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università: sono a un punto morto.


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La situazione che sto per descrivere credo sia quella comune a molti ragazzi della mia età. Ho iniziato l'università ora mai da 2 anni abbondanti e dopo lo  sprint iniziale, la voglia di fare è andata scemando gradualmente. Alla fine del secondo anno avevo praticamente solo 2 esami del secondo sul libretto e 5 del primo anno per un totale di 7 esami. Quest' anno avrei già dovuto essere quasi alla fine del percorso  e invece mi ritrovo in alto mare con molti esami mattone che non mi vanno proprio giù. Il punto è che sto pensando di abbandonare anche perchè questo corso di laurea diciamo che non mi assicura una prospettiva futura.. non è neanche ambito...

... potrei finire tranquillamente come altri al call center o decatlon a meno che non decida di andare all'estero però anche lì dovrei partire dal basso. Sono anche fuori sede e i miei in questi anni hanno speso una barca di soldi come è facile intuire per farmi fare lo studente universitario e ora non ce l faccio più. Le capacità non mi sono mai mancate (ho la media del 26) e generalmente assimilo bene i concetti, ma mi ritrovo ad un punto critico.. insomma non sono mai stato uno studente costante( della serie: è intelligente ma non si applica).. poi l'università dovrebbe essere per persone che amano lo studio e sono appassionate, non per scansafatiche che non sanno che altro fare e studiacchiano giusto un po' per togliersi il peso. Inoltre vorrei fare altro e l'università mi sta limitando molto, vorrei fare esperienze che non ho mai fatto tipo viaggiare, conoscere, innamorarmi.. cose che mi sono sempre precluso per colpa di questi fottuti libri. Non so più cosa fare sono molto confuso..

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https://www.gay-forum.it/topic/29034-universit%C3%A0-sono-a-un-punto-morto/
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Ciao,

 

insomma... una situazione abbastanza comune a molti, ma non per questo da banalizzare :-).

Se lo dici, sei in stallo, tuttavia è anche vero che non sei tra quelli "rovinati", nel senso che hai preso i tuoi 7 esami, che non sono pochi, e tutto sommato quello che avverti non è tanto un problema di libretto, sebbene tu possa comunque considerarti un po' indietro (ma è abbastanza comune, come cosa), ma un problema legato a quello che hai dentro tu, in questo momento. Per cui mi focalizzerei su di te come persona, più che come studente.

Probabilmente dentro di te c'è molta stanchezza, ed anche un po' di instabilità emotiva, o ancor di più di una ricerca di certezze affettive. Insomma, ti serve forse un po' di movimento, ma serve al ragazzo, più che allo studente. Dico bene? :)

Come va con le amicizie, con le uscite? Ti ritagli i tuoi momenti di divertimento, di svago? Se non lo fai, guarda, che fossi anche tu sommerso da chissà quali pensieri studenteschi devi sempre e comunque farlo! E quando dico sempre, dico SEMPRE, anche sotto esame!

(Non so, qualche uscita, due salti in disco, una partita di calcetto, farti un regalo ogni tanto, visitare una città in cui non sei mai andato, fare un giro in spiaggia a lasciar due pensieri al mare, etc.)

Io lavorerei su questo se a livello affettivo/amicale sei un po' giù...

Poi ovviamente c'è la questione studio. Anche io mi permetto di chiederti cosa studi, ma ancor di più ti chiedo se frequenti i corsi.. ci vai, a lezione?
Io credo sia importantissimo, per uno studente, VIVERE l'università, soprattutto se sei fuori sede. Andare ai corsi (anche quelli che ci sembrano meno utili), confrontarsi, studiare in biblioteca, pranzare a mensa... ti rafforzano come studente, ti mettono in contatto con i tuoi "colleghi" e ti fanno sentire vivo, e probabilmente anche più motivato verso la disciplina che studi, che rischia di diventare asettica se si riduce alla mera lettura di un libro di testo.

Dai, dicci qualcosa di te... e guarda, non sottovalutare quello che l'università di solito offre: tra le varie cose, anche molto spesso un supporto per studenti (spesso lo fa indirettamente, tramite l'azienda per il diritto allo studio). Tra i servizi proposti da questi sportelli, quasi sempre l'ascolto psicologico, orientamento, gruppi di studio, elaborazione di strategie di studio, student training etc.

