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Lo sfogo del giornalista Luis Pabon


NewComer

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AndrejMolov89

Mah, nella mia limitata esperienza quindi non estendibile, tutti coloro che si lamentano di una presunta superficialità del mondo gay sono sempre stati coloro i quali mi hanno abbandonato per qualsiasi difetto fisico. Non c'è mai stata una grande empatia, e altro e ancor oggi mi diverto a sentirli "mi ha reso così questo mondo così superficiale". Io mi dichiaro come appartenente ad una comunità gay e sono totalmente al di là dello stereotipo che viene esplicitato.
Il problema non è la mancanza di serietà dei gay, bisex et affini, ma l'assoluta pretesa che il proprio compagno sia perfetto ed esente di difetti. Il minority stress può essere collegato alla ricerca di un ideale protettivo che non si avrà mai. Quindi le persone che cercano una relazione seria vogliono che il proprio compagno sia: bello, sensibile, forte eccetera. E' qui il nucleo centrale della questione, si pressuppone ovvero la continua ricerca di un ideale che a lungo andare rende soli. C'è gente in questo forum, ascrivibile al gruppo dei moralizzatori di sta minchia che ha rifiutato persone per la lunghezza del pene o per altre amenità, non ha mai forse pensato che in virtù di quella selezione idiota lui possa essere considerato un gay/bisex superficiale? Io sono stato fanculizzato per le smagliature post anoressia, e c'era gente che aveva poca pazienza con le mie tare mentali che fino a 3-4 anni fa erano esponenziali. C'è un implicito disgusto della debolezza e del difetto, per idealizzare un porto sicuro che allo stato attuale nel mondo gay non è realizzabile. Perché tutti siamo stati forgiati a suon di repressione, e raramente c'è una persona che si è scoperta facilmente senza problemi. Io sono una rarità in questo senso, ma il senso della mia frustrazione passata, legata al mio aspetto fisico, a tutto ciò che mi riguarda è stata instillata dagli stessi gay che fanno discorsi su quanto il mondo gay sia superficiale. Per questo rifiuto in toto questa critica, questa separazione salvifica che certe persone fanno, rifiutando a priori di essere carnefici e affermare il loro statuto di vittima delle circostanze. Io lo rifiuto perché manca la coerenza e l'onestà di vedersi come umani, con pregi, difetti, torti e COLPE.

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Mancava la teoria degli ipotetici gusti superficiali e perfettini del giornalista xD! Il tuo discorso si che mi sembra ipocrita, e abbastanza. La ricerca di un partner non è una raccolta di alimenti né la Caritas quindi non mi pare ci sia un bel nulla da criminare se caio non vuole il tipo grassoccio o il noioso o quello che ha mille problemi. La superficialità riguarda su come ti relazioni alle persone e gestisci le relazioni, non certo sul tuo SANTO diritto di decidere chi ti piace e chi no.  

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AndrejMolov89

Io parlo proprio di questioni a monte, ilromantico, le relazioni vengono prese come "quel che capita" non ci si impegna e si attende l'occasione migliore di vedere realizzato il proprio ideale. Quante persone usano le altre come ripieghi? Quante persone vogliono una relazione solo tanto per? Per poi inevitabilmente interromperla per seguire chimere di perfezione? Non sto dicendo che selezionare le persone sia sbagliato, ma non voglio assolutamente che si parli di superficialità quando la selezione si basa univocamente su caratteristiche fisiche della persona. Questa è ipocrisia, questa è ciò che mi manda in bestia, perché non ci si può lamentare se si viene selezionati per il proprio aspetto fisico, se si fa sistematicamente questa cosa: ne perdi il diritto.

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privateuniverse

Se una giornalista avesse scritto che non vuole più essere etero

perché i maschi pensano solo a bere birra, cercano solo donne con le tette grosse e banalità simili

ci saremmo semplicemente dati di gomito dicendo: "Qualche acidella ha bisogno di cazzo, eh?"

 

No, tu ti saresti sempicemente dato di gomito con qualcuno dei tuoi pari dicendo cose simili. Perché, alla fine, sempre su questo vai a parare.

 

A parte che, magari, il tizio in questione non avrebbe problemi ad avere rapporti occasionali, se lo volesse; e, magari, ne ha, quando gli prendono le voglie. Se non si hanno gusti troppo difficili le occasioni si trovano facilmente.

