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Convivere: istruzioni per l'uso


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Grazie Andrea!!!!

Effettivamente il mio pensiero è questo.. Non mi pare di aver detto cose che non stanno nè in cielo nè in terra :D

È che purtroppo la crisi che imperversa rende l'idea di essere in due a lavorare sembra quasi una mosca bianca... Per dirti son mesi che vado su e giù a distribuire curriculum manco fossero caramelle :D

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Quindi se in una coppia etero la donna fa la casalinga e il marito lavora va bene... se succede la stessa cosa in una coppia gay non va più bene? Occuparsi della casa, faccende, spesa ecc.. è comunque un modo per rendersi utile all'interno della coppia.

Invece volevo dire questo: mi è capitato di conoscere coppie che stanno insieme anche da qualche anno ma che preferiscono restare ognuno a casa propria per mantenere la propria "indipendenza" (indipendenza che spesso sfocia in relazioni con altri ragazzi di cui il partner fisso è più o meno a conoscenza). Forse rischio di andare off topic parlando di coppie aperte, però quello che volevo dire è se stai bene con un ragazzo e state insieme da tanto tempo perchè non fare questo passo? Anche per le coppie aperte: se entrambe le parti sono d'accordo non vedo come il vivere insieme possa modificare questa scelta.

Non credo che l'apertura della coppia sia fattore determinate nella scelta di convivere.

A volte esistono motivazioni pratiche ad impedire la convivenza, come la distanza, l'assenza di una casa o i soldi.

Difficilmente concepirei una coppia il cui ideale sia, presto o tardi, condividere la vita quotidiana e quindi anche un tetto.

Quindi se in una coppia etero la donna fa la casalinga e il marito lavora va bene... se succede la stessa cosa in una coppia gay non va più bene? Occuparsi della casa, faccende, spesa ecc.. è comunque un modo per rendersi utile all'interno della coppia.

Invece volevo dire questo: mi è capitato di conoscere coppie che stanno insieme anche da qualche anno ma che preferiscono restare ognuno a casa propria per mantenere la propria "indipendenza" (indipendenza che spesso sfocia in relazioni con altri ragazzi di cui il partner fisso è più o meno a conoscenza). Forse rischio di andare off topic parlando di coppie aperte, però quello che volevo dire è se stai bene con un ragazzo e state insieme da tanto tempo perchè non fare questo passo? Anche per le coppie aperte: se entrambe le parti sono d'accordo non vedo come il vivere insieme possa modificare questa scelta.

 

Non ho detto questo. Va bene se ci sono 3 figli piccoli a cui badare e lo stipendio del marito è sufficiente a sopravvivere tutti. E comunque la moglie può benissimo lavorare part time..

Se invece si vive solo in due o con 1 figlio si può benissimo lavorare entrambi, etero o gay che siano!! E si trova il tempo x occuparsi della casa, commissioni e fare la spesa..

Quindi se in una coppia etero la donna fa la casalinga e il marito lavora va bene... se succede la stessa cosa in una coppia gay non va più bene?

 

Se non sbaglio il 75% delle donne italiane non si fidanzerebbero con un uomo disoccupato

( l'80% in Spagna )

 

Quindi il problema è che la disoccupazione maschile è vista in maniera diversa dalla disoccupazione

femminile ( se questi ricorrenti sondaggi-studi-etc. hanno un fondamento )

 

Dovremmo quindi ritenere che socialmente una differenza vi sia e abbastanza marcata

 

Questo non significa necessariamente che la donna sia "cattiva", nell'ipotesi assurda che io

sia un maschio etero licenziato magari sono io per primo a "sclerare" aderendo allo stesso schema

Ed in effetti il licenziamento del marito pesa sui divorzi più di quello della moglie

Se non sbaglio il 75% delle donne italiane non si fidanzerebbero con un uomo disoccupato

( l'80% in Spagna )

 

Quindi il problema è che la disoccupazione maschile è vista in maniera diversa dalla disoccupazione

femminile ( se questi ricorrenti sondaggi-studi-etc. hanno un fondamento )

 

eh, noi mediterranei...ho notato anch'io che una coppia gay dove uno dei due non lavora è vista diversamente da una coppia etero dove una lei che non lavora ha più gioco facile nel venir giustificata.

