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Aleksandr Aleksandrovic Blok


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Aleksandr Aleksandrovič Blok - Poeta russo (Pietroburgo 1880 - Pietroburgo 1921).

 

Nacque da una famiglia di intellettuali (padre professore di diritto e nonno materno rettore dell'università statale di Pietroburgo) e trascorse l'infanzia e l'adolescenza con la madre e la famiglia materna.

 

Simbolista, le letture di poeti semisconosciuti come Tjutcev e Afanasij Fet influenzeranno le sue prime opere raccolte poi nell'opera "Ante Lucem".

Nel 1903 si innamora di Ljubov Mendeleeva (figlia di Mendeleev il famoso chimico) e la sposa. A lei Blok dedicò un ciclo di poesie che finirono per dargli la fama, Versi sulla bellissima dama  (1905). 

In quest'opera egli trasfigura sua moglie in una visione senza tempo dell'anima femminile e dell'eterno femminino (la Sophia degli antichi greci, secondo l'insegnamento di Solov'ëv).

 

Le immagini mistiche e idealizzate presenti nel suo primo libro aiutarono Blok a diventare il capofila del movimento simbolista russo. La prima poesia di Blok è dotata di una musicalità impeccabile e ricca di sonorità; in seguito egli tentò di introdurre delle strutture ritmiche più azzardate ed irregolari. Dotato di una potente e naturale ispirazione, spesso tratteggiava delle immagini indimenticabili e quasi da sogno pur partendo dalle cose più banali che lo circondavano e da avvenimenti privi in sé di importanza. 

Le poesie dell'età matura furono spesso basate sul conflitto tra la visione platonica della bellezza ideale e la deludente realtà fatta di orribili periferie industriali (Neznakomka, 1906).

Con la sua successiva raccolta di poesie, La Città, tracciò un ritratto di San Pietroburgo molto misterioso e dal carattere espressionista.

Le raccolte seguenti, Faina e Maschera di Neve, contribuirono ad accrescere la sua fama in modo incredibile. Venne spesso paragonato ad Aleksandr Puškin. 

Negli anni '10 del 1900 Blok godeva della quasi unanime ammirazione dei colleghi letterati e la sua influenza sui poeti più giovani rimase in pratica ineguagliata. Anna Achmatova, Marina Cvetaeva, Boris Pasternak, e Vladimir Nabokov scrissero diverse poesie in suo onore.

Nell'ultima parte della sua vita, Blok si concentrò soprattutto su temi politici. "Sento che sta per succedere un grande evento, ma non mi è dato sapere esattamente cosa sia né quando accadrà.", scrisse sul suo diario nell'estate del 1917. Tra la sorpresa di molti dei suoi ammiratori accettò la Rivoluzione d'Ottobre come l'atto finale di queste sue elucubrazioni.

Blok espresse il suo punto di vista sulla rivoluzione nell'enigmatico I Dodici (1918). Il lungo poema è una delle opere più discusse di tutta la letteratura russa. Descrive la marcia di dodici soldati bolscevichi per le strade di Pietroburgo durante la rivoluzione. I Dodici allontanò subito Blok dalla gran parte dei suoi ammiratori (che lo accusarono di aver mostrato un terribile cattivo gusto), mentre i bolscevichi lo disprezzavano per il misticismo e l'ascetismo mostrati in precedenza.

Il Simbolismo 

Blok concepì la propria produzione poetica come fosse composta da tre volumi.

Il primo volume contiene le sue prime poesie sulla Bellissima Dama; il suo colore dominante è il bianco

il secondo volume, dominato invece dal colore blu, i commenti sull'impossibilità di raggiungere l'ideale che aveva desiderato.

Il terzo, che contiene le poesie del periodo pre-rivoluzionario è permeato da un rosso fiammeggiante.

Nella poesia di Blok i colori sono fondamentali perché trasmettono i segni mistici delle cose che vanno oltre l'esperienza umana.

Il blu o il viola sono i colori della frustrazione, quando il poeta capisce che la sua speranza di vedere la Dama andrà delusa.

Il giallo, colore dei lampioni della strada, delle finestre e dei tramonti, è il colore del tradimento e della banalità.

Il nero cela qualcosa di terribile, pericoloso ma potenzialmente capace di rivelazioni esoteriche.

