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Relazione a distanza e bassa autostima.


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Non scrivo da tantissimo tempo su questo forum, ma ne ho di nuovo bisogno. Sono Luca, ho 18 anni e sto con un ragazzo mio coetaneo che abita a 300km da me da circa tre mesi. Per quanto possa sembrare poco, sono stati tre mesi intensissimi, ricchi di emozioni che mai avevo provato. Mi sento in armonia con lui e voglio cercare di mantenere la nostra relazione anche facendo l'impossibile. Quando abbiamo deciso di provarci, nonostante la distanza, ci siamo promessi la massima sincerità e così è stato sempre, anche quando le cose da dire non erano molto belle, purtroppo. Non avevo mai provato nulla del genere per nessuno e mai nessuno aveva provato la stessa cosa nei miei confronti. Per di più, io sono una persona a cui, aldilà del fisico, non piacciono praticamente mai le altre persone; eccezion fatta per lui, la prima persona che mi piace DAVVERO.

 

Abbiamo superato, in parte, i primi problemi: le famiglie. Lui era già dichiarato, ma in casa aveva quella situazione che spesso si crea dopo un coming out, quella del: "Si sa, ma non si dice". E' stato difficile per lui parlare di me, ma alla fine ce l'ha fatta. Dopo un po' di tempo è toccato a me, che non ero nemmeno dichiarato: adesso invece mia madre e mio fratello lo sanno. Mio padre non vive con me, ma lo saprà.

 

Siamo entrambi all'ultimo anno di liceo: fra maturità in arrivo, test di ingresso per l'università e impegni vari, già stiamo impazzendo. Questa cosa, insieme alle sue paure, ci stava allontanando. Così gli ho fatto una sorpresa e sono andato a prenderlo fuori scuola. Non immaginerete mai la sua faccia :) Ho anche conosciuto la sua famiglia! Abbiamo passato tre giorni da soli, tre giorni che hanno rinvigorito la nostra relazione.

 

Ma c'è un problema: la sua terribilmente bassa autostima. Dovete sapere che lui è bravissimo a scuola e non lo dico perché è il mio ragazzo. Studia molto, è pieno di interessi, è sveglio, determinato, ambizioso. Ma allo stesso tempo ha pochissima fiducia in sé stesso. Quando qualcuno dice queste cose di lui, lui dice che non è vero, che ci si è fatti un'idea sbagliata di lui, che a scuola gli regalano i voti. Crede di non fare mai abbastanza, si odia perché, secondo lui, si illude di poter fare in futuro cose che, sempre secondo lui, non potrà mai fare (quando vi assicuro che ne ha piene capacità, è molto sopra la media dei nostri coetanei, in tutto). Studia come un matto e questo lo tiene spesso lontano da me. Ed i suoi complessi sono anche sul suo fisico: è un bel ragazzo moro, con uno sguardo intenso, spalle larghe, un fisico non statuario ma sicuramente "tosto". Eppure si odia. Odia sé stesso in una maniera incredibile. Sta male quando vede ragazzi con il fisico più definito del suo. Sta male se reputa che una maglietta o un pantalone non gli calzano bene, poiché ritiene di essere lui ad essere sbagliato.

 

Insomma, è un ragazzo difficile ed io più volte l'ho supportato nei suoi crolli ed ho intenzione di continuare a farlo. Il problema è che non voglio supportarlo e basta, voglio aiutarlo a superare questa sua bassissima autostima. E la distanza certo non aiuta! Tutto è molto più difficile! E voglio che superi tutti questo perché sta male, se non sempre, quasi; ed io sto male con lui. Non è mai stato così per nessuno, ma PIANGO quando so che è giù. 

 

Qualcuno ha qualche consiglio da darmi? Di sentirmi dire: "Ma questo è un depresso, lascialo perdere" proprio non ne ho voglia. Se qualcuno ha qualche consiglio serio da darmi per aiutarlo, ben venga :)

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https://www.gay-forum.it/topic/28364-relazione-a-distanza-e-bassa-autostima/
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Allora, solitamente quando leggo di relazioni a distanza tra ragazzini di giovane età (io ne ho 20, sia chiaro) la prima cosa che dico è: non è vero amore, non è niente, la scusa della distanza è solo per non avere un rapporto reale, è una fuga, l'amore è un'altra cosa..ecc ecc

 

Però, però.

