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La comunità gay esiste?


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AndrejMolov89

Secondo me il concetto di comunità gay italiana non esiste o per lo meno nell'atto pratico è assolutamente troppo debole. Il problema si concretizza soprattutto nelle persone che si vergognano di riconoscersi come gay e di riconoscersi in determinati movimenti sociali, culturali e politici. Molte persone, anche nel forum, considerano la comunità gay i siti d'incontro, questo fa capire come non il gay medio italiano non abbia neppure il concetto di cosa significhi comunità.
Il problema è che gran parte delle persone che si lamentano di come sia strutturato il mondo gay attualmente non hanno idea di come dovrebbe essere una comunità. A me pare che le persone che criticano non abbiano dei concetti valoriali di base e si lamentino del fatto che il mezzo che usano non gli dà il risultato sperato sin dall'inizio; poi, ci sono altre questioni, per esempio NewMark parte da premesse totalmente auto-distruttive che tende a voler generalizzare su tutto l'universo, quindi per quanto l'argomento che abbia introdotto sia interessante, non è altro che un modo per veicolare ciò che vorrebbe per sé.

La comunità diviene in qualche modo una sorta di famiglia. Pronta a darti una pacca sulla spalla conero le avversità.

 

Nei film forse, la vita reale è un tantinello diversa...

 

 

 

Il problema è che gran parte delle persone che si lamentano di come sia strutturato il mondo gay attualmente non hanno idea di come dovrebbe essere una comunità. A me pare che le persone che criticano non abbiano dei concetti valoriali di base

 

Forse l'altro lato del problema, che opportunamente ometti di considerare, è che chi invece in questa specie di comunità ci sguazza, ritiene a prescindere che chi se ne lamenta lo faccia "perchè non ha valori di base". Risultato: la comunità è a prescindere perfetta com'è, il problema ce l'ha semmai chi si lamenta.

 

Dobbiamo ritenere quindi che solo Greed89 e pochi altri abbiano questi valori che noi comuni mortali non abbiamo, beati o voi eletti. Beh dai, per lo meno non si è tirata in ballo la tiritera dell'omofobia interiorizzata.

p.s. a me comunque il senso di superiorità con cui affronti tutti gli argomenti riguardanti il mondo gay fa venire l'orticaria, non ci posso far nulla.

Edited by Loup-garou

Io so che su qualsiasi chat i partecipanti non vedono l'ora di precisare quanto sono maschili

e quanto odiano sfrante e "donne mancate"

o "ipocriti e gente che sta in mezzo a robe gay"("quali libertà vi mancano? Quella di scoreggiare in ascensore attivisti ipocriti?")

 

e nonostante siano dei VERI uomini, chiedono di incontrarsi in ore strane, in luoghi isolati, lontani dal consorzio umano

manca solo chiedano di presentarsi con un passamontagna

pare che più che froci siano spacciatori

 

e lo chiamano essere riservati :)

 

e di fronte a questo il problema quale sarebbe? La comunità gay? Ma se non vogliono manco sentirsi chiamare gay:)

 

Di cosa parliamo?

privateuniverse

La comunità gay, di fatto, non esiste o, se esiste, è molto debole, almeno in Italia.

 

In parte ci sono motivi oggettivi: come ho argomentato in altre discussioni, la condivisione dell'orientamento sessuale è un fattore di aggregazione più debole della condivisione di un'ideale politico, di una fede religiosa, di una lingua materna, di un'appartenenza etnica, spesso persino di una passione sportiva, artistica, letteraria o musicale.

 

Tuttavia, sarebbe meglio per tutti i gay (tranne, forse, per chi è in una condizione, personale o sociale, talmente privilegiata da non averne bisogno), che una comunità omosessuale esistesse e fosse più solida, sotto tutti gli aspetti. Sarebbe meglio se anche in Italia ci fossero quartieri o città ad alta densità gay, come in molti paesi civili; se ci fossero molti locali, di molti tipi diversi, molti luoghi d'incontro, molte associazioni, molti eventi ricreativi o culturali, molte strutture di servizio (legali, sanitarie, di qualsiasi tipo) e se ciascuno di noi avesse una rete ampia e solida di amicizie e conoscenze gay.

