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La ricetta della Felicità


Sampei

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La ricetta della felicità, per me, è stare in salute, avere persone care attorno con i quali si è in ottimi rapporti(partner e genitori in primis, a seguire fratelli e sorelle), avere un lavoro non dico favoloso ma quantomeno piacevole, anche negli orari, avere una casa di proprietà, ed avere l'automobile che più ci piace.

Inoltre contribuisce alla felicità il viaggiare (non necessariamente in altri continenti, va bene anche il weekend fuori porta per svagarsi), ed il riuscire a soddisfare i propri desideri senza posticiparli all'infinito... ecco, questo ultimo punto è quello che ho sentito recriminare da diversi anziani...il non aver potuto togliersi sfizi (acquisti, viaggi, ecc.) quando erano giovani, sfizi che ora non possono più togliersi perchè, pur avendo la disponibilità economica, non hanno più la salute.

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@ben81

 

E se uno non sta in salute deve essere infelice per forza ?

 

 

Che ditarculo che sei... premesso che ognuno parla per il proprio punto di vista,  io ho parlato di una situazione ipotetica di varie componenti che, tutte assieme, contribuiscono a fare la felicità...chiaro che poi c'è chi non è in salute, c'è chi non ha lavoro, c'è chi è orfano, c'è chi ha una famiglia di merda, ecc. ecc. ecc.

Me sembri quelli che quando dici qualcosa se ne escono con la gara al peggio con sparate tipo "eh ma in africa muoiono di fame"...allora ammazziamoci tutti per solidarietà e ciao.

Edited by ben81
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@ben81

 

io non sto in una situazione ipotetica e non sto in salute.

 

può essere benissimo che la salute sia un requisito indispensabile per la felicità ma mi chiedo se lo sia veramente o se si può anche essere felici senza salute o avendo una salute parziale.

Edited by marco7
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Che noia... se è per questo c'è anche chi si sente felice stando in affitto piuttosto che comprando casa, chi si sente felice comprando una moto anzichè un'auto, e chi si sente felice nel tagliare i ponti con la propria famiglia di origine, sempre per citare gli esempi sopra citati.

 

 

Quindi quale parte del punto 2 della mia firma non ti è chiaro?

 

Punti di vista, questi sconosciuti, e voglia di trollare, questa tua amata... non sei l'unico ad avere qualche problema al Mondo, ne abbiamo tutti qualcuno...ma non tutti fanno le vittime e ammorbano il forum piangendo e cercando di essere compatiti... il topic inoltre si intitola "la ricetta della felicità", e non "elencate i vostri problemi",  quindi ognuno di noi doveva elencare, secondo il proprio punto di vista, quali sono le cose che contribuiscono, per lui, ad una vita felice.

Io ho detto la mia: tu, a parte flammare andando off topic, non ci hai nemmeno detto, secondo il tuo punto di vista, cosa ritieni che renda una vita felice... ergo se uno deve entrare nei topic non per rispondere ai quesiti degli stessi, ma solo per buttarla in caciara, è meglio che si astenga.

Edited by ben81
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Quindi per essere felici bisogna scopare, e per scopare bisogna essere fighi, per essere figo devi andare in palestra, sollevare pesi, depilarti, abbronzarti, truccarti... fare una serie di cose orribili, noiose, faticose e dolorose... meglio le seghe -_-


 


Per me essere felice è capire le piccole cose di ogni giorno come apprezzare una bella giornata al mare, apprezzare quello che si ha, sorridere anche per una sciocchezza, dimenticandoci che non sempre si può.


Essendo un tipo molto artistico e amante della tecnica devo per forza fare un lavoro che mi faccia esprimere in un certo modo, creare qualcosa, venire a contatto con gli altri, non lavorare in silenzio e isolato a montare i miei mq di pavimento ogni giorno.


Poi cinema, arte e musica non mi devono mancare, il pianoforte in casa è d'obbligo, un'officina per gli attrezzi anche.


