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Spot di Tiffany con coppia gay


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@Diaval, il tuo ragionamento non è necessariamente sbagliato o meglio non è falso (nel senso di non rispondente al vero).

D'altronde questo tuo ragionamento può valere esattamente per ogni qualsivoglia estensione di diritti o dignità a categorie prima prive per varie ragioni:

è ovvio che chi estende questi diritti e queste dignità prima negati può ragionevolmente essere sospettato di farlo non per misericordiosa e purissima comprensione degli esclusi ma per proprio interesse politico, religioso, sociale, commerciale, perfino fiscale!

D'altronde nessuno forse di quelli che si muovono o si mossero o si muoveranno sulla faccia di questa Terra si può ragionevolmente pensare che agisca in modo totalmente e ciecamente disinteressato:

tutti in qualche modo ci aspettiamo un ritorno in questo o nell'altro mondo (per chi ci crede) per le  nostre azioni che crediamo buone, non fosse altro l'essere in pace con la nostra coscienza, dato che anche questo è un ritorno!

 

Pragmaticamente perciò dovrebbe essere sufficiente che le azioni altrui ci giovino per esserne contenti, senza troppo indagare sulla purezza cristallina (che del resto non penso possa mai esserci) delle intenzioni degli agenti.

D'altronde, tra un'impresa che ignori i gay o addirittura li maltratti ed una che li consideri e li tratti bene, non vedo perché noi dobbiamo lodare la prima o addirittura condannare la seconda:

siano pure entrambe soggette a "biechi" calcoli commerciali, ma è indiscutibile che un buon trattamento pubblico, un trattamento di normalità, un trattamento di uguaglianza del "nome gayo" ha un valore etico e sociale non indifferente, appunto perché stimola in tutti l'opinione che i gay siano normali ed uguali e "buoni" o almeno non cattivi in quanto gay.

Edited by Mario1944

Beh ma mica stanno "usando" i gay per vendere la caccia alla balena

o qualcosa di controverso

 

Capirei se - a dire il vero la polemica è stata fatta solo nei confronti di

Israele come stato - si ipotizzi una strumentalità ( da verificare poi se

vero ed in quale misura )

 

Io uso i gay per sdoganare le operazioni militari dell'esercito israeliano

io uso i gay per ripulire l'immagine di un prodotto anti ecologico o inquinante

 

Il sugo per la pasta e i bastoncini di pesce non avevano bisogno di "pink washing"

 

Certo non ci stanno parlando della qualità dei loro prodotti, ma questa obiezione 

può essere sollevata contro ogni pubblicità, anche la cd. famiglia del mulino bianco

non ha niente a che vedere con gli ingredienti che ci sono nei biscotti

 

Il fatto che ci siamo più abituati, non significa di per sé che sia diverso

 

Io posso anche presumere che Althea abbia considerato il fatto di vendere al 73%

all'estero prima di fare quella campagna, come d'altronde Barilla ha fatto parziale

marcia indietro per il danno enorme all'estero, ma sono dei parziali passi avanti

 

Se noi ci riteniamo "sviliti" senza ragione facciamo il gioco di chi preferisce il "doppio

standard" cioè la pubblicità che parla a tutti ( omoerotismo con donna etc )

Beh ma mica stanno "usando" i gay per vendere la caccia alla balena

o qualcosa di controverso

 

D'altro canto, cosa c'è di più gay di Colazione da Tiffany? :D

mi pare abbia ragione Almadel quando spiega come la spinta al marketing gay debba molto anche ad un lavoro sociale, che i designer italiani che lui cita non hanno mai sostenuto...

Nella campagna pubblicitaria in sé non ci trovo nulla di strano;

sdoganata la coppia gay, non vedo perché non si dovrebbe puntare anche su di un immaginario romantico a sfondo gay.

