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Teoria del Gender


Saramandasama

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Saramandasama

 

 

Io intanto mi son trovata in casa un bel volantino della Manif Pour Tous su come difendersi dalla teoria gender nelle scuole... Gnamobene

Che diceva? Quali sono le strategie per non soccomberne?

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  • 2 weeks later...

Si,forse il video francese offre il fianco a facili attacchi da parte della Santa Inq ... ehm ... pardon ... dei movimenti appartenenti alla politica della destra cattolica. sembra quasi che l'intento da parte di questi cattivoni indiavolati (LGBT)sia quello di sopprimere le diversità tra maschio e femmina ... ma questa è semplicemente una sciocchezza ... una sciocchezza tanto ridicola quanto infangante e pericolosa che rischia di diventare una vera e propria caccia alle streghe. Nessuno con un minimo di cervello ,secondo me, direbbe che la società dovrebbe perdere le connotazioni di maschile e femminile (a parte il fatto che sarebbe impossibile) il punto forse è accettare che alcune persone dentro questi ruolo di genere STANNO MALE!! tutto qui!e che per loro ci sia la possibilità di star meglio .... seguendo la loro natura ...

 

Le differenze tra uomo e donna ci sono eccome!psicologicamente,biologicamente etc(non si tratta di giusto o sbagliato è così e basta)

 

Almadel ha perfettamente ragione nel identificare la teoria Queer come qualcosa che come un boomerang telecomandato può tornarci contro! vanificando anche l'effetto di tantissime altre iniziative contro la discriminazione ...in promozione della parità ecc...

 

 

Domandina : Le più grandi associazioni LGBT come sono messe rispetto alla teoria gender? se la risposta richiede troppo OT ditemelo che apro una discussione a parte ;)

Edited by Plutone
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La teoria del gender, secondo quanto spiegatomi, dovrebbe essere una teorie creata dalle lobby secondo la quale i bambini non debbano essere trattati nè da femmine nè da maschi, ma in maniera neutra cosicché loro possano decidere il loro orientamento futuro senza essere indirizzati da alcuna parte. A me sembra una gran scemenza, sia la teoria, sia il fatto che sia frutto delle lobby gay. Mi sa solo un pretesto a cui si attacca la chiesa per attaccare gli omosessuali

Edited by tipnick
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La teoria del gender, secondo quanto spiegatom,i dovrebbe essere una teorie creata dalle lobby, secondo la quale i bambini non debbano essere trattati nè da fammine nè da maschi, ma in maniera neutra cosicché loro possano decidere il loro orientamento futuro senza essere indirizzati da alcuna parte. A me sembra una gran scemenza, sia la teoria, sia il fatto che sia frutto delle lobby gay. Mi sa solo un pretesto a cui si attacca la chiesa per attaccare gli omosessuali

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  • 5 months later...

Qualcuno mi spiega la teoria del "gender" (non i gender studies). Credevo fosse una una terminologia usata solo dal movimento anti-omosessuale italiano, invece leggendo alcuni commenti sotto la canzone della Wurst in varie lingue, sembrerebbe un definizione usata da molti e una cosa contro la quale in parecchi, apparentemente omofobi, si scagliano. Quasi come fosse qualcosa in atto per riprogammare le menti e omosessualizzarle. In Amerca, da sempliciotti quali sono, vanno invece di moda le cospirazioni alla illuminati. Ci sarebbe un complotto demoniaco in atto a pervertire le masse. Come se poi non si sapesse che satana è etero...

Se fate una ricerca su google vederete che inserendo "teoria del gender" escono solo definizioni di quotidiani o riviste cristiane.

http://www.google.it/search?q=teoria+gender&ie=utf-8&oe=utf-8&aq=t&rls=org.mozilla:en-US:official&client=firefox-beta&channel=np&source=hp&gfe_rd=cr&ei=0tJNVOjbHOSg8wf9tYCgCg#rls=org.mozilla:en-US:official&channel=np&q=teoria+del+gender

 

 

Il movimento GLBT ha sottovalutato il fenomeno “sentinelle in piedi” e “contro l’ideologia gender” perché pensava, ragionevolmente, che fossero “quattro stronzi”, cosa che effettivamente corrisponde a realtà, ma ha dimenticato quanto questi quattro stronzi, con dei catalizzatori dietro come Forza Nuova, la Lega Nord, Fratelli D’Italia e (soprattutto) la parte più integralista della Chiesa Cattolica Romana potessero fare rumore.