Edited by Fantom
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Sono dell'idea che la felicità sia la moneta con cui faremo il bilancio della nostra vita, una moneta che ha veramente tanti falsi in giro....

 

Penso che sia un po complicato distinguere la vera felicità che secondo è uno stato dell'animo che stabilmente alberga dentro di noi rispetto all'euforia che, prima o poi, passa da sola (il che non significa che non possa durare anche molto a lungo).

 

Credo che la vera felicità non sia la soddisfazione materiale di se stessi ne la ricerca della libertà: non dovrebbe essere una sorpresa quindi nel leggere statistiche in cui di evince che i Paesi con il più alto tasso di benessere materiale e con il più alto grado di libertà siano anche quelli con il più alto tasso di suicidi e di abuso di psicofarmaci.

 

Credo che la vera felicità sia star bene dentro (senza prendere activia  :maninlove: ) quando tutto il mondo intorno a te sta bene, anche e soprattutto grazie a te.

Edited by sugar85
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@ben81

 

non è mio desiderio essere compatito. chiedevo delucidazioni sulla tua ricetta della felicità, tutto qua.

 

se leggi i post passati vedrai che avevo scritto altri contributi prima del tuo in cui dicevo che un lavoro in cui ci si realizza può rendere felici.

 

riguardo la tua firma non l'avevo letta, comunque a me a leggere il punto uno della tua firma passa la voglia di leggere il resto della firma.

Edited by marco7
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Credo che la vera felicità non sia la soddisfazione materiale di se stessi ne la ricerca della libertà: non dovrebbe essere una sorpresa quindi nel leggere statistiche in cui di evince che i Paesi con il più alto tasso di benessere materiale e con il più alto grado di libertà siano anche quelli con il più alto tasso di suicidi e di abuso di psicofarmaci.

 

 

 

 

Ni: nei paesi poveri avvengono meno suicidi semplicemente perchè la gente è talmente presa sul come sopravvivere giorno per giorno che non ha tempo per arrovellarsi il gulliver e deprimersi, ma questo non significa che sia più felice, anzi.

 

A parte ciò, se è vero che i soldi (e la ricchezza) non fanno la felicità, è anche vero che aiutano in qualsiasi situazione pratica, anche semplicemente in caso di imprevisti o nel bisogno di cure mediche, senza andare a cercare vizi e spese voluttuarie.

Edited by ben81
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Tu ti riferisci al lavoro e all'ambito lavorativo [...] Ma anche in questo caso questa deve essere, a mio parere, sempre una conseguenza, deve essere sempre seconda: guai a farla diventare prima. O almeno: molto meglio se è seconda e completiva, non l'asse o il criterio di riferimento.

 

Portavo il lavoro ad esempio, ma che il senso d'appartenenza ad una comunità, o un entusiasmo condiviso entro un rapporto a due (erotico o amicale) siano requisiti necessari per dirsi felici, di questo son convinto. 

Mi si replicherà che così facendo delegherò sempre il mio esser felice ad altri e alla loro interazione con me temo...

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che il senso d'appartenenza ad una comunità, o un entusiasmo condiviso entro un rapporto a due (erotico o amicale) siano requisiti necessari per dirsi felici, di questo son convinto

 

Anch'io, assolutamente. 

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La felicità non è una condizione che si vive, ma un bilancio fatto a posteriori.

Oggi la neuroscienza dà ragione a Schopenhauer. Ogni volta che accade qualcosa di importante (buono o cattivo) nella nostra vita si attiva il sistema della dopamina: improvvisamente la dopamina sale, sta su per un po', poi riscende. 

Questo salire e scendere è indispensabile perché sia possibile provare piacere, dolore e soprattutto perché si sia spinti in qualche modo a cercare il piacere e fuggire il dolore. E' il sistema che ci tiene vivi.

Secondo alcune ipotesi quello che accade nella depressione è che la dopamina non scenda più. Questo potrebbe far pensare che si dovrebbe stare sempre bene, mentre quello che in realtà succede è che i recettori per la dopamina, sottoposti ad un continuo eccesso di dopamina, si desensibilizzano e si diventa incapaci di provare piacere e dolore.