Ma è quello "sdoganamento" che in Italia nelle pubblicità non abbiamo mai visto (...coll'eccezione di quella mezza frase mozzicata nello spot findus...sia mai che esageriamo ;) )

Paradossalmente poi, qui nella profonda provincia, forse a livello "generalista" funziona meglio lo spot della findus che il servizio sul gay-pride;

quello che mi dispiace e disturba è vedere persone che non credevo omofobe reagire male di fronte al gran parlare che si fa di omosessualità (come se fosse un tema cui dedicare attenzione sì, ma poi alla fin fine basta con questa faccenda dei gay-non se ne può più...ecco, questo intristisce molto)

Ma figurarsi se un omofobo smette di comprare prodotti con pubblicità gay-friendly. Sarebbe un ragionamento complesso per loro. Sono pur sempre essere semplici!:D

 

Questo le grandi aziende l'hanno capito. Non perdono i vecchi clienti e ne fidelizzano di "nuovi". Inoltre c'è un altro aspetto da tenere in considerazione, il target gay rinuncia di meno alle marche di quanto possa farlo una famiglia del mulino bianco. In un esempio pratico una coppia gay ha maggiori possibilità di potersi comprare gli yogurt Danone, una famiglia con figli invece potrebbe optare per gli yogurt di sottomarca visto che il numero delle confezioni da acquistare e l'esborso sarebbe eccessivo. È una cosa che personalmente vedo quando ospito la mia famiglia dove sono costretto a comprare cibi più economici e a preparare piatti più semplici. In 2 oggettivamente si ci possono permettere più capricci e questo le aziende l'avranno capito, anche perché è pura logica.

 

@almadel

Mykonos è un buon esempio, ma dovremmo differenziare tra banale convenienza turistica e una località che si è evoluta davvero. La differenza sta nella mentalità del luogo e delle persone. Motivo per cui in Italia ci sono molto scene gay, simili persino ad alcune modeste della Spagna, ma che rimangono comunque isolate perché l'italiano medio non empatizza e non cambia mentalità. Ovvio che quindi non è solo un fattore di soldi, ma è innegabile che i soldi che girano nella scena gay di Madrid o Barcelona hanno reso i gay ancora più simpatici...

Ikea comunque è friendly perché è perfetta per i gay. Mobili usa e getta, stilosi (diciamo) e, cosa più importante, permette di far arredare la casa ai gay con 'discrezione' o anonimato.

Ma figurarsi se un omofobo smette di comprare prodotti con pubblicità gay-friendly. Sarebbe un ragionamento complesso per loro. Sono pur sempre essere semplici!

 

Di questo non sarei così sicuro, dato che potrebbe valere l'osservazione:  il prodotto X è per froci, io non sono frocio, ergo non lo compro.

Quindi la pubblicità esplicitamente rivolta a omosessuali, in coppia o no, non penso sia così "tranquilla" per chi vi ricorre:

potrebbe effettivamente implicare qualche rischio.

In fondo è questo il timore che traspariva (al di là delle interpretazioni più malevole circa le sue opinioni sottostanti), nelle ormai famose dichiarazioni di Guido Barilla.

 

 

 

Il sottosegretario allo sviluppo economico non ha molto gradito la pubblicità di Tiffany

 

Questa s'è bevuto il cervello.....

Edited by Mario1944

http://gayburg.blogspot.it/2015/01/il-sottosegretario-allo-sviluppo.html

 

Il sottosegretario allo sviluppo economico non ha molto gradito la pubblicità di Tiffany

Però sulla sua pagina FB è stata duramente criticata da molti italiani che non si riconoscono affatto nella sua INGANNEVOLE e strampalata idea di "identità italiana" https://it-it.facebook.com/pages/Simona-Vicari/40083053580 

certo che anche quel Klaus Davi che va sempre a stuzzicare i suoi interlocutori sull' omosessualità, talvolta pilontando le interviste, mi da da pensare..

