sono gay, e mi voleva prendere in giro''.

 

Devo dire che in passato non ho avuto delle esperienze positive. Se sono così ora, è anche perché ho vissuto la mia infanzia da eremita. Preso in giro da tutti, e non tanto per la mia omosessualità (di cui non ero affatto consapevole), ma piuttosto per il mio fisico (con il quale ho tuttora un rapporto orribile, perché lo vedo orrendo e inadeguato).

 

A 12 anni ho capito che , se le persone attorno a me mi chiamavano ''gay'' o mi prendevano in giro per questo motivo, allora ci doveva essere qualcosa in me che non andava. Pensavo, magari è per il modo in cui parlo, che le persone pensano che sono gay. ''Forse mi dovrei isolare , forse dovrei stare zitto, così passerei più inosservato''. Adesso è proprio questo senso d' invisibilità, a cui da piccolo agognavo tanto per non essere preso in giro, che mi opprime come un macigno.

Devo dire che già a quell'età sentivo un'attrazione per le persone del mio stesso sesso (ripeto : inconsapevole) e la negavo quasi subito sul nascere. Ancora adesso se vedo una persona del mio stesso che mi piace, tento di negare quell'emozione.

 

Non so, ma nonostante mia sia accettato come omosessuale, provo un forte senso di vergogna. Ho paura che i miei sentimenti escano fuori ,e che , insomma, le persone si rendano conto della mia diversità e mi giudichino. Mi sono chiesto, ogni tanto, se un po' di paranoia fosse normale per un gay.

 

Penso sicuramente che la paranoia sia di obbligo, in certe occasioni, perché serve per proteggersi dalle aggressioni omofobe, verbali o fisiche, da cui noi omosessuali ci dobbiamo sempre guardare. La cronaca ce lo dice ogni giorno, la tv anche. Basta vedere quante stragi ci sono state a Roma, stragi di ragazzi innocenti che avevano l'unica colpa di avere un'etichetta addosso, sulla pelle. 

 

Interessante, a questo proposito, le parole di Freud. Che almeno in questo caso, secondo me , aveva ragione , nel credere che la paranoia potesse deriva da impulsi omoerotici repressi. 

http://www.culturagay.it/recensione/42

 

"E non rimuovano. Qualora infatti, anziché sublimati, questi istinti omoerotici vengano rimossi, si creano le premesse per la formazione della paranoia, che altro non sarebbe che la trasformazione di un'attrazione omoerotica (riassumibile nella proposizione "io (uomo) amo lui (uomo)") dapprima nel suo contrario ("io (uomo) odio lui (uomo)") - ciò che Schreber fece con il suo primo medico - e quindi nel reindirizzamento di questo odio verso se stessi ("lui (uomo) odia me (uomo)"): ecco appunto la mania di persecuzione paranoide. Freud ribadirà a più riprese l'idea che la paranoia sia sempre legata a filo doppio all'omosessualità, ad esempio nello scritto Comunicazione di un caso di paranoia in contrasto con la teoria psicoanalitica (1915)."

 

Basandosi sulla vostra esperienza, quanti omosessuali paranoici conoscete? E quanto l'omofobia e l'ambiente discriminatorio possono incidere , secondo voi, nel formare una personalità paranoica in un omosessuale?

Edited by Olimpo
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Mah io ti consiglio di prendere MOOLTO con le pinze Freud, ormai l'intera disciplina psichiatrica si è resa conto di quanto sia sbagliato attribuire così tanta centralità all'operato di quell'autore austriaco senza tenere presente il fatto che operava in un contesto storico sessuofobico fino all'inverosimile, quindi la sua riconduzione di qualsiasi problema umano al sesso è decisamente meno "astorica" di quanto si possa pensare.

 

Ho conosciuto alcuni (e alcune) paranoici e oltre ad essere eterosessuali mi sembra che i loro problemi da mania di persecuzione derivassero da un nucleo di problemi diverso dal sesso, concentrandosi in una fortissima insicurezza e in un grave disprezzo di sé, introiettato a causa di martellanti sequenze di fallimenti personali e incapacità di trovare qualche forma di realizzazione personale.

 

Le manie di persecuzione inoltre sono manifestazioni tipiche dell'indebolimento della percezione della realtà e delel facoltà cognitive di chi fuma cannabis e dei tossicodipendenti.

 

E infine il disturbo paranoide è effettivamente molto frequente nei soggetti appartenenti a minoranze: religiose, linguistiche, etniche, ecc quindi perché no, forse anche sessuali, ma non necessariamente.

 

Ma non penso si possa sovrapporre il "terrore di essere scoperti" con la mania di persecuzione intesa in senso tecnico: quest'ultima, infatti, appartiene al gruppo dei deliri perché è radicalmente priva di un fondamento nella realtà empirica. Invece se sei gay e hai paura che la gente si accorga che sei gay c'è un aggancio nella realtà, quindi forse bisognerebbe parlare di una forma diversa di disagio.

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che significa che sei paranoico ?