 

Nel tuo caso io, tra le righe, leggo maturità affettiva, soprattutto da parte tua, che, credimi, è molto rara quindi, il rapporto, se l'interesse è reciproco mi pare salvabile.

 

Magari lui è veramente in un periodo di massima sfiducia verso se stesso, non si accetta come persona: ha un'immagine di sei distorta, lontana dall' Eden che si è creato nella sua testolina: qua secondo me non si parla neanche di esser gay o meno,  ma di una visione di vita molto estetica, pompata, viziata... Insomma, è un idealista, è un sognatore, è un romantico!

 

Magari lui ricerca l'amore dei grandi romanzi, studia come un matto perché vuole la grande vita piena di agi, vorrebbe vorrebbe... vorrebbe troppe cose e rischia di non combinare nulla proprio per questo!

 

La priorità per me è che riacquisti fiducia in se stesso e, scusa la franchezza, per quanto in te (da un forum sia chiaro) intraveda maturità, non credo proprio che tu lo possa salvare sotto questo punto di vista... L'essere perfezionisti richiede un grande sforzo, si aspetta tanto da se stesso... E queste sono le persone destinate a soffrire maggiormente...

 

Queste, insieme a chi non sa che strada prendere nella vita, non sa cosa voglia diventare, chi voglia essere, e se il suo mondo costellato di fantasia e lusso, sia veramente raggiungibile.. Perché poi scontrarsi con l'arido vero... Fa un male incredibile.

 

Le persone come lui devono assolutamente trovare quanto prima qualcosa che le realizzi a pieno, qualcosa o qualcuno dove dedicare anima e corpo, dove convogliare tutta la loro volontà nel riuscire.

 

Se ci dai più dettagli sul fatto della sua autostima magari posso aggiungere qualcosa, per ora sono stato volutamente molto astratto... è una situazione un po' spinosa, o semplicemente è solo un adolescente confuso su chi sia e cosa voglia nella, ma soprattutto dalla, vita.

Edited by Luchetto93

se la sua bassa autostima è dovuta al suo fisico che è ok ma non eccezionale quello che deve fare è fare più sport come palestra o nuoto.

 

certo che se studia molto non può fare tutto e deve scegliere tra studio e sport.

 

se è dovuta ad altri fattori o ci vuole un po' di pazienza sperando che in futuro passi o uno psicologo potrebbe aiutarlo, specialmente per superare l'odio verso se stesso.

Ciao,

 

che bella, a parte le difficoltà, la storia di cui ci parli! :)

 

Anche io ci scorgo, oltre alla bellezza, anche una certa maturità da parte tua, tuttavia credo che in effetti lui abbia dei problemi che tu non puoi di certo risolvergli, ma che certo può affrontare con maggior grinta e lucidità grazie al tuo prezioso aiuto.

 

All'università, a noi studenti di psicologia insegnano che alcune persone con certe tendenze ci nascono proprio! Un qualsiasi docente di neuroscienze/psicobiologia/biologia applicata ti direbbe che in questi soggetti mancano in effetti un po' di neurotrasmettitori al posto giusto, e che passino per le vie giuste.

 

[i meccanismi di autostima sono dei veri sistemi che proteggono l'uomo dal circostante e da se stesso secondo una chiave evoluzionistica ben chiara. Chiave che tuttavia tante volte fallisce (come l'evoluzionismo Darwiniano, che non copre "tutto", ma qui apriremo discorsi che proprio non c'entrano...), o che non si dimostra "funzionante"]

 

L'eccessiva tendenza alla perfezione, all'essere altro da quel tanto che già si è, questa scarsa considerazione di sé non finiranno mai in un soggetto - ma questo mi par ovvio - se non si innescano dei processi di accettazione di sé per come si è, se non ci si inizia a volere bene e piacere per come siamo.

 

E' opportuno dunque fare un lavoro interiore, lavoro interiore che si può provare a fare da soli, ma che nei casi più seri non trova altra cura che nell'aiuto di una persona competente (uno psicoterapeuta di carriera psicologo/psichiatra).

 

Da qui è difficile capire la gravità della questione, e noi stessi comunque non avremmo gli strumenti per parlare di altro relativamente al caso specifico. Tuttavia, credo molto sia possibile fare anche "da soli", cercando attivamente di combattere questa "freddezza" verso se stessi.

