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Migliorarsi


Efestione7

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Questa discussione mi è venuta in mente leggendo un topic (quello di FreakyFred bloccato qualche giorno fa) dove l'autore cercava di capire perchè non trovasse un marito e se questo centrasse con la complementarità.

Devo dire che alcuni punti di vista da lui espressi li conosco bene: questa visione romanzesca e del salvataggio della propria vita ad opera dell'altro, il sentirsi incompleti senza un compagno, portarsi dietro la paura in ogni incontro di qualunque genere sia, la sensazione che ormai la mia vita non abbia nulla da offrirmi...ecco diciamo che io ci son passato o meglio ci sto passando. Sulle sue posizioni sull'omosessualità non m'interessa, ognuno ha le sue e non ci perdo tempo ora.

Leggendo le risposte dategli (alcune cattivelle eh perchè chi è in uno stato depressivo come il suo e con tanto di pericolo "soluzione definitiva" va trattato con le pinze ma intelligenza e sensibilità non si possono pretendere più oggigiorno) il 99,9% citava delle cose da cambiare in lui.

Strenuamente io ho intrapreso questa strada del cambiamento circa un anno fa con molti casini lavorativi e familiari che vi risparmio; la cosa più semplice è stata partire dal fisico e ora non mi posso lamentare per nulla rispetto ai coetanei che ho intorno (a giorni son 38 primavere)

Il problema duro resta l'autostima e l'insicurezza che spesso tendono ad autosabotarmi (maledetto linguaggio psicologico) in tanti campi, su tutti il lavorativo e sessuale. Quel pensiero di non farcela ancora prima di partire, di resa e pessimismo che fa venire ansia e a volte un vero e proprio malessere, accompagnato da milioni di seghe mentali che se sei uno lucido manco sai che esistono.

 

Vi siete mai trovati in quella situazione? Anni e decenni in cui avete pensato in un modo e poi vi dicono: no guarda è tutto sbagliato devi cambiare modo di pensare...eh bravo, e come si fa? cosa avete fatto voi? Che significa cerebralmente che si deve pensare in modo differente? Come si aumenta concretamente l'autostima?

 

Ps: escludete di scrivermi "vai in terapia", l ho fatto 4 volte e  ogni volta dopo 5/6 mesi al massimo me ne son scappato.

 

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proprio stamattina ne parlavo in privato con un altro forumista partendo da sto video

http://youtu.be/-IaKaBbFLeE

insomma, se ci si mette lì coll'idea "devo assolutamente trovà marito per questo, questo & quest'altro motivo" non credo lo si troverà; col rischio di accontentarsi del primo che passa, con tutti i limiti & le problematiche del caso;

è quando meno te lo aspetti (o non ci pensi proprio) che trovi qualcuno, colla speranza che poi sia quello giusto, chè la certezza assoluta non c'è mai!

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Mah che dire...

 

Un po per quello che scrivi mi ci vedo in te, pur non essendo mai andato in terapia :-), alla fine è vero si può cambiare, però per se stessi e non per gli altri..

 

In molti mi dicono, anche sulla sfera sessuale, che io devo cambiare, cambiare l'ottica delle cose ecc..

 

Io penso, che alla fine, in generale, noi dobbiamo essere sempre noi stessi.. Cambiare è giusto, ma cambiare per gli altri, per apparire quello che non sei.. alla fine secondo me non porta nulla..

 

Sul fatto di trovare un ragazzo, anche li, se lui ti ama per quello che sei, non per quello che potresti essere..

 

Quindi, per farla breve, i cambiamenti devono essere fatti se uno si sente di farli.

Poi molta gente parla, ma razzola male.. quindi anche di quelli che spargono consigli, a volte dò poco peso..

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@freedog

Eh si assolutamente vero, ma diciamo che quell idea non è facile levarsela del tutto, quando per anni l'hai ritenuta l'unica strada percorribile. Poi ormai ho accettato che senza la componente "culo" non si va da nessuna parte, quindi chi vivrà vedrà.
Però sarei proprio curioso di sapere come qualcuno è riuscito a cambiare l'elaborazione logica del proprio ragiomento, del modo di vedere le cose ecco.

Ps dimenticavo, carino assai il video ma poco adattabile qua direi, per millemila motivi.


@amos1980

Sulla sfera sessuale non scendo in particolari ma so che io devo senz'altro cambiare e punto sul fatto che arrivi con più autostima e sicurezza.
Tu dici dobbiamo "essere noi stessi", ma l'essere noi stessi è in continua evoluzione e sopratutto se questo essere in un certo modo ci fa soffrire (depressione, isolamento, tendenze suicide) non puoi dire a qualcuno "resta così perchè tu sei così" bè allora accettiamo una sorta di evoluzionismo sociale, dove se sei imperfetto magari non verrai ucciso ma se ti metti da parte e non rompi è meglio. Direi che non vorrei fosse il mio caso...
In questo senso non posso dire che sto migliorando solo per me o solo per gli altri, entrambe le cose sono connesse, perchè un escluso dalla società è anche una risorsa in meno per tutti (lavorativamente e socialmente)

E ripeto, in questo topic non mi interessa arrivare a capire come devo avere un ragazzo, se deve arrivare arriva altrimenti mi farò mettere sotto formalina come raro caso di gay mai fidanzato, ma la cosa centrale è, se siete mai stati accusati di avere scarsa autostima e ci avete lavorato, in cosa è consistito questo lavoro di miglioramento.

