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Buddhismo...qualcuno di voi lo pratica?


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Premettendo che parlo del buddhismo tradizionale (e non della soka gakkai),

volevo sapere se qualcuno di voi lo pratica.

noi come milk abbiamo fatto vari eventi sulle posizioni del buddhismo

riguardo al tema identità di genere ed orientamento sessuale,

e anche delle interviste

http://www.milkmilano.com/?p=5127

http://www.milkmilano.com/?p=5118

 

e il mio stesso ex ha intrapreso un percorso per diventare monaco novizio zen

(lo zen è friendly)

 

qui invece sono io che ho fatto delle ricerche in merito
http://progettogenderqueer.wordpress.com/2012/11/10/buddhismo-e-identita-di-genere/

 

e questo è un gruppo che parla del buddhismo e del rapporto con le persone GLBT
https://www.facebook.com/groups/buddhismoGLBT

 

Ad ogni modo, io ho letto praticamente di tutte le correnti buddhiste,

ma mi piace molto il theravada.

Volevo sapere se c'erano altri praticanti o ex praticanti,

premettendo che comunque io NON mi definisco buddhista,

ma solo un "turista" spirituale :)

 

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/28949-buddhismoqualcuno-di-voi-lo-pratica/
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Li leggerò, mi piacciono le religioni :) . Guardando questa cartina dei tempi antichi mi chiedo se la religione buddhista si fosse radicata stabilmente nelle regioni mediterranee come avrebbe cambiato la storia del mondo occidentale e pure quella italiana con una Chiesa di Roma antagonista a Buddha.

 

Asoka_Kaart.png

Edited by Rotwang

Li leggerò, mi piacciono le religioni :) . Guardando questa cartina dei tempi antichi mi chiedo se la religione buddhista si fosse radicata stabilmente nelle regioni mediterranee come avrebbe cambiato la storia del mondo occidentale e pure quella italiana con una Chiesa di Roma antagonista a Buddha.

Probabilmente il civilissimo cattolicesimo l'avrebbe sterminata a colpi di guerre sante

sarà stronzo ma forse non c'è niente peggio della chiesa romana.

Ah no, i nuovi protestantesimi reazionari ed omofobi, in america, e l'islam ! :)

Come si fa a stabilire grandi di "peggio"?

Per me, ogni religione è un male inguaribile. Che tenterei volentieri di estirpare a suon di stermini.

Però va detto che la buddhista, forse perché non ha mai tanto rotto le scatole agli altri, se solo si riqualificasse come filosofia potrebbe essere salvata dalla mia furia omicida.

mah.. il buddismo mi sembra inutile quasi quanto le altre religioni. 

L'importante è essere sereni con se stessi.. a che serve cercare un dio (inteso come persona oppure come essenza ecc) che ti faccia sentire realizzato e meno "triste" l'idea della morte? 

siccome detesto il qualunquismo,

il paragone tra il buddhismo e le altre religioni (monoteiste, rivelate) è sciocco.

 

se poi per rivalutarlo preferite chiamarlo olismo, spiritualita', filosofia, E NON religione,

perchè la parola "religione" vi rimembra traumi, fate come volete

 

ho linkato comunque molto materiale che è chiaro sulla visione buddhista delle realtà GLBT.

Vabbé.. non c'è mica bisogno di prendersela per delle critiche. 

E' proprio qui la differenza fra religione e filosofia.. e questo l'ho capito. 

ma devo pensare a come son nate tutte le filosofie.. ovvero scuole di pensiero.. ovvero tutta la gente che si riunisce per pensarla allo stesso modo. 
E il passo che porta a "imporre questo modo di pensare" è breve. 
Tutto qui.

A me non interessa se grazie a quei dettami tu stai bene e accetti con serenità tutto ciò che succede.. ma è proprio il fatto che tu debba seguire quei dettami per farne parte.. altrimenti sei fuori ;) Cioè per accettare completamente ciò che ci fa stare bene e vivere meglio la nostra vita.. dobbiamo davvero far parte di un'associazione (si perché alla fine è un'associazione di persone) ?? 
Ecco perché ci sono varie correnti che ognuna interpreta in modo un po' diverso il buddismo rispetto alle altre.. da quella più omofoba a quella meno. 

Mi ricordano molto le scuole di arti marziali che ho frequentato per tanti anni (soprattutto Kung Fu).. da una scuola all'altra cambiava il metodo di insegnamento.. ma il principio non cambiava mai. 
 

mah.. il buddismo mi sembra inutile quasi quanto le altre religioni. 

 

L'importante è essere sereni con se stessi.. a che serve cercare un dio (inteso come persona oppure come essenza ecc) che ti faccia sentire realizzato e meno "triste" l'idea della morte? 

Il buddismo in realtà non è una vera e propria religione, quanto uno stile di vita. Il che lo rende già più attraente rispetto alle religioni "normali": non è insito nella sua mentalità il convertire persone, perché è un percorso per come me l'hanno descritto assolutamente personale.

