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Lo sfogo del giornalista Luis Pabon


NewComer

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privateuniverse

Scusate la sega mentale :D

 

No, non è una sega mentale; è l'articolazione della tesi che prima avevi espresso più brevemente.

 

Io sono convinto che buona parte dei problemi dipendano dalla situazione che descrivi tu. Ho amici e conoscenti etero, sia uomini sia donne, che si sono ritrovati, intorno ai quarant'anni, divorziati, separati, scoppiati dopo convivenze o sfidanzati dopo fidanzamenti lunghi a trovarsi nella necessità di cercare un partner.

 

Come hanno reagito? C'è chi ha tirato i remi in barca (un mio conoscente, incontrato un anno fa, mi disse "non sto cercando niente, voglio fare il single come te :D). Un mio collega, finita anche la relazione con convivenza iniziata dopo la fine del matrimonio (credo avesse conosciuto la sua nuova compagna a un corso di ballo, ottimo strumento per etero single), si è messo con una nostra collega. Un altro è stato due anni a digiuno, poi ha cominciato a fare le cose più varie: ogni tanto va per night e ha conosciuto qualche donna lì, si è iscritto a un sito di incontri e ha fatto altre conoscenze lì (con alterne vicende ma con esiti generalmente simili a quelli che abbiamo noi gay nei siti di incontri, quindi tanti buchi nell'acqua, molte donne, a suo dire, fuori di testa, qualche donna interessante con cui magari si è sfasciato tutto dopo un inizio promettente), ogni tanto va a Cuba o in Tailandia; una donna che ho conosciuto di recente (amica di un amico comune gay) qualche settimana fa ha conosciuto un tizio con cui sembra esserci qualcosa in gestazione. Un altro mio conoscente ci ha trovato la moglie, lui sfidanzato lei divorziata, e ora stanno insieme da anni e hanno anche dei figli.

 

Quali lezioni trarre da tutto questo? Chi deve usare gli stessi strumenti che spesso siamo costretti a usare noi va incontro, sostanzialmente, alle stesse frustrazioni e agli stessi fallimenti; ma non sempre, perché c'è anche chi ha più successo.

 

Quindi, se Tizio dicesse che i siti non funzionano e che le donne sono tutte stronze o fuori di testa, avrebbe ragione? No, o solo in parte, perché c'è anche chi ha avuto successo. Ma se qualcuno gli dicesse che è colpa sua, avrebbe ragione? In parte, conoscendolo, sì, ma non del tutto.

 

Le conclusioni, allora, sono ovvie. La ricerca (di una relazione, di storie, di sesso) non è ugualmente facile per tutti; nell'attuale contesto sociale, che esalta la massimizzazione del piacere, anche momentaneo, la ricerca della felicità, il consumo di cose e persone, e in cui è difficile per tutti strutturare la propria vita, anche per motivi oggettivi, che hanno a che fare con il contesto economico e sociale, forse è particolarmente difficile, per i gay come per tutti. Per i gay c'è un elemento di difficoltà in più, perché la gran parte di noi deve agire per conoscere altri gay, inserirsi in un contesto specifico, come dici tu; e, in questo contesto, non tutti, come osserva @NewComer, si muovono con lo stessa facilità.

 

Si possono osservare certe dinamiche facendo uno sforzo di obiettività, con gli altri e con sé stessi, senza dire "tutto va bene madama la marchesa" e senza crogiolarsi nell'astio; ma ci vuole tempo per arrivarci.

 

Personalmente Io non ci sono ancora arrivato del tutto; anche se, a differenza del tipo citato da @bullfighter3, in quelli che percepisco come miei insuccessi io mi rispecchio e mi chiedo in cosa ho sbagliato, che cos'avrei potuto fare diversamente: in altre parole, cosa quest'insuccesso mi riveli di me, non solo degli altri. Però qui si sta facendo un discorso generale: si può riflettere sul contenuto dell'articolo senza sentirsi direttamente chiamati in causa.

Edited by privateuniverse
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Pero' tu nei tuoi esempi parli Di ultraquarantenni, non Di 25enni ( non so esattamente quanti anni abbia, ma dalle poche informazioni e dalla foto presume non abbia 30 anni)come il tipo dell'articolo.