 

Innanzitutto, ti chiedo quanto lui sia consapevole di questo suo status. Sa di avere una bassa autostima? E se si, si impegna a "combatterla" o la accetta passivamente, magari alimentando la carica ansiogena continuando a pensare di non piacersi, e continuando a pensare che la stessa bassa autostima sia un difetto per il quale, appunto, vedersi male?

 

Spero che lui voglia combattere questo "vizio" dell'uomo contro sé.

 

Se così è, allora qualche accorgimento:

 

- Dirgli fino allo sfinimento che lui va bene così, che è ottimo così, che in fondo se tu lo hai scelto e perché lo reputi un ragazzo "fantastico" per com'è, altrimenti non l'avresti neanche preso in considerazione

- Fargli capire che il mondo ideale ed il mondo reale sono realtà profondamente diverse: tendenzialmente chi ha poca autostima vedrà l'altro non alle prese con le difficoltà con cui invece lui si scontra.

All'uopo, potrebbe funzionare il far presente che anche quelli che sembrano "belli, bravi e forti" in realtà affrontano la loro quotidianità dura e devastante, molto spesso rimettendoci in termini di conseguenze e impegnandosi a nascondere alla meglio, tante volte senza buoni risultati, i loro difetti.

Chi sembra bello profumato in realtà combatte con una grossa tendenza a puzzare subito dopo una doccia, chi si pompa in palestra con risultati troppo spropositati nell'immediato magari lo fa ricorrendo a qualche "trucchetto" che non gli gioverà alla salute, chi sembra bello felice magari ha a casa situazioni drammatiche con cui fare i conti, che nasconde alla meglio dinnanzi a chi poco lo conosce: pochi esempi anche frivoli, per far capire che in realtà lui dovrebbe sforzarsi di vedere le cose per come sono, nell'umanità sua e degli altri, e nei fallimenti che anch'essa comporta.

- Aprirgli mente sul fatto che l'ambizione dev'essere ben d'accordo con i concetti di modestia ed ambizione. Una persona può rimanere modesta pur coltivando ambizioni importanti e pur sapendo che è, ad esempio, brava nel suo lavoro (il voler fare di meglio non equivale al dover pensare che quello che si è fatto non è di per se già ottimo).

- Consigliargli di darsi ad un'attività ludico-sportiva. Un po' di palestra, senza troppi impegni, per il suo fisico potrebbe aiutarlo ad accettarsi e a farlo bello anche liddove già bello è, ad esempio. Inoltre l'attività sportiva anche a livello neuronale potrebbe fargli "liberare" sostanze biologicamente importanti per i processi di accettazione di sé ed autostima, o semplicemente stimolarne i recettori ad "accoglierle" meglio.

 

Insomma... qualcosa la puoi fare.... ma è pur vero che molto lo deve fare lui. E servirà tempo, perché il cervello anche proprio a livello fisico, organico, deve mutare qualcosa nella sua struttura (qualche collegamento in più tra certi neuroni? :P).

 

A te auguro di rimanere innamorato della persona di cui sei innamorato, e di prenderla e volerle bene per com'è. Specie se ti senti ricambiato. L'amore è una cosa bella e, ahimé, non facile da trovare. Tant'è che a volte è lontano a noi, geograficamente.

 

Sei un ragazzo maturo e per questo motivo ti reputo in grado di impegnarti positivamente sia nella tua relazione che in questo processo.

 

Se la cosa però dovesse persistere, e gravemente, non trovare né brutto, né sconveniente invitarlo con grande pacatezza e con grande delicatezza verso un aiuto di tipo professionale: noi tutti (pure gli psicologi stessi!) pensiamo di dovercela fare da soli, ma in realtà ci giochiamo grandi possibilità, ci perdiamo in un bicchiere d'acqua davanti a quello che potrebbe essere un grande investimento.

 

Insomma, questo. E ci aggiungerei, per quanto mi riguarda e aldilà delle apparenze che posso dare, un "fai quello che dico e non quello che faccio!", facendo in ultima analisi autocritica :P. Ma la verità è che siamo tutti in un percorso.

 

Comprendo il tuo amico e ancor più immagino che, oltre ad una relativa possibile predisposizione alla cosa, tante volte anche i contesti in cui si cresce non aiutano: un esempio su tutti,oltre ai casi più "drammatici", genitori anche bravi ed amorevoli, ma che avrebbero potuto comunicarlo di più questo amore incondizionato, avrebbero ancor per esempio potuto dire un "bravissimo" in più ogni tanto, forse anche quando il bimbo non lo meritava tutto. 