Cioè per accettare completamente ciò che ci fa stare bene e vivere meglio la nostra vita.. dobbiamo davvero far parte di un'associazione (si perché alla fine è un'associazione di persone) ?? 

 

Non condivido del tutto quello che hai scritto, ma penso che questa domanda sia fondamentale.

Non perché la risposta sia necessariamente sì, o necessariamente no, ma perché sta tutto là nella domanda.

 

Non ho mai praticato buddhismo; ho amici praticanti, alcuni dei quali son persone con un'etica ineccepibile, altri invece a mio avviso "zoppicano" un po'...però ecco, questa attitudine giudicante è già decisamente poco buddhista.

Nath secondo me ci conosciamo e abbiamo anche percorso un piccolo tratto di strada spirituale insieme.

Il Buddhismo è una religione a me affine ma non contempla l'anima, quindi impraticabile per me.

Non è proprio così, è un discorso un poco più complesso. Noi, condizionati dal contesto cristiano, bene o male immaginiamo l'al di là come un posto con le nuvolette dove proprio noi saremo felici a suonare l'arpa su una nostra nuvoletta. Una nota pubblicità di caffè, nella sua ingenuità è estremamente interessante perché rivela molto bene le aspettative della maggioranza delle persone (altrimenti non sarebbero bravi pubblicitari). Naturalmente la dottrina cristiana non è così semplice ma resta che anche inconsciamente crediamo che saremo sempre noi stessi, ovvero quel qualcosa che ci rende una persona unica e che una volta svincolato da un corpo mortale è felice per sempre. In questo senso, almeno all'incirca, si può intendere l'anima.

 

Nel Buddhismo Theravada e nelle altre scuole vicine all'insegnamento originario, viene spiegato che con la morte se ne va via tutto quello che ci fa sentire noi stessi, ovvero non solo il corpo ma anche le funzioni mentali e la psiche. Tutto l'individuo, comprese le funzioni che noi attribuiamo all'anima, viene distrutto al momento della morte. Rimane però un nucleo più profondo che è poi quello che passa da una vita alla successiva e si porta dietro gli effetti delle azioni compiute. Prende rinascite diverse, non solo umane o animali (se ci si è comportati male) ma comunque sussiste un qualcosa di individuale. Alla fine, ottenuta l'illuminazione, il Buddha storico ricordò tutte le esistenze precedenti il che vuol dire - stando ai sutra, ovviamente non lo sto dando come dato di fatto - che c'è qualche principio individuale anche se non è descrivibile bene a parole. Difatti i testi fanno pensare a diverse cose e contemporaneamente le escludono. Si tratta di esperienze che si ottengono in meditazione e per chi ci crede, a livelli avanzati queste cose vengono esperite direttamente e diventano chiare.

 

Viene fatto un paragone interessante con una candela che ne accende un'altra proprio nel momento in cui, consumata, sta per spegnersi. La seconda candela è qualcosa di diverso ma non esisterebbe senza che la candela precedente l'avesse accesa. C'è differenza ma contemporaneamente anche continuità.

 

Anche io tuttavia sono attaccato all'idea di un me-stesso che purtroppo verrà distrutto e anche io per questo sono rimasto un turista spirituale. Apprezzo qualsiasi tradizione non contempli gerarchie temporali mascherate da questioni spirituali, proibisca il proselitismo e soprattutto insegni tolleranza e serenità. Sicuramente da questo punto di vista il Buddhismo è avanti a tutti di parecchie lunghezze e lo dico serenamente appunto perché non ho sposato nessuna causa.

Edited by gollum

L'Anatta non è anima. Io non mi riferivo a scenette da spot per descrivere l'aldilà. I buddhisti di ogni tradizione cercano goffamente di aggirare l'ostacolo del non sé che ha posto Siddharta, spesso incappando in controsensi clamorosi: ok, toglici la mente, toglici i pensieri, toglici l'aspetto ma allora che rimane? Un'energia impersonale che non pensa né vive! Che nel Buddhismo non ci sia proselitismo è errato, mai sentito parlare, solo per citare un caso, delle sette Nichiren?

Edited by Pix

Personalmente, mi sono avvicinato alla filosofia Buddhista per motivi di studio, tralasciando quindi gran parte dei problemi e delle questioni religiose che non mi competono. Da non credente, ho trovato molto difficoltoso "calarmi" in un pensiero tipicamente orientale e profondamente diverso dal nostro, che volenti o nolenti siamo permeati dai secoli di cristianesimo attivo che ci precedono. Alcuni studiosi (occidentali, ovviamente) hanno tra l'altro fatto notare una certa somiglianza tra la filosofia Buddhista e un certo tipo di filosofia occidentale (l'Idealismo), che secondo me è abbastanza interessante.