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Possiamo anche prescindere da questo articolo, anche perché per struttura argomenti, approccio, è il classico sfogo vittimistico

di un appartenente ad una  minoranza . Quindi non porta veri argomenti di discussione

 

Tuttavia se fossero veri i dati che io ho pubblicato, un rapporto di 1 a 10 nelle coppie conviventi in Italia, potrebbe esistere ugualmente

un problema italiano. Certo io per primo so che esistono coppie o relazioni più o meno stabili non conviventi che potrebbero in parte

compensare i numeri, ma è anche vero  che non si può escludere il fatto che laddove ne esistano più delle prime, ne  esistano più anche

delle seconde

 

Altre statistiche poi ci segnalano che se è vero che i fra giovani la situazione migliora, il miglioramento - almeno in Italia - non è quello

che desidereremmo ( ad esempio in passato io lo sottolineavo per il numero di persone che si dichiaravano gay all'ISTAT 3,2% fino a

35 anni rispetto a 2,7% 35-55 anni )

 

L'argomento sulla massimizzazione del piacere momentaneo, il rapporto consumistico con il  sesso e la vita in generale etc. non mi convince

Non mi convince - a livello intellettuale - perché mi sembra un "pasolinismo", cioè un moralismo di sinistra e non mi convince perché 'ste cose

si sentono dal 1975, le diceva un gay che andava a marchette e perché tra gay si dice anche che più si torna indietro più ci si schiaccia su un

modello di incontri solo sessuali

 

Qualcosa quindi non mi torna...al di là della mia diffidenza pregiudiziale, mi pare si vada a cozzare con una situazione in parte contraddittoria

( rispetto ad una storia ) e poi decontestualizzata rispetto alla specificità gay ed alla specificità italiana.

 
Mentre il fatto che i gay ed i gay italiani non riuscendo a vivere come tali nella Società, a testa alta, tendano a produrre tutta una serie
di discorsi-narrazioni-pensieri, su innamoramenti implausibili o contraddetti nei comportamenti, più pensati che agiti, potrebbe testimoniare
l'esistenza di un desiderio, anche forte perché poi tutto si canalizza in questa speranza, ma formatosi nell'autoreferenzialità, nell'individualismo
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privateuniverse

 

L'argomento sulla massimizzazione del piacere momentaneo, il rapporto consumistico con il  sesso e la vita in generale etc. non mi convince

Non mi convince - a livello intellettuale - perché mi sembra un "pasolinismo", cioè un moralismo di sinistra e non mi convince perché 'ste cose

si sentono dal 1975, le diceva un gay che andava a marchette e perché tra gay si dice anche che più si torna indietro più ci si schiaccia su un

modello di incontri solo sessuali

 

Di per sè questo non dimostra niente; il fatto che certe cose si sentissero già quarant'anni fa può anche significare che allora potesse già essere avvertita una tendenza che oggi si è accentuata. Anche di inquinamento si sentiva parlare già cinquant'anni fa; questo non lo rende un argomento poco valido, visto che ora il problema sono i cambiamenti climatici.

 

Secondo me molte delusioni dipendono anche da un equivoco di base: di per sé non c'è motivo di ritenere che il fatto di condividere l'orientamente sessuale significhi che si sarà apprezzati da coloro che sono nella nostra stessa condizione. L'essere omosessuali è una condizione molto particolare: rispetto alla maggioranza eterosessuale, in astratto, due omosessuali sono dalla stessa parte; ma perché si stabilisca un legame fra loro questo fatto non è sufficiente. Anzi, potrebbe addirittura essere un fattore di divisione, perché due omosessuali possono anche non piacersi sotto alcun punto di vista. In altri termini, il fattore che li definisce e li unisce rispetto agli altri è anche, al tempo stesso, un fattore di potenziale (e, nella maggior parte dei casi, reale) divisione.

 

Negli altri casi questo non è vero. Due persone che condividono qualsiasi cosa (opinioni politiche, fede religiosa, passione sportiva, interessi, etc.) sono unite da ciò che condividono, anche se magari sono divise da tutto il resto; e quindi, limitatamente a quel fattore, sono solidali. Che so, due tifosi della stessa squadra di calcio, limitatamente a quel fattore, sono uniti da esso, anche se magari da tutto il resto.

 

Per due omosessuali non è così: se Tizio e Caio sono omosessuali questo non significa affatto che la caratteristica che condividono li porterà a piacersi.