Edited by Loup-garou
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Io per diverse ragioni sto avendo scarsa autostima su ogni ambito: della relazione, dove voglio capire se essere fidanzato fa davvero per me oppure è meglio limitarmi al puro divertimento ; sul lavoro, dove sono costretto ad aspettare agosto 2015, mese in cui ci possono essere possibilità che il contratto di lavoro venga rinnovato da apprendistato 4 anni a indeterminato, ma il posto di lavoro mi fa schifo e mi dà nausea quotidianamente (altrove, ora mi propongono contratti inferiori; all'estero mi sono promesso di non cercare per curare la relazione in cui sono coinvolto, ma con scarsi risultati, vedi thread "Relazione e Chat") . Nel tempo libero, vivo da solo da marzo scorso e i miei amici non capiscono perché non ho energie per uscire insieme con il loro stesso ritmo; nello sport, dove per mia dimenticanza, non ho informato per tempo di voler svolgere l'esame di arti marziali che aspettavo da sei mesi.

 

Mi sento un disastro.

 

Tempo fa mi è servito andare da uno psicoterapeuta, anche solo come valvola di sfogo. Dedicare momenti in cui pensiamo ad alta voce con noi stessi è più che mai fondamentale per iniziare a staccarsi dagli ostacoli più grandi.

 

Ripeterei l'esperienza, anche a scopo di terapia di psicanalisi, ma non vorrei che sia più la "soluzione facile" a tutti i problemi. Mi piacerebbe imparare a rimboccarmi le maniche e cavarmela con le mie forze.

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carino assai il video ma poco adattabile qua direi, per millemila motivi.

beh, ma voleva solo essere uno spunto su cui riflettere!

qsi *case history* che possa trovare cmq ha la controindicazione che non sarà mai adattissimo a come stiamo messi, per il semplice motivo che (per fortuna) nessuno di noi è uguale agli altri.

Anzi, noi stessi spesso non siamo manco uguali a come eravamo 10 minuti fa..

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Anzi, noi stessi spesso non siamo manco uguali a come eravamo 10 minuti fa..

 

 

Ecco, non per niente un amico mi da del pentapolare, troppo scontato il bipolarismo.

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Io credo che come in ogni cosa anche in questo caso serva stare nel mezzo. E' giusto mettersi in discussione, cercare di capire i propri limiti e potenzialità, ma bisogna anche stare attenti a non esagerare, a non autodistruggersi diciamo. In questo senso il migliorarsi è un'azione benefica che deve portare ad un aumento graduale dell'autostima; se per un certo periodo lavori su un aspetto per cui non sei felice e raggiungi l'obiettivo prefissato, e comunque resti insoddisfatto perché semmai nel frattempo ti sei trovato altre dieci cose che improvvisamente non ti piacciono di te, allora non è il miglioramento quello che cerchi, ma solo una visione più oggettiva e realistica di te stesso. 

Direi quindi che per migliorare davvero devi innanzitutto essere certo di avere un occhio critico e imparziale, che non tenda né ad esaltarti né a portati sul fondo. Una volta stabilito il giusto metodo di autoanalisi, puoi muoverti nella direzione che credi sia la più efficace per aumentare l'autostima. In ogni caso ricorda che è più facile affossare sé stessi e cullarsi nell'idea "tanto è impossibile, tanto non cambia nulla" piuttosto che rimboccarsi le maniche e attivarsi. Il miglioramento dev'essere realistico e sopratutto utile alla causa, non un palliativo per tornare a trovare altre scuse e abbattersi di nuovo. 

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Vi siete mai trovati in quella situazione? Anni e decenni in cui avete pensato in un modo e poi vi dicono: no guarda è tutto sbagliato devi cambiare modo di pensare...eh bravo, e come si fa? cosa avete fatto voi? Che significa cerebralmente che si deve pensare in modo differente? Come si aumenta concretamente l'autostima?

 

Sì mi ci sono trovato, ma devo dire che la cosa procedeva per ampie oscillazioni:

fase depressiva sui 19-20 anni -> graaande entusiasmo fino ai 23 -> ricaduta di cui ancora soffro le conseguenze.

 

Se mi concentro sulla fase buona, direi che c'erano molte condizioni favorevoli: successo nello studio, tanti amici a cui volevo bene e che mi volevano bene, vita fuori casa da solo e poi con coinquilini -o ospiti a caso che si accampavano sul divano-.

Non era tutto perfetto intendiamoci, ma mi ci barcamenavo, surfando un po' tra le varie difficoltà e scocciature cui comunque si va incontro. Però sei vivo, stai già in mezzo alla gente, non stai lì a chiederti "oddio andrò bene o no?" ti butti a far delle cose e basta. Organizzi feste, partecipi a manifestazioni, magari ti ricordi di cambiarti il maglione perché dopo tre giorni t'accorgi di puzzare ma non ne fai un dramma. Quando invece si impiega tanto tempo a metter su quella che si ritiene sia "la faccia giusta", "il corpo giusto", "l'abilità giusta"...be, se vivi tutto come un sacrificio non è strano che poi ci rimani male quando non ottieni in cambio quel che sognavi.

Con questo non voglio invitare ad una vita di dissolutezza dei costumi, solo ad un po' di rilassatezza, un po' di leggerezza ecco. Se uno si guarda dentro con onestà sa già quali sono le cose che gli riescono almeno almeno benino; insistere su quelle ti fa ottenere anche dei buoni risultati senza dannarti.

Al contrario, se io supergoffo decido di diventare un campione sportivo...be, diciamo che mi deve piacere tanto l'allenamento, ma lo devo fare per me solo, non colla segreta speranza di diventare figo per rimorchiare.

Rimorchiare è un gioco; se ci mettiamo il paraocchi e pensiamo di scegliere un potenziale ragazzo come scegliamo un elettrodomestico già partiamo male.