La vita di tutti noi sarebbe più facile, molto più facile. Sarebbe più facile cercare relazioni, sarebbe più facile avere una vita sociale appagante anche in assenza di relazioni; forse sarebbe più facile anche avere rapporti sessuali occasionali.

Io credo che una Comunità Gay stenti a rafforzarsi

per effetto del familismo italiano.

 

Non è solo il dichiararsi in famiglia,

ma anche gli standard che la famiglia richiede

("Ok, ma basta che non si sappia in giro").

 

Specialmente perché la famiglia è indispensabile

al manetenimento del tenore di vita dei figli.

A qualsiasi età.

 

C'è infatti un rapporto molto stretto tra welfare ed emancipazione gay.

State mitizzando nuovamente le realtà estere?:D

Temo confondiate il termine comunità omosessuale con il concetto di villaggio dei puffi. È innegabile che quartieri gay, numero di locali, strutture di servizio siano un bel plus, ma nel quotidiano non si vive in una comunità, non ce n'è proprio bisogno(almeno qui). C'è gente che vive solo nella comunità e si crea un mondo alternativo, ma credo sia abbastanza limitante e alienante (per non parlare di auto-ghettizante). Sta pure cambiando il concetto di quartiere gay che ora tende più a basarsi su locali e negozi all'avanguardia per hipsters, modaioli e turisti etero e gay. I vecchi locali gay ovviamente esistono, ma è un concetto che nell'ultimo paio d'anni è un po' in crisi. I gay vogliono sempre più relazionarsi con amici gay/etero e preferiscono una birra in un locale gay-friendly, ma meno casinaro e a clientela mista.

Inoltre alcuni amici miei vivono tranquillamente da gay e organizzano super-feste in paesini sperduti( dove saranno gli unici gay) senza alcun problema. Come vedete anche senza il vivere nella comunità si vive perfettamente, anzi moltissimi gay sposati, fidanzati e/o single spensieratamente out non basano la loro vita nella comunità, non ne hanno bisogno.

Io temo che questa storia della comunità sia solo una bella scusa "all'italiana". Le comunita non nascono per magia, ma dallo sforzo di gente che comincia a darsi da fare e metterci la faccia. Non a caso molti gay spagnoli hanno l'idea che i gay italiani non si dichiarino e siano 'vigliacchi'.

Edited by Ilromantico

Siamo sicuri che l'eterosessualità non sia un collante potente? Correva l'anno 1943 quando un omosessuale, Luchino Visconti

adombrò ne "lo spagnolo" un personaggio omosessuale in un suo film, il primo.

 

Siccome vigeva la censura fascista letteralmente lo spagnolo era soprannominato così perché aveva lavorato molto in Spagna, ma

in quegli anni non poteva sfuggire l'allusione alla guerra civile spagnola e d'altronde il personaggio fu introdotto nella sceneggiatura

da Pietro Ingrao che voleva alludere chiaramente al comunismo

 

Ebbene Pietro Ingrao non ha mai perdonato a Visconti di aver trasformato il suo comunista in un omosessuale ( "non si capiva più se

era comunista o omosessuale" ) in perfetta buona fede egli riteneva le due cose assolutamente incompatibili

 

Non si tratta soltanto di pensare e dire che il 95% dei comunisti sono etero e quindi non ha senso introdurre un comunista che rappresenta

solo il 5% dei comunisti,si tratta di ritenere che l'eterosessualità è una categoria universale: di non concepire neanche la possibilità di esistenza

di una minoranza, accanto ad una maggioranza

 

Questa è la nostra storia - che gli afroamericani fossero una minoranza i bianchi americani lo sapevano dalla guerra civile e anche da prima 

attraverso tutte le leggi oppressive ( schiaviste e segregazioniste ) che proprio per la necessità di opprimere riconoscevano implicitamente

l'esistenza di una minoranza da segregare

 

Tutto ciò per l'omosessualità non è mai esistito, ma non è mai esistito perché gli etero hanno sempre interpretato la realtà attraverso le lenti

di una eterosessualità concepita come categoria universale ( e non maggioritaria o stra-maggioritaria ) il ché ha portato i gay non solo ad

autocensurarsi ( il ché accade anche oggi ed è già grave )  ma a non avere consapevolezza del fatto che si stavano autocensurando ( perchè

essi stessi per primi ci hanno creduto )

 