 

Di conseguenza, il gay che si avvicina ad altri gay potrebbe scoprire che, contrariamente alle sue aspettative, gli altri gay lo respingono; mentre è difficile, che so, che il comunista che aderisce a un'organizzazione politica comunista sia respinto dagli altri comunisti in quanto comunista.

Edited by privateuniverse
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Ammesso che qualcuno possa avere mai pensato

"Sono gay! Quindi mi troverò subito benissimo con gli altri gay:

mi aiuteranno, mi scoperanno e mi ameranno per tutta la vita!"

credo sia un equivoco che dura ben poco.

 

Se non altro per analogia col mondo eterosessuale

in cui - forse - si può sperare di venire capiti

proprio da quelli con cui non ci si può fidanzare

ovvero quelli dello stesso sesso.

 

La peculiarità dell'omosessualità è che si coincide

con l'oggetto del proprio desidero

e questo ci toglie tutti gli alibi che hanno gli etero,

rendendo le nostro lamentele di molto più patetiche.

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Di per sè questo non dimostra niente

 

Beh io non avevo certo la pretesa di dare una dimostrazione scientifica

o una confutazione logica...ho scritto infatti: "qualcosa non mi torna"

( al di là dei miei dichiarati pregiudizi ) rispetto a cosa?

 

Rispetto alla storia ed alla evoluzione del movimento LGBT che dagli anni '70

ad oggi mi pare innegabile ( in generale, nel mondo occidentale almeno )

 

Che due omosessuali per il solo fatto di essere omosessuali non debbano necessariamente

piacersi è un qualcosa che io posso accettare, sia perché ho sempre scritto e sostenuto che

uno dei dispositivi eteronormativi di potere è il divide et impera fra gay, sia perché a questo

si dovrebbe reagire con uno spirito comunitario ( magari in prima battuta anche un po' 

conformistico ) ma questo in Italia non è mai del tutto accaduto, perchè l'oppressione

culturale è stata talmente forte, che - ad esempio - a Pasolini gli omosessuali non piacevano

affatto ( dove affatto significa: per niente...pur contestualizzando il tutto all'Italia dell'epoca )

 

Se però si è ossessionati dagli stereotipi e dal conformismo interno di una comunità minoritaria e

si svaluta sistematicamente tutto ciò che è "gay" ( perché ovviamente gli approcci individuali sono

dominati da un senso di vergogna ) difficilmente si potrà determinare quel primo passo storicamente

necessario - che crea i presupposti perché poi si possa andare a testa alta nella società.

 

 

 

si coincide con l'oggetto del proprio desidero
 

 

Si coincide con l'oggetto del desiderio se si ragiona di omosessualità in termini esclusivamente "binari"

cioè solo erotici, ovvero costituzionalmente in assenza di un terzo omosessuale 

 

Nel caso di Pasolini mancava addirittura il secondo omosessuale 

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Possiamo anche prescindere da questo articolo, anche perché per struttura argomenti, approccio, è il classico sfogo vittimistico

di un appartenente ad una  minoranza .

 

 

Non direi che sia tipico di una minoranza. Mai visto articoli di giornalisti neri (o ebrei, o altro) che dicano: "Non voglio più essere nero perchè i neri fanno schifo!"

 

E' tipico solo dei gay.

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"Non voglio più essere nero" nel senso del colore della

pelle è difficile visto che il colore della pelle non dipende

da un mero atto di volontà

 

Ma non voglio identificarmi come afroamericano nonostante

il colore della pelle, è molto diffuso, idem per quanto riguarda

l'essere ebreo, il conoscere la cultura ebraica o l'essere iscritto

all'unione delle comunità ebraiche etc

 

Ed è del tutto analogo

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Non sono affatto d'accordo. Fammi esempi di articoli in cui il giornalista nero di che non vuole più far parte della comunità nera perchè i neri sono le persone peggiori del mondo.

 

Sono solo i gay che dicono cose del genere perchè sanno facendolo di ottenere il plauso degli etero. E' proprio quello che cercano.

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Mai sentita l'espressione "zio Tom" per identificare un nero 

opportunista che collabora con il suo oppressore?

