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Ogni giorno 38 soldati statunitensi vengono violentati, ma è errato pensare che gli aggressori siano gay


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Quella sugli escort è una osservazione interessante ma intanto bisogna distinguere tra attivo e passivo, poi una componente bisex ci deve pur essere e suppongo molto allenamento mentale per andare con i cessi

@marco ok, ci puo essere una stimolazione puramente meccanica e magari "giochi di fantasia", forse simili a quelli usati dai gay velati, sposati con donne.. ma vi pare plausibile che un commilitone si sottoponga ad un tale stress psicologico solo per dimostrare il suo disprezzo verso un altro? Non farebbe prima a prendere un  bastone, evitando ogni contatto fisico di tipo sessuale?

E infatti non è affatto detto che questi stupri non siano avvenuti attraverso l'uso di bastoni, scope  et similia, anzi, ricordo il caso di un soldato britannico di origini indiane umiliato così dai suoi commilitoni in un episodio di nonnismo razzista.

 

Detto questo, a nessuno viene in mente che la semplice idea della violenza possa eccitare? Violentare una persona che cerca disperatamente di opporsi. Umiliarla ed annientarla attraverso un atto di sopraffazione "totale" com'è lo stupro: potere e violenza insieme. Forse basterebbe la sensazione di potere che deriva dal picchiare qualcuno ad eccitare certe persone. Senza contare l'esaltazione dell'agire in branco. 

 

Infine, su questa battuta su "come ci si arruola" o "mai che capiti a me" o altre cose emerse già in passato sul forum. Sembra essere assai diffusa. A me non causa particolari turbamenti, ma spero che chi la fa poi non si senta offeso da certe barzellette sul nascondino. 

Il prolema è che l'espressione «gay repressi» è divenuta uno scioglilingua, e invita al cretinismo. Non serve a capire, mai, niente - semmai a giudicare, in maniera facile.

 

Basterebbe sostituirla, in questo caso, con «repressione dell'omosessualità», e si farebbe un passo avanti. Mimare o praticare una penetrazione anale in un contesto eterosessuale di branco (scuola, esercito, per non parlare delle vere e proprie battaglie combattute, non solo anticamente ma anche oggi) è uno sfogo dell'omosessualità repressa, per secoli, ma anche una sua squalificazione plateale: pubblicamente, lo sfogo dell'omosessualità può avvenire solo in modo da squalificarla e rafforzare l'avversione per essa. 

 

Chi sodomizza una recluta adempie a questo compito. In lui stesso ci possono essere o meno pulsioni omosessuali nascoste, e infatti lo psicologo americano sta attento a dire: «nella maggior parte dei casi, non sono gay».

 

Va detto che le espressioni «gay represso», «omosessualità repressa», sono usate spessissimo (non dai gay, ma dagli eterosessuali, ma a volte, purtroppo, anche dai gay) per 'giustificare' l'omofobia, in qualche modo. Mentre il significato autenticamente gay di queste espressioni è quello di denunciare la «repressione». L'uso eterosessuale perbenista e ipocrita è invece quello di scaricare, indirettamente, sui gay stessi la responsabilità dell'omofobia. Infine c'è l'uso gay automatico, in-cosciente di questa espressione, che è quello di assumere in questo significato già squalificato (e deresponsabilizzante per la società, il pensiero, le persone omofobi) un'espressione che dovrebbe sempre rimandare e far riflettere a chi la repressione la esercita e la impone (non a chi la subisce), e anche ai modi sociali in cui tale repressione si attua. Ricordando che repressione non è pura e semplice negazione, ma qualcosa di più complesso: sfogo controllato in modo tale che la cosa repressa/compressa sia socialmente e psicologicamente negativizzata. 

 

La sodomizzazione nell'esercito o su vittime ha a che vedere anche con questa repressione, benché non solo con essa, perché sono valide a mio parere anche le osservazioni sul nesso eccitazione-violenza e simili - che però io ritengo accessorie, proprio perché non partono (chissà perché) dal dato primario, cioè dal fatto che questi episodi avvengono tra maschi. 

 

Ci sarebbe poi da parlare di una sodomizzazione di questo tipo rivissuta in un immaginario gay (come avviene nei video porno imperniati su questo tema), oppure in un immaginario etero che dà sfogo al desiderio omosessuale. Esisterà pure questo. Prevalentemente però nelle fantasie (e i video porno sono delle fantasie) oppure come elemento aggiuntivo, segreto, di una situazione reale. 

Stai delirando e te lo dico con tutto il rispetto che non si dovrebbe avere nei confronti di uno che dà del cretino a chi non la pensa come lui. "Gay represso" scaricherebbe la colpa sui gay? Ma in quale folle universo parallelo?

Potrebbe anche essere una sessualità di ''compensazione'', cioè per compensare la propria sessualità eterosessuale repressa. nell'ambiene militare si sa, mancano le donne. Così succede spesso anche nelle carceri, dove il sesso omosessuale è molto diffuso (anche storicamente parlando lo è sempre stato).

Stai delirando e te lo dico con tutto il rispetto che non si dovrebbe avere nei confronti di uno che dà del cretino a chi non la pensa come lui.

 

Io non ho dato del cretino a nessuno, e tanto meno a qualcuno di particolare: ho detto che l'uso dell'espressione gay represso è diventato uno scioglilingua e «invita al cretinismo». Tutto il resto, di cui sopra, ce lo hai messo tu, il che dimostra una certa faziosità.

 

 

 

"Gay represso" scaricherebbe la colpa sui gay? Ma in quale folle universo parallelo?

 

 

Se la tua lettura dei post altrui è così frettolosa, al punto da non aver capito niente di quanto uno scrive, non dovresti rispondere con un tono così veemente. Ripeto: «L'uso eterosessuale perbenista e ipocrita è invece quello di scaricare, indirettamente, sui gay stessi la responsabilità dell'omofobia». 

Edited by Isher

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