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la solitudine dei numeri primi


kintsugi92

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Ho intitolato il topic con il titolo di un libro molto bello a mio avviso da cui poi è stato tratto un film.

Una frase mi ha colpito in particolare:" I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari"

Io effettivamente mi identifico in un numero primo,sono sospettoso e solitario per una paura folle e incontrolllabile di amare qualcuno,dare fondo ad ogni emozione ed energia per poi vedere quando capita il rapporto svanire velocemente come un castello di carte.Schiacciato da una parte dalla paura di restare e dall'altra di concedere una parte di me ad altri vivo a metà,vivo in un limbo senza fare effettivamente nulla di buono.Se per ogni problema c'è una soluzione,sto faticando fin troppo a trovarla.

Di questi tempi c'è una totale assenza di umanità,di sentimenti;si agisce solo e sempre di istinto per fuggire da qualcosa o qualcuno.Ma se tutti fuggiamo poi i nostri problemi chi li risolve?

"Chiudiamo il cuore in deposito, ci basta soltanto che sia perfetto l’involucro..."

Edited by kintsugi92
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Concordo sul fatto dell'assenza di umanità,è disarmante a volte. È un bellissimo libro,insegna molto. forse ci si aspetta troppo da gli altri. Credo che bisogna saper prendersi cura dei propri sentimenti,saper star bene anche da soli. Poi se capita di trovare una persona di cui senti di poterti fidare,buttati,non facendo pesare troppo i tuoi sentimenti all'altro,sempre sapendo che se dovesse andare male,sei in grado di rialzarti e stare bene di nuovo solo.

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boring opinabile ma ci può stare, per me descrive bene la condizione attuale dell'individuo moderno.Abbiamo un involucro che alziamo a nostra immagine  e somiglianza,impedendo al mondo esterno di entrarne in contatto se non in brevi momenti di scambi quotidiani quali lavoro,università,uscite con amici.Nessuno vuole farsi conoscere e nessuno vuole conoscere fondamentalmente per il rischio che si vada oltre la conoscenza superficiale.Siamo numeri primi,consapevoli di essere cosi vicini ma volenti o nolenti impossibilitati nel toccarci,nell'avvinarci destinati a guardarci vivere le vite altrui senza prenderne parte

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MMM concordo con quello che dite,anche io noto che la maggior parte delle persone è superficiale e questo è davvero una cosa triste. Però vi posso dire che ci sono anche altre persone che vanno oltre la barriera e che si fanno conoscere per quelle che sono,non riesco a capire il concetto di rischio in questo caso,alla fine se una persona si mostra per quello che è che rischio potrebbe mai correre? quello di essere ignorato? Beh se è così sapete come si dice "meglio perderlo che trovarlo"!!!!! Non metto in discussione che nella società odierna è difficile mostrarsi per quello che si è,ma è ancora più difficile mostrarsi per quello che non si è,oppure di essere superficiale e scendere a quei livelli. Pochi ma buoni.

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Quel romanzo (senz'altro tra i miei preferiti) presenta un personaggio gay (Denis, l'amico del protagonista) tratteggiato in una maniera molto realistica, cosa che difficilmente ci si aspetterebbe in un romanzo 'etero', dove si ricorre perlopiù a stereotipi di ogni genere per una scelta deliberata o per ignoranza dell'autore. Singolare il fatto che tu ti riveda nel protagonista etero! :-)

 

Vabbè, scherzi a parte, capisco che quella definizione ("sospettosi e solitari") tu possa sentirla tua, e penso dovresti lavorarci sopra, (e probabilmente più sul "sospettosi").... Mi verrebbe da chiederti se hai avuto esperienze che ti hanno in un certo senso scottato (flirt, storie o pseudo-storie gay), o si tratta di una percezione fondata sulle esperienze altrui, o ancora una sfiducia generalizzata per via dei rapporti interpersonali che hanno contraddistinto la tua adolescenza (es. famiglia e amicizie).... Prima di risolvere un problema sarebbe importante inquadrarlo a dovere.... Comunque capisco benissimo che questi non sono affari miei!! eheh! :-)

 

La generalizzazione all'individuo moderno la capisco meno, inoltre non capisco se fai riferimento al solo mondo gay o a tutto il genere umano, e comunque in linea generale non vedo molti "sospettosi e solitari", anzi, vedo troppi che scambiano lucciole per lanterne e poco inclini allo starsene soli con sé stessi per più di una mezz'oretta.