E cosi’ ci siamo trovati traditi da tutti i mass media, che hanno gonfiato i numeri del Family Day (un milione? in una piazza che contiene al massimo, stretti come sardine, 200.000 persone?) e non ci siamo accorti che anche nelle parrocchie di Canicattì e Cantù, si parli (ovviamente male) di “Gender” .

Partiamo dall’inizio:

un tempo c’erano le persone GLBT. per il cattolici erano “malati”, ma i malati devi compatirli. Chi sei tu per giudicarli?

E cosi’ il cattolico aveva una contraddizione: come poter giustificare la non accoglienza verso coloro che chiamava malati?

Cosi’ i “malati” , ora che non lo sono più, possono essere odiati, perchè sono diventati “ideologi“.

E cosi’ ora essere gay, lesbica, bisessuale, transgender, è un’ideologia, come il comunismo, il socialismo, il nazismo…

Un tempo si era maschilisti e binari per tradizione, non c’era bisogno di “teorizzare”, e il fatto che la Chiesa stia cominciando a teorizzare gli stereotipi di genere come naturali, innati e insindacabili è la prova che ce ne sia bisogno, e che quindi antibinari e glbt-friendly “rischino” di diventare fisiologicamente la maggioranza.

Ma cosa chiamano “ideologia gender/teoria gender”?

In realtà gli attivisti GLBT non hanno mai usato questo termine, che nasce da un pastone che fonde gli studi di genere, elaborate nelle facoltà americane di antropologia (in ambiente laico, i cosiddetti gender studies), e la teoria queer elaborata da alcuni filosofi, tra cui Butler, per altro non condivisa, o non in pieno, da gran parte del movimento LGBT (ad esempio io non ne sono un sostenitore).

Questi percorsi culturali mettevano a fuoco varie questioni, in particolare gli stereotipi di genere, dichiarando che,come da scoperte scientifiche, i ruoli di genere non sono innati, non hanno nulla di genetico o biologico, ma sono stati tramandati socialmente e culturalmente da generazione a generazione.

 

In soldoni, sebbene puo’ esserci una differenza di forza fisica media tra una donna e un uomo coetanei e della stessa cultura ed etnia, in una società come la nostra in cui non si vive di forza fisica, tutte le differenze nella divisione dei ruoli domensitci, della donna e nell’uomo nelle professioni, nei diversi ruoli genitoriali del genitore con la vagina e di quello col pene, sono sostanzialmente culturali.

 

E’ dimostrato scientificamente che avere il bacino diverso, o il cranio, o la genitalità, non porti ad una predisposizione innata a  comportamenti che la società chiama per stereotipo “maschili” o “femminili”, tuttavia fin dai primi giocattoli, vestiti, acconciature, i bambini vengono “differenziati” affinchè si abituino al ruolo , ed illusi che quella sia l’unica strada. Questo atteggiamento viene chiamato “predeterminismo biologico”.

Ovviamente questo discorso non c’entra assolutamente con le tematiche GLBT, perchè è qualcosa che ridiscute innanzitutto i modelli familiari, di coppia, e il mondo del lavoro, relativamente all’umanità tutta, quindi in grande percentuale riguarda coloro che hanno un orientamento sessuale etero e un’identità di genere coerente col corpo (etero madri e padri di famiglia).

Ma se ogni persona, nata col pene o con la vagina, puo’ reinventare un ruolo sociale a seconda delle sue attitudini, come del resto succede a bambini educati senza stereotipi, in Nord Europa, e quindi le due figure stereotipate rosa e celeste decadono, allora viene molto depotenziato il simbolismo cattolico dei due “ruoli insostituibili” che devono affiancare un bambino, quindi diventa naturale immaginare le famiglie omogenitoriali e i genitori transgender.

Vi è una grande confusione, in chi non è addentrato in tematiche antropologiche e sociologiche, tra l’orientamento sessuale e l’identità di genere (ovvero le tematiche delle persone omo/bisessuali e delle persone transgender) e i ruoli sociali di genere (tematica riguardante invece tutti).