 

autodiagnosi o qualcuno ti ha fatto questa diagnosi ?

sì, non mi sono fatto nessuna auto-diagnosi, diciamo che mi è stato detto da un esperto con tono anche preoccupato, cmq non era questo di cui volevo parlare. Capisco la tua curiosità cmq.

 

 

 

E infine il disturbo paranoide è effettivamente molto frequente nei soggetti appartenenti a minoranze: religiose, linguistiche, etniche, ecc quindi perché no, forse anche sessuali, ma non necessariamente.

 

Ma non penso si possa sovrapporre il "terrore di essere scoperti" con la mania di persecuzione intesa in senso tecnico: quest'ultima, infatti, appartiene al gruppo dei deliri perché è radicalmente priva di un fondamento nella realtà empirica. Invece se sei gay e hai paura che la gente si accorga che sei gay c'è un aggancio nella realtà, quindi forse bisognerebbe parlare di una forma diversa di disagio.

Sono d'accordo sulla prima parte , cioè quando dici che le paranoie sono diffusissime nei soggetti appartenenti a minoranze, che rischiano di essere perseguitate o discriminate per le loro idee diverse dalla massa. La paranoia, quindi, sarebbe una sorta di protezione dalla realtà esterna.

 

Sulla seconda parte, beh non saprei dire se '''il terrore di essere scoperti '' possa essere considerato una paranoia sempre. Di certo, in alcuni casi, come nel mio , si può trasformare in una paranoia! Quando cioè la persona teme di essere scoperta in qualunque situazione della vita quotidiana, in cui non ha alcun rischio di essere scoperta (né tantomeno danneggiata). Quindi bisogna fare delle distinzioni da caso a caso.

 

Sul collegamento fra omosessualità e paranoia, Freud aveva ragione. Alcuni studi scientifici dimostrano lo stesso. Se vuoi te li linko. Cmq certo non tutto quello che disse freud era vero , e non è da prendere come un 'assioma universale.

 

Allo stesso modo devo ammettere che anche negli omofobi della manif pour tous esiste una certa dose di paranoia. Spesso dietro gli inventori delle ''teorie del complotto'' ci sono idee paranoiche.

Edited by Olimpo
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Io ho letto molto più spesso non tanto di omosessualità e disturbo paranoide, quanto piuttosto di come gli omosessuali egodistonici possono facilmente sviluppare il disturbo ossessivo o, ovviamente, forme di disturbo evitante (sociofobia).

 

Il paranoide sviluppa un comportamento che ha risvolti esterni specifici che culminano in distacco dalla realtà, appiattimento dei sentimenti umani, rancore, esasperazione, violenza e aggressività nei confronti del target dell'ideazione delirante.

 

L'ossessivo si arrovella ininterrottamente su un certo dilemma provo di risposta del quale ricerca una soluzione girando all'infinito in un circolo vizioso di conferme e smentite eterne

 

Gli evitanti infine si sottraggono alla socialità perché la percepiscono come totalmente ingestibile e intollerabilmente stressante in tutte le sue implicazioni.

 

Ecco credo che secondo e terzo profilo siano i più frequenti nell'ambito gay, di letteratura sul paranoide nei gay ne ho trovata poca finora; se ne hai linka pure sono curioso.

Edited by Sampei
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Non so, ma nonostante mia sia accettato come omosessuale,

 

 

Non ti sei accettato come omosessuale, hai solo preso  atto del fatto di esserlo, questo perché hai subito delle

esperienze precoci di omofobia, prima ancora di essere consapevole di esserlo, quando eri particolarmente indifeso

e quindi ti sei come "trincerato" a difesa di te stesso.

 

Moltissimi psicologi e psicoanalisti, in perfetta buona fede hanno confuso la paranoia con l'omofobia interiorizzata, perché non potevano

volevano o erano capaci di individuare o ipotizzare l'esistenza dell'omofobia ( il tema però era già dibattuto negli anni '30 del XX secolo )

 

Come credo di avere già scritto diffusamente la mia ipotesi è la seguente ( ma deve essere chiaro che è solo una mia ipotesi )

 

1) la maggioranza dei gay declina la propria omofobia prendendo le distanze fra sé e tutti gli stereotipi negativi sull'omosessualità

 

Io mi accetto perché non sono un omosessuale come gli altri, ma sono diverso da loro dove loro significa tutto ciò che di negativo

la società attribuisce ai gay. Questa è di base la traccia o il residuo omofobico del 90% dei ragazzi del gay forum, direi quindi il modo

fisiologico in cui si cresce come gay in un ambiente omofobico come l'Italia

 

Questo approccio difensivo consente di minimizzare le ricadute emotive e difendersi, ma ovviamente produce delle forti limitazioni

sul piano della socializzazione tra gay -e soprattutto siccome è un meccanismo che funziona, molti gay italiani non ne hanno consapevolezza

 

2) quella minoranza di gay che non può prendere le distanze perchè è stata fatta oggetto di precoce esperienze di discriminazione o ostilità

    incassa tutta l'omofobia che i primi hanno evitato

 

Non potendosi prendere la distanza da se stessi, per ovvie ragioni, la ricaduta emotiva è potente e quindi il senso di insicurezza e di vergogna

determina una organizzazione della personalità che può sembrare "paranoide" a chi non consideri il fatto che esiste una esperienza precoce di

omofobia sociale da cui ci si è difesi mettendosi in trincea. 

