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LGBTQIAE? No solo LGT


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Vabbè, però adesso non facciamo diventare questo topic come pubblicità occulta verso questa o quella associazione perchè credo che non sia proprio il caso di farlo. Mi sembra come quando nelle commedie di Natale mettono i biscotti in bella vista col nome grosso e dicono:"mmmm, che buoni questi biscotti! I vostri come sono?"

 

Io credo che spesso si faccia troppa semantica, troppi giri di parole e troppe discussioni sul lessico quando servirebbe semplicemente un po' di buona volontà in più da parte di tutti per risultare inclusivi ed accoglienti verso chiunque voglia far parte dell'associazionismo! Sarò forse troppo "praticone", ma lo sono sempre stato....credo che un sorriso di più verso tutti quelli che si affacciano ad una realtà consolidata valga più di tante pagine e pagine scritte a tavolino. Invece nell'associazionismo di oggi vediamo tante belle parole, tante belle disquisizioni e discussioni auliche su questo o quel tema quando poi all'atto pratico si pensa solo ad assicurarsi una poltroncina e a sparlare di tutto e di tutti. Forse bisognerebbe essere più aderenti con le proprie azioni con quello che si scrive. Allora si che le cose cambierebbero.

Edited by BenderX

Secondo me però bisogna ricordarsi che comunità LGBT non è sinonimo di Arcigay o qualsiasi altra associazione. Associazioni e iniziative lesbiche e trans ce ne sono, quindi la presenza L e T nella comunità non si può contestare. Che poi in certe associazioni rivolte più ai gay o formalmente "neutre" lesbiche e trans siano una minoranza è un altro discorso. E non credo che ci sia nemmeno nulla di male, dopotutto essere gay ha le proprie specificità proprio come essere lesbica o trans, è normale che i gay si creino i loro spazi.

Di fatto comunque mi sembra che una condivisione di attività e di ideali tra persone L, G e T non manchino.

 

Per quanto riguarda i bisex, anch'io ne conosco vari che fanno associazionismo. La domanda secondo me potrebbe essere semmai in che misura essi si fanno portatori e rappresentanti di una realtà diversa da quella gay. Voglio dire che tra un'attivista lesbica e uno gay spesso ci sono differenze profonde. Infatti non mancano associazioni rivolte in modo prevalente ed esclusivo alle lesbiche, incontri sul lesbismo, ecc.

I bisex presenti nella comunità, invece, vi partecipano da bisex o da gay? Se vogliamo fare un discorso sulla B, per me il problema non è quindi l'assenza di bisex nella comunità, quanto che manca una chiara "identità bisex" che si contrapponga alle altre allo stesso modo in cui tra essere lesbica, gay o trans ci sono chiare differenze e unicità. Ben vengano quindi iniziative specificamente bisex.

Ah beh, portare in associazione la/il compagna/o etero sarebbe un'ottima modalità. Personalmente l'ho visto fare in una sola occasione.

Comunque è una cosa che potrebbero fare solo i bisex che sono in una relazione etero.

 

Io stavo pensando al fatto che esistono gruppi lesbici all'interno di associazioni neutre, esistono associazioni lesbiche, esistono serate e incontri a tematica lesbica, esiste una letteratura lesbica, ecc.

La bisessualità invece mi sembra che sia molto meno visibile. Anche il fatto di "agire l'eterosessualità" non mi sembra un grosso passo avanti, perché si tratterebbe sempre di alternare attività/socialità etero a una gay.

Assolutamente. Dico solo:

1) Che l'ho visto accadere di rado. Magari sarò io che ho guardato nei luoghi sbagliati, sentiti / sentitevi liberi di reindirizzarmi. XD

2) Che la visibilità bisex non dovrebbe passare solo attraverso quei bisex che stanno in una relazione etero. Se essere bisex è un'identità separata, allora dovrebbe esserci modo per agire anche la propria bisessualità (non eterosessualità), no?

Mi sto chiedendo perché non sento mai parlare non dico di associazioni bisex, ma perlomeno di gruppi bisex organizzati all'interno di associazioni più grandi.

Ancora le letterine di questa sigla a creare problemi. Io credo che sia limitativo affidarsi alle sigle, in cui ci sarà sempre qualcosa da aggiungere e, a quanto pare, da togliere.

Trovo ridicolo disquisire su chi sia autorizzato o meno ad aderire al movimento, trovo ridicolo contestare la 'e' in quella sigla che era una delle poche intelligenti messe.

Qua non è una partita fra guelfi e ghibellini, né una partita fra etero vs altri, anche perché siamo uno sputo di 4% (forse) ed è demente, dal punto di vista numerico oltre che etico, ponderare l'esclusione di etero e altri soggetti cosiddetti 'scomodi' dalle nostre battaglie.