Ci piacerebbe averlo in classe A+, e invece se lasciamo spazio alle occasioni, alla vita in senso lato, magari ci accorgiamo che quel che fa per noi è un bel frigorifero bombato degli anni '50...non so se è chiara la metafora.

Edited by schopy
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Io credo che come in ogni cosa anche in questo caso serva stare nel mezzo. E' giusto mettersi in discussione, cercare di capire i propri limiti e potenzialità, ma bisogna anche stare attenti a non esagerare, a non autodistruggersi diciamo. In questo senso il migliorarsi è un'azione benefica che deve portare ad un aumento graduale dell'autostima; se per un certo periodo lavori su un aspetto per cui non sei felice e raggiungi l'obiettivo prefissato, e comunque resti insoddisfatto perché semmai nel frattempo ti sei trovato altre dieci cose che improvvisamente non ti piacciono di te, allora non è il miglioramento quello che cerchi, ma solo una visione più oggettiva e realistica di te stesso.

 

E' molto probabile che se si prende il mio "grow up pack" per intero, ci sono stati più errori che cose azzeccate, proprio perchè fatto in assenza di lucidità ma più per senso di soffocamento. Però grazie a questo ho fatto dei notevoli passi avanti se mi guardo rispetto a 3/4 anni fa.

Quindi ora invece vorrei provare a tenere la mira sulle cose che principalmente ritengo bloccanti per me ma (da gran segaiolo mentale) non riesco ad avere la certezza che la scelta sia giusta; so che non c'è mai ma sento di non poter più sbagliare.

 

 

 

 

 

Se mi concentro sulla fase buona, direi che c'erano molte condizioni favorevoli: successo nello studio, tanti amici a cui volevo bene e che mi volevano bene, vita fuori casa da solo e poi con coinquilini -o ospiti a caso che si accampavano sul divano-. Non era tutto perfetto intendiamoci, ma mi ci barcamenavo, surfando un po' tra le varie difficoltà e scocciature cui comunque si va incontro. Però sei vivo, stai già in mezzo alla gente, non stai lì a chiederti "oddio andrò bene o no?" ti butti a far delle cose e basta. Organizzi feste, partecipi a manifestazioni, magari ti ricordi di cambiarti il maglione perché dopo tre giorni t'accorgi di puzzare ma non ne fai un dramma. Quando invece si impiega tanto tempo a metter su quella che si ritiene sia "la faccia giusta", "il corpo giusto", "l'abilità giusta"...be, se vivi tutto come un sacrificio non è strano che poi ci rimani male quando non ottieni in cambio quel che sognavi.

 

Io l ho vissuto l'anno scorso proprio perchè ho mollato lavoro e cambiato città, beccato buoni coinquilini, stretto qualche nuova amicizia. Quello che non è andato bene è stato l'aspetto lavorativo, dove ho preso solo sberle, il che a lungo andare mi ha costretto a tornare al paese e mollare tutto. Quindi ora periodo pesante e voglia di risolverla velocemente ma non voglio rifare passi azzardati come l'altra volta,perchè risbatterci le corna una seconda volta sarebbe una gran rottura, per usare un eufemismo.

Comunque non mi sentivo libero come lo descrivi tu, credo sia soggettivo, un certo "presentiamoci bene" è sempre presente e si, è una pressione che disturba. Ma per me è collegato all'autostima, perciò voglio mogliorarla.

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Fin tanto che non danno seguito alla mia richiesta di cancellazione, il mio contributo lo posso dare. E' tutto molto più semplice di come viene posto. Tutto molto più semplice di come io stesso lo pongo, probabilmente.

L'autostima la aumenti con i successi. 

Non è AFFATTO vero che i successi arrivano grazie all'autostima. Arrivano grazie al talento naturale, alla fortuna e al duro lavoro, in proporzioni diverse a seconda del campo. Quando arrivano i successi l'autostima cresce, quando non arrivano scende. E' di disarmante semplicità. Ovviamente arrivato a un certo punto il tuo livello di autostima si consolida, certi schemi sono acquisiti e difficilmente cambiano. Potrei citare esempi negativi, ma facciamo quelli positivi, ti va? Se fin da piccolo te la cavi con il flauto, poi crescendo nella tua classe sei quello che suona meglio, poi entri in conservatorio e fai un buon percorso, inizi a suonare nelle orchestre eccetera, insomma fai una buona carriera nella musica... a quel punto un piccolo fallimento, che so, non essere entrato proprio nella banda che volevi tu o aver sbagliato qualcosa durante un concerto non ti faranno più effetto, ormai lo sai che sai suonare. 

Ma questo arriva dopo una lunga catena di prove e di buoni risultati. 

Quando ti dicono "devi piacerti per piacere", è vero solo in parte, altrettanto vero è il contrario: se non piaci mai a nessuno come cavolo fai a sentirti piacevole e affascinante?

 

Il lavoro psicoterapico, quello che io ho seguito per un po' con discreto successo (non avevo risolto i miei problemi, ma avevo l'impressione di esserci quasi prima di aver dovuto interrompere) si basava fondamentalmente su un approfondimento di me: dei miei obbiettivi, dei miei desideri, dei miei scopi, e delle mie capacità e doti personali. Si puntava a tirar fuori le mie abilità più o meno nascoste e ad usarle per costruire a poco a poco dei successi su cui montare l'autostima.

 

L'idea che "prima di tutto ti devi piacere" la tirano fuori o le persone che i problemi di autostima non li hanno mai toccati in vita propria oppure quelle che li hanno avuti, superati in qualche modo (spesso grazie a un semplice colpo di fortuna) e poi si sono dimenticati com'era averli. Non puoi piacerti ed essere soddisfatto di te quando non combini nulla di reale che ti faccia sentire soddisfatto, non è possibili.

