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Uso del femminile nel mondo gay


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NewComer, ma da dove viene questa mania di persecuzione che provi verso la comunità gay?

 

Cioè, uno ha semplicemente usato il termine "velata" e tu sei partito con uno sproloquio sul fatto che i gay out disprezzano i velati e che se uno non ha fatto C.O. magari c'ha i suoi motivi, chi siete voi per giudicare?

Coda di paglia much? :ph34r:

 

Coda di paglia direi di no, anche perchè sono out con amici e conoscenti da illo tempore, la mia migliore amica addirittura è tuttora amica del mio primo fidanzato.

 

Diciamo più che altro che ho ancora bene in mente una discussione di poco tempo fa su discoteche e dintorni: mi fa un po' specie il fatto che in quella occasione me ne sono sentite dire di ogni (anche con modi non proprio "gentili") per il fatto di aver detto che non mi trovo caratterialmente coi gay discotecari (a giù a "è pregiudizio/è omofobia/è grave/bla bla"), e qui invece noto che si liquidano con un "ma si, sono modi di dire affettuosi" esternazioni che possono risultare ben più gravi.

L'impressione, detto papale papale, è che conti di più "chi" esprime l'opinione piuttosto che "quale opinone" si esprime.

 

Comunque, per tornare al topic, tutto quello che è stato detto da te e Hinzelmann è giusto, ma un bel po' da capitan ovvio: chiaramente le parole non sono offensive in sè, ma dipende dal contesto in cui sono dette, da come sono dette e da chi sono dette. Un amico può chiamarti "sfranta" o "frocio" o "passiva" o "velata" in senso affettuoso/scherzoso così come una persona può chiamarti "gay" con un evidente disprezzo sottinteso. Ok, mi sembra ovvio. A me comunque, per quanto se ne dica, il termine "velata" sembra - di per sè - dispregiativo: può come tutti i dispregiativi essere  usato in senso affettuoso, ma lo è a certe condizioni, tipo che se te lo dice un amico mentre si sta scherzano può essere anche simpatico, se uno sconosciuto si riferisce a te come "velata" 90 su 100 non è per esprimere simpatia.

 

Nel caso del topic originario si poneva il quesito in termini generali: vogliamo considerare anche quello un vezzeggiativo?

 

Per concludere, linko questo articolo ironico da gay.it

 

http://www.gay.it/news/Come-riconoscere-una-velata

 

Ora, l'intento del pezzo è chiaramente comico/ironico, ma secondo me rivela un atteggiamento che sotto sotto, nella parte "out" del popolo gay, esiste e non è nemmeno infrequente. Magari spesso viene celato per ragioni di "politically correct", ma in fondo in fondo esiste.

Sul femminile in generale, dalle poche conoscenze gaie che ho mi sembra di capire che, come hanno detto Almadel e altri, venga usato effettivamente come "provocazione simpatica" verso l'amico: potrei fare il parallelo col termine "coglione" che usano i ragazzi etero fra loro.

 

Usato in termini addirittura positivi però non l'ho mai sentito: anche se in senso simpatico l'intento è comunque "prendere in giro" (in senso buono) l'amico, non fargli un complimento.

OT: sapete se delle lesbiche usano talvolta il maschile per indicare altre lesbiche ?

 

Sì, è capitato, ed è successo anche che parlassero al maschile di sé stesse. Però non so se sia frequente o meno, non ho frequentato ancora abbastanza l'ambiente per dirlo :) .

Non credo esistano differenze sostanziali rispetto ad aree geografiche

così limitate, a meno di non ritenere il Veneto una Regione di destra e

quindi maggiormente sottoposta a pressioni omofobiche rispetto alla liberale

Emilia-Romagna.

 

Certamente c'entra l'esistenza di una dimensione sociale, non solo perché

abbiamo visto che i Velati non gradiscono nessun tipo di gergo, ma anche

perché l'esistenza di un gergo presuppone per certi versi un dialogo a tre

o comunque una socialità gay ( e non è detto che la scomparsa di un gergo

non possa in parte anche segnalare quella di una socialità )

Lesbiche che parlano al maschile di loro stesse o di altre lesbiche? Non pervenuto. In compenso il mio coinquilino gay ha parlato al maschile con me finché non gli ho fatto notare che la cosa è alquanto irritante. Non mi era mai successo prima

Per le lesbiche il discorso è diverso, a parte che viene molto

discusso pure il desiderio butch in quanto "fallocentrico" ma

per la stessa ragione il significato è decisamente più connotato

in senso sessuale e "privato" ( è cioè più in gioco di ruolo di coppia )

Ma non è vero l'idea che la lesbica

sia un maschio mancato esiste eccome

 

Che poi le lesbiche siano meno prese in giro

per strada dei gay è vero, ma che c'entra?