@Marco7

In Italia i voti sono in trentesimi. Un 6 è quindi 18, ovviamente il 10 è equiparabile al nostro 30 universitario (con eventuale lode).

Certe scelte sono davvero dure.Pensa che io mi sono ritirato dall'università e mi mancano 8 o nove esami ma non ne potevo più,stavo letteralmente impazzendo.Ho fatti i tuoi stessi ragionamenti valutando i miei sacrifici e sopratutto quelli dei miei genitori,mi sono portato il senso di colpa per svariati mesi poi un giorno ho capito che aldilà di tutto la cosa più importante era la mia felicità e la mia salute mentale.Quindi ho chiuso baracca e burattini e ho cambiato totalmente vita dedicandomi a qualcosa che mi appassiona e mi coinvolge senza farmi impazzire in una corsa contro il tempo.Se senti che ciò che stai facendo non ti soddisfa allora vuoi il mio consiglio?Cambia totalmente,rinnovati e vedrai come rinascerai.Scegliere è difficile perchè si mettono in mezzo sempre le resonsabilità,le recriminazioni,i rimorsi ma certi scheletri non si possono tenere nell'armadio altrimenti rischiamo di diventarne noi a nostra volta

Ciao!

Se non ricordo male studi anche tu Veterinaria come me.. 

Pure io sono indietro per un motivo e un altro e ci sono stati molti "arenamenti".. ma so cosa vuol dire dare gli esami a Veterinaria che spesso comprendono moduli diversi (tipo le Malattie Infettive). 
7 esami non sono proprio pochi ;) Non credo che siano tutti esami da 3 crediti da te.. 

Io sono dell'idea che se è comunque una materia che ti piace.. anche visto che è a numero chiuso come facoltà.. di non mollare mai. Cerca di obbligarti a studiare una materia anche un'ora al giorno.. poi sempre di più fino a rispettare gli orari. D'altronde è come andare a lavoro. 
 

Se molli.. pensa che i tuoi hanno buttato via soldi per nulla. E a meno che tu non sia fermamente convinto della tua scelta.. non te lo consiglio ;) 
Parlane anche con i tuoi genitori di questa problematica (come io ne parlo con i miei). 

Questo sempre se ti piace ancora.. non pensare al fatto che non è più ambito come lavoro.. 
E' un problema che hanno tutte le facoltà.. quanti ingegneri ci sono che hanno trovato subito lavoro dopo la laurea? quanti laureati in lettere? 
Tutto sta nella capacità di reinventarsi e sfruttare le proprie conoscenze della materia e qualcosa si trova.. per quello dalla Clinica io sono passato al ramo dell'ispezione degli alimenti. E' solo una carta in più per me.. se mi prendono in un'azienda privata o passo qualche concorso. Bene.. altrimenti finirò a fare il clinico sfruttato e sottopagato per qualche anno e poi si vedrà. 

 

 

Sono anche fuori sede e i miei in questi anni hanno speso una barca di soldi come è facile intuire per farmi fare lo studente universitario e ora non ce l faccio più

 

io penso che anche questo al di la' di tutto sia molto importante

per via sopratutto del periodo di magra lavorativa che impone gia' molti sacrifici

 

quello che ti porta ad arrivare in fondo ad un percorso di studi, in genere e' una forte motivazione interna

ed un progetto che ti senti tuo

 

ho sentito molti che magari, si iscrivono all'universita' un po' cosi',

per prendere una laurea, perche' e' quasi il passo scontato da fare dopo le superiori

non e' proprio vero 

 

quel che devi fare e' chiederti se hai una tale motivazione dentro e riuscire a darti una risposta sincera

 