E' chiaro che Fab_90 continua a fare delle analisi costi-benefici: lei si può astenere dal lavoro solo se i figli sono uguali o maggiori di tre, part-time se ne ha due...deduco che sia vincolata al tempo pieno se ce n'è solo uno? :D Mi paiono tutte delle cavolate, scusami. O meglio, non tutti i lavori e non tutti gli stili di vita si somigliano, quindi tutti sti conti lasciano un po' il tempo che trovano, anche se condivido l'idea di fondo per cui in una coppia ciascuno dovrebbe avere un minimo di indipendenza economica dal partner.

 

 

Se invece si vive solo in due o con 1 figlio si può benissimo lavorare entrambi, etero o gay che siano!! E si trova il tempo x occuparsi della casa, commissioni e fare la spesa..

Beh certo si fa di necessità virtù, io per esempio ho entrambi i genitori lavoranti (per fortuna stabilmente) e non siamo morti. Però questo implica necessariamente dei compromessi, poiché io andando in università non ho molto tempo (e voglia, lo confesso) per occuparmi di molte faccende domestiche. I compiti si cercano di dividere, secondo le inclinazioni di ognuno, però è chiaro che la casa non è la stessa di famiglie dotate di casalinga/o, spesse volte bisogna ricorrere a pasti relativamente veloci ma più costosi e meno salubri (perché quando arrivi a casa alle 8 non è che puoi stare due ore a cucinare), spesso si ricorre all'aiuto dei nonni, a volte bisogna prendere permessi sul lavoro se si devono fare commissioni in orario d'ufficio (e avere la fortuna di svolgere un lavoro in cui prendere permessi è relativamente semplice).

 

L'idea di dover lavorare (retribuito) a tutti i costi mi sembra castrante, si lavora per vivere e non si vive per lavorare. Al massimo si può vivere anche per la passione nello svolgere il proprio lavoro, se si ha la fortuna di farne uno che edifica.

Comunque la vita da casalingo/a non è che sia il massimo della vita eh! A me nel passato è capitato per brevi periodi e...che noia!! Trovo che sia un'opzione più che dignitosa, ma forse è uno stile di vita che costa troppi sacrifici (la non-realizzazione professionale, il troppo tempo libero..) frustrazioni (l'essere dipendenti per forza di cose...brrr). Al giorno d'oggi la gente trova di cattivo gusto i casalinghi/e, io invece ne ammiro il coraggio e la pazienza perché credo sia una scelta abbastanza ardua. Certo, occuparsi dei figli dà un senso e una motivazione all'essere casalinghi/e, ma anche in quei casi alcune amiche mi confessano sempre che soffrono essere incastrate in una routine tra figli/casa/spesa e non poter veder nessuno perché tutti i tuoi amici ovviamente lavorano.

È pur vero che quando si lavora il tempo libero è davvero pochissimo, ma paradossalmente credo che si sfrutti meglio e si goda al 100% perché avendone poco lo valori tanto e lo si considera il giusto premio per aver lavorato. Credo proprio ce il fattore "me lo sono sudato e meritato" faccia davvero la differenza per la propia autostima.

Certo, se poi uno è il casalingo di un ricco milionario può anche evitarsi di farsi problemi (beati loro xD).

 

 

Comunque la vita da casalingo/a non è che sia il massimo della vita eh! A me nel passato è capitato per brevi periodi e...che noia!! Trovo che sia un'opzione più che dignitosa, ma forse è uno stile di vita che costa troppi sacrifici (la non-realizzazione professionale, il troppo tempo libero..) frustrazioni (l'essere dipendenti per forza di cose...brrr). Al giorno d'oggi la gente trova di cattivo gusto i casalinghi/e, io invece ne ammiro il coraggio e la pazienza perché credo sia una scelta abbastanza ardua. Certo, occuparsi dei figli dà un senso e una motivazione all'essere casalinghi/e, ma anche in quei casi alcune amiche mi confessano sempre che soffrono essere incastrate in una routine tra figli/casa/spesa e non poter veder nessuno perché tutti i tuoi amici ovviamente lavorano.
E' proprio questo il punto: la monotonia, sei te e la casa, la casa e te; ovvio che poi si vada in paranoia...... 