 

Anche fra gli etero ci sono sia gli uomini, sia le donne che si stufano di cercare un partner perché si stancano di incappare sempre negli stessi errori.

 

Però ci sono dei dati di fatto contro cui, inevitabilmente, si cozza. Probabilmente, se si prende un campione di gay mediamente rappresentativo, si scopre che le frustrazioni derivanti dalle dinamiche degli incontri siano state provate dalla maggioranza, che soltanto una minoranza abbia avuto, o abbia, relazioni stabili, che una buona percentuale, se non la maggior parte, defininirebbe non soddisfacente, in restrospettiva, la propria vita affettiva e si sia stancata di incontrare e che un'alta percentuale dei gay sopra i quarant'anni sia priva di relazioni o non incontri più nessuno: tutte cose che, nell'articolo, sono rilevate.

 

Poi potete dare addosso a chi queste cose le rileva, con astio oppure no, con tutte le contumelie che volete, e di cui in questa discussione c'è un ampio repertorio: che uno è sfigato, che è una chiavica, che ha bisogno di cazzo etc. etc., magari vantandovi (come fai tu, sempre) per il fatto che a voi le cose sono andate diversamente; ma temo che il dato di fatto esista e non possa essere cancellato semplicemente esorcizzandolo.

 

A quel punto si tratta di capire come mai le cose stanno così.

Edited by privateuniverse
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Ma se fosse vero che questo è un problema sentito da una significativa porzione della popolazione gay, rimarrebbe la domanda... Se ci sono tutti questi gay che vogliono una relazione stabile, come mai "trovano" solo gente interessata al sesso, o con cui comunque non riescono a realizzare quest'ambizione?

 

Le opzioni sono solo tre, eh.

O questa è una lamentela di una minoranza non importante della popolazione gay.

O quelli che vogliono la relazione seria non riescono a trovarsi (o perché si tirano fuori dalla comunità gay o perché si snobbano tra loro) e finiscono tutti per dare la caccia a quelli non interessati a una relazione.

O infine quelli che vogliono la relazione seria sono gli stessi stronzi che poi non riescono a costruirla.

 

Scegliete una posizione, e poi ne possiam discutere.

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AndrejMolov89

Privateuniverse, penso che io abbia attraversato la fase della depressione per mancanze di legami più di ogni altro. Non sono bello, né brillo in fatto di sanità mentale e ho diversi problemi famigliare che mi hanno reso appetibile quanto un tumore alla prostata. Ho sofferto innumerevoli frustrazioni, ma ho imparato a non vedermi più come una vittima innocente. Io sono stato anche carnefice, questo mi ha permesso di maturare molto più che dire che sono gli altri gay ad essere superficiali e io l'unica isola felice di moralità.
Io sono stato sia vittima che carnefice, questa consapevolezza mi ha permesso di cercare le soluzioni più rispettose per agire nel meglio delle mie possibilità. Io non considero gli altri gay come oche superficiali incapaci di avere una relazione stabile, li vedo nella loro dimensione umana, e soprattutto nel desiderio atavico di non rimanere soli. Io vedo molta ansia, vedo una non chiara consapevolezza d'azione nella maggior parte dei casi, e vedo soprattutto che il problema sostanziale sono i modi artificiosi con cui ci contattiamo e conosciamo. Siamo costretti per necessità a vederci come prodotti all'interno di un supermercato, oppure, ad andare in riserve per conoscere, questo è il problema a monte, non una presunta e superficialità della comunità gay.

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tutti coloro che si lamentano di una presunta superficialità del mondo gay sono sempre stati coloro i quali mi hanno abbandonato per qualsiasi difetto fisico

 

Renditi conto che il tuo discorso è basato sullo stesso identico ragionamento che tu e gli altri state rimproverando a Pabon: cambia solo il destinatario della critica.

 

Nel caso di Pabon i gay superficiali e festaioli lo sfanculano e quindi lui, stando a voi, se la prende con la comunità intera per prendersela con loro. Tu invece sei stato sfanculato da gay che cercavano relazione, e da ciò ne deduci che tutti i gay che cercano relazione (o la gran parte) siano stronzi.