giusto per non trovarti poi a portare avanti altri anni annaspando

rischiando di arenarti comunque avendo perso un sacco di tempo

@Fe92 guarda rispondo prima a te perchè secondo me hai centrato il problema: il fatto è che avverto tanta stanchezza soprattutto mentale.. quello che mi fa male è che i miei genitori continuano a dire che non mi manca nulla per stare così. Non è vero. Prima di tutto ho avuto  a che fare con un coming out negli ultimi mesi molto destabilizzante ( quando dovrebbe essere il contrario) perchè mia madre avrebbe voluto cancellarmi dalla faccia della terra e ha pianto tanto. La situazione è migliorata ovvio però a lei infastidisce ancora il fatto che possa essere gay e quindi preferisce far finta di niente. In questi anni poi ho avuto una vita regolare, sempre stessi amici stessa compagnia.. il problema è che è una vita fin troppo regolare.. non fraintendermi. Il fatto è che ora sto temporeggiando anche con le amicizie perchè sento di essere arrivato alla frutta anche con loro ( ci frequentiamo da una vita) e sento che è arrivato il momento di dare una svolta alla mia vita in tutti i campi ma non saprei da dove partire. Ho anche provato a conoscere qualche ragazzo, ma ogni tentativo è stato vano. Sono stato sempre un tipo molto sulle mie da quando ero piccolo e ciò mi ha penalizzato in tutto. Dal non avere una storia o un semplice intrallazzo per la mia troppa timidezza a frequentare sempre la solita compagnia ( che non è un male però ci si stanca alla lunga).

PS: studio veterinaria.

 comunque grazie per le risposte ragazzi continuerò a scrivere in serata.. a dopo ciao

Una situazione che conosco molto bene purtroppo. Faccio scienze biologiche, sono quasi arrivato al doppio del tempo e mi mancano ancora 6 esami. Finirò, però se potessi tornare indietro forse non mi iscriverei più. Il mio problema è stato che a 20 anni, al 1° anno, ho scoperto di essere gay e la scoperta del 'nuovo mondo' mi ha bloccato totalmente. Per due anni non ho fatto altro che pensare a rifarmi del tempo perso sia a causa degli studi sia a causa del tempo che ho impiegato per chiarire la mia sessualità. La realtà è che l'università non fa per tutti né per tutte le situazioni. La società in cui cresciamo ci spinge a credere che scegliere di non frequentarla sia quasi qualcosa di brutto ma in realtà è la società ad essere diventata sbagliata su questo. Una persona può essere utile al mondo e guadagnarsi da vivere in tantissimi modi che non richiedono di aver frequentato un corso universitario. L'errore è di chi ha iniziato ad ostinarsi a richiedere l'università anche dove non serve. L'errore è di chi ha pensato che l'università potesse essere trattata come un fenomeno da massificare con l'intento di ambire a stipendi e a tenori della vita più alti. In Germania ci sono lavori ben più pagati del salario medio italiano che non richiedono affatto l'università. In Italia ci sono lavori da laureato pagati 700 euro e precari. La scelta che ci si trova a fare è quella tra 'compromettersi' un pezzo di vita per continuare a stare a galla nell'attuale sistema o lasciar perdere ad affidarsi all'emigrazione o alla fortuna. Io quando ho capito di aver sbagliato ero oltre la metà del percorso di studi e dunque ho deciso di sforzarmi e continuare. Tu non sei ancora a quel punto quindi sei anche meno condizionato. Ovviamente non ho consigli precisi da darti anche perché richierei di darti il più sbagliato di tutti. Mi limito solo a dirti di valutare bene sia la situazione in cui si trova la tua famiglia, sia le tue opportunità in base alle superiori che hai fatto. Una cosa positiva però posso dirtela, da persona che fino a 20-21 anni non ha praticamente avuto una vita sociale: è vero che i libri precludono ma non così tanto come si pensa. Io pensavo fossero i libri a precludere la mia vita sociale, ma ero io stesso. Anzi, paradossalmente, il periodo in cui ho iniziato a trovare amici e 'vivere veramente' è stato priprio quello in cui ho reso di più all'università.

@@danny93,

Coraggio, danny!
Mi pare evidente che la questione non sia universitaria, ma personale, e come tale si riflette - tra le varie prospettive - anche su come tu affronti l'università.
Ti rispondo davvero con il cuore, invitandoti a dare una scossa e a non temere quando penserai che non sta cambiando nulla, perché un po' alla volta le cose cambieranno e si metteranno per il verso giusto ;).

Parli di stanchezza (anche per il c.o., ricordo la tua difficile situazione) e di vita sociale, e anche le due cose sono legate.

Innanzitutto non devi smettere di pensare neanche per un minuto che vai bene così (ricordo che a volte qualche momento di sconforto ti veniva, in questo senso), e che tua mamma sbaglia di grosso pur volendoti bene, e le cose con lei non hanno di che migliorare. Inoltre devi aprirti di più agli altri, al mondo, a quello che ti pare...