Il fatto dell'essere mantenuti o meno, credo che sia una questione di pensiero.
Chi si sente un fallito se viene mantenuto, chi invece sta bene. 
Io non mi sentirei tanto un fallito.. ma vuoi mettere la soddisfazione del comprarti le cose che più ti piacciono con i soldi che ti sei guadagnato/risparmiato con la fatica? 
questo è più o meno quel che faccio con i viaggi perché mi scoccerebbe tanto se i miei genitori e/o il mio ragazzo pagassero per farmi divertire ;) 

Il mio ragazzo attualmente lavora.. io no (devo ancora finire di studiare e purtroppo con un diploma di liceo scientifico non mi prenderebbero.. oltre a farmi perdere tempo con lo studio).. e questo è uno dei motivi per cui rimandiamo l'andare a vivere insieme. 
Lui vorrebbe che si convivesse.. io invece no. Fino a che non sono completamente indipendente in senso economico non me la sento, perché finirei con il chiedere i soldi ai miei genitori, quindi ci limitiamo a "convivere" solo i weekend (ovvero i giorni in cui lui è a casa). 
 

se stai bene con un ragazzo e state insieme da tanto tempo perchè non fare questo passo?

 

Noi, da coppia chiusa mai ci sogneremmo comunque di andare a convivere . Non lo vediamo neppure come un "passo" da evitare, poichè se usi il termine "passo" stai già dandogli un'importanza nella scala delle cose da fare che per noi non ha .

 

Fortunatamente lavoriamo e quindi possiamo mantenerci in due case distinte, ci vediamo quasi tutti i giorni ma manteniamo semplicemente la "sacralità dello spazio maschile" . In una coppia eterosessuale la distribuzione degli spazi personali è quasi sempre diversa, e ognuno può ritagliarsi il proprio rifugio silenzioso . Due maschi che magari hanno anche degli hobbies diversi, o magari uguali ma con approcci differenti, come fanno ? A turno ? reprimono gli interessi ? o lottano per il territorio ? "You shall not pass" ?

 

Ribadisco, questa è la nostra condizione : conosciamo coppie come noi allo stesso modo di coppie che convivono e che sono felicissime . Sono semplicemente realtà che esistono, e la convivenza non è la stretta conseguenza della "coppia perfetta" allo stesso modo in cui si è discusso molto sul fatto che la coppia chiusa non è per forza il simbolo della coppia perfetta .

@GhostHunter77

 

ma voi abitate a 9 km perchè uno dei due ha preso casa vicino all'altro (e dunque è una forma di vicinanza voluta anche se non convivete e a bisogno o desiderio vi potete vedere subito) o è un caso: abitavate già a 9 km quando avete iniziato la vostra relazione ?

 

io abitavo a 35 km da mio marito quando lo conobbi e mi spostai dopo pochi mesi a 1.5 km da lui e poi dopo tanto abitiamo assieme.

 

per me se si convive dipende di più se si vive bene da soli o se si ha bisogno della presenza dell'altro che dalla qualità della relazione stessa.

Edited by marco7

Ciao Marco7, il mio ragazzo cercava casa da solo - prima viveva con i suoi- e l'ha trovata lì per diverse scelte, tra cui la vicinanza con me e l'allontanamento dalla città, che era tra i requisiti .

Prima abitavamo ancora più vicini poichè eravamo entrambi in città in 2 quartieri confinanti, poi mi trasferii io, ed in seguito lui .

Due maschi che magari hanno anche degli hobbies diversi, o magari uguali ma con approcci differenti, come fanno ? A turno ? reprimono gli interessi ? o lottano per il territorio ? "You shall not pass" ?.

premessa: NON siamo la coppia perfetta da mulino bianco (o fucsia che dir si voglia), anzi!

cmq, i primi tempi di convivenza c'è stata una lotta manco tanto sotterranea per il territorio / gli spazi vitali reciproci.