Icoldibarin, mi sembra che tu stia approcciando la questione da un punto di vista totalmente sbagliato. Il termine non serve per escludere qualcuno da qualcosa, serve per definire una realtà.

 

Mi rendo conto che forse, essendo poco orecchiabile, LGBT non è molto usata nel parlato, ma per lo meno nello scritto è usata. Prendi frasi come le seguenti:

- Quella di ieri sera era una manifestazione a sostegno dei diritti delle persone LGBT.

- Le serie televisive italiane avrebbero bisogno di più personaggi LGBT.

 

Capisci che io non posso inserire una E in quelle frasi, perché io non mi sto riferendo agli eterosessuali? Questa sigla nasce proprio dalla necessità di avere un termine per riferirsi alle persone non eterosessuali e non cisgender. Se me le includi nella definizione, non è che magicamente abbiamo risolto i problemi della società, semplicemente avrò bisogno di un nuovo termine. Perché il fatto che le persone LGBT abbiano qualcosa di diverso dal resto della società che li unisce in certi contesti è un fatto.

Son le parole che si adattano la realtà, non la realtà che si adatta alle parole.

 

Nessuno sta parlando di escludere nessuno, si sta parlando di definizioni. E le definizioni, lo dice anche la parola, servono per dire dove finisce una cosa e ne inizia un'altra. Dopodiché io sono una persona gay, LGBT, maschio, italiano, ecc. Non è che adottando una di queste definizioni il mio intento è segregarmi o fare la guerra al resto del mondo.

Ho capito ciò che vuoi dire, però ho diverse obiezioni.

In primis quelle quattro lettere hanno creato diversi attriti, sia fra chi si sentiva escluso, sia fra chi non era contento dell'ordine delle stesse.

Genera confusione fra movimento e soggetti d'interesse: ne "il movimento lgbt ha rivendicato oggi in piazza in suo diritto a manifestare" lgbt copre il ruolo dei panda o del WWF?

Infine basare la propria identità di 'movimento' su chi si è piuttosto che su cosa si vuole ottenere non mi pare saggio. Io mi sento più affine nella battaglia con un etero che vuole ottenere una forma di unione civile piuttosto che con un gay che ritiene il matrimonio un patto squisitamente eterosessuale, così come dovessimo fare una battaglia antirazzista preferirei un hippy caucasico ad un nero militante nella Lega Nord.

 

Non è molto meglio spingere verso un simbolismo come l'arcobaleno, che già è nella nostra bandiera ed offre un'immaginario inclusivo ma unito?

Non mi interessa pubblicizzare il milk (che poi è a milano, e non mi pare che voi tutti lo siate).
Esistono molte associazioni simili, comunque. Ne conosco davvero parecchie, in nord italia e a roma.
 

Io conosco molti bisex che frequentano circoli arcigay ma alla fine fa attivismo "la loro parte omosessuale".

 

devo dire che da noi (non voglio pubblicizzare, ma è cosi), ci sono dei progetti dedicati alla realta' B e alle sue peculiarita'.
Si, i bisex portano il loro partner "della relazione etero, quindi la persona di genere opposto" in associazione,

ma piu' spesso è proprio la coppia ad essere formata da due bisessuali, che, per ovvie ragioni,

si trovano meglio tra loro (le ragioni sono i pregiudizi che gay ed etero hanno sui e sulle bisex)

Una cosa particolare comunque dei bisessuali visibili e attivisti è che anche la coppia eterosessuale 

(nel senso di due persone di genere opposto, che non sono per forza due eterosessiali),

è che frequentano la comitiva glbt, le associazioni glbt, gli spazi glbt.

Mentre il e la bisex che hanno fatto associazionismo "solo per la parte omo", poi quando sono 

in coppia etero spariscono, magari il o la partner neanche sa che sono bisessuali.

Siccome si parla di cose che "non ci sono" o "in italia non ci sono" io sono costretto a parlare della mia associazione,

perché appunto ci sono progetti e serate sulla bisessualita, al pride ci sono striscioni sulla bisessualia' e sulla bifobia,
ci sono anche progetti online, gruppi, etc etc
Ma poi i bisessuali non sono un "sottogruppo" dell'associazione, ma partecipano in modo spontaneo
a tutte le attività (corsi di teatro, meditazione, gruppi di autoaiuto sulle relazioni), cioè è tutto pensato in modo misto.
Lo stesso anche per le persone transgender, che hanno dei gruppi e dei progetti sull'identità di genere,

ma poi partecipano a cene, gruppi teatrali....

A me sembra che sia l'unica modalità sensata e non è stata "voluta", ma si è creata spontaneamente

Comunque come chicca vi giro questo

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1568797826669267.1073741830.1545708148978235&type=3

 

 

Altra cosa: oltre alle coppie di bisessuali (luixlui, leixlei, leixlui) da noi ci sono anche molti bisessuali transgender

e molti bisessuali cisgender ma in coppia con transgender

 

scusate davvero, non volevo pubblicizzare nulla, ma mi dà fastidio che si dica che qualcosa "non esiste"

quando magari in associazioni locali ed esterne ai circuiti cio' avviene

 

 

Edited by Nath

@Icoldibarin, è ovvio che LGBTI si riferisce agli obiettivi del Movimento

e non di chi fa eventualmente parte di quel Movimento.

