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Intellettuali e omosessualità


GishkiSoul

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Buongiorno!

Poco fa mi è venuta in mente un'affermazione che la mia ex-profe di Italiano disse mentre discutevamo sul canto dell'Inferno, sui sodomiti e su Brunetto Latini. Parlava di qualcosa come "Un intellettuale è gay, necessariamente". Non ricordo bene se fosse proprio così questa cosa, magari è frutto di un suo ragionamento strano, anche perché lei è un personaggio veramente particolare. Ai tempi ero in terza, ora sono in quinta superiore, ma non riesco a capire bene cosa abbia voluto dire.  Che dite?  :uhsi:

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NewComer stai cercando di confermargli l'assunto?XD

 

Ahaha sì

 

No a parte scherzi, la frase in discussione è "tutti gli intellettuali sono gay". Il che non implica che tutti i gay siano intellettuali necessariamente, ma che tutti gli intellettuali siano gay: il che non esclude che esistano gay non-intellettuali...quindi non capisco il senso della risposta di Greed, davvero  :pickeat:

 

Ho peggiorato la mia posizione vero? XD 

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AndrejMolov89

Tutti gli intellettuali sono gay non implica che tutti i gay sono intellettuali. Ma vista la fogna di commenti di taluni utenti, si può tranquillamente asserire che non esiste una qualità intrinseca gay riguardo le capacità celebrali. Tutto qui.
 

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La mia prof di lettere del liceo ci fece vedere in seconda il film de "Il nome della rosa" (quello con Sean Connery) con la censura sulla scena di sesso fra la popolana e Adso XD diventò paonazza e mise subito l'avanzamento rapido

 

Era un piccolo OT pardon. Tornando al topic, boh non so cosa dire, la prof se ha detto testualmente la frase che riporti è strana forte e anche un po' qualunquista. Ci sono stati molti intellettuali ed artisti gay nella storia, ma anche molti etero, quindi non mi pare evidente un nesso diretto fra omosessualità e capacità intellettuali (come diceva Greed più sopra).

 

In ambito musicale ad esempio, i compositori famosi certamente omosessuali sono pochi (Tchaikovsky, Mahler, Saint-saens e pochi altri) rispetto al totale: Puccini ad esempio era un noto donnaiolo con passione per le auto da corsa, Mozart amava le belle donne, etc...sono solo esempi ovviamente.

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Qualcuno però non ha ancora ben capito il senso logico della frase! D=

Questa è la prova che l'affermazione è falsa  :music:

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Qualcuno però non ha ancora ben capito il senso logico della frase! D=

Questa è la prova che l'affermazione è falsa  :music:

A me sembra sicuramente un'iperbole...

Io ogni caso, un gay, potrebbe aver avuto difficoltà nelle vecchie società, di conseguenza potrebbe essere che abbia cercato rifugio nello studio... (come fece Leopardi, anche se lui non fu gay)

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privateuniverse

In ambito musicale ad esempio, i compositori famosi certamente omosessuali sono pochi (Tchaikovsky, Mahler, Saint-saens e pochi altri) rispetto al totale: Puccini ad esempio era un noto donnaiolo con passione per le auto da corsa, Mozart amava le belle donne, etc...sono solo esempi ovviamente.

 

Scherzi?

 

Barber, Copland, Britten, Schubert, Corelli, forse Händel, Schubert, Menotti...e mi limito a quelli che mi ricordo ora.

 

Altri esempi? Gombert, Orlando di Lasso, probabilmente Lully. Di Chopin è pressoché certo che fosse bisessuale; e poi Bernstein, Poulenc, de Falla.

Edited by privateuniverse
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Classico stereotipo.

Assieme al fatto che siete coccolosi ed è bello fare shopping con voi perché seguite la moda ed avete buon gusto nel vestirvi.