L’identità di genere (se sei una persona transgender o no) e l’orientamento sessuale (se sei una persona omosessuale, bisessuale o no) sono intrinsechi e non dipendenti dal contesto socio/culturale. Poi è lavisibilità che una persona sceglie di dare a questa condizione, e il processo di autodeterminazione, che è influito dalla società.

In un ambiente ostile una persona potrebbe, per quieto vivere, accodarsi al branco e scegliere modalità di vita“comuni”, senza venire mai a scoprire della sua identità di genere o del suo orientamento, magari non sapendo dare una risposta ad un malessere senza nome e senza una precisa forma. Cio’ succedeva soprattutto in passato, in provincia, quando c’era molto isolamento, non c’era internet, e una persona, priva di riferimenti, non sapeva dare un nome a cio’ che era, e ne aveva un terrore tale che preferiva non indagare.

Cosi’ molte persone transgender hanno vissuto intere vite incarnando il genere coerente al sesso biologico, molti omosessuali si sono sposati con persone di genere opposto e hanno fatto figli, o sono rimasti “zitelli”,molti bisessuali hanno preferito dare più spazio a relazioni eterosessuali per quieto vivere sociale.

Altri invece hanno scoperto di sè ma, a causa delle condizioni di vita ostili, hanno deciso di vivere “clandestinamente” il loro orientamento sessuale (con relazioni clandestine, esperienze in saune e locali a tema gay/lesbico) e/o la propria identità di genere (con esperienze di cross-dressing magari casalinghe o in ambienti protetti), magari alternando a queste piccole boccate d’aria una vita normalizzata da scapoloni/scapolone o prigionieri/e di matrimoni di copertura, o magari di una carriera monacale/ecclesiastica.

Altri, di estrazione cattolico romana, si sono rivolti a psicologi, spesso cacciati dall’Ordine in quanto dissonanti rispetto all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che hanno, tramite strumenti religiosi di tradizione cattolico romana, anche se sono nate in ambiente pentecostale, quali riti, preghiere, rosari, fatto percorsi di lavaggio del cervello atti a lavorare sugli stereotipi di genere, per “ripristinarli” per poi chiarire che non solo i ruoli sono innati, ma che la coppia deve essere costituita solo da uomo e donna, che hanno ruoli diversi, complementari, e chiaramente quello prevalente è il ruolo maschile (la donna è subordinata, come dice San Paolo).

Meno considerata dalla Chiesa è invece la condizione lesbica, e quindi esistono meno percorsi riparativi, in quanto la donna in sè è meno considerata dalla chiesa e dalla società reazionaria, quindi diventa relativamente importante anche il suo lesbismo. Inoltre per questioni bibliche, la vera ossessione è la sodomia (che tra l’altro diversi omosessuali non praticano, e che diversi eterosessuali praticano), quindi dove non c’è penetrazione (per come loro immaginano il lesbismo), non c’è interesse.

I ruoli sociali però non sono innati, ma condizionati dalla condizione socioculturale. Spesso gli integralisti religiosi amano fare volutamente confusione tra i ruoli sociali e gli stereotipi di genere e tutto ciò che concerne l’identità di genere e l’orientamento sessuale.

Se per loro i ruoli sono binari e innati, se ogni sesso biologico (maschio femmina) ha sempre e solo un genere identitario corrispondente (uomo e donna) e anche dei ruoli “naturalmente” predisposti, non ha senso parlare di genere (gender), nè relativamente all’identità di genere, nè relativamente ai ruoli, quindi, per loroil “gender” non esiste.

Tutto viene ricondotto al “sesso” (biologico, e ai genitali) e non al genere. Anche la genitorialità viene vista come unica finalità del sesso, e soprattutto il sesso come unico strumento legittimato a portare alla genitorialità, e, nel tentativo di delegittimare i genitori GLBT, delegittimano anche i genitori adottivi eterosessuali, o i genitori eterosessuali che sono ricorsi alla genitorialità assistita, introducendo, contro di loro, concetti come padre vero, padre falso, madre vera, madre falsa…

Inoltre, tramite fenomeni come le sentinelle in piedi, rivendicano il “diritto” di libero pensiero, anche quando è un pensiero intollerante ed ostile verso il diverso. Come se qualcuno scendesse in piazza per il diritto di dire che la donna, o le persone di colore, o gli ebrei, sono inferiori.