Cioè, non è circa la stessa cosa, è proprio la stessa cosa, una fotocopia.

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Beh io noto che c'é una differenza abissale tra il tuo intervento, @privateuniverse, che contiene significativi elementi di "critica" e l'imbarazzante lettera di pabon. Imbarazzante perché veramente presenta profonditá da 13enne idiota, luoghi comuni, pretese ridicole, nessuna critica "sociale".

 

La cosa che veramente mi domando é: ma chi cazzo ha pensato di pubblcargliela?

Edited by Demò
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Però ci sono dei dati di fatto contro cui, inevitabilmente, si cozza. Probabilmente, se si prende un campione di gay mediamente rappresentativo, si scopre che le frustrazioni derivanti dalle dinamiche degli incontri siano state provate dalla maggioranza, che soltanto una minoranza abbia avuto, o abbia, relazioni stabili, che una buona percentuale, se non la maggior parte, defininirebbe non soddisfacente, in restrospettiva, la propria vita affettiva e si sia stancata di incontrare e che un'alta percentuale dei gay sopra i quarant'anni sia priva di relazioni o non incontri più nessuno: tutte cose che, nell'articolo, sono rilevate.

 

D'accordissimo. Ed è anche per questo che mi viene difficile simpatizzare con le posizioni in difesa dell'onorabilità del popolo gay qui ampiamente rappresentate: un conto è dire un sacrosanto "io, non sono così, molti non sono così quindi è sbagliato prendersela con tutti a prescindere", su questo concordo, un conto è però dire "il problema di fondo non esiste, è solo lui che è uno sfigato, e come lui tutti quelli che hanno questa opinione", perchè questo va contro alle cose che chiunque osserva se guarda al mondo gay.

 

Io ripeto per l'ennesima volta: se è vero, come tanti di voi hanno detto, che di gay con opinioni simili a Pabon ce ne sono moltissimi (Sampei arriva a dire che in Italia sarebbero addirittura la maggioranza), possibile che siano tutti degli sfigati con problemi sociali/relazionali/mentali?

A me sembra ben più verosimile che, se molti gay sperimentano lo stesso problema e traggono da esso conclusioni simili, un che di oggettivo, in fondo, ci sia.

 

Alla fin fine secondo me il punto è questo: nel mondo gay ci sono delle dinamiche di base peculiari, alcuni ci si trovano a proprio agio, altri a disagio.

Il trovarsi a bene o male dipende dal carattere e dal vissuto probabilmente, da quanto queste caratteristiche personali sono in assonanza o in dissonanza con "la norma": ma non si può di certo dare del menomato ad una persona solo perchè, suo malgrado e per suo carattere, con la norma si trova a disagio e quindi se ne lamenta.

Edited by NewComer
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AndrejMolov89

Sì, perché ho una base molto forte di frustrazioni che ricordo a vita su cui basarmi. Puntualmente coloro i quali fanno discorsi del genere, sono anche coloro che ho aggiunto nella mia lunga lista nera di persone che ODIO. Io ho una relazione stabile da due anni e mezzo quasi, e fortunatamente l'ho trovata nel momento in cui ho rinunciato totalmente all'idea di vivere in funzione di una relazione. Straordinariamente ho trovato più rispetto nelle persone che cercavano una trombamicizia, è questo il punto che non riesco a spiegarmi in tutta franchezza. Io non me la prendo con chi è onesto con sé stesso, ma me la prendo con coloro i quali non fanno un minimo di autocritica e si autocommiserano, è un atteggiamento che odio, nel senso che io stesso l'ho vissuto e mi ha danneggiato molto, sia quando ero anoressico che mi vedevo vittima del mio contesto, sia durante la mia ricerca della relazione. Auto-commiserarsi, accusare gli altri, sono atteggiamenti deleteri che se non conducono alla conoscenza di sé stessi e la trasformazione di sé come una vittima ad una persona responsabile, portano a chiudersi in un mondo che di fatto nega l'individualità, che nega qualsivoglia possibilità di evolversi.
Io ho avuto esperienze tremendamente negative, pensa che uno per scaricarmi ha finto di avere l'hiv (un altro di aver ricevuto una perdita recente), e altri mi hanno fatto capire che non volevano più vedermi semplicemente non rispondendomi (dopo un mese e due di frequentazione), sono cose che mi hanno profondamente umiliato, ma non posso negare di essermi comportato da stronzo anche io, ho lasciato ragazzi per paura della mia famiglia per seguire le mie ansie, fuggivo dall'idea dall'impegno di una relazione per seguire l'idea di una persona instabile che mi sono fatto di me. Io riconosco che nella mia non intenzionalità, talune volte, ho causato danni ad altre persone, sofferenze evitabili, così come credo gli altri abbiano fatto a me.

