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La fobia sociale


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AndrejMolov89

Io ne soffro per quanto riguarda l'università: quando si avvicina un esame sono molto in ansia, mi sento come in trappola e comincio ad agitarmi. I giorni prima cominciano gli incubi, il senso di morte, i pensieri legati al suicidio, i sensi di colpa e i pronostici. Quando vado a sostenere l'esame mi sento come se stessi andando alla forca e davanti al professore non capisco più nulla e dimostro la metà di quel che so. Tipo all'ultimo esame, nei corridoi tenevo banco su tutto quel che si doveva portare e dopo pochi minuti non riuscivo a spiccicare una parola davanti al professore. Dopo fatto l'esame tutto ciò scompare, come se non fosse mai successo.

Mi succede tutto questo. Tranne l'amnesia. C'è il mio consorte che ogni sera deve sorbire i miei attacchi d'ansia in cui dico di voler morire e mi sento una merda a causa della tesi. Lol. Io ho imparato a gestirla attravero l'auto-ironia e la dissacrazione di me stesso. Quindi ho usato questa mia paura per "esporla" al pubblico sotto forma teatrale, e istrionica. Mi ha aiutato per gli esami, nn mi aiuta per la tesi.

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Farsi le diagnosi da soli di certo alimenta stati come l'ansia  e l'angoscia tuttavia mi ritrovo abbastanza nella descrizione.

Io sono un tipo piuttosto ansioso,paranoico e diffidente.Quando conosco qualcuno in generale sono sempre tartassato da domande del tipo: avrò detto la cosa giusta?mi starà giudicando per come sono?

A lavoro sopratutto c'è sempre questa pressione di dover colpire in positivo,non sbagliare o far di tutto per evitare di ottenere un rimprovero di fronte a tutti.Ricordo che la prima volta che ho fatto il corso da chef ed eravamo alle presentazioni,nel momento in cui toccava a me ho detto due parole e con una scusa mi sono defilato in bagno per evitare che mi guardassero mentre parlavo,giudicassero o facessero dei pensieri su chi ero.

Fin dove è semplice insicurezza e poi oltre diventa fobia?mah

Eccomih! ^_^

 

Fino ai 23, 24 anni sono stato molto vessato da questo problema. Parlare, rapportarmi con le altre persone era un fattore di stress che non riuscivo a gestire. Per questo non avevo amici e conoscevo solo molto superficialmente le persone (mi chiamavano il re di ghiaccio per il mio essere distante emotivamente da tutti).

 

Poi sono andato in cura di mia sponte e sono migliorato tantissimo. Adesso riesco più o meno a rapportarmi con gli altri in maniera abbastanza tranquilla solo che ho un'ansia da prestazione estrema.

Farsi le diagnosi da soli di certo alimenta stati come l'ansia  e l'angoscia tuttavia mi ritrovo abbastanza nella descrizione.

Io sono un tipo piuttosto ansioso,paranoico e diffidente.Quando conosco qualcuno in generale sono sempre tartassato da domande del tipo: avrò detto la cosa giusta?mi starà giudicando per come sono?

 

Stessa situazione,mi tartasso di  domande e riesco a trovare il lato negativo su ogni cosa che faccio, odio essere mal giudicato. Molte volte risulto essere impacciato e poco spontaneo in situazioni che mi creano disagio. Sono un tipo molto diffidente, mi isolo da tutti per la paura di fare brutta figura e di non essere all'altezza della situazione.(da bambino non riuscivo nemmeno a parlare al telefono,col tempo però si migliora) Particolare ansia nel rapportarmi con persone di sesso maschile, secondo me dovuto al fatto di aver subito fin da bambino un atteggiamento molto  violento e intimidatorio da parte di mio "padre"....

Ma ognuno ha un storia diversa, molte volte questi disagi sono provocati da avvenimenti che ti segnano particolarmente.

Edited by NESPOLA

Concordo sul fatto che non credo tu soffra di fobia sociale ma solo ansia da prestazione, devi cercare di essere più razionale quando fai un'esame. Non so quanto servano altri metodi se poi mentalmente stai in bambola; io prima di un'esame penso: dai la giusta dimensione alle cose. Non è un esecuzione o altro ma solo una discussione di un esame, se passi evviva, altrimenti non finirà il mondo e ricomincerai!

Funziona con gli stati d'ansia normali, non con gli attacchi di panico.

 

Da come l'hai descritto a me sembra ansia. Ho avuto modo di assistere ad un attacco di panico e ti assicuro che la cosa era molto ma molto diversa e ben più seria. Se però ti impedisce di vivere serenamente parlane con qualcuno di competente e ti levi ogni dubbio, visto che parliamo di un problema abbastanza serio. Ma ti ripeto che da come lo scrivi secondo me hai ingigantito la cosa, c'è chi vive molto male il contesto universitario. In ogni caso non credo sia neanche corretto parlare di fobia sociale, visto che anche la descrizione di wikipedia è abbastanza lontana dalla tua esperienza.