Si è quindi creduto che non esistesse una identità gay, che non esistesse una cultura gay, che non esistesse un approccio gay ai temi

culturali, che non esistesse una sensibilità o una estetica gay....a questo punto, ma solo a questo punto, dopo aver distrutto in modo sistematico

tutto ciò che dell'orientamento sessuale potrebbe costituire un valido collante, si può dire che non lo è

 

Ma non lo è - non perché astrattamente sia più inidoneo del collante eterosessuale ( che finge di non esistere sopprimendo gli altri ) - non lo è

perché è stato invalidato

Purtroppo la comunità gay è il risultato di un'opera di discriminazione. Dal momento in cui questa discriminazione è stata creata, è giusto e sacrosanto fare quadrato per difendersi.

Secondo me l'errore è il tentativo di isolarsi da parte di alcuni che tendono ad arrendersi alla mentalità eterocentrica. Ma finché l'associazionismo gay porta ad aiutare persone ad accettare e valorizzare la propria sessualità e proporre al mondo l'immagine dell'omosessualità come un gruppo di persone normalissime con gusti diversi... ben venga! D'altra parte, di gruppi con interessi comuni è pieno il mondo :)

AndrejMolov89

Forse l'altro lato del problema, che opportunamente ometti di considerare, è che chi invece in questa specie di comunità ci sguazza, ritiene a prescindere che chi se ne lamenta lo faccia "perchè non ha valori di base". Risultato: la comunità è a prescindere perfetta com'è, il problema ce l'ha semmai chi si lamenta.

 

Dobbiamo ritenere quindi che solo Greed89 e pochi altri abbiano questi valori che noi comuni mortali non abbiamo, beati o voi eletti. Beh dai, per lo meno non si è tirata in ballo la tiritera dell'omofobia interiorizzata.

p.s. a me comunque il senso di superiorità con cui affronti tutti gli argomenti riguardanti il mondo gay fa venire l'orticaria, non ci posso far nulla.

Ah guarda io mi impegno nel mio piccolo di rendere accogliente il mondo che mi circonda. Io posso criticare molto aspramente l'insieme di individui gay che ho osservato e suggerisco sempre alle persone di evitare i siti d'incontro per trovare un luogo accogliente e di prediligere altri canali. Non mi sento superiore a nessuno, bensì, constato diversi comportamenti tipici.

Non ritengo che tutti coloro che si lamentano del contesto che vivono sono omofobi interiorizzati, mi fa specie che pur vedendo delle criticità non cerchino canali alternativi, che ci sono, o non si sforzino un minimo per creare una rete di contatti sociali abbastanza forti. A me dà fastidio questo, mi dà fastidio perché è poco pratico, ci indebolisce socialmente, politicamente e culturalmente, e sono sicuro che se si svolta ancora a destra nel futuro avremo un insieme di persone gay che faranno bella pubblicità a chi ci dipinge come stupidi superficiali puttane. Cioè, è quello che mi preoccupa, non il pensiero tuo NewComer. Sono sicuro che le persone che ci odiano esterne, non faranno mai un lavoro di sputtanamento degno di quello che facciamo già noi. Come comunità gay non abbiamo né progetti culturali, né sociali ad ampio respiro, e non facciamo altro che spararci in bocca ogni anno... Quindi, sì, mi ritengo preoccupato quando alle criticità dell'ambiente si oppone un semplice rifiuto e denigrazione senza evolvere la situazione esistente. Ma fate come meglio credete, cioè, a che mi interessa? Vivi così, continua a denunciare ciò che non và nell'ambiente che ti circonda, magari qualcosa cambia primo o poi senza che tu abbia mosso un dito. Cambia non necessariamente in meglio.

Da allora a dare forma alla così detta comunità gay sono stati i media, media che sono per loro natura eterosessuali in quanto gestiti da eterosessuali e rivolti a un pubblico eterosessuale. 

 

Se ci sono stati ambiti di "frontiera" per molti omosessuali, e mi riferisco anche a situazioni occupazionali nelle quali l'omosessualità poteva costituire una sorta di "valore aggiunto" e non una zavorra...direi che i media audiovisivi, televisivi e cinematografici lo sono stati. Prima che si parlasse apertamente di gay direi.