 

Vado a scaldare il motore del mio camion, nel mentre :asd:

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Suppongo intendesse dire che un intellettuale è necessariamente

dalla parte dei gay, cioè non può - in quanto tale- fare a meno di

difenderli e sostenerne le ragioni

 

In realtà il movimento gay degli anni '70 nasce in aperta polemica, non

con gli artisti gay ( che di per sé possono avere idee le più disparate su

l'omosessualità ) ma con gli intellettuali omosessuali della generazione

precedente.

 

E per tali si intendono i vari Visconti, Pasolini, Arbasino etc. Detti intellettuali

in parte ricambiarono apertamente con altrettanta antipatia, in parte con

disinteresse.

 

La situazione può essere paradossalmente rappresentata dallo storico scontro

che si determinò sull'aborto ; con Pasolini che si pronunciò contro, Umberto Eco 

che dalle colonne del Manifesto ironizzò pesantemente sulla sua contrarietà con

argomenti omofobici, i lettori gay che risposero e Eco che replicò - peggiorando le

cose - affermando che la questione omosessuale era una questione di classe e non

di sesso ( essendo Braibanti finito in galera, perché povero e non perché gay )

 

Non è quindi vero che un intellettuale non può che essere a favore dei gay, perché

ahimè la storia italiana dimostra l'esatto contrario: gli intellettuali italiani furono contro

il movimento omosessuale ed in parte lo furono pure gli intellettuali omosessuali.

 

In conclusione quindi il contributo principale di Umberto Eco alla storia del movimento LGBT

consta nella pubblicazione sul Manifesto di due articoli omofobi ( un merito al giornale per il fatto

di aver pubblicato le lettere dei lettori gay che protestarono, va riconosciuto )

 

Aricoli omofobici che però si erano originati per le posizioni "reazionarie" di Pasolini  sull'aborto

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Scherzi?   Barber, Copland, Britten, Schubert, Corelli, forse Händel, Schubert, Menotti...e mi limito a quelli che mi ricordo ora.   Altri esempi? Gombert, Orlando di Lasso, probabilmente Lully. Di Chopin è pressoché certo che fosse bisessuale; e poi Bernstein, Poulenc, de Falla.

 

Si ok, non ho detto fossero pochi, però di quelli conosciuti al grande pubblico oggettivamente non sono così tanti da giustificare musicista/compositore=gay. Questo collegamento logico molti lo fanno più, non mi chiedere il motivo, con poeti e pittori o scultori.

 

Anche perchè fra quelli che hai citato, a parte Chopin e Britten (ma davvero Chopin era bi?? OMG) non credo che il grande pubblico conosca Barber (se non per l'adagio, che magari conosce non sapendo essere di Barber) o Copland o Menotti. Schubert gay? Ma non morì per la sifilide presa da una prostituta?

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Ma non morì per la sifilide presa da una prostituta?

 

Ufficialmente sarebbe morto di tifo, pur essendo malato di sifilide

 

Ovvio che dovesse averla presa da una prostituta per poter dimostrare

a posteriori che era stato eterosessuale, ma come scrisse un suo amico

intimo:

 

"nessuno dei conoscenti di Schubert sa che egli ha due nature estranee

l'una all'altra. Tutti ignorano con quanta forza il desiderio del piacere sessuale

trascinasse la sua anima nel pantano della degradazione morale"

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In realtà il movimento gay degli anni '70 nasce in aperta polemica, non

con gli artisti gay ( che di per sé possono avere idee le più disparate su

l'omosessualità ) ma con gli intellettuali omosessuali della generazione

precedente.

 

E per tali si intendono i vari Visconti, Pasolini, Arbasino etc. Detti intellettuali

in parte ricambiarono apertamente con altrettanta antipatia, in parte con

disinteresse.

 

...probabilmente perché i personaggi che tu menzioni, indipendentemente dall'orientamento sessuale, avevano già una loro collocazione pubblica...di Arbasino non so nulla di nulla, ma non mi stupisce che Visconti o Pasolini rifuggissero l'appartenenza a gruppi gay...visconti probabilmente s'era fatto le sue idee e le sue fantasie sul sesso leggendosi Proust e a Pasolini stava bene una sessualità che oggi definiremmo un po' "disordinata" se non altro... 