 

Per noi poveri handicappati con problemi di autostima una frase come "per avere successo devi avere autostima" non è diversa da "per avere successo devi essere più alto" o "per avere successo devi essere giapponese". E' una cosa che non è sotto controllo e dunque suona come una condanna in Cassazione: devo avere autostima per attrarre chi mi piace? Allora non lo attirerò mai, perché per avere autostima devo riuscire ad attirare chi mi piace.

Is that clear? 

 

 

PS: gli psicologi, come gli psichiatri, i metalmeccanici, i ricercatori, i piazzisti, i circensi e i calciatori, sono per il 90% incompetenti che tirano a campare, e pe ril 10% persone brave e adeguate a trattare il tuo problema. Io ne ho incontrati... ma chiccazzo si ricorda, almeno cinque o sei. Solo una mi è stata utile. Purtroppo bisogna tentare un po', perché anche gli psicologi sono umani, hanno limiti professonali e limiti umani, ci vuole un incastro giusto, un'alleanza terapeutica solida, e allora le cose possono migliorare. Come vedi, neanche questo è facile. Non c'è mai una soluzione facile, sono tutte difficili. 

Edited by FreakyFred
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Ci sono due tipi di problemi legati all'autostima:

 

1) la paura dell'insuccesso mi spinge ad una rinuncia preventiva

 

2) Ci provo ed ho dei successi ma non mi bastano, perché da me pretendo di più o troppo

    o qualcosa di sbagliato

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Bè Freaky mi piacere sia qua visto che ti ho tirato in ballo, ma quel topic l'ho visto che era già bloccato. Devo dire che leggere la tua risposta qua, mi turba un po' perchè ci sono molte cose che ho sempre creduto anche io valide ma andiamo per ordine

 

 

Non è AFFATTO vero che i successi arrivano grazie all'autostima. Arrivano grazie al talento naturale, alla fortuna e al duro lavoro, in proporzioni diverse a seconda del campo. Quando arrivano i successi l'autostima cresce, quando non arrivano scende. E' di disarmante semplicità.

 

Fai l'esempio del flauto da bambino, ecco io per il motivo contrario (insulti compagni, prese in giro o scoraggiamenti dagli insegnanti) ho mollato il calcio, il disegno e la scrittura, cose che da bambino mi piacevano tremendamente mentre ora il solo cimentarmi mi fa sentire deficiente, quindi presumo che non aver avuto successo in quelle cose mi abbia mutilato la stima. Molto d'accordo che senza botta di culo, hai voglia a sbatterti.

 

 

L'idea che "prima di tutto ti devi piacere" la tirano fuori o le persone che i problemi di autostima non li hanno mai toccati in vita propria oppure quelle che li hanno avuti, superati in qualche modo (spesso grazie a un semplice colpo di fortuna) e poi si sono dimenticati com'era averli. Non puoi piacerti ed essere soddisfatto di te quando non combini nulla di reale che ti faccia sentire soddisfatto

 

Lo penso spesso pure io, ad esempio solo chi ha successo perchè piace ti dirà che la bellezza non conta, grazie al caxxo ce l hai dalla nascita....Però non posso neanche pensare di essere totalmente inerme a questo schema o almeno non voglio accettarlo passivamente, perchè in quel caso la mia presenza qua sarebbe inutile, non sono io che ho chiesto di nascere loser senza appello. Voglio pensare che in qualche modo pure io posso, con le mosse giuste, salire di qualche gradino. Pure io credo che per chi non ci è passato o ci è passato diversamente, sia sciocco consigliare "devi solo aumentare l'autostima" come se dovessi comprarla in officina e rabboccare il livello. Ci sono delle complicatissime cose da fare invece per poterci intervenire e non tutti hanno chiaro il quadro delle possibilità. Proprio come te, nei percorsi di terapia ho cercato di capire se avevo qualche talento da sfruttare ma quelle cose sono ora inutili a livello lavorativo (non darebbero soldi e fare lo studente a 40 anni è affascinante quanto un wurstel masticato in una pozzanghera). Insomma pare proprio che io debba aumentare questa stima pur non avendo successo in quelle cose che mi piacciono. A sto punto quindi sto solo invocando un miracolo?

 

Sul discorso psicologi, mi trovi pienamente d'accordo, è pienissimo di gente che non dovrebbe neanche varcare le porte di quella facoltà e invece può tranquillamente cercare di rovinare il cervello a qualcuno spillandogli soldi. Penso che trovare uno psicologo che aiuti sia come trovare un buon fidanzato, quindi solo un miracolo.

 

 

 

1) la paura dell'insuccesso mi spinge ad una rinuncia preventiva

 

 

Assolutamente questa, preferisco non muovere un dito se temo l'insuccesso

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Capisco sia Freky sia Efestione, ma Freky già nella discussione precedente ci parlava della sua sfida all'acrofobia col corso di climbing e Efestione ci dice d'aver lavorato molto sul suo fisico e di esserne soddisfatto...ragazzi...che volete di più? :D

Le relazioni non si costruiscono a tavolino; perché se al nocciolo c'è il desiderio di un ragazzo da amare c'entrano un po' abilità sociali che non si pigliano studiando.

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Le relazioni non si costruiscono a tavolino; perché se al nocciolo c'è il desiderio di un ragazzo da amare c'entrano un po' abilità sociali che non si pigliano studiando.