C'è poco da fà, nello spettacolo metà dei migliori son sempre froci :D

Se poi invece tu ti riferisci all'informazione radiotelevisiva, al "filtro" tramite cui le notizie vengono veicolate, ed ascrivi a chi opera nel settore la responsabilità di una sorta di ghettizzazione, o comunque circoscrizione, di presunta "comunità gay"...bah, nemmeno al riguardo sono del tutto d'accordo.

Se ancora rivendichi il fatto che la nascita di una "comunità gay" sia qualcosa di piuttosto recente...ecco, ti posso dare ragione, ma che conclusione dovremmo trarne scusa? Il triveneto pullula di leghisti...prima dell'85 probabilmente la pensavano come hanno continuato a pensarla nel 94 e pressapoco come la vedono ancora oggi; non per questo disconosciamo la presenza di leghisti.

Se ci sono stati ambiti di "frontiera" per molti omosessuali, e mi riferisco anche a situazioni occupazionali nelle quali l'omosessualità poteva costituire una sorta di "valore aggiunto" e non una zavorra...direi che i media audiovisivi, televisivi e cinematografici lo sono stati. Prima che si parlasse apertamente di gay direi.

C'è poco da fà, nello spettacolo metà dei migliori son sempre froci :D

Se poi invece tu ti riferisci all'informazione radiotelevisiva, al "filtro" tramite cui le notizie vengono veicolate, ed ascrivi a chi opera nel settore la responsabilità di una sorta di ghettizzazione, o comunque circoscrizione, di presunta "comunità gay"...bah, nemmeno al riguardo sono del tutto d'accordo.

Se ancora rivendichi il fatto che la nascita di una "comunità gay" sia qualcosa di piuttosto recente...ecco, ti posso dare ragione, ma che conclusione dovremmo trarne scusa? Il triveneto pullula di leghisti...prima dell'85 probabilmente la pensavano come hanno continuato a pensarla nel 94 e pressapoco come la vedono ancora oggi; non per questo disconosciamo la presenza di leghisti.

 

Quello che intendo è che l'intera "identità gay" è stata creata dagli eterosessuali intesi come la società dominante.

 

Lo stesso matrimonio gay, che è il massimo obbiettivo del "movimento LGBT," è stato inventato dagli eterosessuali. 

Quindi secondo te i gay dovrebbero non vivere in coppia e non avere diritti tra loro poichè il matrimonio è invenzione eterosessuale ?

 

Spiega, perchè la tua posizione non è chiara . Come dovrebbe vivere un omosessuale, in un mondo perfetto ?

Quindi secondo te i gay dovrebbero non vivere in coppia e non avere diritti tra loro poichè il matrimonio è invenzione eterosessuale ?

 

Spiega, perchè la tua posizione non è chiara . Come dovrebbe vivere un omosessuale, in un mondo perfetto ?

 

Quello che ho detto è che il matrimonio gay è stato inventato dalla società etero.

 

E' stato inventato dalla destra religiosa americana negli anni 70 come spauracchio. Per più di vent'anni i gay sono stati contrari al matrimonio gay e consideravano l'accusa di volerlo legalizzare come una calunnia.

 

I gay non hanno avuto nessun ruolo in tutta questa cosa del matrimonio gay. Hanno fatto tutto gli etero, pro e contro, soprattutto i media. D'altra parte pochissimi gay si sposano.

 

La storia ora si ripete con la così detta "dittatura del gender."

 

La trista verità è che in un mondo perfetto l'omosessualità non esisterebbe. L'omosessualità è un problema senza soluzione.

mi fa specie che pur vedendo delle criticità non cerchino canali alternativi, che ci sono

 

Forse ti sei perso il fatto che quello virtuale non è un canale "alternativo" ma semmai complementare: insomma, la gente diciamo pure ostile che trovi su internet (chat et siti d'incontro) è la stessa che trovi nei locali e nelle associazioni. Non è che i frequentatori delle chat vengano da marte o vivano nascosti nel sottosuolo eh.

 

Alla luce di ciò non capisco proprio la differenza che tu sottolinei dei cd "canali alternativi": che differenza fa conoscere Tizio tramite gayromeo piuttosto che in una associazione di amanti dell'opera barocca? Se Tizio è uno stronzo, lo è su gayromeo come lo è all'associazione. Magari in associazione, dovendoci mettere la faccia, sarà solo più "educato", ma pur sempre stronzo. Similmente, se Caio è una brava persona, lo sarà in associazione quanto su gayromeo.