Gli amici di sempre non "buttarli via" mai, perché li conosci da tempo e certe cose solo con loro, anche quando subentra la stasi, quando non ci sono più tutti quegli interessi in comune, quando non si ha quasi più nulla in comune, tuttavia se pensi che in loro compagnia tutto stia diventando piatto, cambia completamente giro, frequenta nuove persone, compagni, nuove amicizie...

Sei uno studente fuori sede, vivi la città in cui studi, rafforza il tuo rapporto con coinquilini (se ne hai), compagni di corso, compagni di mensa, di biblioteca, di quello che ti pare, e frequenta posti, che siano una palestra (iscriviti, fosse solo per la compagnie e per la dopamina, la molecola della vita :D), un'associazione, un circolo, una parrocchia o qualunque altra cosa.

Anche all'università, varia un po': siediti da un'altra parte e vedrai che conoscerai meglio gente che incontri solo di vista; vatti a fare qualche partita di calcetto, frequenta corsi a scelta poco frequentati per fare nuove amicizie in contesti più piccoli, ritagliati del tempo anche per uscire con ragazzi conosciuti in chat e prendi un caffé con i migliori, fosse anche per fare solo nuove amicizie..

Tu hai bisogno di amicizie, di affetto, di persone che ti facciano divertire, smaltire quel monotono che hai dentro, quella sensazione di stasi profonda che è un po' stress e un po' noia, e un po' anche insoddisfazione....

Insomma, mobilita la tua vita.. e, sembra strano perché in un certo senso ciò sembrerebbe toglierti tempo allo studio, vedrai che renderai di più anche come studente.

I secchioni che stanno sempre sui libri in realtà raramente rendono davvero, spesso sono capre lobotomizzate che studiano lentamente, che pensano lentamente e che apprendono lentamente: studia il giusto e studia bene, e per studiare bene... vedi di stare bene tu, in tutti i tuoi bisogni di ragazzo ventunenne!!!
(il che significa divertirsi, giocare... e anche scopare... oltre a naturalmente tutti i doveri)

Veterinaria non è di certo una facoltà facile, ma di certo tu non sei uno studente scemo. Se non avessi ingranato dall'inizio, t'avrei consigliato di lasciar perdere, di chiudere con l'uni o di cambiare.. ma tu hai preso 7 esami, e 7 esami non si prendono né per scambio, né per fortuna. Le capacità ce le hai, devi solo star bene!

Valuta anche l'idea di usufruire dello sportello di ascolto che sicuramente la tua università avrà messo a punto, non temere, fallo per te, porca miseria!

 

L'augurio che ti faccio è che tu possa stare veramente meglio, ne hai tutti gli strumenti e vedrai che il tempo sarà dalla tua.. ;).

La tua situazione mi sta particolarmente a cuore perché un po' mi ci rivedo, ma cambiare le cose è possibile ;).

 

p.s. Lascia perdere le preoccupazioni sul futuro: il lavoro i bravi lo trovano, non pensare a chi ti dice che è tutto fermo, spesso son loro a non valere niente, a non accettare lavori, a parlare troppo presto, a non fare buona impressione, a non essere disponibili a spostarsi, etc.
I bravi magari non subito... ma trovano!

p.p.s. Sei già su un cammino, non buttare la tua vita da studente, vedrai gente laureata in cose anche complicate e che pure non valeva niente... lauree solo per impegno o per spinte... ormai hai iniziato, prosegui o ti appoggeranno i coglioni sulla schiena loro a te, ma non sono meglio di te..

Edited by Fe92

Mi permetto di aggiungere un'osservazione in più alle sacrosante considerazioni di @Fe92.

Nel punto in cui sei, non aver paura di sbagliare. Scegli e agisci senza tirare in ballo persone o situazioni che, tutto sommato, non ti riguardano. Impara che la tua priorità assoluta sei te stesso, e non farti condizionare da niente che ti possa in qualche modo danneggiare.

Vuoi interrompere gli studi? Fallo. Vuoi sospenderli? Fallo. Vuoi fare un'esperienza di lavoro? Bene. Vuoi fare un'esperienza di vita? Meglio ancora.

Dedicati a ciò che pensi ti possa far stare bene, e apriti alle possibilità che ti possono capitare per strada: se il destino ti mostrerà una via inaspettata, seguila. Non pensare in termini di "giusto" e "sbagliato", ma rendi la tua vita realmente tua - e ricorda che niente rende unica l'esistenza di tutti noi se non i nostri errori.