 

Si ok, non ho detto fossero pochi, però di quelli conosciuti al grande pubblico oggettivamente non sono così tanti da giustificare musicista/compositore=gay. Questo collegamento logico molti lo fanno più, non mi chiedere il motivo, con poeti e pittori o scultori. (...) Schubert gay? Ma non morì per la sifilide presa da una prostituta?

 

Ma io trovo piuttosto ovvio che per un procedimento, come dire, di "selezione naturale" (sic! è la locuzione più ambigua eppure la più immediatamente comprensibile che mi passa in mente) che, in proporzione, siano più tra quelli con una sessualità non ben risolta a dedicarsi all'arte, nelle sue varie forme....d'altro canto poi, tra eterosessuali, spesso chi pure è iniziato all'arte, se preferisce costituire un proprio nucleo familiare non di rado rinuncerà a quell'impegno "artistico" che altrimenti avrebbe forse perseguito -problema che per molti gay non si pone-.

Inviterei poi a contestualizzare le cose; ad ogni epoca i gay han vissuto come preferivano (più corretto dire, come hanno potuto)...dubito nell'Ottocento fossero in molti a pensare al same-sex marriage...

 

Per rifarsi alla frase d'apertura del topic

 

"Un intellettuale è gay, necessariamente".

 

mi pare una cosa detta in buona fede, o forse con bonaria ironia chi lo sa...ci occorrerebbe capire il resto del "ragionamento strano" che tu non ricordi e nessuno riuscirà a ricostruire :D

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Non è quindi vero che un intellettuale non può che essere a favore dei gay, perché

ahimè la storia italiana dimostra l'esatto contrario: gli intellettuali italiani furono contro

il movimento omosessuale ed in parte lo furono pure gli intellettuali omosessuali.

 

Diresti lo stesso di Alberto Moravia, Elsa Morante ed Aldo Busi?

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Io mi preoccupavo di smentire l'eventuale portata generale

dell'affermazione, non certo di dire che nessun intellettuale

può essere un sostenitore dei gay

 

Moravia, credo sia stato amico di tanti gay ( Penna, Bellezza )

e fu un osservatore del modo in cui i gay parlavano di amore

arrivò a sostenere che solo un gay potesse oramai comporre

poesie d'amore e parlarne in certa forma, anche quando confessò

di essere infastidito da certi accenti lirici, li addebitò ad una sorta di

resistenza interiore che il poeta gay doveva vincere per parlare di

amore ( il chè per l'epoca rispetto all'elementare addebito di narcisismo

o ostentazione è un notevole passo avanti, che gli derivò dalla frequentazione

e amicizia personale con gli scrittori gay di cui parlava )

 

 

 

avevano già una loro collocazione pubblica...

 

Beh sì e poi - almeno nel caso di Arbasino - si trattava di un modo diverso

di essere omosessuali e vivere in un contesto che era ancora quello della

"bisessualità mediterranea"  Affermazione che - con tutte le riserve del caso

potrebbe essere estesa anche a Pasolini, pur rappresentando i due dei casi

opposti ( il primo gioisamente scheccoso, il secondo pederastico-tormentato )

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Il fatto è che Brunetto Latini ha risposto proprio così:

 

Ed elli a me: «Saper d’alcuno è buono; 
de li altri fia laudabile tacerci, 
ché ’l tempo sarìa corto a tanto suono.

 

In somma sappi che tutti fur cherci 
e litterati grandi e di gran fama, 
d’un peccato medesmo al mondo lerci
.

 

Però Dante aveva appena chiesto chi fossero quelli più famosi

ed è quindi chiaro che non parli dei parrucchieri.

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Ma si sta disquisendo realmente di un'affermazione del XIV secolo? Ben pochi concetti e affermazioni di certe epoche possono essere trasposti alla realtà odierna. Qualcuno una volta disse "I peccatori bruceranno all'inferno" e qualcun altro gli chiese "E gli altri?" al quale il primo rispose "Gli altri chi?" ed è il caso dell'inferno dantesco :)

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