 

Epperò nonostante ste tensioni (manco tanto leggere) a nessuno dei due è mai passato per la mente di andarsene.

Su alcune cose ha ceduto lui, su altre io, chè ognuno di noi aveva le sue abitudini e i suoi schemi mentali che ha dovuto superare; alla fine ci siamo adattati l'uno all'altro, e va benissimo così

Diciamo che vista la poca distanza che ci separa, è un "appartamento grande con strada in mezzo" :P

ok, ma, per andare sul concreto, lui ha le chiavi di casa tua e tu quelle di casa sua?

o cercate di tutelarvi un minimo sindacale di privacy?

 

[ma quanto me sento portinara impicciona stamattina??]

La chiave di riserva l'uno dell'altro ce l'abbiamo, mentre per la privacy che cosa intendi ?

beh, conosco gente che non dà la chiave di casa al partner perchè almeno non può intrufolarvicisi in sua assenza e ficcare il naso nelle cose sue.

 

Atteggiamento un po' paranoico e molto triste, secondo me:

insomma, se stai con qualcuno, un minimo ti fiderai di lui/lei, o no?

@freedog

 

forse non vogliono che il partner non guardi nel pc in gayromeo nei messaggi scambiati.

 

se stai in una relazione non vedo sti problemi a dare la chiave al partner. a chi la devi dare altrimenti ? ai colleghi d'ufficio ? mah.

Edited by marco7

@freedog

 

forse non vogliono che il partner non guardi nel pc in gayromeo nei messaggi scambiati.

 

se stai in una relazione non vedo sti problemi a dare la chiave al partner. a chi la devi dare altrimenti ? ai colleghi d'ufficio ? mah.

beh, non sono certo io a poterti rispondere a sta domanda!

cmq, c'è anche chi si comporta così.

 

Di mio, mi limito a prenderne atto e stop

Beh a parte i casi estremi, i gay sono un po' degli

"animali territoriali"

 

Per casi estremi intendo quelli che hanno paura delle

sbirciate del partner nel PC

 

O quelli che non convivono perché velati o mezzi dichiarati

etc ( altro discorso perché c'è una ragione politica )

Io penso che una delle cose più belle del vivere in coppia è poter decidere insieme come vivere la coppia stessa, tenendo conto di bisogni e desideri di entrambi, lasciando perdere le aspettative di famiglie o amici e evitando il condizionamento della società.

Vale per il lavoro, la convivenza, ma anche gestione degli hobby, fedeltà e tanto tanto altro... c'è tutto un mondo di cose da decidere insieme e ciò che in una coppia funziona non funzionerà per un'altra.

Mi piace vedere la vita di coppia come un percorso orizzontale che dà spazio anche a prove ed errori, piuttosto che un percorso verticale fatto di gradini prestabiliti.

@ghosthunter non intendevo dire che la convivenza è un passo obbligatorio... ma un passo in una certa direzione nell' "orizzontalità del percorso" come ha detto @krad77 (quoto pienamente il suo intervento). Noi ad esempio questa lotta al territorio non l'abbiamo vissuta... e abitiamo in 30mq. Poi gli spazi personali si ridimensionano e comunque si trovano... oppure si condividono in fondo è il tuo partner!

Riguardo alle coppie aperte era un off topic, non intendevo giudicarle o dire quale è meglio... solo cercavo di inserire un ulteriore parametro (influente o meno) nella scelta della convivenza.

 

Non mi funzionano i tag e le quote ma pazienza.

Edited by Tarrou

 

 

c'è tutto un mondo di cose da decidere insieme
 

Ma da quando in qua le coppie hanno le esigenza di decidere?Credo che avvenga tutto in modo spontaneo...

 

@Ghosthunter77

Mi fa piacere che tu abbia raccontato qualcosa di personale :), ma c'è una motivazione di fondo (non voler formalizzare la coppia per renderla pubblica o altro...) o è una scelta serena?

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