 

Madò ma come ve lo devo spiegare che il problema ragazzo ormai ho deciso di metterlo sotto azoto liquido?? Ho gettato la spugna :sisi:

 

A questo punto penso quindi ad altro. Vorrei fare un lavoro che mi faccia alzare tranquillo la mattina, vivere in una citta (possibilmente estera) ed essere capace di poter fare conoscenze anche in ambienti sconosciuti; per superare queste difficoltà mie personali ogni cosa che mi si dice per riuscirci è: devi essere più sicuro di te, devi essere forte, devi avere più autostima, perchè se lo facessi ora, non saresti abbastanza forte da reggere le difficoltà.

Ok perfetto, ci credo e ci voglio mettere la volontà di farlo! Ebbene cosa devo fare? Ed è qua che tutto si blocca, nessuno ha una risposta basata sul personale ma si resta sempre sul vago, nel peggiore dei casi mi si rigira la cosa "sei tu che devi saperlo" con grossa sensazione di presa per culo. Cioè Shopy se io ti chiedo come si fa ad avere autostima di se, essere uno che si tenta le cose senza preoccuparsi troppo di quel che sarà, che risposta mi dai?

Edited by Efestione7
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Il problema di queste discussioni è che uno di "successo" non può immedesimarsi nell'altro e aiutarlo con consigli concreti perché si trova in una situazione completamente diversa. E si scambiano sempre fortune per meriti. Mentre uno che si trova in una situazione di svantaggio può capire la situazione ma non ha molti consigli da dare perché, se sapesse come risolvere la situazione, avrebbe risolto propria. Quindi l'ideale sarebbe l'esperienza di qualcuno passato da una situazione di svantaggio a una di successo, ma... ne esistono?

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Ho finito le risposte, Efestione. Ho capito molto bene cosa NON funziona per migliorarsi: farsi i pipponi mentali sulla propria autostima, ad esempio, dicendosi "devo migliorare la mia autostima!"

L'autostima non ha una manopola che la giri e sale e chi te la mette in questi termini non si rende utile. per il resto se avessi soluzioni le avrei applicate io... posso dirti che io sono un ottimo simulatore di autostima. Una volta prima di rispondermi picche mi hanno detto "certo che tu sei molto sicuro di te!"

Quindi certe volte sembra proprio solo sfiga.

 

La regole è quella che ti ho detto in generale: ogni successo aumenta la tua autostima, ogni insuccesso la abbassa. Hai mai giocato a Risiko? Gioco odioso, io ho smesso di giocarci perché se un gioco non mi piace io mi rimuovo sempre dal gioco. E' un gioco che finge di essere strategico, mentre il 99% si vince se hai culo ai dadi. L'unica "strategia" che si raccomanda a Risiko è di partire piano: conquista un territorio alla volta, accumula punti, e prima di partire per grandi imprese consolidati. Il resto è fortuna.

Quindi per spiegare la metafora, in termini necessariamente un po' generali, se vuoi consolidare la tua autostima devi gettarti inizialmente in imprese piccole e dal successo quasi assicurato. Il successo che accumulerai a poco a poco in piccole cose ti darà energia per gettarti poi in imprese più grosse, come a Risiko.

Come a Risiko, un lancio di dadi sfortunato può rovinare anche l'impresa più semplice, ovviamente; e se sbagli un tiro all'inizio, soprattutto, dopo risollevarsi diventa ancora più difficile. Molti passano tutte le interminabili ore di una partita a tirare dadi a vuoto e a prendere tripli uno, bestemmiando fra sé e sé e subendosi pure le accuse di essere poco sportivi perché si rompono i coglioni di giocare in quel modo.

Infatti Risiko è un gioco di merda. Non capisco perché la gente si metta a fare giochi che sono perfino meno divertenti della vita.

Quindi l'ideale sarebbe l'esperienza di qualcuno passato da una situazione di svantaggio a una di successo, ma... ne esistono?

Esistono. Quelli che ho visto io sono gente che ormai proprio era agli sgoccioli, poi a un certo punto gli sono caduti i dadi di mano e ha iniziato a fare tripli sei. Edited by FreakyFred
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devi essere più sicuro di te, devi essere forte, devi avere più autostima, perchè se lo facessi ora, non saresti abbastanza forte da reggere le difficoltà.

 

Io non ti conosco quindi sono l'ultima persona i cui consigli sarebbero da prendere in considerazione,

ma da quanto scrivevi tu non emergeva questo

 

Tu scrivi di aver affrontato e risolto o comunque cambiato in meglio molti punti specifici  ( l'aspetto

la capacità di vivere da solo ed avere buone relazioni coi vicini, amici etc ) ma di aver sbattuto contro la

difficoltà del lavoro

 

Ora - dico - la difficoltà di trovare un lavoro per poter mantenersi e quindi portare avanti il resto

mi pare una difficoltà oggettiva con la disoccupazione che c'è in Italia e d'altronde senza soldi non

si va lontano

 

Magari chi ti sta vicino e ti conosce meglio di me, teme per un trasferimento all'estero?

 

Non è che magari sono loro troppo protettivi?

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Cioè Schopy se io ti chiedo come si fa ad avere autostima di se, essere uno che tenta le cose senza preoccuparsi troppo di quel che sarà, che risposta mi dai?

 

Direi che io non sono -tendenzialmente- quel tipo di persona, perché fatico a disciplinarmi da solo; direi che so di aver bisogno di un qualche tipo di àncora (ragion per cui vivere da solo non fa per me, mentre so essere un buon coinquilino). So anche che, senza particolari ragioni, in passato ho rinunciato in partenza ad alcuni progetti per il timore di non riuscire a portarli a termine con un risultato che mi soddisfacesse; i fatti spesso hanno dimostrato il contrario, perché solo in poche occasioni ho ottenuto valutazioni peggiori di quelle che temevo. So anche che per fare le cose come dico io ho bisogno di alcune precondizioni; poi con una certa dose d'ansia ci devo convivere, un rimedio definitivo non c'è.