In vari blog, pagine facebook, gruppi facebook, dove domina incontrastata l’incapacità di distinguere le etero femministe, dalle persone omo e bisessuale, e dalle persone transessuali e transgender, ormai hanno dovuto trovare una parola sintetica che ci comprendesse tutti, uniti dalla nostra “ideologia“, riconducendo subito la parola “gender”alla questione dell’omogenitorialità e dei diritti dei bambini (qualcuno pensi ai bambiniiiii!)

Ideologi del gender, o, per sintesi, “voi gender”.

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Da Il Fatto Quotidiano

 

“Il vizio di fondo è stata l’arroganza culturale con cui una visione personalistica della società è stata introdotta nei nidi e nelle scuole per l’infanzia di Venezia, senza chiedere niente a nessuno, neanche alle famiglie”. Sono passati due mesi e Luigi Brugnaronon ha cambiato idea: “I genitori invece devono avere voce in capitolo sull’educazione dei loro figli e non esserne esclusi a priori”, spiega a IlFattoQuotidiano.it il sindaco di Venezia, finito nell’occhio del ciclone il 24 giugno – pochi giorni dopo aver vinto il ballottaggio contro Felice Casson il 14 – per aver ritirato dalle scuole della Laguna 49 libri che affrontano in chiave critica il tema della discriminazione. Favole concepite con l’intento di insegnare ai bambini a rispettare chi è diverso da loro, l’amico disabile, quello con la pelle di un altro colore, quello adottato, l’omosessuale, chi ha due mamme o due papà. Un caso sul quale è intervenuto anche Elton John – padre di due figli con il marito David Furnish – che ha definito il sindaco “bigotto e cafone”.

 

Brugnaro prova ad ammorbidire i toni ma resta irremovibile: “Nessun bambino sarà discriminato o trattato diversamente e sarà incoraggiata qualsiasi integrazione, ma va riconosciuta la maggioranza delle persone che hanno una mamma e un papà”. Quindi rassicura che “la stragrande maggioranza dei titoli tornerà sugli scaffali” eccetto “quelli che trattano delle questioni di genere o delle diverse tipologie di famiglia” che “saranno comunque disponibili in tutte le biblioteche della città”. Fa l’esempio di “Piccolo uovo” di Francesca Pardi (illustrato da Altan) sulle famiglie eterosessuali, adottive, omogenitoriali, con genitore single o quelli ricorsi alla fecondazione assistita. E di “Jean a deux mamans” di Ophelie Texier sui nuclei arcobaleno. Ma il risultato non cambia, visto che tutti i 49 titoli, senza distinzione alcuna, al momento sono stati messi all’indice e verranno vagliati uno a uno, pagina per pagina, dall’amministrazione.

Tra questi c’è “Il pentolino di Antonino” di Isabelle Carrier, che racconta di un bambino disabile ed emarginato che smette di avere paura degli altri quando una persona speciale gli dimostra che anche lui ha delle capacità. Il protagonista di “Pezzettino” di Leo Lionni, invece, è un bambino piccolino, diverso dai suoi amici grandi e forti, che è alla ricerca della sua identità e alla fine impara ad accettarsi per quello che è. Poi c’è “Piccolo blu e piccolo giallo”, firmato dallo stesso autore, la storia di un bambino blu che diventa amico di un bambino giallo e quando giocano insieme diventano verdi. L’amicizia, è la morale, supera le barriere etniche, culturali, sociali e anziché togliere qualcosa alla nostra identità la arricchisce.

 

I libri giudicati “tabù” rientravano nel progetto “Leggere senza stereotipi” promosso nel 2014 da Camilla Seibezzi (Pd), allora consigliera comunale con delega ai diritti civili. “L’elenco – lo ha ripetuto tante volte – è stato composto da psicopedagisti, professori di diverse università italiane, rappresentanti del mondo associazionistico e bibliotecari della nostra città”.