 

Questa esperienza è perfettamente in grado di spiegare la suscettibilità, l'insicurezza, la vergogna ed il senso di inferiorità senza dover tirare

in ballo la paranoia

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@Hinzelmann : sono d'accordo in linea generale, ma non vedo perché negare un collegamento fra omofobia sociale interiorizzata e lo sviluppo della personalità individuale. 

E' chiaro che le due cose sono collegate.

Considerando che la personalità si sviluppa durante l'età evolutiva, se una persona omosessuale viene sottoposta a stress e non si accetta come tale (o non viene accettata dalla famiglia o dal gruppo di amici), a causa dell'omofobia sociale, secondo me, ci sono dei rischi per sviluppare psicopatologie.

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Non l'ho negato affatto, l'ho spiegato e circoscritto

 

O comunque, se partiamo dal tuo caso individuale io ti direi: prima di concludere che

esista un collegamento tra la tua omosessualità e la paranoia, prendi in esame quella

che a me pare emergere come una verità che cioè semmai questo collegamento è fra

la tua omofobia e alcuni tratti nevrotici tipici di questa, che presentano delle analogie

con la paranoia

 

In questo modo la conclusione - per te - è che se riesci a superare queste brutte esperienze

la tua costruzione nevrotica può essere ridimensionata, se non risolta

 

L'errore - grave - non sta nell'ipotizzare dei collegamenti, cosa che io stesso faccio

ma nelle cose che vorresti collegare cioè l'omosessualità alla paranoia

 

Il collegamento è fra l'omofobia interiorizzata di chi ha subito certe esperienze

negative ed un tipo di costruzione della personalità che può presentare delle tipicità

nevrotiche

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@Hinzelmann : in effetti sono stato poco chiaro. Il collegamento fra omosessualità e paranoia non esiste nel senso che non tutti gli omosessuali sono paranoici. Esiste come dici tu un collegamento fra paranoia ed omofobia interiorizzata. Forse Freud non aveva tenuto conto del fenomeno dell'omofobia ( del resto il termine fu coniato molto più tardi).

 

Quanto al superare queste brutte esperienze, io direi che è difficile, mlto difficile, perché queste esperienze incidono sulla costruzione della propria personalità.

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Ci sono due problemi distinti ma non confliggenti

 

1) quello che hai individuato tu, se esistesse un collegamento fra omosessualità e paranoia dovrebbero avere tratti

    paranoici tutti i gay ( ebbene, sì vi sono stati psichiatri che lo hanno detto sostenendo che l'omosessualità in sé

    essendo una regressione alla fase sadico-anale, implicava una costruzione "primitiva" della personalità )

 

Il problema 1) è molto rilevante sul piano politico e culturale perché "patologizza" l'omosessualità ma esiste un secondo

aspetto che interessa te e tutti coloro che si riconoscono nella tua descrizione o possono rientrare  nel mio schemino di

cui sopra ( fra coloro che sono stati vittima di omofobia veramente...cioè attraverso fatti o esperienze precoci )

 

2) se il collegamento per alcuni è fra omofobia interiorizzata e sintomatologia e non fra omosessualità e sintomatologia

    per quanto possa essere difficile possono esistere margini di miglioramento enorme, perché l'omosessualità è un qualcosa

    che non può cambiare l'omofobia interiorizzata invece sì

 

Non ti voglio dire, che diventerai al 100% una persona diversa da ora ma certo l'idea di fondo sarebbe capire che puoi

diventare felice non malgrado la tua omosessualità ma grazie alla tua omosessualità, occorre cioè un ribaltamento delle

carte in tavola

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Risulterò antipatico.

 

Io trovo che tu stia usando la tua omosessualità come scusa per non mettersi in gioco, perché è più facile per te crearti la maschera del 'sono gay e quindi gli altri non possono capirmi' che invece cercare di sbloccarti.

 

Il fatto di essere gay diventa un problema solo se noi lo reputiamo tale.

Dici di aver vissuto la tua gioventù quasi in isolamento a causa delle tue paranoie: per me c'è stata soltanto tanta tanta insicurezza ma, soprattutto, ti è mancata una figura che ti abbia aiutato a sbloccarti.

 

Io parlerò da pischello inesperto quale sono ma, secondo me, sta tutto nel trovare la persona giusta nel momento giusto.

Se quando eri più giovane (o anche adesso, mica è tardi!) avessi trovato una persona, non per forza il tuo fidanzato, avresti iniziato a convertire la tua REPRESSIONE (non ti sei accettato, su) in qualcosa di autentico, avresti iniziato ad accostare all'idea dell'omosessualità un qualcosa di piacevole, di sessuale, di empatico.