 

Niente se non forse che sono socialmente

meno visibili etc.

 

Poi questa esotica idea di  Almadel che i gay siano

apostrofati al femminile dagli omofobi, contraddice

addirittura le parole : "buco" "frocio" "finocchio"

"rottinculo" non mi paiono affatto femminili

 

Vabbè a parte questa ipotesi di "calco dell'omofobia"

che non regge qualche altra idea?

Hinzelmann, se tu usi il femminile quando parli dei tuoi amici

è anche possibile che ti risulti fastidioso pensare

che lo fai perché gli etero danno della "femmina mancata" ai gay.

 

Bulleggiare chiamando "femminuccia" gli altri bambini

è la prima forma di prevaricazione infantile, antecedente all'idea di omosessualità.

 

Tra gay la usiamo proprio perché sappiamo che fa più male,

proprio perché va a toccare un nervo scoperto.

E soprattutto la usiamo per esorcizzare la sofferenza

che ha provocato in noi il sentircelo dire da piccoli.

 

"Rottinculo" è una forma di bullismo successiva a "femminuccia":

quando ti accusano di esserlo spesso hai già gli anticorpi per rispondere;

mentre la femminilizzazione è da subito il rifiuto che ricevi dal gruppo dei pari,

te lo dicevano alle Elementari, te lo diceva tuo padre, il tuo insegnante di educazione fisica...

 

Ed è anche per questo che per molti è tanto liberatorio:

"Sì, è vero sono donnissima e allora?"

 

Per le lesbiche non è affatto liberatorio,

perché maschiaccio non è mai stato un vero insulto.

 

 

Per le lesbiche non è affatto liberatorio, perché maschiaccio non è mai stato un vero insulto.

 

...Oddio, diciamo che da quanto ho potuto osservare io, paradossalmente il discorso è l'inverso, nel senso: data la quantità sproporzionata di lesbiche di stampo maschile, è quasi un "vanto" mostrare atteggiamenti mascolini.

Ma credo che la matrice sia la medesima e non sia da riscontrare nell'omofobia quanto nel machismo: se per i gay il problema è l'accusa della mancanza della mascolinità che deriva da terzi, per le lesbiche ho quasi la sensazione che il riconoscimento di una componente maschile le possa permettere di sentirsi alla pari in una società prettamente maschilista.

Ed è anche credo il motivo per cui è mooolto più facile vedere una coppia in cui è chiaramente distinguibile una decisamente più femminile da una decisamente più maschile.

 

 

Ed è anche credo il motivo per cui è mooolto più facile vedere una coppia in cui è chiaramente distinguibile una decisamente più femminile da una decisamente più maschile.

 

Questo è esattamente il contrario di parlare al femminile tra gay

dove si parla sempre di un terzo o di un terzo aspetto, rispetto

ad un interlocutore gay

 

Perchè è un ruolo di coppia ed effettivamente potrebbe essere

sospetto di eteronormatività

 

Anche se va detto che il desiderio butch sconta per forza di cose

un apprezzamento della femminilità del partner, altrimenti qualcosa

non quadra no?

Ma difatti parliamo di base di due lesbiche che quello sono e quello restano.

 

Però appunto, molte rispecchiano la coppia eteronormativa.

 

Da qui il fatto che sono veramente poche quelle che lamentano un'eccessiva mascolinità in circolazione, mentre la maggior parte accettano e quasi ricercano o uno stile prettamente maschile o partner prettamente maschili (e di quest'ultime ne ho osservate parecchie).

 

Come appunto per dire che, se fra i gay l'essere effeminati è fonte di discriminazione sia da parte degli etero che fra i gay stessi, l'essere prettamente maschili da parte delle lesbiche non è un fattore di discriminazione.

E a me questa più che omofobia, sembra  celebrazione del machismo. Cioè che tutto ciò che è maschile è bene.