La mossa del neosindaco di Venezia ha sconvolto scrittori, editori, bibliotecari e molti psicologi. La notizia è stata ripresa perfino dalla stampa estera (il Guardian e il Telegraph in InghilterraLe Figaro e l’Express in Francia). Che cosa ne pensano gli esperti? Emma Baumgartner, professoressa di Psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma ed esperta di studi di genere, è incredula e sottolinea: “La famiglia tradizionale non è una garanzia di benessere e un luogo protetto per definizione. Conta la qualità della cura, non il sesso dei genitori. Il pregiudizio di genere può essere superato già nei primi anni di vita, insegnando ai bambini a interagire con il sesso opposto e creando aree di gioco comuni”.

Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, intervistato dalla Nuova Venezia, aveva detto che “nessun sindaco può intervenire in tal senso, né meno che mai può decidere quali libri possono stare o meno all’interno di un istituto” perché “è un ambito di competenza comune della comunità scolastica, fatta di famiglie e operatori della scuola”. E interrogato sulla cosiddetta “teoria gender” aveva risposto che “non esiste”.

Di parere opposto Massimo Gandolfini, psichiatra, presidente dell’associazione medici cattolici della Lombardia e portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli” che lo scorso giugno ha organizzato il Family day a Roma: “Rispettare gli omosessuali – spiega a IlFattoQuotidiano.it – non significa cadere nel libero arbitrio totale. Il diritto al figlio non esiste, neanche per le coppie eterosessuali sterili”. La vicenda ha attirato l’attenzione anche di Amnesty international Italia. “Il pluralismo e la diversità – ha fatto notare il presidente Antonio Marchesi – sono espressioni di una visione nient’affatto ‘personalistica’ come egli ritiene, bensì universalistica, basata sui diritti umani, che come tale va sempre garantita”. I libri, intanto, sono stati ritirati dalle scuole e e non si sa se e quanti torneranno tra i banchi.

Edited by Rotwang
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Sono tutte puttanate.

Cioè, è un fatto davvero tristissimo, ma quando hai a che fare con un amministratore imbecille non si sa davvero come raccapezzarsi.

Piuttosto a sproposito l'intervento di Gandolfini, visto che l'educazione alla diversità e alla tolleranza ha a che fare molto lateralmente col diritto alla genitorialità (cui semmai i bambini di oggi penseranno tra dieci o vent'anni). Sulla faccenda del gender poi si fa sempre molta confusione (un po' perché le teorie queer sono strampalate, un po' perché i vari sentinelli hanno immaginato a proprio consumo una fantomatica teoria gender che non c'è).

 

Io ho frequentato banali scuole pubbliche; alle medie avevo un prof (leghista militante) che ci insegnava educazione sessuale con molta pacatezza e senza fare umorismo becero; al liceo piuttosto mi irritavano un po' le affermazioni del prof di letteratura, sinistroide e fortemente antiberlusconiano, che si diceva convinto che fosse provata l'origine genetica dell'omosessualità. Mi pare stiamo facendo dei grossi passi indietro, ché se agli adolescenti si insegnasse quel che nei fatti già la psicologia spicciola accetta, ovvero che il sesso biologico, il genere e l'orientamento sessuale sono tre faccende (relativamente) stabili e tra loro distinte, si sarebbe già fatta un po' di chiarezza.

Edited by schopy
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Cmq credo che non volendolo questi ideatori di teorie del complotto stiano scivolando sempre più su posizioni al limite del parodistico e del ridicolo, basta vedere il video di campagna promosso da Pro vita contro la suddetta ''ideologia''.

La distinzione fra sesso, orientamento sessuale e identità di genere non è stata inventata dagli omosessuali, ma dagli psicologi.

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Ah questa cosa mi fa molto ridere, perchè lunedì alcuni loschi individui, assieme all'assessora regionale Donazzan, hanno pensato bene di lanciare in provincia di Vicenza un'iniziativa di scuola "parentale" gender-free....

 

Poi ho visto una foto degli organizzatori, ed ho riconosciuto un energumeno col quale feci casualmente conoscenza un annetto fa e che in quell'occasione ha insistito in modo piuttosto sgradevole perchè partecipassi a riunioni di non so che associazione religiosa, giocandosi pure la carta, una volta saputo cosa studio, dell'essere "intimo amico" di alcuni professoroni della mia facoltà.

 

E' così che la chiesa militante mantiene la rete di potere in questo bel paese e "diffonde la fede" alimentando questo tipo di simpatiche iniziative a protezione della salute morale dell'infanzia.

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