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Le opzioni sono solo tre, eh. O questa è una lamentela di una minoranza non importante della popolazione gay. O quelli che vogliono la relazione seria non riescono a trovarsi (o perché si tirano fuori dalla comunità gay o perché si snobbano tra loro) e finiscono tutti per dare la caccia a quelli non interessati a una relazione. O infine quelli che vogliono la relazione seria sono gli stessi stronzi che poi non riescono a costruirla.  

 

Io opto per la minoranza, ma una minoranza estremamente rumorosa (almeno nel mondo virtuale).

 

Interessante, più che altro perchè detto da un convinto attivista del nostro "sindacato nazionale", il fatto che se un gruppo è una minoranza allora è irrilevante. Interessante per due motivi: 1) perchè se volete prendervi l'onere di rappresentare i gay, allora li dovete rappresentare TUTTI, non solo un parte, ancorchè maggioritaria; 2) perchè se diamo per buono che le minoranze non contano, essendo i gay una minoranza della popolazione, daremmo una implicita giustificazione all'indifferenza delle istituzioni. 

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Ma, boh, questo proporsi di volere una relazione seria, quanto é fondato? Raggiungere una seria amicizia con qualcuno, complicitá, intimitá per alleviare il senso di solitudine che viviamo in molti...sono tutte cose che vengono prima e non necessariamente in funzione di una relazione seria, come si pretende di bypassarle? Son cose che richiedono tempo, occasioni e voglia, ce li avete?

 

Come si fa a scaricare le proprie frustrazioni su un "fuori" indistinto, come si può fare una critica morale senza dirigerla contro qualcuno specificamente individuato? Sa di scaricabarile

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Raggiungere una seria amicizia con qualcuno, complicitá, intimitá per alleviare il senso di solitudine che viviamo in molti...sono tutte cose che vengono prima e non necessariamente in funzione di una relazione seria, come si pretende di bypassarle? Son cose che richiedono tempo, occasioni e voglia, ce li avete?

 

Questa domanda sta in piedi solo se si da per scontato che un gay che cerca la relazione necessariamente non abbia solide amicizie. Peccato che non sia così XD

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privateuniverse

vedo soprattutto che il problema sostanziale sono i modi artificiosi con cui ci contattiamo e conosciamo. Siamo costretti per necessità a vederci come prodotti all'interno di un supermercato, oppure, ad andare in riserve per conoscere, questo è il problema a monte, non una presunta e superficialità della comunità gay.

 

Secondo me sono vere entrambe le cose.

 

L'importante è andare al di là della filippica, soprattutto quando è dettata dalla frustrazione, e cercare di essere obiettivi. Fra l'altro, non tutti coloro che dichiarano di volere una relazione si comportano in maniera coerente con le loro intenzioni dichiarate; allo stesso modo in cui non tutti coloro che ti dicono di volerti bene (familiari, parenti, amici, amanti etc.) si comportano di conseguenza.

 

Secondo me è anche importante uscire dalla prospettiva individuale, cioè ridurre tutto all'incapacità del singolo.

 

Pensiamo alla questione della disoccupazione. Immaginiamo che si presenti una persona che si lamenti di non riuscire a trovare un lavoro all'altezza delle sue aspettative, e che questa persona giunga alla conclusione che il sistema economico nel quale viviamo è organizzato in modo da creare, in una certa misura, disoccupazione strutturale (che è la tesi di Marx, per esempio).

 

Le obiezioni non possono essere soltanto "si vede che non hai voglia di lavorare, perché io un lavoro ben retribuito ce l'ho", oppure "non hai cercato abbastanza bene",  "non hai cercato nei posti giusti", "trasferisciti altrove", "accontentati di guadagnare di meno o di un lavoro poco qualificato", "parli così perché sei disoccupato"; non se il tasso di disoccupazione è, che so, il dieci per cento invece dello zero virgola uno.