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Mi riferisco al mondo in generale ma non posso non dire che anche il mio vissuto abbia influenzato una visione un pò amara delle cose.Quando si approccia qualcuno,che sia per un qualsiasi tipo di rapporto, ci può stare che all'inizio oltre un certo limite "confidenziale" non si possa arrivare ma da quello che ho notato ultimamente è che è sempre piu difficile andare a fondo di una persona,conoscerla dentro perchè ci sono tanti troppi muri da scavalcare.Piu ti avvicini più ci si chiude a riccio.La mia sospettosità(si dice?) nasce da molte esperienze negative in cui una volta appurata la vera natura dell'altro si è aperto un mondo di finzione,di porte nascoste,di labirinti mentali senza uscita.Quelli che tu vedi scambiare lucciole per lanterne per me fuggono da una visione delle cose che li rattrista,li deprime e li costringe ad essere diversi da quelli che sono..l'individuo moderno per me non ha più voglia di stringere pochi ma sani rapporti umani,ne ha perso il significato per me ed è cosi frustrante..

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da quello che ho notato ultimamente è che è sempre piu difficile andare a fondo di una persona,conoscerla dentro perchè ci sono tanti troppi muri da scavalcare.

l'individuo moderno per me non ha più voglia di stringere pochi ma sani rapporti umani

Okay, penso di aver capito meglio il senso delle tue parole, e sì, penso ci sia del vero. Anzi, per quanto ne sappia io, è un tema molto dibattuto soprattutto nella sociologia, dove è stato evidenziato proprio un allentamento dei legami sociali (Putnam?), mentre altri hanno puntato il dito sui danni che lo sviluppo economico ha procurato al capitale sociale con una progressiva sostituzione del tempo dedicato alle relazioni sociali con beni di mercato, cosa che sembra incidere negativamente sul benessere delle persone.

 

 

Non convenivo con la generalizzazione dei "sospettosi e solitari", perché superficialmente ci si concede molto in fretta e c'è la tendenza ad instaurare legami (deboli, anzi debolissimi!) alla velocità della luce e al porsi sempre e comunque al centro dell'attenzione (il tutto amplificato da tutti questi congegni elettronici che ci hanno stravolto la vita....). Ma è innegabile, e a questo penso tu ti riferisca, che vi è un crollo della fiducia, verso sia estranei che persone più intime. A onor del vero c'è anche chi vede come un aspetto positivo sostituire legami eccessivamente forti, che possono rappresentare una forma di chiusura, con legami "più easy".

 

 

Vabbè, andando più sul concreto, per quanto mi riguarda non mi pongo la questione più di tanto, penso che tra conoscenze superficialissime ed il mettersi totalmente a nudo vi sia un via di mezzo auspicabile, e cerco di conservare una curiosità ed un interesse per il prossimo, con una fiducia spesso basata su una sorta di sesto senso. Poi quando una persona mi prende davvero, solo allora sento davvero la necessità di andare a fondo, in pratica è un meccanismo che mi scatta soltanto in presenza di un sentimento forte, cosa quindi giustamente rara. Fondamentalmente penso anch'io che avere dei punti fermi sia davvero importante, avere pochi ma stabili punti di riferimento sui quali fare affidamento, ma non credo che rapporti del genere, per quanto ovviamente non superficiali, debbano davvero arrivare a livelli di profondità eccessivi. Quando inizio a sentire questa necessità probabilmente non sono di fronte ad una "semplice" amicizia, ma a qualcosa di più....

 

 

Avrò scritto qualcosa di comprensibile? mah! :-)

Edited by dogriver
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No almeno per me risulta abbastanza chiaro quello che hai esposto.Forse è proprio un'attidune che con il tempo abbiamo sviluppato,azzerare la voglia di conoscere,esplorare,interessarci a ciò che l'altro può darci senza porre avanti sempre e solo interessi di natura egoistica.

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