So che è molto più facile a dirsi che non a farsi, però vivere nel ruolo di "quello che fa sempre la cosa giusta" potrebbe ucciderti: rischia, sbaglia, e ritorna padrone di te stesso.

 

PS: la riflessione precedente è stata trasmessa da un valido studente che ha lasciato l'università e non la rimpiangere affatto, quindi potrebbe essere un po' di parte! :D

davydenkovic90

sinceramente quando leggo o sento parlare di certi argomenti rimango un po' stranito perchè la tua situazione universitaria è una cosa molto personale che non deve essere "valutata" da nessuno se non da te stesso, o a limite dai tuoi genitori che possono decidere, nel caso in cui non possano più permetterselo, di tagliarti i fondi. Ma anche in quel caso potresti benissimo fare qualcosa per racimolare denaro. Io ho fatto tante ripetizioni e ho messo da parte un gruzzoletto... Non sarebbe sufficiente a coprire le spese di un affitto+tasse universitarie, ma è già qualcosa.

Però, vedi, darti consigli è inutile, tu sai cosa stai facendo, sai cosa non stai facendo perchè scegli di farlo. E devi continuare a scegliere giorno per giorno, non puoi portarti dietro il carico di tutti i sensi di colpa e tutto il latte versato.

Onestamente anche io all'università ero partito carico e "secchione", perchè per inerzia continuavo ad esserlo dal liceo, dove ero di gran lunga il più bravo della classe (senza meritarlo, erano gli altri ad essere capre) ma poi tutta questa libertà universitaria (e da fuori sede penso che sia anche peggio!) mi ha liberato dalla pressione del dover primeggiare, mi ha portato fuori da quel "solco", sono uscito fuori pista molte volte ed è stato bellissimo, mi ci voleva. Mi sono ritrovato in più fasi a non voler studiare per poter fare altre esperienze, che comunque intorno ai vent'anni ci sta. Bravissimo chi riesce a fare sia una cosa che l'altra. Io non ci sono riuscito. Non mi piango addosso e tento di andare avanti. Non credo che la tua sia una facoltà da poco, fra l'altro. Non è, tanto per citarne una, architettura, per esempio. (LOL).

Ti rifarai, su.

Trovo strano che tu non abbia detto subito cosa studi, cioè, dovresti anche pensare a quello... hai scelto una cosa che ti piace, no?

P

Edited by davydenkovic90
whydontyouloveme

Anche io mi riconosco abbastanza in questa situazione. Sono sempre andato estremamente bene a scuola e all'università, adesso sono all'ultimo anno e mi rendo conto di non aver vissuto, il che mi porta a perdere tutta la motivazione e a voler fare altre esperienze. Lo studio in questo momento è passato all'ultimo posto nella lista delle priorità, ma ovviamente entrano in gioco tutti i fattori come sensi di colpa, responsabilità, i genitori che pagano le tasse universitarie... poi vabbè, io sono un caso a parte, mi manca un esame solo eppure vorrei mollare tutto xD

 

Come ti hanno detto gli altri credo che finchè non si sta bene a livello personale sia difficile concentrarsi sullo studio. Non è facile darti un consiglio, soprattutto se ci si trova in una situazione simile e non si sa neanche come risolvere la propria, ma alla base ci stanno comunque tanti fattori. Se davvero stai frequentando l'università solo per inerzia e non vedi prospettive future oltre gli studi, la laurea diventerà solo un pezzo di carta. Se invece hai semplicemente una crisi esistenziale perchè in questo momento hai bisogno di dedicarti ad altri aspetti della tua persona, ti dico: prenditi i tuoi tempi, se puoi permettertelo, ma cerca di arrivare in fondo.

 

Sì, devo averti proprio chiarito le idee :asd:

Bho non so ragazzi.. all'inizio mi interessava questo corso di laurea e ritengo nonstante le innumerevoli difficoltà sia un bel corso.. però sento che ora come ora l'università sta diventanto solo uno sfondo perchè mi interesserebbe fare altro. Mi rendo conto  che non riesco anche volendo a fare altro perchè non ho le idee chiare su nulla: questa è la verità. Mi sento completamente perso, non so neanche perchè mi sveglio la mattina... attualmente non penso di avere un vero obiettivo ma di stare solo vegetando e quì subentra la frustrazione perchè vedo gente capacissima all'università e anche nella vita privata che riceve solo tante soddisfazioni e riconoscimenti. Io invece resto sempre impantanato per colpa dei pensieri di mmerda che da sempre mi hanno buttato giù. E' come se quando inizio a fare qualcosa e vedo che ne sono capace, la mia mente in automatico si rifiuta di continuare perchè è come se io non meritassi mai di essere felice e soddisfatto in nessun campo. Inizio ad uscire con un ragazzo e poi mollo, inizio a frequentare gente nuova e poi mollo, inizio un corso di laurea che mi piace e ottengo qualche soddisfazione e poi mollo. C'è in tutto questo una sorta di pensiero autodistruttivo che mi accompagna da sempre e ciò mi fa paura.