 

Blok sviluppò un complesso sistema di simboli poetici. Nelle sue prime opere, ad esempio, vento sta per l'approssimarsi della sua Dama, mattino e primavera sono i momenti in cui è più probabile che si riescano ad incontrare. Inverno e notte sono i terribili momenti in cui il poeta e l'amata sono lontani l'uno dall'altra. Palude e fango simboleggiano invece la vita di tutti i giorni, senza che sia illuminata da una luce spirituale.

 

Cadde in uno stato di depressione e si ritirò dalla scena pubblica. Tuttora si discute su quale sia stata la vera causa della morte di Blok a soli 40 anni, nel 1921.

 

(Tratto dalle biografie di Blok su Wikipedia e treccani.it)

Voi avete avuto modo di apprezzarlo?

 

Qui sotto metto alcune poesie di Blok.

Edited by Angelo1900
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https://www.gay-forum.it/topic/29147-aleksandr-aleksandrovic-blok/
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L'accenno di un canto primaverile  di Aleksandr Blok

 

Il vento portò da lontano
l’accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo

 

In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati

 

Timide,cupe e profonde
piangevano le mie corde
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

Edited by Angelo1900

Tutto muore al mondo di Aleksandr Blok

 

 

Tutto muore al mondo, madre e giovinezza
la donna tradisce e l’amico scompare.
Impara ad assaporare una nuova dolcezza
contemplando il freddo circolo polare.

 

Prendi la tua barca, salpa verso il polo
tra mura di ghiaccio e in silenzio oblìa
come l’uomo ama, lotta e muori solo:
dimentica il paese dell’umana follia.

 

Ed all’anima stanca insegna, mentre lento
s’impossessa del sangue il brivido del gelo,
che non le serve a nulla questo pianeta spento
perché i raggi vengono dal cielo.

Edited by Angelo1900

Al ristorante di Aleksandr Blok

 

Non mi scorderò mai (sia stata o non sia stata
quella sera): dall'incendio del crepuscolo
combusto e dilatato il cielo pallido,
e sul giallo crepuscolo i lampioni.

Sedevo alla finestra nella sala gremita.
Chissà dove gli archetti cantavano d'amore.
Io ti mandai una nera rosa in un boccale
di Ai dorato come il cielo.

Mi guardasti. Ed io accolsi turbato e insolente
lo sguardo altezzoso e ti feci un inchino.
Volgendoti al tuo cavaliere, con intenzionale durezza
tu dicesti: "Anche quello è innamorato".

E subito in risposta le corde attaccarono
gli archetti intonarono un canto frenetico...
Ma tu mi eri vicina con tutto il tuo disprezzo giovanile,
col tremito della mano appena percettibile...

Ti lanciasti col moto di un uccello spaurito,
passando leggera come il mio sogno...
Soffiarono i profumi, si assopirono le ciglia,
cominciò a bisbigliare smaniosa la seta.

Ma dal fondo di specchi tu mi gettavi sguardi
e nel gettarli gridavi: " Afferra!..."
E il monile tinniva, ballava la zingara,
urlando al crepuscolo canti d'amore.

Io sono molto più vicino agli acmeisti (Anna Andreevna Achmatova, tanto per citarne una) che, come corrente letteraria, nascono proprio come reazione a Blok e a tutti i simbolisti:la rosa va cantata soltanto perché è una rosa, non il simbolo di qualcos'altro.

Però le sue Lettere alla bellissima dama sono molto belle, specie perché l'occhio del poeta racconta non solo i momenti più felici e migliori ma anche quelli più difficili, e il poemetto I dodici è veramente, veramente notevole.

Complimenti per la scelta dell'argomento, @Angelo1900!

 

Io sono molto più vicino agli acmeisti (Anna Andreevna Achmatova, tanto per citarne una) che, come corrente letteraria, nascono proprio come reazione a Blok e a tutti i simbolisti:la rosa va cantata soltanto perché è una rosa, non il simbolo di qualcos'altro.

Però le sue Lettere alla bellissima dama sono molto belle, specie perché l'occhio del poeta racconta non solo i momenti più felici e migliori ma anche quelli più difficili, e il poemetto I dodici è veramente, veramente notevole.

Complimenti per la scelta dell'argomento, @Angelo1900!

 

 

 

Felice che tu abbia apprezzato! Ultimamente sto leggendo molto i poeti russi, allora ho pensato di dedicargli dei topic. 

Tu dovresti fare lo stesso con Anna Achmatova. ;)

Edited by Angelo1900

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