Se quindi trovi "ostili" certi canali, considerando che tali canali sono popolati al 90% dalle stesse persone che popolano i "canali alternativi", due conti li dovresti fare.

 

Per rimanere in topic, probabilmente si potrebbe dire che un comunità gay non esiste perchè il "fare comunità" non interessa tanto a chi della comunità non fa parte, quanto ad una buona fetta di chi invece ne fa parte ma è interessato solo ai vantaggi "pratici" che la membership comporta. Ciò porta ad una ripartizione della popolazione gay in tre "categorie" di partecipazione: gli esterni, i partecipanti di comodo e i convinti (chi ad esempio fa volontariato nelle associazioni), dove i convinti costituiscono una quota assai minoritaria.

Edited by NewComer
AndrejMolov89

Forse ti sei perso il fatto che quello virtuale non è un canale "alternativo" ma semmai complementare: insomma, la gente diciamo pure ostile che trovi su internet (chat et siti d'incontro) è la stessa che trovi nei locali e nelle associazioni. Non è che i frequentatori delle chat vengano da marte o vivano nascosti nel sottosuolo eh.

 

Alla luce di ciò non capisco proprio la differenza che tu sottolinei dei cd "canali alternativi": che differenza fa conoscere Tizio tramite gayromeo piuttosto che in una associazione di amanti dell'opera barocca? Se Tizio è uno stronzo, lo è su gayromeo come lo è all'associazione. Magari in associazione, dovendoci mettere la faccia, sarà solo più "educato", ma pur sempre stronzo. Similmente, se Caio è una brava persona, lo sarà in associazione quanto su gayromeo.

Se quindi trovi "ostili" certi canali, considerando che tali canali sono popolati al 90% dalle stesse persone che popolano i "canali alternativi", due conti li dovresti fare.

 

Per rimanere in topic, probabilmente si potrebbe dire che un comunità gay non esiste perchè il "fare comunità" non interessa tanto a chi della comunità non fa parte, quanto ad una buona fetta di chi invece ne fa parte ma è interessato solo ai vantaggi "pratici" che la membership comporta. Ciò porta ad una ripartizione della popolazione gay in tre "categorie" di partecipazione: gli esterni, i partecipanti di comodo e i convinti (chi ad esempio fa volontariato nelle associazioni), dove i convinti costituiscono una quota assai minoritaria.

Ti dirò, invece, che molte persone che fanno le stronze su internet non lo sono realmente. Me ne sono reso conto con il tempo, e molte volte mi è capitato di incontrare persone che erano state molto stronze con me su chat, ma di persona e conoscendoci si sono rivelate di tutt'altra pasta. Questo mi ha lasciato molto confuso, ero e anche ora un po' sono, abitauto per categorie definite: distinguere le persone per comportamenti cercare di non avere margine di dubbio sul loro giudizio che mi ero fatto, questo mio atteggiamento è stato smentito abbastanza.

Ritengo che il mezzo con il quale si comunica determini anche certi comportamenti.L'ho visto anche nei miei atteggiamenti, nel forum sembra che sia molto sicuro e abbastanza rancoroso, invece, generalmente di persona sembro una persona gentile, molto "empatica" e abbastanza insicura. Questo perché? Ritengo che il forum mi permetta di non riuscire completamente a identificare certi utenti come delle persone reali, non so se mi spiego, sono meno premuroso rispetto alla reazione emotiva della persona, mentre se parlassimo a faccia a faccia, vedendo le tue espressioni, vedendo come parli, sono incapace di recarti alcuna offesa, nel senso che mi viene automatico cercare di rispettare i tuoi sentimenti, e la tua intelligenza. Qua, invece, non avendoti mai conosciuto, non vedendo come ti poni, viene meno questo mio controllo automatico che si basa sull'esperienza di un incontro reale. Qui sul forum mi sono scornato moltissimo con certi utenti, ma contattandoli in privato, o conoscendoli di persona, dopo determinati litigi non si sono ripetuti nel senso che ne ero totalmente incapace perché riuscivo a vedere la persona al di là del nick. Ritengo che sia più o meno lo stesso nelle chat, cche si fa fatica a identificare un utente con una persona, si ha una visione superficiale, questo impedisce di costruire una certa responsabilità nei confronti delle emozioni altrui, ciò che si può confondere perfettamente con un atteggiamento da stronzo, ma non implica necessariamente che quella persona lo sia.