 

Aggiungo però che è piuttosto presuntuoso aspettarsi di vincere sempre: si può anche provare a far qualcosa e prepararsi all'idea di non farcela, a nessuno riesce tutto, secondo le proprie aspettative, al primo tentativo, ma proprio a nessuno...

 

Quindi l'ideale sarebbe l'esperienza di qualcuno passato da una situazione di svantaggio a una di successo, ma... ne esistono?

 

Come accennavo, la vita dello studente fuori sede per me è stata positiva; all'inizio non è che la cosa mi andasse a genio, avevo molte paure anche per cose banali, crisi di pianto per un nonnulla, malinconia profonda...poi ho capito che per sopravvivere dovevo crearmi un giro di amicizie, e piano piano ho scoperto (con stupore) che le persone che altrimenti m'avrebbero visto come un disadattato avevano iniziato a guardarmi come ad un tipo "di successo", solo perché la fiducia nella rete sociale che m'ero creato mi dava il coraggio di affrontare situazioni nuove.

 

Poi le cose si sono guastate, non sto a spiegare perché...ma ecco, questo dovrebbe far riflettere su quanto la percezione del "successo" sia soggettiva...

Mio padre considera un nostro parente un ragazzo di successo perché può cambiarsi spesso automobile, s'è costruito una bella villetta, etc...io colla stessa persona non so mai di cosa parlare, perché quello che ha ottenuto a me più di tanto non interessa.

 

Perciò ragazzi (e questo lo dico anche a me stesso), prima di cercare di diventare persone di successo, stabiliamo dei parametri e una lista delle priorità.

 

Vorrei fare un lavoro che mi faccia alzare tranquillo la mattina, vivere in una città (possibilmente estera) ed essere capace di poter fare conoscenze anche in ambienti sconosciuti; per superare queste difficoltà mie personali ogni cosa che mi si dice per riuscirci è: devi essere più sicuro di te, devi essere forte, devi avere più autostima, perché se lo facessi ora, non saresti abbastanza forte da reggere le difficoltà.

 

Mi pare che i tuoi desideri, per come li esprimi qui, siano parecchio vaghi...non hai in mente delle cose un filo più determinate, meno imprecise? Perché magari se parli a chi ti è vicino dimostrando che hai delle idee chiare, pure loro si tranquillizzano ;)

Non capisco poi cosa significhi l'affermazione "non saresti abbastanza forte da reggere le difficoltà": temono che ti getti da un ponte? Che crepi di freddo o di fame ad un angolo di strada? Che tu ti prostituisca per vivere? Perché se quello che temono è "solo" che tu possa soffrire...bah, un prezzo da pagare c'è sempre!

Edited by schopy
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davydenkovic90

non possiamo agire sull'esterno ma solo su noi stessi

è inutile lamentarsi di non piacere a nessuno, di non riuscire a dare un esame

non possiamo cambiare le cose all'esterno di noi, quelle che vanno al di là del nostro controllo... possiamo solo migliorare noi stessi, che ne so, andare in palestra, pettinarsi, lavarsi, studiare di più eccetera.. e piano piano le acque si smuovono. 

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Esistono. Quelli che ho visto io sono gente che ormai proprio era agli sgoccioli, poi a un certo punto gli sono caduti i dadi di mano e ha iniziato a fare tripli sei

 

Almeno mi hai strappato un sorriso, ma il senso è quello. Accettare la casualità delle cose e se a te non gira perchè hai un handicap mentale, reprimi la parte razionale di te, sorridi come cretino anche quando ti sputano in faccia e non lamentarti se no dai fastidio a chi sta bene.

Se la tua cancellazione verrà portata a termine, mancherà il bilanciamento realistico ai commenti, un gran peccato. E poi il tuo modo di esprimerti mi ricorda terribilmente il giovane Holden di Salinger, quindi doppio peccato.

 

 

 

Il problema di queste discussioni è che uno di "successo" non può immedesimarsi nell'altro e aiutarlo con consigli concreti perché si trova in una situazione completamente diversa. E si scambiano sempre fortune per meriti. Mentre uno che si trova in una situazione di svantaggio può capire la situazione ma non ha molti consigli da dare perché, se sapesse come risolvere la situazione, avrebbe risolto propria. Quindi l'ideale sarebbe l'esperienza di qualcuno passato da una situazione di svantaggio a una di successo, ma... ne esistono?

 

E' lo stesso motivo per cui la stragrande maggioranza delle sedute psicologiche è inutile o dannosa. Quindi meglio parlare solo di foto e film anche su questo forum. A mio parere se esistono, son rari come il pipistrello bianco di Ace Ventura.

 

 

 

 

Mi pare che i tuoi desideri, per come li esprimi qui, siano parecchio vaghi...non hai in mente delle cose un filo più determinate, meno imprecise? Perché magari se parli a chi ti è vicino dimostrando che hai delle idee chiare, pure loro si tranquillizzano ;) Non capisco poi cosa significhi l'affermazione "non saresti abbastanza forte da reggere le difficoltà": temono che ti getti da un ponte?

 

Certo che son vaghi, t'ho spiegato che manco di sicurezza eh ;) No al massimo ritenterei dal balcone che ormai è la mia specialità.

Si lo so che è tutto soggettivo, ma non puoi permetterti di considerarlo tale se per inserirti nel mondo, nella società e tra la gente, devi adeguarti a quelle regole; esso diventa solo un imposizione che devi sopportare e "farti piacere".