Ci saranno sicuramente mille sfumature diverse di un attacco di panico. Quello a cui ho assistito io mi fece molto impressione, e sembrava che non ne sarebbe mai più uscita. Totale paralisi, sudore freddo, tremori alle gambe, non comunicava più con l'esterno, sembrava che svenisse da un momento all'altro. Tu mi dici che prima di un esame sei capace di tenere banco su tutti gli argomenti e nello scritto non hai alcun problema, mentre è solo il confronto faccia a faccia con il professore a generarti ansia e ti fa andare nel pallone. 

Non voglio sminuire perché solo tu sai quello che hai, però se credi che la cosa sia così seria dovresti parlarne con uno specialista, non su un forum.

DeltaV non capisco perché non potrei parlarne su un forum, specialmente se io ho aperto una discussione sul fenomeno e non su di me. Ma effettivamente avrei fatto bene a farmi gli affari miei dato che ho solo innescato una serie di snobbamenti e di insulti. Ma questa società dove sta andando a finire?

Io so la causa e credo che un medico possa solo darmi un ansiolitico, cosa inutile dato che sono attacchi che mi vengono all'improvviso e sporadicamente.

Edited by Pix

Un medico può cancellare il ricordo dei professori che hanno causato questo?

Uno psicoterapeuta, psicologo o medico che sia, può aiutarti a SUPERARE quelle esperienze che per te oggi sono problema.

 

I ricordi non si cancellano, e secondo me non bisogna neanche volerli cancellare. Belli o brutti ci insegnano qualcosa.

 

Tu sei una persona, non sei quei ricordi a cui dai, probabilmente giustamente, la colpa. E come persona puoi portarteli alle spalle, affrontarli, magari ridimensionarli nell'importanza, riconvertirli nella valenza che hanno presso di te.

 

Ci sono tanti modi per superare questa cosa, e la cancellazione sarebbe la peggiore possibile.. eppure pensi solo a quella: non sarebbe il caso di farti aiutare da chi di dovere?

 

Questo sta a te, a quanto tu voglia superare i tuoi pregiudizi, le tue false convinzioni, il tuo orgoglio autodemolitivo, sta a quanto tu voglia guarire.

 

La tua vita non è nè un esercizio di retorica, nè un autoconvincimento a minimizzare i sintomi quando si parla di chiedere aiuto.

 

Ma solo i grandi chiedono aiuto. Tu forse non sei tra questi.

Fine di ogni mio messaggio a proposito, ho l'impressione di perder tempo.. e non me lo posso permettere.

Pix quello che scrive Fe92 è giusto. I ricordi e le esperienze vanno metabolizzate e convertite in qualcosa di buono.

 

L'effetto dei nostri ricordi passati sulle azioni e sulle convizioni del presente sono molto più concrete di quanto uno creda.

Fe92 l'educazione prima di tutto. Non ti ho chiesto io di intervenire e mi sembra ridicolo che tu mi offenda così gratuitamente. Aprendo questa discussione volevo creare un dialogo, come molti hanno recepito. Se dio sceso in terra non vuole più contribuire nessuno ne sentirà mancanza.

 

@Zaldrises io concordo su questo ma mi dispiace quando un utente fa l'acido.

Edited by Pix

Non ho snobbato né insultato, volevo solo cercare di portare un po' di pragmatismo nella tua situazione. Parlane con chi di dovere e ti saprà dire di cosa si tratta (fobia sociale, attacchi di panico, di ansia o altro), senza autodiagnosticarti vari mali solo perché ti trovi con i sintomi elencati su una pagina di wikipedia. Da lì parti per superare il problema, come già ti hanno detto sopra. Condannarsi a questa condizione, qualunque ne sia la natura, non ti aiuterà in alcun modo.

DeltaV non parlavo di te ma di fatti incresciosi che sono accaduti nel forum. Io concordo su quello che dici ma se una persona ha subito un trauma, grande o piccolo che sia, non è molto propenso a parlarne. Ho aperto questa discussione per vedere se ci fossero altre persone che ne sapessero qualcosa e mi aspettavo un po' meno veemenza (non mi riferisco a te). Sennò che senso ha il forum?

Certamente il confronto è utile e il forum per questo esiste. Ma dubito che qualcuno di noi sarà capace di dire la parola magica che ti farà sbloccare o superare il problema. La spinta verso la soluzione te la stiamo dando in molti, poi sta a te decidere se seguirla o continuarne a parlare. Ti ripeto però che almeno secondo me questa non è fobia sociale, che si vedrebbe già solo uscendo di casa e trovandosi in un gruppo di persone di cui temi a priori il giudizio su te stesso, chiunque essi siano.

Leggendo i vari commenti, noto a volte toni molto accesi nei confronti di chi, giustamente, vuole semplicemente condividere con gli altri le proprie esperienze e la propria vita

Il forum è un luogo di confronto che deve avvenire sempre nel rispetto delle persone. Il confronto può avvenire senza dover etichettare, deridere o prendere in giro gli altri. 