Esatto io sto vedendo che funziona proprio come una fabbrica!! Docenti annoiati, persone che vanno a tentare gli esami tanto per e riescono a strappare un 18.. uno schifo.. L'altro giorno ho visto una scena raccapricciante. Una mia collega ha provato a dare un materia 2 volte ed è stata sempre bocciata ( non aveva aperto libro).. al terzo tentativo il prof infastidito l'ha cacciata dall'aula gridando come una bestia. Lei non contenta è andata a lamentarsi dal rettore e indovinate un pò? il prof le ha registrato il suo bel 18 neanche meritato sul libretto davanti al rettore ed è tornata a casa tutta contenta.. e questo non è il primo episodio, io mi sarei vergognato al posto suo.

davydenkovic90

 

 

E' come se quando inizio a fare qualcosa e vedo che ne sono capace, la mia mente in automatico si rifiuta di continuare perchè è come se io non meritassi mai di essere felice e soddisfatto in nessun campo. Inizio ad uscire con un ragazzo e poi mollo, inizio a frequentare gente nuova e poi mollo, inizio un corso di laurea che mi piace e ottengo qualche soddisfazione e poi mollo. C'è in tutto questo una sorta di pensiero autodistruttivo che mi accompagna da sempre e ciò mi fa paura.

Un classico, mi sento esattamente come te e conosco altra gente che la pensa come noi.

Io sto provando un passettino alla volta, come all'asilo, provaci anche tu 

davydenkovic90

no, be', ammesso che ci sia un "percorso" non sono all'inizio nel senso che quei pensieri lì ce li ho già da un po' di anni, che ho provato ad arginarli a più riprese, a volte riuscendoci, a volte no, facendo passi avanti o passi da gambero.

penso di essere già migliorato almeno in ambito relazionale. ho una relazione stabile da un bel po' di tempo, non che non sia intaccata da questo mio problema, lo è eccome, ma tutto sommato si sta bene e si va avanti. con gli amici ultimamente ho trovato un gruppetto di persone interessanti che oramai frequento da un anno e mezzo-due. anche se tante volte tendo a ignorarli... 

forse ho paura che le cose si facciano "serie", un'amicizia, un amore, una carriera... penso di non essere pronto. o forse ho paura di essere scaricato o deluso e allora mi autoscarico da solo, scaricando io gli altri. Non so. Forse dovresti trovare qualcuno che non ti ci fa pensare e che almeno quando sei con lui/loro stai bene. Con il mio ragazzo sto bene. E spesso anche con gli amici, ultimamente. Ho la fortuna di sapermi relazionare abbastanza bene, cioè, molte volte risulto simpatico oppure piaccio e vengo cercato io dagli altri... questo aiuta molto perchè, se fosse per me, starei solo tutto il tempo...

Per l'università prova a dare un esame che veramente ti piace e ti darebbe soddisfazione studiare o superare... Devi trovare uno stimolo... a fare una piccola cosa, non devi pensare alla laurea, a quello che stai costruendo eccetera.. prova a pensare al singolo esame e vai fino in fondo. Non so se può essere utile come consiglio. 

E' come se quando inizio a fare qualcosa e vedo che ne sono capace, la mia mente in automatico si rifiuta di continuare perchè è come se io non meritassi mai di essere felice e soddisfatto in nessun campo.

Allora, qui le cose son due.

1) Se sei immerso in una realtà che comunque non è tua, c'è poco da fare: sei un pesce fuor d'acqua, e tale rimarrai per tutta la tua permanenza.

2) Se pensi di non meritare la felicità, allora la questione è un po' più seria. E un po' più profonda.