Grazie Schopy

 

 

 

Magari chi ti sta vicino e ti conosce meglio di me, teme per un trasferimento all'estero?

 

Non ho certo detto che lavoro a parte, il resto fosse una gioia, ma che appunto senza lavoro non mangio e mi serve, mentre sul resto sto meglio rispetto a 3 anni fa, tutto qua. No niente persone che si preoccupano per l'estero, solo paura mia di finire a fare l elemosina in qualche periferia estera visto che non ho certo una laurea in ingegneria spaziale.

Lo capisco bene che è difficile dire qualcosa in una descrizione così vaga della cosa, probabilmente sbaglio io a esprimermi e a richiedere qualcosa in ambienti del tutto "asettici" alla realtà personale, però grazie lo stesso

Edited by Efestione7
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probabilmente sbaglio io a esprimermi

 

Ero io che non avevo capito quando scrivevi "devi...devi...devi" che parlavi

a te stesso e di te stesso in seconda persona

 

Ma non volevo essere "asettico"

 

Comunque allora il discorso si rigira: non hai più bisogno di proteggerti, come avresti dovuto fare ai

tempi della scuola quando ti prendevano in giro tutti

 

Però andare a cercare lavoro all'estero senza lauree e certezze, non sarebbe uno scherzo per nessuno

insomma è una "bella avventura" a prescindere dal fatto che tu tenda a scoraggiarti piuttosto che a motivarti

 

Per certi versi è un salto nel buio per chiunque

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Però andare a cercare lavoro all'estero senza lauree e certezze, non sarebbe uno scherzo per nessuno insomma è una "bella avventura" a prescindere dal fatto che tu tenda a scoraggiarti piuttosto che a motivarti

 

Si scusa ho spesso il vizio di parlare in seconda o terza persona di me, l ho detto che son disturbato :) So anche che non è una cosa semplice ma a questo punto della vita e dopo tutti gli errori commessi devo fare, combinare qualcosa di veramente buono per sentirmi a posto con me stesso, un minimo soddisfatto ecco. Altrimenti non trovo un senso.

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A questo punto penso quindi ad altro. Vorrei fare un lavoro che mi faccia alzare tranquillo la mattina, vivere in una citta (possibilmente estera) ed essere capace di poter fare conoscenze anche in ambienti sconosciuti; per superare queste difficoltà mie personali ogni cosa che mi si dice per riuscirci è: devi essere più sicuro di te, devi essere forte, devi avere più autostima, perchè se lo facessi ora, non saresti abbastanza forte da reggere le difficoltà.

Ok perfetto, ci credo e ci voglio mettere la volontà di farlo! Ebbene cosa devo fare? Ed è qua che tutto si blocca, nessuno ha una risposta basata sul personale ma si resta sempre sul vago, nel peggiore dei casi mi si rigira la cosa "sei tu che devi saperlo" con grossa sensazione di presa per culo. 

Rispondo a questo e provo a dare una risposta pratica e personale.

Probabilmente è vero ciò che dice Freaky sull'autostima che viene accresciuta dai successi che si ottengono; però ci sono anche altre possibilità, per esempio fidarsi delle persone che di te hanno stima. Se tua mamma, tua sorella, il tuo migliore amico... insomma se quelli che ti conoscono bene ti riconoscono della qualità, che tu sia intelligente o gentile o spiritoso o affidabile ecc., imparare a fidarsi di questi pareri, riconoscere a te stesso che queste qualità ci sono e non se le inventano da pazzi visionari, ti farà aumentare l'autostima.

Per trovare lavoro all'estero consigli pratici non ne ho più di tanto; per vivere all'estero, beh non sarà molto diverso dal vivere in autonomia in una città come hai già fatto. Se hai una conoscenza base della lingua in cui andrai tanto meglio, se non ce l'hai fai un corso mentre sei in italia. Saprai già fare tutta una serie di cose base di chi vive da solo, la spesa, occuparsi delle pratiche burocratiche, andare in banca, pagare le bollette ecc... Informati finché sei in italia su quello che ti può servire nel paese in cui andrai, puoi cercare info su internet e contattare qualcuno che si è già trasferito.

Fare conoscenze in ambiti sconosciuti: dipende molto dall'ambito. Per esempio sul lavoro, ci sono ambienti che sono facilitanti e ambienti che lo sono molto meno, dipende da cosa andrai a fare. Per avere una vita sociale, io trovo che funzioni sempre molto frequentare un corso: corso di teatro o di giardinaggio o di cucina caraibica o di origami... va bene tutto, si è lì per imparare una cosa insieme e questo è un lubrificante sociale incredibile. Simile è anche la frequentazione di un gruppo sportivo amatoriale, se ti piace l'attività fisica... magari non hai fortuna la prima volta, ma di solito funziona abbastanza. Per la legge dei grandi numeri è però probabile che la stragrande maggioranza delle tue conoscenze saranno etero; per cui, se invece cerchi nuove conoscenze più nel mondo glbt, non posso che consigliarti le associazioni, che come saprai cercano di essere accoglienti e proveranno a farti sentire a tuo agio - specie se andrai ad abitare in una città medio-grande all'estero, dove l'estero sarà un paese friendly perché immagino che tu non stia contemplando Iran, Uganda o Russia come reali possibilità.

Good luck!

Edited by Krad77
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Listenerofwords

Io quando penso al migliorarsi lo intendo in due modi. O in un modo superficiale, che comunque apprezzo, fare sport e comprar vestiti nuovi oppure in modo più profondo, Credo che per emergere da un senso di inadeguatezza sia necessario lavorare sulla atavica e mai troppo formulata domanda: chi sono? E tentare di diventare me stesso. Questo può portare a mettere in discussione molto di quello che siamo, le nostre scelte, i nostri comportamenti e passa attraverso un cambiamento del nostro sguardo. Spero di esserti stato d'aiuto.