 

Non mi addentro troppo nella psicologia, sia perché non sono competente, sia perché mi pare sia solo un altro modo per creare astrazioni (leggi paranoie) dal nulla, bisogna essere concreti, soprattutto quando si riflette su se stessi, bisogna arrivare alla radice del problema e sradicarlo, anche con atti forti perché no.

 

Dici che la paranoia possa essere uno strumento positivo.. Ad esempio per proteggersi dalle aggressioni omofobe!

Ed io ti rispondo: assolutamente no.

A nessuno frega che tu sia gay, alla stragrande maggioranza non importa un fico secco, ti giudicano per la tua personalità, per il tuo aspetto: dici che il tuo fisico non ti piace, che ti faccia sentire inadeguato.

Partiamo da lì allora, cambialo: non puoi cambiare il fatto di esser gay, ma il fisico si, se ne hai voglia!

 

Il fatto è che giudichi troppo importante la tua sessualità, ma tu sei altro, sei una persona con ambizioni, col tuo carattere e le tue stranezze: ti stai barricando, secondo me, da troppo tempo dietro la scusa dell'esser gay per non metterti in gioco.

 

Mettitelo in testa, non basare la tua vita sulla sessualità, quella è solo una componente di te che, e qui il punto fondamentale, va esplorata.

E bisogna esplorarla con tutti i pregiudizi e gli stereotipi che uno si è fatto nella testolina, altrimenti non è possibile ricredersi e quindi sbloccarsi.

 

Sono tutte scuse per non agire, le paranoie derivano da altri aspetti, dalle insicurezze che hai dentro: è inutile circoscrivere tutto all'essere gay, è troppo comodo.

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Quoto Luchetto: In fin dei conti la "paranoia" (che qui, ormai l'abbiam capito, Olimpo non stai utilizzando in senso tecnico, ma piuttosto come sbagliatissimo sinonimo di omofobia interiorizzata) cessa di avere consistenza quando ti acorgi che i presupposti della stessa non solo sono futili ed evanescenti, ma tu stesso li puoi abbattere per una tua decisione, quella di vivere la tua omosessualità come parte di te da assecondare esfruttare per la tua felicità, e non come qualcosa di estraneo da soffocare e distruggere.

 

E quello che dice Hinzelmann è molto importante, cioè non bisogna franitendere pensando che un gay rischi di sviluppare disturbi della personalità perché è gay, ma ovviamente corre questo rischio perché vive in una società omofobica di cui introietta fin da piccolo l'odio astratto e generico nei confronti dell'omosessualità.

 

Il problema è culturale: la fonte del disagio è l'omofobia interiorizzata, non l'omosessualità, perché è dall'omofobia interiorizzata che nasce l'egodistonia.

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Ci sono due problemi distinti ma non confliggenti

 

1) quello che hai individuato tu, se esistesse un collegamento fra omosessualità e paranoia dovrebbero avere tratti

    paranoici tutti i gay ( ebbene, sì vi sono stati psichiatri che lo hanno detto sostenendo che l'omosessualità in sé

    essendo una regressione alla fase sadico-anale, implicava una costruzione "primitiva" della personalità )

 

Non sono del tutto d'accordo.

La paranoia potrebbe essere insita nell'omosessualità, non perché l'omosessualità è una condizione patologica (non ho mai detto o sostenuto questo), ma perché l'omosessualità è una condizione minoritaria , e storicamente, discriminata. La paranoia è insita, del resto , in una maggiore percentuale , nelle minoranze. Non ho , invece, mai sostenuto un collegamento fra condizione minoritaria e condizione patologica, ma è altrettanto vero che le minoranze sono più esposte a problemi di tipo sociale e psicologico.

 

E' probabile che i pazienti di freud erano omosessuali e paranoici perché avevano un forte timore di essere scoperti, di perdere l'affetto della famiglia, il lavoro, la reputazione, e gli amici. Del resto , a quei tempi, l'omosessualità poteva condurti anche in galera o portati alla totale esclusione sociale. Adesso , le cose sono cambiate, ma l'omofobia  continua ad esserci, soprattutto nelle generazioni più giovani (lo so che ti può sembrare un paradosso), trasformandosi in una forma anche subdola di violenza psicologica e fisica.

 

 

2) se il collegamento per alcuni è fra omofobia interiorizzata e sintomatologia e non fra omosessualità e sintomatologia

    per quanto possa essere difficile possono esistere margini di miglioramento enorme, perché l'omosessualità è un qualcosa

    che non può cambiare l'omofobia interiorizzata invece sì

 

Non ti voglio dire, che diventerai al 100% una persona diversa da ora ma certo l'idea di fondo sarebbe capire che puoi

diventare felice non malgrado la tua omosessualità ma grazie alla tua omosessualità, occorre cioè un ribaltamento delle

carte in tavola

 

Sono parole incoraggianti, e di certo si possono fare dei grandi miglioramenti. Ad oggi, esiste la terapia affermativa, ad esempio, che si basa non sul negare la propria omosessualità (come si faceva, al contrario, con le terapie avversive), ma sull'accettarla come una parte di se attraverso una ristrutturazione cognitiva.