Da qui il senso di vuoto che caratterizza la vita della persona depressa; non tanto un dolore costante, ma un'assenza totale di motivazione, l'assenza della spinta stessa a vivere...

 

Ne consegue che la felicità come condizione stabile non può esistere. Semmai possiamo valutare a freddo la nostra vita e chiederci se ha avuto un senso e se la porteremmo avanti.

Personalmente credo che per me la felicità potrebbe essere sentire qualcosa ogni tanto. Qualcosa di bello, in via preferenziale. 

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Nel mio caso la serenità mi ha "sorpreso" nel momento in cui sono riuscito a scindere il sogno dalla realtà,dall'accettare ciò che non potevo cambiare,non per rassegnazione ma proprio perché molto spesso quello che accade non dipende da noi.

Come già detto da @Hinzelman uno che si ritrova nella vita a non essere il Bello o il Simpatico o il Potente rischia di non avere un ruolo da protagonista nella PROPRIA vita.Trovare il rimedio,una scappatoia al ruolo di comprimario rende sereni.Credere in se stessi,anche quando i nostri meriti non vengono riconosciuti,questo rende sereni.

Piacere a chi ci piace è un beneficio per la mia autostima,per il mio orgoglio,ma non può essere il motivo principale per il mio star bene.Non piacere a qualcuno che mi piace non mi toglie valore o fiducia in ciò che sono,al massimo mi fa soffrire per un po...ma insomma,la vita è anche questo o sbaglio?Altrimenti uno brutto o non particolarmente brillante o non potente si dovrebbe rassegnare alla mediocrità.Avere bellezza,ricchezza e personalità è un partire avvantaggiato,un privilegio,non sempre un merito.Molto spesso anche tra loro regna l'insoddisfazione,mentre chi è partito dalle retrovie e ha capito il valore della conquista,beh penso che sappia apprezzare molto di più la vita.Attenzione,non voglio dire che questa sia una regola scritta,però accade spesso.

Far parte di una comunità è fondamentale,da soli si "muore"lentamente.Anche questo rende sereni,avere amici o anche solo un gruppo di persone che condividono i tuoi interessi è importante.

Avere un uomo accanto sarebbe la ciliegina sulla torta,ma se non arriverà pazienza,se la torta è buona la ciliegina non è indispensabile :)

Ora dopo questo delirio scappo,oggi è una giornata fantastica,il sole splende,il lago brilla e io vado nel bosco a raccogliere castagne!Anche questo mi rende felice.

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La felicità non è una condizione che si vive, ma un bilancio fatto a posteriori.

 

Ne consegue che la felicità come condizione stabile non può esistere.

 

 

le due frasi sono inconciliabili per me. una condizione stabile è qualcosa che si vive e se la felicità potesse essere una condizione stabile la vivremmo.

 

sono d'accordo che la felicità eterna non esiste. 

 

non sono però d'accordo che non la si possa vivere, seppure per periodi limitati.

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Ne consegue che la felicità come condizione stabile non può esistere. Semmai possiamo valutare a freddo la nostra vita e chiederci se ha avuto un senso e se la porteremmo avanti.

Personalmente credo che per me la felicità potrebbe essere sentire qualcosa ogni tanto. Qualcosa di bello, in via preferenziale. 

 

 

"perchè essere felici per una vita intera sarebbe quasi insopportabile" cit.

 

A parte tutto... premesso che per ogni persona la felicità è data da un insieme di più fattori variabili a seconda dei gusti, delle aspirazioni, e dei desideri personali, è chiaro e scontato che la felicità non possa essere una costante durante tutta una vita...abbiamo tutti passato o passiamo momenti meno felici, e questo è un fattore inevitabile e fisiologico (parola di roberto carlino)... però possono esistere lunghi periodi di felicità, come del resto una persona anche solo mediamente intelligente sa benissimo rendersi conto al momento, e non a posteriori, se sta vivendo una vita felice o meno.

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