 

Oppure analoghe espressioni sollevate nei confronti di quegli ebrei

che cercavano di adattarsi o venire a patti con i regimi politici antisemiti

dei paesi in cui vivevano? ( un vero e proprio topos letterario post shoah

poiché evidentemente a posteriori la cosa non ha funzionato affatto )

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No. Il concetto di "Zio Tom" è qualcosa di completamente diverso. 

 

Il concetto di "zio Tom" è esattamente quello citato da Hinzelmann: lo schiavo nero che, benchè schiavizzato, ha come unico o principale obiettivo il compiacere il padrone bianco.

 

Comunque @NewMarc, fa abbastanza ridere l'invettiva ai "gay che non vogliono più essere gay" fatta da uno che, anche se per motivazioni differenti, ha aperto un topic su questo stesso forum esprimendo una posizione identica. 

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Ancora gli esempi degli ebrei e dei neri.... ma BASTA!!!! Sti 2 esempi non c'entrano un fico secco con le problematiche gay per un sacco di motivi tra cui i principali sono abbastanza palesi ed elementari.

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Il concetto di "zio Tom" è esattamente quello citato da Hinzelmann: lo schiavo nero che, benchè schiavizzato, ha come unico o principale obiettivo il compiacere il padrone bianco.

 

Comunque @NewMarc, fa abbastanza ridere l'invettiva ai "gay che non vogliono più essere gay" fatta da uno che, anche se per motivazioni differenti, ha aperto un topic su questo stesso forum esprimendo una posizione identica. 

 

Lo "zio tom" giustifica l'atteggiamento razzista dei bianchi o vi ubbidisce per suo vantaggio personale e concreto. Ci sono degli "zii tom" gay, ma non è questo il caso.

L'atteggiamento dello "zio tom" non ha a che fare ne col sadismo ne col masochismo.

 

 

 

Comunque @NewMarc, fa abbastanza ridere l'invettiva ai "gay che non vogliono più essere gay" fatta da uno che, anche se per motivazioni differenti, ha aperto un topic su questo stesso forum esprimendo una posizione identica. 

 

Il passaggio chiave qui è "per motivazioni differenti."

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privateuniverse

Che due omosessuali per il solo fatto di essere omosessuali non debbano necessariamente

piacersi è un qualcosa che io posso accettare, sia perché ho sempre scritto e sostenuto che

uno dei dispositivi eteronormativi di potere è il divide et impera fra gay, sia perché a questo

si dovrebbe reagire con uno spirito comunitario ( magari in prima battuta anche un po' 

conformistico ) ma questo in Italia non è mai del tutto accaduto, perchè l'oppressione

culturale è stata talmente forte, che - ad esempio - a Pasolini gli omosessuali non piacevano

affatto ( dove affatto significa: per niente...pur contestualizzando il tutto all'Italia dell'epoca )

 

Se però si è ossessionati dagli stereotipi e dal conformismo interno di una comunità minoritaria e

si svaluta sistematicamente tutto ciò che è "gay" ( perché ovviamente gli approcci individuali sono

dominati da un senso di vergogna ) difficilmente si potrà determinare quel primo passo storicamente

necessario - che crea i presupposti perché poi si possa andare a testa alta nella società.

 

[...]

 

Si coincide con l'oggetto del desiderio se si ragiona di omosessualità in termini esclusivamente "binari"

cioè solo erotici, ovvero costituzionalmente in assenza di un terzo omosessuale

 

Secondo me, invece, problemi simili ci sarebbero anche se non fossimo in una società "eteronormativa". Sarebbero significativamente minori, certo; ma non è l'"eteronormatività" che causa il problema di cui parlo.

 

Se Tizio e Caio sono entrambi due appassionati di scacchi, incontrandosi tenderanno a giocare a scacchi: l'interesse che hanno in comune nei confronti dei terzi tenderà, generalmente, a creare opportunità di frequentazione anche reciproca. Potranno magari detestarsi come persone ma, limitatamente alla loro passione per gli scacchi, saranno spinti ad aggregarsi.

 

Se Tizio e Caio, invece, sono entrambi omosessuali, questo non li spingerà a unirsi "attorno" alla loro omosessualità; perché l'interesse in comune che hanno si  tradurrà in un'attività comune soltanto a condizione che i due si piacciano.