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Certo che son vaghi, t'ho spiegato che manco di sicurezza eh ;) No al massimo ritenterei dal balcone che ormai è la mia specialità.

Si lo so che è tutto soggettivo, ma non puoi permetterti di considerarlo tale se per inserirti nel mondo, nella società e tra la gente, devi adeguarti a quelle regole; esso diventa solo un'imposizione che devi sopportare e "farti piacere".

Grazie Schopy

 

Mi spiace non volevo essere troppo incalzante o svilire il tuo punto di vista, chiedevo solo se avevi delle idee precise perché, immedesimandomi, pensavo al fatto che spesso io ho delle idee precise, ma che fatico molto ad esporle ad altri tutto qua...

Edited by schopy
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Se non c'è autostima ci vuole la terapia e andare alle origini, puoi avere tutti i successi del mondo se ti senti un fallito tale resterai comunque ci sta poco da fare.

Demonizzare l'aspetto dell'analisi come qualcosa di inutile è il primo passo verso lo stallo totale, non esiste un buon analista ma solo un buon paziente.

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Vi siete mai trovati in quella situazione? Anni e decenni in cui avete pensato in un modo e poi vi dicono: no guarda è tutto sbagliato devi cambiare modo di pensare...eh bravo, e come si fa? cosa avete fatto voi? Che significa cerebralmente che si deve pensare in modo differente? Come si aumenta concretamente l'autostima?

Non proprio questa, ma ad un certo punto ho capito che se continuavo a fare (e pensare) le stesse cose di sempre avrei ottenuto gli stessi risultati di sempre.

Ho passato un periodo di osservazione, cercando di studiare gli altri da un'ottica diversa, e confrontando questi dati con quello che trovavo dentro di me ne è venuto fuori un comportamento differente.

Le meccaniche di base ci sono sempre (continuo tuttora a sentirmi fuori posto e cose così) però le leggo da un'altra prospettiva.

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dove l'estero sarà un paese friendly perché immagino che tu non stia contemplando Iran, Uganda o Russia come reali possibilità

 

Ahah grazie Krad, no l'obiettivo non è uno di quei paesi ma preferibilmente l'Australia. Ti ringrazio per i tuoi consigli, credere di più a chi ti stima sarebbe una bella cosa ma bisogna prima di tutto esserne coscienti di se per poter apprezzare tali cose, altrimenti diventano solo vuoti complimenti. In questo purtroppo credo sia giusto quanto detto da Freaky, è una sorta di cane che si morde la coda questo connubio autostima-successo. Per il resto apprezzo molto i vari consigli perchè metti sul pratico quelle che sono solo supposizioni. So che potrei cavarmela se sto bene, se mi sento tranquillo, sono abituato a fare le cose da solo e a sbrigarmela negli aspetti quotidiani. Dovrei solo accettare anche la possibilità che non vada, che sia solo un'esperienza in più...ma son stufo di accumulare solo piccole nozioni e conoscenze e non costruire nulla di stabile....va bè scusa se divago non so per dove :)

 

 

 

 

lavorare sulla atavica e mai troppo formulata domanda: chi sono?

 

lavorare sull'abbigliamento o i capelli, puoi farlo da solo, è una cosa visibile e sai come e dove agire, mentre lavorare su se stessi è troppo vago. Chi sono? troppe cose, tra le quali devo scegliere sacrificando altri aspetti di me (consigli terapici). Questo è un concetto che purtroppo si ripresenta sempre, chi ha le idee chiare da subito, ha il tempo e il modo di agire per bene ma se questa visione limpida, netta e voluta non si ha la fortuna di averla, ci si incarta di sicuro, ne ho conosciuto troppi per pensare non sia un caso. Grazie per le parole.

 

 

 

Mi spiace non volevo essere troppo incalzante o svilire il tuo punto di vista

 

Ma tranquillo Schopy, non sono così permaloso (almeno in questo momento eh ;) ) ecco, come scrivevo sopra, io questa chiarezza nei desideri non la ho o meglio ne ho così tanti piccoli e irrisolti che ancora cozzano tra loro in possibilità di realizzo. Insomma è come il gioco dei bastoncini: dovrei sceglierne uno tra tanti a caso e seguire quello, sacrificando tutti gli altri.

 

 

 

Demonizzare l'aspetto dell'analisi come qualcosa di inutile è il primo passo verso lo stallo totale, non esiste un buon analista ma solo un buon paziente

 

Qua Iron potrei aprire un dibattito infinito, perchè se tu sei su queste posizioni, io sono su quelle opposte quindi tanto vale non parlarne. Comunque giusto per rispondere, di analisti peggio di me paziente ne ho trovato e assai: gente che fa quel lavoro solo perchè ha sbattuto per caso allo sportello di iscrizione o si è iscritta l'amica del cuore. Che ti consiglia "e tu non farli quei ragionamenti" al costo di 50€ l'ora. E qua mi fermo.

 

 

 

 

Le meccaniche di base ci sono sempre (continuo tuttora a sentirmi fuori posto e cose così) però le leggo da un'altra prospettiva.

Fare finta di sentirmi a posto ma non esserlo e pensare di vederla sotto angolazioni diverse: fatto quando iniziavano ad attirarmi i ragazzi ma avevo la ragazza e direi che non è una buona soluzione :) a me piacerebbe proprio che certi pensieri invece non sorgessero o che avessero uno sviluppo differente, proprio perchè so che fare sempre gli stessi non mi porta a nulla se non lo stallo. Grazie

Edited by Efestione7
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