All'interno del mio circolo ho conosciuto diverse persone che molto probabilmente se le avessi contattate singolarmente su una chat non mi avrebbero cagato, e anzi, alcuni lo hanno fatto, ma lavorando, parlandoci insieme senza un preciso scopo, siamo diventati amici, ci troviamo reciprocamente simpatici. Per questo a lungo andare ho maturato l'idea che non sia tanto la persona ad essere carica di proprietà negative, bensì il mezzo usato a non permettere una conoscienza maggiore tra le persone. Con questo non nego che non esistano gli stronzi, sto dicendo che molte volte gli atteggiamenti visti su romeo, non sono necessariamente degli atteggiamenti realistici delle persone.

Io se dovessi consigliare un mezzo per incontrare, suggerirei i circoli, perché per lo meno ci si conosce attraverso dei contesti che facilitano la discussione disinteressata e che permettano anche una conoscienza diversa. Il mio attuale ragazzo l'ho conosciuto tramite il circolo che frequento, dov'era venuto dopo un periodo di repressione durato anni. Con tutte le sue timidezze e tristezze, e l'ho conosciuto presentandomi per quel che ero, cosa che non avrei mai fatto in un sito in cui ero spinto a pomparmi estremamente per rendermi interessante o per lo meno sembrare sano di mente.

Per questo non comprendo che non si capisca che esiste questa discrasia tra la realtà creata dai mezzi come gayromeo e grinder (o anche i cruising bar) e altri luoghi di socializzazione. Per me sarebbe essenziale per il movimento gay focalizzarsi su questi luoghi d'incontri, permettere la socialità anche in una libreria. Se per esempio esistesse un negoziante di fumetti, se fosse realmente interessato a fare comunità potrebbe fare delle giornate dedicate alla fumettistica omosessuale. A Londra ho visto simili condizioni, librerie gestite da gay che avevano un settore dedicato simil caffè letterario.

privateuniverse

Inoltre alcuni amici miei vivono tranquillamente da gay e organizzano super-feste in paesini sperduti( dove saranno gli unici gay) senza alcun problema. Come vedete anche senza il vivere nella comunità si vive perfettamente, anzi moltissimi gay sposati, fidanzati e/o single spensieratamente out non basano la loro vita nella comunità, non ne hanno bisogno.

Io temo che questa storia della comunità sia solo una bella scusa "all'italiana". Le comunita non nascono per magia, ma dallo sforzo di gente che comincia a darsi da fare e metterci la faccia. Non a caso molti gay spagnoli hanno l'idea che i gay italiani non si dichiarino e siano 'vigliacchi'.

 

Non vedo cosa provino questi esempi.

 

Anche nella cittadina dalla quale provengo c'è sempre stata una lesbica dichiarata, che non pativa alcuna discriminazione e viveva anche le sue relazioni alla luce del sole; così come, nella realtà di provincia nella quale vivo, anche quindici o vent'anni fa c'erano coppie dello stesso sesso conviventi.

 

Ma non è questa la cartina di tornasole della libertà, non sono le eccezioni che confermano la regola a permettere di sostenere certe tesi. In tutti i contesti ci sono persone che sono state capaci di vivere pienamente la loro condizione nonostante i loro pari fossero perseguitati o discriminati. Non è su queste basi che si può sostenere che l'esistenza di una "comunità", di una rete associativa, di possibilità di aggregazione, non abbia alcuna importanza.

 

Ci sono persone che imparano a nuotare da sole o con poco aiuto, ma io, per imparare a nuotare, ho dovuto frequentare un corso, da adulto, e superare paure e timidezze. I "corsi" servono a coloro che non ce la fanno da soli; il fatto che ci sia chi ce la fa da solo non significa che siano inutili.

 

Forse ti sei perso il fatto che quello virtuale non è un canale "alternativo" ma semmai complementare: insomma, la gente diciamo pure ostile che trovi su internet (chat et siti d'incontro) è la stessa che trovi nei locali e nelle associazioni. Non è che i frequentatori delle chat vengano da marte o vivano nascosti nel sottosuolo eh.