L'amore dà carica e certezze. Almeno e di più, pur non potendosi sostituire a quello altrui, il tuo gliene dia. Dove il suo e quello degli altri a volte fatica ad arrivare.

 

Auguri! :P

Edited by Fe92

Beh, non voglio andare controcorrente, ma non credo assolutamente nelle relazioni a distanza.

300Km non sono tanti (c'è gente che le mantiene a 10000, e sinceramente non so come si faccia) però contando la distanza, che lui ha i suoi complessi etc, secondo me non fa bene a te stargli vicino.

Io sono sempre stato un secchione, sia alle superiori che all'università (e continuo ad esserlo), ed alla fine sono stato tacciato di trascuratezza nelle relazioni (un po' è anche vero). 

Riconosco che è davvero difficile stare con qualcuno di ambizioso.

Pensa bene se continuare la relazione oppure iniziare ad allontanarti! Quest'anno si aggiungeranno anche gli esami di stato, quindi avrà i nervi a fior di pelle, peraltro.

Sul problema della bassa autostima penso ti sia già stato detto molto da chi sicuramente ne sa più di me.... per quel che riguarda la distanza, beh, a lungo andare la vedrei dura, ma siete entrambi all'ultimo anno di liceo.... Optare entrambi per la stessa città universitaria sarebbe fattibile? Certo che la soluzione dovrebbe essere buona (non dico ottima, ma almeno buona....) per le aspirazioni di entrambi, perché vuoi o non vuoi si tratta di una scelta importante, ma se per voi questa storia poggia su basi di una certa solidità, un buon compromesso potrebbe esserci. Certo che l'anno è appena iniziato, ma il tempo scorre in fretta, soprattutto tenendo conto dei vari impegni che contraddistinguono l'indimenticabile ultimo anno di scuola.... In bocca al lupo! :-)

Grazie a tutti per le risposte!

 

@Fe92
Innanzitutto grazie per l'ampio messaggio, perché sicuramente ci hai messo impegno :)

Ti assicuro (e colgo l'occasione per assicurarlo anche agli altri che hanno risposto) che anche lui vive questa relazione con grande maturità. Modestia a parte e con un pizzico di superbia, abbiamo 18 anni ma siamo decisamente più "cresciuti" della maggior parte dei nostri coetanei. E non so nemmeno se la parola "cresciuti" sia adeguata, poiché c'è tanta gente più grande di noi, quanto più infantile.

 

Tornando a lui, beh, lui si rende conto di ciò. Sa di avere dei complessi rilevanti ed una bassa autostima; non so però se lo sa perché gliel'ho detto io o qualcun'altro, o perché se ne rende conto davvero. Credo che fino ad adesso non si sia mai impegnato attivamente per superare tutto questo, quanto invece abbia accettato la cosa così com'è, con rassegnazione. Della serie: "Sono un perfezionista ambizioso, non sarò mai contento. Ci sono cose che si possono cambiare, questa è una di quelle che non si può cambiare". Ciononostante, ho insistito affinché lui mi promettesse di iniziare un percorso di miglioramento della sua condizione psicologica, anche se ha poche speranze di riuscita, secondo lui. Lui ha accettato, mi ha chiesto tempo, tanto tempo, ed io gli ho promesso tutto il tempo che vuole, a patto che mi dimostri che, passo dopo passo, stia facendo progressi. Non pretendo che tra un mese arrivi da me urlando di gioia per quanto si vede bello allo specchio o per quanto si ritiene intelligente. Mi piacerebbe, però, che tra qualche mese riuscisse almeno a smetterla di crollare ogni volta che vede una persona con gli addominali scolpiti o di non riuscire a parlarmi se ha fatto un punteggio sotto la media ad un test.

 

Dal canto mio, io lo sto supportando sempre, ogni volta che fa qualcosa di grande (ma nemmeno troppo grande) gli dico che sono fiero di lui, che è il motivo del mio vanto. E lo è davvero! Certo non glielo dico per semplice consolazione! Oppure quando ha studiato per tutto il pomeriggio e poi mi dice che non sa nulla, lo prendo in giro bonariamente dicendogli che non gli credo nemmeno un po', poiché so benissimo che è preparato. E noto che lui sta provando a fare qualcosa: dopo aver fatto un compito in classe, non mi dice più che è andato male, che ha fatto un casino, o simili. Mi dice: "E' andato abbastanza bene", ed alla fine mi sembra una risposta equilibrata, né troppo negativa, né esageratamente positiva, che potrebbe essere invece un sintomo di sopravvalutazione.