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Tutto.

Quando leggo l'opzione "relazione" nel cosa cerchi delle chat, resto stranito.

Centra tutto perchè davvero non capisco cosa intendi con relazione, é un termine generico che si presta a fraintendimenti.

Vuoi uno con cui sposarti?

O uno con cui uscire a vedere un film quando non fate sesso?

Vuoi il fidanzatino d'america coi boccoli d'oro?

Perché davvero questo programmare a tavolino la relazione, qualsiasi cosa sia per te, mi sconvolge.

Come mi sconvolge che tu non percepisca il senso di gradualitá che esprimevo nell'altro messaggio.

Pare esista solo la ricerca della "relazione" e non i molti gradi che esistono prima o i molti possibili modi in cui può esistere la relazione.

 

Perché allora la ricerca mi ricorda quegli incontri tra single di mezz'etá dei film americani in cui i maschi cambiano posto a tempo per presentarsi a tutte le donne presenti....

 

Dico, siamo anche maschi oltre che gay, si dice che non distinguiamo amicizia da attrazione, ma allora perché separiamo tanto amicizia da relazione? Da qualcosa bisogna pure iniziare per avere la "serietá"

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LO spunto Di privateumiverse Sulla dis occupations secondo me calza a pennello, Anche se io la penso esattamente al contrario. Cosi' come penso che chi vuole una persona con determinate caratteristiche e non la trova, deve fare un esamino su se stesso e probabilmente lavorare su s stesso invece che dare la colpa agli altri che non lo vogliono, cosi' e' anche nel mondo del lavoro.

Io non conosco NESSUNO, e ripeto nessuno, che, avendo tutte le carte in regola professionalmente parlando, sia finito a fare un lavoro ad un livello bassissimo rispetto Alle sue aspettative. O addirittura disoccupato.

Invece, cosi' come nel mondo lavorativo, se non hai molto da offrire in campo relazionale, e' meglio che ti accontenti Di quello che ti puoi permettere.

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Il tasso più alto di coppie gay conviventi si registra laddove

esiste un riconoscimento da più tempo

 

Francia 133,1 coppie gay conviventi su 100.000 abitanti

Spagna 117

Inghilterra 99

 

Italia 12,6

 

Ma l'Italia è anche il paese dove anche esiste meno "scena gay"

meno "associazionismo" politico etc

 

NB so che non è esattamente la stessa cosa, coppie e coppie conviventi, ma è un dato

comparativo che può essere usato in assenza di meglio

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Interessante, più che altro perchè detto da un convinto attivista del nostro "sindacato nazionale", il fatto che se un gruppo è una minoranza allora è irrilevante. Interessante per due motivi: 1) perchè se volete prendervi l'onere di rappresentare i gay, allora li dovete rappresentare TUTTI, non solo un parte, ancorchè maggioritaria; 2) perchè se diamo per buono che le minoranze non contano, essendo i gay una minoranza della popolazione, daremmo una implicita giustificazione all'indifferenza delle istituzioni. 

Oh, ma ogni scusa è buona per lamentarsi della comunità? "Minoranza non importante" era da intendersi in senso quantitativo.

Detto questo piantiamola di fare discorsi approssimativi. Non esiste alcun problema di rappresentanza, altrimenti il matrimonio gay non sarebbe una delle battaglie del movimento LGBT.

 

Visto che proponi il paragone con comunità gay vs società portiamolo fino in fondo. Se un ragazzino gay scrivesse uno sfogo simile a quello del sig. Pabon, in cui lamenta che gli etero non lo vogliono, che cosa gli risponderesti? Che ha ragione, in effetti il fatto che gli etero non corrano dietro agli uomini è un problema?

Ti rendi conto di quanto è aggressivo condannare le scelte di vita degli altri in base a un criterio puramente egoistico che è "Non scelgono quello che renderebbe felice me?"

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Perché davvero questo programmare a tavolino la relazione, qualsiasi cosa sia per te, mi sconvolge.