 

@Sampei : penso di non essere stato del tutto chiaro, quando ho detto che ho dei tratti paranoici, diagnosticatimi, che poco hanno a che fare con l'omofobia interiorizzata. Infatti avevo questi tratti anche prima di scoprirmi omosessuale. Poi la situazione è peggiorata dopo aver preso consapevolezza, ed essermi reso conto del clima omofobo in cui mi trovavo. 

Non mi sono fatto nessuna autodiagnosi , ripeto, sono cose che sono emerse durante il colloqui con una psicologa.

Sono consapevole che c'è , del resto, una grande differenza fra convinzioni paranoiche ( o deliri persecutori) e timore di essere giudicato come omosessuali , che è un po' presente in tutti voi. 

Edited by Olimpo
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Il fatto di essere gay diventa un problema solo se noi lo reputiamo tale.

 

 

No questa affermazione non la posso accettare

 

Se è vero questo

 

 

 

  Devo dire che in passato non ho avuto delle esperienze positive. Se sono così ora, è anche perché ho vissuto la mia infanzia da eremita. Preso in giro da tutti, e non tanto per la mia omosessualità (di cui non ero affatto consapevole), ma piuttosto per il mio fisico (con il quale ho tuttora un rapporto orribile, perché lo vedo orrendo e inadeguato).   A 12 anni ho capito che , se le persone attorno a me mi chiamavano ''gay'' o mi prendevano in giro per questo motivo, allora ci doveva essere qualcosa in me che non andava. Pensavo, magari è per il modo in cui parlo, che le persone pensano che sono gay

 

 

Che cioè dagli 8 ai 16 anni si è stati presi in giro, per il proprio aspetto fisico prima e poi perché "gay" o "frocio" con tutto ciò

che questi termini implicano, in termini di disprezzo e discriminazione etc

 

Noi non lo possiamo ritenere irrilevante e non possiamo neanche gettare la croce addosso ad Olimpo

dandogli del represso, perché ammesso e non concesso che abbia provato a reprimersi fino ai 16 anni

direi che non abbia affatto funzionato

 

Cioè un discorso è una "paranoia" intesa in senso lato, come complesso di idee che uno si mette in testa

da sé, altro discorso è se i fatti citati sono veri...e si subisce tutto ciò che questi implicano

 

@Olimpo quello che tu chiami paranoia si chiama minority stress

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@Olimpo quello che tu chiami paranoia si chiama minority stress

no, ti ripeto un 'altra volta, che nonostante io sia stressato per la mia appartenenza ad una minoranza (per cui è lecito parlare di minority stress), la mia paranoia è sempre esistita , mi è stata diagnosticata da un esperto, e ha poco a che fare con l'insicurezza , normale, in un omosessuale o la paura di non essere accettato.

 

Infatti la mia paranoia tende a manifestarsi sempre, come paura di essere spiato, paura che tutti mi siano nemici (anche per uno sguardo o una parola che interpreto male), paura di essere perseguitato o picchiato, sospettosità nei confronti di amici e parenti (soprattutto nei confronti di amici, dei quali, fatta qualche eccezione, non mi riesco proprio a fidare). Negli ultimi anni ho accusato almeno una decina di volte , basandomi su convinzioni irreali, gli amici, di parlarmi dietro alle spalle o di prendermi in giro.

 

A volte, mi è un po ' difficile riconoscere se poi realmente, queste persone mi prendevano in giro. Qualcosa sicuramente c'è stato. Ma a causa dei miei tratti paranoici ho distorto spesso la realtà

 

Quello che mi chiedevo era, piuttosto, se la paranoia, oltre ad essere un tratto della mia personalità, poteva avere qualche collegamento con l'omofobia interiorizzata. Ma certamente, è sbagliata l'equazione omofobia interiorizzata = paranoia, almeno nel senso in cui intendo io paranoia, cioè nel senso letterale del termine, come una "Per paranoia si intende una psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà. Questo sistema di convinzioni si manifesta sovente nel contesto di capacità cognitive e razionali altrimenti integre" [cit. Wikipedia]

Edited by Olimpo
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Se sostieni di aver avuto una diagnosi professionale di disturbo paranoide della personalità

o di schizofrenia paranoide

 

Non posso che prenderne atto

 

Posso solo chiederti la diagnosi esatta e chi fosse l'esperto e se gli hai detto di essere gay

e le cose che hai scritto qui o gliele hai taciute

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Se sostieni di aver avuto una diagnosi professionale di disturbo paranoide della personalità

o di schizofrenia paranoide

 

 

No assolutamente no, non ho ricevuto questa diagnosi. Ho ricevuto la diagnosi di tratti paranoici, che sono più comuni del disturbo paranoide o della schizofrenia paranoide, disturbi per giunta anche abbastanza gravi e seri.