 

Riguardo al fatto di un sostegno psicologico da parte di uno psicoterapeuta, ciò gli è stato già consigliato dai genitori ed io stesso glielo ricordo ogni volta che ha un crollo. Lui mi ha detto che ha poca fiducia nella psicologia e che non riesce ad andarci. Ho cercato di farmelo spiegare, ma mi dice che non riesce. Io continuerò a spingerlo verso questa direzione, anche perché altre volte è stato lui a dire che forse avrebbe bisogno di uno psicologo/a. Tra l'altro io ci vado e, nel corso della mia vita, spesso sono ricorso a questo tipo di aiuto. Come sempre, lo consiglio vivamente a tutti. 

 

Ti chiedo una cosa: secondo te, nei suoi momenti di crollo, devo assumere un atteggiamento dolce, comprensivo, rassicurante, o devo agire in maniera netta e forte, non arrabbiata ma sicuramente piena di veemenza? O c'è ancora un altro modo col quale sarebbe meglio interagire con lui?

 

Ci si mette pure il fatto che anch'io ho i miei problemi e sono anch'io una persona ansiosa. In maniera diversa, ma pur sempre ansiosa. Ho paura che io possa stufarmi di aiutarlo, di "stargli appresso". E so che se così fosse lui probabilmente cadrebbe in depressione. 

 

Vorrei anche sottolineare che, nei periodi liberi da impegni come l'estate, lui è una persona tranquillissima, allegra, forse un po' timida ma comunque sempre pronta a fare nuove esperienze e a conoscere nuove persone! E' nel momento in cui si trova a dover competere, nel momento in cui è valutato, nel momento in cui fa un paragone con le altre persone, che sta male. E magari sa che lui è migliore di altri, anzi, ne ho la certezza che lui lo sappia. Però non è mai abbastanza.

 

E aggiungerei ancora che non è una persona senza ambizioni. Ho spiegato che è ambizioso, ed intendevo che lui ha già chiara la sua strada per il futuro. Sa cosa vuole fare all'università, a quale università iscriversi, dove fare l'Erasmus che ha intenzione di fare, ecc. ecc. Ed in realtà da questo punto di vista anche io sono ben determinato.

 

 

 

@Dogriver
No, non potremo optare per la stessa città universitaria per tre motivi: io sono a Roma, perciò ho un'offerta universitaria amplissima e di un certo livello; lui non avrebbe la possibilità economica di trasferirsi qui per studio; infine, la facoltà a cui vuole iscriversi è tra le migliori d'Italia nel campo (vi avevo detto che è ambizioso) ed è in una città vicina a dove abita lui (farà il pendolare) la cui università, però, non ospita la facoltà che vorrei fare io, o comunque non ha nessuna fama particolare, se anche c'è.

 

Riguardo al vederci, essendo io a Roma, siamo collegati bene con 3-3.30 ore di treno. Per di più, le nostre famiglie sono disposte ad ospitarci. Dividendo il costo del treno e non pagando l'alloggio, soprattutto nei periodi di vacanza, potremmo vederci anche per diversi giorni di fila. GIà abbiamo in programma di farci una settimana insieme durante le vacanze di Natale, un po' qui ed un po' lì. Per il futuro, non so. Intanto vediamo se va. Potremmo ripiegare sull'Erasmus e tentare di farlo nella stessa città, in modo da poter vivere insieme un anno. E, se va bene, magari rimanere in quella città a fare la specialistica/master. 

Sì, ok, sono un sognatore. Intanto vediamo come va questo anno di scuola e se riusciremo a mantenere la nostra relazione.

 

 

 

 

Infine, per tutti, non so se le relazioni a distanza funzionano o no. C'è chi le ha mantenute per anni, prima di andare a convivere. Inoltre noi ci apprestiamo ad entrare nell'età adulta, non siamo più bambini. Prima di arrendermi, quindi, constaterò se abbiamo le capacità di portare avanti il nostro rapporto. Per ora, mi sembra davvero che ne valga la pena, anche a costo di qualche abbraccio in meno e di qualche pianto in più dovuto alla lontananza.