 

 

Sì. Oltre a essere una cosa "weird", tipo quelli che si comprano le mogli dalla Russia, è anche poco funzionale. Perché non funziona così. Anche se ci fosse la possibilità di conoscere un ragazzo perfetto non funzionebbe. Non ci si innamora con modalità da fast food.

Per il resto penso un po' come Greed, un po' come Privateuniverse.

Alla fine è troppo facile dare delle colpe (al gay che non riesce a conoscere, alla comunità gay) specialmente considerando la mentalità assurda dell' "ottiene qualcosa chi si impegna e lo merita", che è lontana dal mondo reale.

Quando conoscevo gente nei siti preferivo proprio quelli seri che "non trovo mai un ragazzo serio", erano i più deludenti, i primi a scartare e snobbare gli altri.

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Il minority stress può essere collegato alla ricerca di un ideale protettivo che non si avrà mai. Quindi le persone che cercano una relazione seria vogliono che il proprio compagno sia: bello, sensibile, forte eccetera. E' qui il nucleo centrale della questione, si presuppone ovvero la continua ricerca di un ideale che a lungo andare rende soli.

 

Mi sembra una riflessione molto saggia :)

Se ripenso al periodo in cui da gay ero più vivace...bah, non credo di aver subito meschinità, o di aver assistito a comportamenti particolarmente autodistruttivi.

Qualche volta anzi ne sono stato l'artefice, ma in generale non mi pare di esser stato trattato peggio di come son stati trattati/e amici/amiche etero dai rispettivi partner.

 

 

1) perché se volete prendervi l'onere di rappresentare i gay, allora li dovete rappresentare TUTTI, non solo un parte, ancorché maggioritaria;

 

occorrerebbe pensare per un momento al significato del termine rappresentanza...come pretendi si possa rappresentare qualcuno che nemmeno si conosce?

O, all'inverso, perché dovrei assumermi l'onere di rappresentare qualcuno che la pensa diversamente da me? Mi par chiaro che non c'è nessun mandato elettivo quando la politica la si fa sulla scorta del genere e dell'orientamento sessuale. Quando qualcosa cresce spontaneamente, è un po' sciocco lamentarsi che non somigli a quel che a noi piacerebbe :D