 

Certo, è vero anche quel che dici tu: se gli omosessuali non si pensano come "comunità", se credono di non avere niente in comune con altri omosessuali altro che il reciproco interesse affettivo e/o sessuale, queste occasioni non si creeranno mai. Però c'è anche un dato oggettivo in questa difficoltà, perché, di per sé, l'orientamento sessuale non crea alcuna comunanza di interessi di altro tipo. Se si prescinde dall'attrazione sessuale è un denominatore comune più debole di qualunque altro: più delle opinioni politiche, più della fede religiosa, più degli interessi sportivi e culturali, perché esso non implica, di per sé, alcun altra affinità ed è, anzi, esso stesso un potenziale fattore di repulsione nei confronti dei potenziali affini (cosa che altri interessi comuni non sono).

 

 

PS Piccola osservazione sul paragone che è stato fatto con i negri "Zio Tom": lo "zio Tom" non era un negro che rifiutava o disprezzava gli altri negri, ma un negro che interiorizzava la condizione di inferiorità in cui era tenuto dai bianchi.

Edited by privateuniverse
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In premessa bisogna dire che io ritengo che non esistano comunità naturali e comunità

artificiali, secondo me ogni comunità si forma su una ricerca di comunanze

 

Tu hai fatto l'esempio dell'organizzazione politica comunista o l'associazione sportiva o

la comunità religiosa e sono esempi che hanno una loro ragionevolezza, ovviamente non

li possiamo equiparare tra loro e quindi in blocco fare un'analogia unica con l'omosessualità

( o almeno essendo il mio approccio storico e non filosofico a me non riesce )

 

Posso prendere forse non tanto il comunista, quanto l'operaio socialista del film i compagni

di Monicelli ( esclusivamente per fare un esempio concreto e sintetico ) per evidenziarti che

anche la formazione della cd. coscienza di classe, inizialmente, incontrò innumerevoli ostacoli

Ostacoli forse non intellettuali, ma non per questo meno forti: divisioni per mansioni, il contrasto

fra l'interesse degli scioperanti e la propria famiglia che non mangia, i crumiri il complesso di inferiorità

nei confronti del padrone da cui si dipende e che è istruito-borghese etc

 

Il fattore di repulsione tra omosessuali è esistito certamente, perché il pregiudizio antiomosessuale è

millenario, è stato interiorizzato e per certi versi una "storia" dell'omosessualità inizia a cavallo fra il XIX

ed il XX secolo  pur rimanendo il problema tendenziale che ogni generazione di omosessuali ricomincia

da zero...essendo una generazione di figli di eterosessuali omofobi 

 

Mi dispiace abusare di Pasolini, ma non esistono molti altri esempi da fare: se noi contestualizziamo Pasolini

alla sua generazione e paragoniamo il suo modo di vivere l'omosessualità a quello che ne so...di Visconti che

aveva 18 anni più di lui, noi vediamo quanto pesi a favore di Visconti la sua posizione privilegiata nella società

nonostante potesse essere quasi il padre ( c'è quindi anche un problema sociale per molti omosessuali italiani 

essendo l'Italia degli anni '60-'70 una Italia socialmente arretrata "pre-borghese" ed essendo l'identità omosessuale

un prodotto della cultura borghese )

 

A questo si deve aggiungere il fattore storico del modello cd. mediterraneo di omosessualità che è un modello

divisivo - interno - di un certo rilievo ( documentato come esistente da un film come er moretto fino agli anni '80 )

E non dobbiamo dimenticarci che in Italia non abbiamo un Guy Hocquenghem morto di AIDS, perchè il nostro Mieli

si suicida prima e la sua famiglia ne sequestra il libro nel 1983, laddove gli autori della beat generation riuscivano

a pubblicare negli anni '50 ( ma potrei citare la sentenza che definisce il libro di Tondelli "opera luridamente blasfema" 

ed è l'opera di un gay di provincia che si riavvicinerà al cattolicesimo sul letto di morte per "polmonite" )

 

C'è la possibilità di una rilettura storica della situazione italiana, che rischia magari di essere troppo "scura" nel

tentativo di spiegare i nostri ritardi, conservando un certo ottimismo per il futuro ( ne denuncio subito i pericoli )

d'altronde è anche vero - per chi ha vissuto certi anni - che le nostre biografie di gay sono ricche di "abbagli"

di illusioni e delusioni

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Ci sono degli "zii tom" gay, ma non è questo il caso.

Certo che è questo il caso, a mio parere è un esempio cristallino, poiché

 

 

L'atteggiamento dello "zio tom" non ha a che fare ne col sadismo ne col masochismo.