@mario1944

Sì, in teoria hai ragione, ma nella pratica il boicot di una marca viene praticata quando un'azienda esclude una categoria di persone. Tuttavia ciò non avviene quando una marca include esplicitamente altre categorie di persone nel suo marketing. Potremmo fare l'esempio dell'informatica e di Apple che sono prodotti che interessano sia a nerd che ad etero normali, ma anche ai gay. Pensiamo pure a marche di prodotti che fino a decenni fa erano solo per donne, come ad esempio L'oreal(o altre...non ricordo!) e che ora i maschi etero comprano senza paranoie. Nessun si metterebbe a pensare che la crema per maschi anti-rughe L'oreal sia una cosa da donne. E lo stesso dicasi per Gilette, la marca non smette di essere "virile" anche se l'azienda include soluzioni di depilazione per donne.

Insomma, ripeto ancora che il boicot lo vedo reale solo in situazioni discriminanti.

 

Io comunque non ho davvero parole sui politici italiani. Io le ho scritto su twitter dicendole che non capisco i suoi drammi, che i matrimoni gay sono una realtà di fatto e che se ne faccia una ragione. Vi invito a replicare a simili personaggi, è una forma minima di attivismo, twitter l'avete tutti e le critiche non piacciano a nessuno. Non bavagliatevi la bocca e fatevi sentire!

Edited by Ilromantico
Pensiamo pure a marche di prodotti che fino a decenni fa erano solo per donne, come ad esempio L'oreal(o altre...non ricordo!) e che ora i maschi etero comprano senza paranoie. Nessun si metterebbe a pensare che la crema per maschi anti-rughe L'oreal sia una cosa da donne. E lo stesso dicasi per Gilette, la marca non smette di essere "virile" anche se l'azienda include soluzioni di depilazione per donne

 

Be' però questi sono casi un po' diversi:

tentando di mettermi nei panni d'un omofobo, forse sbaglio, ma non giudicherei ripugnante né se una casa che ordinariamente produce solo articoli per uomo iniziasse una produzione anche per donne né se una casa che ordinariamente produce solo articoli per donna iniziasse una produzione anche per uomo;

viceversa giudicherei ripugnante se quegli stessi articoli destinati agli uomini fossero pubblicizzati anche come articoli per froci:

ohibò! sia mai che io acquisti gli stessi prodotti che vanno bene ad un frocio!

Che se poi il frocio acquistasse i prodotti per donna, allora la cosa non m'interesserebbe, anzi probabilmente la considererei ovvia.....

 

Poi è possibile che in realtà questi ragionamenti sugli acquisti non li facciano neppure gli omofobi più incalliti, però io francamente, se fossi il responsabile pubblicitario d'un'azienda, andrei cauto in materia e proprio perciò quindi ammiro il coraggio delle aziende che diffondono tali pubblicità apertamente gay friendly.

Edited by Mario1944

@mario1944

Ma appunto, la prova la danno proprio le grandi aziende. Ma quale coraggio? Non è un mistero che si basa tutto su un ritorno di guadagni che a quanto pare è indubbio ci sia. Se la pubblicità fa scandalo (vedasi Italia) riescono a farla parlare della marca e se non lo fa fidelizza un maggior numero di target.

 

Vabbè ma questa cosa è stata detta da una persona oltrechè particolarmente stupida anche particolarmente ignorante.

@ilromantico, proprio sei convinto che la Spagna sia così perché c'è Sitges e non viceversa?

A me pare che Mykonos non abbia fatto nulla per migliore la situazione dei gay greci o mi sbaglio?

Infatti l'idea che la Svezia sia friendly perché c'è l'Ikea e non l'Ikea sia friendly perché è in Svezia fa ridere

(infatti la Danimarca è friendly uguale, anche se le famiglie gay non comprano i Lego...).

certo, del resto l'ikea è solo un'azienda mondiale che tiene in piedi il pil svedese, cosa vuoi che gliene importi al governo svedese delle idee della dirigenza di quell'azienda :D

 

(e le lego hanno un certo successo tra le lesbiche, mi dicono: no joke)

Ma quale coraggio? Non è un mistero che si basa tutto su un ritorno di guadagni che a quanto pare è indubbio ci sia.