 

Questo, se permetti, lo dici tu. Io non sono un frequentatore di locali; mi è capitato di andarci, ma solo dopo che avevo conosciuto altri gay; e quelli che ho conosciuto li ho conosciuti grazie a internet, caso tutt'altro che raro nella zona in cui sono nato e cresciuto e tra i miei coetanei. Tuttora ci sono non pochi gay che nei locali o nelle associazioni non ci vanno, per una pluralità di motivi.

Edited by privateuniverse

 

 

Non vedo cosa provino questi esempi.

 

Cosa vuoi che provi? Ognuno ha il suo vissuto, ma il vivere sereni è anche una questione di atteggiamento nella vita. Io ammiro tantissimo certi amici che nonostante siano "gay-cliché", quindi bersagli più facili di omofobi, vanno nel week-end o in vacanza nel loro villino di un paesino sperduto e retrogrado. Addirittura una coppia si è sposata in uno di questi paesini sperduti con tutta la gente del paese che li guardava dalle loro case e li insultava e sbeffeggiava, e alla coppia non fregava nulla (veramente dei miti), si sono lasciati scivolare addosso qualsiasi cattiveria. Questo comunque è un esempio estremo (io non ne sarei capace), ma lo cito perché testimonia il fatto che essere proattivi e propositivi aiuta a eliminare certi problemi. 

 

Sinceramente questa continua giustificazione del gay come "gattino fradicio e ferito" da iper-proteggere comincia a stufare ed essere esagerata. La comunità gay è importante come può esserlo la famiglia, ma io trovo patologico chi abbia sempre bisogno della comunità allo stesso modo di chi è eccessivamente attacato alla famiglia. Non c'è dubbio che la comunità svolga una funzione importantissima nella lotta dei diritti e nella rappresentazione politica del mondo LGBT, ma a un livello sociale e personale diventa comunque una realtà accessoria se uno si è costruito una vita propria (che sia di coppia o single).

 

L'orientamento sessuale è solo uno dei tanti aspetti di una persona, come ad esempio l'essere magri o l'essere alti,  solo che nessuno si sognerebbe di menarla tanto con una fantomatica comunità di alti o magri :D. Capisco che ci sono motivi politici e di appoggio per dover far comunità perché la società ancora non ha sdoganato l'omosessualità come semplice caratteristica personale, ma sono pure del parere che l'essere gay non fornisca una passione, un interesse e un argomento tale da poter formare una comunità d'interessi univoci come può essere il club del calcetto o l'associazione di scacchi. Nel club di calcetto ci sono personalità e caratteri di tutti i tipi che si riuniscono per l'amore per il calcio ed è un interesse che può portare ad ore di divertimento e discussione, ma stento davvero a capire cosa posso unire gay di diverse personalità solo per il fatto di essere gay... Sì gli piace lo stesso sesso, possono scambiarsi opinioni e al massimo anche far sesso tra di loro, ma dopo che fanno?

privateuniverse

L'orientamento sessuale è solo uno dei tanti aspetti di una persona, come ad esempio l'essere magri o l'essere alti,  solo che nessuno si sognerebbe di menarla tanto con una fantomatica comunità di alti o magri :D.

 

Hai detto una sciocchezza talmente grossa che hai finito per dimostrare da solo, con l'esempio che ti se scelto, quanto fosse grossa.

 

Paragonare un orientamento sessuale, che è stato a lungo (e spesso, tuttora, è) causa di persecuzioni, omicidi, discriminazioni, e nel migliore dei casi quanto meno di uno stigma sociale, all'essere alti o magri, significa essere incapaci di un ragionamento logico elementare.

 

Vorrei proprio vedere che tipo di "atteggiamento nella vita" può avere un gay, per esempio, in Uganda; e se in una realtà di provincia gli omosessuali dichiarati sono zero, dubito che sia in questione l'"atteggiamento nella vita" dei singoli.

 

Quando tutti gli individui appartenenti a una categoria si nascondono la causa non può certo ravvisata nel carattere dei singoli.

Edited by privateuniverse

Cos'è un trolling post-natalizio? Nemmeno per Natale riesci a essere di buon umore?