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AndrejMolov89

Bull, la questione è molto complicata. Per esempio, bisogna che sia contestualizzata. Tu valuti dall'occhio di un americano in cui la meritocrazia permette di stabilire un equazione tra impegno individuale e succcesso, qua in Italia la questione è diversa, perché l'impegno non comporta l'elevazione in maniera rilevante: non è necessario impegnarsi per ottenere una determinata posizione di "successo", ma è anche vero, che l'impegno non necessariamente ti porta al successo.
Partiamo dal concetto prima da Privateuniverse: attualmente abbiamo una comunità gay non coesa, anzi, sarebbe più opportuno parlare di individui dell'insieme gay, non esiste un gruppo coeso di persone gay, esistono individui.
Ora la mancanza di strutture al di sopra dell'insieme di individui conduce a mio dire ad un isolamento e soprattutto l'assenza di un riconoscimento all'interno di una struttura: nel mondo gay italiano si è soli. La solitudine unita a determinate dinamiche sociali induce ad altri aspetti di non secondaria importanza: necessità di nascondersi, e impossibilità di riconoscersi come tali senza dei mezzi. Ora se sei gay la prima cosa è incontrare altre persone, ma non hai un tessuto sociale ben definito come può essere la scuola, l'università, il lavoro eccetera, hai semplicemente la possibilità di frequentare singole individualità. Il primo mezzo con cui si ha confidenza è internet: internet mercifica i corpi. Io sono Copperbelt89, alto 170 metri, corportatura normale, cazzo: taglia Over ninethousand. I siti di incontri hanno la specifica funzione reale di permettere di sapere che XY è gay, che è della tua zona: non dà alcuna garanzia su cosa potrebbe derivare dall'incontro. Il primo grande fraintendimento della funzione dei siti è che ti conducano necessariamente ad una relazione, quindi ogni contatto ti crea aspettative irrealizzabili: incontri una persona sconosciuta, in un contesto totalmente avulso da quotidianità e spontaneità (un incontro decontestualizzato al bar), che ha probabilità di non avere successo per quanto concerne il tuo fine. Tecnicamente l'impegno in campo amoroso, nella ricerca, è usare la legge dei grandi numeri per trovare la botta di culo. Io ho incontrato il mio ragazzo in ambiente che aveva contesto, tramite il quale ci siamo conosciuti senza avere programmato un incontro, questo è stata una differenza sostanziale rispetto ai modi con cui incontravo prima del 2011, ed è stata una botta di culo comunque. All'interno di questa marea di individualità che si conoscono in ambienti decontestualizzati, si creano inevitabilmente dei problemi sistematici e strutturali dati dalle aspettative che ci si crea da un incontro, dall'ideale di perfezione che si ha preconcetto nella speranza di trovare un porto sicuro, questo induce una serie di aspettative e delusioni, e soprattutto comportamenti del tutto "inumani", nel senso che si è portati a non dare importanza alla persona che si è conosciuta a caso.
Ora i problemi strutturali non sono nel gay in quanto tale, bensì nei mezzi che si ha per conoscere altri nostri simili, e dall'assenza di contesti in cui gli incontri avvengono in seno ad una narrazione "più alta", nel senso che ci si trova in dinamiche emergenti di livello più alto (spero di essere stato chiaro). Anche i bar gay presentano le stesse dinamiche, perché sono ambienti decontestualizzati di individualità separate.
Quando si parla di comunità gay italiana mi viene da sorridere: semplicemente non esiste o è talmente immatura da vergognarsi di definirsi come tale. Secondo me una persona in italia non può dire: voglio uscire dalla comunità gay, perché non si può uscire da qualcosa che di fatto non esiste.
Per quanto concerne le lamentele, si è impiegati a dare la colpa ad una comunità che non è una comunità, senza riflettere sul fatto che non esistano dei mezzi pertinenti per costruire delle narrazioni condivise in cui inserirsi e partecipare. La perniciosità dei ragionamenti come quelli del giornalista sta in questo fatto, perché non fa riflettere gli individui sulla necessità di creare delle narrazioni condivise, ma di vivere atomizzati nella propria torre d'avorio. Se manca questo riconoscimento dei problemi strutturali di come si organizza attualmente la socialità gay, è necessario che vi sia questa situazione, ma questa situazione non è una condizione necessaria dell'essere gay, quanto una condizione necessaria che deriva dai singoli individui che non riflettono realmente su quale sia il problema, attribuendo ad una massa informe di individui le responsabilità. Scusate la sega mentale :D

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Greed, sono d'accordo con quello che che scrivi. Pero' il tipo che ha scritto quel l'articolo ( non riesco a definitely scrittore, Anche se si auto definisce, fra le altre cose, anche uno scrittore) vive in una metropoli americana. Tutto l'articolo e' un piagnisteo contro gli altri, senza un minimo Di autocritica. Non tutti I gay si buttano, Alle prime esperienze, in un mondo fatto di droghe, feste, orgie, etc, etc. questo lo ha fatto, ci ha sguazzato per ben 7 anni, e adesso piange perche' e' incompreso e deluso da tutta questa superficialita' dei gay.

In un post qui sul forum ho letto lo sfogo Di un ragazzo che si lamentava che dopo 3 mesi veniva sempre mollato, e dava la colpa ai gays che non si vogliono impegnare seriamente. Quando uno gli ha fatto notare che forse era anche un po' colpa sua, la rispost,a e' stata: ah no, io sono perfetto, sono gli altri che sono superficiali. Ecco, l'accozzaglia Di parole del Pabon sono la stessa cosa.

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Straordinariamente ho trovato più rispetto nelle persone che cercavano una trombamicizia, è questo il punto che non riesco a spiegarmi in tutta franchezza.

 

lo dico stile battuta, vedendo che molti altri condividono la medesima esperienza: le persone più serie in chat sono indiscutibilmente quelle che mettono culi e cazzi in bella mostra e che dichiarano apertamente l'intento di trombare, piuttosto che quelli che dicono di cercare la relazione l'amore etc.

questi sono spesso oggettivamente degli stronzi, o almeno si comportano come tali: credono che il loro "cercare il fidanzato" li metta in una situazione di superiorità morale, e quindi finiscono per snobbare e mal giudicare chi ha obiettivi più concreti e terra-terra... poi si lamentano del materialismo dell'universo, urlano che non trovano nessuno, sproloquiano sulla stronzaggine del mondo gay (che indubbiamente c'è, ma è anche la loro) e sono del tutto incapaci di vedere che le situazioni si costruiscono dal basso, piano piano, e che un buon punto di partenza può essere ANCHE il rapporto occasionale

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Beh, la trombamicizia è evidentemente l'atteggiamento più sano:

un uomo adulto che cerca un altro uomo adulto per fare sesso

senza pretendere né l'anonimato né un impegno preventivo.