 

avete la fortuna di avere entrambe le famiglie che vi sostengono e vi permettono di stare a casa dell'altro. una relazione a distanza del vostro tipo penso possa avere il vantaggio che magari litigate meno rispetto a se abitaste assieme o poco distante. ha pure lo svantaggio che non si sa come finirà la relazione sia per la distanza sia al momento in cui la distanza sparirà perchè alla fine abitate magari assieme o vicino.

Caro @@Luca1919,

 

mi fa piacere leggere altre cose di voi e della vostra situazione :-).

Sulla maturità non c'è dubbio: siete ok così! :P

Entrando in medias res, quello che dici è molto importante: più che problemi con l'autostima, a seguito di quello che mi dici sembra che il tuo ragazzo abbia più che altro un più o meno marcato complesso di inferiorità. Il che è connesso con l'autostima, ma non si può identificare completamente in questo ambito. Questo, perché, da quel che sottolinei, il problema non sembra tanto con se stesso, la cosa non inizia e finisce in lui, ma appare legato al suo sé quando è a contatto con gli altri.

 

Lo sottolinei quando parli dell'estate, ma anche con l'esempio del ragazzo fisicato che passa mi viene da pensare a questo. E quando parli della sua ambizione, comunque a quanto pare alta e presente.

Allora, dunque, che il suo non sia un fatto legato ad un'ansia di fallire o di non piacere?

Questo è un qualcosa che io vedo come mutevole, legato alle circostanze e non strettamente legato all'immagine che si ha di sé. Non se mi spiego....

Questo a parte, non credo che tuttavia questa distinzione possa avere grandi ripercussioni sul discorso che facciamo, né tantomeno mi permetto di "giocare a fare lo psicologo" già oltre quel che già ho detto/fatto.

Lui dice di non fidarsi della psicologia. Ma se ci va, da uno psicologo, cosa perde? Alla fine se non serve a nulla, non ci va....

E' ovvio che la sua è una paura di confrontarsi con se stesso e con una persona "sconosciuta" che in qualche modo verrebbe a sapere e ad intervenire sulle sue problematiche..... ma se dinnanzi alla paura scappa.. non è vigliacchieria questa? Faglielo notare con i modi per te più giusti! :P

E fondamentalmente convincilo ad andarci, da un bravo professionista. Anche il fatto che la sua famiglia dica uguale lo incoraggi!

E ti dirò di più: faby91 ha ragione quando sostiene che quasi tutti noi gay abbiamo "difetti". Forse viviamo percorsi troppo difficili per rimanerne indenni, e non rimetterci in qualcosa....

Chissà, comunque, psicologo a parte (da cui deve andare), se con il tempo gli passerà: l'università è un mondo diverso, e un mondo non facile. 

Il che potrebbe stimolarlo a superare le sue problematiche, ma anche... "distruggerlo"!

Parecchi "secchioni" legati al risultato fanno una pessima fine in università, la quale va affrontata con serietà e determinazione, ma anche un certo distacco, altrimenti non se ne esce più! Studenti preparati e seri, ma bisogna pur imparare ad appoggiare le palle sul tavolo, al momento giusto. Un'immagine brutta e volgare, ma tra qualche tempo, forse, capirai di cosa parlo...

Piuttosto... ce la fai tu a "sopportare" la cosa? Quello che dice anche di te non può lasciarti/ci indifferente! Riflettici, e magari dicci anche....

E' bello, però, che da parte sua qualche segno di miglioramento ci sia (quando per esempio dice "abbastanza bene" dopo un compito..).

Mi chiedi, in ultimis, se esser duro o dolce con lui quando fa la "lagna"? 

Bella domanda! Tu che pensi?

Io penso che trattarlo male, "accusarlo", rimproverarlo, lo possa scuotere... ma non sia la soluzione giusta, perché potrebbe aggravare ulteriormente la cosa. Amplificare il suo senso di insufficienza.
D'altro canto, sii dolce ma non mellifluo, stai a parlare con un giovane uomo, il tuo uomo, non scendere mai sotto certi livelli....

 

... e c'è poco da fare, convincilo a parlarne con uno psicologo, meglio ancora se anche psicoterapeuta....