 

E' inutile che citi l'Uganda, il mio discorso vale solo per nazioni mediamente civilizzate. C'era davvero bisogno di specificarlo? E sembra di scoprire l'acqua calda dicendo che la vita per un gay di provincia sia più dura, però insomma io non vivevo certo in un luogo gay-friendly... Al giorno d'oggi con volontà e fatica si può essere padroni del proprio destino, il limitarsi a piangersi addosso non mi pare sia molto costruttivo. 

 

 

 

Paragonare un orientamento sessuale, che è stato a lungo (e spesso, tuttora, è) causa di persecuzioni, omicidi, discriminazioni, e nel migliore dei casi quanto meno di uno stigma sociale, all'essere alti o magri, significa essere incapaci di un ragionamento logico elementare.

 

A me pare sia tu l'unico colpevole di non leggere bene e/o non usare la logica....

 

 

 

Capisco che ci sono motivi politici e di appoggio per dover far comunità perché la società ancora non ha sdoganato l'omosessualità come semplice caratteristica personale

Non è colpa mia se la società (e moltissimi omosessuali) continuino a farne una questione di Stato sull'orientamento sessuale che di per sé non è tanto diverso dall'essere biondi o essere alti.

 

Per il resto impara a replicare con toni civili e meno spocchiosi. Se hai rabbia repressa o acidità tienitela per te.

privateuniverse

In certi casi la spocchia posso permettermela.

 

Visto che essere gay è come essere alti 1,77, tu che ci fai in un forum gay invece che in un forum di persone alte quanto te?

 

E conosci forum di persone alte o basse?

 

Andiamo, hai detto una stupidaggine grossa come una casa; anche per le nazioni "mediamente civilizzate" (quello dell'Uganda era un esempio estremo, ma forse tu hai veramente troppo poca immaginazione, o esperienza di vita, per capire a cosa mi riferisco).

 

La logica non è proprio il tuo forte. Infatti non c'entrano niente né il "piangersi addosso", né l'"essere padroni del proprio destino". Si parla di situazioni generali che formano l'oggetto di molte discussioni anche in questo forum; discussioni che spesso sono aperte da adolescenti o da giovani che si chiedono come si fa a conoscere altri gay e che vivono non a Isernia, ma in Veneto, in Lombardia, in Piemonte.

 

Ma toglimi una curiosità: tu dove sei cresciuto? E, nel posto in cui sei cresciuto, ci sei cresciuto da gay oppure hai cominciato ad andare con gli uomini solo dopo?

 

Perché guarda che non è proprio la stessa cosa scoprire di essere gay a sedici anni o o trentadue eh, non so se te ne rendi conto.

Edited by privateuniverse
Quello che ho detto è che il matrimonio gay è stato inventato dalla società etero. E' stato inventato dalla destra religiosa americana negli anni 70 come spauracchio. Per più di vent'anni i gay sono stati contrari al matrimonio gay e consideravano l'accusa di volerlo legalizzare come una calunnia. I gay non hanno avuto nessun ruolo in tutta questa cosa del matrimonio gay. Hanno fatto tutto gli etero, pro e contro, soprattutto i media. D'altra parte pochissimi gay si sposano.

 

Questa cosa dell'invenzione del matrimonio gay da parte della "destra religiosa americana" mi sembra alquanto inverosimile, non tanto perché non ricordo nulla in proposito in quegli anni (dopo tutto non ero e non sono particolarmente informato sulle opinioni americane), quanto perché non vedo come si potesse parlare di matrimonio gay in un decennio in cui l'omosessualità era ancora considerata disturbo psichico.....

Comunque è vero che l'amore omo con il matrimonio della nostra tradizione millenaria c'entra come i cavoli a merenda, ma non perché amore omo, bensì perché amore e basta:

il matrimonio non è mai stato il luogo dell'amore tra due persone.

E' un fatto però che nell'ultimo secolo il matrimonio sia lentamente divenuto, se non giuridicamente certo socialmente ed eticamente, proprio il luogo dell'amore tra due persone e quindi è giocoforza che i gay (siano o no comunità) lo rivendichino anche per consacrare il proprio amore.

Questo non vuol dire ovviamente che tutti i gay che lo rivendicano siano perciò disposti ad accedervi, ma anche per quelli che non vi accederebbero (tra i quali mi annovero) la rivendicazione del matrimonio vuol essere in realtà rivendicazione di parità dell'amore.

Edited by Mario1944

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