Anche se è possibile fare un movimento non centrato sulle minoranze

includendo anche le tematiche relative all'eterosessualità

(aborto, contraccezione, violenza di genere);

la sproporzione delle forze in gioco ci porterebbe a occuparci solo di quello.

Ehm, e quanti di questi etero sanno cosa voglia dire LGBT? XD

Per l'etero medio (ma anche per il gay medio), il Pride si chiama Gay Pride e il locale LGBT si chiama locale gay. Voler collegare tutto questo alla sigla LGBT, che viene raramente usata in questi contesti e di cui i più non sanno nemmeno il significato, mi sembra un tantino forzato.

 

Ad ogni modo sì, LGBT è un termine identitario. La rivendicazione politica viene in quanto esiste una comunità, non è la rivendicazione politica che crea la comunità.

Tu stai facendo un'equazione tra LGBT e movimento politico, ma LGBT si riferisce prima di tutto a delle persone con determinate caratteristiche e all'insieme di tali persone. Non è la stessa cosa di PD o PDL. XD

Tu la chiami identiità, io condizione personale. Essere gay non ti rende automaticamente parte della comunità arcobaleno e né ti regala l'identità gay, così come l'essere nato in Italia non ti rende automaticamente un italiano.

 

Il fatto che nessuno o quasi conosca la sigla è indice del fatto che non funzioni assai.

attenzione.

non vanno confusi identità, condizione e comportamenti

 

Un gay represso sposato ha COMPORTAMENTI eterosessuali ma IDENTITARIAMENTE si ritiene etero
Un gay velato ha COMPORTAMENTI omosessuali (di nascosto) ma IDENTITARIAMENTE non si rivendica come gay
 

cosi' come ci puo' essere un bisessuale che non ha ancora esperienza con uno dei due generi (o con entrambi) ma identitariamente sa di essere bisessuale.

lo stesso per gli omosessuali

 

l'identità è consapevolezza

 

sul discorso di omosessuale, omosessualismo, propaganda omosessuale, identità politica omosessuale,

giocano molto gli anti "teoria del gender" , le sentinelle in piedi e i riparatori.

A riguardo ho scritto questo

http://progettogenderqueer.wordpress.com/2014/11/29/orientamento-identita-o-ideologia/

 

Io generalmente distinguo "Identità", "Comportamento" ed "Etichetta"

dove con "etichetta" intendo la classificazione di noi stessi data da terzi.

 

Ad esempio se mi considero eterosessuale e ho un comportamento omosessuale,

quasi sicuramente verrò etichettato come "gay represso".

Ovviamente non posso pensare che tutti i mali dell'associazionismo derivino da quella sigla, dico solo che già come biglietto da visita un nome più inclusivo ed unitario potrebbe aiutare.

 

E' un discorso storicamente sbagliato

 

Il termine inizia ad essere usato dalla seconda metà degli anni '80 in poi

pensi forse che prima non vi fossero tensioni fra gay e lesbiche separatiste

o tra gay e lesbiche ed il variegato orizzonte di bisessuali e fra tutti costoro

e le persone non cisgender?

 

Come pensi che avresti potuto definire meglio - in senso unitario - un movimento

attraverso un obiettivo da realizzare, nel momento storico in cui questo obiettivo

semplicemente non esisteva o qualora in futuro non esistesse più ( perché realizzato ) ?

 

Se ti collochi nel 1985-1995 l'obiettivo prioritario di un gay era sfuggire allo stigma

sull'AIDS-peste gay e adoperarsi per prestare aiuto ai sieropositivi o ai malati, poi fare

prevenzione, raccogliere fondi etc. Tale obiettivo non era certo prioritario per una lesbica

 

Certo oggi, nei paesi in cui l'agenda politica è fondata sull'uguaglianza esiste un obiettivo

politico, l'emancipazione, che è capace di coalizzare ogni componente pur potendosi declinare

in modo diverso ( ad esempio per cis e trans- gender )

 

Esiste quindi un Principio Generale comune, attorno cui possono focalizzarsi tanti obiettivi

politici concreti, ma in ogni caso è il principio quello che unifica più dei singoli obiettivi

 

I "mali" del movimento nascono dal fatto che le persone LGBT in Italia spesso mancano della

forza o dell'orgoglio ( per usare un termine militante ) cioè proprio per il fatto di vivere la propria

omosessualità come "condizione" e basta ( ed al più risolvere alcuni problemi personali-familiari )

il ché li porta all'allergia per la sigla LGBT

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