 

E' un atteggiamento sano, ma piuttosto raro.

Da un lato ci sono persone spaventate dall'outing,

dall'altro ci sono persone che hanno bisogno davvero di una relazione.

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Leggendo le risposte a questo topic mi sono chiesto se veramente chi scrive certe cose abbia davvero la ben che minima idea di cosa significhi costruire una relazione.

Tutti e quando dico tutti intendo TUTTI(è chiaro il concetto?:-))possono AVERE una storia ma quanti hanno la capacità/voglia di COSTRUIRE un rapporto?

L'intervento con il quale mi trovo maggiormente d'accordo è quello di @Demò,sembra che tutti vogliano 'sta relazione ad ogni costo,senza passare dalla sua costruzione,dalla conoscenza profonda,dalla condivisione di ideali,dalla complicità,dalla reciproca comprensione e sostegno...

No,questa relazione di coppia quando arriva deve essere già bella e infiocchetta e per carità che non ci siano intoppi strada facendo!!

Questa cosa vale anche per gli etero ma questo non è che mi consoli più di tanto,anzi il detto mal comune mezzo gaudio per me,in questo caso non esiste...ma almeno non facciamo passare il messaggio che sia un problema solo gayo.

 

Che nel nostro ambiente ci siano difficoltà di coesione è indiscutibile,penso al ragazzo effeminato che viene deriso dagli etero e che cercando solidarietà nel suo ambiente,invece di comprensione magari trova chi lo chiama checca o sfranta..

Penso a chi cerca di provare a migliorare la nostra situazione attraverso l'attivismo e poi si sente dire che il suo modo di agire è causa della condizione in cui ancora versiamo in Italia...ma si sa,molto meglio criticare che cercare di far meglio..

I gay parlano sempre di sesso e sono patetici??..invece un gruppo di ragazzi etero quando si ritrova parla solo di arte e cultura!!Suvvia @Ilromantico,non diciamo baggianate.

@privateuniverse,io quest'anno sono entrato negli"anta",non ho smesso di cercare,anzi!

Il problema è che i quarantenni delusi mi stanno sulle palle,sono disposti a sacrificarsi per una trombamicizia o per un rapporto occasionale veloce,ma se poi io gli dico -Ehi amico io non cerco sesso,ti va una pizza sabato sera?Magari poi ci facciamo un giro e facciamo 4 chiacchiere!-..dovresti vedere la loro espressione,manco gli avessi chiesto di accatastare legna per il weekend!!

La colpa non è da imputare alla comunità ma al quarantenne senza più voglia di mettersi in gioco.

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@Gilbert, i gusti personali non sono una colpa

ma probabilmente - e la cosa credo valga anche per @privateuniverse

e per qualche altro forumista che non citerò - il tuo "problema" è che ti piacciono coetanei.

Probabilmente ti piacessero i venticinquenni saresti già sposato in Canada.

 

Se domani - Dio non voglia - mi ritrovassi single

avrei davvero paura a confrontarmi con un coetaneo.

Un po' perché ci farei una figura magrissima (ma questo vale per me),

un po' perchè dopo i trentacinque si diventa un po' troppo "rigidini"

e mi sembrerebbe davvero difficile trovare l'incastro giusto.

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@Almadel

Beh,non sono cosi rigido :-)

Non è che preferisco i coetanei,mi sento più a mio agio forse,il problema sta nella testa delle persone non nell'età.Mi basterebbe incontrare qualcuno che nonostante i tormenti abbia ancora voglia di sorridere alla vita.Poi sicuramente ho pure io le mie tare ma di sicuro non penso che se non sono fidanzato è colpa della comunità gay.Fino a prova contraria abbiamo tutti un cervello che dovrebbe funzionare indipendentemente dalla sessualità del proprietario ;-)

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