 

Sì, certamente, ho detto allo psicologo di essere gay, e penso che una persona esperta sappia fare una distinzione fra omofobia interiorizzata e paranoia. Nulla vieta che ci siano entrambe, cioè che una persona omosessuale egodistonica, sia, allo stesso tempo , paranoica. L'importante è che venga fatta una distinzione, perché io intendo paranoia come ''tratti paranoici di personalità'' e quindi nel suo significato letterale. Il mio obbiettivo, attraverso questo topic, è semplicemente sapere se ci poteva essere un collegamento fra le due cose, ma non ho mai detto che fossero la stessa cosa .

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Infatti la mia paranoia tende a manifestarsi sempre, come paura di essere spiato, paura che tutti mi siano nemici (anche per uno sguardo o una parola che interpreto male), paura di essere perseguitato o picchiato, sospettosità nei confronti di amici e parenti (soprattutto nei confronti di amici, dei quali, fatta qualche eccezione, non mi riesco proprio a fidare). Negli ultimi anni ho accusato almeno una decina di volte , basandomi su convinzioni irreali, gli amici, di parlarmi dietro alle spalle o di prendermi in giro.

 

A volte, mi è un po ' difficile riconoscere se poi realmente, queste persone mi prendevano in giro. Qualcosa sicuramente c'è stato. Ma a causa dei miei tratti paranoici ho distorto spesso la realtà

 

Mumble...perché non iniziare a chiamare le cose con degli altri nomi, che rechino una connotazione meno negativa?

Cos'è questo terrore d'essere preso in giro o spiato? A te non succede MAI di parlare di qualcun'altro, per scherzare o solo per esprimere un'opinione? Se sì, direi che pure tu sei un ragazzo che parla alle spalle degli altri.

Prendiamo in considerazione l'ipotesi peggiore; dei ragazzi ti prendevano in giro con intenzione malevola...mi sembra tu sia ancora qui tra noi, il danno non dev'essere stato poi così grande :D

Mi piacerebbe capire un po' come funziona il dialogo coi tuoi genitori, e che tipo di persone sono, per capirci un po' di più a proposito di questo timore di vedersi "accerchiato dai nemici"!

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Il fatto di essere gay diventa un problema solo se noi lo reputiamo tale.    

 

No questa affermazione non la posso accettare   Se è vero questo

 

 

Ma lui dice:

 

 

 

Infatti la mia paranoia tende a manifestarsi sempre, come paura di essere spiato, paura che tutti mi siano nemici (anche per uno sguardo o una parola che interpreto male), paura di essere perseguitato o picchiato, sospettosità nei confronti di amici e parenti (soprattutto nei confronti di amici, dei quali, fatta qualche eccezione, non mi riesco proprio a fidare).
 

 

Le sue paranoie sono riconducibili, secondo me, ad un'ansia generalizza che credo sia proprio insita nella sua personalità: cioè i tratti paranoici derivano dal comportamento che gli altri hanno tenuto nei suoi confronti in generale, non alle prese in giro sulla presunta omosessualità, e magari la sua psiche si presta ad avere tratti paranoici, che sarà mai.

 

Cioè io credo sia vittima di bullismo, non di omofobia, per intendersi!

 

Fra l'altro lo prendevano in giro a 12 anni, dove non penso la sua sessualità si potesse ancora esprimere tanto da degenerare in prese in giro.

I commenti sprezzanti erano sul fisico, sul carattere, ma non perchè fosse gay, ma solo perché era lui, era così.

Magari gli altri non sapevano neanche della sua sessualità, immagino i classici commentini di 'frocio' o 'finocchio' sparati lì a caso, ma senza una reale convinzione che fosse effettivamente gay, era tanto per offendere.

 

Dici inoltre @Olimpo che hai dei tratti paranoici dove ti senti perseguitato: io credo che tu sia in una dimensione di massima sfiducia verso il mondo, ma soprattutto verso il mondo omosessuale.

 

Dici che vedendo un ragazzo che t'attizza a volte tendi a reprimere questo sentimento: ecco per me è tutto dovuto al fatto che non hai (credo eh, dal testo non si capisce ma ipotizzo io) avuto ancora relazioni appaganti con l'altro sesso, e quindi hai una dimensione tutta idealizzata dell'essere gay.

 

Tu sei consapevole della tua sessualità, ma la subisci: non parlerei neanche tanto di repressione, quanto di errata consapevolezza.

 

Hai bisogno di un approccio positivo con  un ragazzo: e non parlo necessariamente di sesso (ripeto, non so le tue esperienze, parlo in generale) ma di iniziare a svalutare la dimensione che ti sei creato dell'essere gay e di recuperare gli aspetti più semplici che ciò contiene.

 

Sono solo due ragazzi che pomiciano o che scopano.. Che sarà mai?

