schopy Posted November 7, 2014 Share Posted November 7, 2014 col fatto che presumono che lei poi voglia cambiare ancora non le vogliono cambiare i dati all'anagrafe.... ecco se sono questi i motivi addotti sono sconfortato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 7, 2014 Share Posted November 7, 2014 Occorre una sentenza del tribunale che autorizzi gli interventi chirurgici demolitivi e fatte le operazioni bisogna introdurre una seconda causa in Tribunale per il cambio dei documenti anagrafici Ai fini della legge, le terapie ormonali sono del tutto ininfluenti Quindi in termini legali non si può dire che sia "tornato maschio" perché non ha mai cessato di esserlo Qualora invece si cambiasse la legge avrebbe senso chiedersi se vi debbano essere dei limiti o delle condizioni da soddisfare o sia un diritto incondizionato alla autodeterminazione del singolo Se però è vero ciò che io ho già scritto: che cioè ciò che attualmente la legge richiede, definisce pur sempre un "maschio convenzionale" o una "femmina convenzionale, rispetto alla realtà biologica-cromosomica quale è l'interesse dello stato da bilanciare con quello all'autodeterminazione del cittadino? Non certo un interesse alla "normalizzazione" apparente Certamente c'è un interesse pubblico alla "certezza giuridica" dell'identità e c'è un interesse pubblico al contenimento dei "costi" ( in caso di spese a carico del servizio sanitario nazionale ) Ma non sono interessi di natura tale da poter ragionevolmente essere soddisfatti imponendo l'iter di cui sopra ( due cause in tribunale e operazioni chirurgiche ) Le cause in Tribunale sono assolutamente inutili perché il giudice non può che rimettersi a ciò che dicono i medici, un ruolo del giudice può aver senso solo in caso di tutela di persone minorenni. Le operazioni chirurgiche certamente sono irreversibili ma coinvolgono il diritto alla integrità psico-fisica della persona, cioè un diritto fondamentale. Si chiede quindi al cittadino di rinunciare al suo bene più grande per garantire allo stato la certezza giuridica dell'identità di genere? Un periodo di prova di due anni - a partire da una diagnosi o certificazione medica - può apparire più ragionevole ( non garantisce dal cambio di idea del 100% dei soggetti coinvolti ma può essere un vaglio efficace ) e potrebbe anche essere condizionato dal tipo di terapie liberamente prescelte Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
RebisRebus Posted December 28, 2014 Share Posted December 28, 2014 mirella izzo ha scritto un'interessantissima spiegazione della legge argentina, che permette il cambio senza nessuna medicalizzazione obbligatoria (neanche gli ormoni) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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