Be' ma non è che si possa pensare che le aziende facciano pubblicità per perdere soldi o almeno per non guadagnarne!

E' chiaro che comunque la scelta di fare una pubblicità gay friendly si basa su una speranza di ampliare il mercato degli acquirenti, non certo di ridurlo, ma essendo appunto una speranza, non è detto che sia realizzabile e che quindi il pubblico riceva favorevolmente il messaggio pubblicitario.

Perciò un certo coraggio commerciale nonostante tutto credo ci voglia per essere gay friendly "indiscriminatamente", infatti, se fosse tutto così pacificamente accertato come dici tu ("un ritorno di guadagni che a quanto pare è indubbio ci sia"), allora perché non correrebbero tutti a fare pubblicità gay friendly?

 

Se la pubblicità fa scandalo (vedasi Italia) riescono a farla parlare della marca e se non lo fa fidelizza un maggior numero di target.

Dunque ai fini dei ritorni pubblicitari è equivalente un'azione ed il suo contrario?

Mi pare difficile crederlo, ma anche ammettendo che fosse così, perché allora spendere soldi per cambiare campagna pubblicitaria facendone una gay friendly?

Edited by Mario1944

Perché non tutti fanno pubblicità gay-friendly?Buona domanda! Ipotizzo che dipenda dal tipo di prodotto e di azienda nonché dalla mentalità della dirigenza e del gruppo azionisti di quest'ultima. Forse quanto più l'azienda sia asettica, moderna e non "tradizionale" più sarà facile che sia gay-friendly. Insomma per Ikea è "facile" essere gay-friendly, ha avuto un'idea di business unica e permette alla gente di comprare mobili usa&getta a prezzi 'stracciati'. Non rischia nulla ampliando esplicitamente il suo target, la gente va comunque all'Ikea. Per un'azienda come Scavolini invece essere gay-friendly sarebbe piü complicato e, forse, antiproducente in quanto la "più amata dagli italiani" e simbolo di tradizione italiana. Un'immagine aziendale che non credo possa attirare i gay (io a pelle non comprerei scavolini)e per questo il gioco di 'modernizzazione' può anche non valere la candela. Forse un ragionamento fatto anche da quelli di Barilla, ma non avevamo messo in conto che Barilla sta in paesi dove la scenario gay è molto più avanzato e che i loro sughi pronti sono i prodotti ideali per gente 'moderna' come gay o single etero incalliti (come vedi un altro esempio che il target gay è simile a quello etero).

 

Per la seconda domanda non è facile rispondere. In genere le pubblicità gay-friendly sono tristemente utili a piccole aziende per fare i 'moderni'/'trasgressive' e differenziarsi dalla massa. Se in città ci sono 500mobilifici più o meno anonimi e uno di questi fa una pubblicità gay-friendly la cosa crea 'stupore' e l'azienda finisce pubblicata nelle notizie di giornali quotidiani. Insomma la causa gay viene anche sfruttata per emergere dall'anonimato e far parlar di sé con poco sforzo. Per quanto l'azienda possa ricevere forti critiche da una campagna del genere, alla fine ci guadagna pesantemente in emergere da quelle famose 500aziende anonime.

Comunque mi pare di capire che anche qui i piccoli commercianti cerchino di comunicare se sono gay-friendly o se ne fregano. Ad esempio nelle pasticcerie o nei bazar è possibile vedere in vetrina le statuine degli sposi gay mentre in altre no. È pure possibile che non vogliano comunicare nulla xD, ma quando vedo gente che mette quelle statuine sale la mia stima per quei negozi.

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