 

Oltre tutto ciò avrei una domanda. Ho letto con interesse gli articoli che hai postato, ma un dubbio mi rimane ancora: non essendoci una e una sola verità buddhista che sia universalmente riconosciuta da tutti gli appartenenti all'ordine, e quindi manca (a quanto ho capito) una "direzione centralizzata" della dottrina che ogni scuola professa, è possibile che una questione spinosa come l'accostamento omosessualità-religione sia visto in maniera diversa da ogni scuola o da ogni tempio? Cioè, è possibile che in due scuole appartenenti allo stesso ordine io da omosessuale venga in una accettato e nell'altra "cacciato"?

L'Anatta non è anima. Io non mi riferivo a scenette da spot per descrivere l'aldilà. I buddhisti di ogni tradizione cercano goffamente di aggirare l'ostacolo del non sé che ha posto Siddharta, spesso incappando in controsensi clamorosi: ok, toglici la mente, toglici i pensieri, toglici l'aspetto ma allora che rimane? Un'energia impersonale che non pensa né vive! Che nel Buddhismo non ci sia proselitismo è errato, mai sentito parlare, solo per citare un caso, delle sette Nichiren?

Certo, le conosco, ma per quanto mi riguarda il Buddhismo giapponese è al limite estremo di quella che è la sostanza degli insegnamenti. I fondatori del Buddhismo giapponese si formarono e studiarono in Cina e a loro volta i buddhisti cinesi avevano largamente interpretato la dottrina in termini a loro congeniali. Non per niente stiamo parlando di civiltà che col mondo indoeuropeo avevano e hanno poco a che fare. Quindi per sintetizzare, primo passaggio in Cina e prima profonda reinterpretazione, passaggio di seconda mano in Giappone e - mi voglio rovinare - mi citi una scuola che anche per il Buddhismo giapponese si colloca ai margini. E' esattamente come se volessi dare io peso al fatto che Origene credeva nella reincarnazione e dire che questo fa parte del sistema di pensiero del moderno Cristianesimo. Non ti sto confutando, dico che prendendo esempi estremi si riesce a dimostrare tutto. Se invece vediamo nel complesso, in nessun punto del Tripitaka si fa anche lontanamente capire di dover diffondere il messaggio nei termini che noi vediamo come proselitismo. In effetti la comunità monastica era ed è soprattutto un esempio di vita vissuta; in questo senso si può parlare di diffusione ma non certo di proselitismo.

 

Sull'altra questione io non potevo sapere che avevi una idea già precisa, come invece vedo ora. Sicuramente se una persona che ha una conoscenza non superficiale di un mondo spirituale ne vede come una mancanza l'assenza del concetto di anima, avrà motivi molto validi e molto meditati. Non mi impiccerei nemmeno con uno che non sa niente, figuriamoci con chi ha usato come minimo le parole giuste :) Non volevo convincere nessuno ma converrai che la critica sulla mancanza del concetto di "anima" nel buddhismo ha già una sua vulgata coi suoi luoghi comuni e l'ho sentita un sacco di volte. E credo anche tu.

Hai letto gli articoli delle mie ricerche?

forse l'unica corrente un po' omofobica (per le dichiarazioni del dalai lama) è quella tibetana.

ma non è del tutto vero neanche questo

A quanto ho capito è un po' differente. In sostanza una delle dieci azioni negative (altre scuole fanno classificazioni diverse) è la condotta sessuale impropria. A sua volta in questa fattispecie vengono fatte rientrare una serie di cose come ad esempio non fare sesso vicino a luoghi sacri, non costringere nessuno o nessuna che sia a fare sesso, evitare certi giorni, non provocare adulterio o infedeltà e così via. Successivamente i commentatori tibetani hanno aggiunto che è condotta sessuale impropria tutto quello che non avviene tra pisello e figa :) e lascio a voi le deduzioni. Commentari ancora successivi hanno anche incluso le seghe (per cui personalmente sarei condannato!!!). Ma si deve ricordare che questi commentatori scrivevano per monaci e se anche questo non è un alibi, se ne deve tenere conto.

 

Questo per quanto riguarda la tradizione e quel che è scritto. E' vero che diverse volte il dalai lama ha espresso perplessità sull'omosessualità ma solo in quanto lui è il testimone vivente di una tradizione che si è trovato già essere antica e consolidata, e ha detto che non se la sente di sconfessarla in nessun senso. Ma contestualmente ha lasciato anche intendere se pur in modo evasivo che le regole sono eredità di tempi diversi, e che se lui non le può riscrivere, i tempi sarebbero maturi per un concilio ecumenico in cui tra le altre cose, anche questa potrebbe essere rivista alla luce dei tempi odierni. Alcuni lama e maestri interpellati al riguardo hanno detto che se da un lato quello è scritto, carta canta e non si possono mettere scuse, dall'altro lato molto anche conta il contesto: un conto è violentare qualcuno o qualcuna, un conto è una relazione stabile basata sull'affetto e il rispetto. Il risultato karmico è molto diverso, per chi ci crede.

Edited by gollum

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