Ripeto, il fatto che le lesbiche non discriminino non può che

essere visto come qualcosa di positivo

 

Tuttavia la coppia è composta da due individui, non può esistere

una butch, senza una femme corrispettiva

 

Potrò essere semmai io - se mi pongo come terzo che osserva - a

appiattire le lesbiche su una certa tendenziale maschilità, non cogliendo

quelle che a me paiono sfumature, piuttosto che differenze

 

 

Potrò essere semmai io - se mi pongo come terzo che osserva - a appiattire le lesbiche su una certa tendenziale maschilità, non cogliendo quelle che a me paiono sfumature, piuttosto che differenze

Punti di vista, io trovo il discorso speculare a quello maschile, in cui  di base c'è sempre il discorso "virilità" attorno a cui gravita tutta la questione a seconda se la si guardi sotto il punto di vista gay o lesbo.

E cioè che i gay effeminati mettono a rischio la "mascolinità", le lesbiche maschili invece non mettono a repentaglio tal concetto perché, dopo tutto, tentano di avvicinarsi e quindi celebrare tale "mascolinità".

 

E non credo che sia un caso se l'emancipazione femminile sia quella che ci ha portato ad avvicinarsi al mondo degli uomini, mentre  è visto ancora come un tabù l'esatto contrario.

 

Non sto negando l'aspetto omofobico della cosa, sto solo ipotizzandone l'origine.

@Hinzelmann

Avevo scritto un bell'intervento in cui ti facevo notare

che - tra noi due - solo io posso parlare liberamente

di ruoli, adolescenza, rapporti di coppia e cose simili

in quanto posso portare la mia esperienza personale.

Purtroppo si è cancellato prima dell'invio...

 

Sfortunatamente tu puoi fare solo discorsi "generali"

in cui di te non emerge nulla se non il tuo tono didascalico,

una sintassi confusa e un approccio saputello.

 

Atteggiamento ottimo se parli con lesbiche, quindicenni gay

o quarantenni gay con l'esperienza di un quindicenne;0

pessimo se ti rivolgi a me o a trentenni gay con esperienze da trentenni gay*.

 

*Io ne ho 36 e non risco a dormire se non sgranocchio almeno un Hinzelmann prima di sera. :D

 

 

Avevo scritto un bell'intervento in cui ti facevo notare che - tra noi due - solo io posso parlare liberamente di ruoli, adolescenza, rapporti di coppia e cose simili in quanto posso portare la mia esperienza personale.
 

 

e perché heinzelmann non può portare la sua esperienza personale ma solo tu almadell puoi farlo ?

 

heinzelmann è privo di esperienze personali ? mah.

Se Hinzelmann vuole parlarci delle volte

in cui è stato appellato al femminile alle Elementari

è liberissimo di farlo.

 

La differenza tra me e lui è che io posso farlo e invece lui non lo può fare.

Io lo faccio perché so che il forum nasce per confrontare le esperienze

e lui non lo può fare, perché crede che il forum serve solo per fare il maestrino coi ragazzini.

 

Io posso parlare delle mie esperienze, dei miei ex,

di quanto volte l'ho preso o l'ho messo, delle malattie venerre che ho avuto,

dei problemi legali, politici e sociali che mi hanno interessato, mentre lui...

lui no. E non sarebbe un problema mio se non osasse parlare di "proiezioni personali".

 

Hinzelmann è l'ennesimo frocetto che non va al Pride

e ti vuole insegnare come dovresti andarci vestito.

 

Io accetto le critiche personali solo da una faccia, un nome e cognome

e le critiche teoriche solo da un'argomentazione significativa.

Le allusioni, i vaghi attacchi ad personam e tutto il resto

può riservarle a qualcun altro, perché io rispondo colpo sul colpo.

Bah, bah

 

Io ho semplicemente fatto constatare

che tu sei intervenuto su questo topic

per far constatare il tuo "biasimo"

 

Io solo per dire che possono esistere usi diversi

del femminile tra gay, atteggiamento che a me pare

molto aperto a riflessioni, ragionamenti, di tutti

 

Avessi letto in questo topic di tue esperienze alle elementari

non avrei detto niente, mi pare ovvio

 

Ma non è ciò che hai scritto, tutto qui

  • 2 years later...

Ti sto chiedendo di ragionare...lo so è una facoltà

non un obbligo XD

 

Mi sembra però che si possa fare un minimo sforzo di ragionamento

per tentare di capire l'origine storica di un gergo

 

Possibile che non sappiate andare oltre un banale approccio etimologico

grammaticale

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