 

Anche il tuo ricorso a Freud conferma la mia ipotesi: idealizzazione del mondo gay e conseguente svalutazione di esso

 

Ma se svaluti il mondo gay, svaluti di conseguenza anche tu che ne fai parte, ed ecco che le paranoie non tardano ad arrivare.

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Mah insomma, chiaramente queste discussioni dovrebbero muovere dal presupposto che ciò che

scrive il proprio interlocutore sia vero

 

Nel senso che nessuno di noi volendolo potrebbe verificarlo

 

 

 

Fra l'altro lo prendevano in giro a 12 anni, dove non penso la sua sessualità si potesse ancora esprimere tanto da degenerare in prese in giro.

 

Lo pensi tu, ma è vero o no? Io so che in generale è ben possibile essere presi in giro a 12 anni

se lo sia nel suo caso non posso dirlo se cambia idea ogni tre post, insinuando per giunta che forse

potrebbe esserselo immaginato XD

 

 

 

non perchè fosse gay

 

Lui ha scritto "gay" però ; fino ai 12 no....dopo i 12 sì e fino ai 16 sì

 

A me vanno bene entrambe le ipotesi purché lui lo dica e non cambi poi idea

a seconda di ciò che gli si risponde

 

Un "tratto di personalità" è semplicemente un modo di organizzare le tendenze

comportamentali, ma di per sé considerato non è uno stile, Né tantomeno un disturbo

e neanche una malattia ed in più in buona parte dipende dal contesto ambientale in

cui si è cresciuti ( siamo quindi a pieno titolo nell'ambito della nevrosi ed in ispecie

della nevrosi omofobica )

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Dici che vedendo un ragazzo che t'attizza a volte tendi a reprimere questo sentimento: ecco per me è tutto dovuto al fatto che non hai (credo eh, dal testo non si capisce ma ipotizzo io) avuto ancora relazioni appaganti con l'altro sesso, e quindi hai una dimensione tutta idealizzata dell'essere gay.

 

Tu sei consapevole della tua sessualità, ma la subisci: non parlerei neanche tanto di repressione, quanto di errata consapevolezza.

 

E' bene che Olimpo si appropri dell'autonarrazione più efficace per tenere a bada l'ansia (di qui il mio invito a "smitizzare" le aggressioni che ha subito/in mancanza di racconti dettagliati mi son preso la libertà di "sottovalutarle" un po'). Fintantoché vivrà nella paura di subire un qualche attacco omofobo non si aprirà al mondo gay e, contestualmente, vivrà di quell'immagine dell'essere gay che nemmeno conosce troppo bene (perché, non per sua colpa, è ancora preso da fantasticherie varie e non fa molte esperienze concrete).

 

Rimango convinto che i rapporti familiari giochino un ruolo fondamentale nell'alimentare quei tratti paranoici particolarmente ansiogeni e spiacevoli per Olimpo in primis; se accettiamo quest'ipotesi, è difficile dipanare la matassa e capire se alla radice della tendenza paranoica vi siano genitori troppo ansiosi/troppo esigenti o genitori troppo omofobi.

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Lui ha scritto "gay" però ; fino ai 12 no....dopo i 12 sì e fino ai 16 sì

 

A me vanno bene entrambe le ipotesi purché lui lo dica e non cambi poi idea

a seconda di ciò che gli si risponde

 

Un "tratto di personalità" è semplicemente un modo di organizzare le tendenze

comportamentali, ma di per sé considerato non è uno stile, Né tantomeno un disturbo

e neanche una malattia ed in più in buona parte dipende dal contesto ambientale in

cui si è cresciuti ( siamo quindi a pieno titolo nell'ambito della nevrosi ed in ispecie

della nevrosi omofobica )

forse è colpa mia perché non mi sono espresso bene..

 

Ho iniziato ad avere dubbi sulla mia sessualità all'età di 12 anni, perché gli altri mi insultavano spesso o prendevano in giro. Penso che lo facessero soprattutto perché mi vedevano isolato. Magari non pensavano neanche che fossi gay, però me lo dicevano e anche con cattiveria. Questo sia in famiglia sia a scuola. A quell'età io non pensavo minimamente all'argomento, però  ho iniziato a temere quell'etichetta e ad evitarla se possibile, con tutti gli accorgimenti, fingendomi il più ''etero'' possibile, cercando di mettere da parte certi atteggiamenti che sospettavo sarebbero diventati un motivo per prendermi in giro (anche se non mi sono mai ritenuto effeminato, ho sempre pensato che magari c' era qualcosa di diverso in me che faceva credere questo....).

 

Cmq dai 12 ai 16 anni andavo a intervalli. C'erano tempi in cui pensavo continuamente alle prese in giro, alle etichette che mi davano gli altri, momenti in cui invece me ne strafregavo. A 16 anni ho scoperto la mia sessualità e mi sono reso conto che ero attratto dalle persone del mio stesso , e totalmente indifferente verso quelle del sesso opposto. 