P.s. Che volete fare da grandi? (se ti va di rispondere, altrimenti ignora tranquillamente ;) )




 

Edited by Fe92

@Fe92

Grazie ancora.

Continuerò a fare la mia parte per convincerlo ad andare da una psicologa/o.

E non sarò duro, ma nemmeno troppo accondisciente. Tra l'altro, hai ragione: non sto parlando di un bambino, sto parlando del mio uomo che è al mio stesso livello ed è dotato delle mie stesse capacità intellettive, perciò non devo pensare di doverlo trattare come un caso umano da accudire.

Comunque io farò architettura e lui fisica! E anche nell'ambito delle discipline abbiamo entrambi le idee più o meno chiare su quale branca scegliere :)

 

 

 

Detto ciò, prego tutti di smetterla di dirmi di lasciar perdere. Riguardo la relazione a distanza, non ho dubbi sul continuare. Al massimo chiedevo consigli su come gestirla al meglio, ma certo non lo lascio. Non posso dire di amarlo, credo sia passato ancora troppo poco tempo, però provo un grandissimo affetto per lui che potenzialmente potrebbe diventare Amore con la "a" maiuscola. 
 

Perfetto!

Beh, bei corsi di laurea... ma non fatevi troppe pippe sul futuro, nel senso che non è il caso di pensare da adesso quale branca scegliere (ammesso che si possa davvero totalmente, nella vita!). Entrateci prima, in uni. Tanta maturità, e poi? :P

Tornando in topic... auguri, io la mia te l'ho detta. Lascia comunque che tutti gli altri dicano la loro, anche quando vi dicono che è difficile stare assieme a tanti km di distanza. Che fai, censuri? Dai che scherzo, però io ascolterei tutti ma proprio tutti ;).

fisica a roma non è male credo. dicevi che per motivi anche finanziari lui farà il pendolare da casa, ma la cosda migliore sarebe se lui viene a roma a fare fisica dove tu stai magari abitando con te o lui a casa con te e i tuoi se vi accettano come coppia gay in casa. pensaci, eventualmente chiedi alla tua famiglia.

 

sei figlio unico o hai fratelli ?

http://www.uniroma1.it/sites/default/files/Italy%20subject%20rankings%202013%20-%20tabela%20per%20discipiline%20delle%20uni%20italiane.pdf

 

la sapienza sta per fisica al 46esimo posto mondiale e pisa al 42esimo.

 

se lui ha il ragazzo a roma io andrei a roma, alla fine non è che se uno studente esce bene a roma dall'università al posto di pisa si rovina la carriera per questo....

 

poi devono vedere loro, ma questo è il mio parere indipendentemente da altre considerazioni di tipo finanziario ad esempio.

 

il tutto andrebbe inoltre contestualizzato alla loro relazione che dura da 3 mesi ma con tutto il rispetto non è detto che durerà 5 anni.

Edited by marco7
davydenkovic90

Hai 18 anni, sei gay e non hai scarsa autostima? Sei tu quello anomalo, non lui. :D

 

A parte gli scherzi.. secondo me non devi viverlo come un problema perchè molte persone sono come il tuo ragazzo (io incluso). La cosa importante è che questa insicurezza non arrivi a bloccarlo e che sia sempre canalizzata verso un impegno per migliorarsi.

Ma da come lo descrivi sembrerebbe tutto nella norma e non mi preoccuperei così tanto

Edited by davydenkovic90

Lui giustamente vive a Roma, l'altro ha vicino un'università prestigiosa per quella facoltà.... quindi, per carità, scelte condivisibili.... Resta che -alla luce dei fatti- mi sembra un problema non da poco. Già la storia parte con un difetto in partenza perché per qualsiasi storia a distanza sarebbe auspicabile che almeno nel periodo iniziale ci fosse la possibilità di una approfondita conoscenza.... si potrebbe comunque sorvolare su questa questione se nel medio termine vi fosse comunque la possibilità di un avvicinamento.... mentre qua si parla di un anno di liceo, più diversi anni di università.... E poi, volendo essere ottimisti e vedere un futuro per questa storia, se già la carriera accademica vi ha tenuto a distanza, figuriamoci future scelte lavorative.... Posso capire se due ragazzi si conoscono, fanno "amicizia", sanno che la cosa è difficile da portare avanti, ma comunque si mantengono in contatto, magari di tanto in tanto si vedono (e fanno ciò che vogliono.... :-P), e poi chissà in futuro cosa accadrà!! Ma se si parla di una "relazione", beh.... in questo caso credo che perlomeno nel medio termine dovrebbe esserci un progetto comune da portare avanti....! Comunque, mi sembrerebbe fuori-luogo consigliarti di troncare questa storia e poi ti sei già espresso con sicurezza contro questa ipotesi.... Ma qualche riflessione in proposito secondo me è necessaria da parte di entrambi. Vabbè, passo e chiudo, buone cose! :-)

In futuro tutte le relazioni saranno a distanza. Sarebbe bene entrare un po' tutti in quest'ottica. 