E' da mesi che provo a frantumarmi la testa con l'idea di preparare esami.. eppure non ci riesco! Anche adesso appena provo a leggere qualche paragrafo mi si appanna il cervello! inizio a pensare a come sarebbe bello stare in un altro posto, magari fuori a prendere un aperitivo o magari stare abbracciato a un ragazzo e perchè no anche limonarci!! Credo di essere arrivato al limite.. ho il cervello in pappa

davydenkovic90

 

 

come sarebbe bello stare in un altro posto, magari fuori a prendere un aperitivo o magari stare abbracciato a un ragazzo e perchè no anche limonarci!! Credo di essere arrivato al limite..

E allora fai quello! Esci con qualcuno e goditi un po' la vita se non riesci a fare altro. Sarà tempo ben speso! A volte è bello anche perdersi un po' e solo dopo ritrovarsi. Non siamo robot 

Esatto io sto vedendo che funziona proprio come una fabbrica!! Docenti annoiati, persone che vanno a tentare gli esami tanto per e riescono a strappare un 18.. uno schifo.. 

 

Non è che magari non ti piace quello che stai studiando?

Se vuoi dare esami, studia, non ci sono scuse. Vai a lezione, prendi appunti, ti prepari e vai a dare l'esame. Se avanza tempo fai festa sennò no...

Ma mi stupisce un po' che da fuori sede tu non faccia festa ;)

Beh la situazione che descrivi è molto comune,e l'università è diventata non solo una fabbrica,ma anche un luogo non stimolante con professori pazzi. Da noi abbiamo un detto:

Il primo anno = Euforia

Il secondo anno = Inutile

Il terzo anno= Depressione + confusione

Il quarto anno = Sprint per la fine

Ora sapendo la situazione Italian,ovvero che nessuna laurea ti assicura un lavoro,devi valutare tu se ne vale la pena e se vuoi buttare nel cesso gli sforzi che hai fatto,e se quello che fai ti piace da voler continuare ;D

Forse devi ritrovare la fiducia in quello che studi ;D

La società in cui cresciamo ci spinge a credere che scegliere di non frequentarla sia quasi qualcosa di brutto ma in realtà è la società ad essere diventata sbagliata su questo. Una persona può essere utile al mondo e guadagnarsi da vivere in tantissimi modi che non richiedono di aver frequentato un corso universitario. L'errore è di chi ha iniziato ad ostinarsi a richiedere l'università anche dove non serve. L'errore è di chi ha pensato che l'università potesse essere trattata come un fenomeno da massificare con l'intento di ambire a stipendi e a tenori della vita più alti.

 

Su questo concordo; contrariamente però a quelli che pensano che se l'Università non serve è perché l'Università è slegata dal mondo del lavoro...direi che è il lavoro in Italia ad essere, ancora oggi, appannaggio di un grosso capitale umano mediamente poco istruito.

Puoi sentirti libero di scegliere cosa vuoi.

Io sento che l'università sia la mia strada. Studiare mi piace troppo, preferisco acculturarmi che vedere gli amici. O vedere gli amici mentre mi acculturo.

Ma se senti di voler viaggiare e fare ed esplorare il mondo, allora dovresti partire.

Gli studi puoi sempre riprenderli. Gli anni persi, no.

Esatto io sto vedendo che funziona proprio come una fabbrica!! Docenti annoiati, persone che vanno a tentare gli esami tanto per e riescono a strappare un 18.. uno schifo.. L'altro giorno ho visto una scena raccapricciante. Una mia collega ha provato a dare un materia 2 volte ed è stata sempre bocciata ( non aveva aperto libro).. al terzo tentativo il prof infastidito l'ha cacciata dall'aula gridando come una bestia. Lei non contenta è andata a lamentarsi dal rettore e indovinate un pò? il prof le ha registrato il suo bel 18 neanche meritato sul libretto davanti al rettore ed è tornata a casa tutta contenta.. e questo non è il primo episodio, io mi sarei vergognato al posto suo.

 

Io invece stimo la tua collega. Io soffro di ansia mirata, studio come una locomotiva per mesi un esame e già dalla prima pagina incomincio a sentire il peso emotivo della seduta d'esame. I giorni prima della seduta cominciano gli incubi e l'ansia cresce. Quando mi presento non capisco letteralmente più nulla e infatti rendo sempre il 50% in meno di quello che ho studiato. Alla fine meglio non aprire il libro e prendere gli stessi voti, anche se io non ci riesco perché se non mi sento pronto non ci vado proprio.

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