Dopo che me ne sono reso conto ufficialmente, non ci ho messo tanto per accettarmi, ma vivo con la paura quotidiana di essere scoperto. E non è semplicemente omofobia interiorizzata. Come vi ripeto,  ho dei tratti paranoici, che mi sono stati diagnosticati durante una seduta con una psicologa.

 

Io sono stato davvero preso in giro, ma lo sono stato nella misura di molti miei coetanei, che magari erano (e sono) completamente etero, ma tuttavia vengono emarginati ed etichettati come froci. Inoltre, come ripeto, le prese in giro non vertevano solo sulla sessualità, ma anche e soprattutto sul fisico.

Non ho mai detto che ''mi potrei essere immaginato queste prese in giro''.

Ho detto, invece, che a causa dei miei tratti paranoici, le ho percepite con la lente d'ingrandimento, e non le ho prese per quello che erano, cioè dei semplici nomignoli usati fra ragazzi, spesso inconsapevolmente.

 

Ma io , nonostante questa consapevolezza, che in fondo quelle prese in giro andavano prese per quello che erano (cioè delle bravate adolescenziali), continuo a essere perseguitato dai fantasmi del passato. Quando sto in pubblico, ho la sensazione (bruttissima ) di essere visto, spiato, fissato, ho la sensazione che insomma tutti sappiano che io sia omosessuale, e si comportino di conseguenza (cioè guardandomi male, parlandomi alle spalle ecc....). E ripeto, non è una convinzione facile da modificare.

Edited by Olimpo
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Magari non pensavano neanche che fossi gay, però me lo dicevano e anche con cattiveria. Questo sia in famiglia sia a scuola.

 

Perdonami, ricordo solo ora che avevi aperto il topic sulla sorella omofoba...

 

Ma io, nonostante questa consapevolezza, che in fondo quelle prese in giro andavano prese per quello che erano (cioè delle bravate adolescenziali), continuo a essere perseguitato dai fantasmi del passato. Quando sto in pubblico, ho la sensazione (bruttissima) di essere visto, spiato, fissato, ho la sensazione che insomma tutti sappiano che io sia omosessuale, e si comportino di conseguenza (cioè guardandomi male, parlandomi alle spalle ecc....). E ripeto, non è una convinzione facile da modificare.

 

...non tutto il mondo è omofobo, fortunatamente ;)

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però me lo dicevano e anche con cattiveria.

 

Punto

 

Cioè te lo dicevano...stop, cioè lascia stare il perché ed il percome:  fatto è che è avvenuto

e ci hanno pure azzeccato.

 

 

 

E non è semplicemente omofobia interiorizzata. Come vi ripeto,  ho dei tratti paranoici, che mi sono stati diagnosticati durante una seduta con una psicologa.

 

Qui bisogna intendersi...una seduta con una psicologa non basta a costruire tutto il discorso che ci fai tu 

al più dopo aver escluso che tu possa avere malattie o disturbi può aver individuato un tuo nevroticismo

caratterizzandolo come tratto "dominante", ma la cosa andrebbe approfondita etc.

 

Quindi veramente non capisco....a cosa ti sta servendo veramente questa "diagnosi"? 

 

Se serve ad approfondire, andare a fondo...per sbloccarti sul piano relazionale, ok siamo d'accordo

e sarà inevitabile affrontare la questione "omosessualità" fai lavorare gli "esperti" se pensi di averne

bisogno

 

Se serve a giustificare la tua immobilità: sono nato così è un mio modo di essere ho accettato la

mia omosessualità senza far niente, ora devo accettare di essere un omosessuale paranoide così

quadro completamente la cosa e mi metto il cuore in pace, sono predestinato all'infelicità...no, non va

bene!

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Ti dico la mia opinione, secondo me c'è. Perché anch'io ho molte delle tue stesse, chiamiamole paranoie... Il punto è questo, secondo me. L'omosessuale sa che non è accettato da tutti, sa che molti ne potrebbero parlare male, che qualcuno lo guardi male, perché è pur vero che l'omosessualità non sempre è ben vista. Tutto ciò crea inevitabilmente "paranoie", che a volte sono reali altre volte no. Ma il punto è che tu non sai mai chi ha una buona opinione di te e chi no. Da lì le paranoie. Secondo me sì quindi, c'è un legame tra paranoia e omosessualità. Ma come ti ho detto giustificato dalla consapevolezza che non sempre l'omosessualità è ben vista.

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Ora non confondiamo la "paranoia" con la fifa però XD

 

Un discorso è se io anticipo il pericolo ed immagino il peggio

con il risultato che lo evito e non faccio CO

 

Qui io sto ragionando al futuro ed è una cosa che ha sperimentato

chiunque sia gay prima del CO, perché il CO crea ansia

 

Ma a maggior ragione se parliamo di questo come si può prescindere

dall'omofobia interiorizzata e dal percorso di accettazione?

 

Se uno non riesce a dire "io sono gay" a qualcuno non può sostenere

di essersi veramente accettato, non si è neanche fatto carico della propria

omosessualità!

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