Invece l'atteggiamento di cui si parla in questo thread non è sadismo o masochismo, ma il disprezzo di sé.

 

E Luis Merdòn lo incarna perfettamente.

 

Ti pare che uno deve arrivare a dire che i biondi sono tutti stupidi quindi io biondo mi faccio castano? O che quelli con gli occhi marroni sono tutti sfigati quindi io che ho gli occhi marroni mi faccio il trapianto di retina? O che gli asiatici sono tutti fisicamente diversi dai canoni televisivi quindi io asiatico mi elimino gli occhi a mandorla?

 

E' tutto davvero estremamente semplice, non complicate la situazione con voli pindarici artificiosi.

 

Una persona che afferma queste cose non vuole far altro che rimarcare il disprezzo di sé trovando conforto nell'adoperare il solito ritrito strale che la categoria dominante utilizza da sempre per additare pregiudizialmente la categoria minoritaria.

 

I ragazzi che si sentono in dovere di dare ragione a Luis Merdòn possono appellarsi a un paio di argomenti: 1) ho paura delle relazioni e del sesso quindi non mi metterò mai in gioco nel conoscere altri omosessuali e persevererò nel classificare blocchi di popolazione umana attraverso ciò che si dice al riguardo in strumenti di comunicazione esterni ed estranei, evitando di verificare concretamente come sono fatte le persone 2) mi odio in maniera profonda ed istituzionalizzata, quindi devo difendere tutto ciò che mi permetta di mantenere l'illusione di appartenere alla categoria che io astrattamente e pregiudizialmente ammiro.

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Invece l'atteggiamento di cui si parla in questo thread non è sadismo o masochismo, ma il disprezzo di sé.

 

E' proprio il disprezzo di se che porta ad atteggiamenti sadici e masochisti.

 

Non è uno "zio tom" perchè non ha nulla di concreto da guadagnare con questo atteggiamento, non gli farà certo ottenere un aumento di stipendio o altro.

 

Uno "zio tom" gay è un omosessuale che accetta un lavoro in una azienda notoriamente anti-gay e quando gli chiedi come possa fare una cosa del genere ti risponde dicendo cose tipo che non è vero che l'azienda è anti-gay o altre scuse. Tutto per suo vantaggi economico. Oppure uno di quei gay che si candidano in partiti omofobi (ottenendo un quindi un vantaggio personale) così che il partito abbia un paravento. 

 

Qui la situazione è diversa. Lo zio tom è lucido è vuole ottenere un vantaggio, qui parliamo di "self destructiveness." Situazioni completamente diverse dove la seconda è tipica solo dei gay.

 

Aspetto ancora che qualcuno mi linki un articolo come quello in esame ma scritto da un nero.

Edited by Loup-garou
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I ragazzi che si sentono in dovere di dare ragione a Luis Merdòn possono appellarsi a un paio di argomenti: 1) ho paura delle relazioni e del sesso quindi non mi metterò mai in gioco nel conoscere altri omosessuali e persevererò nel classificare blocchi di popolazione umana attraverso ciò che si dice al riguardo in strumenti di comunicazione esterni ed estranei, evitando di verificare concretamente come sono fatte le person

 

Peccato che il sig. Pabon di esperienza concreta ne abbia avuta (da quanto dice), quindi il tuo punto 1 non regge per niente. Anzi, leggendola come la leggi tu sarebbe un clamoroso autogol: perchè se è vero che il dire "i gay sono tutti superficiali" è solo una derivazione di ciò che terze persone omofobe pensano, e che vengono "prese in prestito" per comodità dai gay che non si vogliono mettere in gioco, allora il teatrino cadrebbe dopo il contatto reale con gli altri gay. Invece, a quanto pare, nel caso di Pabon il contatto con altri gay ha confermato le posizioni basate su "pregiudizio". 

Edited by NewComer
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Ma siccome IO conosco tante persone gay gradevoli e simpatiche, è più che sufficiente questa mia testimonianza per screditare quello che dice 'sto tizio [e che tu vuoi disperatamente CREDERE] cioè che tutti i gay sono sordidi depravati gozzoviglianti e che quindi bisogna "non essere più gay ergo essere etero" per essere/conoscere personcine deliziose e piaciuevoli.