Il rispetto, prima di tutto. 

AndrejMolov89

Se ti consola Pix io ho avuto numerosi problemi sin dalle medie. I miei professori, salvo alcuni, mi consideravano ritardato, non capivano che io non studiassi non perché non ne avessi voglia, ma perché entravo in panico di prestazione. A volte per andarmene via da scuola continuavo a darmi pugni sul naso per farmi sanguinare perché una volta avevano chiamato i miei genitori perché avevo un emoraggia al naso. Al Liceo, invece, mi consideravano ritardato, ma proprio fisso, e ho avuto una professoressa che mi dava i voti in base al mio peso. Il risultato sono stati 2 anni di depressione e anoressia nervosa partiti dalla quinta liceo. Sono passato da 105 kg a 47-48 kg in meno di un anno. Capisco perfettamente il tuo problema, e so che è difficile perché sembra un capriccio personale, quando in realtà sono pensieri automatici che ti vengono senza che tu li sappia controllare. Sempre al liceo mi alzavo piangendo dal letto perché mi faceva schifo la mia vita e stando a quello che mi dicevano non avrei mai avuto un futuro. Sfortunatamente non so come aiutarti nel tuo caso specifico, perché ogni caso è a sé, l'unico modo con cui ho affrontato certi traumi è stato odiare chi me li ha procurati.

Ti capisco Greed, ho vissuto una cosa del genere al liceo. Il problema però era generalizzato anche agli altri ragazzi. Per farti un esempio, al primo anno i professori ripetevano ogni giorno e in ogni occasione che dovevamo andare all'alberghiero perché tutti inetti. Ho sempre creduto quindi che l'alberghiero fosse una sorta di discarica per studenti mediocri.

AndrejMolov89

Io sono sempre dell'idea di andare nuovamente al mio liceo e iniziare a fare battute sarcastiche sul fatto che loro ragionevolmente moriranno là dentro :3 Hai mai pensato di ritornarci sono per manifestare aggressività gratuita? XD A me aiuta questa idea.

  • 3 weeks later...
  • 3 months later...

Non ho una diagnosi clinica ma sospetto fortemente di soffrirne da molti mesi (cioè, probabilmente ne soffro da sempre ma lo sospetto da mesi).

Non è una cosa da prendere alla leggera e bisogna rifletterci su molto per non cadere nell'nell'iperidentificaziine ("ah si vediamo questo sintomo ce l'ho, questo anche e questo anche" quando poi non è vero niente). Sembra strano detto da uno che in un certo senso si è autodiagnosticato, ma se si conosce bene la condizione (qualunque essa sia) e la persona (sé stessi) basta un po' di oggettività, esperienza in campo e l'autodiagnosi te la puoi anche fare. Come ho fatto io. Ho vergogna a firmare in pubblico, abbasso sempre lo sguardo con tutti, ho forte ansia in moltissime situazioni sociali e infatti certe volte non riesco neanche a vivere decentemente (tipo entrare in un bar a cambiare 5 euro, mi innervosisco a pensarci), e molte altre cose che coincidono con il profilo di fobia sociale specifica (non generalizzata). Poi di psichiatria credo di saperne anche più degli psichiatri sedicenti, dato che un mio interesse personale è la neurobiologia e il 90%degli psichiatri italiani mette diagnosi completamente a cazzo. Vi basti sapere che le forme più lievi di autismo nella maggior parte dei casi passano totalmente inosservate. E il bello è che quelli che vengono sottoposti a verifica clinica possono pure vedersi attribuite diagnosi errate o incomplete.

E' un tema delicato, giacché quando si riflette sulla psiche (e sulle sue relative potenzialità/défaillances) è molto difficile tenersi obiettivi. E' corretto parlare di "fobia" quando ci si concede poche occasioni per mettersi alla prova e sperimentare - e magari, quando non si ha la compagnia adatta con cui condividere l'esito di quell'esperienza e tutto il ventaglio emotivo che comporta?

Probabilmente esistono casi di fobia sociale propriamente detti, dove fenomenologie come attacchi di panico o shock sono la regola ed un supporto terapeutico si fa necessario; d'altronde, son altrettanto sicuro che esistono anche molti casi di sfiducia, di confusione, di solitudine cronica che, se lasciati a sé stessi, posson progressivamente portare una persona ad isolarsi e a perder familiarità con il sociale.

 

Mi aggiungo alla lista di utenti che si sentono affetti da questo pseudo-disturbo.

Ho una forte ansia associata e qualsiasi contesto sociale e non è qualcosa di cui purtroppo ho il controllo.

Non ci convivo con serenità ma credo che sia la normale conseguenza di una mancanza di abilità comunicative e di una tendenza all'isolamento avuta da sempre (almeno nel mio caso).

Inoltre penso che l'aiuto di uno psicoterapeuta non possa fare più di tanto di fronte a tale disturbo; ci vuole una forte spinta personale al cambiamento che purtroppo a me manca.  

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