Ciò detto, verosimilmente i problemi di autostima se li porterà sempre dietro; magari migliorano ma restano. Quindi se ci vuoi stare rinuncia all'idea di liberartene.

Bè per sapere se una relazione a distanza merita di essere mantenuta, questo lo puoi sapere solo tu e lui quindi...fai bene a mettere le cose in chiaro. Ognuno ha la sua esperienza e in base a quella ti può dare solo una propria visione, non quella che fa al caso tuo...poi ormai tra mezzi di trasporto moderni e tecnologie audiovisive per stare in contatto, avere una relazione a distanza non è come 10 o 20 anni fa.

 

Devo dire che (purtroppo) mi rivedo assai nel comportamento del tuo ragazzo, appartengo anch io a quel gruppo di difettosi al cervello per autostima, eternamente insoddisfatti di ciò che fanno fino a non vederlo neanche, ansiogeni all eccesso, pronti a relegarsi in automatico in terza classe al momento del giudizio e paragone con altri.

Complimenti alla risposta di Fe92, davvero interessante e credo ti possa essere di sicuro aiuto. Anche io ho rifiutato per tanto l aiuto del mondo psicologico poi mi sono aperto a questa possibilità ma la cosa non ha fatto che darmi conferma della mia opinione: il cervello non è un osso, se ha qualcosa di rotto, non è che ci metti il gesso è guarisce, tutto è molto aleatorio, vago e impalpabile e per trovare uno psicoterapeuta che ti aiuti davvero ci vuole la stessa fortuna che serve a trovare il grande amore o fare il 6 al superenalotto. E anzi se ti capita quello sbagliato, si può solo peggiorare la situazione. Giusto per dire, sono stato da 4 diversi in circa 6/7 anni, bè nessuno ha risolto qualcosa di importante e la barca in tempesta la devo portar sempre io. D'altronde se è così difficile farsi un amico per tutte le congiunzioni mentali che servono, figuratevi quale perfezione serve per creare un legame in cui tu fai esattamente capire cosa hai nel cervello, lo psicologo lo interpreta perfettamente e in modo ottimale trova la strada che ti serve per "guarirti"...critica del tutto personale, chiedo alla giuria di non tenerne conto!

Auguro a lui di risolvere quei problemi, perchè credetemi, è un inferno vivere con quel tipo di mentalità in testa. Però adesso ha te, una persona con cui si è aperto e di cui si fida, che lo sprona a migliorarsi e che crea in lui lo stimolo a fare dei passi avanti. Credo sia la cosa migliore che gli potesse capitare, perchè la cosa potrebbe creare in lui un circolo mentale positivo che può fargli cambiare il meccanismo con cui si creano i suoi pensieri. Alla faccia di chi dice che prima devi stare bene tu e poi pensare a stare con gli altri, le cose non sono scindibili visto che siamo animali che vivono in società, pertanto la possibilità di contare su una persona che ti ama, ti dice e fa capire che vali, che ti stimola a crescere ed assere imparziale nelle valutazioni, che ti fa sentire più di quello che eri convinto nel profondo di valere, credo sia una delle migliori medicine possibili.

 

Ogni caso è a se stante, dipende dal suo pregresso e dalla vostra situazione odierna, tuttavia vedo che avete la maturità e la volontà di affrontare tutto questo insieme ed una cosa bella, quello che si chiama spirito di coppia.

Lascia perdere chi ti dice "molla il depresso", trovo il consiglio di una crudeltà inaudita e di una superficialità che fa capire la natura esclusivamente egoistica del consiglio. E fin che l'individualismo è una bandiera di comportamente, difficile dare consigli su qualcosa di solidale come creare una coppia.

 

Tienici aggiornati sulla situazione se ti va e in bocca al lupo ad entrambi.

 

 

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