 

Il ragazzo che rifiuta di conoscere gay non è pabon, sei tu.

Edited by Sampei
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Il ragazzo che rifiuta di conoscere gay non è pabon, sei tu

 

Mmmm ma anche no 

 

Mi sfugge inoltre perchè la testimonianza di Sampei abbia più valore di quella di Tizio o di Caio...sei ontologicamente superiore?

Edited by NewComer
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Siamo seri. Nei talk show americani di storie assurde (e inventate) ce ne sono un'infinità.

 

Resta il fatto che questo atteggiamento assai diffusi fra i gay e quasi del tutto assente nelle altre minoranze. 

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Resta il fatto che questo atteggiamento assai diffusi fra i gay e quasi del tutto assente nelle altre minoranze. 

 

Tu puoi dire questo perchè sei "interno" alla minoranza gay e quindi ne conosci le dinamiche interne. Il fatto che all'esterno non traspaiano comportamenti simili nelle altre minoranze non esclude che queste dinamiche ci siano comunque ma rimangano, come nel caso gay, solo "interne". 

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Tu puoi dire questo perchè sei "interno" alla minoranza gay e quindi ne conosci le dinamiche interne. Il fatto che all'esterno non traspaiano comportamenti simili nelle altre minoranze non esclude che queste dinamiche ci siano comunque ma rimangano, come nel caso gay, solo "interne". 

 

In che modo sono "interne" quando sono pubblicate a centinaia su riviste di interesse generale? 

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Newcomer, siccome tu hai bisogno di credere, per motivi di tua coerenza interna, che i gay siano merda, allora è evidente che se passa un gay che dice che i gay sono merda, tu non puoi che esserne felice, e prendere per vero e sacrosanto ciò che dice.

 

 

Ora resta da chiederti la conferma del fatto che tu ritieni che i trenta forumisti che hai incontrato al raduto siano dei mostri perversi.

 

Nel caso contrario ci ritroveremmo di fronte alla stupefacente constatazione del fatto che nonostante tu abbia incontrato ragazzi gay tranquilli timidi e gentili, sia spinto da una oscura convinzione interiore che ti obbliga a dire che pabon ha ragione nel dire che tutti i gay sono merda.

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sono pubblicate a centinaia su riviste di interesse generale? 

 

Tipo? Io ad esempio l'articolo l'ho trovato su gai.it, e il commento americano su un sito d'informazione LGBT, mica sul Financial Times. 

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Tipo? Io ad esempio l'articolo l'ho trovato su gai.it, e il commento americano su un sito d'informazione LGBT, mica sul Financial Times. 

 

LOL No. Controlla meglio le tue fonti. :)

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LOL No. Controlla meglio le tue fonti. :)

 

Ahhh pardon, era gay.TV, non .it, beh cambia molto :aha: 

 

 

 

Ora resta da chiederti la conferma del fatto che tu ritieni che i trenta forumisti che hai incontrato al raduto siano dei mostri perversi.   Nel caso contrario ci ritroveremmo di fronte alla stupefacente constatazione del fatto che nonostante tu abbia incontrato ragazzi gay tranquilli timidi e gentili, sia spinto da una oscura convinzione interiore che ti obbliga a dire che pabon ha ragione nel dire che tutti i gay sono merda.

 

E' inutile Sampei che continui a metterla sul personale per tentare (con scarso successo) di crearmi imbarazzo: su questo ho già ampiamente risposto, vai a rileggere.

 

Se vuoi ti riassumo: il vituperato Pabon si lamenta essenzialmente dal punto di vista "relazionale", del fatto che i gay non sono in grado di andare oltre rapporti occasionali/superficiali; il fatto di essere gradevole o meno come persona non c'entra una emerita cippa.

Tutte le persone che ho conosciuto al raduno, come ho già detto (tipo tre volte) le ho trovate molto simpatiche e gradevoli. In compenso, se faccio una valutazione dei gay con cui mi sono relazionato "sentimentalmente", 90 su 100 si sono rivelati merda (e la stima è ottimistica): quest'ultimo dato mi sembra ben più pertinente rispetto a ciò di cui si lamenta Pabon, quindi faccio riferimento a questo. 

 

Poi tu continua a pensarla come credi, io continuerò a trarre conclusioni dalla mia esperienza diretta, e non certo da quello che mi dici tu.

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